GR ORE 13.00

Esteri

IRAQ

Baghdad, I soldati americani hanno aperto il fuoco su centinaia di manifestanti, riuniti dinanzi al quartier generale della coalizione a Baghdad: fonti giornalistiche parlano di uno, forse due morti, anche se un ufficiale dell'esercito statunitense ha sminuito la gravita' degli scontri, assicurando che ci sono stati solo due feriti (uno dei quali in modo non grave). La dimostrazione - sembra innescata dai soldati dell'esercito irachenosciolto dal capo dell'amministrazione provvisoria Paul Bremer- si svolgeva dinanzi all'ex palazzo presidenziale, che ora ospita il comando della coalizione in Iraq. La folla ha preso di mira anche una troupe televisiva e si e' scagliata su automobili di passaggio. La manifestazione, scatenata dalle proteste per il mancato pagamento di settimane di stipendio, coincide con l'escalation di agguati contro i militari nel Paese e con la reazione statunitense, che domenica ha lanciato un'ultima operazione, 'Scorpione del deserto', per sradicare le sacche di resistenza. Ancora da Baghdad, due soldati statunitensi di guardia a una stazione di rifornimento alla periferia di Baghdad sono rimasti uccisi, colpiti dall'esplosione di una bomba a mano. Lo ha riferito un fotografo dell'agenzia Afp, secondo il quale elicotteri Usa arrivati sul luogo hanno recuperato immediatamente i cadaveri, mentre gli attaccanti sono riusciti a fuggire.

IRAN/ PARIGI, 26 PRESUNTI MUJAHEDDIN RESTANO IN STATO DI FERMO

PALESTINA

COREA DEL NORD

La Corea del Nord ha rifiutato la proposta di un colloquio a cinque, prospettato dagli Usa, per trovare una soluzione al braccio di ferro da mesi intrapreso con Washington, in seguito alla dichiarazione di Pyongyang di avere un programma atomico militare e all’uscita del Paese asiatico dal Trattato di non proliferazione nucleare. Non ci sarà, dunque, il vertice tra Usa, Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud e Corea del Nord. Quest’ultima ha invece rincarato le minacce prospettando un “ rafforzamento del deterrente nucleare come misura di autodifesa”, come si legge in un comunicato del ministero degli esteri in cui si spiega anche che un tavolo a cinque avrebbe come effetto di isolare la Corea del Nord. Il segretario di Stato americano Colin Powell da Phnom Penh, dove sta seguendo un meeting dell’Asean (Associazione delle nazioni del sudest asiatico) in cui la crisi nordcoreana e uno degli argomenti principali, ha ribadito che il possibile riarmo nucleare della Corea del Nord è un caso di massima importanza per Washington e che andrebbero fatte tutte le pressioni necessarie per spingere Pyongyang ad accettare una conferenza multilaterale.

VENEZUELA

Il Venezuela non appoggerà mai alcun tipo di intervento militare straniero contro la guerriglia in Colombia, devastata da quarant’anni di conflitto interno. Lo ha ribadito il ministro degli esteri di Caracas, Roy Chaderton, in visita a Bogotá. In un’intervista rilasciata a ‘Radio cadena nacional’ Chaderton ha dichiarato che “il Venezuela è il Paese più colpito dal conflitto armato, dopo la Colombia” ma è più che mai intenzionato “ad essere protagonista della pace e non della guerra”. Il ministro, che sarà a colloquio oggi con la sua omologa colombiana Carolina Barco, ha peraltro confermato ancora una volta di non essere in possesso di alcuna prova che dimostri la presenza di comandanti delle Farc (Forze armate rivoluzionarie) o dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale) in Venezuela, come denunciato a più riprese dalle autorità e dalla stampa colombiane. Appena ieri l’ambasciatrice di Bogotá a Caracas, María Angela Holguín, aveva sollecitato il governo del presidente Hugo Chavez a ripristinare in tempi brevi la cosiddetta ‘Commissione bilaterale delle frontiere’ (Combifron) per rafforzare la lotta alla guerriglia lungo il confine tra i due Paesi. Secondo Holguín se Caracas continua ad opporre resistenze ad offrire aiuti militari alla Colombia è solo perché “erroneamente, gran parte dei venezuelani ritiene che l’offensiva della guerriglia sia un affare esclusivamente colombiano. Niente mediazione delle Nazioni Unite nella guerra: lo hanno ribadito le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) in una lettera inviata ai 19 capi di Stato del ‘Gruppo di Rio’ domenica scorsa, ma il cui contenuto è stato diffuso solo ieri. Nella missiva, il ‘segretariato dello Stato maggiore centrale’ delle Farc sostiene che il conflitto in corso nel Paese sudamericano da quarant’anni “devono risolverlo i colombiani nella loro patria, senza nessun tipo di ingerenza”. I leader delle Farc chiedono quindi che un loro portavoce - Raul Reyes, già negoziatore nel fallito processo di pace con il governo del presidente Andres Pastrana (1998-2002) - sia ricevuto dall’organismo panamericano per esporre le motivazioni alla base della lotta armata contro l’esecutivo di Bogotá. Una volta ascoltata la posizione delle Farc - aggiunge il documento - i Paesi del ‘Gruppo di Rio’ “potranno discutere e decidere se realmente gli conviene appoggiare il presidente” Alvaro Uribe.

ELEZIONI IN GIORDANIA

Le prime proiezioni sui risultati delle elezioni tenutesi ieri in Giordania sembrano indicare la vittoria dei candidati indipendenti vicini alla monarchia e la retrocessione del principale partito islamico. Secondo i primi calcoli, la maggioranza dei 110 seggi del Parlamento - ripristinato nel 1989 mentre il Senato è composto su nomina del sovrano - sarebbe andata ai candidati che rappresentano le principali tribù e famiglie della Giordania tradizionalmente vicine alla casa regnante, mentre il Fronte di azione islamico (Fai), considerato il braccio politico del movimento islamico della Fratellanza Musulmana, avrebbe ottenuto una ventina di posti su 30 nomi presentati. Una sorpresa per gli islamici che nelle precedenti elezioni avevano visto eleggere tutti i loro candidati. Si ritiene che stringendo un’alleanza con alcuni candidati indipendenti, il partito islamico potrebbe arrivare a controllare un quarto dell’assemblea. Il Fai ha fatto già sapere che non accetterà i risultati della consultazione che ritiene siano il prodotto di brogli e frodi e che forse si ritirerà dalle elezioni. Nessuna delle 54 donne (su 765 candidati) presentate dagli schieramenti - di cui una dal Fai - ha raccolto voti sufficienti, ma la presenza femminile in Parlamento verrà comunque garantita da un meccanismo di garanzia della rappresentanza introdotto in queste elezioni e che riserva alle donne sei seggi. L’affluenza alle urne si aggira tra il 60 e il 50 per cento, rispetto al 68 per cento delle elezioni del 1993.

VERTICE DI SALONICCO TRA IMMIGRAZIONE E CONVENZIONE EUROPEA

Diritto di asilo

In occasione del vertice dell'Unione Europea di Salonicco, nel corso del quale verranno valutate le proposte del Regno Unito e della Commissione Europea per esaminare le richieste di asilo politico al di fuori del territorio comunitario, Amnesty International ha presentato uno studio di 40 pagine (*) sulle principali questioni legali e politiche connesse a tali proposte, sottolineando come esse siano "illegali e impraticabili".

Al vertice di Salonicco si decideranno inoltre le future priorità del Sistema comune europeo in materia di asilo. Per questo motivo, Amnesty International ha anche diffuso una lettera aperta (*) nella quale critica i Quindici per la mancanza di visione, il pensiero a breve termine e la strabordante enfasi sul controllo e la repressione che caratterizzano l'atteggiamento dell'Unione Europea in materia di asilo politico.

L'analisi di Amnesty International sulle proposte avanzate da Regno Unito, Commissione Europea e Alto Commissariato delle Nazioni Unite sui Rifugiati per esaminare in sede extra-territoriale le domande di asilo politico, evidenzia una serie di carenze sul piano legale e si chiede se davvero queste proposte costituiscano una visione genuina e basata sui principi di divisione degli oneri e delle responsabilità. Queste proposte, sottolinea Amnesty International, potrebbero di fatto favorire l'immigrazione illegale piuttosto che limitarla.

Nel suo studio, Amnesty International afferma: "Forse l'aspetto più grave, comune a queste proposte, è che non viene presa in considerazione la loro legalità rispetto non solo alla Convenzione del 1951 sui rifugiati ma anche ad altri standard del diritto internazionale in materia di asilo politico".

IMMIGRAZIONE

PALERMO, 18 GIU - Sono stazionarie, ma sempre gravi, le condizioni di Sorania, la bimba somala di 3 anni sbarcata ieri con la madre e altri clandestini a Lampedusa e ricoverata nell' ospedale dei Bambini. Il primario di Rianimazione pediatrica, Cesare Rovella, lancia un appello: Cerchiamo un somalo che parli italiano. Non riusciamo a dialogare in alcuna lingua con la madre di Sorania. La donna non parla ne' l' inglese ne' l' arabo. Dobbiamo chiederle alcune cose sulla figlia. Chiunque conosca un somalo che parli la nostra lingua lo inviti a presentarsi in ospedale. Anche la madre della bimba e' denutrita e le condizioni di salute non sono buone. La donna e' stata portata dall' ospedale Civico, dove e' stata posta sotto osservazione, a quello dei bambini ed e' accanto a Sorania. La bimba, che pesa sei chili, viene nutrita attraverso le flebo, e' intubata ed ha ancora la riserva sulla vita. Ha una forma di distrofia muscolare.

INFORTUNI SUL LAVORO

RISCHI TRIPLICATI PER GLI ATIPICI (3)= IL RISCHIO PIU' BASSO E' PER I PART TIMERS (Adnkronos) - La ricerca Eurospes/Ispesl sottolinea come -per la sua stessa natura e struttura - il lavoro flessibile comporti un maggior rischio di incidenti e di malattie professionali, e anche che la frequenza degli infortuni nel lavoro atipico e' estremamente variabile e disomogenea se analizziamo l'incidenza di infortuni nelle singole tipologie contrattuali. Nel 2000 si va da un bassissimo coefficiente di rischio, come nel caso del part-time ( 0,39%) e degli Lsu (0,68%), all'alta incidenza di infortuni che caratterizza l'apprendistato (6,86%). Stabile invece la percentuale che esprime l'incidenza degli infortuni nel lavoro 'tipico' (compresi Co.Co.Co. e lavoro interinale): 4,53%. Sulla bassa incidenza degli infortuni nel part time influiscono il minor tempo lavorativo ed il piu' contenuto peso specifico del tempo a rischio, caratterizzato da un sensibile calo dell'attenzione.

NEL 2002 DENUNCIATI OLTRE 40MILA INCIDENTI AGLI ATIPICI - Il totale degli incidenti denunciati nel settore dei lavori atipici (esclusi Co.Co.Co e interinale), ammonta a 40.102. Se guardiamo alle varie tipologie contrattuali, si nota subito che pur rimanendo molto elevato il numero di infortuni occorsi nell'apprendistato (circa 30mila nel 2000) questi, insieme agli incidenti nei contratti formazione lavoro (5mila nel 2000) sono andati progressivamente diminuendo: nel 1997 erano il 78% del totale degli incidenti denunciati nell'atipico, nel 2000 il 74,5%. Cosi' nei Cfl : 14,9% nel 1997 e 12,5% nel 2000. Invece nel part time, gli infortuni denunciati sono passati dal 4,7% del 1997 ( pari a 1172 denunce) al 10,5% del 2000 (pari a 4216). Dato sovrapponibile all'aumento dei part timers , passati dai 775mila del 1996 a 1milione e 174mila del 2000. Comunque l'andamento generale indica una tendenza generale alla crescita degli incidenti fino al 1998 e poi una progressiva diminuzione. Anche nel caso degli infortuni in ambito part-time, il settore dell'atipico dove l'aumento degli incidenti e' stato costante, la crescita percentuale ha avuto un exploit tra il '97 e il'98 (+78,7%), per poi cominciare a scendere e arrivare al +32,4% del 2000. CAMERA: IMMUNITA'; RESPINTI PRIMI EMENDAMENTI OPPOSIZIONE - L'Aula della Camera ha respinto i primi due emendamenti presentati dalle opposizioni al provvedimento sulle immunita'. Circa 80 i voti di scarto tra maggioranza ed opposizioni: i no sono stati 303, i si' 217, 4 gli astenuti. Casini ha colto l'occasione per avvertire che non tollerera' la presenza dei 'pianisti' (parlamentari che votano anche per i colleghi assenti). E' appena il caso di dire - ha osservato il presidente della Camera - che il primo che vedo a votare per due andra' fuori dall'Aula.

gror030618 (last edited 2008-06-26 09:50:04 by anonymous)