GR ORE 19.30

Palestina

Centinaia di palestinesi detenuti nel carcere di Megiddo, vicino Hadera, nella parte centrale di Israele, hanno iniziato oggi uno sciopero della fame per chiedere il rilascio di tutti i prigionieri appartenenti a gruppi estremisti palestinesi, tra cui Hamas e la Jihad islamica. Lo ha reso noto la radio israeliana, precisando che i detenuti hanno chiesto a Israele di liberare 5.800 prigionieri, indipendentemente dalla loro eventuale appartenenza ad organizzazioni militanti palestinesi. Intanto, il capo della sicurezza palestinese Mohammed Dahlan, in un incontro avvenuto ieri sera, ha chiesto al ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, il rilascio di un maggior numero di detenuti palestinesi rispetto ai 350 accordati da Israele. Dahlan ha inoltre preteso il ritiro delle forze israeliane da almeno un'altra citta' palestinese al piu' presto possibile. Mofaz ha pero' respinto le richieste, sostenendo che i palestinesi devono prima procedere al disarmo delle organizzazioni estremiste, perche' solo un'azione decisiva contro i militanti potra' evitare che i militanti sfruttino la tregua di tre mesi proclamata circa due settimane fa per riarmarsi. Circa tremila simpatizzanti del movimento di resistenza islamica Hamas hanno manifestato oggi nel campo profughi di Jabalya, nella Striscia di Gaza, per sollecitare la scarcerazione di tutti i palestinesi detenuti nella carceri israeliane. "Chiediamo all'Autorita' nazionale palestinese di adoperarsi per ottenere il rilascio di tutti i detenuti di tutti i gruppi", ha affermato Nizar Niyyan, dirigente di Hamas. Il tema e' tra i piu' spinosi lasciati aperti dalla tregua concordata da israeliani e palestinesi e accettata dalle formazioni integraliste militanti. "Se i detenuti saranno rilasciati durante questa tregua, bene. Altrimenti cominceremo a rapire soldati israeliani fino a quando l'ultimo palestinese non sara' rilasciato dalle carceri israeliane", ha aggiunto il dirigente. Alla manifestazione organizzata da Hamas dopo le preghiere del venerdi' nelle moschee hanno aderito tutte le fazioni palestinesi e un gruppo di donne che chiedono il rilascio dei loro figli o mariti. Sono seimila i detenuti palestinesi nelle carceri di Israele, ma il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha dato la disponibilita' a scarcerarne soltanto 350 prigionieri, ma nessuno di loro fa parte di Hamas o della Jihad islamica, un altro gruppo radicale

Palestina

Pesante attacco del presidente dell'Anp Yasser Arafat contro il primo ministro Abu Mazen, accusato di "tradire gli interessi del popolo palestinese". Secondo quanto scrive il quotidiano Ha'aretz, Arafat avrebbe parlato con una violenza che ha stupito coloro che erano presenti al suo sfogo, avvenuto di fronte all'inviato dell'Onu Terje Larsen. Il quotidiano cita come fonte una persona che ha partecipato all'incontro, senza farne il nome. Secondo il presidente dell'Anp, Abu mazen si comporta "come una persona che non sa che cosa fare" e "ha l'ardire di mostrarsi sotto una bandiera israeliana e accanto a (il primo ministro israeliano Ariel) Sharon, comportandosi da amico con una persona la cui storia è nota a tutto il mondo". Secondo le fonti del giornale, Larsen avrebbe risposto sottolineando l'importanza di rafforzare il processo di pace iniziato da Abu Mazen, che include il cessate il fuoco e la ripresa di colloqui di pace.

Si potrebbe tenere venerdi' prossimo un novo vertice tra il premier palestinese Abu Mazen e quello israelano Sharon per discutere del completamento del ritiro israeliano dalle città palestinesi. Lo rende noto il quotidiano saudita Al-Watan che cita fonti della sicurezza di Tel Aviv. In particolare nel vertice programmata per il 18 luglio, Sharon dovrà fornire delle rirposte circa la richiesta di ritiro da Hebron, Qalqiliya, Ramallah e Nablus. Inoltre si discuterà anche dell'esecuzione completa degli accordi per il ritiro da Betlemme e da Gaza. Secondo la fonte israeliana, se non sarà possibile avere un incontro tra i due premier, ci potrà essere almeno solo un colloquio telefonico.

Iraq

Continua la guerra di rivelazioni sull'imbarazzante caso delle false accuse di commercio di uranio con l'Iraq rivolte al Niger da Londra e Washington nei mesi precedenti l'attacco all'Iraq. Ora fonti dell'amministrazione Bush fanno sapere al 'Washington Post' che la Cia cercò di convincere i servizi britannici di non inserire nel famigerato dossier di accuse a Saddam pubblicato da Londra il riferimento al paese africano. Uno sforzo rivelatosi inutile, visto che quattro mesi fa lo stesso George Bush, nel discorso sullo stato dell'Unione pronunciato al Congresso, fece riferimento al caso dell'uranio nigerino. Ma il Consigliere per la sicurezza Nazionale del presidente Usa, Condoleezza Rice, ha dichiarato oggi dall'Uganda che la Cia lesse e approvò il discorso sullo Stato dell'Unione letto dal presidente Bush. L'agenzia era quindi a conoscenza del fatto che il presidente avrebbe accusato l'Iraq di aver comprato Uranio dal Niger, informazione che la Cia reputava falsa. In questi giorni funzionari dell'agenzia hanno affermato di aver avvisato Bush dell'inaffidabilità dell'informazione. La Cia conferma che cercò di convincere i servizi britannici di non inserire il riferimento al Niger "Ci chiesero un parere sul dossier e noi raccomandammo di non usare il materiale sull'uranio del Niger", ha dichiarato il funzionario al Post. Londra respinse il consiglio, affermando di essere in possesso di intelligence propria, autonoma rispetto a Washington. Informazioni che arrivavano sia dai servizi britannici che da quelli italiani che, secondo la ricostruzione di Newsday, furono i primi ad avvisare la Cia, alla fine del 2001, di essere entrati in possesso di lettere che avrebbero provato questiscambi. Lettere che poi risultarono essere dei falsi, come dichiarò all'inizio di marzo il capo dell'Aiea, Mohammed al Baradei, presentando il rapporto degli ispettori al Consiglio di Sicurezza.

Iraq

L'esercito americano ha evacuato due caserme nel centro di Falluja, ritirandosi su postazioni situate alla periferia della città. Lo rende noto l'emittente araba Al Jazeera, precisando che la decisione è stata presa per motivi di sicurezza a causa dei ripetuti attacchi contro le forze di occupazione Usa da parte della resistenza irachena, che proprio nella città di Falluja sembra contare su numerosi appoggi. Tuttavia, il ritiro non indica necessariamente una debolezza delle forze militari, nonostante i reiterati attacchi contro di loro e la palese ostilità della popolazione. più semplicemente, gli americani starebbero ottemperando alle richieste avanzate dagli agenti iracheni della polizia locale. Gli agenti iracheni hanno dato ieri 48 ore di tempo agli statunitensi per ritirarsi dal centro città, perché lamentavano rischi mortali a causa della loro presenza. Intanto, si è avuta notizia di un ennesimo attacco contro una pattuglia militare statunitense, in cui sarebbero rimasti feriti due civili iracheni. La pattuglia è stata attaccata a colpi di razzo, mentre percorreva la strada verso l'aeroporto internazionale di Baghdad. I militari hanno risposto al fuoco e nella sparatoria sarebbero rimaste ferite due persone, presenti sul posto, ma quasi certamente non collegate agli assalitori.

Governo iraq

Anche se non sono state fatte dichiarazioni pubbliche circa le persone che verranno nominate a far parte dell'organismo, fonti citate dal 'Washington Post' danno per scontato che tra loro figureranno i leader delle sette principali formazioni politiche del paese, vissuti tutti all'estero o nella regione autonoma curda. Si tratta di Ahmed Chalabi del Congresso Nazionale Iracheno, Massoud Barzani del Partito democratico del Kurdistan, Jalal Talabani dell'Unione Patriottica del Kurdistan, Ayad Alawi dell'Accordo nazionale iracheno, Abdul Aziz Hakim del Consiglio supremo della Rivoluzione islamica in Iraq, Ibrahim Jafari del Partito Dawa e Nasir Chaderchi del Partito Nazionale

onu

Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan e il presidente americano George W. Bush si incontreranno lunedì prossimo alla Casa Bianca. Lo ha detto la portavoce delle Nazioni Unite Hua Jiang. Fitta l'agenda dei colloqui: i conflitti in Liberia e in Congo, il processo di pace in Medio Oriente, l'Iraq e l'Afghanistan. L'incontro, richiesto da Annan, sarà il primo dall'inizio dell'anno, quando emersero i contrasti fra il segretario dell'Onu, non favorevole all'uso della forza in Iraq, e l'amministrazione Bush, che premeva per una risoluzione del Consiglio di sicurezza che autorizzasse esplicitamente l'intervento. La risoluzione in questo senso non ci fu, e gli Usa agirono al di fuori del quadro Onu. Nel corso del colloquio, che Annan spera serva a stemperare gli attriti fra Usa e Onu, si parlerà anche delle azioni da intraprendere contro il terrorismo, la povertà nel mondo e l'Aids.

Africa

Intanto bush continau il suo viaggio in africa, promettendo aiuti e soldi

Argentina

Comincia da Londra il primo tour europeo del presidente argentino Néstor Kirchner, accompagnato dalla moglie, la senatrice Cristina Fernandez e dai ministri degli esteri e dell'economia Rafael Bielsa e Roberto Lavagna. In agenda, incontri con il premier britannico Tony Blair, il presidente della Commissione Europea Romano Prodi, il capo di Stato francese Jacques Chirac e il primo ministro spagnolo José Maria Aznar. Nella capitale del Regno Unito Kirchner parteciperà all'Incontro dei governi progressisti, al quale saranno presenti anche i suoi omologhi brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, e cileno, Ricardo Lagos. In seguito Kirchner si recherà a Bruxelles, dove discuterà con Prodi dei rapporti tra Unione Europea e Mercosr – il Mercato comune del Cono Sud, di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con Cile e Bolivia membri associati. A Parigi e Madrid, dove si concluderà la visita, Kirchner discuterà con Chirac e Aznar diversi argomenti anche economici, tra i quali l’aumento delle tariffe dei servizi pubblici gestiti in Argentina da imprese transalpine e iberiche.

Brasile

Dopo dodici ore di pacifica protesta circa 300 contadini del Movimento dei lavoratori Senza Terra (Mst) si sono ritirati dall’autostrada Brasilia-Belém occupata ieri all’altezza di Irituia, a circa 200 chilometri dalla capitale del Pará. I ‘Sem Terra’ avevano indetto la mobilitazione per reclamare l’espropriazione della ‘fazenda’ Santa Barbara III, a Irituia, invasa a gennaio da 500 famiglie di contadini, evacuati con la forza dalla polizia militare all’alba di martedì scorso. Si tratta di uomini, donne, bambini e anziani privati di tutto: delle poche risorse alimentari e delle fatiscenti abitazioni che li proteggevano dal caldo torrido, date alle fiamme dagli agenti. La sospensione del blocco stradale è stata possibile grazie a un accordo tra Mst, Incra (Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria) e le autorità locali che si sono impegnate a distribuire ai comtadini generi di prima necessità e un posto dove poter trascorrere la notte. A quanto pare, oggi l’Incra dovrebbe designare un’area per consentire agli agricoltori e alle loro famiglie di allestire un nuovo accampamento. In una nota giunta alla MISNA, i ‘Sem Terra’ denunciano però il pericolo di nuovi attacchi da parte dei latifondisti locali: “. La protesta sull’autostrada Brasilia-Belém – precisa lo Mst – “è stata indetta anche per richiamare l’attenzione sulla recrudescenza della violenza nel Pará”, che negli ultimi giorni ha registrato l’uccisione di due contadini a São Felix do Xingu, da parte di ‘pistoleiros’ al soldo di un latifondista. Come se non bastasse, ieri funzionari dell’Istituto brasiliano dell’ambiente (Ibama) hanno rinvenuto diversi fucili e motoseghe nella ‘fazenda’ ‘Nova Floresta’ a Ilha de Mosqueiro. Il proprietario del fondo, Arcino Rubini, dovrà pagare una multa per detenzione illegale di armi e per aver disboscato 25 ettari di foresta senza autorizzazione.

Corea

La Corea del Sud sta facendo il possibile per organizzare “entro uno o due mesi” colloqui multilaterali con la Corea del Nord sulla questione degli armamenti nucleari. Lo ha detto oggi il consigliere del presidente sudcoreano Roh Moo Hyun per la politica estera, Ban Ki Moon, intervistato dall’emittente televisiva Ytn. “Il luogo dell’incontro – ha proseguito – potrebbe essere deciso dopo l’adesione di tutte le parti in causa”. I negoziati dovrebbero vedere la partecipazione di almeno cinque Paesi: Corea del Nord, Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e Giappone. Secondo Ban Ki Moon, si starebbe rafforzando in questi giorni la possibilità che tutte le nazioni aderiscano ai colloqui. Finora Pyongyang ha insistito per colloqui bilaterali con Washington, ma secondo il rappresentante del governo sudcoreano vi sono buone possibilità che lo Stato comunista accetti di confrontarsi con più governi. Un primo round di incontri sulla questione nucleare si era tenuto lo scorso aprile a Pechino tra Usa, Cina e Corea del Nord. Lo scopo era sempre quello di tentare di risolvere la crisi scoppiata lo scorso ottobre a seguito della scoperta statunitense di un programma nucleare segreto nelle mani di Pyongyang.

ITALIA

legambiente (audio)

Lavoro

Taranto (audio)

Nove operai, sette dell'indotto e due dipendenti dell'Ilva, sono rimasti intossicati questa mattina per una fuga di gas avvenuta nell'area dell'Altoforno 5 dello stabilimento siderurgico di Taranto. Secondo fonti sindacali, la fuga di gas si sarebbe verificata durante la ripartenza di una valvola che era stata sottoposta a manutenzione pochi giorni fa. Tutti gli operai hanno inalato monossido di carbonio: otto sono stati medicati nell'infermeria dell'Ilva, mentre uno e' stato trasferito nell'ospedale Santissima Annunziata ed e' stato dimesso poco dopo con una prognosi di tre giorni. Per i sindacati dei metalmeccanici l'episodio ripropone ancora una volta il problema di una costante e corretta manutenzione. I controlli devono essere piu' rigidi - afferma il segretario provinciale della Fiom Cgil, Francesco Fiusco - e l'episodio di oggi conferma che va discusso per bene tutto il programma delle manutenzioni in stabilimento perche' i rischi siano ridotti al minimo.

Siemens

Perquisizioni

All’alba di questa mattina 11 luglio 2003 un centinaio di carabinieri dei Ros di Parma e di altre città hanno perquisito 14 abitazioni di militanti e simpatizzanti dell’area antagonista cittadina, sequestrando materiale personale (diari, agende, cellulari, libri, audiocassette e video), documenti, supporti informatici e computers anche dei loro coinquilini per un totale di 22 persone interessate all’operazione. L’ordine di perquisizione è partito dalla Procura di Bologna nella persona del p.m. Giovagnoli che complessivamente ha disposto 56 mandati nelle città di Bologna, Milano, Torino, Venezia, Padova, Trento e Parma. Per 8 compagni/e l’accusa è il 270 bis, associazione sovversiva, per i restanti i provvedimenti odierni sono disposti al fine di acquisire informazioni e documentazioni su presunti rapporti con associazioni politiche della sinistra antagonista. Non si sono registrati fermi o arresti ed al momento non si hanno notizie relative ai compagni /e delle altre città interessate tranne quella di una perquisizione ad un compagno di Modena appartenente al sindacalismo di base.

All'interno delle indagini riguardanti i CARC sono state perquisite 5 abitazioni a Rovereto. Il capo d'accusa è il solito 270bis. Le perquisizioni sono avvenute in tutta Italia oggi tra le 5 e le 6.30 di mattina. Complessivamente gli indagati (e quindi perquisiti) sono 53 con il 270bis + 8 per altri capi di imputazione non meglio chiariti.

Corteo

é ancora in corso il corteo indetto per le diciotto di oggi a varese, indetto contro la riunione dei ministri del welfare europei. Circa 500 persone sono preenti al corteo, cifra che per gli organizzatori è molto alta considerato il territorio. Gruppi di naziskin si aggirano dalle parti del corteo, ma non si segnalono problemi

Occupazione action

Occupazione questa mattina nella sedee della film auro

Milano

E' da rifare il processo per la strage della questura di Milano, avvenuto nel 1973: lo ha deciso la V sezione penale della Cassazione, che ha annullato l'assoluzione dall'accusa di strage nei confronti dei neofascisti Giorgio Boffelli, Carlo Maria Maggi e Francesco Neami, che in primo grado erano stati condannati all' ergastolo. Confermata, invece, l'assoluzione del gen.Gianadelio Maletti.

Sono stati così accolti - quasi totalmente - i motivi di ricorso presentati in Cassazione dal sostituzione procuratore generale della Corte d'appello di Milano, contro il verdetto assolutorio pronunciato il 27 settembre del 2002. Anche la Procura della Cassazione aveva condiviso l'appello

La decisione della V sezione penale è avvenuta dopo circa tre ore e un quarto di camera di consiglio. Adesso la Corte d'assise d'appello di Milano dovrà tornare a seguire la pista neofascista per stabilire le responsabilità della strage della questura di Milano costata la vita di quattro persone e il ferimento di altre 44.

gror030711 (last edited 2008-06-26 10:05:28 by anonymous)