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1. Elettrodotto coatto, contro l'imposizione degli elettrodotti 2. Pesticidi, residuo zero 3. Inceneritori, contro le procedure semplificate e i finanziamenti agevolati |
1. Elettrodotto coatto, contro l'imposizione degli elettrodotti 2. Pesticidi, per l'eliminazione dei residui tossici 3. Inceneritori, contro le procedure semplificate e i finanziamenti agevolati |
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1) Parità scolastica | 1. Parità scolastica |
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1. art. 18, giusta causa, estensione alle imprese con meno di 15 dipendenti 2. art. 35, estensione dei diritti sindacali alle imprese con meno di 15 dipendenti |
1. art. 18, giusta causa, estensione alle imprese con meno di 15 dipendenti 2. art. 35, estensione dei diritti sindacali alle imprese con meno di 15 dipendenti |
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1. Un decreto firmato dal re nel 1933 stabilisce che per utilizzare un terreno per costruirci un elettrodotto non occorre autorizzazione: lo si espropria. La legge era contemplata nell'Italia che si elettrificava, un secolo fa. ''Il fatto che la rete elettrica sia stata ormai completata fa venir meno il carattere di urgenza e di obbligatorietà che era alla base della norma del codice civile inserita in quegli anni. 2. Il Ministro per la Sanità, con una semplice ordinanza, può oggi autorizzare, e lo fa, l'uso di sostanze tossiche negli alimenti e la loro permanenza nei cibi sotto forma di "residui", è infatti consentito l'uso di prodotti chimici e pesticidi nell'agricoltura intensiva. Il referendum chiede che venga vietata la presenza di qualsiasi residuo tossico negli alimenti anche quando questi residui sono di natura biologica oltre che chimica. 3. Il mondo ricco produce rifiuti che, se riciclati, possono determinare ulteriore ricchezza per tutti. Gli inceneritori, che sono dei generatori di diossina, sono l'estrema ratio per lo smaltimento dei rifiuti Il decreto Ronchi del '97 favorisce con degli incentivi l'utilizzo degli inceneritori e permette la costruzione di impianti per i rifiuti urbani senza bisogno di chiedere autorizzazioni Il referendum punta ad eliminare gli incentivi previsti nel decreto Ronchi del '97 per chi costruisce inceneritori.. |
1. Un decreto firmato dal re nel 1933 stabilisce che non occorre autorizzazione per utilizzare un terreno atto a costruirvi un elettrodotto : lo si espropria. La legge era contemplata nell'Italia che si elettrificava, un secolo fa. Il fatto che la rete elettrica sia stata ormai completata fa venir meno il carattere di urgenza e di obbligatorietà che era alla base della norma del codice civile inserita in quegli anni. 2. Il Ministro per la Sanità, con una semplice ordinanza, può oggi autorizzare, e lo fa, l'uso di sostanze tossiche negli alimenti e la loro permanenza nei cibi sotto forma di "residui", è infatti consentito l'uso di prodotti chimici e pesticidi nell'agricoltura intensiva. Il referendum chiede che venga vietata la presenza di qualsiasi residuo tossico negli alimenti anche quando questi residui sono di natura biologica oltre che chimica. 3. Il mondo ricco produce rifiuti che, se riciclati, possono determinare ulteriore ricchezza per tutti. Gli inceneritori, che sono dei generatori di diossina, sono l'estrema ratio per lo smaltimento dei rifiuti. Il decreto Ronchi del '97 favorisce con degli incentivi l'utilizzo degli inceneritori e permette la costruzione di impianti per i rifiuti urbani senza bisogno di chiedere autorizzazioni Il referendum punta ad eliminare gli incentivi previsti nel decreto Ronchi del '97 per chi costruisce inceneritori, per adottare la cultura del riuso dei rifiuti. |
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- La Costituzione prevede l'esistenza di scuole private, ma senza oneri per lo Stato. Invece, sono soldi pubblici i "buoni scuola", i contributi per le scuole elementari parificate, la partecipazione alla spesa delle scuole private dell'infanzia. Di più: gli istituti privati paritari possono chiedere ad un quarto del loro personale di lavorare gratuitamente. Si inseriscono queste scuole nel "sistema nazionale di istruzione", mentre si sottraggono risorse essenziali alla scuola pubblica. Il referendum chiede l'abrogazione di questi privilegi | 1. La Costituzione prevede l'esistenza di scuole private, ma senza oneri per lo Stato. Invece, sono soldi pubblici i "buoni scuola", i contributi per le scuole elementari parificate, la partecipazione alla spesa delle scuole private dell'infanzia. Di più: gli istituti privati paritari possono chiedere ad un quarto del loro personale di lavorare gratuitamente. Si inseriscono queste scuole nel "sistema nazionale di istruzione", mentre si sottraggono risorse essenziali alla scuola pubblica. Il referendum chiede l'abrogazione di questi privilegi |
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1. l'art. 18 della legge 300 del 1970 prevede, nelle sole aziende con più di 15 dipendenti, che il giudice del lavoro possa reintegrare il lavoratore/trice licenziat@ senza giustificato motivo. il lavoratore/trice ha il diritto a riavere il proprio posto di lavoro, la copertura previdenziale dal licenziamento alla reintegrazione ed un risarcimento pari alle retribuzioni perse, se, poi, non intende riprendere il posto, può chiedere ulteriori 15 mensilità. l'art 18 non è applicato, ad oggi, a chi lavora per partiti, sindacati, scuole religiose e...naturalmente...ai lavoratori/trici atipici. il referendum chiede l'estensione dell'articolo: stesso lavoro, stessi diritti. 2. l'art. 35 dello statuto dei lavoratori consente a lavoratori/trici di costituire rappresentanze sindacali aziendali, di poter tenere assemblee sul posto di lavoro (in orario di lavoro fino ad un monte ore pari a 10), a consultarsi tramite referendum (fuori dall'orario), a raccogliere contributi.... tali diritti sono riservati ai lavoratori/trici che prestano servizio in unità produttive con oltre 15 dipendenti. il quesito chiede l'abrogazione dei limiti e la conseguente estensione dei diritti democratici riconosciuti al lavoratore/trice, in quanto cittadin@. --------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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== comitato promotore referendum sul lavoro == | |
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Pietro Alò, ex parlamentare - Roma Social Forum; Carlo Amirante; Riccardo Bellofiore; università di Bergamo; Giacinto Botti, RSU Italtel; Emiliano Brancaccio, economista; Paolo Cagna Ninchi, presidente Comitato per le libertà e i diritti sociali; Franco Calamida, ex parlamentare; Bruno Cartosio, università di Bergamo; Federica Cattaneo, FILCAMS-CGIL; Nicola Cipolla, presidente CEPES, Palermo; Pasquale Coltella, direttore de Il tetto; José Luis Del Roio, Forum mondiale delle alternative; Maria Pia Esposti, Comitato iscritti CGIL Corriere della Sera; Luigi Ferrajoli, giurista; Mario Fezzi, avvocato; Raffaele Fiengo, giornalista; Dario Fo, premio Nobel; Andrea Fumagalli, università di Pavia; Giorgio Galli, politologo; Giorgio Gardiol, ex parlamentare; Giulio Girardi, filosofo; Augusto Graziani, economista; Pierluciano Guardagli, sindacato scrittori; Carlo Guglielmi, avvocato; Leo Gullotta, attore; Domenico Iervolino, università di Napoli; Citto Maselli, regista; Lidia Menapace, scrittrice; Maria Grazia Meriggi, università di Bergamo; Isidoro Mortellaro, Gilberto Pagani, avvocato; Andrea Panaccione, università di Napoli; Fondazione Brodolini; Pier Luigi Panici, avvocato; Emilio R. Papa, università di Bergamo; Mery Paradisi, FISASCAT-CISL; Giuseppe Pristipino; Franca Rame, attrice; Alfio Riboni, RSU IBM; Vittorio Rieser, università di Torino; Ugo Riscigno, università La Sapienza, Roma; Rossano Rossi, RSU Sammontana; Angela Ruggirei, RSU Upim; Amerigo Sallusti, RSU Comune di Milano; Luigi Saraceni, giurista; Guglielmo Simioneschi, magistrato; Giancarlo Toppi, SLC-CGIL; Mariano Turigliatto, sindaco di Grugliasco (TO); Roberto Veneziani, ricercatore; Ugo Verzeletti, RSU Iveco; Moni Ovadia; Rossana Rossanda |
cristina: ciao Luca, non ho avuto il tempo di scrivere...ma domani sarò in radio alle 9:30, con documenti che ti potrebbero essere utili, ti allego le quattro cose che mi sono uscite negli ultimi minuti(sigh) e il link al sito del referendum 22:30 - sono riuscita ad aggiungere ancora un paio di punti, ma non di approfondire i contenuti
REFERENDUM
AMBIENTE
- Elettrodotto coatto, contro l'imposizione degli elettrodotti
- Pesticidi, per l'eliminazione dei residui tossici
- Inceneritori, contro le procedure semplificate e i finanziamenti agevolati
SCUOLA
- Parità scolastica
LAVORO
- art. 18, giusta causa, estensione alle imprese con meno di 15 dipendenti
- art. 35, estensione dei diritti sindacali alle imprese con meno di 15 dipendenti
AMBIENTE
- Un decreto firmato dal re nel 1933 stabilisce che non occorre autorizzazione per utilizzare un terreno atto a costruirvi un elettrodotto : lo si espropria. La legge era contemplata nell'Italia che si elettrificava, un secolo fa. Il fatto che la rete elettrica sia stata ormai completata fa venir meno il carattere di urgenza e di obbligatorietà che era alla base della norma del codice civile inserita in quegli anni.
- Il Ministro per la Sanità, con una semplice ordinanza, può oggi autorizzare, e lo fa, l'uso di sostanze tossiche negli alimenti e la loro permanenza nei cibi sotto forma di "residui", è infatti consentito l'uso di prodotti chimici e pesticidi nell'agricoltura intensiva. Il referendum chiede che venga vietata la presenza di qualsiasi residuo tossico negli alimenti anche quando questi residui sono di natura biologica oltre che chimica.
- Il mondo ricco produce rifiuti che, se riciclati, possono determinare ulteriore ricchezza per tutti. Gli inceneritori, che sono dei generatori di diossina, sono l'estrema ratio per lo smaltimento dei rifiuti. Il decreto Ronchi del '97 favorisce con degli incentivi l'utilizzo degli inceneritori e permette la costruzione di impianti per i rifiuti urbani senza bisogno di chiedere autorizzazioni Il referendum punta ad eliminare gli incentivi previsti nel decreto Ronchi del '97 per chi costruisce inceneritori, per adottare la cultura del riuso dei rifiuti.
SCUOLA
- La Costituzione prevede l'esistenza di scuole private, ma senza oneri per lo Stato. Invece, sono soldi pubblici i "buoni scuola", i contributi per le scuole elementari parificate, la partecipazione alla spesa delle scuole private dell'infanzia. Di più: gli istituti privati paritari possono chiedere ad un quarto del loro personale di lavorare gratuitamente. Si inseriscono queste scuole nel "sistema nazionale di istruzione", mentre si sottraggono risorse essenziali alla scuola pubblica. Il referendum chiede l'abrogazione di questi privilegi
LAVORO
- l'art. 18 della legge 300 del 1970 prevede, nelle sole aziende con più di 15 dipendenti, che il giudice del lavoro possa reintegrare il lavoratore/trice licenziat@ senza giustificato motivo. il lavoratore/trice ha il diritto a riavere il proprio posto di lavoro, la copertura previdenziale dal licenziamento alla reintegrazione ed un risarcimento pari alle retribuzioni perse, se, poi, non intende riprendere il posto, può chiedere ulteriori 15 mensilità. l'art 18 non è applicato, ad oggi, a chi lavora per partiti, sindacati, scuole religiose e...naturalmente...ai lavoratori/trici atipici. il referendum chiede l'estensione dell'articolo: stesso lavoro, stessi diritti.
- l'art. 35 dello statuto dei lavoratori consente a lavoratori/trici di costituire rappresentanze sindacali aziendali, di poter tenere assemblee sul posto di lavoro (in orario di lavoro fino ad un monte ore pari a 10), a consultarsi tramite referendum (fuori dall'orario), a raccogliere contributi.... tali diritti sono riservati ai lavoratori/trici che prestano servizio in unità produttive con oltre 15 dipendenti. il quesito chiede l'abrogazione dei limiti e la conseguente estensione dei diritti democratici riconosciuti al lavoratore/trice, in quanto cittadin@.
comitato promotore referendum sul lavoro
Pietro Alò, ex parlamentare - Roma Social Forum; Carlo Amirante; Riccardo Bellofiore; università di Bergamo; Giacinto Botti, RSU Italtel; Emiliano Brancaccio, economista; Paolo Cagna Ninchi, presidente Comitato per le libertà e i diritti sociali; Franco Calamida, ex parlamentare; Bruno Cartosio, università di Bergamo; Federica Cattaneo, FILCAMS-CGIL; Nicola Cipolla, presidente CEPES, Palermo; Pasquale Coltella, direttore de Il tetto; José Luis Del Roio, Forum mondiale delle alternative; Maria Pia Esposti, Comitato iscritti CGIL Corriere della Sera; Luigi Ferrajoli, giurista; Mario Fezzi, avvocato; Raffaele Fiengo, giornalista; Dario Fo, premio Nobel; Andrea Fumagalli, università di Pavia; Giorgio Galli, politologo; Giorgio Gardiol, ex parlamentare; Giulio Girardi, filosofo; Augusto Graziani, economista; Pierluciano Guardagli, sindacato scrittori; Carlo Guglielmi, avvocato; Leo Gullotta, attore; Domenico Iervolino, università di Napoli; Citto Maselli, regista; Lidia Menapace, scrittrice; Maria Grazia Meriggi, università di Bergamo; Isidoro Mortellaro, Gilberto Pagani, avvocato; Andrea Panaccione, università di Napoli; Fondazione Brodolini; Pier Luigi Panici, avvocato; Emilio R. Papa, università di Bergamo; Mery Paradisi, FISASCAT-CISL; Giuseppe Pristipino; Franca Rame, attrice; Alfio Riboni, RSU IBM; Vittorio Rieser, università di Torino; Ugo Riscigno, università La Sapienza, Roma; Rossano Rossi, RSU Sammontana; Angela Ruggirei, RSU Upim; Amerigo Sallusti, RSU Comune di Milano; Luigi Saraceni, giurista; Guglielmo Simioneschi, magistrato; Giancarlo Toppi, SLC-CGIL; Mariano Turigliatto, sindaco di Grugliasco (TO); Roberto Veneziani, ricercatore; Ugo Verzeletti, RSU Iveco; Moni Ovadia; Rossana Rossanda