Aperto da Paola e Massimo ore 9.00 buona giornata.

attenzione - il file legato alla notizia di Messina non e' stato caricato bene. provare a ricaricare senza lasciare spazi francesco amisnet

Aggiornamento 9.30

L'Italia e il commercio di armi

Ad una settimana dalla approvazione della legge 1927 che di fatto elimina la 185 nella normativa sul commercio di armi, alcuni dati ufficiali della Relazione della Presidenza del Consiglio sull'export italiano di armi.Negli anni 2000-2001, il 70 per cento delle armi italiane è stato venduto a Paesi del Sud del mondo. In particolare ciò che riguarda l’Africa. Nel 2000 l’Africa subsahariana è stata il maggior acquirente di armi italiane, comperandone per 575 miliardi di lire, cioè quasi un terzo del totale. Sempre nel 2000, il Sudafrica è stato il primo acquirente di armi italiane spendendo 498 miliardi di lire per 30 elicotteri A109 Agusta con un accordo tra Italia e Sudafrica nel quale si prevede che l’investimento nel settore della difesa sia affiancato da uno a fini civili pari al 50 per cento del valore di quello militare, aprendo la strada a iniziative italiane nel settore tessile, dell’oro e della biomedicina (in altre parole, armi in cambio di risorse). Ancora nel 2000, la Nigeria con 76 miliardi di lire di vendite autorizzate, si è piazzata al sesto posto tra gli importatori di armi italiane. In Africa centrale sono giunte nel 2000 anche piccole forniture al Ghana (466 milioni di lire) e al Niger (pistole mitragliatrici Beretta per 4 milioni). Infine tra gli acquirenti del 2000 appaiono paesi poverissimi, come la Mauritania, con una spesa militare del 2,3 per cento e uno dei peggiori rapporti tra debito estero e Pil (243 per cento).

Colombia

Conferma ufficiale di Carlos Castaño, leader dei paramilitari colombiani delle Auc (Autodifese unite della Colombia), sulla collaborazione esistente con il nuovo movimento armato di estrema destra venezuelano delle Auv (Autodifese unite del Venezuela). "Seguiamo da tempo l’addestramento di nuove formazioni paramilitari in Venezuela – ha dichiarato Castaño durante un’intervista alla radio colombiana Rcn – con cui manteniamo un rapporto di collaborazione e comunicazione". Castaño ha proseguito affermando che "le Auc non intendono intromettersi nelle questioni politiche venezuelane ma ci auguriamo che il presidente Hugo Chávez voglia evitare ogni tipo di supporto verso la guerriglia colombiana. In caso contrario, sarà inevitabile che sorgano gruppi di autodifesa anche in quel Paese". La prima ‘comparsa ufficiale’ delle Auv risale alla settimana scorsa quando, in un video diffuso dalla stessa Rcn, un uomo in tenuta militare e col volto coperto da un passamontagna, identificatosi come Antonio Fidel Castaño, aveva dichiarato il capo di Stato Hugo Chavez "obiettivo militare", accusandolo esplicitamente di appoggiare i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). In quell’occasione, Chávez aveva immediatamente negato la presenza di simili movimenti all’interno del Paese. Da tempo la frontiera tra Venezuela e Colombia si è trasformata in teatro di scontri tra paramilitari di estrema destra e guerriglieri marxisti, sulla scia di una guerra civile che, in Colombia, dura ormai da 38 anni. (LS)

Palestina

L'esercito israeliano intende richiamare altri riservisti per le operazioni militari in Cisgiordania. Lo annuncia stamane la radio di Stato, senza peraltro precisare il numero.

Palestina due

almeno quattro persone sono risultate ferite da spari effettuati dai carri armati israeliani contro abitazioni palesatinesi a Khan younis, nel sud della astriscia di gaza, secondo quanto dichiarato da fonti palestinesi. Dei quattro feriti, due sono bambini di 15 e 5 ani, che sono ora ricoverati all'ospedale Nasser, in gravi condizioni. Testimoni presenti hanno dichiarato che i carri israeliani hanno aperto il fuoco indiscriminatamente, causando inoltre gravi danni alle abitazioni.

Le stesse fonti raccontano che donne e bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case mentre i carri continuavano a bombardare. E questa mattina, l'esercito è entrato nella località autonoma di Az Zababida, a sud di jenin, imponendo il coprifuoco e arrestando una trentina di giovani palestinesi.

Bosnia

Soldati della Nato in Bosnia questa mattina all'alba hanno fatto irruzione nella casa di Pale dell'ex dirigente serbo bosniaco Radovan Karadzic, ricercato per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia. Lo hanno detto testimoni e fonti di stampa bosniache precisando che militari francesi della Sfor, appoggiati da elicotteri e blindati, sono penetrati nell'abitazione di Karadzic a Pale, a pochi km da Sarajevo. L'incursione era stata decisa per catturare lo stesso Karadzic, ma poco fa fonti militari hanno ammesso di non essere riuscite nel loro intento.

AGGIORNAMENTO ORE 11.00

MONDO

Palestina

Si terrà oggi a Londra la riunione del cosiddetto quartetto, cioè stati uniti, russia, unione europea e onu, per gettare le basi di un piano di lavoro per ler riforme palestinesi, ma soprattutto per imporre un cambio della leadership. Ciascuno dei rappresentanti del quartetto apporterà delle proposte sul modo di procedere per trasformare la dirigenza palestinese nella direzione indicata da Bush. Verrà esaminata la possibilità di individuare dirigenti palestinesi che siano in grado di rispondere al desiderio americano e israeliano di collaborazione,secondo le modaklità da loro indicate, e inoltre verrà valutato se arafat e gli attuali dirigenti siano disponibili o meno ad un cambiamento. Tutto questo senza tenere assolutamente conto della posizione palestinese. In una intervista rilasciata oggi al quotidiano inglese The Guardian, l'ex responsabile della suicurezza palestinese, Mohamed Dahlan , considerato come possibile successore di arafat, ha annunciato che non si metterà contro il leader pakllestinese. "Da tempo gli israeliani sono contro Arafat. Io sono con lui, anche se non condivido tutte le sue scelte." Dahlan ha aggiunto che la richiesta americana di destituire Arafat ha fatto si che nove palestinesi su dieci si dichiuarano favorevoli a votare Arafat nel cortso delle prossime elezioni, previste nel gennaio 2003. Intanto anche Peres si allinea alle posizioni di Sharon, per non rimanere isolato alla vigilia del congresso del suo partito, e dichiara oggi di non considerare più Arafat come interlocutore, invitando israele a individuare un nuovo partner "corretto" per la pace.

Argentina

Continuano in Argentina le indagini, sia della magistratura, sia dei media indipendenti, per chiarire le responsabilità sulla morte di Dario Santillan e Massimiliano Kosaki. Dopo la sospensione del commissario Franchiotti, accusato dell'omicidio, emerge anche il ruolo della Prefettura, che è entrata in azione contemporaneamente alla polizia di buenos aires nella stazione di Avellaneda. Quella della giornata di mercoledì scorso doveva essere la prima operazione congiunta delle forze di sicurezza argentina, secondo un accordo formulato dal governo Duhalde per combattere la criminalità. Si è trasformata invece nella dimostrazione della violenza repressiva a tutti i livelli, che coinvolge ognuno dei settori della sicurezza. Il governo nelle prime ore aveva cercato di attribuire gli omicidi agli stessi piqueteros, costretto poi a smentire questa versione dalle inequivocabili testimonianze fotografiche. La situazione attuale vede invece il tentativo di evocare la possibilità di insurrezione armata per giustificare l'operato del governo, attraverso una massiccia campagna stampa che coinvolge i settori legati al governo e al menemismo. Un appello a opporsi a questo tentativo è stato lanciato dalle associazioni di piqueteros, che invitano a mobilitarsi sotto le ambasciate e i consolati argentini di tutto il mondo per scongiurare il pericolo di un ritorno alla dittatura.

Belgio

Dopo la condanna ad un anno di prigione per i tre ragazzi tedeschi arrestati nel corso delle mobilitazioni del dicembre scorso a Bruxelles, un appello viene lanciato oggi da RAGe belgium. L'appello sarà presentato nel corso di una conferenza stampa indetta per domani, ma già è possibile firmarlo on line. L'appello non riguarda soltanto la vicenda legata ai tre ragazzi, ma dicono i promotori, riguarda tutti, poichè quello che è stato messo in discussione da questa sentenza, è la libertà stessa di espressione e di manifestazione di dissenso. Ricordiamo che la motivazione della condanna è stata così sintetizzzata dal giudice che l'ha emessa: "un anno di prigione, affinchè serva da esempio a tutti voi per non ripetere i disordini che hanno attraversato Bruxelles". Lì'appelo è consultabile sul sito http://www.petitiononline.com/d14mar/petition.html

Bosnia

Soldati della Nato in Bosnia questa mattina all'alba hanno fatto irruzione nella casa di Pale dell'ex dirigente serbo bosniaco Radovan Karadzic, ricercato per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia. Lo hanno detto testimoni e fonti di stampa bosniache precisando che militari francesi della Sfor, appoggiati da elicotteri e blindati, sono penetrati nell'abitazione di Karadzic a Pale, a pochi km da Sarajevo. L'incursione era stata decisa per catturare lo stesso Karadzic, ma poco fa fonti militari hanno ammesso di non essere riuscite nel loro intento.

Madagascar

Madagascar: l'armée progresse vers Antsiranana

L'armée du président élu de Madagascar Marc Ravalomanana progressait mardi vers Antsiranana (ex-Diego Suarez, nord), l'un des deux derniers bastions du président sortant Didier Ratsiraka. Les partisans de Ratsiraka ont installé un nouveau barrage pour tenter de freiner cette avance vers l'ancienne Diego Suarez, dans l'extrême-nord. Lundi matin, les troupes du nouveau président ont pris presque sans résistance à leurs adversaires une position-clé pour la défense d'Antsiranana, la colline d'Ambilomagodra, à moins de 100 km du grand port de "Diego", capitale de la province. "Nous continuons de sécuriser Ambilomagodra, mais nous n'avons pas encore de rapport sur les résultats du ratissage en cours depuis lundi pour donner un bilan humain des combats chez les adversaires", a déclaré le général Peter Behajaina, au poste de commandement avancé d'Ambilobe, à une quarantaine de km au sud du front. Lundi soir, le lieutenant-colonel qui dirige sur le terrain l'offensive du nord a assuré que pas un de ses hommes n'avait été blessé au cours de la prise d'Ambilomagodra. Aucun blessé ni aucun corps n'est revenu du front à Ambilobe, qui dispose du plus proche hôpital. "Parallèlement au ratisssage d'Ambilomagodra, une partie de nos troupes ont commencé dès lundi à progresser vers la prochaine étape, Anivorano-nord (74 km au sud d'Antsiranana)", a ajouté le général Behajaina, qui commande la région militaire d'Antsiranana pour l'état-major de M. Ravalomanana. "Nous savons que les milices et quelques militaires du camp adverse ont installé un nouveau barrage, avec une mitrailleuse lourde anti-aérienne, à 46 km au sud de Diégo, sur le pont qui enjambe la rivière Saharenana", a ajouté le général. "Mais nous le forcerons comme les autres", a-t-il promis. Il a également réagi aux déclarations de l'amiral Ratsiraka qui s'est dit lundi prêt à un cessez-le-feu garanti internationalement et à l'organisation d'un nouveau scrutin pour le départager de son rival. "Tant que nous n'en recevons pas l'ordre du président Ravalomanan, pas question, et j'imagine mal qu'il nous le demande", assure le général Behajaina. "Si l'appel au cessez-le-feu de l'amiral consiste à tenter de geler ses positions alors qu'il a quasiment perdu militairement, et s'il s'agit de faire en sorte que les militaires criminels comme le lieutenant-colonel (Ancelin) Coutiti, échappent à la justice, la population nous en voudra de l'accepter", commente l'officier supérieur. "Avant tout cessez-le-feu, M. Ratsiraka doit accepter de reconnaître formellement le pouvoir du président Ravalomanana, sans quoi, le problème restera entier", estime le général Behajaina. Le lieutenant-colonel Coutiti est l'un des officiers les plus extrémistes du camp Ratsiraka, chargé de la sécurité du gouvernorat d'Antsiranana. Avec deux autres lieutenant-colonel, Balbine et Rahitso, il écume depuis six mois tout le nord du pays à la tête de commandos mi-militaires mi-miliciens, multipliant violences, tortures, meurtres et rackets, selon d'innombrables témoignages indépendants.

Aggiornamento ore 12.30

Inchiesta G8

Nuovo interrogatorio per Gilberto Caldarozzi, il vicedirigente dello Sco della Polizia indagato, con altri funzionari, per concorso in lesioni volontarie per non avere impedito i pestaggi all' interno della scuola Diaz. Il funzionario di polizia era gia' stato sentito il 31 maggio scorso. Oggi ad interrogarlo sono i Pm Enrico Zucca e Francesco Albini Cardona che ieri hanno ascoltato fino a tarda sera Pietro Troiani, vicequestore aggiunto del Reparto Mobile della polizia di Roma, indicato come il funzionario che fu visto per primo nella scuola Diaz con le due bottiglie molotov in mano. Si tratterebbe degli stessi ordigni incendiari sequestrati in un' aiuola durante gli incidenti in Corso Italia e poi ricomparsi nella scuola Diaz per essere adoperate, secondo l' ipotesi di reato della procura, come false prove. Sabato era stato invece interrogato per circa 11 ore Francesco Gratteri, capo dello Sco.Il 31 maggio era stato interrogato a proposito della vicenda dell' accoltellamento dell' agente Massimo Nucera, un' altra messinscena per giustificare i pestaggi, sempre secondo gli inquirenti. Ora, probabilmente, i magistrati intendono chiedere chiarimenti a proposito delle bottiglie incendiarie. Caldarozzi era tra gli alti funzionari presenti in questura il 21 luglio dell' anno scorso quando fu decisa l' irruzione nella scuola Diaz.

Belgio

Dopo la condanna ad un anno di prigione per i tre ragazzi tedeschi arrestati nel corso delle mobilitazioni del dicembre scorso a Bruxelles, un appello viene lanciato oggi da RAGe belgium. L'appello sarà presentato nel corso di una conferenza stampa indetta per domani, ma già è possibile firmarlo on line. L'appello non riguarda soltanto la vicenda legata ai tre ragazzi, ma dicono i promotori, riguarda tutti, poichè quello che è stato messo in discussione da questa sentenza, è la liubertà stessa di espressione e di manifestazione di dissenso. Ricordiamo che la motivazione della condanna è stata così sintetizzzata dal giudice che l'ha emessa: "un anno di prigione, affinchè serva da esempio a tutti voi per non ripetere i disordini che hann attraversato Bruxelles".

Australia

Un ex agente di custodia del campo di detenzione per richiedenti asilo di Woomera, ha 'vuotato il sacco' in un' intervista Tv parlando del clima di violenza del campo e dell'impatto che esso ha sui detenuti e sul personale. L'anonimo ex dipendente, col volto oscurato, ha parlato di cultura carceraria raccontando ad un programma di attualita' della Abc le violente rappresaglie sui detenuti dopo le proteste dello scorso Venerdi' santo, quando un gruppo di attivisti riusci' a far evadere una trentina di profughi. Il ministro dell'Immigrazione Philip Ruddock ha negato che a Woomera regni una cultura carceraria. La polizia continua intanto le ricerche di dieci dei 35 detenuti evasi da Woomera venerdi' scorso con l'aiuto di attivisti, e ancora latitanti. Tutti gli altri sono stati ricatturati e saranno giudicati per 'evasione da legittima custodia'. Aumentano i timori per la sorte dei dieci, tra cui due ragazzi di 12 e 14 anni, e si ritiene siano dispersi senza cibo ne' coperte in una zona desertica dove nell'inverno australe la temperatura notturna va sottozero. Altre cinque persone sono state arrestate per complicita' nelle evasioni. Intanto gli avvocati dei richiedenti asilo sono stati ammessi oggi nel centro per la prima volta dall'evasione di venerdi' scorso. Uno di essi ha detto ai giornalisti che un gruppo di detenuti e' giunto al nono giorno dello sciopero della fame, mentre il loro numero e' salito a oltre 120.

Italia

Wolfgang Abel resta in carcere. Il tribunale di sorveglianza di Padova ha respinto l'istanza di semiliberta' presentata dall'uomo, condannato insieme a Marco Furlan a 27 anni di carcere per la serie di delitti firmati 'Ludwig', organizzazione nazi-fascista, compiuti tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta. Secondo i giudici, mancherebbero i presupposti per procedere al reinserimento nella societa' di Abel, che ha gia' scontato 15 anni di carcere tra carcerazione preventiva e pena definitiva.

Palestina

Israele offrira' ad Ankara un indennizzo di 150 milioni di dollari come compensazione per la cancellazione di un ordine di importazione di acqua potabile dalla Turchia. Ankara aveva gia' provveduto alla costruzione di alcuni impianti sul fiume Manavgat per trasportare l'acqua in Israele con delle petroliere. La scorsa settimana - scrive oggi Haaretz, il ministero del Tesoro aveva consigliato al Primo Ministro israeliano Ariel Sharon di bloccare l'importazione dell'acqua dalla Turchia perche' poco conveniente. Un metro cubo di acqua turca verrebbe a costare 1,25 dollari. Un equivalente volume di acqua desalinizzata costerebbe agli israeliani mezzo dollaro.

Messina

Iniziato ieri il campeggio contro la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.Sono previsti numerosi incontri che serviranno a spiegare i danni che la costruzione del ponte potrebbe arrecare al territorio circostante sia in termini di impatto ambientale che di nuovo finanziamento dei potentati mafiosi dell'isola.Il campeggio si concluderà il 7 Luglio con una manifestazione a carattere nazionale

aggiornamento ore 17.00

MEXICO, 2 LUG 2002 (16:21)

SODDISFAZIONE ONU PER DECLASSIFICAZIONE DOSSIER SERVIZI SEGRETI (BRIEF, PEACE/JUSTICE)

Le Nazioni Unite hanno elogiato il governo messicano per la recente declassificazione di oltre 60mila dossier dei servizi segreti, relativi ad altrettanti casi di ‘desaparecidos’ risalenti agli anni ‘60-’70. Lo hanno fatto tramite l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Mary Robinson, che ieri ha incontrato a Città del Messico il presidente Vicente Fox e il ministro degli esteri Jorge Castañeda. La signora Robinson ha riconosciuto che il Messico ha compiuto ‘significativi passi avanti’ in materia di diritti umani, annunciando la prossima apertura di un ufficio dell’Alto commissariato Onu nella capitale. Da parte sua, Fox ha ribadito il proprio impegno a fare luce sulla morte dell’avvocatessa Digna Ochoa, trovata cadavere lo scorso 19 ottobre nel suo appartamento di Città del Messico. Al contempo Fox ha riaffermato l’intenzione di intensificare la collaborazione con gli organismi internazionali per “continuare a promuovere la cultura dei diritti umani” nel Paese centroamericano. Annunciando l’apertura degli archivi, lo scorso 18 giugno, il capo di Stato ha auspicato “la fine dell’impunità e degli abusi di potere”. La pubblicazione dei dossier, secondo Fox, “dimostra che siamo sulla buona strada per quel cambiamento voluto da milioni di elettori”. “Sappiamo che la ricostruzione degli eventi, da sola, non può bastare – ha aggiunto il presidente – ma è altresì necessario riconciliarsi con il passato”. (FB)

VENEZUELA, 2 LUG 2002 (13:30)

GOVERNO SMENTISCE PRESENZA PARAMILITARI NEL PAESE (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)

Il governo di Caracas ha smentito categoricamente la presenza di gruppi paramilitari nel territorio nazionale. Il ministro della difesa, generale Lucas Rincón Romero, ha negato che le Auc (Autodifese unite della Colombia) addestrino armati in Venezuela, come affermato dal leader politico dei paramilitari colombiani, Carlos Castaño, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi all’emittente ‘Rcn’. “Castaño è un individuo estremamente pericoloso e ha detto il falso”, ha rilevato il generale. Gli ha fatto eco il vice presidente della commissione esteri dell’Assemblea nazionale, Tarek William Saab, secondo il quale le parole di Castaño “non devono essere prese in considerazione”. Di diverso avviso si è mostrato Antonio Urribari, titolare della ‘Defensoría del pueblo’ (ufficio governativo per i diritti civili) dello Stato di Zulia, una delle zone dove è stata segnalata la presenza delle Auv (Autodifese unite del Venezuela). Urribari si è detto certo dell’esistenza di paramilitari venezuelani che agirebbero “usando uniformi e armi in dotazione dell’esercito regolare”. “Siamo praticamente sicuri che agiscano con il sostegno delle Auc”, ha ribadito Urribari. Va ricordato che la prima sortita pubblica delle Auv risale alla settimana scorsa, quando un sedicente comandante del gruppo armato ha fatto la propria comparsa in un video dichiarando il presidente Hugo Chavez “obiettivo militare”. L’uomo, identificatosi come Antonio Fidel Castaño, ha minacciato anche l’ex ministro di interni e giustizia, Ramón Rodríguez Chacín - capitano della Marina a riposo ed ex compagno di Chavez nel fallito golpe del 27 novembre 1992 contro l’allora capo di Stato Carlos Andrés Pérez – e il leader del Fronte X delle Farc, Rubén Zamora. Scopo primario delle Auv sarebbe quello di “cacciare la narcoguerriglia colombiana dal Venezuela” e allo stesso tempo spingere Chavez alle dimissioni. Le Auv sostengono di poter contare su 2.000 uomini armati, per lo più militari ‘ribelli’ fuoriusciti dalle forze armate, attivi negli Stati di Apure, Táchira e Zulia. (FB)

Australia

Un ex agente di custodia del campo di detenzione per richiedenti asilo di Woomera, ha 'vuotato il sacco' in un' intervista Tv parlando del clima di violenza del campo e dell'impatto che esso ha sui detenuti e sul personale. L'anonimo ex dipendente, col volto oscurato, ha parlato di cultura carceraria raccontando ad un programma di attualita' della Abc le violente rappresaglie sui detenuti dopo le proteste dello scorso Venerdi' santo, quando un gruppo di attivisti riusci' a far evadere una trentina di profughi. Il ministro dell'Immigrazione Philip Ruddock ha negato che a Woomera regni una cultura carceraria. La polizia continua intanto le ricerche di dieci dei 35 detenuti evasi da Woomera venerdi' scorso con l'aiuto di attivisti, e ancora latitanti. Tutti gli altri sono stati ricatturati e saranno giudicati per 'evasione da legittima custodia'. Aumentano i timori per la sorte dei dieci, tra cui due ragazzi di 12 e 14 anni, e si ritiene siano dispersi senza cibo ne' coperte in una zona desertica dove nell'inverno australe la temperatura notturna va sottozero. Altre cinque persone sono state arrestate per complicita' nelle evasioni. Intanto gli avvocati dei richiedenti asilo sono stati ammessi oggi nel centro per la prima volta dall'evasione di venerdi' scorso. Uno di essi ha detto ai giornalisti che un gruppo di detenuti e' giunto al nono giorno dello sciopero della fame, mentre il loro numero e' salito a oltre 120.

PALESTINA

TEL AVIV - Dopo averlo assediato a lungo, soldati israeliani sono entrati nella tarda mattinata di oggi nel campus universitario di Hebron (Cisgiordania) dove hanno tratto in arresto alcuni studenti e docenti. Lo riferisce il sito internet del quotidiano Yediot Ahronot, Ynet. La identita' degli arrestati non e' finora nota. (ANSA). 2002-07-02 - 13:05:00

Bosnia

Soldati della Nato in Bosnia questa mattina all'alba hanno fatto irruzione nella casa di Pale dell'ex dirigente serbo bosniaco Radovan Karadzic, ricercato per crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia. Lo hanno detto testimoni e fonti di stampa bosniache precisando che militari francesi della Sfor, appoggiati da elicotteri e blindati, sono penetrati nell'abitazione di Karadzic a Pale, a pochi km da Sarajevo. L'incursione era stata decisa per catturare lo stesso Karadzic, ma poco fa fonti militari hanno ammesso di non essere riuscite nel loro intento.

Belgio

Dopo la condanna ad un anno di prigione per i tre ragazzi tedeschi arrestati nel corso delle mobilitazioni del dicembre scorso a Bruxelles, un appello viene lanciato oggi da RAGe belgium. L'appello sarà presentato nel corso di una conferenza stampa indetta per domani, ma già è possibile firmarlo on line. L'appello non riguarda soltanto la vicenda legata ai tre ragazzi, ma dicono i promotori, riguarda tutti, poichè quello che è stato messo in discussione da questa sentenza, è la liubertà stessa di espressione e di manifestazione di dissenso. Ricordiamo che la motivazione della condanna è stata così sintetizzzata dal giudice che l'ha emessa: "un anno di prigione, affinchè serva da esempio a tutti voi per non ripetere i disordini che hann attraversato Bruxelles".

GR 19.30

INDIA, 2 LUG 2002 (17:4)

NUBE TOSSICA DI BHOPAL, DIMOSTRAZIONI E SCIOPERO DELLA FAME DI SOPRAVVISSUTI A NEW DELHI (STANDARD, PEACE/JUSTICE)

Sono al sesto giorno di protesta ed al terzo di sciopero della fame ad oltranza alcuni sopravvissuti della tragedia avvenuta il 2 dicembre 1984 a Bhopal (India), quando una nube tossica sprigionatasi da uno stabilimento di pesticidi della compagnia statunitense 'Union Carbide' uccise migliaia di persone. Le dimostrazioni sono iniziate 6 giorni fa a New Delhi, mentre da 3 giorni 2 sopravvissuti alla tragedia ed un attivista dei diritti umani hanno cominciato il digiuno. Le proteste ruotano intorno alle accuse formulate contro l'allora presidente della 'Union Carbide', Warren Anderson. Il 24 maggio 2002, il Criminal Bureau Investigation (Cbi), che dipende del ministero degli Interni indiano, ha presentato una richiesta alla magistratura di Bhopal (capitale dello Stato di Madhya Pradesh, circa 700 chilometri a sud di New Delhi) con la quale cerca di trasformare l'incriminazione contro Anderson da 'omicidio premeditato' a 'negligenza'. Nel primo caso l'ex presidente della Union Carbide dovrebbe scontare dieci anni di prigione e versare un risarcimento, mentre nel secondo caso gli anni di prigione sono due, in alternativa alla sanzione pecuniaria. Inoltre non è consentita l'estradizione di qualcuno accusato di 'negligenza'. Se la magistratura di Bhopal accetterà la richiesta del Cbi, il 17 luglio - data della prossima udienza - potrebbe segnare la fine del processo contro Anderson e la Union Carbide. Va tuttavia sottolineato che Anderson è scomparso dalla circolazione una decina di anni fa e sembra molto improbabile che venga estradato in India. Gli attivisti che stanno protestando in questi giorni nella capitale accusano "il governo indiano ed il ministero degli Interni di essersi venduti agli Usa". Nel 1984 la nube tossica uccise 4mila persone e, secondo stime ufficiali, nel giro di alcuni anni il numero delle vittime per cause correlate al drammatico episodio è salito a 13.164. Altre fonti arrivano però a parlare di 30mila decessi. A distanza di molti anni, gli effetti del disastro ecologico sono ancora avvertiti da migliaia di persone che accusano forti disturbi respiratori, problemi cardiaci e oculistici. La zona di Bhopal è irrimediabilmente contaminata e la Union Carbide ha sempre rifiutato di rivelare l'esatta composizione dei gas assassini, scelta che impedisce tuttora ai medici indiani di trovare un antidoto ai loro effetti. (LM)

Argentina Continuano in Argentina le indagini, sia della magistratura, sia dei media indipendenti, per chiarire le responsabilità sulla morte di Dario Santillan e Massimiliano Kosaki. Dopo la sospensione del commissario Franchiotti, accusato dell'omicidio, emerge anche il ruolo della Prefettura, che è entrata in azione contemporaneamente alla polizia di buenos aires nella stazione di Avellaneda. Quella della giornata di mercoledì scorso doveva essere la prima operazione congiunta delle forze di sicurezza argentina, secondo un accordo formulato dal governo Duhalde per combattere la criminalità. Si è trasformata invece nella dimostrazione della violenza repressiva a tutti i livelli, che coinvolge ognuno dei settori della sicurezza. Il governo nelle prime ore aveva cercato di attribuire gli omicidi agli stessi piqueteros, costretto poi a smentire questa versione dalle inequivocabili testimonianze fotografiche. La situazione attuale vede invece il tentativo di evocare la possibilità di insurrezione armata per giustificare l'operato del governo, attraverso una massiccia campagna stampa che coinvolge i settori legati al governo e al menemismo. Un appello a opporsi a questo tentativo è stato lanciato dalle associazioni di piqueteros, che invitano a mobilitarsi sotto le ambasciate e i consolati argentini di tutto il mondo per scongiurare il pericolo di un ritorno alla dittatura.

VENEZUELA, 2 LUG 2002 (13:30) GOVERNO SMENTISCE PRESENZA PARAMILITARI NEL PAESE (STANDARD, POLITICS/ECONOMY) Il governo di Caracas ha smentito categoricamente la presenza di gruppi paramilitari nel territorio nazionale. Il ministro della difesa, generale Lucas Rincón Romero, ha negato che le Auc (Autodifese unite della Colombia) addestrino armati in Venezuela, come affermato dal leader politico dei paramilitari colombiani, Carlos Castaño, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi all’emittente ‘Rcn’. “Castaño è un individuo estremamente pericoloso e ha detto il falso”, ha rilevato il generale. Gli ha fatto eco il vice presidente della commissione esteri dell’Assemblea nazionale, Tarek William Saab, secondo il quale le parole di Castaño “non devono essere prese in considerazione”. Di diverso avviso si è mostrato Antonio Urribari, titolare della ‘Defensoría del pueblo’ (ufficio governativo per i diritti civili) dello Stato di Zulia, una delle zone dove è stata segnalata la presenza delle Auv (Autodifese unite del Venezuela). Urribari si è detto certo dell’esistenza di paramilitari venezuelani che agirebbero “usando uniformi e armi in dotazione dell’esercito regolare”. “Siamo praticamente sicuri che agiscano con il sostegno delle Auc”, ha ribadito Urribari. Va ricordato che la prima sortita pubblica delle Auv risale alla settimana scorsa, quando un sedicente comandante del gruppo armato ha fatto la propria comparsa in un video dichiarando il presidente Hugo Chavez “obiettivo militare”. L’uomo, identificatosi come Antonio Fidel Castaño, ha minacciato anche l’ex ministro di interni e giustizia, Ramón Rodríguez Chacín - capitano della Marina a riposo ed ex compagno di Chavez nel fallito golpe del 27 novembre 1992 contro l’allora capo di Stato Carlos Andrés Pérez – e il leader del Fronte X delle Farc, Rubén Zamora. Scopo primario delle Auv sarebbe quello di “cacciare la narcoguerriglia colombiana dal Venezuela” e allo stesso tempo spingere Chavez alle dimissioni. Le Auv sostengono di poter contare su 2.000 uomini armati, per lo più militari ‘ribelli’ fuoriusciti dalle forze armate, attivi negli Stati di Apure, Táchira e Zulia. (FB)

CHILE PINOCHET: HRW CONTESTA NON LUOGO A PROCEDERE DEFINITIVO (STANDARD, PEACE/JUSTICE)

Deprecabile ma ampiamente prevedibile. Così Human Rights Watch (Hrw) ha qualificato il non luogo a procedere definitivo nei confronti dell'ex dittatore Augusto Pinochet per il caso 'Carovana della morte', deciso dalla Corte Suprema di Santiago. "I familiari di migliaia di vittime del regime militare saranno profondamente addolorati per questo verdetto", ha affermato José Miguel Vivanco, direttore di Hrw per le Americhe. "Allo stesso tempo - ha aggiunto - resteranno aperti i dubbi sull'operato dei medici che hanno diagnosticato all'ex generale una 'demenza vascolare' ". In ogni caso, ha rilevato ancora Vivanco, "l'arresto di Pinochet a Londra e la sua incriminazione in Cile sono eventi storici che aprono nuove strade alla giustizia internazionale". In base alla sentenza del massimo tribunale cileno, Pinochet non è in grado di affrontare un processo a causa di patologie mentali, divenute ormai "irreversibili". Sfuma così la possibilità di vederlo sul banco degli imputati come "encubridor" (colui che ha occultato il fatto) dei crimini perpetrati dalla "Carovana della morte", l'operazione militare condotta dal generale Sergio Arellano Stark nell'ottobre 1973, responsabile di 57 omicidi e 18 sequestri di oppositori della dittatura. Familiari e sostenitori dell'ex generale 86enne hanno espresso la propria soddisfazione per un verdetto che consentirà a Pinochet "di vivere gli ultimi anni che gli restano in pace". Riguardo all'eventuale rinuncia alla carica di senatore a vita, hanno inoltre ritenuto che debba restare "una decisione personale". Da parte sua, il presidente del Senato, Andrés Zaldívar, ha affermato che "sarebbe logico che chi è stato ritenuto incapace di intendere e volere in un processo, lo sia anche nell'esercizio di un qualsiasi incarico.

Afghanistan Bomba Usa fa strage in un villaggio. Una commissione d'inchiesta indagherà sulla tragedia

KABUL - Centoventi tra morti e feriti è il bilancio provvisorio di un bombardamento americano che ha colpito per errore un paese nel sud dell'Afghanistan. L'obiettivo colpito accidentalmente da un aereo Usa è stato il villaggio di Kakarak, nella provincia di Uruzgan, situato a 175 chilometri a nord-est di Kandahar, dove si stava svolgendo un ricevimento di nozze. Il tragico incidente, al momento non confermato dalle fonti Usa, è solo l'ultimo episodio di una serie di "errori" militari che, dall'inizio dell'offensiva americana in Afghanistan, nell'ottobre scorso, hanno provocato la morte di numerosi altri civili.

Le prime notizie sono state diffuse da alcuni abitanti della zona e dallo stesso presidente afghano Hamid Karzai che ha riferito i particolari all'agenzia locale Bakhtar. Karzai ha detto che sono già partiti i soccorsi e una commissione del ministero degli affari di frontiera si è recata sul posto.

Le fonti militari americane ammettono che si è trattato di un incidente, ma non confermano il numero delle vittime. Il colonnello Roger King, portavoce della base di Bagram (a nord di Kabul) citato dalla Cnn, riconosce che qualcosa non ha funzionato durante un'azione a nord di Kandahar. Secondo King, le forze in azione hanno incontrato fuoco ostile e hanno sollecitato l'intervento di bombardieri, che hanno attaccato le forze nemiche con un B52. In seguito all'attacco si sarebbero berificate "perdite" fra i civili, citando la cifra di "tre o quattro" tra morti e feriti. La stessa fonte aggiunge, però, che solo nella mattinata di domani le forze americane potranno cercare di valutare la situazione sul terreno.

Il portavoce del Pentagono, Jeff Davis, ha poi confermato che "almeno una bomba" ha mancato il proprio obiettivo, aggiungendo di non sapere dove essa sia caduta e quali danni abbia fatto. Quanto alle notizie che vengono da residenti nella regione, Davis ha detto di essere al corrente delle notizie, ma di non sapere se siano vere e se morti e feriti siano stati causati dalla bomba americana.

In seguito il comando centrale di Tampa ha annunciato che una commissione d'inchiesta indagherà. Ufficiali militari statunitensi, diplomatici americani dell'ambasciata a Kabul e funzionari del governo afghano condurranno un'ispezione sul luogo del bombardamento.

Belgio Dopo la condanna ad un anno di prigione per i tre ragazzi tedeschi arrestati nel corso delle mobilitazioni del dicembre scorso a Bruxelles, un appello viene lanciato oggi da RAGe belgium. L'appello sarà presentato nel corso di una conferenza stampa indetta per domani, ma già è possibile firmarlo on line. L'appello non riguarda soltanto la vicenda legata ai tre ragazzi, ma dicono i promotori, riguarda tutti, poichè quello che è stato messo in discussione da questa sentenza, è la liubertà stessa di espressione e di manifestazione di dissenso. Ricordiamo che la motivazione della condanna è stata così sintetizzzata dal giudice che l'ha emessa: "un anno di prigione, affinchè serva da esempio a tutti voi per non ripetere i disordini che hann attraversato Bruxelles

ITALIA AIDS: 4 donne italiane su 10 infettate consapevolmente ROMA - In Italia 4 donne su 10 che hanno contratto l'Aids sapevano che il partner era affetto dal virus, ma hanno avuto comunque rapporti sessuali non protetti: il 36% con il marito, il fidanzato o il compagno, sieropositivo dichiarato; il 3,1% addirittura con un partner occasionale. Sono alcuni dei dati contenuti nell' ultimo rapporto 'Icona' la piu' vasta ricerca che fotografa l'evoluzione della malattia in Italia. Per gli uomini la situazione migliora, ma resta preoccupante. (ANSA).

L'Italia e il commercio di armi Ad una settimana dalla approvazione della legge 1927 che di fatto elimina la 185 nella normativa sul commercio di armi, alcuni dati ufficiali della Relazione della Presidenza del Consiglio sull'export italiano di armi.Negli anni 2000-2001, il 70 per cento delle armi italiane è stato venduto a Paesi del Sud del mondo. In particolare ciò che riguarda l’Africa. Nel 2000 l’Africa subsahariana è stata il maggior acquirente di armi italiane, comperandone per 575 miliardi di lire, cioè quasi un terzo del totale. Sempre nel 2000, il Sudafrica è stato il primo acquirente di armi italiane spendendo 498 miliardi di lire per 30 elicotteri A109 Agusta con un accordo tra Italia e Sudafrica nel quale si prevede che l’investimento nel settore della difesa sia affiancato da uno a fini civili pari al 50 per cento del valore di quello militare, aprendo la strada a iniziative italiane nel settore tessile, dell’oro e della biomedicina (in altre parole, armi in cambio di risorse). Ancora nel 2000, la Nigeria con 76 miliardi di lire di vendite autorizzate, si è piazzata al sesto posto tra gli importatori di armi italiane. In Africa centrale sono giunte nel 2000 anche piccole forniture al Ghana (466 milioni di lire) e al Niger (pistole mitragliatrici Beretta per 4 milioni). Infine tra gli acquirenti del 2000 appaiono paesi poverissimi, come la Mauritania, con una spesa militare del 2,3 per cento e uno dei peggiori rapporti tra debito estero e Pil (243 per cento).

gror020702 (last edited 2008-06-26 09:49:00 by anonymous)