GR ORE 10.30

Iraq, Blair

Al di la' delle conseguenze sul piano delle eventuali responsabilita', la deposizione di ieri davanti alla commissione che indaga sulla morte dello scienziato David Kelly ha gia' avuto per Tony Blair ripercussioni molto negative in termini politici: e' quanto emerge da un sondaggio, realizzato a caldo dall'istituto demoscopico 'YouGov' per conto del quotidiano 'The Daily Telegraph', secondo cui ben oltre la meta' dei sudditi britannici ritengono che non sia degno di fiducia il premier, difesosi a spada tratta dalle accuse di aver disinformato l'opinione pubblica del Regno Unito circa la effettiva necessita' di partecipare alla guerra in Iraq

Palestina

Secondo il quotidiano israeliano Ma'ariv il premier palestinese Abu Mazen avrebbe chiesto all'Unione europea di dichiarare Hamas "gruppo terroristico" lanciando così una battaglia frontale contro il movimento islamico palestinese, il cui braccio armato ha rivendicato la responsabilità dell'ultimo grave attentato a Gerusalemme rompendo la tregua con Israele. La richiesta di Abu Mazen avrebbe preparato così i colloqui che si terranno oggi in Palestina tra gli esponenti dell'autorità nazionale palestinese e il rappresentante dell'Ue per la politica estera Javier Solana.

Corea

Nessun accordo se non la promessa di rivedersi ancora. Così, senza sostanziali passi avanti, si è conclusa la conferenza ‘a sei’ di Pechino per risolvere la difficile crisi nucleare che coinvolge la Corea del Nord. Ai colloqui hanno partecipato Stati Uniti, le due Coree, Cina, Russia, Giappone. L’incontro si è chiuso senza una comunicazione congiunta, ma i diplomatici presenti concordano su un’implicita disponibilità da parte di tutti di riprendere i colloqui entro due mesi. Pyongyang e Washington, i principali attori di questa contesa, restano entrambi fermi sulle proprie posizioni. Il regime comunista di Kim Jong Il, che si sente minacciato da Washington, ribadisce come condizione la sottoscrizione di un ‘trattato di non aggressione’ da parte della potenza americana prima di rinunciare al proprio programma nucleare, la cui ripresa, scoperta dieci mesi fa, innescò la crisi. La Casa Bianca, convinta che il Paese asiatico abbia a disposizione uno o due ordigni nucleari, non accetta nessuna intimidazione e vuole l’immediato smantellamento del programma nucleare. La Cina - che esce dalla conferenza con molto credito acquistato nel ruolo di mediatore – ha positivamente sottolineato la messa in agenda di un prossimo incontro pure ammettendo di sapere già che i futuri colloqui non saranno più facili di quelli appena conclusi. Intervistato dalla BBC, Mohamed El Baradei, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) incaricata dall’Onu a vigilare sulla non proliferazione nucleare, ha descritto la strategia intrapresa dalla Corea del Nord come un “ricatto” nucleare per ottenere risultati politici e che, se accettata, rappresenterebbe un pericoloso precedente.

Wto

Il Consiglio generale del WTO (o OMC, organizzazione mondiale de commercio) non ha approvato l'accordo di principio raggiunto qualche ora prima dal comitato sulla proprietà intellettuale che prevede di permettere ai Paesi poveri di importare farmaci brevettati a basso costo per trattare malattie mortali quali l'Aids, la malaria e la tubercolosi. La riunione è stata aggiornata nelle prime ore di questa notte senza l'accordo del Consiglio generale. Il portavoce del WTO Keith Rockwell ha affermato che l'approvazione finale non avverrà probabilmente prime della conferenza che si terrà dal 10 al 14 settembre a Cancun, in Messico.

Guatemala

È stato dato ieri il via, a Comalapa, nel dipartimento guatemalteco centro-meridionale di Chimaltenango, a una nuova serie di esumazioni di vittime delle atrocità perpetrate negli anni Ottanta dall’esercito e dall’opposizione armata. I resti degli abitanti dei villaggi circostanti il comune di Comalapa, sottoposti ad "aggressioni, persecuzioni, torture e violenze extragiudiziarie" perpetrate "contro i leader comunitari e la popolazione comune", sono stati sepolti a quel tempo in "cimiteri clandestini in burroni, strade e centri abitati", come denuncia l’associazione ‘Mani Tese’. Le esumazioni, il cui scopo è "proseguire nella ricerca di familiari, amici e vicini che furono sequestrati, torturati e giustiziati", saranno realizzate con l’appoggio della Fondazione di antropologia forense del Guatemala e di altre associazioni, tra le quali la stessa Mani Tese e la Conavigua (Coordinamento nazionale vedove del Guatemala). Quest’ultima associazione, fondata nel 1988 da un gruppo di vedove i cui mariti erano rimasti vittime di esecuzioni extragiudiziali o di ‘sparizioni’ durante i 36 anni della guerra civile guatemalteca, hanno più volte subito minacce e ritorsioni a causa della caparbietà con la quale tentano di recuperare i resti dei loro cari e di dare un nome agli assassini. Il Guatemala è entrato da tempo, e in modo rovente, nel clima elettorale. Il nuovo presidente della Repubblica sarà eletto il prossimo 6 novembre, scadenza intorno alla quale nel Paese è di nuovo esplosa ogni forma di violenza ed abuso. Il clima pre-elettorale è stato reso particolarmente drammatico dalla presentazione da parte dell’opposizione di una serie di ricorsi contro la candidatura dell’ex dittatore Efraín Ríos Montt, tutti respinti dal Tribunale supremo elettorale (Tse) del Guatemala. Lo scorso 24 luglio dimostranti armati inneggianti a Ríos Montt avevano occupato il centro della capitale per esigere l’iscrizione dell’ex generale nella lista dei candidati alla presidenza, facendo addirittura temere un nuovo golpe. Il 26 agosto, inoltre, ignoti hanno saccheggiato gli uffici della Procura dei diritti umani a Città del Guatemala, rubando due computer e un numero imprecisato di floppy-disc dall’archivio. L’azione, preceduta da nuovi tentativi di intimidazione nei confronti del personale della Procura, è avvenuta alla vigilia della pubblicazione dei risultati dell’inchiesta aperta sul ‘giovedì nero’ del 24 luglio.

Energia

Le aziende tornano a riprendere la produzione e la richiesta di energia elettrica aumenta fortemente.

Così, nonostante il calo delle temperature rispetto alle scorse settimane, il rischio di blackout torna ad affacciarsi nel nostro Paese.

Il ministero delle Attività produttive ha lanciato l’allarme: "A partire dai prossimi giorni e sino alla fine del 2004, soprattutto in occasione dei periodi di punta della domanda invernale e estiva, permane il rischio che la potenza di produzione non bilanci adeguatamente la crescita di domanda interna".

Intanto per quel che riguarda oggi, il presidente del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, Carlo Andrea Bollino, ha detto all’agenzia di stampa AdnKronos che "non ci sarà nessun distacco programmato di elettricità dalle 9 alle 10,30 di questa mattina".

gror030829 (last edited 2008-06-26 09:59:48 by anonymous)