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GIBILTERRA/ BLAIR FURIOSO CON AZNAR, CHE VUOLE BUSH MEDIATORE

Telegraph: "America sembra non sapere chi è il suo vero alleato" Roma, 20 giu. (Ap.Biscom) - Il premier britannico Tony Blair sarebbe "furioso" con il suo omologo e alleato spagnolo Jose' Maria Aznar, il quale avrebbe chiesto agli Stati Uniti di mediare fra Londra e Madrid per risolvere la questione relativa alla sovranità di Gibilterra. Come riferisce il quotidiano britannico Daily Telegraph, a spargere la voce del dissidio fra i due principali partner di Washington in Europa sono state fonti governative spagnole, le quali hanno sottolineato come Blair non solo si sia arrabbiato per il "comportamento surrettizio" tenuto da Aznar, ma soprattutto per il fatto che "l'America non sembra riconoscere chi sia il suo vero alleato". Insomma, una tragedia - diplomatica - della gelosia. Aznar avrebbe scritto una lettera al presidente George W. Bush lo scorso 20 maggio, chiedendogli di fare pressioni sulla Gran Bretagna e dare nuovo vigore a negoziati sulla sovranità congiunta della Rocca, arrivati ad una situazione di stallo. Il premier spagnolo avrebbe agito con tale discrezione che il Ministero degli Esteri di Madrid avrebbe avuto notizia dell'iniziativa solo questa settimana, quando un funzionario del Foreign Office ha alzato il telefono per chiedere se per caso "Mr Aznar non avesse perso la testa". Il Foreign Office, che ha confermato un recente colloquio telefonico tra Bush e Blair sulla questione di Gibilterra, ha annunciato ieri in un laconico comunicato stanpa che "non vi è nessuna pressione da parte americana". A paralizzare i negoziati è essenzialmente il fatto che Londra ha intenzione di sottoporre comunque ogni eventuale accordo con Madrid a referendum, ma la popolazione della Rocca è contraria ad ogni progetto di sovranità congiunta.

IRAQ/ AL JAZEERA: MORTI TRE SOLDATI AMERICANI A FELLUJA

La sede delle forze americane di stanza a Felluja, in Iraq, è stata attaccata stanotte con diversi missili. Lo riferisce la Tv araba Al-Jazeera. Secondo prime indiscrezioni, l'attacco avrebbe distrutto un carro armato e ucciso tre soldati statunitensi. Il corrispondente dell'emittente araba, inoltre, ha raccontato che i soldati americani hanno prontamente risposto al fuoco, distruggendo un deposito dell'acqua nel centro cittadino. Immediati sono stati i soccorsi, diversi testimoni parlano di alcune ambulanze che si sono recate nella zona industriale della città per raccogliere le vittime americane, che sono morte in seguito all'esplosione del carro armato. Secondo Taysyr Allouni, inviato di Al-Jazeera a Baghdad, la città di Felluja è particolarmente attiva nella resistenza all'occupazione americana anche per un errore strategico fatto dalle sue truppe al momento dell'entrata in città. Felluja infatti venne occupata qualche giorno dopo la caduta del regime di Saddam, e quando arrivarono i primi soldati, questi ultimi decisero di rimanere nella periferia della città. L'occupazione successiva del centro cittadino è stata la causa delle frizioni tra il popolo e l'esercito statunitense, e viene considerato come un grande errore strategico da parte degli alleati, visto che Felluja sarebbe stata in grado di mantenere l'ordine e la sicurezza al suo interno senza bisogno dell'intervento dell'esercito americano

IRAQ: SOLDATI USA, SPARAVAMO SU CIVILI E UCCIDEVAMO I FERITI

Quando c'erano dei civili, facevamo cio' che doveva essere fatto", ha confermato Antony Castillo, commilitone di Richardson, "se erano li', erano nel posto sbagliato e dunque erano considerati nemici". Castillo ha citato il caso di uno scontro, a sud di Baghdad, nel quale il 70 per cento dei circa 400 miliziani combattenti con cui si sono scontrati era in abiti civili. Del resto, ha ricordato il sergente John Meadows, 34 anni, il Pentagono avevano distribuito volantini per spiegare alla popolazione di tenersi alla larga: "Cosi', sostanzialmente chiiunque fosse li' era un soldato". Meadows ha raccontato che le truppe Usa uccidevano anche le donne e coloro che cadevano a terra feriti. "Non c'e' niente di peggio che sparare a qualcuno poi andarlo ad aiutare", e' stata la sua spiegazione. "Non volevamo prigionieri di guerra", ha detto, "li odi cosi' tanto quando combatti e sei cosi' terrorizzato" che "davvero non vuoi vederli vivere". Poi pero' e' difficile rimuovere tanto orrore. "La notte pensi alla gente che hai ammazzato, non riesci a togliertelo dalla testa, non c'e' modo di dimenticarlo", ha ammesso Richardson. Noi, aggiunge, "siamo ancora qui, siamo qui da cosi' tanto tempo, molti se ne sono andati, ma noi no". Loro, ha aggiunto Meadows, hanno gia' "potuto vedere degli psichiatri" e anche se i comandanti hanno chiesto che chi e' stato in prima linea venga sostituito, "non e' successo niente

CLANDESTINI: AVVISTATA BARCA CON 70 A BORDO IN CANALE SICILIA

Malgrado le cattive condizioni del mare, che ha raggiunto forza quattro da maestrale in queste ore, il flusso migratorio verso Lampedusa non si ferma. Una barca con a bordo circa 70 persone e' stata avvistata la notte scorsa da un aereo "Atlantic" della Marina militare in acque maltesi a circa 50 miglia a sud dell'isola. Il natante andava alla deriva e data la situazione meteo e' stata predisposta un'operazione di soccorso. Sono intervenute le navi militari "Driade" e "Danaide", che pero' non hanno potuto effettuare il trasbordo degli immigrati. Sono dunque salpate le motovedette della Guardia costiera, coordinate dalla Capitaneria di porto di Palermo per raggiungere l'imbarcazione e scortarla a Lampedusa.