buon di da dani

GR ORE 19.30

Proposta sommario

Iraq ultime notizie dal fronte

Strategia militare e media Manisco

Unione Europea Di lello

ITALIA

Sciopero Bernocchi

Migranti

Referendum Vincenzo

Iraq

Bombardieri e cacciabombardieri alleati hanno ripreso a bombardare pesantemente Baghdad. Un giornalista dell'agenzia di stampa della France Press ha riferito che due missili hanno colpito il palazzo di Qusay Hussein, figlio di Saddam. Nel mirino dei bombardieri americani anche l'aeroporto internazionale 'Saddam Hussein'. Ai raid angloamericani ha risposto un intenso fuoco di contraerea ed artiglieria pesante. Secondo l'agenzia di stampa Reuters sono state sentite tre forti esplosioni a sud della capitale: "aerei a bassa quota hanno solcato i cieli della città".

Gli aerei a disposizione della coalizione anglo americana hanno sganciato sull'Iraq nelle ultime 24 ore 1.200 ordigni di precisione.Lo rende noto l'emittente televisiva americana CBS. Si tratta quindi dei bombardamenti piu' intensi dall'inizio della guerra.

Sei civili iracheni sono stati uccisi e decine di altri sono rimasti feriti nei bombardamenti di oggi su Baghdad. Lo hanno detto fonti ospedaliere. I morti e i feriti provengono dal sobborgo di Al Amin, nell'est della capitale. Venti civili iracheni sarebbero morti a causa dei bombardamenti che hanno colpito stanotte una zona nei sobborghi di Baghdad. La notizia è stata diffusa dall'agenzia stampa saudita (SPA) che parla di testimoni oculari che avrebbero riferito di numerose vittime civili presso una fattoria poco non lontana dalla capitale. Secondo questi testimoni undici dei venti morti sarebbero bambini, e oltre alle vittime ci sarebbe anche un gran numero di feriti.

Six civils irakiens ont été tués et des dizaines d'autres blessés dans des bombardements lundi sur Bagdad, selon une source hospitalière.Kamal Askar, directeur de l'hôpital Al-Kindi, a précisé à l'AFP que les tués et les blessés, admis dans son établissement, venaient de la banlieue Al-Amin, dans l'est de la capitale.Six habitations ont été détruites dans les bombardements qui ont touché ce quartier, selon un journaliste qui s'est rendu sur place.

Informazione di guerra

La rete televisiva americana Nbc ha licenziato in tronco il reporter di guerra peter Arnett, noto per la sua copertura della prima guerra del Golfo nel 1991 da Baghdad per la Cnn, perchè in un'intervista rilasciata alla tv irachena aveva detto che il primo piano strategico della coalizione era fallito a causa della resistenza irachena.Arnett ha detto oggi nel corso della sua trasmissione su Nbc "Today" di essere "molto dispiaciuto" per la sua affermazione, ed ha aggiunto le sue "scuse al popolo americano per aver miscalcolato chiaramente quanto aveva detto". La Nbc aveva difeso ieri Arnett sostenendo che egli aveva dato l'intervista alla Tv irachena come "segno di cortesia professionale". Ma oggi la rete ha cambiato idea e dopo aver parlato con Arnett, il presidente della Nbc Neal Shapiro ha fatto sapere che non lavorerà più con il noto corrispondente di guerra. "E' stato un errore da parte di Arnett dare un'intervista alla tv di stato irachena, soprattutto in tempo di guerra" ed è stato un altro errore esporre sue opinioni personali in quell'intervista", HA AFFERMATO LA PORTAVOCE DELLA Nbc, Alluison Gollust.

Non e' solo il disfattista Peter Arnett a fare infuriare il Pentagono, ma anche il troppo entusiasta Geraldo Rivera, inviato a seguito delle truppe americane della Fox, la televisione americana piu' apertamente schierata al fianco dell'amministrazione Bush. L'ex conduttore di un famoso talk show, tornato a fare il corrispondente di guerra quando nell'ottobre del 2001 parti' per l'Afghanistan, infatti avrebbe violato, secondo quanto riporta sul suo sito la Cnn, le regole ferree imposte ai corrispondenti embedded, cioe' la seguito delle truppe, rivelando durante una diretta televisiva i dettagli delle prossime operazioni militari. Un peccato imperdonabile anche per il corrispondente dell'emittente cosi' vicina alla Casa Bianca: secondo un funzionario del Pentagono - citato dall'emittente di Atlanta - a Rivera, che era a seguito della 101esima divisione aereotrasportata, e' stato infatti ordinato di lasciare l'Iraq.

Prigionieri

Dopo l'allarme attentati suicidi, le forze statunitensi hanno cominciato a catturare anche iracheni vestiti in abiti civili, ma sospettati di essere paramilitari fedelissimi del presidente Saddam Hussein coinvolti negli attacchi subiti dagli alleati nel sud del paese. Alcuni di loro potrebbero essere imbarcati per la base di Guantanamo, a Cuba, dove già si trovano centinaia di talebani e presunti membri di al Qaeda. A rivelarlo è oggi il quotidiano 'The Washington Post', sulla base di informazioni raccolte da fonti militari.

In risposta alla tattica adottata dagli iracheni, il Pentagono è stato costretto ad aggiustare la sua strategia: gli americani avrebbero deciso di imitare i britannici che già hanno fatto ricorso ad azioni dei commando per piegare la resistenza nel sud del Paese. Oltre a prendere di mira i civili sospetti, gli ufficiali Usa stanno cercando di rintracciare gli iracheni che già hanno preso le distanze dal regime perché collaborino a sradicare le milizie leali a Saddam Hussein nelle città che si trovano lungo la strada che porta a Baghdad.

Aiuti umanitari

Il governo greco si e' impegnato a stanziare piu' di quattro milioni di euro in aiuti umanitari all'Iraq, mentre il premier Costas Simitis ha invitato i cittadini greci a sostenere la raccolta di beneficenza per le "innocenti vittime" irachene. In Grecia, paese membro della Nato, l'opinione pubblica e' a schiacciante maggioranza contraria alla guerra e tutti i principali partiti politici - inclusi i socialisti al governo - aderiscono alle frequenti manifestazioni presso l'ambasciata americana. Il ministero degli Esteri ha approvato lo stanziamento di tre milioni di euro per "il sofferente popolo dell'Iraq" a favore delle organizzazioni non governative greche. E ha donato 950.000 euro all'Unhcr, l'agenzia Onu per i Rifugiati e altri trecentomila alla Croce rossa internazionale.

La questione degli aiuti umanitari e della gestione dei possibili profughi iracheni ha acceso l'attenzione della politica nazionale che, dopo due Conferenze dei capigruppo, è riuscita a calendarizzare il dibattito in Aula iniziato oggi a Montecitorio. Ma alla prova dei fatti l'attenzione e la "centralità" della questione, non trova riscontri nei numeri. Infatti poco dopo le 16, ora di inizio della discussione, l'Aula ha registrato punte massime di presenze non sopra i 30 deputati (in 59 sono in permesso), per cadere fino al minimo di sei, relatori delle mozioni e rappresentante del Governo (il sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver) compresi.

Opposizione al conflitto

Un uomo e' stato arrestato con l' accusa di aver lanciato una bottiglia molotov contro l'ambasciata statunitense a Cipro, colpendo il muro del giardino che circonda l'edificio. L'attacco, che ha avuto luogo stamattina prima dell'alba, non ha provocato danni. I greci ciprioti stanno manifestando quasi ogni giorno per protestare contro l'attacco militare in Iraq e contro il supporto logistico fornito dal loro governo agli Stati Uniti.

Quattro le manifestazioni organizzate oggi in diverse localita' italiane contro la guerra in Iraq. Ai cortei, secondo le forze dell' ordine, avrebbero preso parte in tutto circa 1.800 persone.

Un delegazione di parlamentari composta dai deputati Giuseppe Palumbo, Ilario Floresta, Pino Firrarello di Fi, Filippo Drago dell'Udc, Fabio Fatuzzo, di An, Paolo Cento e Mauro Bulgarelli dei Verdi, Giovanni Russo Spena ed Elettra Deiana di Prc, ha compiuto una visita nel primo pomeriggio di oggi nella base militare di Sigonella, dove si trova il piu' grande insediamente aeronavale statunitense del Mediterraneo. Al termine dell'incontro i parlamentari hanno tenuto una veloce conferenza stampa poco fuori la base. I rappresentanti della Casa delle Liberta' hanno espresso solidarieta' alle forze armate sottolineando l'attaccamento alle istituzioni da parte del militari italiani e il loro elevato grado di professionalita'.

Palestina

La brigata dei martiri di Al Aqsa, un gruppo palestinese affiliato a Fatah e responsabile di diversi attentati suicidi, ha deciso di sospendere agli attacchi in Israele fino a quando durera' la guerra in Iraq. Lo ha dichiarato il capo della milizia, identificato solo con il nome di guerra Abu Mujahed. Fino a quando l'attenzione internazionale sara' puntata sull'Iraq, ha detto, il suo gruppo non attacchera' gli israeliani per non offrire allo stato ebraico un pretesto per colpire il suo popolo. Continueranno tuttavia gli attacchi contro coloni e soldati israeliani a Gaza e in Cisgiordania, ha aggiunto. Le sue parole, citate dal sito di Ha'aretz, giungono all'indomani dell'attentato suicida nella citta' israeliana di Netanya, in cui sono rimaste ferite 58 persone. L'attacco e' stato rivendicato dalla Jihad Islamica, che l'ha definito un regalo per il popolo iracheno.

AFGHANISTAN/ POSTAZIONI MILITARI USA ATTACCATE NELLA NOTTE

Decine di colpi di mortaio e di razzi sono stati sparati questa notte contro posizioni militari americane in Afghanistan orientale senza provocare feriti fra le forze Usa. In uno degli attacchi sono rimasti uccisi due assalitori. Con questi ultimi episodi si conferma l'escalation, gia' sottolineata dai militari, degli attacchi sferrati contro obiettivi Usa in Afghanistan in coincidenza con l'inizio delle ostilita' in Iraq. Domenica a finire sotto il fuoco dei mortai e' stata principalmente la base militare nei pressi di Shkin, nella provincia orientale di Paktika. Sempre nella notte di ieri un razzo e' stato lanciato contro il Centro di addestramento militare di Kabul e un altro contro la sede dell'Isaf, la forza internazionale di pace spiegata nella capitale afgana. Colpita da un razzo anche una postazione Usa a Gardez, in Afghanistan orientale. Sabato scorso i un 'imboscata tesa ad un convoglio di forze sepciali Usa nell'Afghanistan meridionale sono rimasti uccisi due militari americani.

Unione europea

L'Unione Europea è oggi al debutto militare, con 400 uomini che ereditano dalla Nato la missione di mantenimento di pace in Macedonia. Il battesimo della prima forza comune dei Quindici in missione all'estero, è avvenuto in una base militare vicino alla capitale Skopje, alla presenza del segretario generale dell'Alleanza Atlantica Robertson e del responsabile della politica estera e di sicurezza comune Solana. Questa prima missione serve da test 'sul terreno' al progetto europeo di forza di reazione rapida, che nella teoria dei Quindici deve essere composta da 60.000 uomini. Il comando della prima missione militare comune - nome in codice, "Concordia" - è affidato al generale francese Maral, che sarà alla guida di 320 soldati e 80 civili, per la metà francesi. L'Italia è presente con 25 militari. Le matricole europee in divisa partono con un mandato di almeno sei mesi, il costo iniziale è calcolato sui 6,2 milioni di euro. Le autorità macedoni vedono di buon occhio la presenza targata Ue, come d'altronde erano favorevoli alla missione della Nato, che ha contribuito al disarmo delle milizie ribelli albanesi, ufficializzato nel 2001. Da allora, questo Paese balcanico continua ad essere attraversato da tensioni etniche e politiche, tanto che prima dell'arrivo degli europei la missione Nato è stata ripetutamente rinnovata e allo Stato Maggiore della Difesa francese oggi fanno notare che "I sei mesi sono indicativi".

ESPLOSIONE IN UNA MINIERA DI CARBONE, ALMENO 16 VITTIME

Nuova esplosione di gas grisou in una miniera di carbone in Cina. Le vittime sono almeno sedici, mentre altri dieci minatori sono considerati dispersi. L'incidente e' accaduto ieri mattina nella miniera statale di carbone Mengjiagou a Fashun, citta' industrale della provincia di Liaoning. Sono in corso le ricerche dei dispersi. I superstiti sono diciannove. Si tratta dell' ennesima tragedia del genere in un paese in cui lamaggior parte delle miniere sono illegali ed in quelle legali e' vietata la presenza sindacale e quindi anche il controllo sulla sicurezza degli impianti.

ITALIA

Migranti

No al 'fai-da-te' locale in materia di interpretazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Il ministro del Welfare Maroni é tornato a dirlo oggi, dopo aver bocciato ("non ha rilevanza giuridica") nei giorni scorsi l'intesa raggiunta a Milano tra Prefetto, Questore e parti sociali per risolvere il problema di quei lavoratori extracomunitari che avessero perduto il lavoro in attesa della regolarizzazione. Come concordato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, i titolari dell'Interno e del Lavoro dirameranno una circolare interpetativa diretta alla Prefetture. "Arriverà a giorni" ha detto Maroni a margine di un convegno sulla previdenza all'Università Cattolica di Milano, dove é stato tra l'altro oggetto di una contestazione da parte di un gruppetto di lavoratori extracomunitari guidati dal segretario generale della Fit Cisl Lombardia, Balotta. "Dobbiamo tutelare tutti i lavoratori extracomunitari che hanno presentato la domanda in modo regolare e nel frattempo hanno perso il lavoro per uno qualsiasi dei motivi. Maroni ha quindi osservato: "non mi sembra che prefetti, sindacati e questori possano modificare la legge".

Referendum

Una delegazione del Comitato promotore del referendum sull'art. 18 sarà ricevuta domani (alle 17) dal Presidente della Repubblica. Il Comitato, in una nota, spiega di essersi rivolto a Carlo Azeglio Ciampi "per rappresentargli le ragioni della scelta referendaria, l'esigenza che, per rispetto delle prerogative del referendum quale strumento costituzionale di democrazia diretta, si allarghi a tutta la collettività nazionale la partecipazione al dibattito". I promotori del quesito intendono "sollecitare tutti i livelli istituzionali a garantire il corretto svolgimento della campagna referendaria, mentre le terribili vicende belliche non solo non stanno fermando, ma anzi stanno accelerando, per il nesso forte che si coglie tra i diritti e la pace, la formazione dei comitati locali sull'intero territorio nazionale, che sono a oggi più di mille". Della delegazione, guidata dal presidente del Comitato promotore, Paolo Cagna Ninchi, faranno parte anche Ugo Spagnoli, vicepresidente emerito della Corte costituzionale e uno dei padri dello Statuto dei lavoratori, alcuni onorevoli promotori dell'analogo referendum del 1989, un rappresentante dell'associazionismo, delegati di luoghi di lavoro che illustreranno a Ciampi "tre casi emblematici di licenziamento senza giustificato motivo".

Sciopero

"Due ambasciate sono meglio di una". Il portavoce dei Cobas Scuola Piero Bernocchi usa queste parole per spiegare che il corteo romano per la giornata del 2 aprile, sciopero generale contro la guerra indetto dai sindacati di base, passerà davanti all'ambasciata britannica e si concluderà a "cento metri" da quella statunitense. Il corteo nella capitale - è uno dei tanti a carattere locale previsti per la giornata in varie città - partirà alle 10 da piazza Esedra, si muoverà verso via Cernaia, quindi via Palestro e via XX Settembre (dov'è situata la sede diplomatica britannica). La manifestazione proseguirà poi verso Largo Santa Susanna, piazza Barberini e si concluderà in via Veneto, a cento metri dall'ambasciata Usa. Le parole d'ordine del corteo sono la richiesta di fermare la guerra subito e quella di cancellare il decreto sullo stato di emergenza in Italia approvato dal consiglio dei ministri venerdì scorso. "E' un decreto - spiega Bernocchi - che dichiara una sorta di guerra interna, assegna poteri speciali al capo della protezione civile Guido Bertolaso che sulla base di un rischio attentati terroristici, per via della guerra, può decidere di impedire manifestazioni, di bloccare un'intera zona o di interrompere uno sciopero per forza di causa maggiore".

GR ORE 17.00

Iraq

Bombardieri e cacciabombardieri alleati hanno ripreso a bombardare pesantemente Baghdad. Un giornalista dell'agenzia di stampa della France Press ha riferito che due missili hanno colpito il palazzo di Qusay Hussein, figlio di Saddam. Nel mirino dei bombardieri americani anche l'aeroporto internazionale 'Saddam Hussein'. Ai raid angloamericani ha risposto un intenso fuoco di contraerea ed artiglieria pesante. Secondo l'agenzia di stampa Reuters sono state sentite tre forti esplosioni a sud della capitale: "aerei a bassa quota hanno solcato i cieli della città".

Venti civili iracheni sarebbero morti a causa dei bombardamenti che hanno colpito stanotte una zona nei sobborghi di Baghdad. La notizia è stata diffusa dall'agenzia stampa saudita (SPA) che parla di testimoni oculari che avrebbero riferito di numerose vittime civili presso una fattoria poco non lontana dalla capitale. Secondo questi testimoni undici dei venti morti sarebbero bambini, e oltre alle vittime ci sarebbe anche un gran numero di feriti.

Six civils irakiens ont été tués et des dizaines d'autres blessés dans des bombardements lundi sur Bagdad, selon une source hospitalière.Kamal Askar, directeur de l'hôpital Al-Kindi, a précisé à l'AFP que les tués et les blessés, admis dans son établissement, venaient de la banlieue Al-Amin, dans l'est de la capitale.Six habitations ont été détruites dans les bombardements qui ont touché ce quartier, selon un journaliste qui s'est rendu sur place.

Informazione di guerra

tronco il reporter di guerra peter Arnett, noto per la sua copertura della prima guerra del Golfo nel 1991 da Baghdad per la Cnn, perchè in un'intervista rilasciata alla tv irachena aveva detto che il primo piano strategico della coalizione era fallito a causa della resistenza irachena.Arnett ha detto oggi nel corso della sua trasmissione su Nbc "Today" di essere "molto dispiaciuto" per la sua affermazione, ed ha aggiunto le sue "scuse al popolo americano per aver miscalcolato chiaramente quanto aveva detto". La Nbc aveva difeso ieri Arnett sostenendo che egli aveva datol'intervista alla Tv irachena come "segno di cortesia professionale". Ma oggi la rete ha cambiato idea e dopo aver parlato con Arnett, il presidente della Nbc Neal Shapiro ha fatto sapere che non lavorerà più con il noto corrispondente di guerra. "E' stato un errore da parte di Arnett dare un'intervista alla tv di stato irachena, soprattutto in tempo di guerra" ed è stato un altro errore esporre sue opinioni personali in quell'intervista", HA AFFERMATO LA PORTAVOCE DELLA Nbc, Alluison Gollust.

Prigionieri

Dopo l'allarme attentati suicidi, le forze statunitensi hanno cominciato a catturare anche iracheni vestiti in abiti civili, ma sospettati di essere paramilitari fedelissimi del presidente Saddam Hussein coinvolti negli attacchi subiti dagli alleati nel sud del paese. Alcuni di loro potrebbero essere imbarcati per la base di Guantanamo, a Cuba, dove già si trovano centinaia di talebani e presunti membri di al Qaeda. A rivelarlo è oggi il quotidiano 'The Washington Post', sulla base di informazioni raccolte da fonti militari.

I Marines che pattugliano Nassiriya, nel sud, e altre zone in cui si sono svolti pesanti combattimenti hanno catturato già 300 persone

In risposta alla tattica adottata dagli iracheni, il Pentagono è stato costretto ad aggiustare la sua strategia: gli americani avrebbero deciso di imitare i britannici che già hanno fatto ricorso ad azioni dei commando per piegare la resistenza nel sud del Paese. Oltre a prendere di mira i civili sospetti, gli ufficiali Usa stanno cercando di rintracciare gli iracheni che già hanno preso le distanze dal regime perché collaborino a sradicare le milizie leali a Saddam Hussein nelle città che si trovano lungo la strada che porta a Baghdad.

Palestina

La brigata dei martiri di Al Aqsa, un gruppo palestinese affiliato a Fatah e responsabile di diversi attentati suicidi, ha deciso di sospendere agli attacchi in Israele fino a quando durera' la guerra in Iraq. Lo ha dichiarato il capo della milizia, identificato solo con il nom de guerre Abu Mujahed. Fino a quando l'attenzione internazionale sara' puntata sull'Iraq, ha detto, il suo gruppo non attacchera' gli israeliani per non offrire allo stato ebraico un pretesto per colpire il suo popolo. Continueranno tuttavia gli attacchi contro coloni e soldati israeliani a Gaza e in Cisgiordania, ha aggiunto Abu Mujahed. Le sue parole, citate dal sito di Ha'aretz, giungono all'indomani dell'attentato suicida nella citta' israeliana di Netanya, in cui sono rimaste ferite 58 persone. L'attacco e' stato rivendicato dalla Jihad Islamica, che l'ha definito un regalo per il popolo iracheno.

Afganistan

Le autorita' afghane hanno arrestato 80 presunti Taleban nel corso di un'operazione condotta nella provincia occidentale di Ghazni. Tra le persone fermate, e' stato reso noto, figura anche Asadullah Sarwarzai, gia' viceministro dell'Educazione nel regime dei Taleban. Sarwarzai avrebbe confessato di aver preso parte all'omicidio di Abdul Ahad Karzai, padre del presidente Hamid Karzai, ucciso in Pakistan. L'operazione che ha condotto agli arresti e' iniziata il 24 marzo ed e' tuttora in corso.

Profughi

Dura presa di posizione da parte della turchia sul tema dei profughi. La Turchia non permettera' mai che si ripetano l'afflusso massiccio di profughi dall'Iraq, nonche' l'infiltrazione di quelli che definisce terroristi tra i rifugiati. Lo ha affermato oggi l'ambasciatore turco in Italia, Necati Utkan, che ha ricordato la situazione verificatasi nel 1991, all'indomani della prima guerra del Golfo. Oltre 500 mila persone si rifugiarono allora in Turchia nel giro di una sola settimana - una situazione catastrofica tanto per i profughi, quanto per chi li ha accolti - e tra loro c'erano anche militantii impegnati ad intensificare la guerra separatista nel sud-est del paese.

Sud America

Le forze armate venezuelane hanno effettuato recentemente un bombardamento in un’area alla frontiera con la Colombia, dove era stata rilevata l’attività di paramilitari, provenienti dal Paese confinante. Lo ha comunicato ieri il capo dello Stato Hugo Chavez, nel corso del suo consueto programma radiofonico domenicale ‘Aló presidente’. “Poco tempo fa, ho ordinato un'operazione aerea e abbiamo bombardato una zona in cui avevamo scoperto la presenza di paramilitari – ha precisato Chavez - né i paramilitari, né la guerriglia, né le forze regolari colombiane sono autorizzate a stare sul suolo venezuelano”. Il presidente ha concluso preannunciando un imminente incontro con il suo omologo colombiano, Alvaro Uribe Vèlez. Da parte sua, l’ambasciatore di Caracas a Bogotá, Carlos Rodolfo Santiago, ha denunciato che alcuni allevatori di bestiame venezuelani starebbero formando dei gruppi di ‘autodifesa civile’ – sulla falsariga dei paramilitari colombiani – per proteggersi contro attacchi della guerriglia. Santiago ha quindi confermato le dichiarazioni del vice presidente venezuelano, José Vicente Rangel, asserendo che “i paramilitari colombiani agiscono nella più assoluta impunità lungo la frontiera tra i due Paesi”. Intanto ieri il quotidiano di Caracas ‘El Universal’ ha riferito che 500 contadini colombiani hanno passato il confine fuggendo dagli attacchi dei gruppi armati e stabilendosi in un accampamento allestito nel comune di José Maria Semprun, nello Stato venezuelano di Zulia. Una commissione speciale, formata da esponenti dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati e della Croce Rossa, si è attivata per portare assistenza ai ‘desplazados’.

Unione europea

- L'Unione Europea è oggi al debutto militare, con 400 uomini che ereditano dalla Nato la missione di mantenimento di pace in Macedonia. Il battesimo della prima forza comune dei Quindici in missione all'estero, è avvenuto in una base militare vicino alla capitale Skopje, alla presenza del segretario generale dell'Alleanza Atlantica George Robertson e del responsabile della politica estera e di sicurezza comune, Javier Solana. Questa prima missione, che porta nei Balcani appena 400 uomini, deve comunque servire da test 'sul terreno' al progetto europeo di forza di reazione rapida, che nella teoria dei Quindici deve essere composta da 60.000 uomini. Il comando della prima missione militare comune - nome in codice, "Concordia" - è affidato al generale francese Pierre Maral, che sarà alla guida di 320 soldati e 80 civili, per la metà francesi. L'Italia è presente con 25 militari. Le matricole europee in divisa partono con un mandato di almeno sei mesi, il costo iniziale è calcolato sui 6,2 milioni di euro. Le autorità macedoni vedono di buon occhio la presenza targata Ue, come d'altronde erano favorevoli alla missione della Nato, che ha contribuito al disarmo delle milizie ribelli albanesi, ufficializzato nel 2001. Da allora, questo Paese balcanico continua ad essere attraversato da tensioni etniche e politiche, tanto che prima dell'arrivo degli europei la missione Nato è stata ripetutamente rinnovata e allo Stato Maggiore della Difesa francese oggi fanno notare che "I sei mesi sono indicativi". La prima missione, in nome del mantenimento della pace, deve conunque servire da test 'sul terreno' al progetto europeo di forza di reazione rapida.

ITALIA

Migranti

No al 'fai-da-te' locale in materia di interpretazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Il ministro del Welfare Roberto Maroni é tornato a dirlo oggi, dopo aver bocciato ("non ha rilevanza giuridica") nei giorni scorsi l'intesa raggiunta a Milano tra Prefetto, Questore e parti sociali per risolvere il problema di quei lavoratori extracomunitari che avessero perduto il lavoro in attesa della regolarizzazione. Come concordato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, i titolari dell'Interno e del Lavoro dirameranno una circolare interpetativa diretta alla Prefetture. "Arriverà a giorni" ha detto Maroni a margine di un convegno sulla previdenza all'Università Cattolica di Milano, dove é stato tra l'altro oggetto di una contestazione rapida e pacifica da parte di un gruppetto di lavoratori extracomunitari guidati dal segretario generale della Fit Cisl Lombardia, Dario Balotta. "Dobbiamo tutelare tutti i lavoratori extracomunitari che hanno presentato la domanda in modo regolare e nel frattempo hanno perso il lavoro per uno qualsiasi dei motivi. Dobbiamo evitare però - ha sottolineato il ministro - che la legalizzazione diventi una vera e propria sanatoria indiscriminata, perché c'é anche chi vuole questo. Con il 'fai-da-te' locale lo si sarebbe consentito, in un modo o nell'altro". Maroni ha quindi osservato: "non mi sembra che prefetti, sindacati e questori possano modificare la legge". La circolare, ha spiegato, conterrà le norme "per affrontare il problema in modo corrispondente alla legge e per risolverlo. Mi sembra che sia la soluzione più corretta".

Referendum

Una delegazione del Comitato promotore del referendum sull'art. 18 sarà ricevuta domani (alle 17) dal Presidente della Repubblica. Il Comitato, in una nota, spiega di essersi rivolto a Carlo Azeglio Ciampi "per rappresentargli le ragioni della scelta referendaria, l'esigenza che, per rispetto delle prerogative del referendum quale strumento costituzionale di democrazia diretta, si allarghi a tutta la collettività nazionale la partecipazione al dibattito". I promotori del quesito intendono "sollecitare tutti i livelli istituzionali a garantire il corretto svolgimento della campagna referendaria, mentre le terribili vicende belliche non solo non stanno fermando, ma anzi stanno accelerando, per il nesso forte che si coglie tra i diritti e la pace, la formazione dei comitati locali sull'intero territorio nazionale, che sono a oggi più di mille". Della delegazione, guidata dal presidente del Comitato promotore, Paolo Cagna Ninchi, faranno parte anche Ugo Spagnoli, vicepresidente emerito della Corte costituzionale e uno dei padri dello Statuto dei lavoratori, alcuni onorevoli promotori dell'analogo referendum del 1989, un rappresentante dell'associazionismo, delegati di luoghi di lavoro che illustreranno a Ciampi "tre casi emblematici di licenziamento senza giustificato motivo".

Sciopero

G.R. ore 13.00

Iraq

Non scema la mobilitazione pacifista in Turchia: oggi l'iniziativa più consistente è stata a Smirne dove la poliza ha caricato i dimostranti con i manganelli quando una fitta salva di uova è stata lanciata contro il consolato britannico. Secondo gli ultimi sondaggi il 90% dei turchi è contro la guerra.

NUOVI ATTACCHI SU BAGHDAD PRIMA DELL'ALBA Comando centrale Usa conferma: missili su ministero informazioni Baghdad, 31 mar. ) - Una serie di massicce esplosioni hanno colpito la capitale irachena alle 5.15 di oggi (le 2.15 in Italia), poco prima che spuntasse l'alba. Non si sa ancora che cosa sia stato colpito. Circa tre ore prima, un'esplosione ha colpito la città e un incendio è divampato in un edificio del ministero dell'informazione. La televisione di Abu Dhabi ha mostrato immagini dell'incendio, che secondo quanto ha riferito l'emittente è scoppiato nel centro stampa del ministero. Il comando centrale americano in Qatar ha detto che missili da crociera Tomahawk sono stati lanciati verso il ministero per ridurre le capacità di comando e controllo del regime di Saddam. In un altro comunicato, il comando Usa ha detto che una "storica" combinazione di bombardieri ha colpito la capitale irachena. "La scorsa notte, per la prima volta nella storia militare, diversi aerei B-1, B-2 e B-52 hanno bombardato la stessa area geografica nello stesso tempo come parte di un singolo attacco.

Colpiti il centro e la zona sud della capitale Roma, 31 mar. Le bombe alleate hanno duramente colpito anche dopo l'alba la capitale irachena Baghdad. I bombardamenti si sono abbattuti sulla zona sud della città, dove si concentrano le principali unità della guardia repubblicana, e sul cuore stesso di Baghdad. Sul centro sono piovuti diversi missili e - almeno secondo fonti citate dal quotidiano El Mundo - ci sarebbero morti e feriti. Nell'attacco sul centro è stato nuovamente bersagliato anche il ministero dell'informazione e il Palazzo Presidenziale della Repubblica, ma soprattutto è stato colpito un quartiere di abitazioni nel cuore della città. Qui, dove non sembrano esserci importanti obbiettivi militari ma potrebbero risiedere funzionari governativi e militari, si registrano morti e feriti. Nel quartiere di Al Karrada, segnala la televisione araba Al Jazeera, sarebbe anche in corso un violento incendio provocato dalle bombe ameriacane. Più a sud invece una fitta pioggia di bombe si è abbattuta su caserme e postazioni della guardia repubblicana. Negli ultimi giorni, sia presso Baghdad, che nella zona che dalla capitale scende sino a Karbala (un'ottantina di chilometri più a sud), le forze alleate stanno sistematicamente attaccando gli uomini della guardia repubblicana e in particolare la Divisione Medina, che il regime iracheno ha concentrato a difesa della capitale. Vgp

Bassora, Iraq, offensiva per conquistare Abu Al Khasib

Diverse centinaia di fucilieri di Marina britannici sono impegnati oggi in una forte offensiva nei pressi di Bassora. Lo hanno detto ufficiali britannici, secondo i quali la battaglia per la conquista della città portuale è iniziata. Le fonti hanno detto che ieri circa 600 soldati del 40/o Commando dei Royal Marines hanno lanciato un violento assalto per prendere Abu Al Khasib, una località situata circa 10 chilometri a sud est di Bassora.

Kabul, 07:31 Tre razzi contro la forza di pace

Sono stati tre i razzi esplosi ieri sera su Kabul: lo ha detto un portavoce del contingente militare italiano dell' Isaf, la forza internazionale di stabilizzazione in Afghanistan. Uno dei razzi è caduto all'interno del quartier generale dell'Isaf,nel centro di Kabul; un secondo all'esterno di una non meglio precisata zona all'interno della base; e il terzo a circa due chilometri da una caserma tedesca, che ospita il comando brigata dell'Isaf. Non ci sono stati feriti e non è stato possibile stabilire da dove sono stati lanciati i razzi.

Il giornalista neozelandese Peter Arnett, che copre la guerra da Baghdad per NBC e MSNBC, ha dichiarato in un'intervista diffusa ieri dalla televisione statale irachena che la strategia militare americana è fallita a causa della resistenza irachena e che gli strateghi cercano ormai "di stabilire un nuovo piano di guerra". Arnett, che aveva vinto il premio Pulitzer per la sua copertura della guerra del Vietnam per l'Associated Press, si è fatto conoscere dal grande pubblico nel 1991, quando copriva la guerra del Golfo per conto della CNN da Baghdad. Arnett ha dichiarato che gli Stati Uniti marcano una pausa nell'offensiva da circa una settimana "e (riscrivono) il piano di guerra. Il primo piano di guerra è fallito a causa della resistenza irachena. Ora, cercano di scriverne un altro" dopo aver "sottostimato la determinazione delle forze irachene" ha dichiarato Arnett all'emittente satellitare Iraqi TV, ricevuta dall'Associated Press in Egitto.

BRITANNICI SMENTISCONO LA CATTURA DI UN GENERALE IRACHENO

La smentita è stata fatta dal ministero della difesa. Il comandante Will MacKinlay, portavoce dell'esercito britannico, ha smentito l'annuncia dato ieri concernente la cattura di un generale iracheno a Bassora. MacKinlay ha attribuito la falsa notizia al brogliaccio della guerra. Noi non abbiamo prigionieri di guerra del rango di general ha precisato il ministero della difesa britannico. Il capitano Al Lockwood, portavoce delle forze britanniche nel Golfo, aveva dichiarato in un incontro con i giornalisti che un commando aveva catturato un generale iracheno appartenente alla Guardia Repubblicana

SONDAGGIO GB: IN CALO IL SOSTEGNO ALLA GUERRA

Scende di cinque punti percentuali sostegno a guerra Per la prima volta dall'inizio della guerra in Iraq, il consenso alla guerra in Gran Bretagna comincia a diminuire. Secondo un sondaggio YouGov realizzato per il Daily Telegraph, adesso è il 54% degli interpellati a considerare "giusta" l'azione militare. Alla stessa risposta, quattro giorni prima, aveva risposto affermativamente il 59% del campione. Sull'opinione pubblica iniziano evidentemente a pesare i costi del conflitto. Il sondaggio è stato realizzato dopo il ritorno delle prime salme dal Golfo. Solo il 26% dei britannici ritiene però che bisognerebbe ritirare le truppe.

WASH. POST: FORSE A GUANTANAMO I FEDAYEEN CATTURATI

Il loro status dovra' essere deciso nelle prossime settimane Roma, 31 mar. Le tattiche da guerriglia utilizzate in Iraq dalle truppe irregolari di fedayeen legate a Saddam Hussein stanno creando non pochi problemi logistici all'esercito alleato. Le loro improvvise incursioni hanno provocato vittime fra i marines e ritardi negli spostamenti delle colonne di rifornimenti assolutamente necessari alla testa di ponte accampata alle porte di Baghdad. Ma a questi grattacapi se ne aggiunge uno legale che ricorda quello gia' affrontato in Afghanistan: che cosa fare di questi uomini in abiti civili che combattono senza esclusioni di colpi? Riconoscerli come prigionieri di guerra o come semplici terroristi? Secondo quanto riporta questa mattina il Washington Post, gli Stati Uniti sono alle prese da giorni con un problema che non avevano assolutamente previsto all'inizio della guerra. "Ci aspettavamo una resa di massa - ha confessato un ufficiale - non questo tipo di resistenza". Nell'attesa che venga presa una decisione sull'applicabilita' o meno dell'articolo 5 della convenzione di Ginevra, gli Stati Uniti starebbero dunque pensando di compiere arresti di massa di questi "fedayeen in abiti civili" e mandarli alla base di Guantanamo a Cuba a fare compagnia ai presunti 620 militanti di al Qaida arrestati diciotto mesi fa durante la guerra in Afghanistan. Se poi verra' deciso di riconoscere loro lo status di prigionieri di guerra, essi verranno rilasciati insieme ai soldati regolari alla fine del conflitto. In caso vengano riconosciuti come terroristi, invece, le celle di Guantanamo potrebbero diventare la loro dimora per lungo tempo a venire.

Un palestinese è rimasto ucciso nella striscia di Gaza dal fuoco delle truppe israeliane. Betlemme, 22:45 Iraq, agenzia Petra: Natività vieta ingresso a Bush e Blair

La Basilica della Natività di Betlemme ha deciso di mettere al bando il presidente americano George Bush e il premier britannico Tony Blair per il loro ruolo nella guerra in Iraq. Lo riferisce l'agenzia giordana Petra, precisando che il provvedimento è stato esteso anche al segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld e al ministro degli Esteri britannico Jack Straw. L'annuncio, secondo la Petra, è stato dato oggi durante una manifestazione organizzata dalla Chiesa ortodossa. Secondo l'agenzia, ai quattro uomini politici in futuro sarà vietato entrare nella basilica.

IRAQ: USA PRONTI A CHIEDERE A ISRAELE CONGELAMENTO INSEDIAMENTI PER MIGLIORARE IMMAGINE NEL MONDO ARABO

Gli Stati Uniti sarebbero pronti a chiedere a Israele il congelamento degli insediamenti e la rimozione delle postazioni militari nei territori palestinesi. Lo anticipa Radio Israele precisando che questa decisione sarebbe stata presa dall'Amministrazione americana nel tentativo di migliorare l'immagine di Israele, e quindi degli Stati Uniti, nel mondo arabo.

ITALIA

I Cobas, la Cub e tutto il sindacalismo di base si assumono la responsabilita' di convocare per mercoledi' 2 aprile lo sciopero generale di tutte le categorie e per l'intera giornata per fermare la guerra e cancellare in Italia il decreto che proclama lo stato di emergenza. Piero Bernocchi, leader dei Cobas, annuncia la convocazione dello sciopero generale contro la guerra e di manifestazioni di piazza, sempre mercoledi', a Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo, Torino, Genova, Taranto, Brescia, Ancona, Ascoli, Frosinone. In particolare a Roma il corteo, che partira' alle 10 da piazza della Repubblica, portera' la protesta contro la guerra sotto l'ambasciata britannica e a ridosso di quella statunitense. L'aggressione criminale degli Usa e dei loro alleati all'Iraq prosegue con un carico crescente di orrori, sangue e distruzione -afferma Bernocchi- La folle mistificazione di una guerra indolore e 'chirurgica' e' rapidamente svanita. Anche l'ipocrisia del governo Berlusconi e' stata messa a nudo: l'Italia e' in guerra anch'essa, perche' dal suo territorio partono azioni di guerra e reparti combattenti tant'e' che il goveno ha dichiarato lo 'stato di emergenza', militarizzando la Protezione civile e dandole pieni poteri su tutto il territorio nazionale. Per fermare la guerra conclude il leader dei Cobas avevamo chiesto uno sciopero europeo: ma la Ces-Confederazione europea dei sindacati, dopo alcune dichiarazioni positive, ha fatto marcia indietro abbandonando il campo, e in Italia neanche la Cgil ha dato seguito a quanto aveva affermato e non intende proclamare uno sciopero generale. Per tali ragioni la responsabilita' se la assumono i Cobas, la Cub e tutto il sindacalismo di base.

Nigeria

ELEZIONI TRA VIOLENZA E SCIOPERO

Nuove violenze a sfondo politico e uno sciopero generale indetto dal principale sindacato del Paese rendono il clima che precede le prossime elezioni in Nigeria sempre più caldo. Per quanto riguarda la violenza, l'ultimo episodio di una catena inarrestabile di tensioni, risale a ieri quando nei pressi della cittadina di Port Harcourt, nello Stato del Delta del Niger, i sostenitori del partito di governo Pdp, si sono scontrati con i fedelissimi del principale schieramento d'opposizione Anpp. Tra le due 'fazioni' si è subito sviluppata una violenta rissa combattuta anche all'arma bianca in cui, secondo testimonianze citate dall'agenzia 'Reuters', sarebbe morta almeno una donna. Ma le preoccupazioni maggiori riguardano la sorte di circa un centinaio di persone che, sempre secondo la Reuters, risultano ancora disperse. Si tratta dei manifestanti che ieri per sfuggire agli scontri si sono gettati in un fiume e di cui si sono perse le tracce. Intanto domani dovrebbe prendere il via lo sciopero generale nazionale di 3 giorni indetto dall'Nlc ('National labour congress') principale sindacato del Paese. L'Nlc da mesi chiede che il governo federale conceda gli aumenti salariali previsti, ai dipendenti del settore pubblico e nelle scorse settimane aveva lanciato il suo ultimatum all'esecutivo: "una decisione entro il primo aprile o mobilitazione generale". Il governo federale nigeriano e il Nlc nel maggio del 2000 si erano accordati per un aumento dei salari pubblici del 25 per cento, ma il provvedimento non è mai divenuto esecutivo.

CHINA

ANCORA MORTI IN MINIERA

Ennesima tragedia in miniera in Cina: 16 operai sono morti in un'esplosione alimentata dall'accumulo di gas nella miniera di carbone di Mongjiagou, presso la città industriale di Fushun nella regione del Liaoning (Cina nordorientale). Nel pozzo lavoravano 45 minatori, di cui 19 sono stati tratti in salvo e 10 sono rimasti feriti. L'esplosione è avvenuta nella sera di domenica e le operazioni di soccorso sono ancora in atto. La scorsa settimana un'altra esplosione aveva causato la morte di almeno 50 uomini e 22 dispersi nella miniera di Mengnanzhuang (distretto di Luliang, provincia dello Shanxi, Cina settentrionale). Gli impianti minerari cinesi sono tra i più pericolosi del mondo. Secondo dati ufficiali dell'Ufficio di controllo sul lavoro dello Stato, nel 2002 in Cina sarebbero rimaste uccise in incendi, crolli o allagamenti dei cunicoli oltre 4500 operai. Le autorità cinesi hanno più volte promesso di migliorare gli standard di sicurezza, compresa la formazione dei minatori, ma gli incidenti continuano ad essere frequenti.

gror030331 (last edited 2008-06-26 10:02:05 by anonymous)