===GR SERALE 19:30===

ESTERI

Conferenza di Londra

Si apre oggi a Londra la Conferenza internazionale per definire un programma di riforme per i palestinesi. L'incontro, fortemente voluto dal primo ministro britannico Tony Blair, si apre tra le polemiche per il divieto imposto dal premier israeliano Ariel Sharon ai rappresentanti dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), che non sono stati autorizzati a lasciare il Paese in risposta agli attentati dell'altra settimana. I delegati di Yasser Arafat non saranno fisicamente presenti, ma la loro partecipazione è prevista attraverso un collegamento in videoconferenza. Per gli Stati Uniti sarà presente il vicesegretario di Stato americano William Burns, responsabile per il Medio Oriente. Intanto da New York il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è tornato a condannare la spirale di violenza che ancora infiamma la regione. Annan si è rivolto a entrambe le parti in causa: ai palestinesi ha implorato di porre fine agli attacchi suicidi (l'ultimo ha provocato 25 vittime, in gran parte lavoratori stranieri). Alle autorità israeliane il segretario del Palazzo di vetro ha chiesto di non esagerare nel ricorso all'uso della forza. Annan ha sollecitato Israele a porre fine all'abbattimento delle abitazioni in cui, secondo le forze di Tel Aviv, vivono presunti palestinesi. Una pratica che, tra l'altro, secondo le leggi internazionali è illegale, ma che le forze armate con la stella di David continuano regolarmente a perpetrare.

Iraq

La U.S.Navy fara' salpare una flotta di sette navi, con a bordo circa 7.000 marines, dalla Costa Ovest degli Stati Uniti, dopo che, nelle ultime 72 ore, altrettante unita', in buona parte anfibie, hanno lasciato la Costa Est, con a bordo circa 7.000 marines. Fonti della marina militare degli Stati Uniti, che chiedono di non essere citate, confermano l'informazione riferita dai media americani. La densita' delle unita' anfibie inviate nel Golfo sembra indicare che i piani del Pentagono prevedono un'operazione di sbarco nel deserto dell'Iraq su larga scala.

Corea

SPIRAGLI IN TRATTATIVE CON USA, BUSH: "TORNANO AIUTI SE PYONGYANG RINUNCIA A NUCLEARE" Sembra assumere toni più distesi la polemica in corso ormai da mesi tra Corea del Nord e Stati Uniti a proposito del programma bellico nucleare nelle mani di Pyongyang. Il presidente statunitense George W. Bush si è detto oggi disponibile a rivedere le proprie decisioni sulle forniture di carburante e aiuti alimentari alla Corea del Nord, se il regime di Pyongyang rinuncerà ai programmi nucleari militari e rispetterà i propri impegni. Queste dichiarazioni fanno seguito ad un comunicato dallo stile meno minaccioso del solito, diffuso in giornata dall';agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Kcna, in cui le autorità della nazione asiatica sostengono che la questione relativa al nucleare &0;può essere risolta in modo pacifico solo attraverso negoziati tra le due principali parti in causa'.Il nuovo scambio di battute a distanza tra i due governi è avvenuto all'indomani di due giorni di colloqui a Seul (Corea del Sud) fra le autorità del Paese asiatico e il vicesegretario di stato americano James Kelly, inviato in Asia proprio per cercare di dirimere la crisi scoppiata con Pyongyang. Parlando con il neo presidente sudcoreano Roh Moo-hyun, Kelly aveva manifestato ieri la volontà di Washington di colloquiare con i rappresentanti del governo nordcoreano. Aveva poi aggiunto che gli Usa sono disposti a venire in aiuto della Corea del Nord, in particolare per quanto riguarda le forniture di carburante, ma soltanto se il Paese comunista lascerà da parte qualsiasi progetto relativo agli armamenti nucleari. Oggi Kelly è arrivato in Cina, dove tornerà a discutere con la leadership del Paese della questione 'Corea del Nord', esplosa nell'ottobre scorso quando Pyongyang ha ammesso di possedere un programma nucleare bellico segreto.

Colombia

Gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti destinati ai reparti d'elite dell'aeronautica della Colombia a causa della mancata apertura di una inchiesta militare sul bombardamento, con bombe a grappolo di fabbricazione americana, del villaggio di Santo Domingo di quattro anni fa, un raid in cui morirono 18 civili, fra cui sette bambini. Il primo comando per il combattimento aereo riceveva aiuti dagli Stati Uniti (addestramento e due milioni di dollari l'anno di carburante) nell'ambito dei programmi di cooperazione per la lotta al traffico di stupefacenti e ai guerriglieri delle Farc e dell'Eln. La sospensione degli aiuti all'aeronautica della Colombia, frutto di una decisione presa lo scorso dicembre ma annunciata solo ieri, e' un chiaro segnale della possibilita' di bloccare il resto dei finanziamenti inviati da Washington a Bogota (finanziamenti che solo negli ultimi anni hanno sfiorato i due miliardi di dollari) qualora non vengano rispettati maggiormente i diritti umani. Il governo americano 'sta ancora attendendo una spiegazione convincente su quanto accaduto il 13 dicembre del 1998 a Santo Domingo -ha dichiarato una fonte del dipartimento di Stato al Los Angeles Times che oggi riporta la notizia. 'Non siamo soddisfatti dalla spiegazione che l'aeronautica colombiana ci ha fornito' Un elicottero del Primo comando per il combattimento aereo aveva sganciato bombe a grappolo contro il villaggio di Santo Domingo nell'ambito di una operazione per la lotta ai terroristi delle Farc. Ma secondo quanto ha stabilito una inchiesta condotta dall'ispettorato generale colombiano, i militari a bordo dell'elicottero avrebbero dovuto essere al corrente che stavano bombardando civili e non esponenti della guerriglia. I piloti dell'elicottero, che avevano spiegato di essere stati indirizzati all'obiettivo da cittadini americani coinvolti con il servizio di pattuglia di un oleodotto della Occidental Petroleum che passa vicino al paesino nella foresta amazzonica, erano stati sospesi dal servizio per tre mesi.

Costa d'avorio

"Mi aspetto la fine della guerra". Così il presidente della Costa d'Avorio Laurent Gbagbo ha commentato ieri sera la firma del cessate-il-fuoco avvenuta qualche ora prima a Lomé, in Togo, tra i due gruppi ribelli dell'ovest della Costa d'Avorio e il governo da lui guidato. Ha portato una ventata di speranza l'accordo raggiunto dai leader del Movimento popolare ivoriano del Grande Ovest (Mpigo) e il Movimento per la giustizia e la pace (Mjp), che hanno sottoscritto una tregua con l'esercito governativo grazie alla mediazione della Comunità economica dell'Africa Occidentale (Cedeao in francese, Ecowas secondo l'acronimo inglese). Il capo di Stato ivoriano si è detto ora fiducioso che l'intesa possa mettere fine alla crisi che da 4 mesi attanaglia l'ex colonia francese. Parlando all'emittente radiofonica France Info, Gbagbo ha ribadito di essere pronto a concedere un'amnistia ai ribelli. "Penso che sarebbe ingiusta ma sarà necessario accettare questa ingiustizia per raggiungere la pace". Ma il presidente ivoriano ha anche riaffermato la propria opposizione alle richieste dei ribelli, che chiedono elezioni anticipate: "La Costituzione non mi autorizza ad organizzare elezioni generali".

ITALIA

Migranti

Un peschereccio di 12 metri con a bordo 121 migranti nord africani in balia del mare mosso perche' in avaria e' stato soccorso da una nave della marina militare italiana e da una motovedetta della guardia di finanza. L' operazione e' avvenuta nel Golfo di Catania a 30 miglia dalla Sicilia. I primi ad intervenire sono stati gli uomini della marina militare che hanno avvicinato il natante nel tentativo di abbordarlo, ma le brutte condizioni meteorologiche hanno reso pericolosa la manovra. Mentre sulla nave italiana erano salite gia' 14 migranti (11 uomini e tre donne) sul posto e' arrivata una motovedetta del nucleo operativo aeronavale della guardia di finanza di Palermo che, per le sue dimensioni piu' ridotte, si e' potuta muovere con maggiore sicurezza ed ha recuperato gli altri 97 migranti ancora sul peschereccio: 92 uomini e cinque donne. La motovedetta delle fiamme gialle ha quindi puntato subito verso il porto piu' vicino ed e' gia' arrivata a Catania dove sono in corso le operazioni di sbarco dei 97 migranti, alla presenza di carabinieri e polizia. La nave militare italiana e' ancora sul posto nel tentativo di agganciare il natante e rimorchiarlo verso l' approdo etneo.

Terzo appello per l'indulto

Ora tocca al parlamento. Dopo le proteste nelle carceri e gli appelli del papa e del capo dello stato, anche il procuratore generale della cassazione Francesco Favara ha detto una parola per l'indulto. «La situazione penitenziaria è al centro del dibattito politico - ha osservato nella relazione letta ieri per l'inaugurazione dell'anno giudiziario - Non compete al procuratore generale la scelta delle misure opportune. Sembra però giunto il momento di affrontare con urgenza un problema il cui esito era prevedibile da anni, poiché la popolazione penitenziaria è ininterrottamente cresciuta. Anche le legittime aspirazioni alla sicurezza e alla certezza della pena devono confrontarsi con l'attuale rigidità ed inadeguatezza del sistema penitenziario». L'invito a svuotare un po' le galere è fin troppo esplicito, specie se si tiene della solenne cornice istituzionale e dell'abituale prudenza del massimo esponente del pubblico ministero. Cade infatti nel momento decisivo.

Proprio oggi la commissione giustizia della camera inizia a votare gli emendamenti alla legge d'indulto per la quale aveva varato a dicembre il testo base. Sono 76, non troppi insomma, e se Lega e An non faranno le barricate (e sempre che non le faccia la Margherita) l'indulto potrebbe andare in aula prima del cosiddetto «indultino», proposto da Giuliano Pisapia (Prc) ed Enrico Buemi (Sdi) perché realizzabile con la maggioranza semplice (mentre per indulto e amnistia ci vogliono i due terzi) e in calendario in aula per il 16.

Prima dell'appello a decidere il pg Favara ha richiamato le cifre pazzesche dell'emergenza carcere. «La situazione appare sempre più grave. L'amministrazione ha valutato in 41.602 la ricettività, indicando però una più elevata soglia di capienza di necessità (circa 60.000), legata, appunto, alle contingenze del momento. Tale distinzione - ha proseguito - suscità perplessità, poiché in linea di massima i diritti dei detenuti e il rispetto della loro dignità non sono comprimibili. In ogni caso il numero dei detenuti al 14 novembre 2002 era di 56.032 unità; si è quindi ormai vicini alla cosiddetta capienza di necessità». Non si capisce perché dignità e diritti sarebbero incomprimibili solo «in linea di massima», ma il ragionamento porta comunque all'indulto. Tanto più che «le strutture penitenziarie sono giudicate in molti casi inadeguate per vetustà e degrado», ha sottolineato il pg, e «va segnalata la carenza di strutture sanitarie». «Eppure è noto - si legge nella relazione - che la detenzione è una situazione di stress che favorisce le sindromi depressive, e il numero dei suicidi e dei tentati suicidi di detenuti è purtroppo assai elevato: nel distretto di Milano si sono verificati ben 13 suicidi, in quello di Bologna 107 tentati suicidi e 5 suicidi, ad Ancona 7 tentativi e 2 suicidi, a Sassari 3 suicidi, a Trieste 2 tentativi e un suicidio, a Venezia 9 tentativi e un suicidio, a Palermo 3 suicidi, a Catanzaro 2».

La Lega ovviamente rimane contraria come ribadito anche ieri dal ministro della giustizia Roberto Castelli, e soprattutto da una pioggia di emendamenti: i leghisti hanno indicato 51 reati, fino all'abuso d'ufficio, da aggiungere alle restrizioni già previste (mafia, strage, sequestro di peronsa, casi gravi di spaccio di droga). Analoghi emendamenti vengono da An, che rimane contraria come ribadito anche ieri da Gianfranco Fini, ma lascia libertà di coscienza ai suoi. Da sinistra Pisapia e Giovanni Russo Spena del Prc, e con modalità diverse i Verdi Marco Boato e Paolo Cento, propongono di affiancare all'indulto un provvedimento di amnistia per i reati minori (pene fino a tre anni, o fino a cinque ma con la condizione della buona condotta nel quinquennio seguente).

Ma ci sono anche emendamenti restrittivi «di sinistra». Il diessino Giovanni Kessler vorrebbe escludere tutte le condanne oltre i due anni, i più autorevoli Anna Finocchiaro, Francesco Bonito, Francesco Carboni e Marcella Lucidi limiterebbero l'indulto a chi ha già scontato metà della pena, il garantista Vincenzo Siniscalchi cancellerebbe i reati di corruzione. Peggio ancora la Margherita: indulto solo fino a due anni, condono per gli stranieri a patto che lascino l'Italia in 30 giorni.

Dietro le sbarre riprende la protesta

In 50 carceri rifiuto del vitto e battitura dei ferri. Papillon: «Siamo pronti al digiuno» Da Pordenone a Bari, da Rebibbia alla Sicilia, da Milano ad Ancona. In una sessantina di istituti di pena (su 205) sono riprese le proteste per l'indulto, promosse dell'associazione Papillon di Roma già protagonista nel settembre e nel novembre 2001. Così da ieri - e in alcuni casi da domenica - i detenuti hanno ricominciato a rifiutare il cibo dell'amministrazione: è lo sciopero del carrello, spesso accompagnato dalla battitura dei ferri. Al nuovo Pagliarelli di Palermo hanno sospeso anche i lavori intramurari diurni, da Bari i 450 carcerati (su 300 posti) hanno fatto uscire una lettera in cui denunciano di essere «trattati e ammassati come bestie», a Marino del Tronto (Ascoli P.) l'unica sezione che non partecipa è quella del 41 bis che ospita tra gli altri Totò Riina. Forte mobilitazione a Rebibbia e Regina Coeli (Roma) e in tutta la Sicilia, dall'Ucciardone al Malaspina (Caltanissetta). Partecipano decine di associazioni, a cominciare dai milanesi di Liberi guidati da Sergio Cusani. Si andrà avanti fino al 16 gennaio quando l'indulto sarà all'esame dell'aula della camera.

«Se non si riuscirà a votare l'indulto - ha detto il portavoce di Papillon, Vittorio Antonini - saranno organizzati veri e propri scioperi della fame. Quelle in corso sono e devono essere manifestazioni del tutto pacifiche, basta una provocazione e diventiamo strumenti di coloro che non vogliono l'indulto. Ogni carcere decide le modalità». La piattaforma di Papillon, oltre all'indulto triennale generalizzato, rivendica l'abolizione dell'ergastolo e del carcere duro (41 bis), nonché il trasferimento della sanità penitenziaria nel sistema sanitario nazionale. A sostegno dei detenuti si muovono i no global: ieri i Disobbedienti manifestavano davanti al carcere di Cosenza e giovedì saranno a Secondigliano (Napoli).

Corrispondenza Antonini)

APPROFONDIMENTO DEL MARTEDì

Consultori: giu le mani dall'autodeterminazione

IL COMUNE DI BOLOGNA, ANCORA UNA VOLTA, CONTRO LA LEGGE IGV, APRE I CONSULTORI ALLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE

Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato a maggioranza un ordine del giorno proposto dalla consigliera Bottino ("La tua Bologna"), con il quale si invita la Giunta a potenziare la collaborazione, tramite convenzioni, con i Consultori familiari privati e associazioni di volontariato laico e cattolico, con la pretesa di dare piena attuazione alla legge 194/78 (legge sulla maternità consapevole e sull'interruzione di gravidanza). Il Consiglio comunale di Bologna è formato di 46 consiglieri più il sindaco. Nella seduta in questione, del 2/12/2002, erano presenti alla votazione 19 consiglieri, di cui 13 della maggioranza e 6 dell'opposizione.

Associazioni cattoliche, decisamente contrarie all'aborto, all'uso dei contraccettivi, a meno che non si tratti dell'astinenza, avranno soldi pubblici per entrare nei Consultori comunali e fare terrorismo psicologico nei confronti delle donne che hanno scelto di interrompere la gravidanza o che sono in dubbio.

LA BEFFA - Ufficialmente tutto ciò avverrebbe per meglio attuare la legge 194/78; legge che la consigliera Bottino è costretta a riconoscere, in quanto approvata dal Parlamento italiano, ma che vorrebbe fosse abolita, come bene si capisce dai suoi interventi: "la vita è da tutelare sin dal concepimento", "anche se la legge ammette l'aborto, si tratta sempre di soppressione di un essere umano".

Coordinamentodonne@supereva.it

===GR 13 ???===

Esteri

Conferenza di Londra

Si apre oggi a Londra la Conferenza internazionale per definire un programma di riforme per i palestinesi. L’incontro, fortemente voluto dal primo ministro britannico Tony Blair, si apre tra le polemiche per il divieto imposto dal premier israeliano Ariel Sharon ai rappresentanti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), che non sono stati autorizzati a lasciare il Paese in risposta agli attentati dell’altra settimana. I delegati di Yasser Arafat non saranno fisicamente presenti, ma la loro partecipazione è prevista attraverso un collegamento in videoconferenza. Solo Afif Safieh, rappresentante palestinese in Gran Bretagna sara' presente di persona, in quanto ha un passaporto americano Per gli Stati Uniti sarà presente il vicesegretario di Stato americano William Burns, responsabile per il Medio Oriente. Le Premier ministre israélien Ariel Sharon a affirmé mardi à son homologue britannique Tony Blair qu'"on ne peut pas se fier à Yasser Arafat", le dirigeant palestinien, pour mener des réformes, peu avant une conférence internationale à Londres, a annoncé la radio publique.Dans un message, qui devait être remis à M. Blair par l'ambassade d'Israël à Londres, M. Sharon souligne que la décision israélienne d'interdire à une délégation palestinienne de participer à cette conférence "ne visait pas à porter atteinte à la Grande-Bretagne"."On ne peut se fier à Yasser Arafat pour procéder à des réformes qui doivent être menées non pas à Londres, mais dans les territoires (palestiniens)", a ajouté M. Sharon, en qualifiant M. Blair "d'ami d'Israël" et les relations israélo-britanniques "d'excellentes".La décision de M. Sharon le 6 janvier d'empêcher les représentants palestiniens de se rendre à Londres, en représailles à un attentat suicide meurtrier la veille à Tel-Aviv, a provoqué une vive tension diplomatique entre la Grande-Bretagne et Israël qui n'est pas invité à cette conférence.Les participants doivent discuter des réformes en profondeur exigées par la communauté internationale de l'Autorité palestinienne, accusée de corruption et d'inefficacité.Les Etats-Unis ont annoncé lundi la participation du secrétaire d'Etat adjoint pour le Proche-Orient, William Burns, à cette conférence, à laquelle seront aussi présents des représentants des autres membres du quartette sur le Proche-Orient (Onu, Russie, UE), ainsi que de l'Arabie saoudite, de la Jordanie et d'Egypte.La décision israélienne a contraint le secrétaire britannique au Foreign Office Jack Straw à annoncer vendredi qu'il se contenterait d'une "conférence téléphonique" avec des responsables de l'Autorité palestinienne, au lieu des deux jours de réunion prévus initialement par M. Blair.Le ministre britannique du Développement international Clare Short, l'un des proches du Premier ministre, a accusé M. Sharon d'avoir "anéanti" la conférence par sa décision "absurde".Un responsable israélien cité mardi par la radio publique a estimé que la décision de M. Blair de convoquer cette conférence visait à "compenser les Palestiniens et les pays arabes pour le report de l'application de la +feuille de route+ du quartette" et pour le "soutien britannique à une offensive américaine contre l'Irak".Le quartette, réuni le 20 décembre à Washington, s'était abstenu de publier la "feuille de route" à la demande des Etats-Unis et d'Israël, qui refuse de discuter avant les élections législatives du 28 janvier de ce papier prévoyant la création d'un Etat palestinien d'ici 2005."Yasser Arafat n'a procédé à aucun semblant de réformes, il a refusé de nommer un Premier ministre qui aurait réduit ses pouvoirs, il a refusé de diminuer le nombre des services de sécurité qui dépendent de lui, et il continue à tirer toutes les ficelles", a ajouté ce responsable.

Intanto da New York il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è tornato a condannare la spirale di violenza che ancora infiamma la regione. Annan si è rivolto a entrambe le parti in causa: ai palestinesi ha implorato di porre fine agli attacchi suicidi (l’ultimo ha provocato 25 vittime, in gran parte lavoratori stranieri). Alle autorità israeliane il segretario del Palazzo di vetro ha chiesto di non esagerare nel ricorso all’uso della forza. Annan ha sollecitato Israele a porre fine all’abbattimento delle abitazioni in cui, secondo le forze di Tel Aviv, vivono presunti palestinesi. Una pratica che, tra l’altro, secondo le leggi internazionali è illegale, ma che le forze armate con la stella di David continuano regolarmente a perpetrare

Les discussions ont pour but d'aider les responsables palestiniens à préparer l'application de la "feuille de route" du quartet sur le Proche-Orient, qui établit un plan par étapes devant aboutir à la création d'un Etat palestinien en 2005. Les participants doivent discuter des réformes en profondeur exigées par la communauté internationale de l'Autorité palestinienne, accusée de corruption, d'inefficacité, mais aussi de manque de démocratie. Le président américain, George W. Bush, a fait de ces réformes structurelles et d'un changement de la direction palestinienne une condition du soutien des Etats-Unis à la création d'un Etat palestinien. Le ministre palestinien de l'information, Yasser Abed Rabbo, a accusé, lundi, les Etats-Unis de simuler leur soutien aux réformes. "Nous avons tenté, a-t-il expliqué, de tenir une session du Conseil central" de l'Organisation de libération de la Palestine (OLP) à propos de l'adoption d'une nouvelle Constitution. "Mais Israël a empêché tous ses membres de s'y rendre et les Américains n'ont rien fait", a-t-il souligné. "En ce qui concerne la conférence de Londres, les Etats-Unis n'ont pas levé le petit doigt pour aider Blair ou permettre aux Palestiniens de s'y rendre, alors que toute cette conférence tourne autour des réformes", a-t-il ajouté.

Il presidente dell'Autorita' Palestinese Yasser Arafat ha accettato il documento egiziano sulla fine degli attacchi contro i civili israeliani, secondo quanto scrive oggi il quotidiano semi ufficiale palestinese Al Ayam. Arafat ha accettato in quanto leader di Fatah, ha affermato una fonte della fazione palestinese, citata dal quotidiano. La proposta e' stata messa a punto dal capo dell'intelligence egiziana Omar Suleiman, dopo colloqui al Cairo con i rappresentanti delle fazioni palestinesi nelle ultime tre settimane. Il testo parla di una tregua negli attacchi ai civili, termine considerato piu' accettabile rispetto a cessate il fuoco, e sottolinea la richiesta di uno stato indipendente palestinese con Gerusalemme capitaleIl documento verra' presentato al Cairo anche ad altre fazioni palestinesi nei prossimi giorni, per ottenere la loro approvazione. Suleiman ha incontrato domenica anche due esponenti di Hamas e secondo il quotidiano palestinese la loro risposta potrebbe essere positiva. Tuttavia lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale dell'organizzazione fondamentalista, ha gia' respinto l'appello a metter fine agli attacchi. Secondo il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz vi potrebbe essere un annuncio ufficiale sulla tregua durante la conferenza che si apre oggi a Londra sulla riforma palestinese Mai al governo con Sharon. E' questa la promessa che fara' oggi il candidato laburista alle elezioni israeliane, Amram Mitzna, in un'attesa conferenza stampa assieme a tutti i vertici del partito. Abbiamo gia' avuto un governo Sharon ed e' stato un cattivo governo... quello che vogliamo dire al pubblico e' che si vuole cambiare c'e' una sola opzione, o vi sara' un governo di estrema destra guidato da Sharon, o un governo di unita' guidato da Mitzna, ha dichiarato l'esponente laburista Haim Ramon. Secondo quanto scrive il quotidiano Ha'aretz, l'annuncio viene discusso da settimane in seno al partito laburista. A far precipitare la decisione sono stati gli ultimi sondaggi, che mostrano il Labour fermo a 20 seggi contro un Likud oltre i 30. Un altro sondaggio commissionato dai vertici del partito indica che, se fosse escluso l'ingresso in un governo guidato da Sharon, il Labour potrebbe ottenere altri quattro seggi

Il premier israeliano Ariel Sharon ha annunciato che in caso di rielezione il 28 gennaio non includera' il partito di estrema destra Unione nazionale-Yisrael Beiteinu dal nuovo esecutivo. In un'intervista al "New York Times", Sharon ha spiegato che non intende "mettersi nelle mani di partiti radicali, ne' a destra ne' a sinistra", ma di avere invece "bisogno del centro in vista dei passi dolorosi" che dovra' compiere. L'Unione nazionale, che secondo i sondaggi potrebbe ottenere 9 seggi e divenire indispensabile per un blocco di centrodestra che prenderebbe 62 seggi su 130, ha posizioni durissime sul conflitto israelo-palestinese ed e' anche favorevole al "trasferimento volontario" di palestinesi da Gaza e Cisgiordania. La scelta dei laburisti di Amram Mitzna (probabili sconfitti ma accreditati di oltre 20 seggi) di escludere a priori qualsiasi alleanza con il Likud di Sharon, a questo punto potrebbe creare una situazione di instabilita'.

Iraq

La U.S.Navy fara' salpare una flotta di sette navi, con a bordo circa 7.000 marines, dalla Costa Ovest degli Stati Uniti, dopo che, nelle ultime 72 ore, altrettante unita', in buona parte anfibie, hanno lasciato la Costa Est, con a bordo circa 7.000 marines. Fonti della marina militare degli Stati Uniti, che chiedono di non essere citate, confermano l'informazione riferita dai media americani. La densita' delle unita' anfibie inviate nel Golfo sembra indicare che i piani del Pentagono prevedono un'operazione di sbarco nel deserto dell'Iraq su larga scala

Abbiamo gia' verificato siti che non erano stati visitati prima. E succedera' ancora -ha poi spiegato Blix, che questo fine settimana si rechera' a Baghdad insieme al direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohamed ElBaradei. Blix ed ElBaradei chiederanno formalmente al governo iracheno dove sono nascosti i proiettili chimici, gli agenti biologici e i motori missilistici scoperti nelle precedenti ispezioni e ora scomparsi. Baghdad insiste nell'affermare che queste armi proibite sono state distrutte senza conservarne prove

Appare poco probabile che l'Unione Europea sia in grado di raggiungere una posizione comune a proposito della questione irachena, dal momento che i singoli Stati membri al riguardo hanno gia' assunto atteggiamenti individuali assai distanti tra loro: e' il parere espresso da Goran Persson, primo ministro della Svezia, in un'intervista rilasciata al quotidiano danese 'Politiken'. "Ritengo che le divergenze siano eccessivamente nette", osserva Persson, quasi indirettamente replicando alle affermazioni fatte la settimana scorsa da Romano Prodi, capo della Commissione Europea, e dal premier greco Costas Simitis, cui dal 1 gennaio di quest'anno compete la Presidenza semestrale a rotazione dei Quindici.

Corea

Gli Stati Uniti auspicano un' intensificazione delle pressioni russe nei confronti della Corea del Nord, e un loro allargamento anche all'ambito economico, per indurre il regime di Pyongyang a rientrare nel Trattato di non proliferazione nucleare. Lo ha detto oggi all'agenzia Itar-Tass l'ambasciatore americano a Mosca, Alexander Vershbow. L'ambasciatore ha ribadito che gli Usa stanno cercando una soluzione diplomatica alla crisi e sono pronti al dialogo con Pyongyang, ma non sotto ricatto e a patto che la Corea del Nord accetti di allontanarsi dall'abisso della contrapposizione, rinunciando ai programmi nucleari. Il diplomatico ha quindi invitato Mosca ad assumere una posizione piu' rigida per indurre il regime nordcoreano alla ragione e a esercitare pressioni non solo politiche, ma anche economiche su Pyongyang. A suo giudizio, la Russia in quanto paese vicino, ha tutti i motivi per essere preoccupata dal possibile sviluppo di armi nucleari nella penisola coreana. Mosca da parte sua ha criticato la decisione nordcoreana di uscire dal Tnp, ma ha pure invitato Washington a seguire la via del dialogo e ha manifestato scetticismo sulla concreta possibilita' che Pyongyang sia in grado di realizzare armi nucleari in tempi brevi. Nei giorni scorsi il ministro della difesa, Serghiei Ivanov, ha sottolineato che al momento la Russia non vede minacce dirette alla propria sicurezza dal fronte nordcoreano

Bali

Hanno ammesso di aver preso parte all'organizzazione della strage di Bali i due sospetti fermati dalle forze dell'ordine indonesiane che indagano sull'attentato dinamitardo del 12 ottobre scorso. Ali Imron, fratello minore di Amrozi - il proprietario del furgoncino fatto esplodere davanti al locale a Kuta - ha confessato di aver avuto un ruolo, anche se marginale, nell'attacco che ha fatto oltre 190 morti, ha reso noto l'ispettore di polizia a capo delle indagini, Made Mangku Pastika. Ha detto di aver portato il camioncino carico di esplosivo vicino al Sari Club, ma ha negato di averlo parcheggiato davanti al locale notturno, ha spiegato ai cronisti. L'altro sospetto arrestato, Mubarok, ha confessato di aver svolto il ruolo di tesoriere: l'attentato sarebbe stato finanziato con il denaro proveniente da una rapina compiuta lo scorso anno in una gioielleria. Imron e Mubarok sono stati arrestati con altre dodici persone sull'isola di Berukan, a nordest di Giacarta, mentre tentavano di fuggire dal paese. La polizia indonesiana e' ora sulle tracce di altri nove sospetti.

Colombia

Gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti destinati ai reparti d'elite dell'aeronautica della Colombia a causa della mancata apertura di una inchiesta militare sul bombardamento, con bombe a grappolo di fabbricazione americana, del villaggio di Santo Domingo di quattro anni fa, un raid in cui morirono 18 civili, fra cui sette bambini. Il primo comando per il combattimento aereo riceveva aiuti dagli Stati Uniti (addestramento e due milioni di dollari l'anno di carburante) nell'ambito dei programmi di cooperazione per la lotta al traffico di stupefacenti e ai guerriglieri delle Farc e dell'Eln La sospensione degli aiuti all'aeronautica della Colombia, frutto di una decisione presa lo scorso dicembre ma annunciata solo ieri, e' un chiaro segnale della possibilita' di bloccare il resto dei finanziamenti inviati da Washington a Bogota (finanziamenti che solo negli ultimi anni hanno sfiorato i due miliardi di dollari) qualora non vengano rispettati maggiormente i diritti umani. Il governo americano 'sta ancora attendendo una spiegazione convincente su quanto accaduto il 13 dicembre del 1998 a Santo Domingo -ha dichiarato una fonte del dipartimento di Stato al Los Angeles Times che oggi riporta la notizia. 'Non siamo soddisfatti dalla spiegazione che l'aeronautica colombiana ci ha fornito'

Un elicottero del Primo comando per il combattimento aereo aveva sganciato bombe a grappolo contro il villaggio di Santo Domingo nell'ambito di una operazione per la lotta ai terroristi delle Farc. Ma secondo quanto ha stabilito una inchiesta condotta dall'ispettorato generale colombiano, i militari a bordo dell'elicottero avrebbero dovuto essere al corrente che stavano bombardando civili e non esponenti della guerriglia. I piloti dell'elicottero, che avevano spiegato di essere stati indirizzati all'obiettivo da cittadini americani coinvolti con il servizio di pattuglia di un oleodotto della Occidental Petroleum che passa vicino al paesino nella foresta amazzonica, erano stati sospesi dal servizio per tre mesi

Costa d'avorio

“Mi aspetto la fine della guerra”. Così il presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo ha commentato ieri sera la firma del cessate-il-fuoco avvenuta qualche ora prima a Lomé, in Togo, tra i due gruppi ribelli dell’ovest della Costa d’Avorio e il governo da lui guidato. Ha portato una ventata di speranza l’accordo raggiunto dai leader del Movimento popolare ivoriano del Grande Ovest (Mpigo) e il Movimento per la giustizia e la pace (Mjp), che hanno sottoscritto una tregua con l’esercito governativo grazie alla mediazione della Comunità economica dell’Africa Occidentale (Cedeao in francese, Ecowas secondo l’acronimo inglese). Il capo di Stato ivoriano si è detto ora fiducioso che l’intesa possa mettere fine alla crisi che da 4 mesi attanaglia l’ex colonia francese. Parlando all’emittente radiofonica France Info, Gbagbo ha ribadito di essere pronto a concedere un’amnistia ai ribelli. “Penso che sarebbe ingiusta ma sarà necessario accettare questa ingiustizia per raggiungere la pace”. Ma il presidente ivoriano ha anche riaffermato la propria opposizione alle richieste dei ribelli, che chiedono elezioni anticipate: “La Costituzione non mi autorizza ad organizzare elezioni generali”.

ITALIA

Migranti

Un peschereccio di 12 metri con a bordo 121 migranti nord africani in balia del mare mosso perche' in avaria e' stato soccorso da una nave della marina militare italiana e da una motovedetta della guardia di finanza. L' operazione e' avvenuta nel Golfo di Catania a 30 miglia dalla Sicilia. I primi ad intervenire sono stati gli uomini della marina militare che hanno avvicinato il natante nel tentativo di abbordarlo, ma le brutte condizioni meteorologiche hanno reso pericolosa la manovra. Mentre sulla nave italiana erano salite gia' 14 migranti (11 uomini e tre donne) sul posto e' arrivata una motovedetta del nucleo operativo aeronavale della guardia di finanza di Palermo che, per le sue dimensioni piu' ridotte, si e' potuta muovere con maggiore sicurezza ed ha recuperato gli altri 97 migranti ancora sul peschereccio: 92 uomini e cinque donne. La motovedetta delle fiamme gialle ha quindi puntato subito verso il porto piu' vicino ed e' gia' arrivata a Catania dove sono in corso le operazioni di sbarco dei 97 migranti, alla presenza di carabinieri e polizia. La nave militare italiana e' ancora sul posto nel tentativo di agganciare il natante e rimorchiarlo verso l' approdo etneo. Le operazioni di salvataggio sono state coordinate dalla capitaneria di porto di Catania

Prosegue nel carcere veronese di Montorio l'udienza per la convalida per l'arresto dei 6 esponenti di Forza Nuova accusati dell'aggressione al presidente dell'Unione Islamici d'Italia, Adel Smith e del suo segretario Massimo Zucchi. A circa un'ora dall'inizio, alle 10,45, e' arrivato a Montorio anche il procuratore capo di Verona, Guido Papalia che non ha lasciato pero' dichiarazioni. Fuori dai cancelli, silenziosa e discreta, la presenza del leader di Forza Nuova del nordest Paolo Caratosidis e di alcuni altri esponenti del movimento. Decideremo cosa fare dopo l'udienza: contiamo sulla scarcerazione, dichiara Caratosidis a proposito delle manifestazioni annunciate nei giorni scorsi

I pensieri del Papa arriveranno via SMS, per il momento in italiano, ma e' previsto di allargare presto l'offerta ad altre lingue. Chi ha un telefonino adatto potra' richiedere solo SMS con pensieri del Papa, o anche il pacchetto dell'informazione religiosa o una delle singole voci del pacchetto, e cioe' preghiera o santo o Vangelo del giorno. I testi proposti saranno necessariamente brevi e semplici, sia per comodita' di trasmissione sia per poter essere ricordati facilmente. Domani partira' anche un servizio specifico per i giornalisti, che a richiesta potranno ricevere direttamente sul cellulare l'edizione quotidiana del bollettino della sala stampa vaticana

'Quando si ripartira' - ha detto ancora Matrosimone - l'azienda dovra' fare i conti con noi, non con il 'sindacalista' Cuffaro, oppure con altri come il sindaco di Termini Imerese, Luigi Purpi. Dovranno discutere, insomma con noi e con nessun altro. Il rappresentante Fiom contesta all'azienda anche di non avere saputo del piano di investimento previsto per Termini Imerese. 'Non ci hanno detto neppure che la Fiat vuole investire 50 milioni di euro - ha detto - e credo che, invece, i sindacati abbiano tutto il diritto di esserne a conoscenza'. 'Non e' questo - ha aggiunto - il modo di confrontarsi con noi'. Mastrosimone rimprovera, infine, all'azienda torinese di avere scritto nelle lettere di assunzione di ventotto ex contrattisti che l'assunzione a tempo indeterminato 'sarebbe stato frutto - ha spiegato - solo del Governo, dimenticando le lotte di noi sindacati. Tutto questo e' inaccettabile'

Carceri

Un detenuto dell'Ucciardone di Palermo si e' arrampicato sul tetto del carcere. L'uomo, secondo le prime informazioni, ha approfittato dell'ora d'aria per compiere il gesto. Sul posto sibi intervenute le forze dell'ordine e i vigili del fuoco con un'autoscala ed un telone elastico

GR ORE 9.30Esteri

Conferenza di Londra

Si apre oggi a Londra la Conferenza internazionale per definire un programma di riforme per i palestinesi. L’incontro, fortemente voluto dal primo ministro britannico Tony Blair, si apre tra le polemiche per il divieto imposto dal premier israeliano Ariel Sharon ai rappresentanti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), che non sono stati autorizzati a lasciare il Paese in risposta agli attentati dell’altra settimana. I delegati di Yasser Arafat non saranno fisicamente presenti, ma la loro partecipazione è prevista attraverso un collegamento in videoconferenza. Per gli Stati Uniti sarà presente il vicesegretario di Stato americano William Burns, responsabile per il Medio Oriente. Intanto da New York il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è tornato a condannare la spirale di violenza che ancora infiamma la regione. Annan si è rivolto a entrambe le parti in causa: ai palestinesi ha implorato di porre fine agli attacchi suicidi (l’ultimo ha provocato 25 vittime, in gran parte lavoratori stranieri). Alle autorità israeliane il segretario del Palazzo di vetro ha chiesto di non esagerare nel ricorso all’uso della forza. Annan ha sollecitato Israele a porre fine all’abbattimento delle abitazioni in cui, secondo le forze di Tel Aviv, vivono presunti palestinesi. Una pratica che, tra l’altro, secondo le leggi internazionali è illegale, ma che le forze armate con la stella di David continuano regolarmente a perpetrare

Iraq

La U.S.Navy fara' salpare una flotta di sette navi, con a bordo circa 7.000 marines, dalla Costa Ovest degli Stati Uniti, dopo che, nelle ultime 72 ore, altrettante unita', in buona parte anfibie, hanno lasciato la Costa Est, con a bordo circa 7.000 marines. Fonti della marina militare degli Stati Uniti, che chiedono di non essere citate, confermano l'informazione riferita dai media americani. La densita' delle unita' anfibie inviate nel Golfo sembra indicare che i piani del Pentagono prevedono un'operazione di sbarco nel deserto dell'Iraq su larga scala

Costa d'avorio

“Mi aspetto la fine della guerra”. Così il presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo ha commentato ieri sera la firma del cessate-il-fuoco avvenuta qualche ora prima a Lomé, in Togo, tra i due gruppi ribelli dell’ovest della Costa d’Avorio e il governo da lui guidato. Ha portato una ventata di speranza l’accordo raggiunto dai leader del Movimento popolare ivoriano del Grande Ovest (Mpigo) e il Movimento per la giustizia e la pace (Mjp), che hanno sottoscritto una tregua con l’esercito governativo grazie alla mediazione della Comunità economica dell’Africa Occidentale (Cedeao in francese, Ecowas secondo l’acronimo inglese). Il capo di Stato ivoriano si è detto ora fiducioso che l’intesa possa mettere fine alla crisi che da 4 mesi attanaglia l’ex colonia francese. Parlando all’emittente radiofonica France Info, Gbagbo ha ribadito di essere pronto a concedere un’amnistia ai ribelli. “Penso che sarebbe ingiusta ma sarà necessario accettare questa ingiustizia per raggiungere la pace”. Ma il presidente ivoriano ha anche riaffermato la propria opposizione alle richieste dei ribelli, che chiedono elezioni anticipate: “La Costituzione non mi autorizza ad organizzare elezioni generali”.

ITALIA

Migranti

Un peschereccio di 12 metri con a bordo 121 migranti nord africani in balia del mare mosso perche' in avaria e' stato soccorso da una nave della marina militare italiana e da una motovedetta della guardia di finanza. L' operazione e' avvenuta nel Golfo di Catania a 30 miglia dalla Sicilia. I primi ad intervenire sono stati gli uomini della marina militare che hanno avvicinato il natante nel tentativo di abbordarlo, ma le brutte condizioni meteorologiche hanno reso pericolosa la manovra. Mentre sulla nave italiana erano salite gia' 14 migranti (11 uomini e tre donne) sul posto e' arrivata una motovedetta del nucleo operativo aeronavale della guardia di finanza di Palermo che, per le sue dimensioni piu' ridotte, si e' potuta muovere con maggiore sicurezza ed ha recuperato gli altri 97 migranti ancora sul peschereccio: 92 uomini e cinque donne. La motovedetta delle fiamme gialle ha quindi puntato subito verso il porto piu' vicino ed e' gia' arrivata a Catania dove sono in corso le operazioni di sbarco dei 97 migranti, alla presenza di carabinieri e polizia. La nave militare italiana e' ancora sul posto nel tentativo di agganciare il natante e rimorchiarlo verso l' approdo etneo. Le operazioni di salvataggio sono state coordinate dalla capitaneria di porto di Catania

gror030114 (last edited 2008-06-26 09:59:25 by anonymous)