GR ORE 19.30
Palestina
Giornata di visite oggi per la leadership israeliana in italia. Se Sharon è a roma, peres invece va a firenze, ma in entrambi i casi la loro vista non trova il conforto della popolazione. A roma, un presidio a Piaza San Marco, sede dell'onu, ha ribadito l'opposizione al responsabile dei troppi massacri nei confronti dei palestinesi. (audio) Il premier israeliano Ariel Sharon e' arrivato a Roma dove si tratterra' per una visita di tre giorni. Il suo aereo e' giunto all'aeroporto di Ciampino poco prima di mezzogiorno, tra imponenti misure di sicurezza. Sharon, che restitituisce la visita che Silvio Berlusconi aveva compiuto a Gerusalemme in giugno, avra' incontri con le massime autorita' dell'Italia, presidente di turno dell'Ue, con cui discutera' dei rapporti bilaterali e soprattuuto del tormentato processo di pace con i palestinesi. Nel pomeriggio vedra' i presidenti di Senato e Camera, Marcello Pera e Pierferdinando Casini, e successivamente incontrera' i rappresentanti delle Comunita' ebraiche in Italia. Domani sono in programma gli incontri con il ministro della Difesa Antonio Martino e, nel tardo pomeriggio, con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Mercoledi' il premier israeliano vedra' il ministro degli Esteri Franco Frattini, sara'ricevuto al Quirinale dal presidente Carlo Azeglio Ciampi e, prima di ripartire in serata, avra' un incontro con l'opposizione rappresentata da Francesco Rutelli, Piero Fassino e Massimo D'Alema Peres invece è arrivato a firenze, per presentare un accordo di cooperazione con gli ospedali palestinesi, ma anche lui ha avuto parole a favore della politica di Sharon (audio)
Un palestinese e' stato ucciso dai soldati israeliani a Tulkarem, in Cisgiordania. Lo riferiscono fonti palestinesi, secondo le quali l'uomo sarebbe morto durante scontri tra i militari ed un gruppo di giovani che lanciava pietre contro di loro. Secondo la radio israeliana, il palestinese e' stato ucciso dopo avere aperto il fuoco contro i soldati.
Palestina
Spinti da un comune interesse e grazie ai buoni uffici svolti dall' Ue, sotto la presidenza italiana, Israele e Autorita' nazionale palestinese (Anp) hanno raggiunto due accordi di cooperazione nel campo dell' elettricita', dopo un negoziato durato gli scorsi sei mesi. Il primo, tra il ministero israeliano per le infrastrutture e il ministero palestinese per l' energia, fissa i principi della cooperazione israelo-palestinese nel campo dell' energia elettrica. Il secondo, firmato dalla Societa' Elettrica Israeliana e dal ministero dell' energia palestinese, a nome delle societa' palestinesi che dovranno distribuire nei Territori dell' Autorita' palestinese la corrente elettrica erogata da Israele, fissa i principi per un accordo di cooperazione commerciale tra le aziende delle due parti. . Israele e' l' unico fornitore di energia elettrica nei Territori palestinesi e, come ha osservato Yaacov Razon, della Societa' Elettrica Israeliana, l' erogazione non e' mai stata inte
Alca
Centinaia di attivisti anti- globalizzazione, avanguardia delle migliaia attese nei prossimi giorni, hanno iniziato a contestare, domenica, a Miami, la prevista riunione di rappresentanti di 34 Paesi delle Americhe, tutti tranne Cuba, per discutere la creazione di un mercato comune continentale, l'Ftaa (Free trade american Area). Se e quando realizzato, l'Ftaa sarebbe il piu' grande mercato comune al mondo per numero di abitanti e ricchezza globale. Preparata domenica e oggi da consulti tecnici, domani e' prevista una riunione dei ministri del commercio estero dei 34 Paesi, fra proteste che s'annunciano vivaci e misure di sicurezza rigide.
Grecia
Circa 7.000 agenti sono schierati sin dalle prime ore di stamane per garantire l'ordine pubblico al centro di Atene, dove oggi pomeriggio una imponente manifestazione ricordera' il trentesimo anno della rivolta studentesca del Politecnico, repressa nel sangue dalla giunta dei colonnelli, ma che diede il via a una serie di eventi che portarono dopo circa un anno al ritorno della democrazia in Grecia. La marcia partira' dall'universita' intorno alle 14:00, e si dirigera' all'ambasciata Usa, per ricordare il sostegno di Washington al colpo di stato del 1967. La polizia sorveglia da giorni la zona dell'universita', dove manifestazioni si svolgono da settimane per chiedere la liberazione dei compagni arrestati a salonicco, che sono ancora in carcere.
Spagna
Si manifesta per questo anche in spagna Azione portata avanti contemporaneamente a Madrid e Bilbao. Al di fuori del consolato greco di La Coruña, all'interno di un giardinetto pubblico, sono accampati da martedi 11 novembre con una tenda e un banchetto informativo, una ventina di ragazze e ragazzi del Colectivo Libertario Oveja Negra. Da una settimana ormai realizzano uno sciopero della fame a rotazione in appoggio ai "7 compagni anarchici detenuti e torturati nel carcere di Salonicco durante gli scontri al corteo contro il vertice dei capi di Stato dell'UE". Spiegano al presidio: "siamo stati obbligati a prendere questa decisione vista la situazione di estrema gravita' che vivono i nostri compagni. Il loro arresto e' stata la giusta conclusione di un montaggio della polizia greca teso a colpire i movimenti antiglobalizzazione e in particolare quello anarchico. Ci sono delle prove video che scagionano del tutto i 2 compagni accusati di portare nello zaino delle bombe molotov, mentre altri due sono stati arrestati senza una sola prova che li condanni. Sei dei nostri compagni sono in sciopero della fame dal 5 ottobre e 3 di questi sono stati gia' ricoverati in ospedale per le condizioni di salute critiche.
Spagna due
- E in spagna si è manifestato anche ieri per l'anniversario, il 13 novembre, del dosastro della prestige. (audio)
Londra
Quelque 14.000 policiers seront mobilisés au total pour assurer la sécurité autour de la visite d'Etat du président américain George W. Bush, de mardi à vendredi, a-t-on appris auprès de Scotland Yard lundi matin."Quelque 14.000 policiers sont mobilisés sur toute la durée de la visite du président Bush", a déclaré à l'AFP un porte-parole de Scotland Yard.Au départ, la police avait annoncé la mobilisation de 5.000 policiers, mais selon le porte-parole de Scotland Yard, cette différence représentant "une augmentation significative" trouve son origine dans un mauvais comptage des personnels mobilisés et qualifiés d'officiers de police.En tout cas, "un très petit nombre d'entre eux seront armés", a-t-il souligné.Toujours selon ce porte-parole, des représentants de l'organisation Stop the War doivent rencontrer des responsables de Scotland Yard lundi après-midi pour finaliser le circuit des manifestations prévues au cours des prochains jours dans la capitale britannique.Le ministère de l'Intérieur avait confirmé dimanche que la police et les services de renseignement travaillaient "à un niveau accru de vigilance", soulignant qu'il n'existait "aucune menace spécifique" terroriste et que, dans le cas inverse, la population serait immédiatement alertée.Ce commentaire rare du Home Office en matière de sécurité était intervenu alors que la presse affirmait que les forces de sécurité étaient en état d'alerte quasi-maximum.Le niveau d'alerte est passé "d'important" à "général grave", soit le deuxième niveau le plus élevé concernant la police, l'armée et les services du renseignement intérieur (MI5) et extérieur (MI6), avait affirmé la BBC samedi.Le coût de l'opération de sécurité entourant la visite du président américain est de 5 millions de livres (7,17 M EUR), selon des estimations de la police.
Une pétition forte de 100.000 signatures contre la visite d'Etat du président américain George W. Bush a été remise lundi en fin de matinée au 10 Downing Street, bureaux du Premier ministre britannique Tony Blair, a-t-on appris auprès de l'organisation Stop The War. Quelque 100.000 personnes ont signé cette pétition, estimant que "le président américain n'est pas le bienvenu en Grande-Bretagne et n'aurait pas dû être invité", précise Stop The War Le représentant du gouvernement italien au sein de l'autorité provisoire en l'Irak a annoncé lundi sa démission pour protester contre la politique de la coalition dirigée par les Etats-Unis dans ce pays. «Je suis en profond désaccord avec la politique de la coalition, que ce soit pour la reconstruction économique du pays comme pour la transition démocratique», a expliqué M. Marco Calamai à la presse italienne. «L'autorité provisoire ne fonctionne pas», a-t-il déploré
Genova (audio)
I difensori di cinque poliziotti indagati per l' irruzione nella scuola Diaz durante il G8 hanno chiesto la trasmissione degli atti alla Procura di Torino. Sono gli avvocati Enrico Marzaduri e Carlo Di Bugno, difensori del dott.Giovanni Luperi e dell' avvocato Marco Valerio Corini, difensore di Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, dell' ispettore Daniele Di Novi e del sovrintendente Renzo Cerchi. Secondo i legali, un magistrato della Procura di Genova sarebbe stato a conoscenza del rinvenimento delle due molotov prima della scrittura dei verbali e quindi avrebbe suggerito di collocarle all' interno della scuola in un posto accessibile a tutti. Questo concetto risulta nel verbale di interrogatorio di Spartaco Mortola all' epoca capo della Digos, che nello stesso contesto pero' avrebbe smentito la circostanza. L' iniziativa di chiedere la trasmissione degli atti a Torino - hanno spiegato i legali - scaturisce da elementi di fatto emersi dalla lettura dei verbali degli interrogatori di alcuni indagati e tende a sollecitare da parte degli stessi magistrati, che fino ad oggi si sono occupati della vicenda, una verifica sull' esatta osservanza delle regole processuali. Lontano dall' atteggiarsi quale manovra volta a 'destabilizzare' il processo - ha spiegato l' avvocato Carlo Di Bugno - tale richiesta esprime, al contrario, la convinzione che l' accertamento della verita', obiettivo primario della difesa, non possa prescindere, in primo luogo, dalla corretta applicazione dei criteri che il codice di rito detta per l' individuazione del giudice naturale in ossequio ai principi della Costituzione. (ANSA
Le misure di sicurezza da adottare attorno al Palazzo di Giustizia di Genova il 25 e 26 novembre prossimi, in occasione dell' udienza preliminare a 26 no global per le violenze di strada del G8, sono state discusse stamani in una riunione in tribunale. Alla riunione hanno partecipato tra gli altri il procuratore generale Porcelli, il procuratore Lalla, il questore Fioriolli, il dirigente della digos Gonan ed il comandante provinciale dei carabinieri Mossa. Anche se non sono state annunciate, sinora, delle manifestazioni di protesta, sono state messe a punto misure per la tutela dell' ordine pubblico. E' stato anche compiuto un sopralluogo nelle vie circostanti il palazzo di giustizia, che potrebbe essere isolato con controlli per filtrare gli accessi.
4 ottobre
Un anarchico di 19 anni, E.M., residente a Monteporzio Catone (Rm), e' stato denunciato dagli agenti della Digos poiche' ritenuto uno dei partecipanti agli incidenti che si sono svolti il 4 ottobre scorso all'Eur in occasione della conferenza intergovernativa. In particolare E.M. dovra' rispondere del reato di danneggiamento ai danni di un distributore di benzina di via Cristoforo Colombo preso d'assalto da un gruppo di manifestanti. Il giovane e' stato riconosciuto da alcuni filmati. E.M. era stato inoltre gia' fermato e denunciato in occasione di una manifestazione del 25 ottobre scorso davanti ai cancelli del carcere romano di Rebibbia per solidarieta' nei confronti dell'anarchico Massimo Leonardi
Nucleare
Due manifestazioni di studenti sono in corso stamani nel Metapontino, in Basilicata per protestare contro la decisione del governo di realizzare a Scanzano Jonico (Matera) il sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari. La manifestazione di Policoro (Matera) si dirigera' verso Rotondella (Matera) dove vi e' l' impianto Itrec del centro dell' Enea nel quale sono conservati 64 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore nucleare di Elk River, mai trattati. La manifestazione di Bernalda (matera) si sta invece svolgendo nelle strade del paese.(ANSA). MOL 17-NOV-03 10:07 NNN
Entrambe le ordinanze firmate questa mattina dal sindaco di Scanzano Jonico, Mario Altieri, sono contingibili ed urgenti. La piu' importante e' la prima, rubricata al numero 138, con oggetto Divieto di accesso di materiale radioattivo nel territorio di Scanzano Jonico. L'ordinanza e' giustificata dalla mancata necessaria informazione preventiva della popolazione sui provvedimenti di protezione sanitaria applicabili e sul comportamento da adottare nel caso di emergenza radioattiva, come sancisce una direttiva comunitaria. Pertanto per ragioni di sanita', sicurezza ed incolumita' pubblica il sindaco vieta l'accesso nel territorio di Scanzano Jonico di materiale radioattivo di qualunque provenienza ancorche' inerte con l'unica deroga a prodotti medicali e ospedalieri per i quali il vettore e' tenuto da oggi alla preventiva comunicazione alla polizia municipal
Irak
Les forces américaines ont fait, avant l'aube, une démonstration de leur puissance de feu par des tirs de mortier, des déplacements de chars et d'hélicoptères autour de Tikrit, la ville natale de Saddam Hussein et place-forte de la résistance anti-coalition, selon un officier américain. L'opération a visé des zones où les forces américaines ont subi des attaques au cours des derniers jours
Iran
Il programma nucleare iraniano pone "la piu' grande minaccia all'esistenza di Israele dalla sua creazione", mezzo secolo fa. A lanciare l'allarme e' stato il capo del Mossad, Meir Dagan, che in un'audizione alla Commissione Esteri e Difesa della Knesset ha avvertito che Teheran e' ormai vicina al punto di non ritorno" per dotarsi di armi atomiche. Il monito del capo dello spionaggio israeliano arriva a tre giorni dala riunione dell'Aiea che deve decidere se sanzionare la repubblica islamica per aver tenuto nascosti aspetti rilevanti del suo programma nucleare. La settimana scorsa il ministro della Difesa israeliano Shaul Mofaz aveva gia' avvertito che entro un anno l'Iran raggiungera' un "puno di non ritorno" nel suo programma nucleare se non vi saranno "sforzi concertati per ritardarlo, fermarlo o prevenirlo". (AGI) L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Javier Solana, ritiene che l'Iran sia stato onesto sul suo programma nucleare e che la questione non dovrebbe essere portata davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per decidere eventuali sanzioni. Gli iraniani sono stati onesti. Vediamo se continueranno questo percorso sino alla fine, ha detto Solana, parlando con i giornalisti, prima di incontrare a Bruxelles Hassan Rohani, capo del consiglio della sicurezza nazionale iraniano, a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue. Lo stesso Alto rappresentante si e' detto convinto che il Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che si riunira' giovedi' prossimo, non rimandera' la questione all'Onu per decidere le sanzioni: Penso che la decisione che verra' presa il 20 sara' meno di questo, la mia speranza e' che non rimandi l'argomento al Consiglio di Sicurezza. L'Iran deve chiaramente dimostrare che stanno facendo quello per cui si sono impegnati.
Finanziaria
Iniziera' oggi alle 14 nell'Aula di Montecitorio la discussione generale sul decreto legge collegato alla Finanziaria. Sul 'decretone' il governo dovrebbe chiedere la Fiducia per giungere all'approvazione del provvedimento senza modifiche rispetto al testo approvato dal Senato. La fiducia potrebbe essere posta questa sera o, al piu' tardi, domattina, e il voto dovrebbe aver luogo mercoledi' o, al massimo, giovedi': l'opposizione potrebbe infatti farlo slittare fino ad allora visto che i tempi del dibattito in Aula su un decreto legge non possono essere contingentati
ORE 9,30
Nucleare: tuttora chiusa al traffico la statale Jonica
2003-11-17 - 08:24:00
Da quasi 24 ore, la strada statale 106 Jonica che collega la Calabria con la Puglia, attraverso la Basilicata e' chiusa al traffico. Cio' a causa dei blocchi istituiti dai manifestanti che protestano contro il decreto del Governo che prevede la realizzazione a Scanzano Jonico (Matera) del deposito unico italiano delle scorie nucleari. Il blocco era cominciato ieri mattina.
Medio Oriente. Sharon a Roma per tre giorni di colloqui
Una visita di lavoro in Italia lunga e ricca di colloqui quella che il premier israeliano Ariel Sharon inizierà oggi a Roma. Per tre giorni il primo ministro di Israele, in restituzione della visita compiuta da Silvio Berlusconi a Gerusalemme nel giugno scorso, sarà ospite di un albergo della capitale protetto da ferree misure di sicurezza che ne limiteranno molto gli spostamenti non strettamente necessari.
Sharon atterrerà a Roma questa mattina. Nel pomeriggio avrà i primi incontri con il presidente del Senato Marcello Pera e quello della Camera Pier Ferdinando Casini. Successivamente avrà modo di avere uno scambio di opinioni con i rappresentanti della Comunità ebraica italiana (circa 150 persone).
La seconda giornata della visita inizierà, martedì mattina, con un colloquio con il ministro della Difesa Antonio Martino. Quindi, nel tardo pomeriggio, l'incontro a palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi che sarà seguito da una conferenza stampa congiunta e da una cena di lavoro.
La terza e ultima giornata della visita si aprirà con un colloquio con il ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale per quella data sarà rientrato da Bruxelles dove si sarà consultato con il ministro degli esteri israeliano Sylvan Shalom e con il segretario di Stato americano Colin Powell.
Dopo un incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a metà pomeriggio, Sharon chiuderà la sua visita in Italia ricevendo, insieme, il segretario e il presidente dei Ds Piero Fassino e Massimo D'Alema, ed il leader della Margherita Francesco Rutelli. Non è previsto nessun incontro con esponenti vaticani. In serata Ariel Sharon farà rientro in Israele.
REFERENDUM VENEZIA-MESTRE: NIENTE QUORUM MA MOLTI NO/
Questo divorzio non s'ha da fare. Lo hanno detto i veneziani alla quarta edizione del referendum per la separazione di Venezia e Mestre. Lo hanno detto in due modi, non andando a votare, e quindi determinando la non validita' della consultazione (ha votato il 39,28% degli aventi diritto, una percentuale largamente inferiore al quorum), e anche pronunciandosi in stragrande maggioranza contro la separazione (65,63% i no). Mestre, comune autonomo gia' nel Lombardo Veneto, lo rimase anche dopo l'unita' d'Italia e nel 1923 ricevette il titolo di citta'. Tre anni dopo, pero', venne annessa a Venezia con decreto governativo. Una unificazione che, pur con alterne vicende, e' praticamente durata fino ad oggi. Il primo referendum per la separazione data 1979: la discussione fu appassionata e occupo' anche le prime pagine dei giornali. Vinsero i no, di larga misura: 71,37% contro il 27,19% dei si. Dieci anni dopo gli autonomisti ci riprovarono. Perdettero, ma con un margine piu' ristretto: 41,53% contro il 56,86% degli avversari della separazione. Questo fece nascere probabilmente la convinzione che, a forza di insistere, prima o poi l'autonomia l'avrebbe spuntata. Il terzo round fu combattuto, in un clima assai meno rovente della prima volta, nel 1994: anche qui i favorevoli vennero battuti, ma si accorcio' ulteriormente il distacco tra le due posizioni: 54,79% i no, 43,97 i si. Anche la percentuale dei votanti ando' via via diminuendo: infatti dal 79,53% della prima tornata al 74.01% della seconda, per arrivare al 67.78% della terza. Subito dopo il primo referendum, il fronte divorzista si divise in due posizioni: il padre fondatore dell' autonomismo mestrino, Piero Bergamo, ora scomparso, disse che era improbabile pensare ad un nuovo referendum, mentre, da parte lagunare, il Presidente del Movimento Autonomia Venezia, Francesco Mario D'Elia annuncio' la prosecuzione della battaglia. La diversita' dei pareri sembra rispettare l'evoluzione delle posizioni autonomiste: se al principio erano soprattutto gli abitanti di Mestre che volevano sottrarsi al dominio di una Venezia giudicata opprimente dal punto di vista economico, politico e culturale, con l'andare degli anni prese spazio una volonta' veneziana di separarsi dalla terraferma, quasi fosse una palla al piede onerosa di cui liberarsi. Ma, evidentemente, neanche questa aspirazione ha avuto molta storia. Mi pare che i risultati siano inequivocabili - ha detto il sindaco Paolo Costa commentando l'esito referendario -. Tutta la citta' ha bocciato non il referendum ma questo tema. Non vuol piu' sentir parlare di separazione. Da domani - ha concluso il sindaco - possiamo ricominciare a lavorare, a utilizzare le nostre energie solo per far crescere la citta', per renderla piu' unita, piu' forte, per farle mantenere o riconquistare il suo ruolo di grande capitale regionale, di grande citta' metropolitana italiana, di grande citta' europea
SERBIA: ELEZIONI PRESIDENZIALI FALLITE PER LA TERZA VOLTA
17/11/2003 - 9.01.00
Crisi istituzionale in Serbia, dove anche ieri, per la terza volta in poco meno di un anno, non e' stato raggiunto il quorum del 50 per cento necessario per rendere valide le elezioni presidenziali. Ha votato infatti solo il 39 per cento degli aventi diritto. Dopo lo scioglimento del Parlamento la scorsa settimana, la Serbia rimane quindi senza presidente in carica (il presidente del Parlamento ne faceva funzione). A preoccupare gli osservatori vi e' un altro segnale: le elezioni di ieri sarebbero state stravinte dal candidato ultranazionalista, e grande alleato dell'ex presidente Slobodan Milosevic, Tomislav Nikolic, con il 46 per cento dei consensi. Il candidato del Dos, la formazione democratica al governo, il favorito della vigilia, Dragoljub Micunovic, e' stato votato solo dal 35 per cento. E' una sconfitta per la Serbia -ha dichiarato Micunovic. Ancora piu' drastico il vice Premier, Zarko Korac, per cui il risultato delle elezioni di ieri e' una tragedia. Stiamo entrando in una fase pericolosa, drammatica -ha aggiunto. Le elezioni legislative sono state fissate per il prossimo 28 dicembre.