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AFGHANISTAN
Kabul, - Soldati Usa uccidono per equivoco 3 agenti afgani La sparatoria è avvenuta davanti all'ambasciata americana della capitale afghana: i soldati statunitensi hanno ucciso tre uomini della sicurezza afghana che stavano spostando ordigni da un edificio sul lato opposto della strada, secondo le prime testimonianze raccolte sul luogo. "Misunderstanding", un equivoco, riferiscono fonti della sicurezza afghana. Nel Paese, intanto, il premier Hamid Karzai, in evidente difficoltà, gioca tutte le carte per cercare di far rispettare la sua autorità lontano da Kabul. Karzai ha incontrato ieri governatori di 12 province per pretendere da parte loro il versamento al governo centrale delle entrate fiscali e doganali da essi ancora gestite in autonomia: altrimenti, ha detto, mi dimetto. Ad oltre un anno e mezzo dall'insediamento di Karzai a capo del nuovo Afghanistan post-talebano, il governo centrale controlla effettivamente solo la zona di Kabul e ha disperatamente bisogno di denaro, sia per i programmi sociali che per pagare gli stipendi degli impiegati statali. I "signori della guerra" gestiscono le province afghane, soprattutto quelle di confine, in modo quasi totalmente autonomo, utilizzando le entrate fiscali per finanziare i loro eserciti personali. Parlando ai governatori di Kandahar, Kunduz, Balkh, Paktia, Tahar, Khost, Nimroz e Farah, Karzai ha ammonito che devono "rispettare la politica del governo centrale e metterla in pratica nelle province di loro competenza", mentre i capi militari locali "non devono interferire negli affari civili" né possono reclutare altro personale oltre quello loro assegnato. "Ad essi è fatto assoluto divieto - ha ricordato il presidente - di compiere una qualsiasi azione militare senza il preventivo assenso del ministero della difesa e senza consultare le autrorità politiche provinciali". In un discorso trasmesso in televisione tre giorni fa, Karzai ha anticipato che se nel giro di "tre o quattro mesi le cose non miglioreranno" convocherà una nuova Loya Jirga, l'assemblea tribale afghana cui è delegata l'elezione dell'esecutivo, e denuncerà l'impossibilità dello Stato.
VIETNAM
Hanoi, traghetto si ribalta in tempesta: morti 18 bimbi Diciotto bambini vietnamiti sono annegati durante una tempesta che ha rovesciato il traghetto sovraccarico a bordo del quale viaggiavano in un fiume di una regione nel centro del paese. E' accaduto lunedì ma la notizia è stata diffusa solo oggi dalle autorità di Hanoi. L'imbarcazione di legno concepita per sostenere un massimo di 20 ospiti trasportava 38 persone, in maggioranza bambini e adolescenti che tornavano a casa da scuola. Pioggia e venti violenti l'hanno fatta rovesciare. La polizia distrettuale nella provincia di Quang Nam ha aggiunto che a guidare la barca era un uomo di 80 anni.
PALESTINA
Mezzi blindati israeliani sono tornati in serata a occupare la campagna di Beit Hanoun, ai confini della striscia di Gaza, da cui si erano ritirati questa mattina dopo cinque giorni di assedio. A quanto riferito da alcuni testimoni, alla periferia della cittadina sono arrivati otto carri armati e diversi bulldozer, che hanno spianato i frutteti per impedire ai militanti palestinesi di usarli per il lancio di razzi. "Le forze israeliane hanno operato in questa zona e continueranno a farlo fino a quando sarà necessario per proteggere i cittadini israeliani", ha dichiarato un portavoce militare israeliano. Il ritiro aveva fatto sperare che si potessero muovere i primi passi per l'applicazione della 'mappa', il percorso di pace tracciato da Stati Uniti, Nazioni Unite, Russia e Unione Europea. Speranza vanificata dall’atteggiamento israeliano.
WASHINGTON
Gli Stati Uniti puntano a ottenere, domani, un voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla risoluzione che revoca le sanzioni contro l'Iraq e definisce il ruolo delle Nazioni Unite nel dopoguerra iracheno. Nel tentativo di ottenere un voto unanime, gli Usa hanno accettato, dopo quattro ore di discussione a porte chiuse, di apportare ulteriori modifiche alla bozza di 12 pagine che, con Gran Bretagna e Spagna, avevano gia' ritoccato lunedi'. Cosi' il voto, che inizialmente poteva avvenire oggi, non e' ora previsto prima di domani per dare il tempo di rimettere a punto il testo.