GR ORE 13.00

palestina

In due attacchi aerei israeliani 12 palestinesi sono stati uccisi oggi e una ventina circa feriti a Rafah, nella striscia di Gaza, al confine con l'Egitto. Qui sono affluiti molti soldati alla ricerca dei resti dei cinque compagni uccisi ieri nell'esplosione di una mina. Secondo quanto hanno riferito fonti locali, sette palestinesi sono stati uccisi poco dopo la mezzanotte da due razzi sparati da un elicottero nel campo profughi di Rafah, non lontano dal punto in cui i soldati sono stati uccisi. Fonti militari hanno detto che i razzi sono stati sparati contro un gruppo di persone che stavano piantando una mina. Altri cinque palestinesi sono stati uccisi stamani e una quindicina feriti da almeno un razzo sparato da un elicottero nella stessa localita'. Tre sono morti sul colpo mentre altri due, feriti gravemente, sono morti poche ore dopo il loro ricovero in ospedale. A Rafah l'esercito ha inviato ingenti rinforzi, ha occupato diverse case e ne ha distrutto altre nel tentativo di assicurare una copertura esterna alle truppe che, sotto frequente fuoco palestinese, stanno cercando i resti dei loro compagni. Anche le autorita' egiziane, dal loro lato del confine, stanno collaborando alla triste operazione di ricerca dei frammenti umani. Fonti militari hanno detto che l'esito micidiale dell'esplosione di ieri - che ha portato a 11 il numero dei soldati uccisi negli scorsi due giorni - e' dovuto al fatto che lo scoppio della mina ha provocato quello di circa una tonnellata di esplosivo all'interno del blindato. L'esplosivo era usato per provocare il crollo dei tunnel sotterranei che i palestinesi scavano in continuazione per contrabbandare armi e munizioni dall'Egitto nella striscia attraverso la cosiddetta asse Philadelphi, lunga otto chilometri e larga venti metri che corre a ridosso del confine. Durante la notte l'esercito si e' ritirato dal quartiere Zeitun di Gaza City mentre l'Autorita' nazionale palestinese (Anp), anche grazie alla mediazione dell'Egitto, ha restituito a Israele i resti dei sei soldati uccisi martedi' scorso nell'esplosione del loro blindato in questo quartiere, dopo aver persuaso gruppi armati palestinesi che li avevano trionfalmente esposti a consegnarli. A Zeitun, hanno riferito all'Ansa osservatori occidentali, i danni causati da due giorni di battaglia sono molto gravi. Lungo la strada principale diversi edifici, dove si trovavano officine usate per la produzione di mortai e razzi, sono stati distrutti, molti altri sono stati danneggiati. Sulle porte delle case dappertutto i fori dei proiettili. In strada le carcasse di automobili incendiate o schiacciate dai carri armati. Operai stanno cercando ora di ripristinare le linee telefoniche e l'elettricita'. Stamane la popolazione del quartiere e' uscita in strada per festeggiare l'uscita delle truppe e quella che essa considera come una grande vittoria palestinese.

Irak

Nuove complicazioni per la Casa Bianca in vista della prossima transizione politica in Iraq: i membri dell'attuale Consiglio governativo iracheno hanno avanzato la richiesta di dar vita a un nuovo consiglio nazionale che condivida il potere con il futuro governo provvisorio iracheno. Un nuovo consiglio composto dai rappresentanti di diversi gruppi politici iracheni, per questo in grado di conferire maggiore credibilità al nuovo governo. Lo riferisce oggi il Washington Post. Il piano presentato dall'inviato delle Nazioni Unite per l'Iraq, Lakhdar Brahimi, prevede la convocazione di una conferenza nazionale entro il prossimo mese di luglio, incaricata di nominare un organismo consultivo da affiancare al nuovo esecutivo, ma con poteri limitati. Brahimi si è detto contrario all'idea di anticipare la composizione dell'organismo consultivo entro la fine di giugno, e di conferirgli poteri legislativi. Anche alti funzionari Usa, responsabili per la politica in Iraq, si sono detti contrari alla proposta del Consiglio iracheno. I funzionari americani e quelli delle Nazioni Unite impegnati nel processo di transizione hanno precisato di voler costituire un governo che assicuri la priorità alla convocazione di elezioni regolari all'inizio del prossimo anno. A tale scopo, hanno precisato i funzionari, Brahimi, Paul Bremer, capo dell'Autorità provvisoria della coalizione, e Robert Blackwill, coordinatore della pianificazione strategica per il Consiglio di sicurezza nazionale, stanno tentando di creare un equilibrio all'interno del futuro gabinetto tra figure politiche e tecniche. Molto probabilmente, la presidenza e le due vicepresidenze saranno assegnate a uomini di alto profilo politico, mentre il nuovo gabinetto, composto dal premier e da 25 membri, sarà dominato da tecnocrati. "Sarà un misto" di politici e tecnocrati, ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione Usa. Soprattutto dopo i risultati degli ultimi sondaggi condotti in Iraq, secondo cui cui i partiti politici non godrebbero di grande appoggio tra la popolazione. I membri sciiti del Consiglio governativo avrebbero tentato di convincere anche il Gran ayatollah Ali al Hussein al Sistani ad appoggaire la loro richiesta, ma finora la massima autorità sciita del Paese non si è mai pronunciata in tal senso

Irak

Il segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld è giunto a Bagdad per una visIta a sorpresa in Iraq. Rumsfeld, che è accompagnato dal capo di stato maggiore Richard Myers, ha viaggiato nella notte fra strettissime misure di sicurezza ed è atterrato all'aeroporto di Bagdad dal quale è andato a incontrare i responsabili militari americani nella capitale.

Torture

Il governo australiano ha annunciato che aprira' un'inchiesta sulle accuse secondo le quali un cittadino australiano sarebbe stato vittima di abusi nel centro di detenzione a Guantanamo. L'avvocato di David Hicks, 28 anni, arrestato in Afghanistan nel 2001 e prigioniero nella base americana a Cuba, ha detto di non poter fornire ulteriori dettagli sulle violenze subite dal suo cliente. Il legale, Stephen Kenny, ha riferito solo di essere convinto che gli abusi erano autorizzati da alti ufficiali dell'esercito americano e che vanno ben al di la' degli eccessi periodicamente denunciati a Guantanamo.

India

Il partito nazionalista Bharatiya Janata (Bjp), capofila dell’Alleanza nazionale democratica (Nda) che ha guidato l’India nell’ultima legislatura, ha ammesso la sconfitta elettorale mentre il conteggio dei voti è ancora in corso. L’ex-primo ministro Atal Behari Vajpayee ha convocato d’urgenza una riunione dell’esecutivo a conclusione della quale si recherà dal presidente della nazione indiana, Abdul Kalam, per presentare le sue dimissioni. “L’Alleanza democratica nazionale passerà all’opposizione; accettiamo il responso popolare con civiltà” ha dichiarato alla televisione nazionale Venkaiah Naidu, presidente del Bjp. Contrariamente a tutte le previsioni il partito del Congresso guidato da Sonia Gandhi si sarebbe aggiudicato le elezioni; al momento, dai primi dati parziali, avrebbe già ottenuto 201 seggi contro i 171 del (Nda) mentre 49 sono andati ai partiti di sinistra, tradizionalmente vicini al partito del Congresso e suoi probabili alleati di governo. All’inizio dell’anno il Bjp aveva chiesto la convocazione delle elezioni con mesi dei anticipo rispetto alla fine del mandato prevista ad ottobre, con l’intento di capitalizzare le vittorie ottenute in recenti consultazioni politiche regionali, la crescente popolarità di Vajpayee dopo la ripresa delle relazioni con il Pakistan e il ‘boom’ economico registrato nell’ultimo anno. Per tutta la campagna elettorale sono stati pochi i dubbi che il Bjp venisse riconfermato; solo nelle ultime settimane gli exit poll, giudicati piuttosto inaffidabili in India, avevano suggerito che la coalizione di governo uscente, pur vincente, potesse non ottenere la maggioranza nella Lok Sabha (camera bassa). Anche le probabili motivazioni della retrocessione Telagu Desam Party all’opposizione in Andhra Pradesh potrebbero essere un’indicazione di quanto accaduto in altri contesti: sembra infatti che la crescita economica degli ultimi anni sia andata a beneficio quasi esclusivamente delle classi medio-alte e ciò abbia deluso i cittadini delle classi medio-base e i poveri, soprattutto nelle aree rurali.

Somalia

Da tre giorni sono in corso combattimenti a Mogadiscio, capitale della Somalia. Le cause non sono ancora chiare. I morti, da lunedi' ad oggi, sono oltre 23. Numerosi i feriti. Durante gli scontri e' stata utilizzata artiglieria leggera, lanciagranate e alcune jeep con mitragliatrici pesanti montate sopra. Dal 1991 la Somalia e' un Paese senza Stato ne'istituzioni, precipitata nel caos in seguito alla caduta del dittatore Siad Barre. Da tredici anni e' in preda a scontri tra clan rivali, che continuano a ricevere armi dall'estero.

Haiti

Il governo sudafricano ha autorizzato l'ex presidente di Haiti Jean Bertrand Aristide a venire in Sudafrica, secondo quanto ha annunciato oggi un responsabile alla radio pubblica. La decisione e' stata adottata dopo averne discusso con Stati Uniti e Francia, ha aggiunto la fonte, e tutti sono stati d'accordo sul fatto che il Sudafrica accogliesse l'ex presidente. Incalzato dall'insurrezione armata nell'isola e dalle pressioni internazionli Arisitide ha abbandonato il potere il 29 febbraio scorSO.

perù

Centinaia di abitanti della citta' di Llave (nella regione di Puno, a circa 1500 km da Lima), dove fu ucciso il sindaco Fernando Robles lo scorso 26 aprile, esigono la rinuncia della presidenza da parte del presidente Alejandro Toledo, e minacciano di sconoscere le autorita' nel caso in cui non venissero liberati gli accusati. La popolazione della piccola citta' ha terminato, lo scorso mercoledi', uno sciopero di tre giorni per protestare contro un gruppo di politici accusati della morte del sindaco. Lo sciopero si e' svolto in un clima di alta tensione e di severe misure di sicurezza.

Lavoro

- Ancora proteste dei disoccupati a Napoli e nel napoletano. Nel capoluogo campano alcuni aderenti al movimento di lotta per il lavoro della zona orientale hanno occupato un job center a Pianura, impedendo le attivita' della struttura che per conto di Comune e Provincia orienta i senza lavoro. Nel napoletano, a Pozzuoli, circa cento ex lavoratori socialmente utili da questa mattina impediscono l'accesso al Municipio del Comune flegreo, non facendo entrare nemmeno i dipendenti.

GR ORE 9.30

palestina

Giornata di grande violenza nella striscia di Gaza.. Cinque militari israeliani e 15 palestinesi sono rimasti uccisi. Poi un accordo ha portato al ritiro dei carri armati con la stella di David da Gaza City e alla consegna ad Israele dei resti dei soldati uccisi martedi'. La riconsegna dei corpi e' avvenuta in piena notte, al valico di Erez, Due funzionari dell'Autorita' nazioanmle palestinese e un diplomatico egiziano hanno dato a inviati israeliani un cofanetto con i resti dei sei soldati saltati in aria su una mina. Poco prima, nel corso di un improvvisato incontro con giornalisti, un uomo mascherato che si e' definito il portavoce delle brigate dei Martiri di el Aqsa ha letto un comunicato: Abbiamo consegnato i resti agli agenti dell'intelligence egiziano. E ha aggiunto che l'accordo aveva cone condizione il ritiro delle truppe israeliane dal quartiere di Zeitun, a Gaza City. Ritiro che e' avvenuto un'ora prima della diffusione del comunicato. E' stata anche consegnata agli egiziani una lista dei martiri i cui corpi sono tenuti dal nemico israeliano, ma il portavoce non ha specificato se l'accordo preveda esplicitamente la riconsegna dei resti dei palestinesi uccisi. Contemporaneamente pero' gli israeliani infierivano sul campo profughi di Rafah, nel sud della striscia, vicino al quale nel pomeriggio altri cinque israeliani - quattro soldati e un ufficiale - erano morti quando il loro mezzo blindato era saltato su una mina. Nel momento stesso in cui i carri armati uscivano da Gaza City, lasciando dietro di se' un bilancio di otto palestinesi uccisi, un elicottero apache lanciava un missile a Rafah, uccidendo sette palestinesi e ferendone altrettanti, alcuni in modo grave. L'esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni sull'operazione militare. Secondo i residenti, un elicottero israeliano ha lanciato un missile in direzione di un gruppo di palestinesi riuniti nel campo profughi di Rafah. Tutte le vittime sono civili, secondo le fonti palestinesi. Due precedenti attacchi aerei non avevano fatto vittime, secondo queste fonti.

Irak

Si e' combattuto duramente stanotte nella citta' santa di Najaf, fra le truppe statunitensi e le milizie che difendono il mullah sciita Moqtada Sadr: almeno due iracheni uccisi e sei feriti costituiscono il bilancio provvisorio della battaglia, e "la maggior parte delle persone colpite sono civili", secondo il medico Hassan Tufaili, del principale ospedale della citta'. I combattimenti sono cominciati verso le ore 23 locali di ieri sera, e sono andati avanti per tre ore, con il fragore dell'artiglieria pesante che rimbombava sull'abitato. Carri armati e mezzi corazzati statunitensi sono arrivati anche nella Piazza della Rivoluzione del 1920, a neanche due chilometri dal santuario dell'Imam Ali' nel centro della citta'. Stamane nella piazza e' ancora visibile la carcassa di un automezzo bruciato, ed i cavi elettrici tranciati giacciono per le strade. E questa mattina combattimenti a Karbala, altra città santa dell'Irak. Pesanti sparatorie ed esplosioni si sono udite questa mattina nella città e colonne di fumo si sono alzate nelle vicinanze dell'altro santuario di Karbala, quello dell'Imam Hussein, considerato uno dei luoghi più sacri per i musulmani sciiti. Il fumo denso ha ricoperto la cupola dorata del santuario. Secondo alcune testimonianze, il fumo proverrebbe da un generatore elettrico andato in fiamme. Torture

La Cia non aveva specialisti in interrogatori fino all'inizio della guerra al terrorismo. Per questo motivo, si doveva affidare a privati per interrogare i detenuti. Alcuni di questi si trovano ora sotto inchiesta per la morte di alcuni prigionieri in Iraq e Afghanistan. "Non c'è una riserva nella Cia di esperti addestrati in interrogatori", ha affermato il ex alto esponente dell'agenzia d'intelligence americana, Milt Bearden. "Non c'è mai stato", aggiunge. Il direttore della Cia George Tenet aveva accennato alla questione nella testimonianza di fronte alla Commissione 11 settembre, affermando che gliUsa hanno bisogno di altri cinque anni per avere il tipo di servizio clandestino di cui, secondo lui, il paese ha bisogno. In questo servizio, specificano ex funzionari della Cia, rientra anche la questione degli interrogatori. L'attenzione sulle torture contro i prigionieri iracheni ha di nuovo fatto crescere l'attenzione sugli interrogatori dei prigionieri effettuati dalla Cia. In almeno due casi ci sono coinvolti privati a contratto con l'agenzia d'intelligence Usa. Non è chiaro quanti siano i privati a contratto Cia in Iraq per gli interrogatori. L'esercito ne aveva a contratto 27. La Cia continua a rifiutarsi di parlare dei suoi interrogatori. L'agenzia d'intelligence ha un network di strutture di detenzione in tutto il mondo. Le regole per la detenzione e le linee guida per gli interrogatori sono diverse da quelle dell'Esercito, ma l'agenzia si è sempre rifiutata di renderle puvvliche. I privati a contratto sono soggetti alle stesse regole degli agenti della Cia.

Irak

Col trasferimento della sovranità agli iracheni gli Usa dovrebbero consegnare anche il controllo delle carceri. È quanto chiede in un'intervista al Times Adnan Pachachi, membro del consiglio governativo e probabile primo presidente dell'Iraq del dopoguerra. "Tutte le prigioni dovranno essere sotto il controllo del governo iracheno sovrano. Su questo non c'è alcun dubbio" dice Pachachi al Times. Si tratta di una richiesta ambiziosa e destinata a mettere in seria difficoltà il Pentagono e lo stesso governo britannico. Pachachi si dice favorevole anche allo smantellamento del carcere di Abu Ghraib, teatro dei recenti casi di torture.

venezuela

Al momento e' esclusa l'introduzione in Venezuela di uno stato di emergenza per mantenere sotto controllo la situazione dopo l'arresto di 100 paramilitari negli ultimi quattro giorni. Lo ha reso noto ieri sera il ministro dell'informazione Jesse Chacon. Al termine del Connsiglio di sicurezza e difesa della nazione presieduto dal presidente Hugo Chavez, Chacon ha detto che lo stato di emergenza e' sempre una possibilita che viene valutata ma il governo, ha assicurato, ha il pieno controllo della situazione. Il ministro ha per l'occasione ricordato che l'arresto in massa dei paramilitari - una trentina sono ancora latitanti - ha permesso di disarticolare una rete internazionale che aveva come obiettivo di destabilizzare il paese.

Cuba

I negozi cubani che vendono soltanto a chi paga in dollari sono chiusi temporaneamente per valutare l'impatto delle "brutali misure" annunciate la settimana scorsa dal presidente statunitense George W. Bush e riapriranno le loro porte, probabilmente con prezzi più elevati. Lo ha annunciato ieri sera l'emissario dell'Avana alle Nazioni Unite. Orlando Requijo non ha fornito precisazioni sulla data nella quale i negozi riapriranno. Il governo cubano ha annunciato lunedì il congelamento della maggior parte dei negozi che vendono soltanto a chi può pagare in dollari. Ha poi avvertito della possibilità di un aumento del prezzo di prodotti alimentari e carburante. La decisione è stata prese in risposta alle misure economiche annunciate da George W. Bush miranti a ridurre la circolazione delle divise forti nell'isola allo scopo di indebolire Fidel Castro. Secondo Orlando Requijo, la chiusura di questi negozi "è una misura provvisoria adottata al fine di fare una valutazione corretta della situazione".

India

Il partito del Congresso giudato da Sonia Ghandi, all'opposizione in India, è in vantaggio nelle prime proiezioni sui risultati delle elezioni . Il partito del Congresso è in vantaggio in 98 circoscrizioni elettorali, mentre il partito Bharatiya Janata del primo ministro Atal Bihari Vajpayee è in vantaggio in 52 circoscrizioni. Il dato si basa su proiezioni che riguardano 181 dei 539 seggi parlamentari, secondo la New Delhi Television.

gror040513 (last edited 2008-06-26 09:56:04 by anonymous)