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=== G.R. 13.00 === '''INDIA – PAKISTAN''' KASHMIR Continua, nell'indifferenza generale, la stillicidio di morte e violenza nello stato indiano del Jammu e kashmir. Ieri un commando, sembra appartenente al Jaish-e-Mohammed, gruppo separatista di matrice islamica, ha massacrato a colpi d'ascia un'intera famiglia un'intera famiglia, in un villaggio a nord della capitale Jammu. Sempre nella stessa giornata le forze di sicurezza hanno ucciso in uno scontro a fuoco, altri 3 miliziani del movimento filo pakistano Hizbul Mujahideen. Contemporaneamente, un ufficiale di polizia è stato ucciso nel proprio villaggio natale, in cui era rientrato per un periodo di riposo. La capitale estiva, Srinagar, è stata scossa dall'esplosione di 2 ordigni, esplosi in rapida successione. Per puro caso non si registrano vittime, ma 'solo' 14 feriti. Nella giornata di oggi, invece, riferiscono sia l'India Express che l'Hindustan Times, 2 donne sono state sgozzate nel distretto di Baramullah, ed un'altra persona è stata uccisa in un villaggio del Nord. In un'ennesima azione, ribelli separatisti, hanno fatto esplodere 2 ordigni, danneggiando un ponte nella valle del Kashmir. Intanto, un coro di no e di critiche, ha affossato la proposta lanciata dal primo ministro del Kashmir pakistano, Sardar Sikandar Hayat Khan. La proposta del politico filopakistano consiste nella spartizione del Kashmir tra il Pakistan e l'India su base religiosa. Le aree a maggioranza musulmana al Pakistan, le altre all'India. L'opposizione a questa sorta di 'roadmap' è giunta sia da parte indiana che da parte pakistana. Sia Islamabad che Nuova Delhi, infatti, rivendicano il controllo dell'intera regione. La drammatica contabilità delle vittime, parla di 250 morti in meno di un mese. E non c'è segno tangibile che la violenza possa almeno rallentare nel breve periodo. '''BURUNDI''' Il neo presidente burundese Domitien Ndayizeye a meno di una settimana dal suo insediamento, ha lanciato una violenta offensiva contro i ribelli delle FDD, firmatari lo scorso dicembre di un cessate-il-fuoco con il governo mai rispettato. L'attacco sarebbe stato portato al cuore delle forze dei ribelli, precisamente a Ndubura e Ruce, presso la foresta di Kibira, nel nord del paese. Secondo fonti dell'esercito più di 100 ribelli sarebbero stati uccisi nell'attacco, mentre una seconda offensiva lanciata dai militari due giorni dopo avrebbe provocato 23 vittime sempre tra le file delle FDD. Quel che è certo è che ancora una volta sono i civili a pagare il prezzo più alto per i continui scontri nella regione: l'offensiva dell'esercito ha provocato la fuga di circa 12.000 persone. Chi non fugge la notte si rifugia negli edifici pubblici con il proprio bestiame, per paura dei saccheggi dei soldati affamati. '''INDONESIA''' Il governo indonesiano, dopo gli ultimatum lanciati nelle scorse settimane, ha deciso di rompere la tregua e lanciare una massiccia offensiva contro la provincia ribelle. Al fine di facilitare le operazioni belliche, su tutta la provincia è stata imposta la legge marziale già da domenica. L'attacco è stato portato con l'impiego di razzi, aerei e truppe aviotrasportate. Infatti, sembra che alcune centinaia di paradutisti si siano lanciati nei pressi del capoluogo Banda Aceh, in una ex base aerea ritenuta una dei capisaldi dei ribelli. Si ha da più parti l'impressione che il massiccio dispiegamento di forze, miri ad ottenere un effetto psicologico, ancor prima che strettamente militare, per indebolire la resistenza dei miliziani indipendentisti. '''IRAQ''' Dopo la guerra di liberazione.. le baraccopoli Al Husseiniya, 170.000 persone in maggior parte venute dal sud dell' Iraq, per l'impossibilità di vivere del lavoro nei campi a causa della scarsità d'acqua, dell'aumento della salinità del terreno, dell'inquinamento da mine e da petrolio. Si sono stabilite in questa area priva di rete idrica, di fognature e di vere e proprie strade. Al Husseiniya, all' estrema periferia di Baghdad, è la bidonville della capitale. Fino a poco tempo fa la maggior fonte di sostentamento di questa gente era il riciclaggio dei rifiuti. In una giornata di lavoro una famiglia arrivava a guadagnare mille dinari (circa mezzo euro), passando al setaccio fino a 100 quintali di rifiuti. Ciò che rimaneva veniva bruciato per far spazio al carico del giorno dopo. Oggi, essendo saltato il sistema di raccolta dei rifiuti cittadini e mancando quindi la “materia prima” su cui lavorare, Al Husseiniya appare come un quartiere desolato, senza più vita. Le “discariche di famiglia” dove prima si svolgevano le attività di riciclaggio, sono diventati terreni aridi, disseminati di borse di plastica e di poche capre che vagano brucando non si sa cosa, e tante mosche, ovunque. Mattina a scuola, pomeriggio fra i rifiuti, ma i banchi non ci sono più Il direttore di una delle scuole della zona spiega che in passato gli scolari, dopo le lezioni, lavoravano fino a sera per aiutare la famiglia nella selezione dei rifiuti. Il rendimento non era dei migliori, ma tutti i genitori mandavano i propri figli alla scuola, sperando che lo studio potesse dar loro qualche possibilità in più nella vita. Oggi che i bambini sono liberi da tale incombenza, nelle scuole non ci sono più gli insegnanti, che nessuno paga, e mancano banchi ed altre attrezzature, saccheggiate nei giorni del caos successivi alla caduta del regime. Pare che la scelta fatta per affrontare questa situazione sia quella di rimettere al loro posto i vecchi funzionari di Saddam, i quali, dopo una breve quarantena e fatti salvi quelli pesantemente compromessi col passato regime, si stanno ora reinsediando nei propri uffici, non senza lasciar trasparire un malcelato atteggiamento di trionfo. E' difficile dire come tutto questo sarà accolto dalla maggioranza della popolazione che ha creduto nel cambiamento. Riusciranno a capirlo il fabbro, il falegname, i disoccupati di Al Husseiniyya, che chiedono solo di avere una possibilità. E qualche speranza per il futuro? '''ECONOMIA DELL’U.E.''' Bruxelles - Almeno otto Stati membri dell'Unione Europea rischiano di non arrivare al 2006 con le finanze pubbliche a posto. Gli otto paesi a rischio sono tutti dell'area euro Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria e Portogallo. E' essenziale che gli Stati membri rispettino gli impegni assunti a livello europeo per il consolidamento dei bilanci e il sostegno alla crescita. E' l'appello lanciato oggi dal commissario Ue agli affari monetari ed economici Pedro Solbes, a commento del Rapporto sulle finanze pubbliche nella Ue. Solbes ha ammonito "l'Italia che continua a prendere misure una tantum invece di varare riforme strutturali necessarie per migliorare stabilmente il proprio saldo di bilancio e che rischia di veder salire il proprio deficit al di sopra del 3% del pil nel 2004, nell'ipotesi di politiche immutate". '''INTERNI''' Il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sul decreto legge riguardante le quote latte. I sì sono stati 336, i no 183. C'è stato un astenuto. I presenti erano 520. La maggioranza richiesta era 260 voti. Il provvedimento si avvia così all'approvazione definitiva da parte della Camera. L'Aula sarà ora impegnata nell'esame degli ordini del giorno a cui seguiranno le dichiarazioni di voto e il voto finale. Il provvedimento, in scadenza il 31 maggio, passerà quindi al Senato. '''RIMINI''' (costume) A Rimini vicepreside vieta a studentesse ombelico scoperto Vietato mostrare l'ombelico. Da oggi infatti all'istituto tecnico per il Turismo 'Marco Polo' di Rimini tutti gli studenti dovranno "abbigliarsi in maniera decorosa''. Ad imporlo è una circolare interna letta in aula e accolta con commenti meravigliati dalle ragazze, dal vice-preside Maurizio Di Caprio che aveva più volte invitato, senza essere ascoltato, le studentesse a non scoprire l'ombelico. |
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G.R. 13.00
INDIA – PAKISTAN
- KASHMIR
Continua, nell'indifferenza generale, la stillicidio di morte e violenza nello stato indiano del Jammu e kashmir. Ieri un commando, sembra appartenente al Jaish-e-Mohammed, gruppo separatista di matrice islamica, ha massacrato a colpi d'ascia un'intera famiglia un'intera famiglia, in un villaggio a nord della capitale Jammu. Sempre nella stessa giornata le forze di sicurezza hanno ucciso in uno scontro a fuoco, altri 3 miliziani del movimento filo pakistano Hizbul Mujahideen. Contemporaneamente, un ufficiale di polizia è stato ucciso nel proprio villaggio natale, in cui era rientrato per un periodo di riposo. La capitale estiva, Srinagar, è stata scossa dall'esplosione di 2 ordigni, esplosi in rapida successione. Per puro caso non si registrano vittime, ma 'solo' 14 feriti. Nella giornata di oggi, invece, riferiscono sia l'India Express che l'Hindustan Times, 2 donne sono state sgozzate nel distretto di Baramullah, ed un'altra persona è stata uccisa in un villaggio del Nord. In un'ennesima azione, ribelli separatisti, hanno fatto esplodere 2 ordigni, danneggiando un ponte nella valle del Kashmir. Intanto, un coro di no e di critiche, ha affossato la proposta lanciata dal primo ministro del Kashmir pakistano, Sardar Sikandar Hayat Khan. La proposta del politico filopakistano consiste nella spartizione del Kashmir tra il Pakistan e l'India su base religiosa. Le aree a maggioranza musulmana al Pakistan, le altre all'India. L'opposizione a questa sorta di 'roadmap' è giunta sia da parte indiana che da parte pakistana. Sia Islamabad che Nuova Delhi, infatti, rivendicano il controllo dell'intera regione. La drammatica contabilità delle vittime, parla di 250 morti in meno di un mese. E non c'è segno tangibile che la violenza possa almeno rallentare nel breve periodo.
BURUNDI
Il neo presidente burundese Domitien Ndayizeye a meno di una settimana dal suo insediamento, ha lanciato una violenta offensiva contro i ribelli delle FDD, firmatari lo scorso dicembre di un cessate-il-fuoco con il governo mai rispettato. L'attacco sarebbe stato portato al cuore delle forze dei ribelli, precisamente a Ndubura e Ruce, presso la foresta di Kibira, nel nord del paese. Secondo fonti dell'esercito più di 100 ribelli sarebbero stati uccisi nell'attacco, mentre una seconda offensiva lanciata dai militari due giorni dopo avrebbe provocato 23 vittime sempre tra le file delle FDD. Quel che è certo è che ancora una volta sono i civili a pagare il prezzo più alto per i continui scontri nella regione: l'offensiva dell'esercito ha provocato la fuga di circa 12.000 persone. Chi non fugge la notte si rifugia negli edifici pubblici con il proprio bestiame, per paura dei saccheggi dei soldati affamati.
INDONESIA
Il governo indonesiano, dopo gli ultimatum lanciati nelle scorse settimane, ha deciso di rompere la tregua e lanciare una massiccia offensiva contro la provincia ribelle. Al fine di facilitare le operazioni belliche, su tutta la provincia è stata imposta la legge marziale già da domenica. L'attacco è stato portato con l'impiego di razzi, aerei e truppe aviotrasportate. Infatti, sembra che alcune centinaia di paradutisti si siano lanciati nei pressi del capoluogo Banda Aceh, in una ex base aerea ritenuta una dei capisaldi dei ribelli. Si ha da più parti l'impressione che il massiccio dispiegamento di forze, miri ad ottenere un effetto psicologico, ancor prima che strettamente militare, per indebolire la resistenza dei miliziani indipendentisti.
IRAQ
Dopo la guerra di liberazione.. le baraccopoli Al Husseiniya, 170.000 persone in maggior parte venute dal sud dell' Iraq, per l'impossibilità di vivere del lavoro nei campi a causa della scarsità d'acqua, dell'aumento della salinità del terreno, dell'inquinamento da mine e da petrolio. Si sono stabilite in questa area priva di rete idrica, di fognature e di vere e proprie strade. Al Husseiniya, all' estrema periferia di Baghdad, è la bidonville della capitale. Fino a poco tempo fa la maggior fonte di sostentamento di questa gente era il riciclaggio dei rifiuti. In una giornata di lavoro una famiglia arrivava a guadagnare mille dinari (circa mezzo euro), passando al setaccio fino a 100 quintali di rifiuti. Ciò che rimaneva veniva bruciato per far spazio al carico del giorno dopo. Oggi, essendo saltato il sistema di raccolta dei rifiuti cittadini e mancando quindi la “materia prima” su cui lavorare, Al Husseiniya appare come un quartiere desolato, senza più vita. Le “discariche di famiglia” dove prima si svolgevano le attività di riciclaggio, sono diventati terreni aridi, disseminati di borse di plastica e di poche capre che vagano brucando non si sa cosa, e tante mosche, ovunque. Mattina a scuola, pomeriggio fra i rifiuti, ma i banchi non ci sono più Il direttore di una delle scuole della zona spiega che in passato gli scolari, dopo le lezioni, lavoravano fino a sera per aiutare la famiglia nella selezione dei rifiuti. Il rendimento non era dei migliori, ma tutti i genitori mandavano i propri figli alla scuola, sperando che lo studio potesse dar loro qualche possibilità in più nella vita. Oggi che i bambini sono liberi da tale incombenza, nelle scuole non ci sono più gli insegnanti, che nessuno paga, e mancano banchi ed altre attrezzature, saccheggiate nei giorni del caos successivi alla caduta del regime. Pare che la scelta fatta per affrontare questa situazione sia quella di rimettere al loro posto i vecchi funzionari di Saddam, i quali, dopo una breve quarantena e fatti salvi quelli pesantemente compromessi col passato regime, si stanno ora reinsediando nei propri uffici, non senza lasciar trasparire un malcelato atteggiamento di trionfo. E' difficile dire come tutto questo sarà accolto dalla maggioranza della popolazione che ha creduto nel cambiamento. Riusciranno a capirlo il fabbro, il falegname, i disoccupati di Al Husseiniyya, che chiedono solo di avere una possibilità. E qualche speranza per il futuro?
ECONOMIA DELL’U.E. Bruxelles - Almeno otto Stati membri dell'Unione Europea rischiano di non arrivare al 2006 con le finanze pubbliche a posto. Gli otto paesi a rischio sono tutti dell'area euro Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria e Portogallo. E' essenziale che gli Stati membri rispettino gli impegni assunti a livello europeo per il consolidamento dei bilanci e il sostegno alla crescita. E' l'appello lanciato oggi dal commissario Ue agli affari monetari ed economici Pedro Solbes, a commento del Rapporto sulle finanze pubbliche nella Ue. Solbes ha ammonito "l'Italia che continua a prendere misure una tantum invece di varare riforme strutturali necessarie per migliorare stabilmente il proprio saldo di bilancio e che rischia di veder salire il proprio deficit al di sopra del 3% del pil nel 2004, nell'ipotesi di politiche immutate".
INTERNI
Il governo ha ottenuto la fiducia della Camera sul decreto legge riguardante le quote latte. I sì sono stati 336, i no 183. C'è stato un astenuto. I presenti erano 520. La maggioranza richiesta era 260 voti.
Il provvedimento si avvia così all'approvazione definitiva da parte della Camera. L'Aula sarà ora impegnata nell'esame degli ordini del giorno a cui seguiranno le dichiarazioni di voto e il voto finale. Il provvedimento, in scadenza il 31 maggio, passerà quindi al Senato.
RIMINI (costume)
A Rimini vicepreside vieta a studentesse ombelico scoperto Vietato mostrare l'ombelico. Da oggi infatti all'istituto tecnico per il Turismo 'Marco Polo' di Rimini tutti gli studenti dovranno "abbigliarsi in maniera decorosa. Ad imporlo è una circolare interna letta in aula e accolta con commenti meravigliati dalle ragazze, dal vice-preside Maurizio Di Caprio che aveva più volte invitato, senza essere ascoltato, le studentesse a non scoprire l'ombelico.
AFGHANISTAN Kabul, - Soldati Usa uccidono per equivoco 3 agenti afgani La sparatoria è avvenuta davanti all'ambasciata americana della capitale afghana: i soldati statunitensi hanno ucciso tre uomini della sicurezza afghana che stavano spostando ordigni da un edificio sul lato opposto della strada, secondo le prime testimonianze raccolte sul luogo. "Misunderstanding", un equivoco, riferiscono fonti della sicurezza afghana. Nel Paese, intanto, il premier Hamid Karzai, in evidente difficoltà, gioca tutte le carte per cercare di far rispettare la sua autorità lontano da Kabul. Karzai ha incontrato ieri governatori di 12 province per pretendere da parte loro il versamento al governo centrale delle entrate fiscali e doganali da essi ancora gestite in autonomia: altrimenti, ha detto, mi dimetto. Ad oltre un anno e mezzo dall'insediamento di Karzai a capo del nuovo Afghanistan post-talebano, il governo centrale controlla effettivamente solo la zona di Kabul e ha disperatamente bisogno di denaro, sia per i programmi sociali che per pagare gli stipendi degli impiegati statali. I "signori della guerra" gestiscono le province afghane, soprattutto quelle di confine, in modo quasi totalmente autonomo, utilizzando le entrate fiscali per finanziare i loro eserciti personali. Parlando ai governatori di Kandahar, Kunduz, Balkh, Paktia, Tahar, Khost, Nimroz e Farah, Karzai ha ammonito che devono "rispettare la politica del governo centrale e metterla in pratica nelle province di loro competenza", mentre i capi militari locali "non devono interferire negli affari civili" né possono reclutare altro personale oltre quello loro assegnato. "Ad essi è fatto assoluto divieto - ha ricordato il presidente - di compiere una qualsiasi azione militare senza il preventivo assenso del ministero della difesa e senza consultare le autrorità politiche provinciali". In un discorso trasmesso in televisione tre giorni fa, Karzai ha anticipato che se nel giro di "tre o quattro mesi le cose non miglioreranno" convocherà una nuova Loya Jirga, l'assemblea tribale afghana cui è delegata l'elezione dell'esecutivo, e denuncerà l'impossibilità dello Stato. VIETNAM Hanoi, traghetto si ribalta in tempesta: morti 18 bimbi Diciotto bambini vietnamiti sono annegati durante una tempesta che ha rovesciato il traghetto sovraccarico a bordo del quale viaggiavano in un fiume di una regione nel centro del paese. E' accaduto lunedì ma la notizia è stata diffusa solo oggi dalle autorità di Hanoi. L'imbarcazione di legno concepita per sostenere un massimo di 20 ospiti trasportava 38 persone, in maggioranza bambini e adolescenti che tornavano a casa da scuola. Pioggia e venti violenti l'hanno fatta rovesciare. La polizia distrettuale nella provincia di Quang Nam ha aggiunto che a guidare la barca era un uomo di 80 anni. PALESTINA Mezzi blindati israeliani sono tornati in serata a occupare la campagna di Beit Hanoun, ai confini della striscia di Gaza, da cui si erano ritirati questa mattina dopo cinque giorni di assedio. A quanto riferito da alcuni testimoni, alla periferia della cittadina sono arrivati otto carri armati e diversi bulldozer, che hanno spianato i frutteti per impedire ai militanti palestinesi di usarli per il lancio di razzi. "Le forze israeliane hanno operato in questa zona e continueranno a farlo fino a quando sarà necessario per proteggere i cittadini israeliani", ha dichiarato un portavoce militare israeliano. Il ritiro aveva fatto sperare che si potessero muovere i primi passi per l'applicazione della 'mappa', il percorso di pace tracciato da Stati Uniti, Nazioni Unite, Russia e Unione Europea. Speranza vanificata dall’atteggiamento israeliano. WASHINGTON Gli Stati Uniti puntano a ottenere, domani, un voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla risoluzione che revoca le sanzioni contro l'Iraq e definisce il ruolo delle Nazioni Unite nel dopoguerra iracheno. Nel tentativo di ottenere un voto unanime, gli Usa hanno accettato, dopo quattro ore di discussione a porte chiuse, di apportare ulteriori modifiche alla bozza di 12 pagine che, con Gran Bretagna e Spagna, avevano gia' ritoccato lunedi'. Cosi' il voto, che inizialmente poteva avvenire oggi, non e' ora previsto prima di domani per dare il tempo di rimettere a punto il testo. G.R. 9,30