buon di da dani

G.R. ore 9.30

Iraq

Non scema la mobilitazione pacifista in Turchia: oggi l'iniziativa più consistente è stata a Smirne dove la poliza ha caricato i dimostranti con i manganelli quando una fitta salva di uova è stata lanciata contro il consolato britannico. Secondo gli ultimi sondaggi il 90% dei turchi è contro la guerra.

NUOVI ATTACCHI SU BAGHDAD PRIMA DELL'ALBA Comando centrale Usa conferma: missili su ministero informazioni Baghdad, 31 mar. ) - Una serie di massicce esplosioni hanno colpito la capitale irachena alle 5.15 di oggi (le 2.15 in Italia), poco prima che spuntasse l'alba. Non si sa ancora che cosa sia stato colpito. Circa tre ore prima, un'esplosione ha colpito la città e un incendio è divampato in un edificio del ministero dell'informazione. La televisione di Abu Dhabi ha mostrato immagini dell'incendio, che secondo quanto ha riferito l'emittente è scoppiato nel centro stampa del ministero. Il comando centrale americano in Qatar ha detto che missili da crociera Tomahawk sono stati lanciati verso il ministero per ridurre le capacità di comando e controllo del regime di Saddam. In un altro comunicato, il comando Usa ha detto che una "storica" combinazione di bombardieri ha colpito la capitale irachena. "La scorsa notte, per la prima volta nella storia militare, diversi aerei B-1, B-2 e B-52 hanno bombardato la stessa area geografica nello stesso tempo come parte di un singolo attacco. Partiti da basi diverse, i bombardieri hanno colpito simultaneamente obiettivi di comando e controllo della leadership del regime iracheno di Baghdad usando munizioni di precisione. I danni portati con la bataglia sono in corso di esame.

Colpiti il centro e la zona sud della capitale Roma, 31 mar. Le bombe alleate hanno duramente colpito anche dopo l'alba la capitale irachena Baghdad. I bombardamenti si sono abbattuti sulla zona sud della città, dove si concentrano le principali unità della guardia repubblicana, e sul cuore stesso di Baghdad. Sul centro sono piovuti diversi missili e - almeno secondo fonti citate dal quotidiano El Mundo - ci sarebbero morti e feriti. Nell'attacco sul centro è stato nuovamente bersagliato anche il ministero dell'informazione e il Palazzo Presidenziale della Repubblica, ma soprattutto è stato colpito un quartiere di abitazioni nel cuore della città. Qui, dove non sembrano esserci importanti obbiettivi militari ma potrebbero risiedere funzionari governativi e militari, si registrano morti e feriti. Nel quartiere di Al Karrada, segnala la televisione araba Al Jazeera, sarebbe anche in corso un violento incendio provocato dalle bombe ameriacane. Più a sud invece una fitta pioggia di bombe si è abbattuta su caserme e postazioni della guardia repubblicana. Negli ultimi giorni, sia presso Baghdad, che nella zona che dalla capitale scende sino a Karbala (un'ottantina di chilometri più a sud), le forze alleate stanno sistematicamente attaccando gli uomini della guardia repubblicana e in particolare la Divisione Medina, che il regime iracheno ha concentrato a difesa della capitale. Vgp

Bassora, Iraq, offensiva per conquistare Abu Al Khasib

Diverse centinaia di fucilieri di Marina britannici sono impegnati oggi in una forte offensiva nei pressi di Bassora. Lo hanno detto ufficiali britannici, secondo i quali la battaglia per la conquista della città portuale è iniziata. Le fonti hanno detto che ieri circa 600 soldati del 40/o Commando dei Royal Marines hanno lanciato un violento assalto per prendere Abu Al Khasib, una località situata circa 10 chilometri a sud est di Bassora.

Kabul, 07:31 Tre razzi contro la forza di pace

Sono stati tre i razzi esplosi ieri sera su Kabul: lo ha detto un portavoce del contingente militare italiano dell' Isaf, la forza internazionale di stabilizzazione in Afghanistan. Uno dei razzi è caduto all'interno del quartier generale dell'Isaf,nel centro di Kabul; un secondo all'esterno di una non meglio precisata zona all'interno della base; e il terzo a circa due chilometri da una caserma tedesca, che ospita il comando brigata dell'Isaf. Non ci sono stati feriti e non è stato possibile stabilire da dove sono stati lanciati i razzi.

Il giornalista neozelandese Peter Arnett, che copre la guerra da Baghdad per NBC e MSNBC, ha dichiarato in un'intervista diffusa ieri dalla televisione statale irachena che la strategia militare americana è fallita a causa della resistenza irachena e che gli strateghi cercano ormai "di stabilire un nuovo piano di guerra". Arnett, che aveva vinto il premio Pulitzer per la sua copertura della guerra del Vietnam per l'Associated Press, si è fatto conoscere dal grande pubblico nel 1991, quando copriva la guerra del Golfo per conto della CNN da Baghdad. Arnett ha dichiarato che gli Stati Uniti marcano una pausa nell'offensiva da circa una settimana "e (riscrivono) il piano di guerra. Il primo piano di guerra è fallito a causa della resistenza irachena. Ora, cercano di scriverne un altro" dopo aver "sottostimato la determinazione delle forze irachene" ha dichiarato Arnett all'emittente satellitare Iraqi TV, ricevuta dall'Associated Press in Egitto.

BRITANNICI SMENTISCONO LA CATTURA DI UN GENERALE IRACHENO

La smentita è stata fatta dal ministero della difesa. Il comandante Will MacKinlay, portavoce dell'esercito britannico, ha smentito l'annuncia dato ieri concernente la cattura di un generale iracheno a Bassora. MacKinlay ha attribuito la falsa notizia al brogliaccio della guerra. Noi non abbiamo prigionieri di guerra del rango di general ha precisato il ministero della difesa britannico. Il capitano Al Lockwood, portavoce delle forze britanniche nel Golfo, aveva dichiarato in un incontro con i giornalisti che un commando aveva catturato un generale iracheno appartenente alla Guardia Repubblicana

SONDAGGIO GB: IN CALO IL SOSTEGNO ALLA GUERRA

Scende di cinque punti percentuali sostegno a guerra Per la prima volta dall'inizio della guerra in Iraq, il consenso alla guerra in Gran Bretagna comincia a diminuire. Secondo un sondaggio YouGov realizzato per il Daily Telegraph, adesso è il 54% degli interpellati a considerare "giusta" l'azione militare. Alla stessa risposta, quattro giorni prima, aveva risposto affermativamente il 59% del campione. Sull'opinione pubblica iniziano evidentemente a pesare i costi del conflitto. Il sondaggio è stato realizzato dopo il ritorno delle prime salme dal Golfo. Solo il 26% dei britannici ritiene però che bisognerebbe ritirare le truppe.

WASH. POST: FORSE A GUANTANAMO I FEDAYEEN CATTURATI

Il loro status dovra' essere deciso nelle prossime settimane Roma, 31 mar. Le tattiche da guerriglia utilizzate in Iraq dalle truppe irregolari di fedayeen legate a Saddam Hussein stanno creando non pochi problemi logistici all'esercito alleato. Le loro improvvise incursioni hanno provocato vittime fra i marines e ritardi negli spostamenti delle colonne di rifornimenti assolutamente necessari alla testa di ponte accampata alle porte di Baghdad. Ma a questi grattacapi se ne aggiunge uno legale che ricorda quello gia' affrontato in Afghanistan: che cosa fare di questi uomini in abiti civili che combattono senza esclusioni di colpi? Riconoscerli come prigionieri di guerra o come semplici terroristi? Secondo quanto riporta questa mattina il Washington Post, gli Stati Uniti sono alle prese da giorni con un problema che non avevano assolutamente previsto all'inizio della guerra. "Ci aspettavamo una resa di massa - ha confessato un ufficiale - non questo tipo di resistenza". Nell'attesa che venga presa una decisione sull'applicabilita' o meno dell'articolo 5 della convenzione di Ginevra, gli Stati Uniti starebbero dunque pensando di compiere arresti di massa di questi "fedayeen in abiti civili" e mandarli alla base di Guantanamo a Cuba a fare compagnia ai presunti 620 militanti di al Qaida arrestati diciotto mesi fa durante la guerra in Afghanistan. Se poi verra' deciso di riconoscere loro lo status di prigionieri di guerra, essi verranno rilasciati insieme ai soldati regolari alla fine del conflitto. In caso vengano riconosciuti come terroristi, invece, le celle di Guantanamo potrebbero diventare la loro dimora per lungo tempo a venire.

Un palestinese è rimasto ucciso nella striscia di Gaza dal fuoco delle truppe israeliane. Betlemme, 22:45 Iraq, agenzia Petra: Natività vieta ingresso a Bush e Blair

La Basilica della Natività di Betlemme ha deciso di mettere al bando il presidente americano George Bush e il premier britannico Tony Blair per il loro ruolo nella guerra in Iraq. Lo riferisce l'agenzia giordana Petra, precisando che il provvedimento è stato esteso anche al segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld e al ministro degli Esteri britannico Jack Straw. L'annuncio, secondo la Petra, è stato dato oggi durante una manifestazione organizzata dalla Chiesa ortodossa. Secondo l'agenzia, ai quattro uomini politici in futuro sarà vietato entrare nella basilica.

IRAQ: USA PRONTI A CHIEDERE A ISRAELE CONGELAMENTO INSEDIAMENTI PER MIGLIORARE IMMAGINE NEL MONDO ARABO

Gli Stati Uniti sarebbero pronti a chiedere a Israele il congelamento degli insediamenti e la rimozione delle postazioni militari nei territori palestinesi. Lo anticipa Radio Israele precisando che questa decisione sarebbe stata presa dall'Amministrazione americana nel tentativo di migliorare l'immagine di Israele, e quindi degli Stati Uniti, nel mondo arabo.

ITALIA

I Cobas, la Cub e tutto il sindacalismo di base si assumono la responsabilita' di convocare per mercoledi' 2 aprile lo sciopero generale di tutte le categorie e per l'intera giornata per fermare la guerra e cancellare in Italia il decreto che proclama lo stato di emergenza. Piero Bernocchi, leader dei Cobas, annuncia la convocazione dello sciopero generale contro la guerra e di manifestazioni di piazza, sempre mercoledi', a Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo, Torino, Genova, Taranto, Brescia, Ancona, Ascoli, Frosinone. In particolare a Roma il corteo, che partira' alle 10 da piazza della Repubblica, portera' la protesta contro la guerra sotto l'ambasciata britannica e a ridosso di quella statunitense. L'aggressione criminale degli Usa e dei loro alleati all'Iraq prosegue con un carico crescente di orrori, sangue e distruzione -afferma Bernocchi- La folle mistificazione di una guerra indolore e 'chirurgica' e' rapidamente svanita. Anche l'ipocrisia del governo Berlusconi e' stata messa a nudo: l'Italia e' in guerra anch'essa, perche' dal suo territorio partono azioni di guerra e reparti combattenti tant'e' che il goveno ha dichiarato lo 'stato di emergenza', militarizzando la Protezione civile e dandole pieni poteri su tutto il territorio nazionale. Per fermare la guerra conclude il leader dei Cobas avevamo chiesto uno sciopero europeo: ma la Ces-Confederazione europea dei sindacati, dopo alcune dichiarazioni positive, ha fatto marcia indietro abbandonando il campo, e in Italia neanche la Cgil ha dato seguito a quanto aveva affermato e non intende proclamare uno sciopero generale. Per tali ragioni la responsabilita' se la assumono i Cobas, la Cub e tutto il sindacalismo di base.

CHINA

ANCORA MORTI IN MINIERA

Ennesima tragedia in miniera in Cina: 16 operai sono morti in un’esplosione alimentata dall’accumulo di gas nella miniera di carbone di Mongjiagou, presso la città industriale di Fushun nella regione del Liaoning (Cina nordorientale). Nel pozzo lavoravano 45 minatori, di cui 19 sono stati tratti in salvo e 10 sono rimasti feriti. L’esplosione è avvenuta nella sera di domenica e le operazioni di soccorso sono ancora in atto. La scorsa settimana un’altra esplosione aveva causato la morte di almeno 50 uomini e 22 dispersi nella miniera di Mengnanzhuang (distretto di Luliang, provincia dello Shanxi, Cina settentrionale). Gli impianti minerari cinesi sono tra i più pericolosi del mondo. Secondo dati ufficiali dell’Ufficio di controllo sul lavoro dello Stato, nel 2002 in Cina sarebbero rimaste uccise in incendi, crolli o allagamenti dei cunicoli oltre 4500 operai. Le autorità cinesi hanno più volte promesso di migliorare gli standard di sicurezza, compresa la formazione dei minatori, ma gli incidenti continuano ad essere frequenti.