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G.R. 19.30

iraq

L'assedio di Falluja ha causato un impressionante numero di sfollati, che hanno dovuto abbandonare la città per sfuggire ai bombardamenti. L'esodo è cominciato il 24 aprile. I primi due giorni le famiglie si sono rifugiate nei villaggi circostanti, in particolare Al-Niemia e Zedan a circa 4 chilometri da Falluja. Due giorni fa, quando il conflitto in corso ha raggiunto Al-Niemia, gli sfollati si sono riversati a Baghdad. Si tratta di 1.350 nuove famiglie, circa 17.080 persone (delle quali oltre 8.000 bambini).

La maggior parte delle famiglie sfollate non ha parenti nella capitale irachena, così la gente ha cominciato ad ammassarsi nelle moschee e nelle scuole, spinta dalla necessità di assicurarsi un tetto per la notte. Le organizzazioni islamiche, nel tentativo di controllare e registrare gli sfollati hanno, di fatto, creato quattro centri di accoglienza dove però scarseggia il cibo e l'igiene. Ben peggiore è la condizione di altre 65 famiglie rifugiate nel campo gestito dalla Mezzaluna Rossa irachena a Al-Khdraa, quartiere che si trova nella zona occidentale di Baghdad. Qui, sotto le tende, senza luce ed acqua, vivono 65 famiglie, per un totale di circa 328 persone e 113 bambini. Almeno 43 miliziani di Sadr sono morti in scontri con gli americani durante la notte a Najiaf. E' guerra anche a Falluja, dove contro i miliziani sono entrati in azione caccia e carri armati statunitensi. Per il capo di stato maggiore americano Myers, l'obiettivo è ripristinare l'ordine senza riportare perdite. A sud, intanto, i carabinieri hanno effettuato un blitz in un quarteiere di Nassiriya trovando armi e documenti.

SIRIA: ATTACCO DAMASCO, DECINE IN PIAZZA CONTRO USA -- Decine di siriani si sono radunati nella zona dell'attacco avvenuto ieri sera a Damasco che ha devastato una palazzina vuota, secondo il ministero dell'interno siriano. Molti innalzavano cartelli con la fotografia del presidente siriano Bashar al Assad e urlavano insulti contro gli Stati Uniti. Nella zona continuano ad andare e venire anche ambulanze e mezzi di soccorso.

GUATEMALA, Riforma agraria, i contadini manifestano contro il governo I membri di 'Piattaforma agraria', la rete di organizzazioni contadine, hanno marciato oggi per le strade di Citta' del Guatemala per chiedere al governo misure concrete per lo sviluppo delle aree rurali. Il coordinatore del movimento Juan Tuyuc ha accusato il Congresso guatemaleco: 'non stanno rispettando le promesse fatte ai contadini Senza terra: gia' sono stati effettuati 11 sgomberi da latifondi occupati' ha dichiarato, aggiungendo che la politica del governo punterebbe solo a favorire gli interessi del ceto imprenditoriale e non a trovare una soluzione alla questione agraria. Anche la ' Defensoria Maya', organismo nazionale a tutela dei diritti degli indigeni, ha criticato pesantemente l'operato del Congresso. A 100 giorni dall'insediamento del presidente Oscar Berger, la 'Defensoria' si e' dichiarata preoccupata: 'Il Congresso non e' stato capace di produrre nuove normative capaci di concorrere allo Stato' e' stata l'accusa del leader dell'organismo Francisco Raymundo. Il corteo partira' dal settore di Trebol per dirigersi verso il palazzo del congresso e la residenza presidenziale. E' prevista una sosta davanti all'hotel Marriot dove inizia oggi un vertice della Fao.

Tahilandia

Centoventi persone sono rimaste uccise alle prime ore di oggi negli scontri che hanno opposto presunti guerriglieri islamici alle forze di sicurezza e ai soldati nella parte meridionale della Thailandia. Gli scontri sono iniziati all'alba con una serie di attacchi congiunti sferrati dai rivoltosi contro dieci posti di bloco della polizia, basi dell'esercito e sedi governative nelle province di Pattani, Yala e Songkhla. Secondo quanto reso noto dal capo dell'esercito thailandese, tra le vittime si contano almeno 107 ribelli e cinque soldati. I feriti sarebbero sedici tra le fila dell'esercito e quattro tra gli insorti. La giornata di oggi è stata la più violenta e sanguinosa della crisi tailandese iniziata il 4 gennaio scorso con la presa d’assalto di una caserma a Narathiwat, in cui morirono quattro soldati. Da allora nelle provincie meridionali al confine con la Malesia, in ripetuti agguati erano state assassinate oltre sessanta persone, soprattutto agenti delle forze dell’ordine e pubblici ufficiali ma anche tre monaci buddisti. “È assolutamente certo che i colpevoli sono separatisti islamici” ha affermato all’agenzia francese ‘France Press’ il vice direttore del Comando nazionale di sicurezza, generale Panlop Pinmanee.

italia

sciopero metalmeccanici sciopero delle fabbriche oggi in tutta Italia in solidarietà con gli operai di melfi adesione molto alta dal sud al nord Anche a Mirafiori diversai problemili ascoltiamo da una corr da torino (corr)

Fiat, nessun lavoratore a turno: Nessun lavoratore si è presentato per il turno pomeridiano nello stabilimento della Fiat a Melfi e in quelli dell'indotto. Nei presidi non vi sono molti lavoratori e anche la presenza delle forze dell'ordine, per quanto ancora numerosa, è molto discreta. Parte stasera il tavolo delle trattative su Melfi tra Fiat e sindacati. L'appuntamento è previsto a Roma alle 21. Oggi è il decimo giorno di blocco produttivo dell'area industriale di Melfi e dello stabilimento Fiat. (coirr vincenzo)

ALITALIA: FIUMICINO; MOMENTI DI TENSIONE AL VARCO EQUIPAGGI) - FIUMICINO (ROMA), 28 APR - Durante l'assemblea alcuni gruppi di manifestanti all'aeroporto di Fiumicino hanno tentato di impedire l'ingresso al varco equipaggi del personale navigante Alitalia, situato al piano arrivi del Terminal B, mentre un altro presidio composto da alcune centinaia di tute verdi ha creato un blocco al varco merci Alitalia. Per correre ai ripari e far partire alcuni voli - e' sempre la denuncia dei sindacalisti - la compagnia starebbe organizzando gli equipaggi nel vicino hotel Hilton, da dove vengono trasferiti direttamente sulle piste attraverso un passaggio decentrato rispetto ai tre terminal. Momenti di tensione tra alcuni manifestanti e agenti si sono verificati nel momento in cui un equipaggio al completo, per lo piu' composto da personale stagionale, come hanno riferito le stesse hostess dell'Alitalia, stava dirigendosi all'ingresso del varco riservato agli equipaggi. Alcune tute verdi appartenenti alla divisione tecnica della Compagnia, si sono schierate davanti al passaggio inveendo con urla e fischi all'indirizzo di hostess e steward e impedendo loro di entrare. Mentre alcuni di loro ci sono poi riusciti, grazie all'intervento dei poliziotti, per altri non e' stato invece possibile.

(corr) a : TRIESTE, PRESIDIO IN VISTA MANIFESTAZIONE DEL 1' MAGGIO

LAVORO: 952.000 INCIDENTI NEL 2003, IL NORD IN TESTA /ANSA

immigrazione

Assolti oggi a Roma gli immigrati musulmani con l'accusa di associazine sovversiva e terrorismo - un'anno e otto mesi di carcere Ascoltiamo la corrispondenza dell'avvocato crisci.

G.R. 13,00

IRAQ

E' PARTITO L'ATTACCO MASSICCIO DELLE TRUPPE ANGLOAMERICANE A FALLUJA Una nuova e durissima battaglia è iniziata questa sera nei pressi di Falluja: caccia AC 130 e tanks americani hanno iniziato a colpire alcune postazioni degli insorti iracheni, che da giorni rifiutano di consegnare le armi. La notizia è riportata in uno degli ultimi lanci dell'agenzia Reuters, che diffonde anche alcune eloquenti immagini della zona. Il governatore statunitense Paul Bremer, stando a quanto riferisce la CNN, afferma che aveva raggiunto un accordo con le autorità locali per riprendere in mano la città. L'accordo prevedeva il disarmo e la consegna delle armi da parte degli insorti e il controllo delle strade della città insorta sunnita da parte di alcune pattuglie miste, formate da soldati americani e poliziotti iracheni. I pattugliamenti congiunti sarebbero dovuti iniziare oggi ma sono stati posticipati e, ora sembra sia partito l'attacco frontale. Gli attacchi aerei e i cannoneggiamenti delle forze Usa nel corso della notte sulla città assediata di Falluja - roccaforte dei rivoltosi sunniti in Iraq - hanno distrutto una decina di case e ne hanno danneggiato molte altre. Lo riferiscono oggi testimoni.

Che queste giornate segnino un ulteriore incremento nello escalation militare della guerra lo dimostrano i pesanti scontri iniziati lunedì sera a Najaf in una durissima battaglia in cui le truppe americane disclocate da poco nei pressi di Najaf cogliendo l'occasione della sostituzione dei soldati spagnoli dalla zona, hanno ucciso 64 ribelli sciiti che gli Usa ritengono inquadrati nelle milizie dell'esercito del Mehdi - guidato da Moqtada Al Sadr. Stando a quanto detto dal generale Mark Kimmitt alla BBC, gli scontri sono avvenuti nei pressi della cittadina di Kufa, che dista una decina di chilometri da Najaf. Un attacco delle forze aeree americane contro una postazione anti-aerea ha provocato la morte di 57 insorti, mentre altri sette uomini delle milizie Mehdi sono stati uccisi dopo aver tentato di assaltare un carro armato americano. Nell'azione dei militari statunitensi sono stati danneggiati anche alcuni edifici civili, con la motivazione che venivano utilizzati dai ribelli come postazioni d'attacco.

Paul Bremer il proconsole americano in Iraq a capo dell'Amministrazione, ha accusato Moqtada Al Sadr e i suoi miliziani di ammassare armi e munizioni all'interno delle scuole e delle moschee di Najaf. Mentre i bombardamenti colpivano la città di Falluja dove vivono 300.000 persone, l'inviato delle Nazioni Unite per l'Iraq ha lanciato un avvertimento sui pericoli legati al proseguimento dei combattimenti e ha invitato a trovare un accordo per la città: "A meno che questo stallo non giunga a soluzione attraverso mezzi pacifici, si corre il rischio di uno scontro molto sanguinoso", ha detto Lakhdar Brahimi parlando dalla sede delle Nazioni Unite. Gli ufficiali dei marines Usa che circondano Falluja hanno detto che l'intenso fuoco di sbarramento sulla città è stato una misura di autodifesa, dopo la scadenza dell'ultimatum dato ai ribelli per deporre le armi pesanti e a 24 ore da un attacco dagli effetti devastanti contro un altro gruppo di ribelli nei pressi di Najaf, città santa per gli sciiti iracheni.

Entrambe le offensive - quella nei pressi di Najaf ha provocato circa 60 morti tra i miliziani sciiti secondo gli ufficiali Usa - sono avvenuti dopo l'annuncio da parte delle autorità di occupazione Usa che avrebbero dunque ripreso il controllo militare delle due città al più presto. Secondo gli ospedali di Falluja finora, in tre settimane di scontri sono morte circa 600 persone, mentre a migliaia hanno lasciato le loro case. Le ultime notizie da Falluja dicono che le truppe Usa si accingono ad entrare in città, facendo terra bruciata delle migliaia di resistenti iracheni.

INTANTO il sanguinoso stallo in cui versa la situazione irachena sta provocando una serie di piccole ma chiassose "scosse politiche" all'interno dei governi dei paesi impegnati in Iraq. All'annunciato ritiro spagnolo che verrà completato entro il 27 maggio, anche uno dei principali alleati degli Stati Uniti, la Polonia, sta iniziando a ripensare al suo attuale ruolo in Iraq. Isolata in Europa sia sul fronte iracheno che su quello della nascente costituzione europea, a causa della sconfitta elettorale di colui che era il suo principale alleato, Jose Maria Aznar, la punta di diamante della "nuova europa" rumsfeldiana sta iniziando a prendere in seria considerazione l'ipotesi di un "non rinnovo" della missione militare in Iraq, in modo tale da uscire, anche se politicamente indebolita, da questa situazione di "isolamento diplomatico". Il premier uscente Miller ha escluso nei giorni scorsi un ritiro immediato dei militari, ma alcune recenti prese di posizione del governo polacco fanno pensare a un possibile futuro abbandono della missione da parte del più popoloso tra i nuovi membri dell'Unione Europea. Qualche settimana fa il ministro degli esteri Wlodzimierz Cimoszewicz ha accusato gli Usa di aver mentito sulle armi di distruzione di massa dell'Iraq e di aver trascinato la Polonia in una guerra sbagliata. La Polonia ha attualmente in Iraq 2400 soldati, ed è il quarto contingente a livello numerico presente nel paese dopo quello americano, inglese e italiano, e controlla la zona centro-meridionale del paese. Altri paesi invece promettono all'America l'aumento dei propri contingenti nel pantano iracheno.

PALESTINA

Una pattuglia dell'esercito israeliano afferma di aver sventato questa mattina un attacco suicida nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il quotidiano israeliano "Ha'aretz", ripreso da varie agenzie. Una squadra di soldati che pattugliavano a bordo di un mezzo leggero la strada che porta all'insediamento di Kfar Darom, ha incrociato una jeep sospetta e l'ha inseguita aprendo il fuoco. La jeep e' esplosa uccidendo il conducente e ferendo in modo non grave i 4 soldati israeliani

SIRIA

DAMASCO - Le autorita' siriane hanno scoperto un nascondiglio con armi ed esplosivi appartenenti al gruppo terrorista autore dell'attentato di ieri nel cuore della capitale siriana, ha annunciato stamattina l'agenzia ufficiale Sana. Secondo fonti ufficiali siriane un commando composto da quattro persone ha piazzato ieri sera una carica sotto una vettura in sosta, la quale e' esplosa danneggiando gravemente un edificio disabitato a Mazzeh. Questo e' un quartiere residenziale della zona ovest di Damasco, dove si trovano numerose ambasciate occidentali e arabe, e un edificio che ha ospitato in passato uffici dell'Onu. Nel quartiere colpito si trovano anche sedi di Hamas e sembra che l'obiettivo degli attentatori sia stata proprio quella sede, il seguito delle cosiddette "uccisioni mirate" di israele contro la resistenza palestinese. Questo è quanto denunciano i manifestanti scesi immediatamente in piazza di Damasco e in Egitto al Cairo, denunciano israele di voler esportare la guerra contro i palestinesi in tutta la regione. A damasco vi è una delle sezioni più attive di Hamas il cui leader Mashad pare sia uno degli esponenti più importanti dell'organizzazione dopo l'uccisione di Yassin e Rantisi.

Tahilandia

Centoventi persone sono rimaste uccise alle prime ore di oggi negli scontri che hanno opposto presunti guerriglieri islamici alle forze di sicurezza e ai soldati nella parte meridionale della Thailandia. Gli scontri sono iniziati all'alba con una serie di attacchi congiunti sferrati dai rivoltosi contro dieci posti di bloco della polizia, basi dell'esercito e sedi governative nelle province di Pattani, Yala e Songkhla. Secondo quanto reso noto dal capo dell'esercito thailandese, tra le vittime si contano almeno 107 ribelli e cinque soldati. I feriti sarebbero sedici tra le fila dell'esercito e quattro tra gli insorti. La giornata di oggi è stata la più violenta e sanguinosa della crisi tailandese iniziata il 4 gennaio scorso con la presa d’assalto di una caserma a Narathiwat, in cui morirono quattro soldati. Da allora nelle provincie meridionali al confine con la Malesia, in ripetuti agguati erano state assassinate oltre sessanta persone, soprattutto agenti delle forze dell’ordine e pubblici ufficiali ma anche tre monaci buddisti. “È assolutamente certo che i colpevoli sono separatisti islamici” ha affermato all’agenzia francese ‘France Press’ il vice direttore del Comando nazionale di sicurezza, generale Panlop Pinmanee.

CENTRAL AMERICA '

SECONDO UNO STUDIO INTERNAZIONALE SAREBBE IMPOSSIBILE DIMEZZARE LA FAME ENTRO IL 2015 Il Centroamerica non riuscirà a dimezzare i livelli di denutrizione entro il 2015, uno dei cosiddetti ‘Obiettivi del Millennio’ (‘Millennium Goals) stabiliti dall'Onu nel settembre del 2000.Lo ha reso noto uno studio congiunto realizzato dal Pam e dalla Commissione economica per l’America Latina (Cepal) . L'obiettivo sarebbe irraggiungibile in particolare per il Guatemala, che ha il livello di denutrizione cronica più elevato dell’intera America Latina. Le altre nazioni più colpite dalla fame sono Honduras, El Salvador e Nicaragua, soprattutto a causa della crisi del caffè, di cui questi Paesi sono da sempre forti produttori. Attualmente sono circa quattro milioni le persone assistite dal Pam in Centroamerica, ma se entro il prossimo luglio non saranno disponibili i fondi necessari a proseguire i programmi, alcuni verranno sospesi.

G.R. 9,30

GERUSALEMME EST, FERMATO ESPONENTE PALESTINESE MODERATO

GERUSALEMME, 28 APR - Nusseibeh e l'ex capo del servizio di sicurezza interno israeliano (Shin-Bet) Ami Ayalon.due anni fa hanno varato un manifesto congiunto, in cui sono enunciati sei principi per una soluzione definitiva del conflitto palestinse, basata sulla formula dei due Stati. Il rettore dell'universita al Qods è uno dei 156 esponenti palestinesi che a marzo hanno firmato un appello ai loro connazionali per rinunciare alla violenza e optare per un'Intifada non violenta contro l' occupazione israeliana. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha affermato che non c'e' nessuna possibilita di avanzare nell'applicazione della 'Road Map', il piano di pace per il Medio Oriente elaborato dalla comunita' internazionale. Avrei preferito negoziare per arrivare a un accordo (con i palestinesi), ma sono giunto, diversi mesi fa, alla conclusione che non c'era nessuna possibilita' di avanzare sulla Road Map, perche' i palestinesi non rispettano i loro impegni, ha detto Sharon, intervistato in serata dal secondo canale della televisione israeliana. Egli ha sottolineato di aver deciso di lanciare il suo piano di separazione unilaterale dai palestinesi dopo essere giunto a questa conclusione. Nell'intervista, realizzata in occasione del 56/o anniversario della creazione dello Stato di Israele, il premier si e' dichiarato convinto che il suo piano verra' approvato dalla base del suo partito, il Likud, nel referendum in programma il 2 maggio prossimo, mettendo peraltro in guardia contro le conseguenze di un rifiuto. Penso che i membri del Likud, che come tutti gli israeliani vogliono la pace, appoggeranno il piano di separazione, ha dichiarato. Non voglio immaginare neanche per un solo istante che cosa succedera' se questo piano non passa. Sara' una grande vittoria per (il presidente palestinese) Yasser Arafat e per (il movimento di resistenza islamico) Hamas, e danneggera' le nostre relazioni con gli Stati Uniti, dopo le assicurazioni che ci hanno dato, ha aggiunto,

IRAQ

E' INIZIATO LA GUERRA DI FALLUJA E' iniziato dunque l'attacco delle forze anglo-americane a Falluja. Era un attacco annunciato da alcuni giorni e decisivo per le sorti della guerra: le forze di occupazione dovevano decidere che atteggiamento avere in questa fase della guerra nei confronti della resistenza irachena, soprattutto dopo che erano stati espulsi da una città, appunto Falluja. Se le forze di occupazione avessero scelto il "non attacco", i margini per una trattativa politica si sarebbero potute esplorare.. Con questo attacco frontale gli Usa hanno scelto la linea della guerra totale, era questo l'avvertimento che non più tardi di una settimana fa aveva dato l'Ayatollah Al-Sistani agli Usa: non puntare sulla soluzione militare altrimenti non ci sarebbero più stati margini per un passaggio politico. All'attacco delle forze anglo-americane con caccia aerei e tank, rispondono i miliziani con bazzoka e missili anticarro. Per il capo di stato maggiore statunitense Myers, l'obiettivo è ripristinare l'ordine senza riportare perdite. Per Myers, la situazione a Falluja, roccaforte sunnita, come a Najaf, città sacra sciita, è "molto difficile". Accanto al generale, il segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha detto di non essere rimasto sorpreso che i ribelli di Falluja non abbiano consegnato le loro armi, come gli americani avevano loro chiesto di fare: "Quando avete a che fare con terroristi - ha detto Rumsfeld - dovete aspettarvi che non siamo molto collaborativi". Intanto un altro militare amerciano è stato ucciso ieri a Bagdad, portando il bilancio dei caduti solo in aprile a 115, lo stesso numero complessivo delle vittime riportate in guerra dagli americani prima della caduta di Saddam Hussein.

Duri scontri anche a Najaf

In una durissima battaglia iniziata nella serata di lunedi le truppe americane disclocate da poco nei pressi di Najaf, in seguito all'inizio del ritiro dei soldati spagnoli dalla zona, hanno ucciso 64 ribelli sciiti inquadrati nelle milizie del Mehdi Army - l'esercito del Mehdi - guidato dal giovane leader Moqtada Al Sadr. Stando a quanto detto dal generale Mark Kimmitt alla BBC, gli scontri sono avvenuti nei pressi della cittadina di Kufa, che dista una decina di chilometri da Najaf. Un attacco delle forze aeree americane contro una postazione anti-aerea dei ribelli ha provocato la morte di 57 insorti, mentre altri sette uomini delle milizie Mehdi sono stati uccisi dopo aver tentato di assaltare un carro armato americano. Nell'azione dei militari statunitensi sono stati danneggiati anche alcuni edifici utilizzati dai ribelli come postazioni d'attacco.

TAILANDIA

piu di 90 morti in combattimenti: Il Primo ministro della Tailandia, Thaksin Shinawatra, ha dichiarato il numero di morti nei combatimenti contro le forze di sicurezza nel sud del paese, che potrebbero essere piu di cento. I combatenti, i maggiranza presunti integralisti islamici avevano atacato basi di sicurezza Tailandese, ragione per cui il governo dichiara loro separatisti.

VENEZUELA

L'oposizione venezolana ha dichiarato che chiedera la taa di reparazioni -8conferma o rifiuto) di firme per il referendum contro il Presidente Chavez.Il referendum, dopo lunghe discussioni antichaviste dove il bracccio duro proponeva la disuedienza, s porqtera avanti il 8 agosto sempre che a Cordinadora riesca ad avere 600000 firme in piu che li manca per arrivare ai 2,43 millioni che richiede la legge per la cosulta.

ITALIA - LAVORO

Alitalia, sindacati in lotta Da domani blocchi e proteste L'iniziativa è stata presa da tutte le sigle del settore "Pronti a muoverci anche fuori dalle regole". I sindacati e le organizzazioni professionali di Alitalia annunciano una mobilitazione dalle 12 di oggi e iniziative di protesta, con ipotesi di blocco di strade e piste. L'iniziativa è stata presa congiuntamente da tutte le sigle del settore. La mobilitazione, spiegano i sindacati, è stata presa dopo aver valutato "la indisponibilità' del governo a convocare le parti sociali sulla complessa e grave situazione del trasporto aereo e del Gruppo Alitalia, venendo così meno agli impegni precedentemente assunti". Nella nota congiunta si ribadisce, inoltre, la "assoluta non condivisione delle ipotesi di piano industriale 2004-2006 che, tra l'altro, attraverso operazioni trasformistiche e di inadeguato dimensionamento dell'attività di volo, nascondono processi di outsourcing e soluzioni traumatiche sul fronte lavoro". Le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali "ritengono di essere sostenute in questa vertenza anche dalla sensibilità dimostrata dagli enti locali convinti anch'essi della assoluta necessità di mantenere e sviluppare il trasporto aereo italiano mantenendo la centralità della compagnia tutelando le attività ed i livelli occupazionali". Esuberi indicati in 1.100 dipendenti, di cui 150 sarebbero riqualificati per arrivare a 950 lavoratori in eccesso a fine 2005. Nel 2006, ci sarebbero altri 350 recuperi, diminuendo ancora il numero degli esodi. Altri 2.100 dipendenti andrebbero in partnership, "cioé in outsourcing". Sono queste, secondo fonti sindacali, le misure contenute nel nuovo piano industriale che Alitalia sta presentando ai rappresentanti dei lavoratori.

Melfi

deserto turno mattina, oggi manifestazione - Nessun lavoratore si è presentato stamani nell'area della Fiat delle aziende dell' indotto di Melfi del turno di mattina. Giornata decisiva per Melfi: stasera riprende la trattativa. Stamani nell'area industriale si svolgerà la manifestazione della Fiom per lo sciopero generale; una riunione della segreteria della Fiom, poi un altro incontro tra i delegati per decidere sulla proposta di Cgil,Cisl e Uil che prevede,all' avvio del confronto con la Fiat,la rimozione dei blocchi.

gror040428 (last edited 2008-06-26 10:01:22 by anonymous)