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AfRiCaOnAir: la radiofonia nel continente nero

Le linee generali

  • • La radio in Africa è il mezzo più diffuso, alternativo alla Tv e alla stampa: analfabetismo, grandi distanze e povertà; • La radio è effettivamente l’unico mezzo di mobilitazione sociale, che crea il senso del luogo e funge da tamburo tribale in una società prevalentemente orale; • Monopolio di stato: una realtà in quasi tutti i paesi, con diverse soluzioni di liberalizzazione negli ultimi 10 anni;

Grandi cambiamenti

  • • Fino a 10 anni fa nella maggior parte dei paesi solo radio nazionali; • Ministero dell’Informazione o della Comunicazione: la voce del padrone; • Sviluppo delle emittenti private nelle principali città; • È calato bruscamente l’ascolto delle radio nazionali, che cercano di recuperare il terreno perduto; • Limiti del pluralismo: riguarda solo le grandi città e taglia fuori le zone rurali;

Linee di sviluppo delle radio comunitarie

  • • Nascita spontanea sull’onda della liberalizzazione: radio indipendenti; • Acquisizione da parte di emittenti private nate nelle capitali; • Partnership che si trasforma dapprima in influenza poi in sincronizzazione; • La radio indipendente viene fagocitata da quella cittadina, che ha l’obiettivo di ampliare il proprio raggio di diffusione per ragioni pubblicitarie;

Ghana

  • • Radio ADA (1999) la prima radio comunitaria del Ghana, la prima a trasmettere nella lingua locale; • Coinvolgimento della popolazione nella concezione della radio, stimolo per la costruzione di un nuovo modo di fare radio: la formazione non tradizionale accessibile a tutti; • Socializzazione di un’esperienza: la comunità si immedesima; • Successo travolgente: la radio nazionale lancia programmi in dangme;

R. D. Congo

  • • Radio Reveil (1999), radio di informazione strettamente locale – notizie “di prossimità” che intervengono nella vita degli ascoltatori (la sicurezza); • Radio che denuncia i problemi del paese; • Far sentire la voce di chi vive un fatto: radio porta-parola anziché porta-voce; • Difficoltà economiche ma rigore sulla pubblicità: non si concede agli inserzionisti ( pubblicità di alcool, sigarette, scommesse);

Senegal

  • • Radio Oxy-Jeunes (1999), la radio di una città dormitorio vicino a Dakar: non solo diretta ai giovani; • Ruolo nella vita politica e nello svolgimento delle elezioni presidenziali; • I gruppi e le associazioni sono coinvolti negli organismi di gestione della radio e intervengono nella programmazione; • Notiziari in wolof, francese e una terza lingua a rotazione, spazio alle comunità straniere; • Finanziamenti: no pubblicità, no aiuti statali; cooperazione internazionale (Canada), Banca Mondiale, Nazioni Unite (nell’ambito di progetti speciali);non ci sono salari fissi.

Tendenze globalizzanti nelle principali radio commerciali

  • • Attraverso l’offerta musicale le radio africane propongono musica prevalentemente occidentale, che trae origine da suoni precedentemente importati dall’Africa; • Fenomeno ambivalente: danneggia la musica locale ma consente una forma di connessione con il resto del mondo; • Musica, veicolo di mobilitazione sociale: gli aspetti imprevedibili di questo tipo di programmazione.

Sudafrica

  • • Radio Zulu: trasmissioni in lingua Zulu della South African Broadcasting Corporation • Metà anni 80: il pubblico chiede di ascoltare All Night Long, di Lionel Ritchie, una canzone priva di contenuti politici, parole oscure, Lionel Richie senza precedenti noti di attivismo politico. Testi e musica con riferimenti alle culture Afro-Caraibiche, Afro-Latine e Mediterranee, al reggae, al calypso; • Apartheid: intensificare l’identità etnica e “nazionale” nelle varie “tribù” nere della regione, a scapito dell’unità fra i neri; • Le parole africane disseminate nella canzone derivano dallo Swahili, che non è la lingua delle township sudafricane: non c’è comprensione letterale, ma percezione di qualcosa di africano. “Tom bo” diventa Oliver Tambo, capo dell’African National Congress dichiarato illegale. Tutte le ambiguità prendono forme e significati imprevedibili.

Radio di Stato

  • • La radio di Stato è la radio controllata dal governo, sia in termini finanziari che di soggetti operativi. • Dopo la caduta del comunismo, dove questo tipo di modello radiofonico era diffuso, è ancora rintracciabile nei governi autoritari,e nelle zone del terzo e quarto mondo. Inoltre, sono radio di Stato anche i servizi radiofonici internazionali in onde corte. • In Africa la Radio di Stato è stata per molto tempo l’unica voce ascoltabile. • Ricopre funzioni generalmente propagandistiche o, come nel caso delle trasmissioni internazionali (Bbc World), di esportazione di modelli culturali.

Rwanda: radio come tamburo dell’odio

  • • Radio Télévision Libre des Mille Collines (RTLM) è il più recente simbolo della radio “dell’odio”. A partire dal 1993, con l’aiuto e gli strumenti di Radio Rwanda, la radio di Stato, ha istigato all’odio razziale nei confronti dei Tutsi contribuendo fortemente al genocidio di centinaia di migliaia di persone; • Radio-Télévision Libre des Mille Collines (RTLM) controllata dal governo del Rwanda, ha avuto un ruolo nelle stragi che si verificarono nel paese nel 1994; • Le trasmissioni usavano “una tecnica di rovesciamento per incitare al genocidio. L’emittente incoraggiava gli Hutu ad odiare e a massacrare i Tutsi, parlando dell’odio che i Tutsi provavano per loro.

Burundi

  • • Radio Publique Africaine (2001): ex combattenti Hutu e soldati Tutsi, esempio di riconciliazione nel lavoro giornalistico; • Trasmissioni per dare voce a tutti, creare confronto, raccontare storie da un punto di vista interno alle realtà più povere: INFORMAZIONE ORIZZONTALE; • Media Diplomacy: mettere a confronto soggetti che è estremamente difficile far confrontare (ribelli e rappresentanti del governo); • Gli ascoltatori riacquistano l’interesse per l’informazione, il senso sociale, il bisogno di aggregazione;

rcdb-radioafr (last edited 2008-06-26 09:50:10 by anonymous)