GR ORE 9.30

Irak

L'Honduras ha deciso di seguire l'esempio spagnolo e ha annunciato il ritorno immediato nel minor tempo possibile dei propri 370 soldati in Iraq. Lo ha dichiarato in un discorso radiotelevisivo il presidente Ricardo Maduro. Le truppe honduregne fanno parte della brigata Plus Ultra a guida spagnola, cosi' come i soldati inviati da El Salvador e dalla Repubblica Domenicana. Ma questi ultimi due paesi hanno annunciato che le loro truppe rimarranno nel pase arabo.

Irak

La Thailandia ritirera' i suoi soldati dall'Iraq se la situazione sul campo diventera' troppo pericolosa, ha affermato oggi il primo ministro Thaksin Shinawatra. La sicurezza dei soldati thailandesi in Iraq e' prioritaria rispetto alla loro missione umanitaria, ha detto ai giornalisti. Siamo partiti per prestare il nostro aiuto, ma se ci facciamo uccidere perche' restare? - si e' chiesto Thaksin - se saremo in grado di somministrare cure mediche o di aiutare alla ricostruzione dell'Iraq manterremo la nostra presenza, ma partiremo se non potremo riempire la nostra missione. Bangkok ha inviato in settembre 450 militari, con compiti strettamente umanitari. Il contingente si trova a Kerbala, nel centro dell'Iraq, nella zona del comando polacco, lo stesso di cui fanno parte gli spagnoli. Due soldati thailandesi sono sttai uccisi in dicembre in un attacco al loro campo

Irak

E' calato nettamente negli ultimi due mesi il sostegno dei britannici alla politica irachena del premier Tony Blair. E' quanto emerge dall'ultimo sondaggio condotto dall'istituto Icm per il quotidiano "The Guardian". Il mese più sanguinoso dall'inizio dell'invasione dell'Iraq ha fatto registrare una forte perdita di consensi per la politica di Blair, con il 48% degli intervistati che sostiene che la guerra non è giustificata. Dal sondaggio risulta inoltre che i due terzi dei britannici hanno poca o nessuna fiducia nella gestione americana della situazione in Iraq, con il 79% che ritiene sia troppo pericoloso per i civili dipendenti di compagnie britanniche essere in Iraq. La maggioranza dei britannici, pari al 58%, ancora sostiene che le truppe anglo-americane devono rimanere in Iraq anche se è una sempre crescente minoranza, il 42% per l'esattezza, a ritenere che Blair dovrebbe seguire l'esempio del nuovo governo spagnolo e riportare le truppe a casa entro sei mesi. Intanto il consenso personale di Blair resta al minimo storico del 20%.

Irak

Un mediatore iracheno si e' detto oggi ottimista sull'applicazione dell'accordo di tregua a Falluja, annunciato ieri dalle forze della coalizione al termine delle trattative con i notabili della citta' sunnita a ovest di Baghdad. Siamo ottimisti sulla volonta' dei combattenti di rispettare il cessate il fuoco deciso dalla coalizione e dai notabili della citta, ha detto Faud Raoui, del Partito islamico iracheno. La crisi e' stata circoscritta in qualche modo, cosa che ha evitato alla citta' la distruzione ed e' cominciato un ritorno alla normalita, ha aggiunto Raoui secondo il quale il capo della polizia e il comandante della difesa civile sono tornati a pattugliare Falluja insieme con i marines. Secondo il responsabile iracheno inoltre sarebbero gia' cominciate le consegne di armi, alcune delle quali sono state lasciate nei posti di polizia. L'accordo prevede pattugliamenti delle forze della coalizione con le unita' di sicurezza irachene, la consegna delle armi, una amnistia per coloro che riconsegneranno armi pesanti, l'accesso agli ospedali e disposizioni sulle sepolture. Inoltre la polizia locale dovra' indagare sul massacro del 31 marzo di quattro civili americani. In tutto il periodo dell'assedio di Falluja contrassegnato anche da violenti combattimenti, oltre 600 iracheni sono morti, secondo fonti ospedaliere locali

Palestina

Il re di Giordania, paese amico degli Stati Uniti e che ha concluso la pace con Israele, doveva recarsi alla Casa Bianca domani, dopo la visita del presidente egiziano Hosni Mubarak il 12 aprile e quella del primo ministro israeliano Ariel Sharon il 14. Ma le dichiarazioni di Bush di sostegno al piano Sharon di disimpegno dai Territori e soprattutto le concessioni sulla questione dei profughi e dei confini, non sono piaciute ai paesi arabi. La tensione e' salita con l'omicidio mirato di Rantisi, anche perche' molti esponenti arabi hanno accusato gli Stati Uniti di aver dato luce verde all'operazione israeliana. In Giordania vi sono state numerose manifestazioni di proteste per la morte di Rantisi e i partiti di opposizione hanno chiesto la cancellazione dell'incontro con Bush. Domenica il primo ministro giordano Faisal Fayez, che aveva accompagnato il sovrano negli Stati Uniti, ha interrotto il viaggio per tornare in patria.

Palestina

L'Algeria ha proposto ieri alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che chiede in particolare la fine delle "esecuzioni extragiudiziarie" israeliane, nel corso di una sessione del Consiglio di sicurezza convocata d'urgenza su richiesta della Lega araba per dibattere sulla situazione in Medio Oriente dopo l'assassinio mirato del capo di Hamas, Abdel Aziz Rantisi. Circa quaranta Paesi si sono espressi nel corso di questa riunione e tutti, a eccezione degli Stati Uniti, hanno condannato le recenti operazioni militari israeliane. La delegazione palestinese ha accusato gli Stati Uniti di aver permesso a Israele di assassinare Rantisi mettendo il 25 marzo il loro veto a una precedente risoluzione che condannava l'eliminazione, qualche settimana fa, del fondatore e capo spirituale di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin. Israele ha risposto che era stato costretto a prendere "misure difensive", quali l'assassinio di Rantisi, perche' i palestinesi rifiutano di sottomettersi al loro obbligo di arrestare i terroristi e di smantellare i movimenti radicali come quello di Hamas. Il progetto di risoluzione presentato ieri dall'Algeria, solo Paese arabo a sedere attualmente al Consiglio di sicurezza, esige la fine delle "esecuzioni extragiudiziarie" di Israele e di "tutti gli atti di violenza, compresi gli atti di terrorismo". Chiede anche che sia rispettato il diritto internazionale. Il testo non fa alcun riferimento ad Hamas, ciò che ha fatto dire all'ambasciatore americano aggiunto James Cunningham che gli Stati Uniti probabilmente opporranno oggi il loro veto

India

Episodi di violenza hanno contrassegnato l’apertura dei seggi elettorali nel Jammu e Kashmir, travagliato Stato settentrionale dell’India, Paese dove, a partire da oggi fino a inizio maggio, si vota per eleggere i parlamentari della quattordicesima legislatura. Un soldato di guardia a un seggio elettorale nel villaggio di Rafiabad - circa 60 chilometri a nord di Srinagar, capitale estiva del Jammu e Kashmir - è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da sospetti estremisti separatisti. Nelle stesse ore, nelle vicinanze di Bandipore (Kashmir settentrionale), una bomba è esplosa all’esterno di un seggio, ferendo sei civili, tra cui due addetti alle procedure di voto. Sempre nel nord dello Stato, a Wanigam, due paramilitari sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco. Nel Kashmir, conteso da oltre mezzo secolo tra India e Pakistan e da decenni terreno di una sanguinosa guerriglia separatista, il governo federale indiano ha inviato almeno 15.000 paramilitari per supportare la polizia locale (composta da circa 70.000 agenti) durante lo svolgimento delle elezioni

Fiat

Nell' area industriale di Melfi (Potenza) prosegue il blocco dei lavoratori della Fiat. Stamani neanche i lavoratori del primo turno, quello delle sei, sono entrati in fabbrica. L'intera area industriale e' chiusa da cinque blocchi stradali fatti dai lavoratori, che contestano il comportamento dell' azienda in relazione alla decisione di metterli in liberta' stamani, dopo uno sciopero di dipendenti della Arvil, addetti al trasferimento delle merci nello stabilimento. Oggi si dovrebbe conoscere la risposta dalla Fiat alla richiesta di incontro urgentissimo fatta dai manifestanti che ieri sera hanno consegnato alla direzione aziendale di Melfi un documento sull' organizzazione del lavoro, il salario e i turni di lavoro. A Potenza, inoltre, nella sede della Regione Basilicata, e' in programma un incontro tra l'assessore alle Attivita' produttive, Carmine Nigro, e il responsabile delle relazioni industriali di Fiat Auto, Giorgio Giva.