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palestina

Si e' concluso con un nulla di fatto dopo quattro ore di serrate discussioni il colloquio di ieri sera tra il ministro della Difesa israeliano, generale a riposo Shaul Mofaz, e Mohammad Dahlan, ministro per la Sicurezza dell'Autorita' Nazionale Palestinese. Lo ha riferito in mattinata la radio pubblica ebraica, secondo cui Mofaz e Dahlan non sono riusciti a raggiungere alcun compromesso sul ritiro delle truppe di occupazione israeliane da altre due citta' della Cisgiordania, dopo Betlemme e la maggior parte della Striscia di Gaza circa un mese fa. Stando a quanto dichiarato all'emittente da fonti palestinesi, Dahlan ha proposto che il ripiegamento riguardasse Ramallah e Hebron. Mofaz ha insistito invece per Qalqilya, a ridosso della cosiddetta 'linea verde' che separa i territori autonomi cisgiordani dallo Stato ebraico; e per Gerico, l'unica citta' palestinese rimasta finora sostanzialmente indenne da scontri, violenze e rappresaglie. Le fonti hanno aggiunto che "gli israeliani debbono dare una risposta alle nostre proposte entro oggi": ma prima ancora della riunione negli ambienti del governo ebraico un ritiro da Ramallah era stato escluso.- A Ramallah si trova la 'Muqata', il quartier generale dell'Anp ove da mesi e' di fatto segregato il presidente palestinese Yasser Arafat, circondato dai carri armati delle truppe israeliane e senza alcuna possibilita' di movimento. Durante l'incontro con Dahlan, il generale Mofaz avrebbe ribadito la propria profonda ostilita' nei confronti di Arafat, affermando che fu un "errore storico" del suo Paese il non averlo espulso dalla Cisgiordania una volta per tutte. Il vecchio leader dell'Anp e' da sempre avversario del mentore di Dahlan, il moderato premier Mahmoud Abbas alias Abu Mazen: ma nessuno dei due puo' permettersi di scaricarlo. Ulteriore motivo di dissenso tra i due negoziatori, riunitisi in un'imprecisata localita' nei dintorni di Gerusalemme, e' stato da un lato la costruzione del cosiddetto 'muro di sicurezza': la munitissima recinzione, lunga centinaia di chilometri, che Israele vuole erigere per separarsi fisicamente dalla Cisgiordania e impedire infiltrazioni di aventuali attentatori suicidi, anche a costo di smembrare il territorio del futuro Stato palestinese indipendente. Dahlan ha criticato una volta di piu' l'iniziativa, invisa anche a Washington, su cui la controparte pero' intende tenere duro. Dall'altro lato, si sono registrate nuove frizioni per quianto concerne la situazione complessiva della sicurezza e della prevenzione del terrorismo: situazione che alla radio pubblica il ministro della Difesa ebraico ha definito "peggiore adesso di quanto non lo fosse prima del vertice di Aqaba (tra Abu Mazen e l'omologo israeliano Ariel Sharon, il 4 giugno scorso, con la mediazione del presidente americano George W. Bush; ndr)", allorche' fu varata la roadmap, il piano di pace per il Medio Oriente emsso a punto dal Quartetto di Madrid e che si sta tentando faticosamente di applicare.

liberia

Liberia

Si riunisce oggi in Ghana il consiglio dell'Organizzazione economica dei Paesi dell Africa Occidentale (Ecowas), che dovrà decidere in che modo dispiegare un contingente militare in Liberia e promuovere il processo di pace fra il governo del presidente Charles Taylor ed i ribelli. Come spiega la Bbc, l'Ecowas è in linea di massima d'accordo sull'invio di un contingente di 3mila uomini, in massima parte nigeriani, ma fino ad ora le operazioni sono state ostacolate dalla difficile situazione sul terreno, dove si continua a combattere nonostante il cessate il fuoco dichiarato ieri dai ribelli del Lurd, e dall'elevato costo economico della missione. Una missione militare nigeriana composta da un limitato numero di esperti è partita alla volta di Monrovia, dove rimarrà fino a sabato per valutare le necessità logistiche per il dispiegamento della forza di pace; questa potrebbe ottenere un mandato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu grazie ad una proposta di risoluzione presentata dagli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti in serata, durante la notte in Italia, presenteranno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione che autorizza il dispiegamento in Liberia di una forza internazionale di pace. Lo ha annunciato il portavoce del dipartimento di Stato Richard Boucher, che ha colto l'occasione per rinnovare al presidente liberiano Charles Taylor l'invito a lasciare il Paese. Nel documento messo a punto dagli Usa, è previsto che i militari del contingente di pace operino in base al capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che prevede l'uso della forza qualora risultasse necessario. "In questo modo i militari potranno garantire il rispetto del cessate il fuoco, la sicurezza in città e la formazione di corridoi umanitari per portare aiuto alla popolazione stremata" ha aggiunto Boucher. Che qualcosa a livello diplomatico si stesse muovendo si era capito già nella serata di ieri, quando è iniziata a circolare la notizia dell'arrivo a Monrovia di un'avanguardia della missione approvata il 4 luglio scorso dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas/Cedeao). Una squadra di ufficiali, guidata dal generale nigeriano che comanderà la forza, è sbarcata poco dopo mezzogiorno nella capitale liberiana per effettuare una ricognizione in vista del dispiegamento dei 3mila 'peacekeeper' africani su cui potrà contare la missione. Anche se in ritardo rispetto alla tabella di marcia, la comunità internazionale sembra così essere finalmente pronta a rispondere ai costanti appelli lanciati nelle ultime settimane dalle migliaia e migliaia di liberiani disperati che affollano la capitale Monrovia, teatro della più violenta offensiva mai portata dalla ribellione che dal 1999 si oppone al presidente Taylor. Ieri però i combattimenti tra gli uomini del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) e le forze governative sono proseguiti senza sosta su tutti i fronti aperti. Alla battaglia nel centro di Monrovia si sono aggiunti i combattimenti segnalati a Gbarnga (contea di Bong, 180 chilometri a nordest della capitale) storica roccaforte del presidente Taylor, e a Ganta, altro strategico centro abitato che si trova un’ottantina di chilometri più a nord. A Buchanan, la seconda città del Paese che si trova una novantina di chilometri da Monrovia, le forze fedeli a Taylor hanno lanciato ieri la loro controffensiva per cercare di strappare la città dal controllo del Model (Movimento per la democrazia in Liberia) che l'aveva conquistata nei giorni scorsi. Forse la ritrovata attenzione all'urgenza del dispiegamento sul territorio liberiano di una forza di pace, potrà evitare che Lurd e Model riescano a unificare le proprie forze e a sferrare l’assalto finale contro Monrovia, assiepata di centinaia di migliaia di sfollati. In quel caso, come ha detto una fonte religiosa alla MISNA "potrebbe succedere di tutto”.

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Argentina

Il presunto membro delle Br italiane Leonardo Bertulazzi, di 52 anni, e' stato posto in liberta', dopo essere stato arrestato otto mesi or sono a Buenos Aires dov'era giunto proveniente dal Salvador. Lo hanno reso noto oggi fonti giudiziarie precisando che l'italiano e' uscito dal carcere gia' tre settimane or sono. La disposizione in tal senso e' stata decisa dal giudice federale Maria Servina de Cubria e il pubblico ministero Guillermo Marijuan ha gia' presentato un ricorso contro la misura. Pertanto e' prevedibile che il caso sara' risolto dalla Corte suprema di giustizia. Da rilevare in proposito che, poiche' Bertulazzi - che al momento dell'arresto era insieme con la sua compagna Bettina Kopcke, che fa parte del movimento dei Medici senza frontiere - e' stato condannato in contumacia negli Anni Ottanta da un tribunale di Genova per la sua presunta partecipazione alle Br, la legge argentina prevede la non concessione dell'estradizone per sentenze emesse in assenza dell'imputato. E' quindi prevedibile, afferma l'agenzia di stampa Dyn nel dare la notizia, che difficilmente la Corte Suprema argentina determinera' un nuovo arresto di Bertulazzi per consentire che venga estradato in Italia.

Il presidente argentino Nestro Kirchner ha chiesto al Congresso di revocare le due leggi che hanno garanito l'amnistia ai militari coinvolti in assasini, torture e sparizioni di circa 30.000 oppositori durante la dittatura (1976-1983). E' la prima volta che un presidente argentino si pronuncia in questo senso. "Se il Congresso annulla le leggi di amnistia, mi sembra ottimo", ha detto Kirchner, che la settimana scorsa aveva revocato un decreto del 2001 che vietava l'estradizione di militari ed ex-militari argentini accusati di crimini contro l'umanita'. Un gruppo di parlamentari ha gia' chiesto la convocazione straordinaria del Congreso in agosto per discutere della questione. La revoca delle due leggi "Punto finale" e "Obediencia debida" consentirebbe ai tribunali argentini di processare in Argentina i militari accusati di crimini. Soluzione che Kirchner ha detto di favorire all'estradizione. "Io credo che dovrebbero essere processati in Argentina, ma se ancora non possono essere processati in Argentina e' perche' ci sono delle norme che garantiscono loro l'immunita'", ha spiegato il presidente. Molte corti hanno gia' dichiarato incostituzionale le due leggi ma l'ultima parola spetta alla Corte Suprema.

Australia

Il governo conservatore di Canberra e' stato accusato di essere implicato nel naufragio in acque internazionali di una carretta del mare indonesiana, stracarica di richiedenti asilo, in cui morirono 353 persone nell'ottobre 2001. La polizia australiana aveva infatti addestrato elementi di quella indonesiana in 'tecniche di ostacolo' al traffico di clandestini, compreso il sabotaggio di motori. Lo afferma l'ex ambasciatore australiano in Cambogia Tony Kevin, secondo cui il capo della polizia federale australiana, Mick Keelty, avrebbe ammesso che la sua forza ha addestrato 20 poliziotti indonesiani in tali 'tecniche'. Credo che prove sostanziali portino alla conclusione che l'imbarcazione, nota in codice come SIEV-X, sia affondata come parte di un programma del governo australiano di ostacolo del contrabbando umano in Indonesia, ha dichiarato Kevin alla radio Abc. Quel programma operava attraverso collegamenti stabiliti fra la polizia australiana ed elementi della polizia nazionale indonesiana, che erano stati preparati ad eseguire certe azioni. L'opposizione laburista e i gruppi per i diritti umani sostengono da tempo che il governo di John Howard abbia lasciato affondare la SIEV-X senza intervenire, come deterrente ad altri richiedenti asilo. E' stato anche affermato piu' volte che il peschereccio sovraffollato sia stato sabotato. Il governo ha tuttavia negato con decisione ogni accusa di condotta impropria. Secondo l'ex diplomatico, la polizia federale conduce uno stretto monitoraggio di un sito web dedicato alla ricerca della verita' sul naufragio della SIEV-X, per tenersi al corrente di ogni nuova prova e non essere colta di sorpresa. Il sito web SIEV-X e' un archivio in continuo aggiornamento, che raccoglie ogni dato informativo disponibile sul naufragio e sulla morte dei suoi passeggeri, ha precisato Kevin.

India

Esplosivi immagazzinati in una baracca a Bombay sono esplosi stamane uccidendo almeno cinque persone, compresi tre bambini, e ferendo altre dieci persone. Lo ha comunicato la polizia. Gli esplosivi, usati per scene di film che si girano a Bollywood, la Hollywood di Bombay, era depositati nell'abitazione di un dipendente di uno studio, nella disordinata baraccopoli di Bandivli, alla periferia occidentale di Bombay, ha detto A. Patil, un ispettore della polizia locale Il dipendente, Dilnawaz Khan, aveva immagazzinato gli esplosivi usati in scene di incendi in una zona della baracca, ha detto l'ispettore Patil. Non si sa che cosa abbia innescato l'esplosivo. Khan, la moglie e almeno tre bambini sono morti nell'incidente. L'esplosione ha danneggiato almeno altre quattro baracche, ferendo più di dieci persone che dormivano all'interno. Secondo Patil, i feriti potrebbero essere circa 25.

Guatemala

La Corte Costituzionale del Guatemala ha dato il via libera alla candidatura dell'ex dittatore Efrain Rios Montt alle elezioni presidenziali di novembre, rovesciando la sentenza di senso opposto emessa in precedenza dalla Corte Suprema. La costituzione guatemalteca proibisce agli ex golpisti di partecipare alle elezioni, ma il partito di Rios Montt, il Fronte Repubblicano guatemalteco (Frg) oggi al potere, ha sostenuto con successo davanti alla corte che la nuova costituzione e' entrata in vigore nel 1993 e non puo' essere applicata per fatti avvenuti in precedenza. Rios Montt, 77 anni, guido' un colpo di stato militare nel 1982 e rimase al potere per un anno, prima di essere rovesciato da un altro golpe. L'eventuale vittoria di Rios Montt porterebbe all'isolamento internazionale del Paese. Gli Stati Uniti hanno gia' fatto sapere che in tal caso non potrebbero avere relazioni normali con il Guatemala. L'anno in cui Rios Montt fu al potere e' ricordato come la fase piu' sanguinaria della guerra civile con la guerriglia di sinistra, con numerosi massacri di civili ad opera dell'esercito e di gruppi paramilitari. L'ex dittatore e' accusato da gruppi per i diritti umani della morte di centinaia di indiani maya. Malgrado questa fama, Rios Montt continua a godere di un certo seguito in Guatemala. Una serie di vicende di corruzione hanno tuttavia scosso il suo partito, al potere con l'attuale presidente Alfonso Portillo, e i sondaggi prevedono una vittoria elettorale del candidato dell'opposizione Oscar Berger. Rios Montt, attuale presidente del Parlamento, e' stato sconfitto gia' due volte alle elezioni presidenziali, ma l'Frg lo ha scelto in maggio come suo candidato.

America'

E' arrivata prima del previsto la decisione della procura di Los Angeles se celebrare o meno un nuovo processo a carico di un poliziotto bianco accusato di aver malmenato con un uso eccessivo di forza un teenager nero durante un arresto: il secondo processo si fara'. La necessita' di sottoporre Jeremy Morse, 25 anni, agente di polizia della contea di Inglewood, a un nuovo procedimento deriva dall'incapacita' della giuria del primo processo a raggiungere un verdetto unanime. Se sara' ritenuto colpevole, l'agente che ha pestato Donovan Jackson, 16 anni, rischia fino a tre anni di reclusione e una multa di 10.000 dollari. Dopo quattro giorni di camera di consiglio, i giurati -11 bianchi e un nero- non hanno trovato un accordo: 7 giurati lo hanno giudicato colpevole, 5 innocente. L'episodio fu filmato il 6 luglio del 2002 da un videoamatore e le immagini fecero il giro dell'America sollevando polemiche e provocando manifestazioni di protesta fra la comunita' nera dell'area di Los Angeles.

gror030731 (last edited 2008-06-26 10:06:58 by anonymous)