GR ORE 19.30

sommario:

-Palestina: continuano la massiccia operazione israeliana a Rafah, confine con l'Egitto. ascolteremo una corrispondenza.

-Guerra in Iraq e pertolio angolano.

-Per l'Italia, lanciato oggi appello pubblico per la liberazione di compagni e compagne del centro sociale Orso di Milano.

Palestina

La massiccia operazione militare avviata la scorsa notte dall'esercito israeliano a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, continua implacabile ed il numero delle vittime sale di ora in ora, giungendo al numero di 19. L'attività delle truppe, secondo quanto riferiscono fonti locali, si concentra in questa fase soprattutto nel quartiere di Tel Al Sultan, ed è caratterizzata da ricerche casa per casa mentre cecchini si sono appostati sui tetti di alcuni stabili. I soldati si spostano su mezzi blindati mentre in cielo volteggiano elicotteri da combattimento che, a volte, sparano razzi contro obiettivi che vengono loro segnalati da terra. Alcuni dei palestinesi uccisi sono stati colpiti proprio da razzi sparati dagli elicotteri.

Il presidente dell' Autorità nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat ha accusato stamane Israele "di compiere crimini di guerra agli occhi del mondo intero". Fonti palestinesi hanno accusato l'esercito di aver sparato anche contro le ambulanze.

L'organizzazione Amnesty International ha lanciato oggi un nuovo appello per fermare Israele. In base alle indagini di Amnesty, Israele ha demolito più di tremila case e distrutto il 10 per cento dei campi coltivati durante tre anni di conflitto nella striscia di Gaza, compiendo "gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra" e "crimini di guerra".

L'esercito israeliano ha operato durante la notte anche a Nablus, in Cisgiordania, dove è stato ucciso almeno un palestinese e a Gaza. Ascoltiamo la corrispondenza con una compagna del Cric.

INDIA: Sonia Gandhi rinuncia alla leadership

Sonia Gandhi ha ufficialmente rinunciato all'incarico di Primo Ministro. 'Devo umilmente rinunciare all'incarico' ha dichiarato durante una riunione d'emergenza dei deputati del Congresso. Gli effetti dei risultati delle elezioni sull'andamento della Borsa negli ultimi giorni sono stati disastrosi per l'India, e hanno scaturito critiche da parte del partito uscente Bjp. I nazionalisti indu, ha riportato il Guardian, avevano promesso di boicottare la cerimonia di investitura del futuro primo ministro, Sonia Ghandi, poiche' non accettavano le sue "origini straniere". Numerosi membri dell'ex partito di governo, il Bharatiya Janata party, avevano gia' annunciato che non avrebbero assistito alla cerimonia. Nel frattempo le preoccupazioni degli investitori riguardo alle politiche economiche che la nuova amministrazione del partito del Congresso potrebbe avviare, hanno fatto crollare il mercato azionario del Paese. Ieri la borsa indiana ha registrato il ribasso giornaliero maggiore della sua storia. La notizia della rinuncia alla nomina a primo ministro da parte del leader del partito del Congresso indiano ha provocato lo sconcerto dei suoi sostenitori, che si sono radunati al di fuori della sua abitazione per tentare di convincerla a tornare sui suoi passi.

IRAQ

Sono ripresi gli scontri a Najaf, dove è stata attaccata colpi di mortaio una base statunitense alle porte della citta' santa sciita. Due carri armati che erano stati messi di guardia alla centrale di polizia sono stati attaccati a colpi di razzo mentre tornavano alla base. Per il momento non si hanno notizie di morti ne' di feriti. Venerdi' scorso la citta' era stata teatro di violenti combattimenti intorno alle due moschee che sono i luoghi piu' santi per la comunita' sciita e nel cimitero. Ieri, in quella che comandanti militari hanno sprezzantemente definito "un'insurrezione di poco conto", hanno perso la vita 51 iracheni.

Il ministro degli Esteri britannico Jack Straw ha ammesso che non si riesce a tenere il conto delle vittime irachene e che secondo una stima di massima, dall'inizio del conflitto dovrebbero essere intorno alle 10.000. "In un mondo perfetto" ha detto Straw ai microfoni della Bbc ciò non dovrebbe accadere, ma evidentemente non è possibile. Ieri il quotidiano The Independent aveva dedicato tutta la sua prima pagina a questo argomento titolando: "777 americani e 67 britannici sono stati uccisi dall'inizio della guerra. Perchè non si contano i morti iracheni?".

L'Iraq vuole recuperare il pieno controllo delle proprie risorse petrolifere. Per questo una delegazione irachena sara' domani alle Nazioni Unite, dove chiedera' che la prossima risoluzione del Consiglio di sicurezza contenga indicazioni precise in questo senso. Un'altra richiesta riguardera' il taglio dei risarcimenti di guerra imposti al Paese. "L'Iraq deve poter intervenire sulla prossima risoluzione" ha detto il viceministro degli Esteri, Hamid Bayati, "imposteremo il negoziato su un punto fondamentale: il nostro Pase deve essere nel pieno controllo delle proprie ricchezze e la quota del cinque per cento che paghiamo (come risarcimento, ndr), deve essere ulteriormente ridotta". L'Iraq ha fino ad ora pagato circa 20 miliardi di dollari su un totale di 300 a Iran e Kuwait e l'anno scorso ha ottenuto la riduzione della quantita' di greggio da devolvere in risarcimenti dal 15 al 5 per cento.

Il Pentagono ha confermato che inviera' 3.600 soldati stanziati attualmente in Corea del Sud, al confine con la Corea del Nord, in Iraq. Attualmente i militari Usa nel Paese asiatico sono 37mila, in base a un accordo che risale alla fine della guerra di Corea (1950-53). I soldati statunitensi al confine tra le due Coree finora erano 14mila. I recenti ritiri dall'Iraq dei contingenti di Spagna, Honduras e Repubblica Dominicana hanno spinto Washington a cercare nuove soluzioni per rafforzare la coalizione.

Lakhdar Brahimi ritiene che le Nazioni Unite nell'attuale situazione irachena possano svolgere solo un ruolo limitato. Lo scrive oggi il quotidiano britannico The Independent riportando alcune dichiarazioni dell'inviato dell'Onu in Iraq. Vado ripetendo a tutti di smetterla di parlare di ruolo vitale, ruolo e' piu' che abbastanza. La coalizione deve definirlo e dare all'Onu gli strumenti per farlo, ha detto Brahimi. L'inviato dell'Onu - scrive il giornale - ha detto chiaramente questo a Tony Blair, con il quale ha parlato due settimane fa, e lo ha ripetuto ai ministri degli esteri e ai capi di governo in Europa, compreso il presidente Jacques Chirac. Ma sia Blair che Bush continuano a parlare come se l'Onu potesse assumersi tutto il carico della responsabilita' del futuro dell'Iraq.

Le torture in Iraq La Commissione Forze Armate del Senato americano, in un brusco cambiamento di rotta, ha convocato d'urgenza a deporre sotto giuramento sullo scandalo delle torture i comandanti americani a Baghdad. Sono stati convocati per domani il generale John Abizaid, capo del Comando Centrale, il generale Ricardo Sanchez, comandante sul campo in Iraq, e il generale Geoffrey Miller, che da qualche settimana e' diventato il capo delle operazioni nelle prigioni dopo aver comandato a Guantanamo. La commissione aveva deciso di rinviare ulteriori audizioni sugli abusi dei prigionieri fino al varo della legge che autorizza le spese del Pentagono. Ma tra oggi e l'ultima audizione sullo scandalo, l'11 maggio scorso, i senatori hanno avuto accesso a centinaia di foto ancora top secret di maltrattamenti a prigionieri e hanno deciso di non poter aspettare oltre per l'audizione dei tre generali di Baghdad. In parallelo all'audizione dei generali in Senato, la Camera ascoltera' domani a porte chiuse il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e il generale Antonio Taguba, autore del rapporto che ha denunciato gli abusi. Anche quattro dei soldati americani implicati nello scandalo delle torture di detenuti iracheni compariranno domani davanti alla corte marziale a Baghdad. Proprio oggi il Dipartimenti di Stato americano ha promulgato l'nnuale rapporto per i diritti umani e contro la tortura, liquidando i fatti iraqueni come una macchia sulla missione in iraq.

Angola: Bush ha sete di petrolio africano

Questa volta è toccato all'Angola, il secondo produttore di greggio dell'Africa sub-sahariana dopo la Nigeria, ovvero la metà delle importazioni statunitensi della regione. In linea con questa strategia di approviggionamento diversificato, l'Angola, che produce attualmente un milione di barili al giorno dovrebbe raddoppiare la sua produzione entro il 2008. In cambio del sostegno offerto a Bush per la guerra in Irak, il presidente angolano Dos Santos è giunto a Washington per assicurarsi l'appoggio incondizionato del suo omologo americano in vista delle elezioni che dovranno tenersi in Angola nel 2005 o 2006. Ma non solo. L'Angola sta negoziando con il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale per un loro sostegno alla ricostruzione socio-economica del paese, appena uscito da una guerra civile devastanta durata 27 anni. Dos Santos ha “approfittato” della sua visita negli USA per rinnovare in pompa magna il rinnovo della concessione del cosiddetto “blocco zero” presente al largo di Cabinda con la Cabinda Gulf Company, la filiale angolana di ChevronTexaco, uno dei colossi dell'industria petrolifera americana nonché partner principale dell'Angola davanti al francese Total. Il contratto prolunga la concessione di questo blocco dal 2010 al 2030. Il “blocco zero” produce attualmente oltre 400.000 barili di greggio al giorno, ossia il 40% della produzione totale. In cambio, l'amministrazione americana ha incluso l'Angola nel sistema di preferenze commerciali concesse alle esportazioni africane verso gli USA nel quadro della legge sulla crescita e le possibilità economiche in Africa (AGOA).

ITALIA

Processo di Genova

Come ogni martedì, anche questa mattina si è svolta un'udienza del processo contro 26 compagne e compagni per i fatti di luglio 2001 a Genova. La procura ha presentato ulteriori testimoni, tra cui interessanti sono state le dichiarazioni di Gianluca Scaduto, giornalista di Tuttosport. Il teste ha infatti ammesso che il corteo di via Torre Maide è stato caricato senza nessun motivo, in quanto dal corteo non veniva lanciato nulla verso il cordone dei carabinieri, smentendo la tesi del vice Questore Angelo Gaggiano che ha ordinato la carica. Sentiamo l'avvocata Laura Tarantini, una dei legali che segue il processo.

Presentazione del nuovo appello per la liberazione di FEDE MARTA MILO ORLANDO del centro sociale Orso di Milano

Sempre a Genova, al termine dell'udienza del G8, è stato presentato il nuovo appello per la liberazione delle compagne e dei compagni del centro sociale Orso di Milano. Leggiamo dall'Appello: "Il 24 marzo sono stati arrestati due ragazzi e una ragazza, ai quali se ne è aggiunto un quarto venti giorni dopo, tutti aderenti alle realtà dei centri sociali milanesi, per un fatto risalente a quasi tre mesi prima: l’allontanamento di alcuni fascisti da un treno organizzato per una manifestazione antifascista. La qualità delle accuse, non basata su una reale gravità dei reati contestati, mette in luce il carattere politico della decisione, colpendo in tal modo la loro militanza antifascista ed antirazzista, ridotta ad un fatto di violenza privata. Ancora oggi, a più di un mese di distanza, due giovani sono in prigione, mentre gli altri sono sottoposti ad arresti domiciliari “blindati”. In particolare su uno si sta consumando un continuo accanimento fatto di trasferimenti (tre in un mese), decisi dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, che provocano un sostanziale isolamento con l’esterno, difficoltà per le visite e nel ricevere la corrispondenza, e impedimento per lo stesso avvocato ad esercitare il proprio mandato difensivo." E continua l'appello: "Denunciamo con forza questa carcerazione, dettata da motivi essenzialmente politici: il ruolo attivo degli arrestati nelle lotte che si sono sviluppate a Milano per il diritto alla casa e al lavoro, contro la presenza razzista e fascista e di opposizione alla guerra."

Durante la conferenza stampa, gli agenti della Digos sono intervenuti cercando di interromperla con motivazioni pretestuose. Ascoltiamo la corrispondenza con una compagna del CS Orso di Milano.

FIAT Due giornate di mobilitazione, il 9 e il 10 giugno, a sostegno del rilancio dello stabilimento Fiat di Mirafiori. Lo hanno deciso Fim, Fiom, Uilm e Fismic nel corso della riunione con tutte le Rsu di Mirafiori. Momento clou dell'iniziativa sara' lo sciopero di 4 ore e connessa manifestazione proclamato per il 10 giugno che interessera' i lavoratori di Mirafiori e tutti i metalmeccanici delle aziende dell'indotto auto di Torino e provincia. Il 9, nel pomeriggio, i sindacati unitariamente stanno predisponendo una serie di incontri con le forze politiche, i rappresentanti istituzionali e le associazioni di categoria, mentre per il pomeriggio del 10, al termine della manifestazione, si stanno predisponendo presidi di lavoratori nelle diverse aree della citta' cosi' da sensibilizzare l'opinione pubblica sulla piattaforma presentata nelle scorse settimane dai sindacati in cui si chiede per il rilancio dello stabilimento torinese nuove produzioni, nuovi investimenti e tenuta dei livelli occupazionali

SIRACUSA: PROCESSO NAUFRAGIO NATALE ’96, QUALE GIUSTIZIA?

Difficilmente potranno ottenere giustizia le famiglie dei 31 pakistani costituitesi parte civile nell’odierna udienza del processo in corso a Siracusa, e rappresentate in giudizio dagli avvocati Simonetta Crisci e Giovanni Ciccazzo del servizio legale di Senzaconfine, che vanno ad aggiungersi ai familiari delle vittime tamil e indiane. Partito già orfano della maggioranza degli imputati, il processo ha perso per strada "per motivi procedurali" il più noto e principale imputato, il capitano della Yohan Youssuf El Hallal, il quale in un’intervista pubblicata da Repubblica il 13 maggio 2003 aveva dichiarato fra l’altro: "Non voglio essere il solo a pagare per un'attività che coinvolge centinaia di persone potenti: armatori, diplomatici, dirigenti di polizia di tutti i paesi del Mediterraneo. Quel naufragio è stato un incidente tragico avvenuto durante un business riconosciuto e tollerato dai governi". La posizione dell’unico imputato rimasto, il pakistano Touraib oggi naturalizzato maltese e ufficialmente nullatenente, era apparsa da subito più sfumata: nonostante fosse l’armatore della nave, non era a bordo della Yohan quella tragica notte.

Nell’udienza odierna, è stata revocata l’ordinanza di custodia cautelare per El Hallal, e si è deciso un rinvio al 22 giugno prossimo: toccherà quindi ai testimoni - superstiti di quel terribile naufragio negato anche dai mezzi di informazione - rivivere di nuovo quei momenti, ma anche chiedere perchè i loro racconti non vennero creduti all’epoca, condizionando pesantemente l’inizio delle ricerche e degli eventuali soccorsi in mare da parte delle autorità portuali italiane; ancora perché non si è proceduto contro le "persone potenti" di cui parla El Hallal, individuate già nel ’97 dall’inchiesta di Zabiullah Basha, padre e zio di due vittime pakistane, insieme a Dino Frisullo di Senzaconfine e ai rappresentanti dell’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, ed infine perché - a causa delle leggi restrittive sull’immigrazione - ancora oggi continuano a morire persone davanti alle nostre coste, costrette ad affidarsi ai trafficanti di uomini dall’impossibilità di migrare regolarmente.

Brevi sulle donne nel mondo

Bangladesh: Nuovi seggi per le donne in Parlamento

Il parlamento del Bangladesh ha votato un emendamento che prevede l'istituzione di 45 seggi riservati alle donne. Il Progetto di legge e' stato approvato con 211 voti della coalizione di governo guidata dal partito nazionalista del Bangladesh, e con i consensi dei 12 deputati del Jatyia Party; i deputati della Lega Awami, principale schieramento di opposizione, invece, hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Alcune attiviste per i diritti delle donne hanno poi chiesto di cambiare ulteriormente la legge per far si' che le nuove 45 deputate vengano elette direttamente dalla popolazione e non nominate dalle segreterie dei partiti. E' un passo molto importante in un paese in cui si riconosce scarso peso alle donne.

Usa, nel Massachusetts celebrato il primo matrimonio lesbico legale

Primo matrimonio omosessuale a Cambridge, nel Massachusetts. Subito dopo la mezzanotte di ieri i funzionari comunali hanno consegnato la licenza matrimoniale legalmente riconosciuta negli Stati Uniti ad una coppia lesbica, da oltre 24 ore in attesa davanti al municipio. Il Massachusetts è il primo Stato degli Stati Uniti dove i matrimoni omosessuali sono legali. La prima coppia a ricevere i suoi documenti era formata da Marcia e Susan, insieme da 28 anni.

GAMBIA: In aumento sfruttamento e turismo sessuale

Lavorare come prostitute per riuscire a comprarsi jeans, scarpe, per andare dal parrucchiere o dalla manicure ed esibirsi quindi ai parties e nei nightclubs. È uno degli obiettivi, secondo un rapporto dell'Unicef, di alcune bambine e ragazze del Gambia, dove gli abusi e lo sfruttamento dei bambini sono in aumento a causa dei turisti del sesso provenienti da Regno Unito e dall'Europa del nord. L'anno scorso circa 100 mila turisti - principalmente provenienti dal Regno Unito, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Olanda e Germania - hanno visitato il Paese che è uno dei meno sviluppati al mondo. Le baby-prostitute non si considerano bambine e non comprendono l'offerta di protezione avanzata nei loro confronti.

ALGERIA: Poche novità, donne ancora la margine

"Forse per quanto riguarda l'abitazione coniugale, la tutela dei figli, per le donne ci sarà qualcosa da guadagnare. Ma si tratterà pur sempre di risultati molto marginali. Non si potrà certo andare in direzione dell'uguaglianza fra i due sessi". È quanto ha affermato in un'intervista Akila Ouared, militante del Fronte di liberazione nazionale e presidente dell'Associazione di difesa e promozione dei diritti delle donne. Ouared a proposito dell'impegno preso dal presidente Bouteflika (rieletto il 9 aprile con l'83 per cento dei voti) di rivedere il Codice della Famiglia non è ottimista: "Fino a quando non vedremo qualcosa di concreto, di nero su bianco, non possiamo dire nulla. È vero che è stata istituita una Commissione. Ma il problema è che tuttora questo governo ha un'alleanza con gli islamisti. Quindi temo che i lavori della Commissione non possano andare molto lontano". In Algeria le donne continuano ad essere marginalizzate: "Ci sono ancora molti conservatori. Per cui a una donna non può tuttora essere intestata una proprietà privata; è considerata a tutti gli effetti una minorenne... E il colmo è che l'Algeria è piena di donne-magistrati e di donne che ricoprono incarichi di rilievo. Potenzialmente anche il presidente della Repubblica o il primo ministro potrebbe essere una donna , ma nemmeno queste avranno il controllo sulla loro vita privata".

Kosovo: AI denuncia traffico di donne e ragazze

Nonostante alcune misure efficaci, il traffico di donne e ragazze continua e la comunità internazionale è responsabile per la crescita dell'industria del sesso basata sullo sfruttamento delle donne trafficate. A denunciarlo è Amnesty International in occasione della presentazione di una ricerca sul traffico di donne e ragazze in Kosovo: "Sono vendute come schiave, minacciate, picchiate, violentate e tenute in prigionia dai loro proprietari. Le ragazze hanno troppa paura di scappare e le autorità stanno fallendo nel loro tentativo di aiutarle". Secondo l'OIM, ogni anno sarebbero 120.000 le donne e i bambini vittime del traffico di esseri umani in Europa. L'organizzazione stima che i Balcani siano al centro di questo commercio e che la maggioranza di loro provenga dal Kosovo e dalla Bosnia-Herzégovina.

040518 (last edited 2008-06-26 09:53:24 by anonymous)