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IRAQ

RAPITO CAPO DI SOCIETA' EDILIZIA STATALE - Il direttore generale della Al-Mansour Contracting Co., Ra'ad Adnan, era a bordo della sua autovettura nel quartiere di Zaieuna, zona sudorientale di Baghdad, quando è stato raggiunto e bloccato da due autovetture su cui viaggiavano i rapitori. Lo ha precisato all'Associated Press il colonnello di polizia, Adnan Abdel-Rahman. L'azienda Al-Mansour Contracting Co. esegue i lavori di costruzione su appalto dei ministri di governo iracheno.

INTANTO A SULEIMANIYAH, MANIFESTAZIONE PER INDIPENDENZA KURDISTAN - Circa 500 persone, fra cui molti studenti e intellettuali, hanno inscenato stamani una manifestazione a Suleimaniyah, citta' curda nel nord-est dell'Iraq, per chiedere l'indipendenza del Kurdistan iracheno da Baghdad e rivendicare la citta' petrolifera di Kirkuk. La manifestazione si e' svolta malgrado il divieto imposto dalle autorita' provinciali, controllate dall'Unione patriottica del Kurdistan (Upk) di Jalal Talabani. Indipendenza per il Kurdistan e Kirkuk, citta' curda recitavano i cartelli esibiti dai manifestanti, che dalla centrale piazza Azadi si sono diretti in corteo verso gli edifici del governo provinciale, dove una delegazione ha consegnato ad un rappresentante di quest'ultima una lettera intitolata Sostenete l'indipendenza del Kurdistan. I latori si definiscono non appartenenti ad alcun partito e riassumono le loro richieste in tre punti: indipendenza per i curdi; affidamento del processo contro l'ex dittatore Saddam Hussein ad un tribunale internazionale al quale siano associati anche i curdi; l'aggiunta della arabizzazione forzata dei curdi fra i capi d'imputazione ai quali Saddam dovra' rispondere. I manifestanti rivendicano inoltre la citta' di Kirkuk, ricordando come Saddam ne avesse cambiato la composizione etnica a favore degli arabi, favorendo il loro insediamento a discapito dell'originaria maggioranza curda. La richiesta di indipendenza dei promotori della manifestazione non fa parte dei programmi di nessuno dei due principali partiti curdi iracheni: l'Upk, che controlla il nord-est con le province di Suleimaiyah e Kirkuk, e il Partito democratico del Kurdistan (Pdk) di Massud Barzani, che invece controlla il nord-ovest con le province di Erbil e Dohuk. Entrambe le fazioni, un tempo rivali, hanno accettato il modulo federale per l'Iraq indicato nella costituzione provvisoria adottata lo scorso marzo.

IL GOVERNO IRACHENO CHIEDE TRUPPE RUSSE, - Fonti diplomatiche russe hanno da parte loro sottolineato la volonta' di Mosca di collaborare alla finalizzazione del processo politico postbellico avviato in Iraq nelle ultime settimane e per riportare il Paese fuori dall'isolamento, parlando di un rapporto di reciproca fiducia con il nuovo governo ad interim di Baghdad. Hanno inoltre confermato l'interesse russo a rilanciare le relazioni economiche. Sulla questione dell'invio di forze di pace il portavoce del ministero degli esteri Aleksandr Iakovenko ha tuttavia ripetuto oggi che esso non e' nei programmi. Lo stesso ministero degli esteri e quello delal difesa avevano d'altronde smentito come assurdita voci riportate pochi giorni fa da media americani secondo le quali Mosca avrebbe potuto dislocare in un prossimo futuro addirittura 40.000 soldati in Iraq

COREA NORD

La Corea del Nord ha respinto oggi un'offerta degli Stati Uniti, che avevano chiesto a Pyongyang di rinunciare alle sue ambizioni nucleari - cosi' come di recente ha fatto la Libia. La proposta non vale neanche la pena di essere discussa, e' stata la risposta del portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano. Si tratta di una commedia - ha aggiunto il portavoce -, Washington e' cosi' sciocca da non capire che il modello imposto alla Libia non puo' essere accettato da noi

PALESTINA

MILIZIANI AL AQSA OCCUPANO UFFICIO GOVERNATORE GAZA - E' terminata dopo alcune ore l'occupazione dei locali dell'amministrazione di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, da parte di una ventina di militanti delle Brigate dei Martiri di al Aqsa. I militanti chiedono di essere riassunti neli servizi di sicurezza da cui sono stati recentemente licenziati. Il gruppo ha lasciato gli uffici dell'amministrazione dopo aver ricevuto la promessa "da parte di persone di fiducia nella leadership palestinese" che sarà risolto il problema del loro licenziamento, ha spiegato un militante che si è presentato con il nome Abu al-Haj. Non ci sono stati scontri né feriti nel corso dell'occupazione. Dalla scorsa settimana la situazione a Gaza è scivolata nel caos, dopo una serie di sequestri (due alti funzionari della sicurezza e quattro operatori umanitari rapiti e subito rilasciati) e manifestazioni di massa per protestare contro il presidente palestinese Yasser Arafat - criticato per le mancate riforme degli apparati di sicurezza - determinando una grave crisi nel governo palestinese.

INTANTO A RAFAH, BULLDOZER ISRAELIANI DEMOLISCONO CASE PALESTINESI = Bulldozer israeliani sono entrati questa mattina nel campo profughi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, e hanno demolito sei case palestinesi. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza israeliana. Nell'operazione, condotta con l'appoggio di carri armati, sono state anche gravemente danneggiate alcune abitazioni del Blocco G del campo. L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, ha riferito che almeno 10 famiglie sono rimaste senza casa, per un totale di circa 50 persone. Le forze israeliane compiono frequenti raid nel campo profughi di Rafah con l'assurdo pretesto di ricercare i tunnel che i miliziani palestinesi userebbero per far entrare illegalmente armi nei Territori

SUDAN

CAPO STATO MAGGIORE GB: PRONTI A INVIARE 5.000 UOMINI Se Londra deciderà di intervenire in Darfur , nel Sudan occidentale. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore dell'esercito britannico, il generale Mike Jackson, in un'intervista rilasciata al programma Hardtalk della Bbc. "Se ce ne fosse bisogno, saremmo in grado di andare in Sudan - ha detto Jackson - ritengo che potremmo riunire una brigata molto velocemente". Il generale ha poi precisato che la brigata sarebbe composta da 5.000 uomini. Il premier britannico, Tony Blair, ha chiesto a Downing Street e al Foreign Office di preparare piani per un possibile intervento militare nel Darfur. Tuttavia, ieri il ministro degli Esteri sudanese, Mustafa Osman Ismail, ha ammonito il governo di Londra contro il dispiegamento di truppe in Darfur, dichiarando che i militari di Sua Maestà rischierebbero di trovarsi nel pantano di una guerriglia simile a quella irachena. Intanto alle Nazioni Unite è stata già presentata una bozza di risoluzione che prevede un embargo degli armamenti contro i ribelli nella regione del Darfur, "incluse le milizie Janjaweed" accusate di pulizia etnica. Londra e Washington sperano che la minaccia di sanzioni solleciti Khartoum a rispettare l'accordo siglato all'inizio di luglio con il Segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, che prevede il disarmo delle milizie arabe, la protezione dei profughi e la sospensione delle restrizioni di viaggio imposte agli operatori umanitari.

IMMIGRATI

Sono sbarcati nella notte a Lampedusa 74 migranti in due ondate successive. I due gruppi, avvistati ieri sera nel Canale di Sicilia, sono stati soccorsi e trasportati sui mezzi della Capitaneria di porto. Con questi ultimi arrivi, nelle ultime ventiquattro ore sono arrivati sull'isola, in cinque sbarchi, 146 extracomunitari. Tutti i clandestini sono ospiti del centro d'accoglienza di Lampedusa, che adesso ha superato nuovamente il limite della capienza.

CARCERI

PRC E RADICALI, SUL CASO BUSTO ARSIZIO INTERVENGA - In base quanto a quanto riferiscono Litta Modignani e Martina, la direttrice Ciampoli si e' piu' volte rifiutata di acquistare medicinali per i pazienti e a detto alla caposala di mettere dell'acqua nelle boccette dei medicinali. Dopo dure minacce alla direttrice sanitaria, questa, Cosima Bruzzese, ha rassegnato le dimissioni. Pare che la Ciampoli negli ultimi mesi avesse negato almeno una ventina di richieste da parte dei detenuti di visite specialistiche o farmaci contro l'Hiv e l'epilessia. Ha anche vietato l'uso dell'ascensore a un carcerato con una gamba ingessata. Una casa editrice, che aveva spedito dei libri ad un detenuto, se li e' visti tornare indietro poiche' la direttrice non ha dato il suo permesso. Gia' i detenuti hanno raccolto 200 firme per chiedere il suo allontanamento e anche i dipendenti del carcere ne domandano la rimozione dall'incarico.

gror040724 (last edited 2008-06-26 09:56:24 by anonymous)