GR ORE 19.30

ITALIA: Campagna boicottaggio CocaCola Si è aperta anche a Roma, oggi pomeriggio, la Campagna di boicottaggio della Coca Cola, lanciata dal sindacato colombiano SINANTRAINAL (sindacato dei lavoratori delle Industrie Alimentari ) e raccolta in tutto il mondo da numerose organizzazioni Ascoltiamo la corrispondenza da Roma Interventi urgenti e partecipazione italiana alle operazioni militari in Iraq: In questi giorni verrà discusso presso le commissioni Esteri e Difesa della Camera il DL relativo a "Interventi urgenti a favore della popolazione irachena nonché proroga della partecipazione italiana a operazioni militari internazionali". Seguendo una assai negativa prassi che purtroppo si è ormai consolidata, tutte le missioni militari italiane all'estero vengono discusse, senza alcune distinzione sulla eventuale diversità di natura che possono presentare, in un unico contenitore legislativo e pressoché esclusivamente sotto il profilo del finanziamento o del rifinanziamento. vi facciamo ascoltare una CORRISPONDENZA con ELETTRA DEIANA

ONG su IRAQ: Oggi le ong presenti in Iraq hanno incontrato a Montecitorio i rappresentanti dei gruppi parlamentari dell'Ulivo e del Prc. No a qualsiasi presenza militare italiana in Iraq: l'appello e' delle Organizzazioni non governative presenti nel Paese e della Tavola di solidarieta' per l'Iraq, che oggi hanno incontrato a Montecitorio i rappresentanti dei gruppi parlamentari dell'Ulivo e del Prc. Le Ong che lavorano in Iraq - spiega il diessino Valerio Calzolaio - non chiedono nessuna tutela militare, visto che tra l'altro la missione non ha alcuna legittimazione da parte delle Nazioni unite. Chi in quel Paese e' impegnato nel portare aiuti - sottolinea - e' preoccupato della presenza dei soldati italiani; l'iniziativa militare e' completamente separata da quella umanitaria. Le Ong hanno inoltre confermato il giudizio negativo nei confronti della scelte del governo per il reperimento dei fondi per il finanziamento della missione militare in Iraq. NO BORDER CAMP FRASSANITO- OTRANTO ( LECCE) Dal 21 al 27 luglio a Frassanito (Puglia) vicino Otranto si tiene un campeggio internazionale antirazzista. E' un appuntamento promosso dal Tavolo Migranti del Social Forum Italiano con l'adesione della Rete Noborder e di altre reti antirazziste europee come Kein mensch ist illegal, Kanak attac, Gisti ecc.. ascoltiamo la CORRISPONDENZA di un compagno dei cobas e dell'osservatorio permanente Italia-Albania di Brindisi

BRESCIA: Ascoltimo una corrispondenza a proposito del giovane operaio edile di 23 anni ucciso a brescia da un carabiniere domenica notte. CORRISPONDENZA

RI-OCCUPAZIONE a PISA Alle dieci di stamattina un gruppo di più di 50 persone hanno rotto sigilli e lucchetti che chiudevano lo spazio occupato "rebeldia" a pisa, messo sotto sequestro la scorsa settimana dopo lo sgombero richiesto dal rettore dell'universita' proprietaria dello stabile. numerose le forse dell'ordine a controllare in questi ultimi giorni lo stabile sotto sequestro; pochi minuti dopo l'entrata nello stabile, gli uomini digos hanno fatto irruzione dalle porte laterali, importunando in maniera dura alcuni degli occupanti e cercando di impedire ai ragazzi con le telecamere la documentazione delle scene. La situazione si è poi sbloccata è lo stabile è stato dichiarato nuovamente occupato.

[Assistenza sanitaria per gli extracomunitari: E' stata presentata questa mattina al ministro Sirchia una proposta di direttiva dell' Ue per l'assistenza sanitaria a favore degli extracomunitari; una proposta di direttiva comunitaria per il diritto alla salute degli immigrati che imponga agli Stati membri di garantire l'assistenza sanitaria anche agli irregolari affetti da gravi malattie. La proposta, elaborata dalla Caritas di Roma, dal Naga di Milano e dall'Oikos di Brescia, è stata presentata questa mattina al ministro della Salute Girolamo Sirchia, nel corso della visita all'area sanitaria Caritas di Roma che celebra in questa giorni i venti anni dalla sua fondazione. Fondata nel 1983, la rete degli ambulatori che costituiscono l'Area santaria della Caritas di Roma, in questi anni ha prestato assistenza a oltre 75 mila pazienti, provenienti da 140 nazioni erogando annualmente circa 20 mila prestazioni sanitarie. I pazienti assistiti lo scorso anno provengono soprattutto da Romania, Ucraina, Equador, Bangladesh e Peru', il 48% sono donne. Oltre la metà ha un livello di istruzione superiore, il 10,6% è laureato. ]

ESTERI: PALESTINA Medio Oriente. Israele prepara lista palestinesi da scarcerare. Si discute anche sui privilegi dei coloni Continuano le trattative per il rilascio dei prigionieri palestinesi, iniziate da domenica scorsa dopo l'incontro tra Ariel Sharon e Abu Mazen. Altri temi discussi nel corso dell'incontro, durato circa due ore, erano stati quelli della fine dell'isolamento del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat, e degli insediamenti ebraici illegali nei Territori. Il ministro israeliano della Difesa Shaul Mofaz incontrerà oggi il capo dei servizi interni dello Shin Bet, Avi Dichter, per finalizzare la lista dei circa 350 detenuti palestinesi da liberare. Fra i prigionieri da liberare potrebbero esserci anche esponenti di Hamas e della Jihad islamica, fra cui persone in carcere dall'epoca della prima Intifada, attivisti coinvolti nelle rete di associazioni civili di Hamas o parenti di militanti arrestati per complicità.

I criteri stabiliti dallo Shin Bet escludono la scarcerazione di persone "con le mani insanguinate" dall'uccisione o il ferimento di israeliani. Rimarranno inoltre in carcere gli aspiranti terroristi suicidi, le persone contro le quali sono in corso procedimenti legali, come il leader dei tanzim Marwan Barghouti, quelle sotto interrogatorio, o che sono state rilasciate in precedenza e poi riarrestate malgrado l'impegno a non partecipare nuovamente ad atti di resistenza armata. Gli arabo israeliani sono esclusi dal provvedimento di rilascio. Israele, inoltre, potrebbe eliminare dal proprio bilancio i privilegi finanziari e fiscali finora accordati ai coloni degli insediamenti in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Avraham Poraz, appartenente al Shinui, partito nazionalista ma di tendenze riformistiche, che è sempre stato contrario alla politica degli insediamenti nei territori palestinesi.

ISRAELE: arabo-israeliano ucciso a Nord di Tel Aviv (ANSA) - TEL AVIV, 22 LUG - Un arabo-israeliano del villaggio Taibeh e' stato ucciso oggi dalla polizia di frontiera israeliana che lo ha 'scambiato per un terrorista palestinese'. E' accaduto a nord di Tel Aviv, a ridosso della linea di demarcazione tra Israele e Cisgiordania. Lo ha riferito la radio militare israeliana precisando che, con un altro passeggero riuscito a fuggire, l'arabo-israeliano stava transitando vicino a Taibeh a bordo di un'automobile. Gli agenti hanno sparato perche' gi due avrebbero 'fatto segnali sospetti'. 2003-07-22 - 15:49:00

LIBERIA: CONTINUA MASSACRO A MONROVIA, OLTRE 600 MORTI Si sta aggravando, con il passare delle ore, il bilancio delle vittime degli scontri a Monrovia, dove le truppe fedeli al presidente della Liberia, Charles Taylor, e i ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) sono impegnati ormai da giorni in feroci combattimenti. Secondo il ministro della Difesa, Daniel Chea, i morti accertati negli ultimi giorni di combattimenti sarebbero piu' di 600, e il loro numero potrebbe arrivare a 700, per effetto dell' incessante tiro di obici da parte dei ribelli.

Molte delle vittime sarebbero state provocate, tra la popolazione civile, dai colpi di mortaio con i quali i guerriglieri del Lurd stanno cercando di fiaccare la resistenza delle truppe lealiste e di aprirsi la strada verso il centro, ancora in mano all'esercito. La maggior parte delle vittime e' fra gli sfollati che a decine di migliaia hanno cercato rifugio nel centro della citta' e nel quartiere delle ambasciate, dove speravano di essere al sicuro dai combattimenti, e che invece sono quelli piu' pesantemente bombardati da due giorni. Ieri un portavoce dei ribelli aveva negato che fossero le forze del Lurd a bombardare con i mortai la città. dalla MISNA: Mentre da Monrovia arrivano notizie di pesantissimi combattimenti, la Comunità internazionale continua a perdere tempo, nonostante i ripetuti appelli del segretario generale dell’Onu Kofi Annan. È davvero inquietante l’atteggiamento dell’Ecowas, la Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale, che sembra debba allestire una ‘Crociata’ d’altri tempi, per non parlare degli Stati Uniti che appaiono a dir poco timorosi, come se facesse loro paura sbarcare in terra africana. Questi signori sapevano bene che in Liberia la tregua tra governo e ribelli era appesa da giorni ad un esile filo, eppure continuano a temporeggiare prima del loro fatidico intervento… ammesso e non concesso che ci sarà mai.

MADRID: Due attentati attribuiti all'Eta hanno scosso le localita' turistiche di Benidorm e di Alicante (est della Spagna). L'esplosione ha distrutto il primo piano dell'hotel Bahia de Alicante e causato gravi danni a un edificio vicino, hanno aggiunto le fonti, secondo le quali il bilancio di vittime dell'attentato potrebbe aggravarsi. Secondo fonti ufficiali citate dal canale tv Cnn+ almeno quattro persone, apparentemente agenti della polizia, sono invece rimasti feriti nell'esplosione della bomba davanti all'hotel Nadal a Benidorm.Spagna. Sale a 12 il numero dei feriti nel doppio attentato dell'Eta

Gli attentati sono stati attribuiti all'ETA: Gli attentati infatti erano stati preannunciati con una telefonata a nome dell'Eta, giunta al quotidiano "Gara". I separatisti baschi avevano annunciato due settimane fa il lancio di una nuova campagna terroristica contro le località turistiche spagnole. La telefonata, giunta alle undici, avvertiva che le bombe sarebbero esplose alle 12.30, ma lo scoppio è avvenuto una ventina di minuti prima: alle 12.05 vi è stata una prima esplosione all'Hotel Residencia Bahia ad Alicante e cinque minuti dopo al Nadal di Benidorm. I due alberghi erano stati completamente evacuati, ma ad Alicante la bomba ha causato danni anche ad un vicino edificio.

IRAQ: Iraq: ucciso operatore Croce Rossa internazionale [fonte VITA] Lo ha annunciato oggi il Cicr a Ginevra. Un operatore del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) e' stato ucciso oggi a Hilla, a sud di Baghdad, da spari di origine sconosciuta, e un autista dell'organizzazione e' rimasto ferito. Lo ha annunciato oggi il Cicr a Ginevra. Un altro attacco anti-USA vicino a Baghdad Un soldato americano e' morto e un altro e' rimasto ferito in un attacco con granate in Iraq. Lo hanno detto fonti militari americane.

IRAQ: USA Il Pentagono ha messo a punto un piano di rotazione delle truppe in Iraq, dove prevede che restino di stanza circa 148 mila militari americani, almeno fino alla fine dell'anno. Il piano sara' presentato domani, secondo quanto anticipano fonti militari anonime ai giornalisti presenti al Pentagono, che ne riferiscono. Il piano di rotazione coinvolge unita' dell'esercito, dei marines e della riserva. Il numero dei riservisti potra' variare in funzione della crescita della forza di stabilizzazione internazionale. Secondo le indicazioni ora disponibili, il Pentagono pensa di impiegare in Iraq una nuova unita' super-tecnologica, appena costituita e mai schierata in combattimento. Fra le prime unita' a rientrare, vi saranno le due brigate restanti della 3/a Divisione di fanteria, dove c'e' stato malumore all'annuncio di una proroga della missione almeno fino alla fine dell'estate. Il piano di rotazione specifica quali unita' andranno a sostituire la 3/a Divisione e le altre unita' che saranno man mano avvicendate. Gli uomini della Terza sono nella regione del Golfo da settembre: una brigata e' sulla via di casa, ma il resto - circa 9.000 uomini - resteranno, per ora, sul posto. La stesura di un piano di rotazione significa che i generali dello Stato Maggiore si sono resi conto di non potere mantenere al fronte le stesse truppe a tempo indeterminato.

BUSH mette nel mirino Iran e Siria "Questi due Stati sostengono il terrorismo, è inaccetabile", queste le parole del Presidente americano nel corso di una conferenza congiunta con Berlusconi. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha accusato oggi Siria e Iran di continua a sostenere i terroristi, che indeboliscono gli sforzi per la pace in Medio Oriente. Oggi la Siria e l'Iran continuano a proteggere ed assistere i terroristi - ha denunciato Bush nel corso di una conferenza stampa con il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, nel suo ranch di Crawford - Questo comportamento e' completamente inaccettabile e gli stati che sostengono il terrore verrano considerati responsabili.

GR ORE 10.30

liberia

E' salito ad almeno 90 intanto il numero dei morti accertati nella giornata più violenta da almeno due mesi a questa parte per gli attacchi a tutto campo sferrati dalle forze ribelli per prendere la capitale Monrovia. I feritisono almeno 360.

Durante un bombardamento continuo a colpi di mortaio durato due ore, ieri una granata ha ucciso 25 liberiani rifugiatisi assieme ad altri circa 10.000 profughi in un complesso diplomatico statunitense. L'edificio si trova dall'altra parte della strada rispetto all'ambasciata Usa, di fronte alla costa Atlantica. Una quarantina di marines sono stati inviati per rafforzare la vigilanza e aiutare lo sgombero dei civili.

Dopo lo scoppio della granata negli edifici diplomatici, alcuni liberiani esasperati hanno allineato almeno 18 diciotto corpi maciullati e insanguinati nella strada davanti all'ambasciata. Alcuni hanno gridato: "Siamo morendo per niente", mentre due sentinelle in mimetica osservavano la scena dietro un vetro antiproiettile.

ancora liberia (fonte misna da specificare)

Mentre da Monrovia arrivano notizie di pesantissimi combattimenti, la Comunità internazionale continua a perdere tempo, nonostante i ripetuti appelli del segretario generale dell’Onu Kofi Annan. È davvero inquietante l’atteggiamento dell’Ecowas, la Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale, che sembra debba allestire una ‘Crociata’ d’altri tempi, per non parlare degli Stati Uniti che appaiono a dir poco timorosi, come se facesse loro paura sbarcare in terra africana. Questi signori sapevano bene che in Liberia la tregua tra governo e ribelli era appesa da giorni ad un esile filo, eppure continuano a temporeggiare in attesa del peggio a tutti i costi, secondo una sorta di cinico copione, prima del loro fatidico intervento… ammesso e non concesso che ci sarà mai. Intanto il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, dal suo ranch di Crawford, nel Texas, assicura che la sua amministrazione sta lavorando con i Paesi dell’Ecowas per stabilire quando le truppe di pace africane saranno in grado di entrare in Liberia. Bush, nella conferenza stampa al termine del suo incontro con il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi, ha aggiunto, con un tono, oseremmo dire, poco convincente, che gli Usa sono in contatto anche con le Nazioni Unite per tentare di ottenere un nuovo ‘cessate-il-fuoco’ tra le parti belligeranti in Liberia. Eppure, a pensarci bene, si tratta semplicemente di spedire poche migliaia di soldati per una missione d’interposizione che anche le Chiese chiedono a gran voce, non foss’altro perché di questo passo, con tutte le bombe che piovono dal cielo, sarà davvero un’ecatombe umanitaria.

colombia

Le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) hanno chiesto di poter esporre alle Nazioni Unite la loro versione sull’andamento del conflitto che da quattro decenni insanguina il Paese sudamericano. In una lettera aperta al segretario generale dell’Onu Kofi Annan, pubblicata in internet, il movimento guerrigliero colombiano ha asserito che solo in questo modo l’organismo “potrà ottenere una visione molto più obiettiva” della realtà colombiana. Le Farc hanno precisato di essere a conoscenza ma di non condividere il sostegno offerto dall’Onu al governo del presidente Alvaro Uribe, che chiede un ‘cessate-il-fuoco’ unilaterale come condizione imprescindibile per il riavvio del negoziato fallito lo scorso anno. Una volta esposti i propri argomenti la guerriglia è certa che l’Onu “potrà analizzare e decidere con certezza se realmente conviene dare appoggio al signor Uribe”. Nel caso di una risposta favorevole di Annan, hanno aggiunto le Farc, sarà il comandante Raul Reyes a fare da portavoce del gruppo armato. Intanto il governo francese ha negato di aver avviato contatti con le Farc per trattare la liberazione di ostaggi, in particolare dell’ex candidata presidenziale e leader dei Verdi Ingrid Betancourt, rapita il 23 febbraio dello scorso anno. Lo ha dichiarato il portavoce del dicastero degli esteri di Parigi Hervé Ladsous. Era stata la rivista brasiliana ‘Cartas Capital’ a riferire nei giorni scorsi di un presunto negoziato tra il governo francese e le Farc che avrebbe avuto luogo tra il 9 e il 13 luglio scorsi nel vicino Paese. Ladsous ha comunque confermato che l’esecutivo transalpino mantiene l’impegno ad apportare un “sostegno umanitario” agli ostaggi in mano ai gruppi armati.

guantanamo

(da contestualizzare)

Sono iniziati ieri a Washington i colloqui trilaterali fra Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia per stabilire la sorte dei cittadini britannici ed australiani detenuti a Guantanamo con l'accusa di terrorismo e che potrebbero comparire di fronte ad un tribunale militare americano. Le trattative dovrebbero proseguire per tutta la giornata di oggi. Tra i 660 detenuti di Guantanamo figurano infatti nove cittadini britannici e due australiani, tre dei quali, Moazzam Begg, Feroz Abbasi e David Hicks, fanno parte del primo gruppo di sei imputati che sarebbero dovuti comparire in giudizio in quanto considerati "combattenti nemici" e per questo sottoposti alla giurisdizione militare. Sia la Gran Bretagna che l'Australia hanno espresso perplessità di fronte all'ipotesi di un tribunale militare, il cui funzionamento differisce notevolmente da quello delle corti civili. I dibattimenti si tengono a porte chiuse, non necessariamente sul territorio americano, i legali della difesa vengono nominati d'ufficio dalle forze armate (o se civili devono essere comunque cittadini americani scelti in base a ristretti criteri) e non è possibile presentare istanza di appello contro la sentenza. Sentenza per la quale sono necessari solo due dei tre voti degli ufficiali che compongono la giuria, anche in caso di richiesta di pena di morte. Lord Goldsmith, procuratore generale britannico, ha ribadito che agli imputati deve essere garantito l'accesso ad un'assistenza legale di loro scelta: "Il mio obbiettivo è che ai cittadini britannici venga assicurato un processo equo e conforme agli standard legali internazionali, ovunque essi abbiano luogo; uno dei primi passi in questa direzione è il beneficio della difesa", ha spiegato il funzionario, che ha sottolineato come il suo governo si opponga "in ogni circostanza a qualsiasi ipotesi di pena di morte". Quanto all'Australia, da Canberra era arrivata l'ammissione che Washington difficilmente avrebbe accettato di estradare gli imputati, in quanto la legge antiterrorismo australiana era stata approvata dopo la loro cattura avvenuta in Afghanistan, il che renderebbe impossibile celebrare un processo. Sia l'opposizione che il governo hanno tuttavia fatto presente che l'opinione pubblica australiana è contraria alla pena di morte, e che in base alla legislazione vigente la pena massima per il reato di terrorismo è di 25 anni di carcere. Washington, stando a fonti governative australiane, si sarebbe impegnata a non chiedere la pena capitale. Il maggiore John Smith, portavoce del Pentagono, ha confermato che i criteri statunitensi per il rilascio dei prigionieri rimangono quelli già resi noti in passato: che non costituiscano una minaccia per gli Stati Uniti, che non stiano fornendo notizie utili ai servizi segreti e che non debbano essere incriminati. Nessuno dei detenuti nella base di Guantanamo è stato ancora formalmente incriminato per terrorismo.

Onu

Le Conseil de sécurité doit faire mardi, pour la première fois, le point sur la situation en Irak, quatre mois après l'attaque américano-britannique. Kofi Annan doit présenter un rapport "sans complaisance" sur la situation dans le pays. Lundi, George W. Bush et les Européens se sont exprimés sur les possibilités d'engagement de la communauté internationale en Irak. Certains, comme la France, réclament pour cela une nouvelle résolution. Le Conseil de sécurité de l'ONU doit tenir, mardi 22 juillet, une séance publique très attendue afin de faire, pour la première fois, le point sur la situation en Irak, quatre mois après le déclenchement des hostilités et l'attaque du pays par les forces américano-britanniques. La séance, à laquelle participera une délégation du conseil de gouvernement transitoire irakien, doit commencer à New York à 10 heures locales (16 heures à Paris) et se poursuivre jusqu'à ce que tous les orateurs qui le souhaitent aient pris la parole.

Aucune décision, texte ou déclaration ne doit cependant être adoptée lors de cette séance, officiellement convoquée pour entendre le rapport que le secrétaire général de l'ONU, Kofi Annan, doit faire au conseil "à intervalles réguliers" au titre de la résolution 1483. Le rapport de M. Annan, rendu public à l'avance, a été qualifié de "sans complaisance" par un diplomate. Le secrétaire général, qui prendra la parole en premier, y recommande un rapide transfert de la souveraineté aux Irakiens et souligne que, pour eux, la première priorité reste "la sécurité, ou plutôt le manque de sécurité".

La résolution 1483, adoptée le 22 mai dernier, régit le rôle de l'ONU dans l'Irak sous occupation américaine, le limitant à une aide humanitaire et un conseil politique, alors que les Etats-Unis, qui font face sur le terrain à une situation plus difficile que prévu, souhaiteraient maintenant un large engagement de la communauté internationale à leurs côtés.

Pisa

alle dieci di stamattina un gruppo di 40/50 persone hanno rotto sigilli e lucchetti che chiudevano lo spazio occupato "rebeldia" a pisa, messo sotto sequestro la scorsa settimana dopo lo sgombero richiesto dal rettore dell'universita' proprietaria dello stabile.

numerose le forse dell'ordine a controllare in questi ultimi giorni lo stabile sotto sequestro, ma la situazione in zona durante l'occupazione e' stata tranquilla. e' presente il personale digos, e un parlamentare di rifondazione.

pochi minuti dopo l'entrata nello stabile, gli uomini digos hanno fatto irruzione dalle porte laterali, importunando in maniera dura alcuni degli occupanti e cercando di impedire ai ragazzi con le telecamere la documentazione delle scene. ora e' in corso una sorta di trattativa e dialogo all'interno dello stabile.

gror030722 (last edited 2008-06-26 09:54:34 by anonymous)