GR 19.30

ITALIA:

Cariche a Roma

Questa mattina circa duecento tra abitanti di Tor Sapienza in mobilitazione contro i lavori della linea TAV e sull'emergenza abitativa provocata dal progetto, insieme ad attivisti ed occupanti di ACTIon e del Comitato popolare per la casa, hanno manifestato presso il cantiere, occupando successivamente due appartamenti sfitti di proprietà della TAV stessa. E' intervenuto il primo reparto mobile, affiancato da carabinieri antisommossa: sono state effettuate tre cariche, la terza violentissima fin dentro le case ha provocato molti contusi tra cui quattro feriti e l'arresto di un compagno di Venezia. Alle 15 è stata convocata una conferenza stampa alla quale i media non hanno partecipato.

Alle ore 18 è stato convocato d'urgenza un presidio cittadino davanti alla sede della Prefettura a palazzo Valentini, in via IV Novembre. Ascoltiamo la corrispondenza di una compagna di ACTION, che riepiloga i fatti di oggi. AUDIO

Viareggio

Stamattina alle 6 agenti della digos hanno fatto irruzione nelle case di 2 militanti del centro sociale sars di viareggio per procedere a perquisizione, e all'interno del centro sociale stesso, che , lo ricordiamo, è stato solo 2 giorni fa incendiato. Sono stati sequestrati computer, materiale cartaceo e bombolette spry.

Ascoltiamo una corrispondenza di una compagna del centro sociale SARS AUDIO

Sardegna

Non abbiamo aggiornamenti riguardo alla notizia dell'arresto avvenuto questa mattina all'alba, a Cagliari, di un giovane di 25 anni, accusato di associazione con finalita' di eversione dell'ordine democratico. Secondo quanto riportato da indymedia, nel pomeriggio ci sarebbe stato un acceso presidio sotto la questura.

Alitalia: la trattativa stagna e i lavoratori tornano a scioperare. Cancellati dieci voli.

Non c’è intesa sul futuro dell’Alitalia. E per questo i dipendenti dell’aeroporto romano di Fiumicino, in attesa della ripresa delle trattative, hanno deciso al termine di una riunione di tornare a mobilitarsi. Alcune centinaia di lavoratori, per lo più dei reparti dell'area tecnica, hanno dato vita dalle 10.30 ad un corteo di protesta partito dal piazzale antistante la mensa e diretto ai terminal.

A seguito della protesta la compagnia è stata costretta a cancellare diversi collegamenti. Vi proponiamo una corrispondenza registrata questa mattina che riepiloga le motivazioni delle sciopero. AUDIO

Lavoratori Terni

La protesta dei lavoratori delle acciaierie di Terni prosegue da quamdo, lo ricordiamo, i dirigenti dell'acciaieria hanno annunciato la chiusura del reparto magnetico. 900 operai quindi rischiano di rimanere senza posto di lavoro. Oggi pomeriggio dalle 17, sotto palazzo Chigi si sta tenendo un presidio, di circa 600 lavoratori e lavoratrici, in attesa di un incontro con il governo previsto alle 19 e dunque attualmente in corso Vi proponiamo la corrispondenza con un lavoratore registrata durante il presidio AUDIO

ESTERI

Israele: progetti di Sharon relativi ai Territori occupati

Ieri il premier Ariel Sharon ha annunciato di aver dato ordine di preparare l'evacuazione di 17 insediamenti della Striscia di Gaza, nell'ambito del piano di ritiro unilaterale. Sharon ha più volte ribadito che il piano unilaterale sarà adottato se non vi saranno progressi nei negoziati con i palestinesi. Oggi la stampa israeliana fornisce sempre nuove informazioni sul progetto Sharon inerente al futuro dei Territori occupati. Secondo il quotidiano Maariv, il premier avrebbe in mente di proporre scambi territoriali ai palestinesi in modo da incorporare nel territorio israeliano aree densamente popolate da coloni ebrei e importanti dal punto di vista economico e strategico per lo Stato ebraico in cambio di zone abitate in prevalenza da popolazione araba. In questo modo Israele ne ricaverebbe un doppio beneficio: si terrebbe le zone più importanti della Cisgiordania e riuscirebbe ad allontanare dallo Stato ebraico una parte considerevole della popolazione araba il cui ritmo di crescita demografica porrà seri problemi a Israele nel giro di un paio di decenni.

Alle famiglie dei coloni sgomberati dalla striscia di Gaza, il governo avrebbe in mente di offrire mezzo milione di dollari come risarcimento, stando a Maariv. Le famiglie sarebbero all'incirca 1500. Il quotidiano Yediot Ahronot scrive che i coloni di Gaza potrebbero scegliere tra l'insediamento nella parte settentrionale del deserto del Neghev, con appezzamenti doppi rispetto alla terra di cui dispongono adesso, o il trasferimento in altri insediamenti in Cisgiordania.

Se i partner dell'attuale coalizione di governo cercassero di bloccare il suo piano per smantellare entro pochi mesi diciassette insediamenti ebraici, cioe' pressocche' tutti quelli ora esistenti nella Striscia di Gaza, Ariel Sharon e' pronto a formare un nuovo gabinetto onde garantirsi che non lo ostacoli. Lo ha dichiarato lo stesso premer israeliano al quotidiano indipendente 'Yedioth Ahronoth', restituendo cosi' subito il guanto della sfida lanciatogli da molti tra gli alleati, decisi a impedire l'abbandono delle colonie a Gaza annunciato appena ieri a sorpresa dallo stesso Sharon. Il vice di quest'ultimo, Ehud Olmert, come suo compagno di partito nel Likud, in giornata ha precisato che l'evacuazione dei diciassette insediamenti, da trasferire nel territorio dello Stato ebraico, sara' attuata entro giugno o al massimo luglio.

Reazioni alle dichiarazioni di Sharon:

Una larga maggioranza di israeliani approva lo smantellamento unilaterale degli insediamenti ebraici nella Striscia di Gaza, occupata dal 1967, secondo un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano Yediot Aharonot. Non meno del 59% degli interpellati approvano questo smantellamento proposto ieri dal premier Ariel Sharon. I contrari sono il 34%, mentre il 7% si e' dichiarato senza opinioni a riguardo. Il sondaggio e' stato fatto dall'istituto Dahaf su un campione di 500 persone rappresentative della popolazione adulta di Israele, e ha un margine di errore del 4,5%. Sempre secondo questo sondaggio, il 57% degli israeliani e' convinto che Sharon abbia rivelato questo piano per motivi politici, mentre il 24% ritiene che egli voglia in questo modo distrarre l'opinione pubblica da uno scandalo di corruzione in cui e' implicato. L'11% degli interpellati ritiene che Sharon abbia agito per motivi sia politici sia personali, e l'8% non ha opinione a riguardo

Iraq: Gran Bretagna

Dopo Bush, anche Tony Blair. Il premier britannico disporrà un'inchiesta sugli errori compiuti dai servizi segreti che denunciarono la presenza in Iraq di armi di distruzione di massa, mai trovate. A riferirlo al Parlamento è stato lo stesso Blair.

Blair ha dunque deciso di seguire l'esempio del presidente americano. George W. Bush ieri ha dato il via libera a una commissione indipendente con il compito di accertare come mai la Cia e le altre agenzie avessero attribuito a Saddam Hussein arsenali chimici e batteriologici di cui non si è trovata traccia.

Proprio quelle indicazioni erano state addotte da entrambi i leader quale giustificazione per la guerra in Iraq. Su questo fronte la posizione di Blair è più difficile di quella del presidente americano. In Gran Bretagna gran parte dei media e dell'opinione pubblica era contraria all'intervento in Iraq e per il premier è fondamentale chiarire ogni possibile ombra sulle motivazioni che hanno portato il paese alla guerra.

Determinante per la scelta sia di Bush sia di Blair è stata la testimonianza di David Kay, l'ex capo della squadra di ispettori (Isg) inviata in Iraq a caccia delle armi. Nelle ultime settimane, Kay ha ripetuto in più occasioni che quegli arsenali non esistono e lui stesso ha sollecitato un'indagine.

E' stata quindi istituita a Londra una commissione di inchiesta indipendente sulle valutazioni dei servizi di intelligence sulle armi di sterminio di cui Saddam Hussein avrebbe potuto disporre e che non si sono mai trovate. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Straw alla Camera dei Comuni. Il comitato, che sara' presieduto dall'ex membro del Gabinetto Lord Butler di Brockwell e composto da 5 esponenti politici, militari e della pubblica amministrazione, riferira' al premier Blair.

Iraq: USA

Anche negli Stati Uniti continuano a infuriare le polemiche circa gli eventuali errori e sviste in cui la Cia e le altre agenzie d'intelligence Usa potrebbero essere incorse a proposito dell'esistenza o meno degli arsenali di sterminio di Saddam, che fornirono agli americani e agli alleati britannici la ragione principale per attaccare il regime dittatoriale iracheno. Il segretario di Stato Usa Colin Powell in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano 'The Washington Post' esprime apertamente dubbi, a un anno di distanza dal proprio stesso controverso discorso davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, durante il quale espose motivi e supposte prove che a suo dire avrebbero legittimato la guerra contro Baghdad.

Senza la certezza che Saddam Hussein davvero possedesse scorte di armi chimiche, batteriologiche o nucleari, se la decisione fosse dipesa da lui forse non avrebbe optato per l'invasione dell'Iraq.

COLOMBIA BARRANCABERMEJA: PARAMILITARI COLPISCONO ATTIVISTE PER I DIRITTI UMANI

Non si fermano gli abusi dei paramilitari contro le attiviste dell’Organizzazione femminile popolare (Ofp) di Barrancabermeja, l’importante centro petrolifero del dipartimento nordorientale colombiano di Santander: lo denuncia l’Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani riportando il caso di Inés Peña, 22 anni, coordinatrice del Centro di documentazione ‘Maraí Cano’ della Ofp, sequestrata nei giorni scorsi e sottoposta a violenze e torture da un gruppo di ‘paras’. La giovane, presentatrice del programma tv ‘Cultura per la vita’ dell’emittente ‘Mohana’, è stata prelevata e obbligata a salire a bordo di un’auto dove è stata aggredita e maltrattata: i paramilitari le hanno rasato la testa e ustionato le piante dei piedi con acqua bollente, esortandola a lasciare la sua organizzazione e la sua attività televisiva. La donna è stata quindi abbandonata in strada vicino al teatro ‘Luis F. Castellano’, zona presidiata di norma dall’esercito regolare, e gli aggressori hanno potuto allontanarsi indisturbati. Sempre nei giorni scorsi tre esponenti della Ofp, tra cui la presidente Yolanda Becerra, che accompagnavano una commissione umanitaria straniera, sono state attaccate mentre viaggiavano a bordo di un’imbarcazione sul fiume Magdalena. All’altezza della località di Palo Quemado, a poca distanza dal presidio permanente dell’esercito situato tra Barrancabermeja e San Pablo, la barca è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco esplosi da alcuni uomini armati sulla riva. Non ci sono state vittime. Questi due nuovi episodi, secondo l’Osservatorio, rientrano “nella campagna di violenza e persecuzione che da anni ha per obiettivo le esponenti della Ofp”, una delle organizzazioni femminili più significative tra quelle presenti in Colombia, fondata oltre 30 anni fa e che oggi conta circa 1.500 iscritte. Negli ultimi anni, e in particolare a partire dal 2000, l'Ofp è stata attaccata in più occasioni dai paramilitari: numerose esponenti sono state perseguitate, costrette alla fuga o uccise. L’ultima vittima, in ordine di tempo, è stata Esperanza Amaris Miranda, sequestrata di fronte agli occhi della figlia e assassinata il 16 ottobre del 2003. A più riprese, Esperanza aveva riferito all’autorità giudiziaria di aver ricevuto minacce di morte da parte di gruppi paramilitari intenzionati a "mettere a tacere la voce delle donne che denunciano le violazioni dei diritti umani compiute nella regione”.

Paraguay

È stata ufficialmente presentata in Paraguay la ‘Commissione verità e giustizia’, incaricata di investigare sui crimini commessi dal regime di Alfredo Stroessner, al potere dal 1954 al 1989: istituita dalla legge n° 2.225, promulgata dal presidente Nicanor Duarte alla fine del 2003, la Commissione indagherà sulle sparizioni forzate, le esecuzioni sommarie, le torture, le lesioni gravi e altre violazioni dei diritti umani perpetrate contro i dissidenti. Per la prima volta, viene anche presa in considerazione la possibilità di un risarcimento economico per i familiari delle vittime della dittatura di Strossner. L’ex-gerarca, 91 anni, vive in esilio in Brasile dal 1989: le organizzazioni per i diritti umani chiedono da tempo che rientri in Paraguay per rispondere davanti alla magistratura nazionale dei numerosi crimini commessi in 35 anni dal suo regime, in particolare omicidi e rapimenti che a oggi sono rimasti impuniti. Non a caso, la cerimonia di inaugurazione dei lavori della ‘Commissione verità e giustizia’ è coincisa con la data della caduta di Stroessner, rovesciato per mano di un gruppo di militari appoggiati da vasi settori della società civile il 3 febbraio 1989.

gror040203 (last edited 2008-06-26 10:06:29 by anonymous)