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Inserisci una descrizione per gror030915 === GR ORE 19.30 ===


== Sommario ==

= Esteri =

'''Vertice wto''' si chiude con un fallimento il vertice dell'organizzazione mondiale del commercio: i paesi poveri impongono a sorpresa le loro tesi

= Italia =

'''Milano''', si è aperto oggi il processo presso il tribunale dei minori ad uno degli indagati per l'omicidio di davide, il compagno assassinato la notte del 16 marzo

'''Sciopero degli acquisti''', una giornata simbolica contro gli aumenti dei prezzi e il carovita





== ESTERI ==

'''Vertice wto'''

Il vertice di Cancun è fallito facendo trasparire a caratteri cubitali la spaccatura tra il Nord e il Sud del mondo sui temi delicati dell’agricoltura e delle regole degli investimenti globali. È difficile pensare che vi siano motivi per gioire, né tanto meno per gridare alla disfatta. Tutto sommato, a pensarci bene, era improbabile che la quinta Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto) riuscisse a riconciliare, in un segmento cosi stretto di tempo, due visioni del mondo distanti anni luce tra loro. Il fallimento di domenica si è consumato sui ‘new issues’, il pacchetto di proposte legate a investimenti, trasparenza o ‘presunta tale’ degli appalti e facilitazioni al commercio che hanno trovato la netta opposizione dei Paesi in via di sviluppo timorosi che si trattasse dell’ennesimo tranello per beneficiare le multinazionali a scapito delle loro industrie.

 Su queste proposte, difese a spada tratta da Europa e Giappone, la delegazione ugandese ha detto chiaro e tondo che i Paesi occidentali non hanno mantenuto l’impegno assunto a Doha di parlare a chiare lettere di “sviluppo” e si sarebbero limitate a guardare al loro tornaconto. Secondo George Yeo, ministro del commercio e dell’industria di Singapore, che presiedeva le trattative sulla spinosa questione agricola, il collasso dei negoziati nella città messicana potrebbe avere “serie conseguenze” per il commercio mondiale. A questo punto si profila un rinvio dell’attuazione delle cosiddette ‘liberalizzazioni multilaterali’ decise a Doha nel 2001. Una cosa è certa: come ha detto il ministro per il commercio internazionale della Malesia, “a Cancun i Paesi in via di sviluppo hanno adottato una linea comune e questo dovrebbe far capire che nessuno può imporre alcun diktat a chicchessia”. Nessuno in fondo si aspettava che a puntare i piedi sarebbero stati proprio i Paesi poveri, quelli che nel passato si alleavano con i forti in campo, rispondendo a certe logiche clientelari. E invece, a sorpresa, gli africani hanno fatto saltare tutto. Benin, Mali, Ciad e Burkina Faso, i Paesi del cotone, e poi Kenya, Uganda e Senegal, cui si sono successivamente aggiunti altri Paesi del Sud, non hanno accettato compromessi.

 E così come avvenne a Seattle quattro anni fa, anche questa volta, il Wto ha chiuso la partita con un nulla di fatto, senza uno straccio di documento ufficiale. Non v’è dubbio che, almeno politicamente, i governi del Sud del mondo siano riusciti a coalizzarsi lanciando un messaggio inequivocabile al Nord ricco ed opulento. Le regole sono necessarie ma devono essere stilate secondo criteri che rispondano ai bisogni di tutti e visto e considerato che oltre tre quarti della popolazione mondiale è concentrata nel Sud del pianeta, Europa, Giappone e Stati Uniti non possono certo fare orecchi da mercante. Erano le 15:15 (le 22:15 italiane di ieri) quando il capo della delegazione keniana, Mukhisa Kituxi, si è alzato dal tavolo e ha annunciato: "il vertice è fallito". La notizia è rimbalzata nella sala stampa, tra il giubilo e il ‘cancan’ dei ‘new global’. Due ore e mezzo dopo, il vertice è stato dichiarato chiuso ufficialmente dal direttore generale della Wto, Supachai Panitchpakdi, e dal presidente della conferenza, il ministro degli esteri messicano, Luis Ernesto Derbez. Non resta che attendere tempi migliori.

'''Italia'''

'''Milano'''

Questa mattina a Milano, una cinquantina di compagni/e si è recato sotto il Tribunale dei Minori dove si sta svolgendo il processo a Mattia Morbi per l'omicidio di Dax.
Durante il presidio non autorizzato è stato srotolato uno striscione ed accesi fumogeni e torce.
Poi si sono recati in corteo alla Stazione FN di Cadorna dove è continuato lo speakeraggio ed il volantinaggio per informare e sensibilizzare sia i pendolari che i lavoratori della stazione.
Questi ultimi erano in sciopero ed hanno espresso solidarietà al presidio spontaneo all'ingresso della stazione.
E Domani, 16 settembre, alle ore 9 presidio informativo permanente; ore 14 proiezione del video "DAX ODIA ANCORA" che documenta i fatti di quel giorno infame e che ci aiuta a conoscere e capire chi era Dax.
La giornata si concluderà poi con un ulteriore presidio in via Brioschi alle ore 18.



'''Sciopero degli acquisti'''

Domani ci sarà lo sciopero degli acquisti per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo vasti strati della popolazione. L’Intesa dei consumatori per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo le famiglie italiane e fiaccando, complici anche altri fattori, l’economia del nostro Paese, indice il 3° sciopero degli acquisti, invitando i cittadini italiani stanchi di tante angherie, ad astenersi dal fare la spesa il giorno 16 settembre.
Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori diffondono una guida pratica per i cittadini che intendono aderire allo sciopero e li invitano a partecipare alle manifestazioni che in molte province italiane stanno coinvolgendo moltissime associazioni (non solo dei consumatori), organizzazioni di pensionati, organizzazioni sindacali e personalità istituzionali.
I vertici delle 4 sigle si ritroveranno in un presidio a piazza Montecitorio alle ore 10,30 per far sentire la propria voce ai rappresentanti delle Istituzioni.



ACQUISTI E SPESE CHE POSSONO ESSERE EVITATI (con conseguente risparmio)

evitare di acquistare caffè, cappuccino, brioches al bar. Prepararsi la colazione comodamente a casa;

evitare di ordinare al bar caffè o acqua minerale a domicilio dall’ufficio: portarsi da casa un termos con le bevande e una bottiglia grande di acqua;

evitare di acquistare quotidiani all’edicola: ascoltare le notizie alla radio o in tv prima di uscire da casa o leggere i giornali sui rispettivi siti internet;

utilizzare il telefono cellulare o quello fisso solo per le chiamate urgenti e indispensabili;

portarsi il pranzo e la merenda direttamente da casa, senza acquistarlo fuori;

evitare di prendere il taxi, utilizzare i mezzi pubblici;

obliterare a mano i biglietti dei treni come forma di protesta nei confronti delle tariffe ferroviarie (il consumatore non corre nessun rischio);

studiare percorsi alternativi alle tratte autostradali per scongiurare gli aumenti delle tariffe autostradali;

non acquistare gelati, birra, e altre bevande: per combattere la sete bere acqua di rubinetto;

non spedire sms dal cellulare, utilizzare gli analoghi servizi internet;

limitare l’utilizzo di internet alle attività strettamente necessarie;

non acquistare sigarette e non fumare per un giorno, ne gioverà la vostra salute;

non andare dal parrucchiere, shampoo e acconciatura possono essere fatti a casa con l’aiuto di un’amica;

non effettuare operazioni in banca se non strettamente necessarie;

se girando per negozi trovate un paio di scarpe, una maglietta o qualsiasi altro oggetto di vostro gradimento astenetevi dal comprarlo;

non andare al cinema o a teatro: meglio vedersi un bel film alla tv o una videocassetta o dvd già acquistata;

non andare a cena al ristorante: mangiare a casa e se si ha voglia di uscire fare una semplice passeggiata per le vie della città;

non andare in discoteca o in pub: passate una serata in casa di amici, oppure in compagnia della famiglia e del partner;

limitare al massimo durante il giorno l’uso di apparecchiature elettroniche (impianto hi-fi, televisore, luce, ecc.) e leggersi un buon libro.


GR ORE 19.30

Sommario

Esteri

Vertice wto si chiude con un fallimento il vertice dell'organizzazione mondiale del commercio: i paesi poveri impongono a sorpresa le loro tesi

Italia

Milano, si è aperto oggi il processo presso il tribunale dei minori ad uno degli indagati per l'omicidio di davide, il compagno assassinato la notte del 16 marzo

Sciopero degli acquisti, una giornata simbolica contro gli aumenti dei prezzi e il carovita

ESTERI

Vertice wto

Il vertice di Cancun è fallito facendo trasparire a caratteri cubitali la spaccatura tra il Nord e il Sud del mondo sui temi delicati dell’agricoltura e delle regole degli investimenti globali. È difficile pensare che vi siano motivi per gioire, né tanto meno per gridare alla disfatta. Tutto sommato, a pensarci bene, era improbabile che la quinta Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto) riuscisse a riconciliare, in un segmento cosi stretto di tempo, due visioni del mondo distanti anni luce tra loro. Il fallimento di domenica si è consumato sui ‘new issues’, il pacchetto di proposte legate a investimenti, trasparenza o ‘presunta tale’ degli appalti e facilitazioni al commercio che hanno trovato la netta opposizione dei Paesi in via di sviluppo timorosi che si trattasse dell’ennesimo tranello per beneficiare le multinazionali a scapito delle loro industrie.

  • Su queste proposte, difese a spada tratta da Europa e Giappone, la delegazione ugandese ha detto chiaro e tondo che i Paesi occidentali non hanno mantenuto l’impegno assunto a Doha di parlare a chiare lettere di “sviluppo” e si sarebbero limitate a guardare al loro tornaconto. Secondo George Yeo, ministro del commercio e dell’industria di Singapore, che presiedeva le trattative sulla spinosa questione agricola, il collasso dei negoziati nella città messicana potrebbe avere “serie conseguenze” per il commercio mondiale. A questo punto si profila un rinvio dell’attuazione delle cosiddette ‘liberalizzazioni multilaterali’ decise a Doha nel 2001. Una cosa è certa: come ha detto il ministro per il commercio internazionale della Malesia, “a Cancun i Paesi in via di sviluppo hanno adottato una linea comune e questo dovrebbe far capire che nessuno può imporre alcun diktat a chicchessia”. Nessuno in fondo si aspettava che a puntare i piedi sarebbero stati proprio i Paesi poveri, quelli che nel passato si alleavano con i forti in campo, rispondendo a certe logiche clientelari. E invece, a sorpresa, gli africani hanno fatto saltare tutto. Benin, Mali, Ciad e Burkina Faso, i Paesi del cotone, e poi Kenya, Uganda e Senegal, cui si sono successivamente aggiunti altri Paesi del Sud, non hanno accettato compromessi.

    E così come avvenne a Seattle quattro anni fa, anche questa volta, il Wto ha chiuso la partita con un nulla di fatto, senza uno straccio di documento ufficiale. Non v’è dubbio che, almeno politicamente, i governi del Sud del mondo siano riusciti a coalizzarsi lanciando un messaggio inequivocabile al Nord ricco ed opulento. Le regole sono necessarie ma devono essere stilate secondo criteri che rispondano ai bisogni di tutti e visto e considerato che oltre tre quarti della popolazione mondiale è concentrata nel Sud del pianeta, Europa, Giappone e Stati Uniti non possono certo fare orecchi da mercante. Erano le 15:15 (le 22:15 italiane di ieri) quando il capo della delegazione keniana, Mukhisa Kituxi, si è alzato dal tavolo e ha annunciato: "il vertice è fallito". La notizia è rimbalzata nella sala stampa, tra il giubilo e il ‘cancan’ dei ‘new global’. Due ore e mezzo dopo, il vertice è stato dichiarato chiuso ufficialmente dal direttore generale della Wto, Supachai Panitchpakdi, e dal presidente della conferenza, il ministro degli esteri messicano, Luis Ernesto Derbez. Non resta che attendere tempi migliori.

Italia

Milano

Questa mattina a Milano, una cinquantina di compagni/e si è recato sotto il Tribunale dei Minori dove si sta svolgendo il processo a Mattia Morbi per l'omicidio di Dax. Durante il presidio non autorizzato è stato srotolato uno striscione ed accesi fumogeni e torce. Poi si sono recati in corteo alla Stazione FN di Cadorna dove è continuato lo speakeraggio ed il volantinaggio per informare e sensibilizzare sia i pendolari che i lavoratori della stazione. Questi ultimi erano in sciopero ed hanno espresso solidarietà al presidio spontaneo all'ingresso della stazione. E Domani, 16 settembre, alle ore 9 presidio informativo permanente; ore 14 proiezione del video "DAX ODIA ANCORA" che documenta i fatti di quel giorno infame e che ci aiuta a conoscere e capire chi era Dax. La giornata si concluderà poi con un ulteriore presidio in via Brioschi alle ore 18.

Sciopero degli acquisti

Domani ci sarà lo sciopero degli acquisti per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo vasti strati della popolazione. L’Intesa dei consumatori per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo le famiglie italiane e fiaccando, complici anche altri fattori, l’economia del nostro Paese, indice il 3° sciopero degli acquisti, invitando i cittadini italiani stanchi di tante angherie, ad astenersi dal fare la spesa il giorno 16 settembre. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori diffondono una guida pratica per i cittadini che intendono aderire allo sciopero e li invitano a partecipare alle manifestazioni che in molte province italiane stanno coinvolgendo moltissime associazioni (non solo dei consumatori), organizzazioni di pensionati, organizzazioni sindacali e personalità istituzionali. I vertici delle 4 sigle si ritroveranno in un presidio a piazza Montecitorio alle ore 10,30 per far sentire la propria voce ai rappresentanti delle Istituzioni.

ACQUISTI E SPESE CHE POSSONO ESSERE EVITATI (con conseguente risparmio)

evitare di acquistare caffè, cappuccino, brioches al bar. Prepararsi la colazione comodamente a casa;

evitare di ordinare al bar caffè o acqua minerale a domicilio dall’ufficio: portarsi da casa un termos con le bevande e una bottiglia grande di acqua;

evitare di acquistare quotidiani all’edicola: ascoltare le notizie alla radio o in tv prima di uscire da casa o leggere i giornali sui rispettivi siti internet;

utilizzare il telefono cellulare o quello fisso solo per le chiamate urgenti e indispensabili;

portarsi il pranzo e la merenda direttamente da casa, senza acquistarlo fuori;

evitare di prendere il taxi, utilizzare i mezzi pubblici;

obliterare a mano i biglietti dei treni come forma di protesta nei confronti delle tariffe ferroviarie (il consumatore non corre nessun rischio);

studiare percorsi alternativi alle tratte autostradali per scongiurare gli aumenti delle tariffe autostradali;

non acquistare gelati, birra, e altre bevande: per combattere la sete bere acqua di rubinetto;

non spedire sms dal cellulare, utilizzare gli analoghi servizi internet;

limitare l’utilizzo di internet alle attività strettamente necessarie;

non acquistare sigarette e non fumare per un giorno, ne gioverà la vostra salute;

non andare dal parrucchiere, shampoo e acconciatura possono essere fatti a casa con l’aiuto di un’amica;

non effettuare operazioni in banca se non strettamente necessarie;

se girando per negozi trovate un paio di scarpe, una maglietta o qualsiasi altro oggetto di vostro gradimento astenetevi dal comprarlo;

non andare al cinema o a teatro: meglio vedersi un bel film alla tv o una videocassetta o dvd già acquistata;

non andare a cena al ristorante: mangiare a casa e se si ha voglia di uscire fare una semplice passeggiata per le vie della città;

non andare in discoteca o in pub: passate una serata in casa di amici, oppure in compagnia della famiglia e del partner;

limitare al massimo durante il giorno l’uso di apparecchiature elettroniche (impianto hi-fi, televisore, luce, ecc.) e leggersi un buon libro.

G.R. 13,00

CILE INCIDENTI A MANIFESTAZIONE IN MEMORIA VITTIME PINOCHET - Un tributo alle vittime del regime del generale Augusto Pinochet presso il cimitero principale di Santiago è finito con lanci di lacrimogeni da parte della polizia che si è scontrata con i dimostranti. Non sono stati compiuti arresti. Feriti almeno due civili e un agente. Più di 5mila persone avevano compiuto una marcia pacifica fino al monumento celebrativo collocato presso il cimitero, un muro con incisi i nomi di centinaia di vittime. Gli organizzatori della manifestazione hanno attribuito l'inizio dei disordini a provocatori infiltratisi nel corteo, che hanno iniziato a lanciare sassi e bottiglie molotov e hanno dato vita ad atti di vandalismo. La polizia è intervenuta per disperdere la folla usando idranti e gas lacrimogeni.

INGUSCEZIA

2 MORTI E 15 FERITI IN ATTENTATO A EDIFICIO FEDERALE: - è di due morti e almeno 15 feriti il primo bilancio dell'attentato di stamattina ad un edificio che ospita i servizi di Sicurezza federali (FSB) a Magas, in Ingusccezia. Le prime cifre arrivano da fonti ospedaliere. Nel bilancio preliminare fornito dagli stessi servizi di Sicurezza, invece, non figurano morti, ma 20 feriti. Pare confermato che un autocarro Kamaz carico di esplosivi è saltato in aria nelle immediate vicinanze dell'edificio

IRAQ/GB

Il Ministro degli esteri britannico STRAW NELLA BUFERA DOPO RIVELAZIONE DEL SUO NO A GUERRA - Nel giorno in cui inizia la seconda fase dell'inchiesta del giudice Hutton sul suicidio del consulente del governo David Kelly, la polemica politica si sposta sul ministro degli esteri Straw. Hanno fatto scalpore le rivelazioni pubblicate ieri da un tabloid. Secondo il Mail on Sunday, proprio all'indomani del vertice delle Azzorre del 16 marzo, Straw avrebbe inviato un memo privato a Blair proponendo al premier un piano "B": invece di inviare truppe per una guerra non avallata dall'Onu, la gran Bretagna secondo Straw si sarebbe dovuta limitare ad offrire appoggio "politico e morale" agli Usa. La rivelazione ha comprensibilmente suscitato dubbi, polemiche e interrogativi e il silenzio in cui Straw si è blindato per tutta la giornata di ieri non ha fatto altro che alimentare ulteriormente la polemica. Durissime le parole dell'opposizione. Menzies Campbell, responsabile esteri del partito liberaldemocratico, accusa: "se queste voci sono vere, si evidenzia come la decisione di andre in guerra contro l'Iraq sia stata tutta del primo ministro". Evidentemente, continua Campbell, "Straw condivideva le riserve di tutto il paese" sugli argomenti addotti per attaccare Saddam. E Michael Ancram, ministro degli esteri ombra conservatore, si chiede: il foreign office e Downing Street avevano informazioni diverse? Cosa è successo? Tutto quello che sta emergendo "indica l'importanza di una inchiesta giudiziaria indipendente". Ora, sottolinea Ancram, è giunto il momento di fare chiarezza.

ANP A ONU PROTEGGETE ARAFAT

OGGI CONSIGLIO SICUREZZA - E previsto per oggi pomeriggio (in Italia saranno le 18 circa) la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni sulla situazione in Medio Oriente e in particolare sulla decisione del governo israeliano di "rimuovere" Araft (con tempi e modi ancora da stabilire). E in vista dell'appuntamento i palestinesi chiedono a Kofi Annan e alle Nazioni Unite di agire in modo da "proteggere" il loro leader e salvaguardare la road map. Intanto, sul possibile voto relativo all'espulsione di Arafat, gli Usa anticipano l'intenzione di astenersi. Una bozza palestinese presentata al Consiglio formula delle richieste precise. I palestinesi, dice la bozza, "chiede che Israele, la potenza occupante, desista da ogni atto di deportazione e interrompa ogni minaccia alla sicurezza del presidente eletto dell'autorità palestinese". La bozza palestinese auspica anche la cessazione di qualsiasi violenza, compresi tutti gli atti terrorismo, provocazione, distruzione, e chiede sforzi da ogni parte per assicurare il rispetto e l'attuazione della cosiddetta "road map". Se si andrà al voto sul caso Arafat, comunque, gli Stati Uniti dovrebbero astenersi. il quotidiano Ha'aretz, citando fonti anonime del Palazzo di Vetro, scrive che gli Usa infatti si asterrano nel voto risoluzione di condanna nei confronti di Israele per l'intenzione di espellere dai Territori il presidente palestinese Yasser Arafat. La risoluzione, presentata dai Paesi arabi e dai non-allineati, include un paragrafo in cui si dice che "il Consiglio chiede a Israele, come potenza occupante, di cessare immediatamente i preparativi di deportazione e porre termine a tutte le minacce contro il presidente eletto dell'Autorità Palestinese".

CISGIORDANIA

TRUPPE ISRAELE ARRESTANO 3 MILITANTI HAMAS - Le forze di difesa israeliane hanno arrestato durante la notte, in Cisgiordania, trepalestinesi ritenuti militanti di Hamas ricercati da tempo. Lo riferisce il quotidiano Ha'aretz nella sua edizione on line. Non sono stati comunicati ancora l'identità degli uomini arrestati e i particolari che hanno portato alla cattura.

INTANTO UN FUNZIONARIO DEL PARTITO FATAH fa sapere che il NUOVO GOVERNO palestinese sarà formato ENTRO SABATO - Un funzionario del partito Fatah, che fa capo al presidente dell'autorità nazionale palestinese Yasser Arafat, ha detto oggi che il primo ministro designato Abu Ala formerà il nuovo governo entro sabato. Lo riferisce il quotidiano Haaretz nella sua edizione on line. Il nuovo premier aveva deciso sabato di avviare le consultazioni già a partire da ieri per arrivare alla formazione del governo nel più breve tempo possibile. Abu Ala aveva anche annuciato la sua intenzione di formare un governo completo, di circa venti ministri, rinunciando all'idea bocciata dal partito Fatah di un gabinetto d'emergenza d soli 6 ministri

CISGIORDANIA

PALESTINESI SPARANO CONTRO TRUPPE ISRAELE: NESSUN FERITO - Un gruppo di palestinesi armati ha aperto il fuoco, questa notte, contro alcuni soldati israeliani in un checkpoint di Qalandiyah, in Cisgiordania. L'attacco non ha provocato feriti. Lo riferisce oggi l'edizione on line del quotidiano Haaretz. Nel nord del Paese, inoltre, 50 palestinesi che risiedevano in Israele senza un regolare permesso sono stati fermati, identificati e rinviati nei Territori. Gli agenti di polizia hanno esaminato i documenti di più di 200 palestinesi. Le forze di difesa israeliane, infine, hanno arrestato in Cisgiordania tre militanti di Hamas ricercati da tempo. Due di loro sono stati catturati ad A-Ram, a sud di Ramallah, mentre il terzo è stato fermato ad Adna, ad ovest di Hebron.

ISRAELE

CONFERMA LA SUA DECISIONE DI UCCIDERE ARAFAT - Le obiezioni avanzate dagli Usa sono di natura tattica e non intaccano il giudizio su Arafat che, per Washington come per noi, resta l'ostacolo principale sul cammino del negoziato. Un ostacolo da rimuovere al piu' presto. Lo afferma Yuval Shteinitz, presidente della Commissione esteri e sicurezza della Knesset. Arafat -prosegue- e' visto dagli israeliani, dalla quasi totalita', come un pericolo mortale, e un pericolo lo si combatte per eliminarlo. I palestinesi -sottolinea il dirigente del Likud- sono liberi di scegliere i propri leader ma Israele e' libero di combattere quei leader, come Arafat, che hanno scelto la strada della violenza e del terrore. Israele -conclude Shteinitz- ha dato piu' di una chance negoziale ad Arafat e ai palestinesi, dagli accordi di Oslo al pino di pace di Camp David, e la risposta e' stata scatenare il terrorismo. Arafat e' rimasto un capo guerrigliero e non si e' mai rilevato uno statista. E come tale sara' trattato

VERTICE WTO = DOPO IL FALLIMENTO

ALEMANNO E URSO A VIA CAMPESINA, DIALOGHIAMO = Sono venuti al Km zero, fuori dalla zona Hotelera di Cancun, vietata ai manifestanti, per incontrare i dirigenti di Via Campesina, sotto il gazebo dei sudcoreani del 'companero Lee'. Gianni Alemanno e Adolfo Urso, ministri italiani dell'Agricoltura e del Commercio estero, rispettivamente, entrambi di An, si sono anche tolti le scarpe, ieri poco prima delle due del pomeriggio (le 21 in Italia), per stringere la mano all'honduregno Rafael Alegria, portavoce mondiale di Via Campesina, e a Gianni Fabbris, di Altragricoltura. Per la verita', Urso ha avuto un attimo di esitazione (facciamo il giro del tappeto, ha proposto sottovoce), ma Alemanno si e' messo subito a piedi scalzi e ha puntato deciso su Alegria. I due ministri hanno incontrato i leader contadini in una cappa di caldo umido soffocante (Urso, impeccabile, aveva persino la cravatta, oltre alla giacca). E' stato un inizio di dialogo, anche se le distanze restano tutte. I due rappresentanti del Governo italiano hanno difeso la Pac, la Politica agricola comune dell'Unione Europea, cosi' come e' stata recentemente riformata. In particolare, Alemanno ha sostenuto che oggi i sussidi non vengono piu' erogati alle aziende, ma agli agricoltori, il che e' un passo nella direzione delle vostre posizioni. Il ministro dell'Agricoltura italiano, che e' venuto come rappresentante dell'Ue (l'Italia ha la presidenza di turno), ha anche chiarito il senso di una sua dichiarazione mattutina che tendeva a distinguere la posizione dei contadini da quella dei paesi del G21, cosa che aveva irritato molto i leader contadini

ARGENTINA Il governatore uscente del centro sinistra di Buenos Aires, Anibal Ibarra, è stato confermato alla guida della capitale argentina. Ibarra ha vinto, con il 53,46 per cento delle preferenze, il ballottaggio che lo opponeva all’imprenditore Mauricio Macri, vincitore tre settimane fa del primo turno, ma che nel testa a testa si è fermato al 46,54 per cento dei voti. Durante la notte, è stato lo stesso Macri, che è anche il presidente della squadra di calcio Boca Juniors, a smentire i propri collaboratori e a dichiarare di essere stato “sconfitto”. “Con questo voto si consolida un orizzonte politico comune per la città di Buenos Aires, ma anche per l’Argentina intera” ha commentato Ibarra dopo aver ricevuto i dati ufficiali della sua vittoria. Poco prima, lo stesso presidente della Repubblica, Nestor Kirchner, che lo aveva appoggiato in campagna elettorale, gli aveva telefonato per felicitarsi di persona per la vittoria

ITALIA

PENSIONI ANGELETTI, TAGLI INUTILI O SI CAMBIA O SARA' SCONTRO = Credo che se palazzo Chigi non cambiera' strada lo scontro sara' inevitabile. per motivi di giustizia sociale e per ragioni di efficacia. Ad affermarlo in una intervista e' il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui i tagli e i sacrifici chiesti agli italiani sarbbero non solo inutili ma di piu, sarebbero ingiusti e anche controproducenti perche' ridurrebbero ulteriormente la domanda interna, in un momento in cui questa avrebbe invece bisogno di essere sostenuta

SULLA STESSA LUNGHEZZA D'ONDA PEZZOTTA: Se le proposte del governo su pensioni e finanziaria fossero quelle finora anticipate, reagiremo. Nei modi e nelle forme che decideremo. Ad affermarlo in una intervista e' il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, alla vigilia del vertice sindacale di oggi. Non dipende dal sindacato ma dalle nostre controparti, spiega il sindacalista, che aggiunge: Se il governo va a toccare gli interessi delle persone che rappresento, e' chiaro che io mi devo mobilitare. Non ho dubbi. Ci sara' una reazione, e non sara' simbolica.

gror030915 (last edited 2008-06-26 09:48:25 by anonymous)