gr 19.30

Palestina

Sharm el Sheikh, 3 giugno 2003 I paesi arabi moderati confermano il loro impegno nella lotta al terrorismo e appoggiano l'attuazione della roadmap. Lo ha affermato il presidente egiziano Hosni Mubarak nella conferenza stampa congiunta con il presidente americano Bush al termine del vertice lampo a Sharm El Sheikh in Egitto, tra il capo della Casa Bianca e i leader di Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Barhein. "Il terrore deve essere combattuto e sconfitto", ha detto George W. Bush, precisando che il terrorismo minaccia gli Stati Uniti come minaccia Israele, ma anche la nascita di uno stato palestinese. Al vertice era presente anche il premier palestinese Abu Mazen che domani insieme al suo omologo israeliano Sharon incontrerà bush separatamente ad Aqaba in Giordania sull'applicazione della Road map.

dalla carovana in iraq

03/06 aggiornamenti da Baghdad La carovana è arrivata ad Amman alle sei di mattina dopo i numerosi e aggressivi controlli a cui sono stati sottoposti gli attivisti. Stanno tenatndo di incontrare l'ambasciata italaina per tornare a Baghdad, poichè il visto che gli è stato dato ad Amman non è riconosciuto dalle forze statunitensi in Iraq. Audio

Evian Mentre la maggior parte dei militanti defluisce dai villagii alternativi di Annemasse e riguadagna la propria città, in Svizzera le code avvelenate delle contestazioni continuano.

Specialmente a Losanna, dove 50 militanti sono ancora in stato di fermo. Secondo le ultime informazioni le autorità hanno intimato ai no-global di smobilitare dal campeggio. Molti ragazzi hanno in efefti smontato le tende, ma non hanno intenzione di andarsene fino a quando i loro compagni non sono stati tutti liberati. Diversi membri dei "legal team" stanno tentando di intercedere con i responsabili delle forze dell'ordine per il rilascio immediato dei dimostranti. In città la tensione resta comunque alta: il sindaco ha, per ragioni di «sicurezza», fatto evacuare il campus universitario.

Fermati e portati nei commissariati anche otto attivisti di Greenpeace che hanno sventolato ieri sul lago Lemano, a poche centinaia di metri dai luoghi del vertice, una bandiera dove si poteva leggere: «Il G8 cambia il nostro futuro». Un'azione innocua che non è affatto piaciuta ai gendarmi, i quali hanno arrestato i giornalisti che seguivano l'iniziativa su una piccola imbarcazione.

E' andata bene la critical mass anti repressione organizzata stamattina a losanna; più di cento persone alla fine hanno bloccato il traffico trasformando la critical mass in un blocco streadale similer a quello del 1 giugno sul ponte vicino piazza S Francois. Unica provocazione da parte della polizia è stato l'arresto di un'attivista che sta aspettando di incontrare un giudice per sapere esattamente di che cosa è accusata.

Notizie un po' più rassicuranti giungono invece sulle condizioni del manifestante inglese, caduto domenica da dieci metri di altezza, dopo che alcuni agenti avevano tagliato la fune a cui era appeso. Dopo un'operazione di tre ore, l'attivista è ancora in terapia intensiva, ed è ferito in tre punti: fratture al piede e al bacino, e piccole lesioni alla spina dorsale (ma non pare niente di grave: non è paralizzato e ha mantenuto la sua sensibilità). La ferita più grave è quella del piede: il tallone è fratturato in diversi punti e non si sa se attraverso la rieducazione potrà recuperare completamente le sue capacità di movimento. Intanto i mediattivisti del centro sociale di Ginevra l'"Usine" che sempre nella notte di domenica hanno subito l'irruzione e la perquisizione da parte di agenti che si erano infiltrati, hanno diramato un comunicato stampa: «Come da copione, l'ennesimo episodio di repressione dell'informazione indipendente ha avuto come scenario un controvertice. L'equazione è ormai chiara: mediattivisti=criminali, per censurare chi vuole scardinare la logica dei media asserviti al potere».

Barcelona : occupazione consolato francese in appoggio a Martin OCCUPAZIONE A OLTRANZA DEL CONSOLATO FRANCESE Da mezzogiorno il consolato francese a Barcellona risulta essere occupato.

A Barcellona, da questa mattina circa una quarantina di persone stanno occupando il consolato francese come atto di protesta per quello che e' successo in questi giorni al "G8 di Evian", per sottolineare la violenza gratuita ricevuta. Alcune persone hanno incominciato bloccare l'accesso al consolato mentre altre salivano, così succede che la polizia non riesce a contenere le persone ed e' costretta a cedere lasciando spazio all'occupazione. In questo momento il consolato e' occupato, e si sta' organizzando una conferenza stampa per le 17 in cui si cercherà di realizzare un contatto telefonico con Martin, il climber ferito nella caduta dal ponte dell'autostrada causato da un poliziotto. Un cordone di polizia sta "vigilando" la situazione al consolato, a cui stanno affluendo numerosi attivisti.

E ancora riguardo alle giornate di Evian ascoltiamo il raccnto e le valutazioni delle cxompagne francesi che hanno organizzato per l’occasione campeggio separatista Audio

tentativo di sgombero di case occupate in corso a palermo

Le 95 famiglie che occupano le case di via mozambico sono in questo momento sotto minaccia di sgombero da parte di alcuni poliziotti e carabinieri che hanno raggiunto il tetto dello stabile. Gia' questa mattina le autorita' avevano provveduto a tagliare le forniture di acqua e luce. Le famiglie, che occupano le case da circa un anno, sono assistite dall'avvocato Fazio uomo di Forza Italia, che durante la campagna elettorale appena conclusasi, aveva promesso la risoluzione del problema. Una volta rieletto Franceso Musotto (Casa delle liberta') alla presidenza della provincia di Palermo, la situazione e' rimasta invariata. Le famiglie hanno tentato per tutta la giornata di avere delle risposte da parte dell'avvocato che ha sempre risposto di essere a colloquio con un fantomatico parlamentare. Intanto la polizia e i carabinieri minacciano lo sgombero da un momento all'altro. seguono aggiornamenti AUDIO

Roma sgombero campo nomadi via carafa (Pisana) Oggi alle 5 del mattino è stato sgomberato un casale in via della Carafa alla Pisana occupato da circa quattro mesi da 85 rom rumeni tra cui una ventina di donne e 18 bambini; contemporaneamente allo sgombero sono state distrutte le baracche costruite intorno al casale non consentendo ai residenti di recuperrare le proprie cose,la polizia inoltre ha portato a via Genova 30 residenti al campo tra cui alcune donne in stato di gravidanza.Queste persone non sono ancora state rilasciate. Audio

NIGERIA CASO AMINA: NUOVO RINVIO PROCESSO D’APPELLO È stata di nuovo aggiornata, questa volta al prossimo 27 agosto, l’apertura del processo d’appello a carico di Amina Lawal, la donna nigeriana condannata alla lapidazione il 22 marzo 2002 da una corte islamica per aver avuto una figlia fuori dal matrimonio. Stando a quanto riportato da fonti internazionali di agenzia, un tribunale islamico dello Stato di Katsina ha deciso di rinviare le udienze – che si sarebbero dovute aprire domani – a causa del mancato raggiungimento del quorum dei giudici (cinque) necessario ad assicurare il regolare svolgimento del dibattimento. La stessa motivazione era stata addotta il 25 marzo scorso, data nella quale era stata inizialmente fissata l’inizio del processo di secondo grado. Dopo essere stata riconosciuta colpevole nel marzo dello scorso anno in base alla sharìa (legge coranica) - applicata in dodici dei trentasei Stati della Nigeria - Amina Lawal si era vista respingere in agosto un primo ricorso presentato dai suoi legali. Per la sua salvezza, come già accaduto per Safiya Husseini - la nigeriana condannata alla lapidazione per avere concepito un figlio fuori dal matrimonio e poi prosciolta in appello – si sono mobilitate le organizzazioni internazionali per i diritti umani

Perù

Il Perù si prepara a una seconda settimana di proteste sociali dopo la decisione dei principali sindacati di ignorare lo stato d’emergenza proclamato dal presidente Alejandro Toledo il 27 maggio e continuare gli scioperi per esigere l’aumento dei salari. Lo scenario rischia di complicarsi ulteriormente nelle prossime ore: oggi è prevista infatti una manifestazione nazionale convocata dalla Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp), principale sindacato del Paese andino, alla quale hanno aderito le organizzazioni degli insegnati pubblici, degli agricoltori, dei lavoratori dei settori giudiziario e della previdenza sociale. “I vertici dei sindacati hanno deciso di proseguire la loro campagna di agitazione sociale sfidando con atteggiamento provocatorio lo stato d’emergenza – ha riferito in una nota il ministero della difesa di Lima – il governo ribadisce la sua volontà di aprire un dialogo ma al contempo esorta lo spirito civico e patriottico dei cittadini a difendere la democrazia e mantenere l’ordine pubblico respingendo chiunque favorisce i disordini con atti di violenza”. Intanto una ‘commissione di alto livello’ nominata dal governo è partita per Puno, la località situata sulle sponde del lago Titicaca, dove la settimana scorsa uno studente è rimasto ucciso e decine di altri sono stati feriti in scontri con la polizia. Intanto oggi un docente universitario è stato ferito gravemente da un lacrimogeno mentre manifestava in un viale universitario. La polizia ha agito come sempre mettendo in atto lo stato di emergenza propugnato da Toledo e dalle FFAA. La situazione dell'insegnante Mateo Jìmenez è molto grave, visto il grave colpo ricevuto al capo.

migranti - messico

La polizia di frontiera messicana ha denunciato che al ritmo attuale alla fine dell'anno si potrebbe registrare una cifra record di emigranti morti nel deserto dell'Arizona, dove solo nella settimana scorsa hanno perso la vita nove messicani che tentavano di entrare negli Stati Uniti alla ricerca di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morte 48 persone, in maggioranza messicani ma anche centroamericani, nel tentativo di attraversare la zona desertica che separa lo Stato messicano di Sonora dallo Stato americano dell'Arizona. Lo scorso anno, nel deserto dell'Arizona si registrarono 145 morti e le autorita' di frontiere ritengono che, al ritmo attuale, quest'anno il numero di clandestini morti potrebbe essere addirittura doppio rispetto all'anno passato. 'Il numero di morti e' gia' molto alto e non siamo ancora nei mesi piu' caldi dell'anno', ha detto Rob Daniels, portavoce della polizia di frontiera. Le autorita' messicane e quelle statunitensi hanno piazzato numerosi cartelli al principio della zona desertica per mettere in guardia i migranti dai pericoli di una traversata a temperature che, in estate, possono superare i 50 gradi. Il governo messicano ha inoltre inviato alla frontiera con l'Arizona 400 agenti della polizia federale per combattere il traffico di esseri umani verso gli Stati Uniti e sta procedendo a sistemare dei fari di emergenza nel deserto per permettere alle persone in difficolta' di chiedere aiuto.

grflash 17.00

Palestina

Sharm el Sheikh, 3 giugno 2003 I paesi arabi moderati confermano il loro impegno nella lotta al terrorismo e appoggiano l'attuazione della roadmap. Lo ha affermato il presidente egiziano Hosni Mubarak nella conferenza stampa congiunta con il presidente americano Bush al termine del vertice lampo a Sharm El Sheikh in Egitto, tra il capo della Casa Bianca e i leader di Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Barhein. "Il terrore deve essere combattuto e sconfitto", ha detto George W. Bush, precisando che il terrorismo minaccia gli Stati Uniti come minaccia Israele, ma anche la nascita di uno stato palestinese. Al vertice era presente anche il premier palestinese Abu Mazen che domani insieme al suo omologo israeliano Sharon incontrerà bush separatamente ad Aqaba in Giordania sull'applicazione della Road map.

turchia

Due persone sono rimaste ferite a Istanbul dall'esplosione di una bomba che aveva per bersaglio alcuni procuratori della Corte di sicurezza (Dgm) della metropoli turca. Lo ha detto l'agenzia Anadolu citando un magistrato. L'ordigno, attivato a distanza, e' esploso mentre un autobus che trasportava i magistrati passava sopra un ponte a Bakirkoy, nella parte europea di Istanbul, secondo quanto ha detto all'Anadolu il procuratore capo della Dgm Aykut Cengiz Engin. L'autista dell'autobus e un procuratore sono rimasti leggermente feriti, secondo il canale televisivo di sola informazione Ntv.

Barcelona: occupazione consolato francese in appoggio a Martin OCCUPAZIONE A OLTRANZA DEL CONSOLATO FRANCESE Da mezzogiorno il consolato francese a Barcellona risulta essere occupato.

A Barcellona, da questa mattina circa una quarantina di persone stanno occupando il consolato francese come atto di protesta per quello che e' successo in questi giorni al "G8 di Evian", per sottolineare la violenza gratuita ricevuta. Alcune persone hanno incominciato bloccare l'accesso al consolato mentre altre salivano, così succede che la polizia non riesce a contenere le persone ed e' costretta a cedere lasciando spazio all'occupazione. In questo momento il consolato e' occupato, e si sta' organizzando una conferenza stampa per le 17 in cui si cercherà di realizzare un contatto telefonico con Martin, il climber ferito nella caduta dal ponte dell'autostrada causato da un poliziotto. Un cordone di polizia sta "vigilando" la situazione al consolato, a cui stanno affluendo numerosi attivisti.

NIGERIA 3/6/2003 13:46 CASO AMINA: NUOVO RINVIO PROCESSO D’APPELLO È stata di nuovo aggiornata, questa volta al prossimo 27 agosto, l’apertura del processo d’appello a carico di Amina Lawal, la donna nigeriana condannata alla lapidazione il 22 marzo 2002 da una corte islamica per aver avuto una figlia fuori dal matrimonio. Stando a quanto riportato da fonti internazionali di agenzia, un tribunale islamico dello Stato di Katsina ha deciso di rinviare le udienze – che si sarebbero dovute aprire domani – a causa del mancato raggiungimento del quorum dei giudici (cinque) necessario ad assicurare il regolare svolgimento del dibattimento. La stessa motivazione era stata addotta il 25 marzo scorso, data nella quale era stata inizialmente fissata l’inizio del processo di secondo grado. Dopo essere stata riconosciuta colpevole nel marzo dello scorso anno in base alla sharìa (legge coranica) - applicata in dodici dei trentasei Stati della Nigeria - Amina Lawal si era vista respingere in agosto un primo ricorso presentato dai suoi legali. Per la sua salvezza, come già accaduto per Safiya Husseini - la nigeriana condannata alla lapidazione per avere concepito un figlio fuori dal matrimonio e poi prosciolta in appello – si sono mobilitate le organizzazioni internazionali per i diritti umani

Perù

Il Perù si prepara a una seconda settimana di proteste sociali dopo la decisione dei principali sindacati di ignorare lo stato d’emergenza proclamato dal presidente Alejandro Toledo il 27 maggio e continuare gli scioperi per esigere l’aumento dei salari. Lo scenario rischia di complicarsi ulteriormente nelle prossime ore: oggi è prevista infatti una manifestazione nazionale convocata dalla Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp), principale sindacato del Paese andino, alla quale hanno aderito le organizzazioni degli insegnati pubblici, degli agricoltori, dei lavoratori dei settori giudiziario e della previdenza sociale. “I vertici dei sindacati hanno deciso di proseguire la loro campagna di agitazione sociale sfidando con atteggiamento provocatorio lo stato d’emergenza – ha riferito in una nota il ministero della difesa di Lima – il governo ribadisce la sua volontà di aprire un dialogo ma al contempo esorta lo spirito civico e patriottico dei cittadini a difendere la democrazia e mantenere l’ordine pubblico respingendo chiunque favorisce i disordini con atti di violenza”. Intanto una ‘commissione di alto livello’ nominata dal governo è partita per Puno, la località situata sulle sponde del lago Titicaca, dove la settimana scorsa uno studente è rimasto ucciso e decine di altri sono stati feriti in scontri con la polizia. Padre Gaston Galatea, che guida la delegazione, ha spiegato che l’obiettivo è “ascoltare la verità degli abitanti di Puno su quanto accaduto giovedì scorso e le loro proposte su come si può risolvere il conflitto in corso”.

migranti - messico

La polizia di frontiera messicana ha denunciato che al ritmo attuale alla fine dell'anno si potrebbe registrare una cifra record di emigranti morti nel deserto dell'Arizona, dove solo nella settimana scorsa hanno perso la vita nove messicani che tentavano di entrare negli Stati Uniti alla ricerca di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morte 48 persone, in maggioranza messicani ma anche centroamericani, nel tentativo di attraversare la zona desertica che separa lo Stato messicano di Sonora dallo Stato americano dell'Arizona. Lo scorso anno, nel deserto dell'Arizona si registrarono 145 morti e le autorita' di frontiere ritengono che, al ritmo attuale, quest'anno il numero di clandestini morti potrebbe essere addirittura doppio rispetto all'anno passato. 'Il numero di morti e' gia' molto alto e non siamo ancora nei mesi piu' caldi dell'anno', ha detto Rob Daniels, portavoce della polizia di frontiera. Le autorita' messicane e quelle statunitensi hanno piazzato numerosi cartelli al principio della zona desertica per mettere in guardia i migranti dai pericoli di una traversata a temperature che, in estate, possono superare i 50 gradi. Il governo messicano ha inoltre inviato alla frontiera con l'Arizona 400 agenti della polizia federale per combattere il traffico di esseri umani verso gli Stati Uniti e sta procedendo a sistemare dei fari di emergenza nel deserto per permettere alle persone in difficolta' di chiedere aiuto.

gRor 13.00

Evian

Un documento diviso in quattro parti per trarre le conclusioni del vertice del G8 di Evian. La diffusione è affidata alla presidenza francese. La prima parte del documento è dedicato alla crescita mondiale, con l'accento posto sul messaggio di ottimismo per la ripresa, e la necessità di riforme strutturali per le economie degli otto grandi. Al secondo punto i leader del G8 hanno voluto elencare gli impegni presi sui temi dell'acqua, della fame, della salute, della remissione del debito, dell'e-government, dell'applicazione delle tecnologie scientifiche. "Coloro di noi che hanno ratificato il protocollo di Kyoto - si legge nel testo - riaffermano la loro determinazione a vederlo entrare in vigore". Non poteva mancare poi il tema della sicurezza. Il G8 ribadisce la creazione di un Gruppo d'azione per il terrorismo, le misure per la lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, e per la sicurezza dei trasporti aerei e marittimi. Infine le "questioni regionali": il G8 riafferma l'unità dei Grandi su Iraq (e sulla risoluzione 1483 votata dal Consiglio di Sicurezza per la ricostruzione del paese), su "Israele e Palestina", su Corea del Nord, Afghanistan, Iran, Algeria e Zimbabwe. In particolare si chiede al governo guidato da Robert Mugabe di "rispettare il diritto di manifestare pacificamente". Il documento si chiude con l'appuntamento per il prossimo G8: "Accogliamo con piacere la proposta del presidente degli Stati Uniti di accogliere il nostro prossimo vertice nel 2004". La radio di Stato iraniana ha attribuito agli Stati Uniti la vera paternità della dichiarazione congiunta dei Paesi del G8 con la quale hanno avvertito l'Iran che il mondo non ignorerà "le implicazioni in termini di proliferazione" del suo programma nucleare. I leader delle otto nazioni maggiormente industrializzate hanno concluso il loro meeting ad Evian oggi con una dichiarazione che offre il "massimo sostegno" ad una completa ispezione da parte delle Nazioni Unite sul programma nucleare iraniano. "Non ignoreremo le implicazioni, in termini di proliferazione, dell'avanzamento del programma nucleare iraniano", si legge nella dichiarazione. "Sottolineiamo l'importanza della piena adesione dell'Iran agli obblighi a cui è sottoposto con il Trattato di non proliferazione nucleare". Commentando il summit, la radio iraniana ha detto che "il nostro Paese è stato sollecitato a cooperare" con gli ispettori dell'Aiea, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'Energia atomica. "Considerando che l'Iran sta cooperando strettamente con l'Aiea, si può facilmente notare che gli Stati Uniti hanno imposto la propria influenza in modo da inserire la dichiarazione nel comunicato finale del summit", ha detto la radio iraniana, controllata dal governo. L'Iran ha a lungo ripetuto che il suo programma nucleare ha scopi unicamente pacifici. Il suo primo reattore nucleare, un impianto costruito dai russi a Bushehr, nell'Iran sud- occidentale, dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell'anno. I funzionari statunitensi sospettano comunque che l'Iran stia segretamente cercando di ottenere armi nucleari e punta il dito sull'impianto di arricchimento dell'Uranio di Natanz. Il capo dell'Aiea, Mohamed ElBaradei, ha visitato l'impianto a febbraio e renderà noto un rapporto entro la fine del mese. Ieri il ministero degli Esteri iraniano, controllato dai riformisti, ha invitato gli Stati Uniti a dissipare i timori invitandoli a costruire essi stessi impianti nucleari in Iran

Palestina

E' iniziata a Sharm el Sheik, in Egitto, la missione del presidente degli Stati Uniti George Bush in Medio Oriente.

Oggi il capo della Casa Bianca terrà un vertice con i leader di Egitto, Arabia Saudita, Giordania e Bahrein. Con loro anche il premier palestinese Abu Mazen.

Secondo la Tv araba Al-Jazeera, il documento dei Paesi arabi chiederà con forza di applicare la Road Map senza nessuna modifica e giudica indispensabile la nascita di uno Stato palestinese.

Per quanto riguarda il documento americano sarà incentrato sulla necessità della lotta al terrorismo.

E nell'imminenza del vertice di domani ad Aqaba in Giordania tra Abu Mazen e Sharon, vertice presieduto da Bush, Israele ha iniziato questa mattina a scarcerare un centinaio di detenuti palestinesi, in base agli accordi fra i primi ministri israeliano Ariel Sharon e palestinese Abu Mazen.

Il governo israeliano ha anche annunciato lo smantellamento di 17 insediamenti di coloni illegali

"Ottobre è la data limite: da quel momento in poi l'attenzione degli Stati Uniti si sposterà sulla corsa per la Casa Bianca ed il processo di pace in Medio Oriente passerà in secondo piano": questa è l'analisi del quotidiano israeliano Haaretz, alla vigilia del doppio vertice di Sharm el Sheik e Aqaba, dal quale ci si attende un passo decisivo per la messa in atto della "Roadmap". In realtà, spiega l'editoriale di Haaretz, le parti sfruttano un raro momento di accordo sulla necessità di tenere un vertice che produca dei risultati, ma questo non vuol dire che un tale accordo esista anche sulle politiche da seguire a lungo termine.

L'accordo tra Cheney e Sharon è solo strategico? Cheney avrebbe detto ai suoi di non esigere da Israele troppe concessioni per quanto riguarda la sicurezza e la lotta al terrorismo, perchè in futuro gli Stati Uniti potrebbero trovarsi di fronte a richieste analoghe da parte della comunità internazionale, che Washington non avrebbe alcuna intenzione di esaudire. Se questa linea dovesse imporsi alla Casa Bianca, Sharon non avrebbe in fondo nulla da temere.

E tuttavia secondo altri esperti Israele non dovrebbe contare troppo sui neoconservatori, la cui influenza sarebbe in declino: Bush starebbe infatti cercando una "riconciliazione" con la comunità internazionale, come dimostrerebbe il disgelo con la "Vecchia Europa" al vertice del G-8. La destra americana, spiega Jeffery Kemp del Nixon Center, finirà comunque per votare Bush perchè non ha alternative ed il Presidente opterà per una linea politica pragmatica, dato che dopo tutto "è figlio di suo padre".

Ma rimane da vedere se, come fece George Senior, l'attuale inquilino della Casa Bianca deciderà effettivamente di combattere con il governo israeliano sulla questione degli insediamenti: a Washington si è consci che se si vuole la pace prima o poi si dovrà procedere con il loro sgombero, ma sul come e quando non esiste una strategia precisa. Come ha riferito una fonte del governo, Bush al riguardo è piuttosto vago, e "non capisce perchè l'argomento debba suscitare tanto scalpore in questo momento"

turchia

Due persone sono rimaste ferite, circa una oira fa, a Istanbul dall'esplosione di una bomba che aveva per bersaglio alcuni procuratori della Corte di sicurezza (Dgm) della metropoli turca. Lo ha detto l'agenzia Anadolu citando un magistrato. L'ordigno, attivato a distanza, e' esploso mentre un autobus che trasportava i magistrati passava sopra un ponte a Bakirkoy, nella parte europea di Istanbul, secondo quanto ha detto all'Anadolu il procuratore capo della Dgm Aykut Cengiz Engin. L'autista dell'autobus e un procuratore sono rimasti leggermente feriti, secondo il canale televisivo di sola informazione Ntv.

palestina

Un agente palestinese e' stato ucciso dai colpi sparati da soldati israeliani contro una postazione della polizia dell'Anp nel nord della striscia di Gaza. Secondo fonti sanitarie e della sicurezza, Nasser Abdel Qadr Bakr, 47 anni, e' stato colpito alla testa da un proiettile che lo ha raggiunto mentre era seduto all'interno della postazione, tra le citta' di Beit Lahiya e Beit Hanoun. E' iniziata stamattina la scarcerazione di un centinaio di palestinesi, detenuti dagli israeliani sulla base di procedure amministrative. La liberazione dei militanti palestinesi e' stata concordata tra il premier palestinese Abu Mazen e quello israeliano Ariel Sharon, nell'incontro avvenuto la scorsa settimana. La maggior parte dei detenuti saranno rilasciati dal carcere di Ketziot, nel deserto del Negev; gli altri dal campo di detenzione di Ofer, ad ovest di Ramallah. Lunedi' notte Israele ha rilasciato Tayseer Khaled, un importante esponente del Fronte di liberazione democratico. Tra i detenuti che saranno scarcerati oggi anche Ahmad Jubarah, 68 anni, in prigione da 28 anni.

israele

Il Premier israeliano, Ariel Sharon, ha definito da tempo un piano 'concreto' per smantellare 17 insediamenti in Cisgiordania, un piano che potra' essere realizzato nel quadro del Tracciato per la pace con i palestinesi. Lo ha reso noto il Presidente della Knesset, il rappresentante del Likud, Reuven Rivlin, in una intervista al quotidiano israeliano Haaretz in cui spiega inoltre di non aver accettato di entrare nel governo proprio per questo piano. Gli insediamenti che verranno chiusi sono quelli che confinano con il futuro stato palestinese. Fra questi vi sono le case di Nodkin, in cui vive il ministro degli Interni, Avigdor Lieberman .'Quando Sharon parla di concessioni dolorose, si riferisce a un piano concreto che ha gia' discusso con alcuni dei coloni' -ha spiegato Rivlin. 'Sharon ha accettato il principio che se vuole avere dei confini che consentano il passaggio dei palestinesi senza attraversare il nostro territorio, alcuni insediamenti dovranno essere sgomberati'. 'Arik -ha proseguito l'esponente del Likud- ha detto piu' volte che il loro sgombero e' necessario per poter raggiungere un qualche accordo. Ora vi sono piccoli settori di territorio. Dovranno essere uniti e collegati fra loro. E questo rendera' necessario evacuare circa 17 insediamenti'. Rivlin non ha nascosto le sue perplessita'. Perplessita' che condivide con numerosi esponenti del governo. 'Quando Sharon mi aveva offerto di diventare ministro, ho preferito diventare Presidente della Knesset. Gli ho detto in modo franco: stiamo procedendo verso una collisione inevitabile. Non posso rinunciare alla mia fede, non posso convertire la mia religione'.

iraq

La resistenza irachena ha annunciato di essere responsabile della sparizione di due piccoli batteli sui quali si trovavano 4 militari statunitensi e 3 civili, che sono scomparsi ieri nelle acque del golfo persico settentrionale. Un comunicato firmato dalla "direzione generale delle forze di combattimento della resistenza e liberazione dell'Iraq" è giunto oggi presso l'agenzia stampa Quds Press. Secondo il comunicato forze della resistenza irachena avrebbero attaccato i due battelli mentre stavano attraversando lo Shat El-Arab, in direzione del porto di Fao, per trasportare dei civili esperti di impianti petroliferi. Due dei tre civili erano kuwaitiani ed uno statunitense. Secondo il comunicato due razzi avrebbero colpito i battelli uccidendo sul colpi i suoi passeggeri. Nella notte è stato ucciso un soldato americano nel nord dell'raq. Il fatto è avvenuto vicino alla città di Balad, a 90 chilometri a nord della capitale, ha detto il maggiore William Thurmond, portavoce del Quinto corpo d'armata americano, che ha detto di non avere altri particolari da riferire. Non ha potuto riferire il nome del caduto perche' doveva essere ancora avvertita la famiglia. Quattro soldati americani e cinque civili, di nazionalità non indicata, sono stati fermati dagli iraniani vicino alla frontiera con l'Iraq. Sono stati interrogati e poi rilasciati, meno due civili che sono tuttora trattenuti dagli iraniani. L'annuncio è stato dato dal Comando centrale americano.

Austria

Un sole splendente ha accolto questa mattina i pendolari che in molte citta' austriache sono dovuti andare al lavoro in bicicletta, motorino o a piedi a causa dello sciopero nazionale dei trasporti pubblici e di altri settori della vita economica. L'Austria cerca di convivere oggi con le conseguenze della nuova ondata di scioperi settoriali nel pubblico e nel privato, indetti dalla Confederazione sindacale austriaca (Oegb) per protestare contro il progetto di riforma del sistema pensionistico inviato al Parlamento dal governo di centrodestra del cancelliere Wolfgang Schuessel. In alcune citta', come Villach al confine con l'Italia, i mezzi pubblici hanno circolato quasi regolarmente, in altre - come Vienna, Salisburgo o Graz - sono rimasti invece nei depositi. Voli in partenza cancellati anche all'aeroporto di Schwechat, a Vienna, dove per i passeggeri in arrivo sono stati allestiti autobus gratis della societa' aeroportuale, per il trasporto in citta'. In tutto hanno incrociato le braccia oggi un milione di austriaci, su una popolazione di circa otto milioni di persone. In sciopero le ferrovie, il trasporto pubblico, le poste, molti musei, la raccolta delle immondizie nelle grandi citta' del paese alpino, mentre anche polizia (saranno garantiti solo i servizi d'urgenza), gendarmeria e doganieri hanno espresso la loro solidarieta'. L'Oegb, che conta 1,4 milioni di iscritti su circa 4 milioni di lavoratori dipendenti in Austria, con i tre scioperi finora organizzati in un paese da 50 anni dedito alla pace sociale, ha per ora ottenuto il rinvio della votazione sul progetto di pensioni del governo, che avrebbe dovuto essere approvato domani 4 giugno dalla Camera dei deputati di Vienna per entrare in vigore dall'1 gennaio

Perù

Il Perù si prepara a una seconda settimana di proteste sociali dopo la decisione dei principali sindacati di ignorare lo stato d’emergenza proclamato dal presidente Alejandro Toledo il 27 maggio e continuare gli scioperi per esigere l’aumento dei salari. Lo scenario rischia di complicarsi ulteriormente nelle prossime ore: oggi è prevista infatti una manifestazione nazionale convocata dalla Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp), principale sindacato del Paese andino, alla quale hanno aderito le organizzazioni degli insegnati pubblici, degli agricoltori, dei lavoratori dei settori giudiziario e della previdenza sociale. “I vertici dei sindacati hanno deciso di proseguire la loro campagna di agitazione sociale sfidando con atteggiamento provocatorio lo stato d’emergenza – ha riferito in una nota il ministero della difesa di Lima – il governo ribadisce la sua volontà di aprire un dialogo ma al contempo esorta lo spirito civico e patriottico dei cittadini a difendere la democrazia e mantenere l’ordine pubblico respingendo chiunque favorisce i disordini con atti di violenza”. Intanto una ‘commissione di alto livello’ nominata dal governo è partita per Puno, la località situata sulle sponde del lago Titicaca, dove la settimana scorsa uno studente è rimasto ucciso e decine di altri sono stati feriti in scontri con la polizia. Padre Gaston Galatea, che guida la delegazione, ha spiegato che l’obiettivo è “ascoltare la verità degli abitanti di Puno su quanto accaduto giovedì scorso e le loro proposte su come si può risolvere il conflitto in corso”.

migranti - messico

La polizia di frontiera messicana ha denunciato che al ritmo attuale alla fine dell'anno si potrebbe registrare una cifra record di emigranti morti nel deserto dell'Arizona, dove solo nella settimana scorsa hanno perso la vita nove messicani che tentavano di entrare negli Stati Uniti alla ricerca di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morte 48 persone, in maggioranza messicani ma anche centroamericani, nel tentativo di attraversare la zona desertica che separa lo Stato messicano di Sonora dallo Stato americano dell'Arizona. Lo scorso anno, nel deserto dell'Arizona si registrarono 145 morti e le autorita' di frontiere ritengono che, al ritmo attuale, quest'anno il numero di clandestini morti potrebbe essere addirittura doppio rispetto all'anno passato. 'Il numero di morti e' gia' molto alto e non siamo ancora nei mesi piu' caldi dell'anno', ha detto Rob Daniels, portavoce della polizia di frontiera. Le autorita' messicane e quelle statunitensi hanno piazzato numerosi cartelli al principio della zona desertica per mettere in guardia i migranti dai pericoli di una traversata a temperature che, in estate, possono superare i 50 gradi. Il governo messicano ha inoltre inviato alla frontiera con l'Arizona 400 agenti della polizia federale per combattere il traffico di esseri umani verso gli Stati Uniti e sta procedendo a sistemare dei fari di emergenza nel deserto per permettere alle persone in difficolta' di chiedere aiuto.

alitalia

Si prevede un'altra giornata di caos per il trasporto aereo in Italia, a causa della protesta degli assistenti di volo Alitalia organizzata contro i tagli decisi dalla compagnia aerea. E' previsto uno sciopero di 4 ore, dalle 12 alle 16, di tutto il personale di terra e di volo, mentre sono ancora in malattia oltre 1100 dipendenti. Saranno cancellati 225 collegamenti. Già ieri, centinaia di voli sono stati soppressi. L'amministratore delegato di Alitalia, Francesco Mengozzi ha parlato di protesta ingiustificabile. Domani il governo incontrerà l'Alitalia e i sindacati per affrontare la situazione.

gror030603 (last edited 2008-06-26 09:57:20 by anonymous)