GR ORE 19.30

Irak - Si estende la rivolta contro gli occupanti

Un'ennesima, violentissima esplosione e' risuonata in mattinata a Baghdad e proveniva in apparenza dalla zona ovest della citta', dove si trova il quartier generale della coalizione alleata a guida Usa e dell'Autorita' Provvisoria. La zona dove sarebbe avvenuta l'esplosione è stata chiusa al traffico e circondata da militari. Esplosioni anche presso il quartier generale giapponese, ma il comando nipponico non parla di danni nè di feriti. I miliziani sciiti seguaci del leader radicale Muqtada al-Sadr hanno preso ormai il controllo di alcune città irachene. Najaf e i quartieri sciiti di Baghdad sono in parte in mano ai guerriglieri. Scontri continuano a Fallujah. Il generale Ricardo Sanchez, comandante Usa delle forze in Iraq, ha ammesso che l'esercito di al-Mahdi mantiene il controllo totale su Kut, dove le truppe ucraine ieri sono state costrette ad abbandonare le loro basi. Gli iracheni controllano anche Kufa, dove sono state occupate le sedi della polizia e del governo locale. A Najaf nella notte è stato ingaggiato un duro scontro tra iracheni e le truppe spagnole. Gli iracheni mantengono il controllo di larghe parti della città. Il controllo di Fallujah è ormai passato, quasi completamente, ai ribelli. Myers ha spiegato che i marines controllano solo il 25 per cento della città. Il contingente sudcoreano, nella zona orientale del Paese, è confinato nelle caserme. Circa 460 medici e tecnici militari sudcoreani sono presenti a Nasiriyah da circa un anno. Intento il presidente sudcoreano ad interim, Goh Kun, ha ieri confermato che Seoul invierà prossimamente 3.600 uomini in Iraq, facendo del contingente sudcoreano in Iraq il terzo per numero di soldati, dopo quelli degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Gli scontriarmati degli ultimi giorni hanno fatto 35 morti tra le truppe Usa e almeno 459 tra gli iracheni di cui almeno 280 uccisi durante l'assedio della moschea di Fallujah, secondo Taher Al-Issaqui, direttore dell'ospedale della città. Nel caos è comunque difficile tracciare un bilancio complessivo. Continuano gli scontri anche a Diwaniya, Baquba e Karbala, dove nella notte - fa sapere il contingente polacco - sono stati uccisi almeno 9 iracheni. "Le forze di occupazione non hanno mai cercato una mediazione politica con le componenti del paese e le violenze di questi giorni sono il risultato del sentimento di oppressione del nostro popolo dovuto all'occupazione militare". Questa l'accusa di Sallama Khaffaji, membro del consiglio governativo iracheno, intervistata dalla Tv araba Al-Arabiya. L'esponente politica irachena denuncia il fatto di non essere mai stata interpellata dalle forze di occupazione, pur conoscendo perfettamente la realtà irachena e le esigenze del suo popolo. "In questo momento il popolo è stanco dei soprusi e risponde in questo modo alle sopraffazioni degli americani - aggiunge - con questo movimento popolare che sta lottando non c'è altra soluzione di

quella politica.". Sono arrivati oggi a Falluja aiuti umanitari (audio: simona torretta, "un Ponte per...") Migliaia di sciiti e di sunniti sono partiti questa mattina a piedi da Baghdad verso Falluja, distante una cinquantina di chilometri, seguiti da auto cariche di cibo e medicine da consegnare alla popolazione della città, da lunedì stretta in un'operazione delle forze americane. I manifestanti si erano radunati portando cibo, bevande e medicine questa mattina presto nella moschea di Oum al Qora, nella parte occidentale di Baghdad gridando slogan come "né sunniti, né sciiti, sì all'unita' islamica". La marcia cerca di rompere l'assedio statunitense, che da giorni tiene la città priva di cibo e aiuti sanitari, impedendo anche l'arrivo di medicinali e scorte di sangue per i feriti. Ma non è piaciuta affatto alle truppe Usa, che in più riprese hanno cercato di bloccare il corteo, ponendo i loro mezzi militari di traverso lungo la strada. Sono stati però costretti ad allontanarsi dalla determinazione dei manifestanti, che hanno lanciato pietre contro di loro Da Washington: solo quattro americani su dieci sostengono la gestione della crisi irachena da parte del presidente George W. Bush, secondo un sondaggio dell'istituto Pew reso pubblico ieri. L'indagine rivela che il 57% delle persone interpellate approva l'uso della forza in Iraq, contro i tre quarti di un anno fa, quando è cominciato il conflitto. Soltanto il 40% degli americani interpellati sostiene la gestione della situazione da parte di Bush, mentre il 53% la disapprova. Il 44% vuole il ritorno dei soldati americani al più presto possibile. Ma quella di oggi puo' essere anche definita la giornata dei rapimenti in Iraq. SETTE RELIGIOSI SUDCOREANI sono stati rapiti e poi liberati da un gruppo armato, che non si e' pero' qualificato. L'imboscata e' stata tesa lungo la strada che collega Baghdad al confine giordano, con ogni probabilita' nella zona di Falluja. TRE CIVILI GIAPPONESI, fra cui una donna (un volontario, un giornalista e una operatrice umanitaria) sono stati rapiti stamani da una sedicente 'Brigata dei mujaheddin' e mostrati in un video mandato in onda da Al Jazira. Per la loro liberazione e' stato chiesto il ritiro delle truppe giapponesi dall'Iraq, altrimenti i tre verranno bruciati vivi e dati in pasto ai combattenti. Non si sa dove sia avvenuto il sequestro ma fonti giapponesi ritengono che la zona sia quella di Falluja. DUE ARABI ISRAELIANI sono stati rapiti da un gruppo di ribelli, secondo un'emittente iraniana. Il loro rapimento e' stato rivendicato dal gruppo Ansar A-Din, ritenuto legato a Al Qaida, che chiede per il loro rilascio la liberazione di detenuti sciiti e sunniti in Iraq. UN CIVILE BRITANNICO, il manager Gary Teeley, e' stato rapito nei giorni scorsi nei pressi di Nassiriya. Solo oggi c'e' stata la conferma del suo sequestro. Un responsabile del movimento sciita di Moqtada Sadr a Baghdad ha affermato che la sua milizia tiene in ostaggio alcuni spagnoli e forse un americano che intendono scambiare con Mustafa al Yaakubi, un dirigente del movimento a Najaf, arrestato all'alba di sabato dalla coalizione. La 'Brigata Plus Ultra', integrata da soldati spagnoli e centroamericani, ha smentito la notizia, come ha fatto poco dopo anche il gen. Usa Mark Kimmitt. Un convoglio americano di mezzi civili e' stato attaccato a colpi di razzi sulla strada tra Baghdad e Falluja all'altezza di Abu Gharib (20 km a ovest della capitale) pochi minuti dopo il passaggio di un lungo corteo di sciiti e sunniti decisi a portare aiuti alla popolazione della citta' in stato d'assedio da lunedi'. I veicoli civili - un camion cisterna e due rimorchi - sono stati attaccati con razzi anticarro e hanno preso fuoco; i guerriglieri, armati di Kalashnikov, in seguito si sono messi a ballare intorno ai veicoli, secondo testimonianze di giornalisti sul posto.Marines americani hanno bombardato oggi una moschea di Falluja ove si erano rifugiati oltre 40 guerriglieri, tutti morti. Altre volte sanque e' stato sparso nelle moschee in Iraq, spesso per attentati compiuti da estremisti di diverse fazioni irachene, ma e' la prima volta che le truppe di occupazione ammettono di aver colpito un luogo di culto. Il ministro dell'interno iracheno, Nouri Badran, ha annunciato di essersi dimesso per le critiche espresse dall'amministratore americano in Iraq, Paul Bremer, al suo ministero.

Israele - Arrestati estremisti ebrei

La polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme dieci giovani ebrei ultra-ortodossi sospettati di aver compiutoi aggresisoni

sistemnatiche contro taxisti palestinesi in servizio nella Citta' Santa. Per cinque dei presunti assalitori, due dei quali

minorenni, e' gia' stato confermato dalla magistratura lo stato di custodia preventiva; gli altri sono stati per il momento

rilasciati dopo gli interrogatori di rito. Alcuni di loro sono accusati di aver pestato taxisti palestinesi con pietre e

bastoni; in un caso, l'8 marzo scorso, rimasero feriti anche agenti che erano intervenuti per proteggere le vittime. Gli

inquirenti ritengoino che gli attacchi non siano semplicemente opera di facinorosi, magari in stato di ebbrezza, ma che siano

stati pianificati in ambienti nazionalisti estremistici.

Palestina - Unità nazionale palestinese

I movimenti islamici Hamas e Jihad Islamica, assieme ad altre forze dell' opposizione palestinese e Al Fatah, l'

organizzazione al diretto comando di Yasser Arafat, hanno preparato la bozza di un 'Piano Nazionale' che riconosce all'

Autorita' nazionale palestinese (Anp) un ruolo centrale e impegna tutte le parti a un cessate il fuoco. Secondo quanto ha

riferito oggi il quotidiano Haaretz, nel piano, che non e' per ora vincolante, viene pure ribadito il diritto a ricorrere

alla violenza contro l' occupazione e gli insediamenti israeliani nei Territori, escludendo pero' dagli attacchi la

popolazione civile. Il piano, che riassume l'esito di una serie di colloqui tra le diverse parti, e' considerato come una

base di trattativa tra l' Anp e le diverse fazioni armate per concordare una dirigenza riconosciuta da tutti per il controllo

della striscia di Gaza dopo il previsto ritiro di Israele. A questo proposito stamane il ministro degli esteri palestinese

Nabil Shaat, intervistato dalla radio statale israeliana, ha espressamente ipotizzato l'integrazione di Hamas nell' Anp a

condizione di un rigoroso rispetto di un cessate il fuoco da parte del movimento islamico. Le affermazioni di Shaat

contrastano con un monito contro l' inclusione di Hamas nell' Anp che gli Stati Uniti hanno inviato ieri ai responsabili

politici palestinesi. Gli Usa considerano Hamas soltanto un'organizzazione terroristica. Il documento pone come obiettivi

strategici delle parti il ritiro di Israele da tutti i territori occupati nel 1967, la costituzione di uno stato palestinese

con capitale nella parte araba di Gerusalemme, la piena sovranita' sui Luoghi Santi cristiani e islamici e la necessita' di

preservare il diritto dei profughi palestinesi a ritornare alle loro case secondo la risoluzione dell'Onu N.194

Sudan (audio Loris de Filippi, medici senza frontiere)

Il Sudan ha firmato un cessate il fuoco con i ribelli della regione occidentale del Darfur in colloqui tesi a porre fine alla

violenza che sta insanguinando la regione e che secondo l'Onu ha le caratteristiche della pulizia etnica. Lo ha detto oggi il

ministro degli esteri. E' stato firmato un cessate il fuoco a N'djamena la scorsa notte per l'apertura di corridoi umanitari

in modo che gli aiuti possano giungere a chi ne ha bisogno, ha detto Najeeb al Kheir Abdul Wahab. Il Darfur e' una remota

regione dell'Ovest del Sudan dove e' in corso un'insurrezione sanguinosamente repressa. Ieri il segretario generale dell'Onu

Kofi Annan aveva detto che se fosse stato rifiutato il transito agli aiuti umanitari la Comunita' internazionale avrebbe

dovuto essere pronta ad agire rapidamente. Non si ha modo di sapere se la tregua sarà effettiva o meno, ma certo la necessità

di un corridorio umanitario si fa sempre più forte.

Algeri - Oggi al voto (audio emanuele, trx risiko)

Circa 18 milioni di algerini sono chiamati oggi alle urne per eleggere il nuovo presidente. '

INDIA - JHARKHAND, CONVOGLIO DELLA POLIZIA ESPLODE SU MINE ANTICARRO, DECINE DI VITTIME

Almeno 26 poliziotti sono rimasti uccisi nello Stato indiano del Jharkhand (India orientale) quando il convoglio di automezzi

su cui viaggiavano con altri colleghi è saltato su alcune mine anticarro collocate probabilmente da ribelli di una formazione

di estrema sinistra. Lo hanno riferito fonti del governo locale precisando che il gruppo si trovava nel distretto di Chaisaba

a 150 chilometri a sudest di Ranchi, la capitale del Jharkhand, e conducevano un’operazione per stanare dalle circostanti

foreste i miliziani del ‘Gruppo della guerra del popolo’ (Pwg), formazione creata in Andhra Pradesh nel 1980 ma attiva in

almeno altri sette Stati della federazione indiana. Lo scorso anno, in un analogo attacco, erano rimasti uccise 33 persone.

Nato con un’impostazione ideologica ultamaoista, che lo avvicina ad analoghi movimenti in Nepal, nelle Filippine e nel Perù,

il Pwg – come anche un altro gruppo ribelle, il ‘Centro comunista maoista’ - combatte per una ‘rivoluzione del popolo’ contro

gli abusi sofferti dai contadini da parte delle classi superiori: una rivendicazione che nel contesto indiano corrisponde a

una lotta armata contro il feudalesimo delle caste in favore dei ‘dalit’ (fuoricasta). Il movimento estremista di sinistra

indiano si fa chiamare anche ‘naxalite’, termine che nasce da una rivolta dei contadini del maggio 1967 a Naxalbar (Bengala

Occidentale). Secondo l’intelligence indiana, il Pwg conta complessivamente 1100 militanti a tempo pieno, di cui il 30 per

cento donne, e numerosi altri sostenitori in incognito. In oltre venti anni la rivolta naxalita ha causato oltre 6mila

vittime

Colombia - Paramilitari contro i contadini

I paramilitari delle Auc (Autodifese unite della Colombia) sarebbero pronti a sradicare 50.000 ettari coltivati a coca come

“gesto di cooperazione efficace” nei confronti del governo: lo rivela il quotidiano ‘El Tiempo’, precisando che la proposta

sarebbe stata formulata da Salvatore Mancuso, leader militare del movimento armato, nel corso di un incontro a porte chiuse

con una delegazione dell’esecutivo di Bogotá. Se si tiene conto degli ultimi dati stilati dalla Cia statunitense, in base ai

quali sarebbero attualmente 113.000 gli ettari coltivati a coca nell’intero Paese, con la loro offerta i ‘paras’ potrebbero

eliminarne quasi la metà. Una cifra non da poco, soprattutto in un periodo in cui emergono le molte lacune del ‘Plan

Colombia’, l’imponente programma anti-narcotraffico sostenuto dagli Usa. Secondo alcuni osservatori, l’offerta delle Auc non

sarebbe esclusivamente mirata ad ottenere maggiore credibilità nel difficile processo di pace avviato lo scorso anno con

l’amministrazione del presidente Alvaro Uribe: sono in molti a pensare che i dirigenti paramilitari su cui gravano richieste

di estradizione da parte degli Stati Uniti per accuse di narcotraffico intendano in questo modo fare pressione sul capo dello

Stato, affinché si pronunci contro il loro trasferimento alla magistratura americana.

Brasile

I Senza Terra tornano a combattere. Dopo una tregua stabilita grazie alla mediazione del presidente Lula, i contadini Sem

Terra (Mst) hanno deciso di rinnovare le pressioni sul governo occupando nuove proprietà. Si tratta di ventiquattro

appezzamenti, tutti nel Pernambuco - lo stato dove è nato Lula - che si vanno a sommare agli altri diciotto presi da tempo.

“La riforma agraria non si farà con i proclami”, aveva precisato il presidente del Mst, l’economista Joao Pedro Stedile,

dando il via alla nuova ondata di insediamenti. Altre ventitre proprietà sono state infatti prese in sette stati differenti e

molte altre sembrano comparire nella lista delle prossime mosse del Movimento. Sono 7.442 le famiglie coinvolte in questo

spostamento di massa.

Francia (audio)

I centri di Lilla, di Roubaix e di altre due citta' del nord della Francia (Tourcoing e Wasquehal) sono piombati ieri sera

nel buio piu' pesto in seguito ad un'azione sindacale di protesta da parte dei dipendenti del colosso elettrico Edf che hanno

tolto i fusibili dagli impianti dell'illuminazione pubblica. La situazione e' ritornata normale soltanto poco prima

dell'alba, quando i tecnici di un'altra societa' hanno rimesso progressivamente i fusibili al loro posto. Abbiamo tolto i

fusibili - ha dichiarato un sindacalista di Edf - per dare un avvertimento al governo: non ci sarebbe difficile togliere

completamente l'elettricita' in tutto l'agglomerato di Lilla se continua la volonta' di fare a pezzi Edf e Gdf. I dipendenti

di Edf, assieme a quelli di Gaz de France (Gdf), sono oggi in sciopero perche' temono di perdere lo status di lavoratori

pubblici in seguito ad un controverso progetto di privatizzazione parziale elaborato dal governo Raffarin. A Parigi hanno

dato vita ad una sfilata di protesta che ha paralizzato in mattinata il centro della capitale. I sindacati hanno proclamato

l'astensione del lavoro per oggi perche' risale all'8 aprile del 1946 la legge con la quale la Francia nazionalizzo' il

settore dell'elettricita' e del gas. Alla sfilata di Parigi il corteo ha sventolato cartelli su cui si leggeva: L'energia e'

la vita, non serve per fare profitti, Tutti insieme per il servizio pubblico del gas e dell'elettricita', no all'apertura del

capitale.

Nepal: due poliziotti uccisi e 45 rapiti

Un gruppo di ribelli maoisti in Nepal ha ucciso due poliziotti e ne avrebbe rapito altri 45 nel corso di un attacco ad un

commissariato.Lo ha reso noto un portavoce delle forze dell'ordine aggiungendo che l'assalto di stanotte e' stato fatto a

Pashutinagar, nel distretto d'Ilam. La fonte ha aggiunto che per i 45 poliziotti rapiti le ricerche per ritrovarli sono gia'

iniziate. L'insurrezione maoista in Nepal ha gia' fatto piu' di 9.500 dal suo inizio nel 1996.

Mobilitazioni (fare audio intorno alle sei e mezzo)

Mentre il consiglio dei ministri non ha parlato della situazione in Irak, come ha precisato il ministro Buttiglione alla fine

della riunione, il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha convocato il consiglio supremo della Difesa per il 14

aprile. Pisanu assicura che la situazioone è tranquilla, anche se sono state rafforzate le misure di controllo soprattutto a

Roma e a Perugia in occasione delle prossime festività

Si mobilitano intanto i movimenti:

Manifestazione oggi pomeriggio a Roma, sotto palazzo chigi, organizzata dalle forze politiche e sociali che ieri si sono

riunite in un'assemblea a palazzo valentini

Manifestazione anche a bologna in Piazza Nettuno, a ridosso della Piazza Maggiore di Bologna, dove i movimenti no-global,

alcune organizzazioni sindacali, le associazioni Donne in nero e Arci, il Bologna Social Forum, la Federazione dei Verdi,

Rifondazione e i Comunisti Italiani hanno dato luogo a un sit-in "per la fine immediata dell'occupazione" in Iraq e "per

l'immediato ritiro degli italiani". (per bologna chiamare francesca di città 103)

E ancora manifestazioni a Napoli (audio) Trieste, Bologna

Italia, migranti

Trenta persone sono state bloccate all' alba di stamane a Lampedusa, subito dopo essere sbarcati sull' isola, dagli uomini

della capitaneria di porto. I migranti, che avevano i vestiti ancora inzuppati d'acqua, sono stati intercettati in localita'

Cavallo Bianco, una zona interna dell'isola. Le motovedette della Guardia Costiera hanno perlustrato la costa nel tentativo

di individuare l'imbarcazione utilizzata per la traversata, ma fino ad ora le ricerche non hanno avuto alcun esito. Gli

uomini, tutti originari del Maghreb, sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza gestito dall' associazione La

Misericordia, in attesa che vengano trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto.

Italia cpt bologna (audio valerio monteventi)

Sono fuggiti sette migranti dal cpt di via mattei a bologna nella serata di ieri. Una struttura, quella bolognese, in cui

sono frequenti le denunce di maltrattamenti e di prescrizioni mediche non necessarie, come sedativi e tranquillanti. Valerio

Monteventi, Bologna Social forum

Scioperi

Cgil, Cisl e Uil hanno convocato per il 29 aprile un'assemblea nazionale a Roma dei quadri e delegati nel corso della quale,

in assenza di risposte del governo, sarà decisa una giornata di sciopero generale del pubblico impiego e della scuola per il

21 maggio. I sindacati chiedono l'avvio della nuova stagione contrattuale (che interessa il rinnovo del biennio economico

2004-2005) con aumenti retributivi pari all'8% contro il 3,5% previsto dal governo. Le organizzazioni rivendicano anche la

definitiva chiusura dei contratti del passato biennio 2002-2003. In concomitanza con lo sciopero, è prevista una

manifestazione nazionale a Roma.

GR ORE 13.00

Irak

Ancora una giornata di tensioni in Irak. Un'ennesima, violentissima esplosione e' risuonata in mattinata a Baghdad, e a detta di testimoni oculari proveniva in apparenza dalla zona ovest della citta', dove si trova il quartier generale della coalizione alleata a guida Usa e dell'Autorita' Provvisoria che amministra temporaneamente il Paese, peraltro gia' in piu' occasioni preso di mira. Negli ultimi giorni combattimenti e attentati si sono intensificati in tutto l'Iraq, non risparmiando nemmeno la capitale. La zona dove sarebbe avvenuta l'esplosione è stata chiusa al traffico e circondata da militari.

Esplosioni anche presso il quartier generale giapponese, ma il comando nipponico non parla di danni nè di feriti.

La situazione di instabilità e incertezza per le truppe occupanti ha fatto sì che il contingente sudcoreano in Iraq sia stato confinato nei suoi quartieri sospendendo le sue attività a causa della persistente instabilità nella zona orientale del Paese. Lo ha annunciato oggi un portavoce dello stato maggiore sudcoreano. Circa 460 medici e tecnici militari sudcoreani sono presenti a Nasiriyah da circa un anno. La decisione di confinarli nei loro acquartieramenti è stata presa ieri, secondo il portavoce, che non ha precisato quando le truppe saranno autorizzate a lasciare la loro base e a riprendere le loro attività di ricostruzione. La decisione giunge dopo che il presidente sudcoreano ad interim, Goh Kun, ha ieri confermato che Seoul invierà prossimamente 3.600 uomini in Iraq, facendo del contingente sudcoreano in Iraq il terzo per numero di soldati, dopo quelli degli Stati Uniti e della Gran Bretagna

Irak

Le violenze degli ultimi giorni hanno fatto 35 morti tra le truppe Usa e almeno 459 tra gli iracheni. Cifra, quest'ultima, che comprende gli "almeno 280 iracheni uccisi" durante l'assedio della moschea di Fallujah, secondo i dati rilasciati stamattina da Taher Al-Issaqui, direttore dell'ospedale della città. Nel caos e l'incertezza delle informazioni che arrivano dalle zone più inquiete è comunque difficile tracciare un bilancio complessivo. A Fallujah, poi, continuano gli scontri, come a Baquba, e Karbala, dove nella notte - fa sapere il contingente polacco - sono stati uccisi almeno 9 iracheni. Notizie di scontri nelle ultime ore anche da Diwaniya e Najaf, zone di competenza spagnola.

Irak due

Trattative sono in corso con il leader sciita radicale iracheno Moqtada Sadr affinche' si consegni alla giustizia. Lo ha detto oggi Adnan Pachachi, un membro sunnita del Consiglio di governo, alla tv al Jazira. Ci sono colloqui con Moqtada Sadr perche' metta fine alla sua ribellione ed accetti di consegnarsi alla giustizia e noi ci impegneremo a rispettare il suo onore e la sua sicurezza, ha detto Pachachi. Un giudice iracheno ha emesso un mandato di arresto contro Moqtada Sadr accusandolo di 'incitamento all'omicidio' per l'assassinio nell'aprile 2003 del dignitario sciita Abdel Majid al Khoi e di due suoi collaboratori a Najaf.

Irak

"Le forze di occupazione non hanno mai cercato una mediazione politica con le componenti del paese e le violenze di questi giorni sono il risultato del sentimento di oppressione del nostro popolo dovuto all'occupazione militare". E' forte l'accusa di Sallama Khaffaji, membro del consiglio governativo iracheno, intervistata dalla Tv araba Al-Arabiya. "Gli americani si sono preoccupati finora solo delle questioni militari cercando di frenare la resistenza - spiega la donna - ma non hanno fatto nulla per avviare un dialogo con le forze politiche di questo paese". L'esponente politico iracheno denuncia il fatto di non essere mai stata interpellata dalle forze di occupazione, pur conoscendo perfettamente la realtà irachena e le esigenze del suo popolo. "In questo momento il popolo è stanco dei soprusi e risponde in questo modo alle sopraffazioni degli americani - aggiunge - con questo movimento popolare che sta lottando non c'è altra soluzione di quella politica. Bisogna mediare con questo fenomeno che non ha precedenti nel nostro paese".

Irak tre

Migliaia di sciiti e di sunniti sono partiti questa mattina a piedi da Baghdad verso Falluja, distante una cinquantina di chilometri, seguiti da auto cariche di cibo e medicine da consegnare alla popolazione della città, da lunedì stretta in un'operazione delle forze americane. I manifestanti si erano radunati portando cibo, bevande e medicine questa mattina presto nella moschea di Oum al Qora, nella parte occidentale di Baghdad gridando slogan come "né sunniti, né sciiti, sì all'unita' islamica". La marcia ha lo scopo di rompere l'assedio statunitense, che da giorni tiene la città priva di cibo e aiuti sanitari, impedendo anche l'arrivo di medicinali e scorte di sangue per i feriti.

Irak quattro

Solo quattro americani su dieci sostengono la gestione della crisi irachena da parte del presidente George W. Bush, secondo un sondaggio dell'istituto Pew reso pubblico ieri. L'indagine rivela che il 57% delle persone interpellate approva l'uso della forza in Iraq, contro i tre quarti di un anno fa, quando è cominciato il conflitto. Soltanto il 40% degli americani interpellati sostiene la gestione della situazione da parte di Bush, mentre il 53% la disapprova. Il 44% vuole il ritorno dei soldati americani al più presto possibile. Il sondaggio è stato realizzato dal 1. al 4 aprile su un campione di 790 persone adulte. Margine d'errore di più o meno quattro punti.

Mobilitazioni

Questa sera alle 18, in Piazza Nettuno, a ridosso della Piazza Maggiore di Bologna, i movimenti no-global, alcune organizzazioni sindacali, le associazioni Donne in nero e Arci, il Bologna Social Forum, la Federazione dei Verdi, Rifondazione e i Comunisti Italiani daranno luogo a un sit-in "per la fine immediata dell'occupazione" in Iraq e "per l'immediato ritiro degli italiani". Chiedono anche "ripristino della legalita' internazionale con la fine dell'occupazione e ritorno dell'Iraq agli iracheni".

Palestina

La polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme dieci giovani ebrei ultra-ortodossi sospettati di aver compiutoi aggresisoni sistemnatiche contro taxisti palestinesi in servizio nella Citta' Santa. Per cinque dei presunti assalitori, due dei quali minorenni, e' gia' stato confermato dalla magistratura lo stato di custodia preventiva; gli altri sono stati per il momento rilasciati dopo gli interrogatori di rito. Alcuni di loro sono accusati di aver pestato taxisti palestinesi con pietre e bastoni; in un caso, l'8 marzo scorso, rimasero feriti anche agenti che erano intervenuti per proteggere le vittime. Gli inquirenti ritengoino che gli attacchi non siano semplicemente opera di facinorosi, magari in stato di ebbrezza, ma che siano stati pianificati in ambienti nazionalisti estremistici.

Palestina

I movimenti islamici Hamas e Jihad Islamica, assieme ad altre forze dell' opposizione palestinese e Al Fatah, l' organizzazione al diretto comando di Yasser Arafat, hanno preparato la bozza di un 'Piano Nazionale' che riconosce all' Autorita' nazionale palestinese (Anp) un ruolo centrale e impegna tutte le parti a un cessate il fuoco. Secondo quanto ha riferito oggi il quotidiano Haaretz, nel piano, che non e' per ora vincolante, viene pure ribadito il diritto a ricorrere alla violenza contro l' occupazione e gli insediamenti israeliani nei Territori, escludendo pero' dagli attacchi la popolazione civile. Il piano, che riassume l'esito di una serie di colloqui tra le diverse parti, e' considerato come una base di trattativa tra l' Anp e le diverse fazioni armate per concordare una dirigenza riconosciuta da tutti per il controllo della striscia di Gaza dopo il previsto ritiro di Israele. A questo proposito stamane il ministro degli esteri palestinese Nabil Shaat, intervistato dalla radio statale israeliana, ha espressamente ipotizzato l'integrazione di Hamas nell' Anp a condizione di un rigoroso rispetto di un cessate il fuoco da parte del movimento islamico. L'idea di questa integrazione - ha detto Shaat - e' legata al ritiro (israeliano) da Gaza e a un completo cessate il fuoco. In questo caso, ha aggiunto, Hamas sara' totalmente impegnato a far rispettare la tregua, in modo da permettere alle forze di sicurezza dell' Anp di punire tutti coloro che dovessero violarla. Le affermazioni di Shaat contrastano con un monito contro l' inclusione di Hamas nell' Anp che gli Stati Uniti hanno inviato ieri ai responsabili politici palestinesi. Gli Usa considerano Hamas soltanto un'organizzazione terroristica. Nella bozza del 'Piano nazionale' si afferma tra l' altro che le forze nazionali e islamiche accettano le responsabilita' amministrative e di sicurezza dell'Anp nei territori sgomberati nel contesto di un piano nazionale concordato. Al tempo stesso rifiutano risolutamente ogni tentativo di compensare Israele per il ritiro da Gaza e avvertono che ogni ritiro uniltaterale non portera' stabilita' fino a quando non sara' parte di un processo complessivo volto a porre fine all' occupazione e a sgomberare gli insediamenti. Il documento pone come obiettivi strategici delle parti il ritiro di Israele da tutti i territori occupati nel 1967, la costituzione di uno stato palestinese con capitale nella parte araba di Gerusalemme, la piena sovranita' sui Luoghi Santi cristiani e islamici e la necessita' di preservare il diritto dei profughi palestinesi a ritornare alle loro case secondo la risoluzione dell'Onu N.194

Sudan

Il Sudan ha firmato un cessate il fuoco con i ribelli della regione occidentale del Darfur in colloqui tesi a porre fine alla violenza che sta insanguinando la regione e che secondo l'Onu ha le caratteristiche della pulizia etnica. Lo ha detto oggi il ministro degli esteri. E' stato firmato un cessate il fuoco a N'djamena la scorsa notte per l'apertura di corridoi umanitari in modo che gli aiuti possano giungere a chi ne ha bisogno, ha detto Najeeb al Kheir Abdul Wahab. Il Darfur e' una remota regione dell'Ovest del Sudan dove e' in corso un'insurrezione sanguinosamente repressa. Ieri il segretario generale dell'Onu Kofi Annan aveva detto che se fosse stato rifiutato il transito agli aiuti umanitari la Comunita' internazionale avrebbe dovuto essere pronta ad agire rapidamente. I colloqui di pace nella capitale del Ciad stanno continuando tra il governo e due gruppi ribelli che accusano Khartum di armare milizie arabe per depredare e incendiare villaggi di etnie africane. Ai negoziati partecipano, come osservatori, Usa ed Ue, una presenza contestata dal governo, ma ritenuta condizione indispensabile dai ribelli.

Colombia

I paramilitari delle Auc (Autodifese unite della Colombia) sarebbero pronti a sradicare 50.000 ettari coltivati a coca come “gesto di cooperazione efficace” nei confronti del governo: lo rivela il quotidiano ‘El Tiempo’, precisando che la proposta sarebbe stata formulata da Salvatore Mancuso, leader militare del movimento armato, nel corso di un incontro a porte chiuse con una delegazione dell’esecutivo di Bogotá. Se si tiene conto degli ultimi dati stilati dalla Cia statunitense, in base ai quali sarebbero attualmente 113.000 gli ettari coltivati a coca nell’intero Paese, con la loro offerta i ‘paras’ potrebbero eliminarne quasi la metà. Una cifra non da poco, soprattutto in un periodo in cui emergono le molte lacune del ‘Plan Colombia’, l’imponente programma anti-narcotraffico sostenuto dagli Usa. Secondo alcuni osservatori, l’offerta delle Auc non sarebbe esclusivamente mirata ad ottenere maggiore credibilità nel difficile processo di pace avviato lo scorso anno con l’amministrazione del presidente Alvaro Uribe: sono in molti a pensare che i dirigenti paramilitari su cui gravano richieste di estradizione da parte degli Stati Uniti per accuse di narcotraffico intendano in questo modo fare pressione sul capo dello Stato, affinché si pronunci contro il loro trasferimento alla magistratura americana.

Usa

Tredici coppie di omosessuali hanno citato in giudizio lo stato di New York, chiedendo il diritto di ottenere un certificato di matrimonio. Secondo i querelanti, tra cui Daniel O'Donnell, deputato statale e fratello del personaggio televisivo apertamente lesbica, Rosie O'Donnell, negare il diritto di sposarsi a coppie dello stesso sesso viola la costituzione dello Stato. Aprendo un nuovo fronte nella battaglia sul matrimonio tra gay e lesbiche, le 13 coppie accusano lo Stato di privarle delle protezioni delle procedure legali e dell'uguaglianza garantite dalla carta costituzionale.

Francia

I centri di Lilla, di Roubaix e di altre due citta' del nord della Francia (Tourcoing e Wasquehal) sono piombati ieri sera nel buio piu' pesto in seguito ad un'azione sindacale di protesta da parte dei dipendenti del colosso elettrico Edf che hanno tolto i fusibili dagli impianti dell'illuminazione pubblica. La situazione e' ritornata normale soltanto poco prima dell'alba, quando i tecnici di un'altra societa' hanno rimesso progressivamente i fusibili al loro posto. Abbiamo tolto i fusibili - ha dichiarato un sindacalista di Edf - per dare un avvertimento al governo: non ci sarebbe difficile togliere completamente l'elettricita' in tutto l'agglomerato di Lilla se continua la volonta' di fare a pezzi Edf e Gdf. I dipendenti di Edf, assieme a quelli di Gaz de France (Gdf), sono oggi in sciopero perche' temono di perdere lo status privilegiato di lavoratori pubblici in seguito ad un controverso progetto di privatizzazione parziale elaborato dal governo Raffarin. A Parigi hanno dato vita ad una sfilata di protesta che ha paralizzato in mattinata il centro della capitale. I sindacati hanno proclamato l'astensione del lavoro per oggi perche' risale all'8 aprile del 1946 la legge con la quale la Francia nazionalizzo' il settore dell'elettricita' e del gas. Alla sfilata di Parigi il corteo ha sventolato cartelli su cui si leggeva: L'energia e' la vita, non serve per fare profitti, Tutti insieme per il servizio pubblico del gas e dell'elettricita', no all'apertura del capitale. Italia, migranti

Trenta persone sono state bloccate all' alba di stamane a Lampedusa, subito dopo essere sbarcati sull' isola, dagli uomini della capitaneria di porto. I migranti, che avevano i vestiti ancora inzuppati d'acqua, sono stati intercettati in localita' Cavallo Bianco, una zona interna dell'isola. Le motovedette della Guardia Costiera hanno perlustrato la costa nel tentativo di individuare l'imbarcazione utilizzata per la traversata, ma fino ad ora le ricerche non hanno avuto alcun esito. Gli uomini, tutti originari del Maghreb, sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza gestito dall' associazione La Misericordia, in attesa che vengano trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto.

GR ORE 9.30

Irak

Ancora una giornata di tensioni in Irak. Un'ennesima, violentissima esplosione e' risuonata in mattinata a Baghdad, e a detta di testimoni oculari proveniva in apparenza dalla zona ovest della citta', dove si trova il quartier generale della coalizione alleata a guida Usa e dell'Autorita' Provvisoria che amministra temporaneamente il Paese, peraltro gia' in piu' occasioni preso di mira. Negli ultimi giorni combattimenti e attentati si sono intensificati in tutto l'Iraq, non risparmiando nemmeno la capitale. La zona dove sarebbe avvenuta l'esplosione è stata chiusa al traffico e circondata da militari.

Esplosioni anche presso il quartier generale giapponese, ma il comando nipponico non parla di danni nè di feriti.

La situazione di instabilità e incertezza per le truppe occupanti ha fatto sì che il contingente sudcoreano in Iraq sia stato confinato nei suoi quartieri sospendendo le sue attività di ricostruzione e d'assistenza medica a causa della persistente instabilità nella zona orientale del Paese. Lo ha annunciato oggi un portavoce dello stato maggiore sudcoreano. Circa 460 medici e tecnici militari sudcoreani sono presenti a Nasiriyah da circa un anno. La decisione di confinarli nei loro acquartieramenti è stata presa ieri, secondo il portavoce, che non ha precisato quando le truppe saranno autorizzate a lasciare la loro base e a riprendere le loro attività di ricostruzione. "A causa dell'instabilità, abbiamo sospeso tutte le attività delle nostre truppe al di fuori dei campi militari e abbiamo rinforzato la sicurezza" ha dichiarato il portavoce sotto copertura di anonimato. La decisione giunge dopo che il presidente sudcoreano ad interim, Goh Kun, ha ieri confermato che Seoul invierà prossimamente 3.600 uomini in Iraq, facendo del contingente sudcoreano in Iraq il terzo per numero di soldati, dopo quelli degli Stati Uniti e della Gran Bretagna

Irak due

Trattative sono in corso con il leader sciita radicale iracheno Moqtada Sadr affinche' si consegni alla giustizia. Lo ha detto oggi Adnan Pachachi, un membro sunnita del Consiglio di governo, alla tv al Jazira. Ci sono colloqui con Moqtada Sadr perche' metta fine alla sua ribellione ed accetti di consegnarsi alla giustizia e noi ci impegneremo a rispettare il suo onore e la sua sicurezza, ha detto Pachachi. Un giudice iracheno ha emesso un mandato di arresto contro Moqtada Sadr accusandolo di 'incitamento all'omicidio' per l'assassinio nell'aprile 2003 del dignitario sciita Abdel Majid al Khoi e di due suoi collaboratori a Najaf.

Irak tre

Migliaia di sciiti e di sunniti sono partiti questa mattina a piedi da Baghdad verso Falluja, distante una cinquantina di chilometri, seguiti da auto cariche di cibo e medicine da consegnare alla popolazione della città, da lunedì stretta in un'operazione delle forze americane. I manifestanti si erano radunati portando cibo, bevande e medicine questa mattina presto nella moschea di Oum al Qora, nella parte occidentale di Baghdad gridando slogan come "né sunniti, né sciiti, sì all'unita' islamica". La marcia ha lo scopo di rompere l'assedio statunitense, che da giorni tiene la città priva di cibo e aiuti sanitari, impedendo anche l'arrivo di medicinali e scorte di sangue per i feriti.

Irak quattro

Solo quattro americani su dieci sostengono la gestione della crisi irachena da parte del presidente George W. Bush, secondo un sondaggio dell'istituto Pew reso pubblico ieri. L'indagine rivela che il 57% delle persone interpellate approva l'uso della forza in Iraq, contro i tre quarti di un anno fa, quando è cominciato il conflitto. Soltanto il 40% degli americani interpellati sostiene la gestione della situazione da parte di Bush, mentre il 53% la disapprova. Il 44% vuole il ritorno dei soldati americani al più presto possibile. Il sondaggio è stato realizzato dal 1. al 4 aprile su un campione di 790 persone adulte. Margine d'errore di più o meno quattro punti.

Palestina

La polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme dieci giovani ebrei ultra-ortodossi sospettati di aver compiutoi aggresisoni sistemnatiche contro taxisti palestinesi in servizio nella Citta' Santa. Per cinque dei presunti assalitori, due dei quali minorenni, e' gia' stato confermato dalla magistratura lo stato di custodia preventiva; gli altri sono stati per il momento rilasciati dopo gli interrogatori di rito. Alcuni di loro sono accusati di aver pestato taxisti palestinesi con pietre e bastoni; in un caso, l'8 marzo scorso, rimasero feriti anche agenti che erano intervenuti per proteggere le vittime. Gli inquirenti ritengoino che gli attacchi non siano semplicemente opera di facinorosi, magari in stato di ebbrezza, ma che siano stati pianificati in ambienti nazionalisti estremistici.

Sudan

Il Sudan ha firmato un cessate il fuoco con i ribelli della regione occidentale del Darfur in colloqui tesi a porre fine alla violenza che sta insanguinando la regione e che secondo l'Onu ha le caratteristiche della pulizia etnica. Lo ha detto oggi il ministro degli esteri. E' stato firmato un cessate il fuoco a N'djamena la scorsa notte per l'apertura di corridoi umanitari in modo che gli aiuti possano giungere a chi ne ha bisogno, ha detto Najeeb al Kheir Abdul Wahab. Il Darfur e' una remota regione dell'Ovest del Sudan dove e' in corso un'insurrezione sanguinosamente repressa. Ieri il segretario generale dell'Onu Kofi Annan aveva detto che se fosse stato rifiutato il transito agli aiuti umanitari la Comunita' internazionale avrebbe dovuto essere pronta ad agire rapidamente. I colloqui di pace nella capitale del Ciad stanno continuando tra il governo e due gruppi ribelli che accusano Khartum di armare milizie arabe per depredare e incendiare villaggi di etnie africane. Ai negoziati partecipano, come osservatori, Usa ed Ue, una presenza contestata dal governo, ma ritenuta condizione indispensabile dai ribelli.

Colombia

I paramilitari delle Auc (Autodifese unite della Colombia) sarebbero pronti a sradicare 50.000 ettari coltivati a coca come “gesto di cooperazione efficace” nei confronti del governo: lo rivela il quotidiano ‘El Tiempo’, precisando che la proposta sarebbe stata formulata da Salvatore Mancuso, leader militare del movimento armato, nel corso di un incontro a porte chiuse con una delegazione dell’esecutivo di Bogotá. Se si tiene conto degli ultimi dati stilati dalla Cia statunitense, in base ai quali sarebbero attualmente 113.000 gli ettari coltivati a coca nell’intero Paese, con la loro offerta i ‘paras’ potrebbero eliminarne quasi la metà. Una cifra non da poco, soprattutto in un periodo in cui emergono le molte lacune del ‘Plan Colombia’, l’imponente programma anti-narcotraffico sostenuto dagli Usa. Secondo alcuni osservatori, l’offerta delle Auc non sarebbe esclusivamente mirata ad ottenere maggiore credibilità nel difficile processo di pace avviato lo scorso anno con l’amministrazione del presidente Alvaro Uribe: sono in molti a pensare che i dirigenti paramilitari su cui gravano richieste di estradizione da parte degli Stati Uniti per accuse di narcotraffico intendano in questo modo fare pressione sul capo dello Stato, affinché si pronunci contro il loro trasferimento alla magistratura americana.

Usa

Tredici coppie di omosessuali hanno citato in giudizio lo stato di New York, chiedendo il diritto di ottenere un certificato di matrimonio. Secondo i querelanti, tra cui Daniel O'Donnell, deputato statale e fratello del personaggio televisivo apertamente lesbica, Rosie O'Donnell, negare il diritto di sposarsi a coppie dello stesso sesso viola la costituzione dello Stato. Aprendo un nuovo fronte nella battaglia sul matrimonio tra gay e lesbiche, le 13 coppie accusano lo Stato di privarle delle protezioni delle procedure legali e dell'uguaglianza garantite dalla carta costituzionale.

Italia, migranti

Trenta persone sono state bloccate all' alba di stamane a Lampedusa, subito dopo essere sbarcati sull' isola, dagli uomini della capitaneria di porto. I migranti, che avevano i vestiti ancora inzuppati d'acqua, sono stati intercettati in localita' Cavallo Bianco, una zona interna dell'isola. Le motovedette della Guardia Costiera hanno perlustrato la costa nel tentativo di individuare l'imbarcazione utilizzata per la traversata, ma fino ad ora le ricerche non hanno avuto alcun esito. Gli uomini, tutti originari del Maghreb, sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza gestito dall' associazione La Misericordia, in attesa che vengano trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto.

gror040408 (last edited 2008-06-26 09:49:42 by anonymous)