GR ORE 9.30
Palestina
In Medio Oriente, ancora morte nella striscia di Gaza: tre palestinesi, tra i quali un bambino, sono stati uccisi dai militari israeliani. Due uomini sono stati uccisi al tramonto verso la strada di Kissoufim, che conduce al blocco delle colonie israeliane di Gush Katif, nel sud della Striscia di Gaza. L'esercito aveva sostenuto in un primo tempo che gli uomini fossero armati. Poi nella mattinata l'esercito israeliano ammette di aver ucciso per sbaglio tre palestinesi che transitavano la scorsa notte nelle vicinanze del valico di Kissufim, fra la striscia di Gaza ed Israele. Secondo la radio militare, al termine di un sopralluogo e' infatti emerso che i tre non erano armati e non progettavano alcun attentato. I soldati - ha spiegato l' emittente - hanno aperto il fuoco perche' in precedenza nella stessa zona era stato notato un commando palestinese, che era poi scomparso alla vista dei militari. Poco prima, sempre nella Striscia di Gaza, soldati israeliani hanno sparato verso un quartiere palestinese della citta' di Rafah, uccidendo un bambino di nove anni che giocava danti alla sua casa, secondo quanto riferiscono fonti palestinesi.
Palestina due
Mentre slitta l'incontro fra il premier israeliano Sharon e quello palestinese Abu Ala, oggi, una rappresentanza israeliana incontrerá a Londra una delegazione palestinese per colloqui molto riservati. Sharon e Abu Ala si vedranno probabilmente solo la prossima settimana, in attesa della visita del sottosegretario di Stato americano al Mo William Burns. E Colin Powell, segretario di Stato americano, ha invitato a Washington il palestinese Sari Nusseibeh e l' israeliano Ami Ayalon, promotori di un piano di pace denominato " la voce del popolo ". La petizione a questo piano di pace e' stata firmata finora da 116mila israeliani e 65mila palestinesi. Intanto, è stato confermato che, il 15 e il 16 dicembre, si terrà a Roma la Conferenza internazionale dei donatori per la Palestina. L'Italia ha invitato a prendervi parte anche Israele.
Palestina tre
Ma il vice ministro della Difesa israeliano denuncia ai microfoni della radio dell'esercito come il suo governo stia ormai sistematicamente legalizzando gli insediamenti ebraici sorti illegalmente in Cisgiordania negli ultimi cinque anni. Una pratica di indirizzo opposto rispetto a quanto previsto dal piano di pace proposto dal Quartetto e inserito in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che lo ha indicato come strada da seguire. La Road Map prevede il congelamento degli insediamenti esistenti nel 1998 e lo smantellamento di quelli sorti successivamente. "Ci sono decine di insediamenti llegali nati negli ultimi tre anni. Non si tratta di un segreto. Sto dicendo che alcuni di questi sono ormai piccole cittadine e che il processo di legalizzazione sta per essere portato a termine", ha dichiarato Zeev Boim.
Iraq
Gli Stati Uniti non intendono presentare al Consiglio di sicurezza dell'Onu una nuova bozza di risoluzione in cui vengano sanciti i tempi della transizione di poteri in Iraq cosi' come concordati dall'Autorita' di Paul Bremer insieme al Consiglio governativo iracheno. Washington teme infatti che Francia, Germania e Russia possano riproporre la richiesta di affidare un maggior ruolo alla comunita' e alle istituzioni internazionali nella fase di transizione, secondo quanto rende noto il Washington Post. Fonti dell'Amministrazione Bush assicurano quindi che fino al prossimo mese di marzo non verra' presentata alcuna nuova proposta all'Onu
Iraq due
E' tornata a Tokyo la missione giapponese che ha operato un sopralluogo in Iraq per accertare se la situazione è sufficientemente stabile da permettere al Giappone di inviare truppe per contribuire all'impegno americano di ricostruzione del Paese. Il principale portavoce di Junichiro Koizumi ha detto che il governo deciderà l'invio dei soldati sulla base del rapporto della missione, che secondo i media riferirebbe che le condizioni sono accettabili. "Terremo conto del rapporto e prenderemo una decisione" ha detto Yasuo Fukuda, capo di gabinetto di Koizumi. "Se la situazione lo consente, invieremo truppe al più presto possibile. Entro l'anno, se possibile"
Contro la guerra
Il poeta britannico Benjamin Zephaniah ha rifiutato l'onorificenza conferitagli dalla regina Elisabetta II per meriti letterari. Zephaniah, nato a Birmingham ma di origini africane e convertitosi alla cultura 'rasta' dopo un soggiorno in Giamaica, ha motivato il suo gesto come protesta contro la recente guerra in Iraq, cui il Regno Unito ha preso direttamente parte al fianco degli Usa, e contro anni e anni di "brutalita' e sofferenze" inflitte ai propri antenati dai loro "padroni bianchi" sotto l'Impero Britannico. E appunto l'Ordine dell'Impero Britannico, l era l'onorificenza per la quale Zephaniah era stato selezionato, in riconoscimento dei servigi resi alla patria nel campo della letteratura. Lui pero' non ne ha voluto sapere, e ha respinto lo stesso invito a partecipare alla cerimonia di consegna che si terrà oggi.
Unione europea
Si complica il cammino della Conferenza InterGovernativa che dovrebbe aprire la strada all'approvazione della nuova Costituzione Europea. Un portavoce del governo di Londra, citato dalla Bbc, anticipa che la Gran Bretagna rifiuterà la bozza proposta dall'Italia. Inaccettabile, per Londra, la proposta di abolire il diritto di veto degli stati membri sulle questioni di politica estera. Nella sua forma attuale, dice alla Bbc un portavoce del Foreign Office, la bozza italiana verrà rifiutata da Londra anche se resterà comunque la base per la discussione della conferenza di Napoli. Un'altra fonte autorevole del governo britannico, ribadendo che sul tema del veto in politica estera Londra non è disposta a trattare, ha anche aggiunto che l'adozione di una nuova costituzione Ue resta un obbiettivo "auspicabile" ma "non indispensabile"
Venezuela
Il Movimento Quinta Repubblica (Mvr) del presidente Hugo Chávez ha annunciato di aver raccolto 4 milioni 234mila 776 firme durante i quattro giorni previsti per chiedere la convocazione dei referendum revocatori dei mandati di 38 parlamentari dellopposizione. Servirà almeno un mese prima che il Consiglio nazionale elettorale (Cne) si pronunci sulla validità delle firme raccolte e sul loro numero finale. Ciò nonostante, Ismael García, il coordinatore del comitato elettorale del Mvr si è detto sicuro del risultato finale e ha definito la raccolta di firme "Un successo". Del parere contrario i rappresentanti dellopposizione del Coordinamento democratico, secondo cui la maggioranza non sarebbe riuscita a ottenere il numero minimo di firme per richiedere la convocazione dei referendum revocatori. Domani, 28 novembre, lopposizione potrà cominciare a raccogliere le firme per chiedere la convocazione dei referendum per la rimozione del presidente Chávez, oltre che di deputati e amministratori locali.
Kenia
Certamente piu' di 100 morti, probabilmente oltre 200, e comunque 600 dispersi: e' questo il primo bilancio di una tragedia avvenuta martedi' sera (ma le prime frammentarie notizie sono iniziate ad arrivare solo nella tarda serata di ieri) sul lago Many Ndombe, nella Repubblica Democratica del Congo, a circa 400 km a nord est della capitale Kinshasa. Ne da' notizia, tra gli altri, la Bbc on line. Non e' ancora chiaro cosa sia successo. Testimonianze raccolte sul posto parlano di un traghetto affondato a causa del violento maltempo; ma fonti ufficiali congolesi affermano altresi' che si e' trattato di una collisione tra due traghetti. Per quanto riguarda il bilancio, Medici senza Frontiere - unica Ong che abbia una rappresentanza nell'area - ha dichiarato ieri sera che erano stati recuperati 118 corpi privi di vita. Ma il ministro della Sanita' congolese, Vanjii Sitolo ha annunciato che ci sono almeno 200 morti, e 600 dispersi. Sempre in Congo, ma ieri, un'altra tragedia anch'essa per ora di portata incerta: un treno e' deragliato, precipitando in parte in un fiume vicino alla citta' di Matadi, nell'ovest del paese. Un primo bilancio parla di almeno un morto (il macchinista del treno) e una decina di dispersi. Difficili le operazioni di ricerca, anche perche' occorrera' rimuovere le vetture precipitate.
Migranti
Sono stati tratti in salvo soltanto poco dopo le tre di questa notte, gli otto migranti naufragati nel tardo pomeriggio di ieri davanti alla scogliera Punta tre pietre di Pantelleria. Gli uomini, tutti di nazionalita' tunisina, si sono aggrappati alla parete rocciosa, alta quasi 50 metri, per non finire in acqua. Per portarli in salvo e' stato necessario l'intervento degli speleologi del Corpo nazionale di Soccorso alpino del Cai e di due rocciatori dell'Aeronautica militare. I soccoritori sono arrivati sul posto soltanto poco prima della mezzanotte, ma il vento e il buio, hanno reso difficile il soccorso. Nel frattempo, sono stati calati viveri e coperte, ma anche tute per fare riscaldare i tunisini ormai infreddoliti e impauriti. Ci sono volute quasi quattro ore per riuscire a raggiungere gli otto migranti.