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VENEZUELA: CHAVEZ LA SPUNTA SUGLI OPPOSITORI (AXIA)
Milano, 10 feb - Chavez salvato da Saddam Hussein e dalla sete di petrolio degli Usa. Infatti mentre l'attenzione del mondo e' concentrata in Centro Asia, in particolare sulle possibilita' di scongiurare una guerra sempre piu' probabile in Iraq, dall'altra parte del mondo, esattamente in Venezuela, in questi giorni il Paese sta tornando alla normalita' dopo 63 giorni di scioperi che lo hanno portato vicino al collasso. Anche questa volta Hugo Chavez, presidente populista del Venezuela, e' riuscito a domare una situazione che sembrava disperata costringendo la Coordinatora Democratica delle opposizioni ad annunciare la fine delle agitazioni dopo aver raccolto oltre 5 milioni e mezzo di firme contro il governo in carica. Per la seconda volta in pochi mesi, la prima fu il golpe e contro golpe dell'aprile 2002, Chavez riesce a spuntarla nei confronti degli oppositori, dietro i quali si adombra la lunga mano dell'intelligence Usa, non solo riuscendo a rimanere presidente del Venezuela ma anche rilanciando l'ipotesi di un referendum ad agosto di quest'anno che gli consentirebbe di superare il progetto di riforma costituzionale, perorato dall'ex presidente Usa e Premio Nobel per la Pace Jimmy Carter e dal gruppo dei cosiddetti ''amici del Venezuela'' (Stati Uniti, Brasile, Spagna, Portogallo, Messico e Cile), che abbrevierebbe il mandato presidenziale permettendo le elezioni anticipate. La vittoria ottenuta da Chavez, ottenendo la fine degli scioperi e la ripresa dell'estrazione e dell'esportazione di greggio da parte dell'impresa petrolifera di Stato, la PDVSA, ha contribuito a rilanciare la sua figura di convinto antiamericanista con cui era stato acclamato dai partecipanti al Social Forum di Porto Alegre poche settimane fa ma ha sollevato anche molti dubbi circa il ruolo mantenuto dagli Stati Uniti in questa faccenda. Secondo quanto riportato da alcuni autorevoli commentatori sulla Pravda, infatti, questa soluzione sarebbe stata agevolata dalla preoccupazione americana di ristabilire un regolare flusso di petrolio venezuelano, che rappresenta a regime il 15% dell'intero import Usa, prima di dare il via alla guerra in Iraq che comporterebbe almeno per un paio di settimane il venir meno del ''sour'' iracheno. Attualmente, secondo le stime riportate dalla ABC News, la produzione venezuelana sarebbe arrivata a 1.8 milioni di barili al giorno dai minimi di dicembre in cui gli scioperi avevano ridotto l'estrazione a non piu' di 150mila barili al giorno. Secondo le fonti della ABC News, inoltre, entro un mese la produzione dovrebbe ritornare agli standard di novembre toccando i 3.1 milioni di barili al giorno. Considerando le indiscrezioni filtrate in questi giorni dal Pentagono e riportate dal quotidiano saudita Arab News che fissano la data possibile per un attacco Usa all'Iraq due settimane dopo l'Haj, pellegrinaggio annuale dei mussulmani alla Mecca che quest'anno sara' il 13 febbraio 2003, i tempi sarebbero sufficienti per ristabilire il normale flusso petrolifero venezuelano verso gli Stati Uniti. Se cosi' fosse, questa volta Chavez e' stato salvato da Saddam Hussein e dalla determinazione Usa di assumere il controllo dell'area centro asiatica ma non deve dormire sonni molto tranquilli per il futuro. red/mar/arg 100900 FEB 03
Un dirigente del Fronte popolare per la Palestina è stato ucciso questa mattina presto dalle forze speciali israeliane nel campo profughi di Ein Beit Elma, nella città di Nablus, in Cisgiordania. L'uomo, che si chiamava Imad al-Mabruk ed aveva 25 anni, era nella sua casa quando i militari di Tel Aviv si sono presentati per arrestarlo. A quel punto, secondo la ricostruzione fatta dalle forze di sicurezza palestinesi, Imad ha tentato di fuggire dai tetti, disarmato, ma i soldati hanno aperto il fuoco. Il triste bollettino di violenze quotidiane non si ferma qui. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, altri tre palestinesi sarebbero stati fermati all'alba di oggi in Cisgiordania perchè sospettati di essere kamikaze. Uno di loro, catturato a Ramallah ed appartenente ad Hamas, secondo fonti non confermate, portava con se 20 chilogrammi di esplosivo. Gli altri due sono finiti nelle mani della polizia israeliana a Nablus e Kfar Yamoun, vicino Jenin, sempre in Cisgiordania. L'uomo catturato a Nablus si chiama Majdi Mahdhi Sallah Nazer, mentre del secondo non si conoscono le generalità Nella Striscia di Gaza un palestinese sarebbe stato trovato con una bomba a mano e a Tulkarem, in Cisgiordania, Muhammed Cadura, di 22 anni, è morto in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco avvenuto due giorni fa.

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G. R. ORE 13.00

Iraq

RIUNIONE D'EMERGENZA NATO DOPO VETO FRANCO-BELGA = BLOCCATI PIANI DI AIUTO MILITARE ALLA TURCHIA - Bruxelles, 10 feb. Riunione d'emergenza del Consiglio nordatlantico a Bruxelles in seguito al veto di Francia e Belgio ai piani di aiuto militare della Nato alla Turchia nel caso di guerra contro l'Iraq. Fonti dell'Alleanza atlantica hanno riferito che Parigi ha rotto il silenzio e posto il suo veto un'ora prima della scadenza prevista per l'avvio automatico dei piani militari. Il 'no' della Francia e' arrivato dopo una conversazione telefonica tra i ministri degli Esteri francese e belga, Dominique de Villepin e Louis Michel: quest'ultimo, ieri, aveva annunciato il suo veto, sostenendo che se la Nato avesse dato luce verde agli aiuti militari alla Turchia questo avrebbe significato che siamo gia' entrati in una logica di guerra, che non c'e' piu' alcuna possibilita' per risolvere il conflitto con mezzi pacifici.

Anche la Germania, in mattinata, ha seguito Francia e Belgio nel formalizzare la propria contrarieta' al piano della Nato volto a predisporre il dispositivo militare a difesa della Turchia in caso di guerra all'Iraq. Lo hanno riferito fonti diplomatiche riservate presso il quartier generale dell'Alleanza a Bruxelles. "Anche la Germania si e' unita alle altre due Nazioni", hanno sottolineato le fonti. Per le 10,30 è stata cosi' convocata d'urgenza una riunione speciale del Consiglio degli Ambasciatori, in cui siedono i rappresentanti permanenti dei Diciannove, ed è tuttore in corso. All'interno di questa riunione di emergenza. la Turchia ha formalmente invocato l'applicazione dell'articolo 4 del Trattato Nato. Lo hanno riferito all'Ansa fonti dell'Alleanza atlantica. Le fonti hanno precisato che l'obiettivo di Ankara è quello di avviare consultazioni per il lancio della pianificazione militare di difesa del territorio turco nel tentativo di aggirare il veto posto da Francia, Belgio e Germania. L'articolo 4 recita che "le parti si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata". Dopo la richiesta della Turchia, la Nato ha deciso di tenere una nuova riunione del Consiglio atlantico oggi pomeriggio intorno alle 16.30.

A SEGUITO DI QUESTA FRATTURA MATURATA ALL'INTERNO DELLA NATO gli Stati Uniti stanno pensando di cambiare radicalmente la natura della loro presenza militare in Europa. Le grosse basi militari retaggio dell'epoca della guerra fredda dovrebbero lasciare il posto ad una struttura più leggera basata su postazioni mobili. I soldati verrebbero spiegati sul continente a rotazione. La notizia viene da un membro della delegazione americana di ritorno dalla conferenza annuale sulla sicurezza tenutasi nei giorni scorsi a Monaco di Baviera. Un cambiamento che verrà adottato in seguito alla trasformazione subita in questi anni dalla Nato con l'aggiunta dei 10 nuovi membri dell'est che hanno adottato posizioni fortemente filo americane fino a produrre un documento di appoggio incondizionato in un eventuale attacco americano unilaterale contro Saddam Ciò avrebbe ridotto l'influenza in seno all'Alleanza delle tradizionali potenze militari del vecchio continente - Francia e Germania in testa- hanno spiegato i delegati americani. Del resto, il recente asse franco tedesco, manifestamente contrario all'intervento militare in Iraq, non avrebbe che rafforzato il proposito americano di esplorare un'alternativa alla massiccia presenza militare americana in Germania.

CASCHI BLU IN IRAQ ??? Romano Prodi ha affermato di apprezzare il piano franco-tedesco sull'Iraq per ricercare una soluzione alternativa alla guerra attraverso ispezioni molto piu' stringenti. "Finalmente si va nella direzione giusta", ha osservato il presidente della Commissione europea in un'intervista al Corriere della Sera, pur sottolineando che "non si sa nemmeno se esiste un vero e proprio piano". A suo avviso, comunque, "sembra che si stia consolidando un fronte nella direzione giusta, quella cioe' di evitare la guerra, ma nello stesso tempo di imporre, come giustramente chiedono gli Stati Uniti, controlli stretti e severi su Saddam Hussein". Si tratta di una linea che aveva trovato l'accordo di diplomazie europee e Commissione, ha sottolineato Prodi, "ma che poi si era fermata nel momento in cui la lettera degli Otto obbligava a prendere atto di una rottura tra i vari Paesi europei e tra molti governi e le loro opinioni pubbliche". Il piano franco-tedesco pubblicato da "Der Spiegel ,sull'Iraq, cui fa riferimento Prodi, si è molto ridimensionato dopo la frenata della Francia, ed anche Berlino ne prende le distanze. Il ministro della Difesa tedesco Peter Struck ha dichiarato alla radio "Deutschlandfunk" che "i piani non sono sufficientemente avanzati per poterli presentare in tutti i dettagli e le notizie sui caschi blu non corrispodndono alla realta'". Struck si e' cosi' corretto rispetto al fine settimana, quando non aveva escluso una partecipazione della Germania all'eventuale invio di "migliaia" di caschi blu in Iraq ipotizzato dal piano franco-tedesco.

Intanto da MOSCA il presidente Vladimir Putin si associa alla coalizione franco-tedesca a favore della pace e contro l'operazione militare americana in Iraq, dichiara oggi la stampa russa. Putin, sottolineando che la Russia non vede alcuna ragione per cominciare una guerra in Iraq, "ha lasciato intendere molto chiaramente di non fare affidamento sulle informazioni di Colin Powell presentate al Consiglio di sicurezza dell'Onu", rivela il quotidiano Kommersant. Il piano tedesco di regolamento della crisi irachena ha "dei lati attraenti per Mosca", secondo il quotidiano Nezavissimaïa Gazeta. "Anzitutto impedisce la guerra, secondo, promette di assicurare gli interessi economici russi in Iraq, specialmente se i soldati della pace russi vi parteciperanno"

RISPETTO AL RUOLO DELLE NAZIONI UNITE LA GERMANIA NON VEDE MOTIVO ORA PER SECONDA RISOLUZIONE ONU Berlino. La Germania "al momento non vede alcun motivo per cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu debba esaminare una seconda risoluzione sull'Iraq che autorzzi l'uso della forza". Lo ha riferito Bela Anda, portavoce del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.

RISPETTO ALL' UNIONE EUROPEA LA GRECIA PROPONE VERTICE PER LUNEDI' 17 FEBBRAIO La data proposta dalla presidenza greca di turno della Ue per una riunione straordinaria dei capi di governo della Ue e' lunedi' prossimo 17 febbraio. L'incontro trai primi ministri sara' di pomeriggio e sara' preceduta, la mattina, da una riunione dei ministri degli esteri dei Quindici. Lo ha riferito all'Ansa un portavoce della presidenza a Bruxelles. Le due riunioni dovrebbero servire a trovare una posizione comune europea sulla crisi irachena. Questa e' la proposta che il governo greco ha deciso di fare ai partner, ha detto il portavoce. ora sono in corso contatti con tutti gli stati membri per arrivare a una decisone definitiva.

RIPERCUSSIONI IN ITALIA: ALBERTINI, NIENTE BANDIERA PACE A PALAZZO MARINO Milano, 10 feb. - Il sindaco di Milano Gabriele Albertini e' contrario a esporre la bandiera multicolore della pace alle finestre di Palazzo Marino: "in questo momento - ha detto giungendo ad un convegno all'Assolombarda - la bandiera della pace ha un significato piu' che ideale di avversita' verso certe posizioni di governi fra cui il nostro". Per questo, il sindaco preferisce astenersi "da occupare un'istituzione pubblica con posizioni che possono avere diversi significati".

DAI GIORNALI: I VENTI DI GUERRA SUI MERCATI = Per le Borse mondiali si apre una settimana di passione e di paura. A differenza degli anni precedenti la guerra e' tutt'altro che liberatoria. Anzi, se si da' uno sguardo ai quotidiani finanziari si capisce che dominano la paura e l'incertezza. Forse non e' un caso che tutti gli inserti settimanali dei quotidiani aprano sulla guerra e sui suoi risvolti finanziari. Affari&Finanza, de la Repubblica, titola infatti: I mercati nel pantano del rischio guerra. Ormai da tutti gli osservatori piu' prestigiosi e affidabili arriva un segnale univoco: nulla e' piu' possibile per evitare il conflitto in Iraq. E il brivido percorre i mercati, dove si respirano solo paura e incertezza. Unica consolazione: appena sara' passato quest'incubo le quotazione avranno un balzo. Ancora piu' allarmato il Corriere della Sera in prima pagina: Borse e petrolio, per l'economia tre scenari di attacco. In caso di guerra in Iraq i mercati azionari dovrebbero inizialmente perdere quota, mentre i i tempi e la possibilita' di un loro recupero sono legati alla lunghezza del conflitto. Ma per l'economia mondiale il vero incubo e' il prezzo del petrolio. Nell'ipotesi peggiore, (guerra prolungata), potrebbe arrivare a 70 dollari al barile. Anche l'inserto del Corriere della Sera apre con un titolo bellico: Strategie di guerra. Orso e Toro si combattono da tre anni ed ora il conflitto diventa reale.

IRAQ: VATICANO, ETCHEGARAY PARTITO PER MISSIONE A BAGDAD FIUMICINO E' cominciata la missione del card. Roger Etchegaray in Iraq. L'alto prelato del Vaticano, inviato dal Papa con una lettera personale per Saddam Hussein, e' partito questa mattina alle 10:41 dall'aeroporto di Fiumicino per Parigi (volo Air France 1205), da dove proseguira' subito dopo per Amman. Da qui, domani mattina, si trasferira' in macchina nella capitale irachena, che raggiungera' nel pomeriggio.

Palestina

Un dirigente del Fronte popolare per la Palestina è stato ucciso questa mattina presto dalle forze speciali israeliane nel campo profughi di Ein Beit Elma, nella città di Nablus, in Cisgiordania. L'uomo, che si chiamava Imad al-Mabruk ed aveva 25 anni, era nella sua casa quando i militari di Tel Aviv si sono presentati per arrestarlo. A quel punto, secondo la ricostruzione fatta dalle forze di sicurezza palestinesi, Imad ha tentato di fuggire dai tetti, disarmato, ma i soldati hanno aperto il fuoco. Il triste bollettino di violenze quotidiane non si ferma qui. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, altri tre palestinesi sarebbero stati fermati all'alba di oggi in Cisgiordania perchè sospettati di essere kamikaze. Uno di loro, catturato a Ramallah ed appartenente ad Hamas, secondo fonti non confermate, portava con se 20 chilogrammi di esplosivo. Gli altri due sono finiti nelle mani della polizia israeliana a Nablus e Kfar Yamoun, vicino Jenin, sempre in Cisgiordania. L'uomo catturato a Nablus si chiama Majdi Mahdhi Sallah Nazer, mentre del secondo non si conoscono le generalità Nella Striscia di Gaza un palestinese sarebbe stato trovato con una bomba a mano e a Tulkarem, in Cisgiordania, Muhammed Cadura, di 22 anni, è morto in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco avvenuto due giorni fa.

G.R. ore 9,30

GUERRA ALL’IRAQ Il Belgio e la Francia bloccheranno oggi il piano della Nato per aumentare le difese della Turchia in caso di guerra all'Iraq. Lo ha confermato il ministro degli esteri belga Louis Michel. Ai microfoni di Radio Europe 1 il ministro ha detto che i due paesi esprimeranno le loro obiezioni al piano entro le 10 di questa mattina, scadenza dopo la quale il piano puo' essere attuato in mancanza di riserve da parte di uno degli stati membri. Abbiamo deciso di rompere la procedura del silenzio- assenso questa mattina ha detto Michel che ha aggiunto di essersi consultato oggi con il collega francese Dominique de Villepin . Alla iniziativa della NATO e' contraria anche la Germania. Indispettito il commento di Donald Rumsfeld in un’intervista di questa mattina al Times di Londra: il rifiuto di Francia, Germania e Belgio di concedere aiuti supplementari alla Turchia in caso di guerra contro l'Iraq sarebbe "una vergogna" e avrebbe "ripercussioni". Nell'intervista Rumsfeld dichiara che un rifiuto "sarebbe un avvenimento sorprendente e folgorante che, io credo, avrebbe ripercussioni per qualche tempo. La Nato sopravviverà anche se i partner annunciano quello che hanno intenzione di fare (bloccare gli aiuti) ma essi -aggiunge Rumsfeld- sarannao giudicati dai loro popoli e da altri paesi della Nato".

PALESTINA Nablus, ucciso un militante palestinese Fplp. Soldati israeliani hanno ucciso in Cisgiordania un militante palestinese da tempo ricercato, Imad al-Mabruk, dopo averlo localizzato nel suo nascondiglio, all'interno del campo profughi di Ein Beit Elma, alle porte di Nablus. Lo hanno denunciato fonti delle forze di sicurezza della Autorità Nazionale Palestinese secondo cui al-Mabruk, 25 anni, apparteneva all'ala militare del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. L'operazione a Ein Beit Elma è stata una vera e propria caccia all'uomo, giacchè i militari hanno puntato senza esitazioni verso il luogo ove il militante palestinese aveva trovato rifugio. "Era coinvolto in attacchi terroristici e fabbricava bombe", ha affermato un portavoce dell'Esercito israeliano. "Si era sottratto all'arresto e, dopo che aveva ignorato le intimazioni rivoltegli perché si arrendesse, gli hanno sparato uccidendolo".

IMMIGRAZIONE Pantelleria, Sbarcati 170 migranti, bloccati dai carabinieri I carabinieri hanno fermato 170 immigrati sbarcati clandestinamente nei pressi di contrada Rekale. Sono tutti uomini tra i 25 e i 30 anni d'età, che ai militari hanno dichiarato di essere palestinesi. Non vi sono tracce dell'imbarcazione con cui sono giunti sull'isola. I carabinieri ipotizzano o che il natante sia stato affondato dagli stessi migranti o che l'imbarcazione si sia allontanata col comandante dopo lo sbarco. Ospitati nel centro di prima accoglienza di Pantelleria, questa mattina saranno trasferiti a Trapani con la nave di linea.

Manifestazione per la Pace a Pistoia

2500 persone hanno preso parte alla "catena umana di Pace" svoltasi a Pistoia nel pomeriggio di Sabato 8 Febbraio 2003. Il concentramento è iniziato alle ore 16:00. Dopo circa mezz'ora i manifestanti hanno iniziato a formare una catena che, partendo da Piazza del Duomo si snodava per Via degli Orafi, Piazza Gavinana (Globo), Via Cavour per poi chiudersi in Piazza Duomo passando per Via Roma. Hanno partecipato le più varie realtà della politica e dell'associazionismo pistoiese che si oppongono all'imminente guerra petrolifera di Bush all'Iraq.Da notare la presenza, all'inizio della manifestazione, di un gruppetto di radicali che portavano appesi al collo dei cartelli con la scritta: "Iraq libero". La manifestazione è terminata intorno alle 18:45.

Il Comitato "Fermiamo la guerra" organizzatore delle manifestazione italiana del 15 febbraio contro la guerra all'Iraq esprime grande preoccupazione per l'atteggiamento assunto da Trenitalia, che frappone mille ostacoli alla concessione dei treni speciali e delle tariffe agevolate per permettere alle decine di migliaia di manifestanti di raggiungere Roma per la manifestazione. Nelle trattative aperte con il Comitato organizzatore, Trenitalia dichiara di non avere sufficienti mezzi attivi per garantire i 30 treni speciali richiesti e rifiuta di concedere le tariffe agevolate sempre accordate in queste occasioni "a causa di una circolare ministeriale che le impedirebbe". Trenitalia aveva concesso tariffe scontate ed aveva mobilitato fino a 60 treni speciali .Gli organizzatori invitano le associazioni, i gruppi locali, i parlamentari che hanno aderito alla manifestazione a esercitare tutte le forme di pressione necessarie nei confronti di Trenitalia, dei Ministeri degli Interni, dei Trasporti e del Tesoro perchè venga assunto un atteggiamento di responsabilità e di disponibilità a un evento di massa, iscritto nei diritti costituzionali, su un tema così sentito e importante come la guerra.

A Bari è proibito raccogliere firme contro la guerra

L'intervento del prefetto di Bari viene sollecitato dal consigliere comunale Matteo Magnisi (Democratici) per la revoca "immediata" dell' ordinanza del sindaco relativa al divieto di volantinaggio per la raccolta delle firme per la proposta di legge a sostegno dell' art.11 della Costituzione sul ripudio alla guerra anche preventiva. "Il divieto di volantinaggio - rileva Magnisi in un comunicato - su questioni di così elevato interesse politico collettivo è una gravissima violazione dell' esercizio delle libertà democratiche dei cittadini e non può essere tollerato in virtù di una ordinanza del sindaco di Bari così palesemente incostituzionale". Richieste di revoca del divieto sono state inviate con telegrammi al prefetto, Tommaso Blonda, e al sindaco, Simeone Di Cagno Abbrescia.

Gotenborg

9 degli arrestati in svezia con una pena media di due (2) anni da scontare per i fatti di Gotenborg 2001 sono in sciopero della fame per le loro condizioni detentive di massima sicurezza. Uno di loro e' ricoverato in ospedale a causa degli effetti dei 16 giorni dello sciopero della fame. Altri 8 detenuti si sono uniti ieri allo sciopero della fame.

030210 (last edited 2008-06-26 09:52:35 by anonymous)