GR ORE 19.30
Sommario
Catanzaro, manifestazione e presidio
Cagliari, processo dopo manifestazione
AGIS (CRO) - 23/10/2003 - 18.59.00 SCONTRI IN CENTRO A CAGLIARI: DOMANI PROCESSO A SADDI
ZCZC AGI2454 3 CRO 0 R01 / (Rif. 2136) SCONTRI IN CENTRO A CAGLIARI: DOMANI PROCESSO A SADDI = (AGI) - Cagliari, 23 ot. - Nel processo per direttissima Luisa Siddi, Massimo Coraddu e Matteo Pedditzi hanno chiesto e ottenuto stamane i termini a difesa. Per Fabrizio Saddi, in osservazione in ospedale, l'udienza e' prevista domattina. (AGI) Rob/Sic 231856 OTT 03 NNNN
Napoli, disobbedienti
Conferenza di madrid, manifestazione contro l'occupazione
GR 19.30
Palestina
Tre rappresentanti di Fatah, la fazione politica che fa capo al leader palestinese Yasser Arafat, hanno avuto una serie di incontri a Washington nel tentativo di ottenere l'appoggio americano a un nuovo cessate il fuoco di tutti i gruppi militanti islamici in Israele. E' il momento di mettere fine alla violenza - hanno detto i tre delegati (Fares Kadura, Mohammed Gneiem e Hatem Abdel Kader) ai rappresentanti del dipartimento di Stato americano, senatori e deputati che hanno incontrato I tre rappresentanti di Fatah si sono detti convinti che Hamas e la Jihad islamica accetteranno e rispetteranno una tregua se Israele mettera' fine alle azioni militari contro i palestinesi. Gneiem ha poi criticato Arafat, che bloccherebbe le riforme dell'Anp, giudicandolo un ostacolo.
Israele
Il ministero dell'Edilizia israeliano ha pubblicato oggi un bando per la costruzione di 300 nuovi appartamenti in due insediamenti ebraici in Cisgiordania, nonostante la road map chieda un congelamento di queste attivita'. Secondo quanto reso noto, il bando riguarda 143 appartamenti nell'insediamento di Karnei Shomron settlement, nei pressi di Nablus, e 180 in quello di Givat Zeev, vicino a Gerusalemme. Il tracciato di pace messo a punto dal Quartetto e accettato da israeliani e palestinesi vieta la ripresa di costruire negli insediamenti ebraici situati nei Territori palestinesi. Secondo una fonte del governo israeliano, tutti i bandi legali nelle attuali comunita' non sono inclusi nella road map secondo la nostra interpretazione.
Arafat
L'esercito israeliano è pronto a mettere in pratica la decisione presa dal Gabinetto di espellere il leader palestinese Yasser Arafat dai territori. Lo riferisce, nell'edizione odierna il Jerusalem Post, citando alte fonti militari israeliane. La fonte ha spiegato al giornale che è stato "presentato un piano dei rischi e delle chance (di riuscita, ndr) dell'operazione, inclusa l'opzione di rimuoverlo vivo o morto". Il governo ha già preso la decisione "di appoggiare l'iniziativa militare". Il militare si è detto pessimista su un eventuale futuro accordo di pace con i palestinesi a causa secondo lui del rifiuto dell'Anp di accettare la coesistenza di due Stati e della "scelta del terrorismo" fatta da Arafat. "Arafat - ha spiegato - crede che dal terrorismo nascerà un solo stato e che esso non sarà ebraico". Secondo quanto dichiarato dalla fonte, inoltre, il leader dell'Anp non sarebbe preoccupato del destino dei palestinesi ma solo "del suo ruolo nella storia".
Conferenza donatori
Il ministro degli Esteri della Spagna Ana Palacio e il Segretario generale dell'Onu Kofi Annan hanno aperto ufficialmente a Madrid la Conferenza dei donatori per la ricostruzione dell'Iraq. E l'Italia, contrariamente ad altri paesi europei, ha deciso di stanziare ulteriori fondi oltere quelli comuni dell'UE. Secondo quanto si apprende, i 150 milioni di euro su tre anni che dovrebbero essere offerti dal nostro paese sarebbero "aggiuntivi" rispetto al contributo italiano sul bilancio Ue, che è di 28 milioni di euro, e agli aiuti umanitari e di emergenza già forniti. L'Italia inoltre sostiene già spese consistenti per mantenere il suo contingente militare in Iraq, che conta 3000 uomini. Nulla si sa ancora, invece, di quale potrebbe essere la destinazione del denaro italiano, cioè a quali settori potrebbero andare gli aiuti. Uno dei meccanismi attraverso i quali alcuni paesi indirizzano i loro aiuti è quello di legarli alle attività delle loro imprese che investiranno in loco (è questo ad esempio lo schema seguito dal Giappone, uno dei donatori più generosi a Madrid, con 1,5 miliardi di euro). Nel caso italiano simili legami non sono stati finora indicati da nessuno. Le imprese italiane che partecipano direttamente alla riunione degli industriali parallela alla Conferenza, comunque, sono sei: La BTicino Spa, la Finmeccanica, la Techint, la Telecom Italia, e il gruppo Fata. A queste si aggiungono Confindustria, Ice, Ministero dell'Industria e Ance.
Iraq
Nonostante la risoluzione approvata di recente dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con cui si autorizza l'invio di truppe in Iraq sotto il comando Usa, il Belgio ha ribadito che non intraprendera' iniziative in tal senso. "Di mandare nostri soldati in Iraq non se ne parla nemmeno", ha tagliato corto il ministro della Difesa di Bruxelles, Andre' Flahaut, in un'intervista all'emittente rsaduiofonica "Rtbf". Flahaut si e' limitato a confermare i voli umanitari per Baghdad inaugurati dal suo Paese subito dopo il 1 maggio, quando il presidente americano George W,. Bush proclamo' ufficialmente concluse le operazioni belliche principali in Iraq. Il Belgio fu a suo tempo uno dei piu' strenui oppositori dell'invasione, e si schiero' al fianco di Francia e Germania, Paesi capifila del fronte del "no".
Iraq inghilterra
Il parlamentare laburista George Galloway e' stato espulso dal partito per via delle sue marcate critiche al coinvolgimento britannico nella guerra all'Iraq. Galloway e' stato interrogato da un comitato laburista per rispondere alle accuse di aver diffamato il suo partito, incoraggiando le truppe britanniche a non combattere in Iraq e offrendo il suo appoggio nelle elezioni locali a candidati pacifisti. Il parlamentare era stato sospeso dal partito a maggio, in seguito a un'intervista con l'emittente araba Abu Dhabi TV in cui aveva accusato il premier britannico Tony Blair e il presidente Usa George W. Bush di aver invaso l'Iraq come lupi, e in cui aveva esortato le truppe britanniche a rifiutarsi di obbedire a ordini illegittimi.
Iraq
Un soldato americano è morto oggi nella parte nord di Baghdad per l'esplosione di una bomba. Sale così a 105 il numero dei soldati statunitensi caduti in Iraq dalla fine delle ostilità, annuncitata dal Presidente Usa George W. Bush il 1 maggio. Lo hanno riferito funzionari americani. Secondo i funzionari, anche due civili iracheni sono morti oggi per l'esplosione di una bomba vicino a un oleodotto, sempre nel nord di Baghdad. Altre 10 persone della Forza di Difesa Civile irachena sono rimaste ferite. Un paracadutista statunitense è rimasto ferito nel corso degli scontri che si protraggono ormai da cinque giorni nella parte musulmana sunnita della capitale. Altri due soldati della Quarta divisione di fanteria sono rimasti feriti dallo scoppio di una bomba vicino a Baqouba. Lo ha riferito il comando statunitense.
due terzi della popolazione irachena - il 67 per cento - considera le truppe della coalizione forze di occupazione. Tuttavia, oltre la meta' del campione interpellato per un sondaggio realizzato dal Centro iracheno di ricerca e di studi strategici, e' a favore della permanenza nel paese dei soldati occidentali. Il 9 aprile, il giorno dell'ingresso delle truppe americane a Baghdad, solo il 46 per cento degli iracheni considerava i soldati statunitensi una forza di occupazione.
Diritto di asilo
- Il parlamento austriaco ha approvato una controversa legge sull'asilo tra una tempesta di critiche e proteste. Il provvedimento, voluto dal governo di centro-destra (i popolari del cancelliere Wolfgang Schuessel e i liberali di estrema destra di Jorge Haider), dovra' passare l'esame della corte costituzionale,. Difensori dei diritti umani e esponenti della sinistra avevano tappezzato il parlamento di foto di "rifugiati celebri", come l'ex segretario di stato Usa, Madeleine Albright. Persino gli esponenti del partito di Haider, come la consigliera legale Helene Partik-Peble, ammettono che ora "abbiamo la legge piu' restrittiva (d'Europa) sul diritto di asilo". In aula, il provvedimento e' stato difeso dal ministro dell'interno, il popolare Ernst Strasser, secondo il quale la nuova legge consentira' "decisioni piu' rapide" sulla concessione o la negazione dell'asilo. "L'Austria resta una casa aperta per le persone che hanno bisogno di asilo, ma non e' una porta aperta", ha detto Strasser. Nel 2002, sono arrivati 39.000 stranieri in Austria, che si colloca al quarto posto in Europa per numero di ingressi. La nuova legge prevede, tra l'altro, che chi ha richiesto asilo puo' essere espulso prima che sia concluso il procedimento di appello. Questa parte del provvedimento e' stato fortemente criticata dall'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati, perche' significa che i profughi possono essere sommariamente "rimandati in patria nella mani dei loro torturatori". Inoltre, assai controverso e' l'articolo che prevede l'automatico rifiuto delle richieste d'asilo presentate ai posti di confine di terra.
Rifugiati
Un centinaio di iraniani ha manifestato oggi a partire dalle 14 davanti all'ambasciata giordana a Roma, per impedire la consegna al regime di Teheran, da parte del governo giordano, di 5 rifugiati politici iraniani che si trovano in un campo profughi in Giordania, presso la frontiera con l'Iraq, dei quali l'Iran ha chiesto l'estradizione. Lo ha reso noto l'associazione italo-iraniana per la difesa dei diritti umani in Iran, secondo la quale la consegna dei 5 rifugiati al governo iraniano sarebbe un atto illegittimo che va contro le regole internazionali. I 5 uomini, che sono attivisti dei movimenti per i diritti umani in Iran e simpatizzanti della resistenza al regime iraniano, sono riconosciuti come rifugiati politici dalle autorita' occidentali. Consegnarli all'Iran, dove e' in vigore la pena capitale, sarebbe come condannarli a morte. Non vorremmo - hanno aggiunto i responsabili dell'associazione - che si ripeta quello che e' successo a giugno quando due attivisti iraniani sono stati consegnati all'Iran dal governo siriano e ora sono detenuti nel carcere di Teheran.
Bolivia
Il gas deve essere esportato perché sotto terra non ha alcun valore. Il gas è la nostra unica fonte per generare ricchezza e nel nostro sottosuolo ne abbiamo per i prossimi 900 anni. Nel giorno del suo insediamento nella compagine governativa, il nuovo ministro degli idrocarburi, Álvaro Ríos, ha fissato la posizione dellesecutivo del neo presidente Carlos Mesa: Dobbiamo vendere allestero per fare in modo che un gas maledetto diventi benedetto per i boliviani. Ríos non ha escluso che il governo possa riprendere in mano il progetto di esportare gas naturale verso gli Stati Uniti, nonostante sia stata questa una delle ragioni (unite alle basse royalties e al basso prezzo del gas a bocca di pozzo fissato dallaccordo tra lex presidente Gonzalo Sánchez de Lozada e le multinazionali) che hanno provocato una rivolta popolare lunga cinque settimane, conclusasi allalba di sabato scorso con le dimissioni e la fuga dellex capo dello Stato. Non so se questo progetto sia realmente a rischio, dopo i fatti delle passate settimane. Mi informerò e poi vedremo quello che si può fare ha detto il neo ministro. Prima di tutto, però, penseremo a fare in modo che non manchino mai idrocarburi sul mercato interno ha dichiarato Ríos, assicurando che il nuovo governo farà un piano per riformare i punti della legge degli idrocarburi che lo necessitano, in modo che le compagnie petrolifere possano avere fiducia nel fatto che siamo un Paese che non cambia le sue regole del gioco e che mantiene lordine giuridico stabilito. Saremo, allora, cauti, neutrali ed equi per non mettere in fuga il capitale privato che ha scommesso sulla Bolivia.[ Ambiente
Sequestrate dalla Guardia di finanza di Enna due vaste aree adibite a discariche abusive per complessivi 85 mila metri quadrati, individuate a Enna e nel Comune di Villarosa. Le aree erano adibite allo stoccaggio di sostanze altamente inquinanti, tra le quali eternit che contiene amianto, olii esausti, pneumatici, batterie di auto e camion. Per la discarica in territorio di Enna le Fiamme gialle hanno identificato i responsabili, F. G., proprietario del terreno ed il nipote M. A., un noto imprenditore del capoluogo che avrebbe direttamente gestito il sito abusivo. Entrambi sono stati denunciati per una serie di violazioni alla legge Ronchi. Per la discarica abusiva di Villarosa, sono in corso le indagini per individuare i responsabili.
Ambiente due
- Un secondo fascicolo con l' accusa di omicidio colposo risulta aperto dai pm Gianfranco Amendola e Stefano Pesci a carico dei tre responsabili di Radio Vaticana, padre Roberto Tucci, presidente del Comitato di gestione di Radio vaticana, padre Pasquale Borgomeo, direttore generale, e Costantino Pacifici, della direzione tecnica. L' iscrizione e' avvenuta in seguito ad indagini scaturite da una denuncia presentata da residenti a Cesano. La denuncia fu presentata nel 2001 e si ipotizzava un presunto collegamento tra alcuni casi di leucemia e di tumori - che comportarono la morte - e la presenza delle antenne di Radio Vaticana nella zona. In seguito la procura di Roma incarico' alcuni consulenti di compiere una perizia il cui risultato fu depositato lo scorso anno. Nella relazione non si escludeva una correlazione tra le morti e l'inquinamento elettromagnetico provocato dagli impianti dell' emittente vaticana. In seguito ad ulteriori indagini compiute dai pubblici ministeri, e' stata decisa, come atto dovuto, l' iscrizione dei tre nel registro degli indagati con l' accusa di omicidio colposo.
Lavoro
Un operaio edile di 54 anni (di cui preferiamo non diffondere i dati personali) e' caduto dal ponteggio del cantiere in cui lavorava. I danni neurologici che ha subito hanno richiesto un intervento d'urgenza durato 4 ore. Adesso l'uomo e' in rianimazione e a sentire i medici, solo un miracolo puo' salvarlo. Il cantiere in cui lavorava pare fosse abusivo e i lavoratori, quindi, in nero. Chi lo ha accompagnato in ospedale ha dichiarato di essere un passante che li stava aiutanto a portare alcune tegole sul tetto (...). Ufficialmente il volo che ha fatto l'operaio sarebbe di un metro e mezzo, poco credibile dati i danni e date le dichiarazioni dei testimoni (un tetto a un metro e mezzo d'altezza?). Sarebbe bastato un ponteggio fatto come si deve per salvare la vita all'operaio, ma cosi' non e' stato. Un altro operaio qualche giorno fa, aveva subito un incidente simile. Lui ora e' fuori pericolo, pare. Ancora vititme del precariato, dell'abusivismo e dell'incuria padronale.
GR ORE 9.30
Pakistan
Il Pakistan ha annunciato ieri di aver cominciato ad innalzare una recinzione lungo confini occidentali con lAfghanistan per prevenire infiltrazioni di guerriglieri talebani. La polizia di frontiera ha confermato allagenzia Reuters il programma in atto di erigere torrette di avvistamento e checkpoint lungo il confine della provincia del Beluchistan sudoccidentale: una linea di circa 2500 chilometri di cui non è stato reso noto quanti se ne intende recintare. La decisione di Islamabad sembra la risposta alle crescenti proteste degli Stati Uniti, di cui il Pakistan è alleato nella guerra al cosiddetto terrorismo, per i continui spostamenti di gruppi di miliziani talebani dentro e fuori il territorio pakistano. Il governo di transizione dellAfghanistan guidato dal presidente Hamid Karzai accusa i militari pakistani di non contrastare adeguatamente i talebani, che troverebbero sostegno in alcune regioni occidentali del Pakistan dove i governi locali sono in polemica con la politica filoamericana del presidente Pervez Musharraf e si sentono più affini alle rivendicazioni talebane. Islamabad si difende affermando di aver arrestato nellultimo anno 500 talebani e affiliati di al Quaida.
Palestina
I corpi di due palestinesi sospettati di collaborazionismoi, e scomparsi la scorsa settimana, sono stati ritrovati stamattina nel campo profughi di Tulkarem. Fonti della sicurezza palestinese indicano che sono stati uccisi con numerosi colpio di arma da fuoco. E' morto invece stamattina il ragazzo palestinese gravemente ferito nell'esplosione della sua vettura ieri. Dall'inizio della seconda sono 2659 i palestinesi uccisi.
Guantanamo
- Lo status legale dei cittadini britannici detenuti nella base Usa di Guantanamo deve essere chiarito al più presto, e gli Stati Uniti dovranno estradarli in Gran Bretagna se non potranno fornire garanzie che essi abbiano un equo processo. Lo ha detto di fronte alla Camera dei Comuni lo stesso premier Topny Blair, raccogliendo l'irritazione crescente che sta montando in Europa per il trattamento inflitto dagli Usa ai presunti terroristi rinchiusi nelle "gabbie" della base cubana. Fra i 660 prigionieri vi sono nove britannici. Sono come gli altri in attesa di essere giudicati (non si sa quando) da tribunali militari. Non possono parlare con avvocati, né comunicare con alcuno. "Ci sono solo due alternative", ha detto Blair. "O avremo garanzie sulla forma dei processi che subiranno di fronte a una commissione militare, o verranno riportati in questo paese".
Colombia
Una bomba legata su una motocicletta è esplosa nella notte danneggiando gli uffici della procura vicino alla seconda città della Colombia. Undici persone sono rimaste ferite, una in modo grave. L'esplosione è avvenuta a Itagui, una cittadina vicino a Medellin. Secondo quanto ha affermato il capo della polizia di Medellin, il colonnello Leonardo Gallego, all'Associated Press, si tratterebbe di un attacco dovuto a un gruppo di criminalità organizzata per vendicarsi contro il giro di vite portato avanti dai procuratori. Poche ore prima, un'altra esplosione, con un'auto-bomba, era avvenuta nella capitale, Bogotà. Un poliziotto e un civile sono rimasti leggermente feriti. Secondo il ministro della difesa, Martha Lucia Ramirez, si tratterebbe di una azione delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie di Colombia.
Francia diritto di asilo
Il ministro degli Esteri francese Dominique de Villepin ha proposto una razionalizzazione delle procedure del diritto d'asilo per ridurre i tempi di esame delle domande, presentando in serata al Senato il suo progetto di riforma in materia. Tale progetto rientra nell'ambito dell'armonizzazione delle politiche europee in materia di diritto d'asilo. De Villepin ha descritto per la Francia una situazione del diritto d'asilo in crisi, parlando di procedure ridondanti, un dispositivo saturo, intollerabili ritardi nelle risposte, centri di accoglienza sommersi e, soprattutto, rifugiati ingiustamente mantenuti nella precarieta' per lunghi mesi. Pur riconoscendo che l'afflusso di coloro che chiedono asilo testimonia dell'aggravarsi delle violazioni dei diritti umani e delle persecuzioni su scala planetaria, il capo della diplomazia francese ha sottolineato che il 90% delle domande non possono essere accolte perche' si basano su motivazioni economiche e sociali che non rientrano nel diritto d'asilo. Nel quadro dell'armonizzazione europea, il progetto di legge comporta tre innovazioni: l'abbandono del criterio dell' origine statale delle persecuzioni e le nozioni, piu' controverse, di asilo interno e Paese d'origine sicuro. Per tener conto del fatto che intere regioni sfuggono all' autorita' degli Stati - ha detto de Villepin . ormai la qualifica di rifugiato potra' essere concessa anche se le minacce di persecuzione provengono da attori non statali, milizie locali, organizzazioni mafiose o terroristiche. Per contro, il concetto di asilo interno permettera' all' Ofpra di non accogliere la domanda d'asilo di una persona che avrebbe accesso a protezione su una parte del territorio del suo Paese d'origine e che potrebbe ragionevolmente esservi inviata senza timore di venire perseguitata. Quanto ai richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, le loro domande non saranno necessariamente respinte, bensi' trattate secondo una procedura speciale e accelerata. In vista delle probabili critiche dell'opposizione di sinistra al progetto governativo, il ministro ha tenuto a riaffermare la tradizione francese dell'asilo.