===19.30===

Esteri Palestina Secondo fonti palestinesi il capo di Fatah in Cisgiordania, attualmente sotto processo in Israele, doveva essere rilasciato su cauzione nelle prossime 48 ore, mentre il procedimento a suo carico sarebbe andato avanti avanti. Considerato da più parti il successore del presidente palestinese, Barghuthi, lo ricordiamo, fu sequestrato dalle truppe d'occupazione nell'aprile del 2002 a Ramallah. In qualità di membro del parlamento palestinese, si è sempre rifiutato di riconoscre la validità del procedimento a suo carico, cosi' come la legittimita' di un tribunale d'occupazione. Forti critiche si sono sollevate negli ambienti governativi israeliani per il probabile rilascio di Barghouti. Secondo il ministro israeliano per l'informazione Dani Naveh la sua liberazione “sarebbe un atto molto grave” e si sono moltiplicate in queste ore le dichiarazioni nettamente contrarie alla scarcerazione. E intanto, il generale israeliano Amos Gilad e il capo della sicurezza palestinese Mohamed Dahlan avranno oggi pomeriggio un incontro al checkpoint di Erez, nel nord della Striscia di Gaza, per discutere delle questioni relative alla sicurezza. In particolare, Gilad, che e' coordinatore per il governo israeliano delle attivita' in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e Dahlan parleranno dei meccanismi per il ritiro israeliano dai territori occupati. Sul terreno diplomatico, continua l'iniziativa dell'egitto: uomini dell'intelligence egiziana sono partiti ieri alla volta del Libano e della Siria per incontrare esponenti dei movimenti islamici palestinesi anche fuori dei Territori e convincerli a una tregua. Lo riporta questa mattina la stampa libanese. Sempre sul tema della sicurezza, Il capo del servizio di sicurezza interno israeliano, Avi Dichter e' giunto la scorsa notte a Washington per illustrare ai dirigenti statunitensi la necessita' di una lotta ad oltranza contro Hamas. E secondo quanto scrivono quotidiani arabi, l'obiettivo attuale dell'oamministrazione americana sarebbe quello di spingere il presidente palestinese, Yasser Arafat, a scegliere l'esilio in Tunisia se il tentativo di fermare la resistenza palestinese dovesse fallire. Lo rivela il quotidiano saudita Al-Watan che cita fonti diplomatiche tunisine. Secondo Al-Watan, gli americani hanno già contattato il presidente tunisino, Ben Ali, dandogli il via libera ad ospitare Arafat ed a dargli asilo. In particolare sembra che sia stata scelta la cittadina di Hammamet, come luogo dell'esilio, e che i lavori di costruzioni della sua abitazione nella località turisitica siano già in fase di conclusione. Arafat si rifugiò in Tunisia già nel 1982, dopo che le truppe israeliane lo costrinsero a lasciare la città libanese di Beirut dalla quale guidava la resistenza palestinese. Proprio in questi giorni si trova in Palestina una delegazione di Queer for peace, coordinamento GBLT, che lanciò mesi fa l'idea di una missione di pace in Palestina, internazionale, contro la guerra e per la globalizzazione dei diritti umani. Sono partiti una settimana fa e torneranno il 22. Abbiamo sentito Massimo, del Movimento Omossessuale Sardo, che si trova con la delegazione a Gerusalemme e che aggiorna sul loro viaggio. AUDIO Iraq I 17mila soldati britannici impegnati in Iraq potrebbero dover restare nel paese anche quattro anni se i fedeli al regime del deposto Saddam Hussein continueranno a sabotare l'opera delle forze della coalizione per ripristinare condizioni di sicurezza minime nel paese. Lo scrive il quotidiano britannico 'Times', citando fonti della Difesa secondo le quali i piani attualmente in vigore prevedono una missione di uno, al massimo due anni. In un'intervista concessa al quotidiano britannico, il generale Freddy Viggers - recentemente chiamato nel quartier generale di Baghdad - ha lanciato l'allarme, mettendo in guardia dal rischio cui va incontro il contingente di rimanere coinvolto in una nuova missione sul modello di quelle effettuate nei Balcani, ad esempio in Bosnia Erzegovina, dove dopo undici anni sono impegnati sul terreno ancora 1600 soldati britannici. E, intanto, una cosa è sicura: l’amministrazione americana ha invitato le imprese di telefonia a partecipare alla gara per l’assegnazione delle licenze per la gestione della rete di telefonia GSM che sarà adottata a Bagdad. Si tratta di un grande business: la scarsità o l'assenza di infrastrutture di comunicazione in molte zone del paese rende il wireless molto appetibile agli operatori per i prossimi anni. Ed è così che il governo statunitense dell'Iraq ha deciso che nel paese si preferirà il sistema GSM, nonostante in Iraq siano già operative quattro diverse reti di telefonia mobile che coprono vaste zone di territorio Gran Bretagna Si apre oggi l'inchiesta parlamentare britannica che dovrebbe far luce sulla possibilità che il governo Blair abbia manipolato dati di intelligence riguardo l'effettiva portata della minaccia degli armamenti iracheni. Ieri il senatore Carl Levin (democratico) ha dichiarato di avere le prove che la Cia ha deliberatamente occultato informazioni cruciali sugli armamenti iracheni fornite dagli ispettori Onu prima della guerra. L'obiettivo dell'inchiesta al via oggi è di valutare il ruolo avuto dal Foreign Office nella vicenda, mentre la Commissione Servizi Segreti conduce lavori paralleli, ma a porte chiuse. L'inchiesta parlamentare britannica si concentrerà in particolare sulle dichiarazioni del governo circa la capacità dell'Iraq di lanciare un attacco con armi di distruzione di massa nel giro di soli 45 minuti. Dalla fine ufficiale della guerra, gli alleati non hanno trovato in Iraq le prove della veridicità di tali affermazioni. E mentre l'amministrazione Bush ripete che si tratta solo di tempo, e che prove parziali già ci sono, il Congresso Usa deve avviare a sua volta, in settimana, un'inchiesta sulle informazioni pre-belliche fornite dal governo. Salonicco Si aprirà il 19 a Salonicco il vertice dell’Unione Europea. Saranno valutate in quella sede le proposte, presentate dalla Gran Bretagna e dalla Commissione Europea, in materia di asilo politico da richiedersi al di fuori del territorio comunitario. Proposte che Amnesty International ha definito “illegali e impraticabili”, in particolare rispetto alla Convenzione del 1951 sui rifugiati e anche ad altri standard del diritto internazionale in materia di asilo politico. Al vertice di Salonicco, riferisce un comunicato dell'organizzazione internazionale, si decideranno anche le future priorita' del sistema comune europeo in materia di asilo. E per questo Amnesty ha diffuso una lettera aperta in cui critica i Quindici per la mancanza di visione, per il pensiero a breve termine e la strabordante enfasi sul controllo e la repressione che caratterizzano l'atteggiamento dell'Ue in materia di asilo politico. Spagna 7 militanti baschi, di nazionalità francese e di età compresa tra i 23 e i 30 anni, sono stati interrogati questa mattina. Lo ha reso noto l’organizzazione di difesa dei prigionieri baschi Askatasuna che denuncia questi interrogatori avvenuti in diverse città dei Pirenei Atlantici. I 7 sono accusati di essere implicati in azioni di violenza urbana. Altre due persone sono state interrogate nel corso di questa operazione, uno dei quali membro del partito indipendentista basco Batasuna, fuori legge in Spagna e assistente dell’unico parlamentare europeo di Batasuna. Le perquisizioni effettuate non hanno dato risultati, ed è stato sequestrato un computer. Tutti si sono fatti interrogare senza opporre resistenza nel commissariato di polizia di Bayonne. Argentina Alimenti, farmaci, abbonamenti ai trasporti, biglietti per spettacoli, borse di studio o addirittura un lavoro a tempo determinato: è quello che l’amministrazione di Rosario, nella provincia argentina di Santa Fe (circa 500 chilometri a nord di Buenos Aires), ha promesso a tutti i detentori di armi da fuoco disposti a consegnarle. Il provvedimento varato in questi giorni è stato messo a punto dal consigliere comunale radicale Jorge Basso che lo ha ribattezzato “Progetto di disarmo volontario per la pace urbana”. Perché divenga effettivo, tuttavia, sarà necessario un massiccio stanziamento di fondi che per il momento scarseggiano. Nella provincia di Mendoza (1000 chilometri ad est della capitale), sulla cordigliera delle Ande, da tre anni la popolazione riceve buoni-pasto in cambio di armi. SUDAN: Attiviste dei Monti Nuba arrestate e maltrattate L’Organizzazione mondiale contro la tortura (Omct) ha lanciato un appello contro l’arresto e la violenza perpetrata nei confronti di un gruppo di attiviste. Secondo le informazioni diffuse dalla sezione sudanese dell’organizzazione, 38 rappresentanti dell’Associazione delle donne dei Monti Nuba sono state arrestate da 5 ufficiali dell’Nsa, la Sudanese National Security Agency. Le donne stavano partendo per una conferenza sulla pace e lo sviluppo nella città di Kawda, nei monti Nuba quando sono state intercettate, maltrattate e sottoposte a un interrogatorio. Omct condanna le continue restrizioni alla libertà di associazione in Sudan e le violenze alle attiviste dei diritti umani.

Kurdistan Da quando il partito Dehap ha avviato una campagna per richiedere l’amnistia generale per i prigionieri politici, il governo turco ha aumentato le misure repressive nei confronti della minoranza kurda ed in particolare sulle donne. Il 15 giugno Gulbhar una rappresentante del partito Dehap è stata rapita dai poliziotti in borghese , torturata e violentata per 8 ore e poi lasciata sull’autostrada ; il 16 le donne tra cui molte dell’associazione Madri della Pace , sono andate a Bingol per fare una manifestazione pacifista. La polizia turca le ha picchiate ed arrestate. Ricordiamo che il 20 giugno ad Ankara ci sarà la 4° udienza del processo a Leyla Zana , condannata a 15 anni di carcere da un tribunale gidicato iniquo dalla corte Suprema dei Diritti Umani che sta riesaminando il caso dopo la sentenza del 1994. Intanto Leyla Zana continua a rimanere prigioniera del governo Turco ed a scontare la pena insieme ad altri tre coimputati del suo stesso partito. A Roma dalle 10 dell’ 11 Giugno , 32 Kurdi e kurde e di etnia turca hanno cominciato lo sciopero della fame a P.zza S. Marco davanti alla sededell’ONU.Ciascuno di loro con storie diverse ha visto il rifiuto alla loro richiesta di asilo politico. Una Commissione predisposta per ascoltare le loro richieste dedica loro pochi minuti e dopo qualche giorno si vedono recapitare tutti la stessa risposta : il rimpatrio entro 15 giorni in Turchia, un paese dal quale sono fuggiti e dove li attende una spietata persecuzione. Dalle 19 di oggi è previsto un presidio in solidarietà con loro a P.zza S.Marco cui vim invitiamo ad andare.

Italia Roma – Carcere di Regina Coeli La popolazione detenuta di Regina Coeli ha iniziato ieri la battitura delle sbarre che prosegue anche oggi, dalle 16 alle 17 e dalle 22 alle 22.30. Si tratta di una forma di protesta volta a segnalare la disumanità e il sovraffollamento dei luoghi di detenzione (dove 7 persone devono convivere per 24 ore al giorno – comunicato) e la carenza di strutture sanitarie dovuta al taglio dei finanziamenti alla sanità. “Riteniamo che la concessione dell’indulto” affermano i detenuti nel loro comunicato “possa essere un atto primario per far sì che detenuti e polizia penitenziaria possano vivere senza il continuo stress dovuto al sovraccarico dei turni di lavoro e alla sovrappopolazione dei detenuti”. A questa, annunciano, seguiranno altre forme di protesta, fino a che non avranno ottenuto delle risposte dalla Direzione carceraria in merito all’applicazione della concessione delle misure alternative al carcere, all’aumento della liberazione anticipata a 4 mesi, alla riforma dei codici penali, all’indulto e all’amnistia

Migranti Nuovo sbarco di migranti questa mattina a Lampedusa. Un' imbarcazione di 15 metri, con a bordo 137 nord africani, compresi una decina tra donne e bambini, e' stata intercettata e bloccata dalla guardia di finanza a due miglia a sud delle coste dell' isola. Per alcuni di loro, fortemente provati dal viaggio soprattutto per il caldo e la mancanza d' acqua da bere, si e' reso necessario il ricovero in ospedale. Agenti della guardia di Finanza di Palermo intanto hanno Una bambina somala di tre anni, in particolare, è affetta da meningite. Migranti due Il naufragio di un'imbarcazione con a bordo circa 70 migranti e' stato segnalato da un uomo e due donne che dopo essere stati soccorsi dal motopeschereccio tunisino "Almahdia" nel Canale di Sicilia hanno dichiarato di essere superstiti di questa sciagura. I tre andavano alla deriva su un piccolo canotto di gomma. Alle 21 di ieri sera sono iniziate ricerche coordinate dalla Capitaneria di porto di Palermo. Al momento, sono undici i corpi recuperati, ma altri cadaveri sarebbero già stati avvistati. Secondo il racconto dei tre sopravvissuti, il naufragio sarebbe avvenuto il 14 giugno durante la navigazione verso Lampedusa, a una quarantina di miglia a sud dell'isola. Ed è delle 17 e 40 la notizia secondo la quale sono stati avvistati a 24 miglia a Sud di Lampedusa un barcone carico di immigrati. L'imbarcazione si aggiunge a un'altra che è stata avvistata poco più vicino all'isola. Le navi saranno scortate al porto nelle prossime ore.

Domenica 15 giugno a Cagliari, a neppure due mesi dalle ultime perquisizioni, la DIGOS perquisisce contemporaneamente, coinvolgendo numerosi compagni, due abitazioni. Durante la prima perquisizione effettuata a casa di una compagna del circolo Fraria è notificato l’avviso di garanzia per gli artt. 270 e 270 bis. Il mandato è lo stesso con il quale erano state effettuate le precedenti perquisizioni. Il materiale sequestrato consiste in materiale cartaceo (lettere, documenti, indirizzi ecc.), schede telefoniche Telecom, una audiocassetta e il telefono cellulare (con scheda) della compagna. L’altra perquisizione, che ha coinvolto alcune compagne e alcuni compagni del circolo Fraria, è stata effettuata utilizzando l’art. 41 (per armi ed esplosivi); al momento dell’irruzione erano presenti sei compagne/i

Ostuni: una nuova provocazione si sono presentati in 8 tra polizia e carabinieri a casa di un compagno e una compagna dei Cobas, perchè lui era stato presuntamente riconosciuto tra le persone presenti nel video della stazione di Bologna il 19 marzo dello scorso anno, giorno dell'omicidio Biagi. Nonostante si fossero subito accorti dell’evidenza dell’errore, pilizia e carabienieri hanno comunque perquisito la casa e la macchina e, non contenti, sono anche andati nella scuola dove la compagna fa la maestra, per perquisire il suo armadietto.

Soccavo - Napoli Nella serata di ieri sera un gruppo di circa 40 rom rumeni sono stati accolti nelle strutture adiacenti al csoa Terraterra. I nomadi, fuggiti dal quartiere fuorigrotta, dopo varie minaccie e aggresioni, vivono oramai da mesi in condizioni pietosi !! Nella giornata di oggi un gruppo di attivisti del centro ha fatto irruzione nel comune di Soccavo, costringendo il presidente ad una seduta straordinaria, ed ha prendere in considerazione la faccenda.. dopo ore di trattativa, è ancora in bilico il futuro di questi rom; “che comunque” assicurano i compagni e le compagne del centro “fin quando rimarranno nel quartiere avranno tutta la protezione e la prima assistenza necessaria”.

Palermo Alle 13 di oggi tutte le famiglie che aderiscono al Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" Hanno occupato l'assessorato alla Casa in via Maqueda. La tensione era palpabile dopo l'inaspettato e ingiustificato volta-faccia da parte dei dirigenti dell'assessorato che hanno escluso alcune famiglie al momento della ratifica finale della graduatoria per il diritto alla casa. Per queste famiglie era già stato redatto regolarmente un verbale di commissione che riconosceva loro il diritto all'ingresso nella graduatoria: la loro esclusione è stata oggi motivata dal fatto che il Comune sta ancora pagando dei canoni di affitto per dei contratti che, in ogni caso, scadranno ad agosto. Nel pomeriggio, è stato convocato un presidio sotto l’Assessorato.

GR ORE 13.00

Esteri

Palestina

Forti critiche si sono sollevate negli ambienti governativi israeliani per la richiesta fatta dal ministro della Sicurezza palestinese Mohammed Dahlan di scarcerare Marwan Barghouti, leader dei Tanzim, il braccio di Al-Fatah dedito alla resistenza. Dahlan ha presentato la proposta al coordinatore israeliano per i territori, generale Amos Gilad. Secondo il ministro israeliano per l'informazione Dani Naveh "la liberazione di terroristi come Barghouti sarebbe un atto molto grave, poiché darebbe un premio a coloro che invece hanno solo danneggiato il processo di pace". "Su questo tema Israele non può accettare nessuna strada di compromesso - risponde il vicepremier Ehud Olmert - In un momento infatti in cui stiamo cercando di arrivare a un interruzione del terrore, a una smilitarizzazione dei gruppi che lo praticano, e all'arresto degli elementi che sono ancora a favore di questa strada, non sarebbe accettabile, proprio in questo quadro di lasciare liberi quei terroristi che sono già nelle nostre mani". La notizia dell'imminente liberazione di Barghouti era stata data dallo stesso Arafat, con una telefonata alla famiglia del medico palestinese.

Sul terreno diplomatico, continua l'iniziativa dell'egitto: uomini dell'intelligence egiziana sono partiti ieri alla volta del Libano e della Siria per incontrare esponenti dei movimenti islamici palestinesi anche fuori dei Territori e convincerli a una tregua. Lo riporta questa mattina la stampa libanese. Continuano così gli sforzi congiunti degli Stati Uniti e dell'Egitto affinche' palestinesi e israeliani trovino un accordo sul cessate-il-fuoco.

il generale israeliano Amos Gilad e il capo della sicurezza palestinese Mohamed Dahlan avranno oggi pomeriggio un incontro al checkpoint di Erez, nel nord della Striscia di Gaza, per discutere delle questioni relative alla sicurezza. In particolare, Gilad, che e' coordinatore per il governo israeliano delle attivita' in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e Dahlan parleranno dei meccanismi per il ritiro israeliano dai territori occupati.

Sempre sul tema della sicurezza, Il capo dello Shin Bet (servizio di sicurezza interno israeliano) Avi Dichter e' giunto la scorsa notte a Washington per illustrare ai dirigenti statunitensi la necessita' di una lotta ad oltranza contro Hamas. Secondo i mezzi di informazione israeliani il compito di Dichter e' di spiegare che il progetto di un 'cessate il fuoco' attualmente discusso fra il premier palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) e i vertici politici di Hamas puo' essere positivo solo per un periodo iniziale di alcune settimane, dopo il quale - secondo Israele - dovrebbe iniziare lo smantellamento della infrastruttura militare di quella organizzazione.

E secondo quanto scrivono quotidiani arabi, l'obiettivo attuale dell'oamministrazione americana sarebbe quello di spingere il presidente palestinese, Yasser Arafat, a scegliere l'esilio in Tunisia se il tentativo di fermare la resistenza palestinese dovesse fallire. Lo rivela il quotidiano saudita Al-Watan che cita fonti diplomatiche tunisine. Secondo Al-Watan, gli americani hanno già contattato il presidente tunisino, Ben Ali, dandogli il via libera ad ospitare Arafat ed a dargli asilo. In particolare sembra che sia stata scelta la cittadina di Hammamet, come luogo dell'esilio, e che i lavori di costruzioni della sua abitazione nella località turisitica siano già in fase di conclusione. Arafat si rifugiò in Tunisia già nel 1982, dopo che le truppe israeliane lo costrinsero a lasciare la città libanese di Beirut dalla quale guidava la resistenza palestinese.

Iraq

I 17mila soldati britannici impegnati in Iraq potrebbero dover restare nel paese anche quattro anni se i fedelissimi al regime del deposto Saddam Hussein continueranno a sabotare l'opera delle forze della coalizione per ripristinare condizioni di sicurezza minime nel paese. Lo scrive il quotidiano britannico 'Times', citando fonti della Difesa secondo le quali i piani attualmente in vigore prevedono una missione di uno, al massimo due anni.

In un'intervista concessa al quotidiano britannico, il generale Freddy Viggers - recentemente chiamato nel quartier generale di Baghdad - ha lanciato l'allarme, mettendo in guardia dal rischio cui va incontro il contingente a meno di una cattura in tempi brevi di Saddam Hussein: quello di rimanere coinvolto in una nuova missione sul modello di quelle effettuate nei Balcani, ad esempio in Bosnia Erzegovina, dove dopo undici anni sono impegnati sul terreno ancora 1600 soldati britannici.

Gran Bretagna

Si apre oggi l'inchiesta parlamentare britannica che dovrebbe far luce sulla possibilità che il governo Blair abbia manipolato dati di intelligence riguardo l'effettiva portata della minaccia degli armamenti iracheni. L'avvio dell'indagine della Commissione Affari Esteri della Camera dei Comuni, sottolinea la Bbc, coincide con un nuovo attacco all'amministrazione Bush, sulla base dello stesso sospetto: ieri il senatore Carl Levin (democratico) ha dichiarato di avere le prove che la Cia ha deliberatamente occultato informazioni cruciali sugli armamenti iracheni fornite dagli ispettori Onu prima della guerra. A Londra, intanto, la Commissione Affari Esteri si appresta ad ascoltare i due ex ministri che hanno abbandonato il governo proprio per protestare contro l'intervento armato in Iraq: l'ex responsabile dei Rapporti con il parlamento Robin Cook e la signora Claire Short, ex ministro della Cooperazione internazionale. L'obiettivo dell'inchiesta al via oggi è di valutare il ruolo avuto dal Foreign Office nella vicenda, mentre la Commissione Servizi Segreti conduce lavori paralleli, ma a porte chiuse. Il premier Tony Blair ha fatto sapere che - "come da tradizione" - non testimonierà davanti alla Commissione Affari Esteri, mentre ha annunciato di essere disposto a rispondere alle domande del comitato che si occupa dei servizi segreti. Tony Blair dichiara la totale innocenza del governo nella vicenda: nessuna manipolazione della informazioni di intelligence, nessuna esagerazione sulla portata della minaccia irachena. L'inchiesta parlamentare britannica si concentrerà in particolare sulle dichiarazioni del governo circa la capacità dell'Iraq di lanciare un attacco con armi di distruzione di massa nel giro di soli 45 minuti. Dalla fine ufficiale della guerra, gli alleati non hanno trovato in Iraq le prove della veridicità di tali affermazioni. E mentre l'amministrazione Bush ripete che si tratta solo di tempo, e che prove parziali già ci sono, il Congresso Usa deve avviare a sua volta, in settimana, un'inchiesta sulle informazioni pre-belliche fornite dal governo.

Salonicco

Il Dipartimento di Stato Usa ha chiesto ai cittadini americani che hanno l'intenzione di recarsi nei prossimi giorni a Salonicco, in Grecia, e nei dintorni, di stare particolarmente attenti, perche' sono in calendario diverse manifestazioni di protesta in margine al Vertice dell' Unione europea, in calendario dal 19 al 21 giugno. Il Dipartimento di Stato ricorda che manifestazioni di protesta, che potrebbero attirare fino a 100.000 persone, sono previste a Salonicco e a Neos Marmaros, e che atti ostili nei confronti di cittadini americani non sono da escludere. Il consolato Usa di Salonicco sara' chiuso il 19 e il 20 giugno, e l'avvertimento ai cittadini Usa e' in vigore fino al 23.

Usa

George Bush non gode di grandi simpatie, oltre i confini degli Stati Uniti. Secondo quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla BBC per uno speciale televisivo sull'America, il 57 per cento degli intervistati in undici diversi Paesi ha un'opinione decisamente o piuttosto sfavorevole del Presidente Usa. La cifra sale al 60 per cento se si escludono gli intervistati di nazionalita' americana. Diverso il discorso per gli Stati Uniti che comunque vengono considerati positivamente dal 50 per cento degli intervistati nel mondo (esclusi gli americani), contro un 40 per cento che invece dichiara di non amare molto il Paese. Le interviste sono state condotte in Australia, Canada, Brasile, Francia, Indonesia, Israele, Giordania, Russia, Corea del Sud, Gran Bretagna e Stati Uniti. Oltre la meta' degli intervistati non ha approvato la decisione americana di invadere l'Iraq, con picchi dell'81 per cento in Russia e del 63 per cento in Francia. Solo il 37 per cento ha sostenuto la campagna militare per deporre Saddam Hussein (una cifra molto bassa, se si considera che e' stata composta con il 74 per cento della risposta degli americani e con il 79 per cento degli israeliani

Spagna

Sept militants indépendantistes basques présumés, âgés de 23 à 30 ans, ont été interpellés mardi matin dans plusieurs communes du pays basque français, a-t-on appris de sources concordantes.Selon un communiqué de l'organisation de défense des prisonniers basques Askatasuna, qui dénonce ces interpellations survenues à Ascain, Ustaritz, Larressore, Bassussary et Cibourre (Pyrénées-Atlantiques), Patxi Etxart, Thomas Daguerre, Pettan Senacq, Jon Irigoyen et Franck Gramont, tous de nationalité française, sont soupçonnés d'être impliqués dans des actions de "kalle borroka" (violence urbaine).De source policière, on indique que deux autres personnes, Mikel Berasaluce, 28 ans, et Egoitz Urritikoechea, 29 ans, ont été interpellées dans le cadre de cette opération.Egoitz Urritikoechea, membre du parti indépendantistes radical basque Batasuna, interdit en Espagne, est l'attaché parlementaire du seul député européen de Batasuna, Koldo Gorostiaga.Les six autres sont, selon la police, des membres présumés de l'organisation de la jeunesse basque radicale Segi, interdite en Espagne, ce qu'Askatasuna dément.Les perquisitions menées lors de ces interpellations n'ont rien donné. Seul un ordinateur a été saisi chez Egoitz Urritikoechea, a-t-on précisé de source policière.Tous se sont laissés interpeller sans résistance avant d'être placés en garde à vue au commissariat de police de Bayonne, a-t-on précisé de même source.Ces interpellations ont eu lieu alors que six personnes étaient arrêtées dans la province basque espagnole de Biscaye (nord) dans le cadre d'une opération contre la violence urbaine liée à des groupes proches de l'organisation séparatiste ETA.

Marocco

Le journaliste franco-marocain Ali Lamrabet a été condamné mardi par la cour d'appel de Rabat à trois ans de prison ferme, notamment pour "outrage à la personne du roi", et à l'interdiction de ses deux journaux satiriques.La cour d'appel a réduit d'un an la peine de quatre ans de prison prononcée en première instance le 21 mai, mais a maintenu l'interdiction des hebdomadaires Demain Magazine et Doumane (arabophone) ainsi que l'amende de 20.000 dirhams d'amende (environ 2 000 euros).Ali Lamrabet, qui n'était pas présent à la cour d'appel, est "déterminé" à poursuivre la grève de la faim qu'il observe depuis le 6 mai, a déclaré l'un de ses avocats, Abderrahim Jamaï, rappelant que son client se trouve dans un "grave état de santé".Le journaliste satirique, qui est le correspondant au Maroc de l'organisation Reporters sans Frontières RSF), a été condamné pour "outrage à la personne du roi", pour atteinte au "régime monarchique" et atteinte à "l'intégrité" territoriale du pays.Le Premier ministre du Maroc, Driss Jettou, avait affirmé lundi à Paris, après un entretien avec le président Jacques Chirac, que le Maroc entendait traiter "avec sagesse et modération" le cas du journaliste franco-marocain.Plusieurs organisations internationales ont dénoncé la condamnation du journaliste, notamment RSF, Amnesty International et la Fédération internationale des journalistes

Argentina

Alimenti, farmaci, abbonamenti ai trasporti, biglietti per spettacoli, borse di studio o addirittura un lavoro a tempo determinato: è quello che l’amministrazione di Rosario, nella provincia argentina di Santa Fe (circa 500 chilometri a nord di Buenos Aires), ha promesso a tutti i detentori di armi da fuoco disposti a consegnarle. Il provvedimento varato in questi giorni è stato messo a punto dal consigliere comunale radicale Jorge Basso che lo ha ribattezzato “Progetto di disarmo volontario per la pace urbana”. Perché divenga effettivo, tuttavia, sarà necessario un massiccio stanziamento di fondi che per il momento scarseggiano. L’obiettivo, ha spiegato Basso, “è la protezione dei cittadini e di tutta la comunità” in una città pesantemente colpita da un’ondata di violenza che ha spinto la gente a farsi giustizia da sé. “Ma armandosi non si guadagna in sicurezza” ha sottolineato il consigliere comunale. L’iniziativa del comune di Rosario non è nuova: nella provincia di Mendoza (1000 chilometri ad est della capitale), sulla cordigliera delle Ande, da tre anni la popolazione riceve buoni-pasto in cambio di armi.

Italia

Migranti

Nuovo sbarco di migranti questa mattina a Lampedusa. Un' imbarcazione di 15 metri, con a bordo 137 nord africani, compresi una decina tra donne e bambini, e' stata intercettata e bloccata dalla guardia di finanza a due miglia a sud delle coste dell' isola. Per alcuni di loro, fortemente provati dal viaggio soprattutto per il caldo e la mancanza d' acqua da bere, si e' reso necessario il ricovero in ospedale. I militari delle fiamme gialle del reparto operativo aeronavale di Palermo intanto hanno arrestato anche i due presunti scafisti. L' intervento della guardia di finanza anticipa i tempi di attuazione del programma del Viminale per combattere l' immigrazione.

Migranti due

Il naufragio di un'imbarcazione con a bordo circa 70 migranti e' stato segnalato da un uomo e due donne che dopo essere stati soccorsi dal motopeschereccio tunisino "Almahdia" nel Canale di Sicilia hanno dichiarato di essere superstiti di questa sciagura. I tre andavano alla deriva su un piccolo canotto di gomma. I pescatori nordafricani hanno trasmesso l'allarme via radio e alle 21 di ieri sera sono iniziate ricerche coordinate dalla Capitaneria di porto di Palermo. Vi partecipano unita' aeronavali della Marina, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Secondo il racconto dei tre sopravvissuti, il naufragio sarebbe avvenuto il 14 giugno durante la navigazione verso Lampedusa, a una quarantina di miglia a sud dell'isola.

Perquisizioni

Cagliari A neppure due mesi dalle ultime perquisizioni la DIGOS, su mandato del P.M. De Angelis, torna ad applicare la sua strategia “a sorpresa”. Domenica 15 giugno vengono perquisite contemporaneamente, coinvolgendo numerosi compagni, due abitazioni. Durante la prima perquisizione effettuata a casa di una compagna del circolo Fraria è notificato l’avviso di garanzia per gli artt. 270 e 270 bis, il mandato è il 2839/03 lo stesso con il quale erano state effettuate le precedenti perquisizioni (“il quadro investigativo si è, via via, arricchito, sul piano delle conoscenze, a partire dagli attentati (falliti), del 26.09.02, in occasione della visita (…) del Ministro degli Interni, progressivamente sviluppati con azioni dimostrative, lettere minatorie, attentati (…). L’area di interesse è sempre la medesima, così come i temi che maggiormente caratterizzano il dibattito interno ed i rapporti sia tra i vari soggetti, sia con correlate organizzazioni all’estero (con il coinvolgimento anche del versante carcerario). Pur non essendo possibile ricondurre il singolo episodio a precisi soggetti, è certa la vicinanze delle tematiche e delle rivendicazioni politiche di gruppi di appartenenze rispetto alle tematiche sviluppate nelle attività oggetto delle singole indagini. Occorre quindi dispiegare le attività di indagine anche con atti a sorpresa (perquisizioni e sequestri ) che consentano di confermare l’ipotesi investigativa di un collegamento (di organizzazione o soggettivo) tra i fatti oggetto di analisi e i soggetti sotto indicati”). Il nuovo mandato differisce dai precedenti solo per l’assenza della specificazione del magistrato firmatario, questa volta gli atti sono genericamente sottoscritti dal Procuratore della Repubblica, Direzione Distrettuale Antiterrorismo. Il materiale sequestrato consiste in materiale cartaceo (lettere, documenti, indirizzi ecc.), schede telefoniche Telecom, una audiocassetta e il telefono cellulare (con scheda) della compagna. L’altra perquisizione, che ha coinvolto alcune compagne e alcuni compagni del circolo Fraria, è stata effettuata utilizzando l’art. 41 T.U.L.P.S. (per armi ed esplosivi); al momento dell’irruzione erano presenti sei compagne/i Questi i fatti, vi invieremo al più presto, altre notizie. Sempri ainnantis Fraria

GR ORE 9.30

palestina

Uomini dell'intelligence egiziana sono partiti ieri alla volta del Libano e della Siria per incontrare esponenti dei movimenti islamici palestinesi anche fuori dei Territori e convincerli a una tregua. Lo riporta questa mattina la stampa libanese. Continuano così gli sforzi congiunti degli Stati Uniti e dell'Egitto affinche' palestinesi e israeliani trovino un accordo sul cessate-il-fuoco. La radio israeliana ha fatto sapere questa mattina che il capo dei servizi segreti interni israeliani, Shin Bet, si trova a Washington per aggiornare personalmente il presidente Bush sulla situazione della sicurezza in Israele in queste ore di complicata trattativa affiancata comunque da continui allarmi terroristi. Continuano anche gli incontri tra i vertici della sicurezza israeliana e palestinese. Il ministro palestinese Mohammed Dahlan ha chiesto ieri a Israele di liberare quanto prima Marwan Barghouti, leader del movimento Tanzim e della resistenza laica palestinese, e che si trova sotto processo a Tel Aviv

Il leader palestinese Yasser Arafat ha chiamato la famiglia di Marwan Barghouti nelle prime ore di oggi e ha detto che l'esponente cisgiordano incarcerato sarà rilasciato entro due giorni, secondo quanto hanno reso noto i familiari di Barghouti.

  • La notizia dell'imminente rilascio di Barghouti non ha tuttavia ancora trovato conferma presso le autorità israeliane, che non hanno rilasciato dichiarazioni. Gli stessi familiari di Barghouti hanno accolto con scetticismo la notizia comunicata loro da Arafat con una telefonata alle 2 della notte (l'una in Italia). Barghouti è in attesa di processo per omicidio, accusato da Israele di complicità, anche se non di materiale, negli attentati costati la vita a 26 israeliani. Lo scorso 2 giugno è stata completata la fase istruttoria, ma Barghouti, che non riconosce il diritto del tribunale israeliano di processarlo, non ha ancora deciso se nominare un difensore. Marwan Barghouti è il leader del movimento Al-Fatah di Arafat in Cisgiordania. Autore di fieri discorsi a favore della resistenza palestinese, però si è sempre soltanto un membro del parlamento palestinese, un personaggio politico e di non avere alcun rapporto con la resistenza armata

L'obiettivo attuale dell'oamministrazione americana sarebbe quello di spingere il presidente palestinese, Yasser Arafat, a scegliere l'esilio in Tunisia se il tentativo di fermare la resistenza palestinese dovesse fallire. Lo rivela il quotidiano saudita Al-Watan che cita fonti diplomatiche tunisine. Secondo Al-Watan, gli americani hanno già contattato il presidente tunisino, Ben Ali, dandogli il via libera ad ospitare Arafat ed a dargli asilo. In particolare sembra che sia stata scelta la cittadina di Hammamet, come luogo dell'esilio, e che i lavori di costruzioni della sua abitazione nella località turisitica siano già in fase di conclusione. Arafat si rifugiò in Tunisia già nel 1982, dopo che le truppe israeliane lo costrinsero a lasciare la città libanese di Beirut dalla quale guidava la resistenza palestinese. Mac Il capo dello Shin Bet (servizio di sicurezza interno israeliano) Avi Dichter e' giunto la scorsa notte a Washington per illustrare ai dirigenti statunitensi la necessita' di una lotta ad oltranza contro Hamas. Secondo i mezzi di informazione israeliani il compito di Dichter e' di spiegare che il progetto di un 'cessate il fuoco' attualmente discusso fra il premier palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) e i vertici politici di Hamas puo' essere positivo solo per un periodo iniziale di alcune settimane, dopo il quale - secondo Israele - dovrebbe iniziare lo smantellamento della infrastruttura militare di quella organizzazione. Ma un 'cessate il fuoco' che non fosse accompagnato da misure repressive verso gli islamici giocherebbe a loro favore, secondo Dichter, perche' consentirebbe loro di riorganizzarsi dopo aver subito per mesi la pressione militare israeliana. Nei giorni scorsi fonti israeliane di sicurezza hanno inoltre accusato i dirigenti di Hamas a Gaza di aver progettato l'attentato del 30 aprile a Tel Aviv (compiuto da un kamikaze britannico) di intesa con elementi di al-Qaida.

Iraq

Le Nazioni Unite prevedono di pagare più di cento milioni di dollari per chiudere il programma "oil-for-food", petrolio contro cibo, che durante il regime di Saddam Hussein ha garantito all'Iraq i rifornimenti alimentari e di prima necessità. Lo ha annunciato il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite ha deciso lo scorso mese di togliere tutte le sanzioni economiche contro l'Iraq e di eliminare il programma entro il 21 novembre. Il programma oil-for-food era stato adottato nel 1996 per aiutare la popolazione irachena colpita dalle sanzioni economiche imposte dopo l'invasione irachena del Kuwait, nel 1990. La cifra esatta calcolata dalle Nazioni per chiudere il programma è di 106 milioni di dollari, ha detto ieri Annan in un rapporto. Successivamente, la responsabilità del programma passerà in carico alla coalizione guidata dagli Stati Uniti

Salonicco

Il Dipartimento di Stato Usa ha chiesto ai cittadini americani che hanno l'intenzione di recarsi nei prossimi giorni a Salonicco, in Grecia, e nei dintorni, di stare particolarmente attenti, perche' sono in calendario diverse manifestazioni di protesta in margine al Vertice dell' Unione europea, in calendario dal 19 al 21 giugno. Il Dipartimento di Stato ricorda che manifestazioni di protesta, che potrebbero attirare fino a 100.000 persone, sono previste a Salonicco e a Neos Marmaros, e che atti ostili nei confronti di cittadini americani non sono da escludere. Il consolato Usa di Salonicco sara' chiuso il 19 e il 20 giugno, e l'avvertimento ai cittadini Usa e' in vigore fino al 23.

Usa

George Bush non gode di grandi simpatie, oltre i confini degli Stati Uniti. Secondo quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla BBC per uno speciale televisivo sull'America, il 57 per cento degli intervistati in undici diversi Paesi ha un'opinione decisamente o piuttosto sfavorevole del Presidente Usa. La cifra sale al 60 per cento se si escludono gli intervistati di nazionalita' americana. Diverso il discorso per gli Stati Uniti che comunque vengono considerati positivamente dal 50 per cento degli intervistati nel mondo (esclusi gli americani), contro un 40 per cento che invece dichiara di non amare molto il Paese. Le interviste sono state condotte in Australia, Canada, Brasile, Francia, Indonesia, Israele, Giordania, Russia, Corea del Sud, Gran Bretagna e Stati Uniti. Oltre la meta' degli intervistati non ha approvato la decisione americana di invadere l'Iraq, con picchi dell'81 per cento in Russia e del 63 per cento in Francia. Solo il 37 per cento ha sostenuto la campagna militare per deporre Saddam Hussein (una cifra molto bassa, se si considera che e' stata composta con il 74 per cento della risposta degli americani e con il 79 per cento degli israeliani

Francia

Decine di esponenti dei 'Mujaheddin del popolo', principale gruppo di opposizione iraniano, sono stati arrestati durante una massiccia operazione di polizia condotta in Francia. Secondo fonti investigative, il giudice Jean-Louis Bruguiere, ha ordinato arresti in 13 localita' del Paese, coinvolgendo 1.200 agenti tra cui gli uomini delle unita' antiterrorismo. Perquisito anche il quartier generale dell'organizzazione in Europa, un complesso di edifici ad Auvers-sur-Oise, a nord di Parigi. Fondato su un mix di dottrina marxista e fondamentalismo islamico, il movimento partecipo' alla rivoluzione iraniana del 1979, ma entro' presto in contrasto con il regime degli ayatollah e i suoi esponenti decisero di cercare rifugio in Iraq, dove per anni furono finanziati da Saddam Hussein. Gli Stati Uniti considerano i 'Mujaheddin del popolo' alla stregua di un'organizzazione terroristica.

La Francia rinnova il suo diritto d'asilo per restare terra di accoglienza: lo afferma il ministro degli Esteri Dominique de Villepin, in un intervento pubblicato oggi (martedi') dal quotidiano cattolico 'La Croix'. Ritornando sul progetto di legge in materia, approvato dai deputati francesi in prima lettura il 5 giugno scorso, de Villepin afferma che il principio del diritto d'asilo non viene rimesso in discussione. La Francia conta di restare fedele alla sua tradizione e di rimanere la terra di accoglienza che e' sempre stata dopo la Rivoluzione francese, scrive il ministro, pur sottolineando le difficolta' che si incontrano nel far applicare tale diritto. Egli cita ritardi nelle risposte che raggiungono talvolta quasi due anni, centri di accoglienza sommersi e soprattutto rifugiati ingiustamente mantenuti, per mesi, in condizione di precarieta. In cinque anni, il numero delle domande di asilo e' passato da 23.000 a 80.000, mentre 6.500 persone hanno beneficiato del diritto d'asilo nel 2002. Questa e' la realta': oltre il 90% delle domande di asilo non hanno potuto essere accolte perche' si basavano su motivazioni economiche, precisa de Villepin. Il governo francese propone anzitutto una semplificazione del regime attuale, affinche' le domande siano trattate, nel termine di due mesi, da una sola amministrazione invece che dalle attuali due. Inoltre - prosegue il ministro - la riforma integra principi attualmente discussi nelle istanze europee, che corrispondono alla necessita' di tener conto dei cambiamenti intervenuti negli ultimi 50 anni, soprattutto con l'emergere delle mafie.

immigrazione

Nuovo sbarco di migranti questa mattina a Lampedusa. Un' imbarcazione di 15 metri, con a bordo 137 nord africani, compresi una decina tra donne e bambini, e' stata intercettata e bloccata dalla guardia di finanza a due miglia a sud delle coste dell' isola. Per alcuni di loro, fortemente provati dal viaggio soprattutto per il caldo e la mancanza d' acqua da bere, si e' reso necessario il ricovero in ospedale. I militari delle fiamme gialle del reparto operativo aeronavale di Palermo intanto hanno arrestato anche i due presunti scafisti. L' intervento della guardia di finanza anticipa i tempi di attuazione del programma del Viminale per combattere l' immigrazione.

roma Una bomba è esplosa nei pressi del liceo spagnolo a roma. L' ordigno è stato collocato in un contenitore di metallo di forma cilindrica e lasciato davanti al portone d' ingresso della scuola iberica 'Cervantes'. Lo scoppio ha divelto la parte bassa di destra del portone di ferro, alto circa 3 metri ma non ha provocato danni all'interno ad esclusione dei vetri delle finestre, distrutti dall'onda d' urto. Gli artificieri hanno raccolto i resti dell'ordigno per analizzarli e stabilire il tipo di sostanza utilizzata. Ad un primo esame, però, la bomba era apparsa di potenzialità limitata. . Va ricordato che domani nel liceo spagnolo cominceranno gli esami di maturità.

gror030617 (last edited 2008-06-26 09:50:05 by anonymous)