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'''febbraio 2006'''

'''Le betulle sanno leggere'''

La Regione Lazio aveva chiaramente dichiarato, anche sui giornali, di non volere applicare deroghe alla tutela paesistica prevista sul collinone del Parco delle Betulle, minacciato da 90.000 metri cubi di nuove edificazioni commerciali e residenziali.

In realtà il collinone è ancora “sotto tiro”, secondo quanto si legge in un documento della Regione Lazio, pervenuto negli ultimi giorni al Comitato Parco delle Betulle. Infatti la deroga è passata e la tutela paesistica è stata declassata.

Ma veniamo al documento.

Nella delibera del Consiglio Regionale del 23 novembre 2005, si modifica la tutela del Piano Territoriale Paesistico prevista sul collinone da tutela orientata (TO) a tutela limitata (TL),
Questo vuol dire che l’area è sarà soggetta ad attacchi da parte della speculazione edilizia.

Nella seconda parte della delibera, si legge che “è ratificato…il Programma di Recupero Urbano … con esclusione dell’intervento n°5 [cioè i 90.000 metri cubi previsti]”.

Insomma se da una parte si scrive che l’edificazione è stata cancellata, in un'altra si abbassa il livello di tutela dell’area, minacciandola con future speculazioni oppure favorendo il ricorso del costruttore.

Come prima sensazione, non ci viene da pensare che si sia trattato di una svista: come si fa a cancellare un progetto di edificazione sull’area a causa del suo valore ambientale e paesaggistico e poi se ne cancella la tutela specifica.

Invitiamo il Comune di Roma, la Regione Lazio e il Municipio IV a correggere tale incongruenza, riportando il livello della tutela dell’area a quella precedente e a includere la stessa nel Piano Territoriale Paesistico Valle del Tevere 15/8, di cui sta discutendo in queste settimane presso la Regione Lazio.

Il valore pubblico dell’area è testimoniato dalla frequentazione decennale del luogo di numerosi abitanti di diversi quartieri.

Cercare di privare la comunità di un bene comune con un cavillo burocratico non ci sembra una forma di democrazia adeguata.

Grazie.

Il Comitato Parco delle Betulle

Si allega qui un articolo del giornale Agorà, pubblicato subito dopo l’audizione del Comitato presso la Commissione Urbanistica Regione Lazio.

“ La commissione Urbanistica della Regione Lazio ha approvato
il programma di recupero urbano (PRU) relativo all'ambito
Fidene - Val Melaina, concedendo la deroga ai vincoli
paesistici eccezion fatta per quanto riguarda l'area relativa al
cosiddetto parco delle Betulle nel quartiere Nuovo Salario.
Alla seduta ha partecipato anche l'Assessore all'Urbanistica e
Vice Presidente della Regione Lazio Massimo Pompili.
"Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dalla commissione
- dichiara Moscardelli - accogliendo le istanze dei cittadini,
ha da un lato risposto all'esigenza di approvare quanto
prima un programma che si tradurrà in una riqualificazione
sostanziale del territorio e dall' altra ha cercato di salvaguardare
un'area verde importantissima come il parco delle
Betulle. Il programma, approvato all'unanimità, passerà ora
all'esame del consiglio regionale e segnerà un ulteriore
passo verso l' approvazione di tutti i programmi di recupero
urbano". "Dopo Fidene Val Melaina - conclude il presidente
della commissione Urbanistica - la Regione esaminerà infatti
il programma relativo all'ambito Laurentino attualmente in
attesa di ratifica da parte del consiglio comunale di Roma".
Una bella vittoria per i cittadini del comitato del Parco delle
Betulle che nei mesi scorsi avevano addirittura bloccato le
ruspe per evitare l'edificazione nel Parco. Ancora un passo
avanti per la nuova Regione Lazio guidata Piero Marrazzo.”

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[:materiali_per_la_redazione: Materiale redazionale]

Raccolta di materiali sull'urbanistica a Roma

febbraio 2006

Le betulle sanno leggere

La Regione Lazio aveva chiaramente dichiarato, anche sui giornali, di non volere applicare deroghe alla tutela paesistica prevista sul collinone del Parco delle Betulle, minacciato da 90.000 metri cubi di nuove edificazioni commerciali e residenziali.

In realtà il collinone è ancora “sotto tiro”, secondo quanto si legge in un documento della Regione Lazio, pervenuto negli ultimi giorni al Comitato Parco delle Betulle. Infatti la deroga è passata e la tutela paesistica è stata declassata.

Ma veniamo al documento.

Nella delibera del Consiglio Regionale del 23 novembre 2005, si modifica la tutela del Piano Territoriale Paesistico prevista sul collinone da tutela orientata (TO) a tutela limitata (TL), Questo vuol dire che l’area è sarà soggetta ad attacchi da parte della speculazione edilizia.

Nella seconda parte della delibera, si legge che “è ratificato…il Programma di Recupero Urbano … con esclusione dell’intervento n°5 [cioè i 90.000 metri cubi previsti]”.

Insomma se da una parte si scrive che l’edificazione è stata cancellata, in un'altra si abbassa il livello di tutela dell’area, minacciandola con future speculazioni oppure favorendo il ricorso del costruttore.

Come prima sensazione, non ci viene da pensare che si sia trattato di una svista: come si fa a cancellare un progetto di edificazione sull’area a causa del suo valore ambientale e paesaggistico e poi se ne cancella la tutela specifica.

Invitiamo il Comune di Roma, la Regione Lazio e il Municipio IV a correggere tale incongruenza, riportando il livello della tutela dell’area a quella precedente e a includere la stessa nel Piano Territoriale Paesistico Valle del Tevere 15/8, di cui sta discutendo in queste settimane presso la Regione Lazio.

Il valore pubblico dell’area è testimoniato dalla frequentazione decennale del luogo di numerosi abitanti di diversi quartieri.

Cercare di privare la comunità di un bene comune con un cavillo burocratico non ci sembra una forma di democrazia adeguata.

Grazie.

Il Comitato Parco delle Betulle

Si allega qui un articolo del giornale Agorà, pubblicato subito dopo l’audizione del Comitato presso la Commissione Urbanistica Regione Lazio.

“ La commissione Urbanistica della Regione Lazio ha approvato il programma di recupero urbano (PRU) relativo all'ambito Fidene - Val Melaina, concedendo la deroga ai vincoli paesistici eccezion fatta per quanto riguarda l'area relativa al cosiddetto parco delle Betulle nel quartiere Nuovo Salario. Alla seduta ha partecipato anche l'Assessore all'Urbanistica e Vice Presidente della Regione Lazio Massimo Pompili. "Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dalla commissione - dichiara Moscardelli - accogliendo le istanze dei cittadini, ha da un lato risposto all'esigenza di approvare quanto prima un programma che si tradurrà in una riqualificazione sostanziale del territorio e dall' altra ha cercato di salvaguardare un'area verde importantissima come il parco delle Betulle. Il programma, approvato all'unanimità, passerà ora all'esame del consiglio regionale e segnerà un ulteriore passo verso l' approvazione di tutti i programmi di recupero urbano". "Dopo Fidene Val Melaina - conclude il presidente della commissione Urbanistica - la Regione esaminerà infatti il programma relativo all'ambito Laurentino attualmente in attesa di ratifica da parte del consiglio comunale di Roma". Una bella vittoria per i cittadini del comitato del Parco delle Betulle che nei mesi scorsi avevano addirittura bloccato le ruspe per evitare l'edificazione nel Parco. Ancora un passo avanti per la nuova Regione Lazio guidata Piero Marrazzo.”


Gennaio 2006 dal sito "Abitare a Roma", due documenti per il discorso sul cambiamento urbanistico della città


1) Per il Parco di Centocelle e per la Centralità di Torre Spaccata Assemblea pubblica, con invitati i Presidenti del VI, VII, VIII e X municipio, e gli ass. Morassut ed Esposito

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Lunedì 23 gennaio alle ore 17,30 nella sala consiliare del X Municipio in piazza di Cinecittà 11 si terrà un assemblea pubblica, promossa da numerose accosiazioni e dalla Comunità Territoriale del X Municipio, sulle aree ex SDO (Sistema Direzionale Orientale): parco di Centocelle e Pratone di Torre Spaccata. Sono stai invitati gli assessori Morassut ed Esposito ed i presidenti dei municipi interessati (VI, VII, VIII e X), oltre alle sovrintendenze.

Si parla ormai da dieci anni di parco di Centocelle ma a tutt’oggi, dopo un concorso internazionale, campagne di scavo e la realizzazione della recinzione intorno all’area, i risultati concreti si fanno attendere. L’unico raggio di luce che appare profilarsi nel futuro prossimo sembra essere la fine dei lavori sui trenta ettari del parco di proprietà comunale e prospicienti via Casilina. Eppure i quartieri circostanti l’area del parco di Centocelle sono caratterizzati da enorme intensità abitativa e da una carenza cronica di servizi e di aree verdi. Il parco viene così visto dagli abitanti di questi quartieri come l’unica occasione possibile di riscatto per migliorare la propria qualità della vita.

Non è sufficiente pertanto la realizzazione di quest’unica area; occorre finalmente realizzare il Parco nel suo complesso in tempi rapidi. Non pretendiamo ovviamente che dall’oggi al domani si realizzi questa irrinunciabile opera ma occorre dare tempi certi per la sua nascita.

Intanto si cominci ad attrezzare quelle parti del parco, già di proprietà comunale, dalla parte di via Papiria a Don Bosco. Si prevedano delle infrastrutture di collegamento tra il parco stesso e i quartieri intorno, iniziando ad esempio dalla realizzazione di un ponte pedonale tra la parte di parco che verrà inaugurata a breve ed il quartiere di Centocelle. Uguale forma di collegamento dovrà avere poi l’area verde della futura centralità di Torre Spaccata ed il parco di Centocelle.

Nel frattempo in un’altra area ex SDO quale quella del Pratone di Torre Spaccata, dove secondo il Nuovo Piano Regolatore si realizzerà una centralità metropolitana, continua il balletto di cifre. Ora secondo la recente delibera delle controdeduzioni si vogliono portare nell’area un milione e centomila metri cubi di cemento, quasi triplicando la quota che era stata prefissa a marzo 2003 dal consiglio comunale (quattrocentomila mc). Tale scelta della Giunta comunale rappresenta uno schiaffo per quanti due anni fa parteciparono ad una iniziativa di progettazione partecipata su quest’area presentando, nella veste di osservazione al Nuovo Piano Regolatore, anche uno schema di assetto preliminare per il quale furono raccolte oltre cinquemila firme.

Ci opporremo strenuamente a nuove forme di speculazione edilizia che certo non servono ad un territorio devastato e privo di verde, servizi e soprattutto di infrastrutture per il trasporto pubblico. Non accettiamo la logica dello scambio tra il costruire intensivamente in quest’area in cambio della proprietà pubblica della parte rimasta privata nell’area del parco di Centocelle.

Le nostre richieste:

- Tempi rapidi e certi per l’esproprio delle parti private del parco di Centocelle e per la realizzazione del parco nel suo complesso. - Spostamento quanto più rapido possibile del campo nomadi e dei sfasciacarrozze. - Ponte pedonale tra la parte di parco che verrà inaugurata a breve ed il quartiere di Centocelle, così come tra il parco di Centocelle e l’area verde prevista nel Pratone di Torre Spaccata. - Pubblicazioni e materiale divulgativo sugli scavi archeologici compiuti nelle aree ex SDO (parco di Centocelle e Pratone di Torre Spaccata). - Ridimensionamento della cubatura della centralità di Torre Spaccata con la conferma di quanto previsto dal consiglio comunale a marzo 2003.

Comunità Territoriale del X Municipio

14/01/2006


2) La Sapienza ottiene i fondi per il decentramento strutturale Con 148 milioni di euro nuove sedi per le facoltà a p.zza Vittorio e/o Pietralata, l.go Preneste, S. Lorenzo. Anche 400 alloggi

di Andrea Managò

Sembra finalmente giunto il momento della svolta per il programma di ampliamento edilizio delle strutture dell’Università La Sapienza. La Cassa depositi e prestiti ha versato 148 milioni di euro all’ateneo, questo finanziamento consentirà di ampliare notevolmente le strutture universitarie, attraverso l’acquisto di terreni ed immobili. La nuova disponibilità finanziaria permetterà al più grande ateneo della capitale di applicare il piano di decentramento federato delle sue strutture, del quale si parla ormai da un quinquennio. L’ampliamento delle strutture a disposizione dovrebbe permettere all’università di poter raggruppare negli edifici facoltà e dipartimenti attualmente spezzettati in tante micro-sedi poco funzionali. Con una spesa pari a 57 milioni di euro verrà acquistato l’edifico che attualmente ospita le Poste allo Scalo San Lorenzo, nel quale verranno sistemate le facoltà di Psicologia I e II e quelle di area umanistica. Una cifra analoga verrà impiegata per l’acquisto del cosiddetto Sistema Direzionale Orientale a Pietralata, su quei terreni è prevista l’edificazione della facoltà di Statistica. Qualora non fosse possibile acquistare il vecchio edificio della Zecca nei pressi di piazza Vittorio, anche Scienze della Comunicazione finirebbe allo SDO. Con 20 milioni di euro La Sapienza conta di ottenere l’esproprio del terreno in via Prenestina, a destinazione universitaria, sul quale sorge l’ex stabilimento della Snia Viscosa. In merito alla legittimità di questa operazione nei mesi scorsi si sono susseguite numerose dispute tra il Centro Sociale ivi presente, il comitato di quartiere Prenestino-Pigneto e l’Università. Inoltre 12 milioni di euro serviranno per acquistare l’immobile di Santa Maria della Pietà, un ex manicomio, nel quale verranno realizzati vani abitativi per ospitare circa 400 posti letto. Dispiace dover costatare che con una tale disponibilità di fondi, solamente una piccola parte verranno utilizzati per la realizzazione di alloggi per gli studenti. Perché a fronte di un numero delle iscrizioni in continua crescita, del costante aumento degli affitti delle stanze e dei ritmi di vita imposti dal nuovo ordinamento universitario, sarebbe stato necessario prevedere un ampliamento ben maggiore dei posti letto. Il Rettore Renato Guarini ha dichiarato che l’intento principale di questo programma di decentramento strutturale è quello di: “avvicinarsi agli standard europei per dotazioni di posti di studio, biblioteche informatizzate e laboratori scientifici”. Un traguardo che a livello di strutture è per ora fuori portata e potrà essere perseguito spostando l’attenzione dal numero degli studenti immatricolati, alla qualità della loro vita universitaria.

14/01/2006

roma-urbanistica (last edited 2008-06-26 09:58:27 by anonymous)