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1) Primo contributo G.

America Latina

Il 20 dicembre scorso a Buenos Aires una grande manifestazione del blocco sociale antagonista ha commemorato la rivolta popolare contro il governo di De La Rua che, proprio il 20 Dicembre 2001, culminò in una giornata di scontri violentissimi dove furono uccisi dalla polizia sette manifestanti e oltre 140 furono feriti. La crisi argentina calò violentemente nel panorama internazionale non solo come crisi interna di un paese potenzialmente ricco, ma soprattutto come crisi di un sistema di relazioni economiche basato sulle ricette liberiste e sulle politiche del FMI. Ma la crisi argentina, nonostante i tentativi della gran parte dei media europei di circoscriverla e di esorcizzarla, fa parte della questione più ampia dell'america latina e ancor più del continente sud americano "proprio nei termini generali che aveva posto duecento anni fa Simon Bolivar." E' tutto il continente infatti ad essere percorso da fortissime tensioni sociali e rinnovate aspirazioni di cambiamento (non prive ovviamente di contraddizioni) che sono andate via via accentuandosi nel decennio passato.

Gli anni 90

Sono stati gli anni del FMI e del grande capitale internazionale che, insieme, hanno realizzato la completa liberalizzazione dell'economia e la privatizzazione delle attività industriali e dei servizi. Sistematicamente sono stati privatizzati i settori dell'energia (petrolio, gas) la parte restante del settore minerario, tutto il settore elettrico,il settore telefonico, le ferrovie, le poche industrie di trasformazione ancora controllate dai singoli stati, il settore agroalimentare,l'allevamento del bestiame, gli acquedotti e i servizi sanitari accessori. Parallelamente è progredito il decadimento delle attività ancora pubbliche come la sanità, la scuola e la previdenza. A cominciare per primi sono stati Cile e Argentina, seguiti da Perù e Bolivia. Poi è toccato alla Colombia,Ecuador e Uruguay. Per ultimi (e non senza contraddizioni) Brasile, Venezuela e Paraguay. In questi anni accanto alla tradizionale presenza di capitali europei(Spagna, Italia,Germania, Inghilterra) si sviluppa notevolmente la presenza USA precedentemente limitata al settore minerario: attualmente i paesi a maggiore esposizione finanziaria e di investimenti complessivi nell'area sono proprio USA e Spagna e i settori di principale contrasto sono quello finanziario (banco Santander e Bilbao Vizcaya spagnoli; bank Boston e Citybank degli USA); il settore elettrico con Endesa(principale società elettrica di tutto il sud america con un fatturato di oltre 32 miliardi di dollari) e Iberdrola spagnole, KLT Duke Energy e AES americane; petrolio e gas con la spagnola Repsol contro Texaco, Houston power, Enron, LG&E; il settore telefonico con telefonica de Espana contro AT&T; INTEL americane. Certo il confronto è più ampio specie nel settore petrolifero e telefonico dove sono presenti tutte le più grandi compagnie multinazionali (Totalfina;BP Amoco e BBritish gas; ENI Agip, EXXOn;Shell e per il settore telefonico Telecom Italia,France Telecom; Bell).Veramente spaventoso è stato il processo di concentrazione nei settori gas e petrolio con la definitiva scomparsa delle rispettive Società nazionali (ad esclusione di Petrobras in Brasile e PedeveS.A. in Venezuela) paesi come Argentina e Bolivia non possiedono più alcun diritto(salvo le royalties) sui propri giacimenti.

Il Sud America oggi

Si può appena accennare ad una parziale sintesi della situazione odierna affidandoci alla crudezza dei numeri, perchè la questione sud americana (diversa da quella centro americana e messicana)necessita di maggiori approfondimenti. Secondo i dati preliminari della CEPAL (Commissione economica per america latina e caraibi,emanazione dell'ONU) il 2002 si è chiuso con un bilancio assolutamente negativo caratterizzato da: *Aumento dei prezzi: 3% Cile e Bolivia; 7% Colombia;10,9%Brasile;14%Paraguay; 24,7% Uruguay;30%Venezuela;40%Argentina. *Salari reali:-2,3%Brasile;-5% Paraguay;-7,6%Venezuela; -9,7%Uruguay;-15,4%Argentina.Cile,perù e Colombia invariati. *Disoccupazione: 7,3%Brasile;8%Bolivia;9%Cile e Perù; 12%Paraguay;15,8%Venezuela;17% Uruguay e Colombia; 21,5%Argentina.Quanto alla sottoccupazione va dal 14 al 30%. *PIL: negativo per Argentina(-11%),venezuela, Uruguay e Paraguay, senza variazioni di rilievo per gli altri. Questi pessimi indicatori per l'anno 2002 si sommano ad un andamento comunque negativo dei due anni precedenti. Emblematica è la situazione argentina: Nel 1976 prima dell’avvento della dittatura militare, il debito estero dell’Argentina era poco più di 8.000 milioni di dollari. Alla fine del 2001 il debito aveva raggiunto la cifra di 160.000 milioni di dollari. Durante questi 25 anni l’Agentina ha rimborsato ai suoi creditori una cifra prossima ai 200.000 milioni di dollari, vale a dire una somma 25 volte superiore al debito del 1976.

Panorama sociale

Documenti_vari_Latinoamerica_generale (last edited 2008-06-26 09:57:02 by anonymous)