GR ORE 9,30

IRAQ/ TRE MARINES USA UCCISI NELLA PROVINCIA DI ANBAR

ALITALIA:PER ASSISTENTI VOLO TRATTATIVA PUO' ARRIVARE A DOMANI

IMMIGRATI: MINISTRO TRIPOLI, PRIMA VIA EMBARGO A LIBIA

IVAN/ ALTRE VITTINE DELL'URAGANO NEGLI USA: VENTI MORTI

Sempre più pesante il bilancio di vite umane legato all'opera distruttiva dell'uragano Ivan, che ha colpito le coste Usa della Florida e della Louisiana e sta penetrando nell'Alabama. Dopo essersi lasciato alle spalle nei Caraibi almeno settanta morti, l'uragano ha fatto finora venti morti nel territorio degli Stati Uniti: 13 vittime in Florida, quattro in Luisiana, due in Mississippi e una in Georgia. L'uragano sta innescando almeno una decina di tornado che aumentano la devastazione del territorio. Impossibile un conto dei danni, che al momento oscilla fra i 3 e i 10 miliardi di dollari

GR ORE 13,00

IRAQ/ ESPLOSIONE BAGHDAD: ALMENO 5 MORTI E 20 FERITI

OSTAGGI FRANCESI; ULEMA, USA OSTACOLANO LIBERAZIONE

Un responsabile del Comitato degli Ulema, principale organizzazione religiosa sunnita irachena, ha detto oggi che gli Stati Uniti ostacolano la liberazione degli ostaggi francesi in Iraq - i due giornalisti Christian Chesnot e georges Malbrunot - perche' ogni volta che ci avviciniamo a una soluzione, (gli americani) spingono verso l'escalation militare. Mohamed Ayach al Qubaisi, rappresentante del Comitato all'estero, ha sottolineato che per la liberazione degli ostaggi e' necessario un clima di sicurezza che non si e' piu' visto da quando abbiamo ottenuto i primi segnali positivi per ottenerla. E' cosi', per esempio, che le forze americane hanno bombardato la regione di Latifiya, a sud di Baghdad, appena hanno saputo che i due ostaggi francesi si trovavano proprio li', avvelenando il clima che si era creato e rendendo impossibile un accordo che era quasi concluso, ha proseguito il responsabile religioso sunnita.

COREA NORD: ESPLOSIONE, FIASCO INTELLIGENCE DI SEUL

Un clamoroso fiasco dell'intelligence sudcoreana. La misteriosa esplosione del 9 settembre scorso in Corea del nord nei pressi del confine con la Cina, con formazione di una nube da incubo a forma di fungo atomico denunciata dai mass media sudocoreani come segno di un possibile test atomico di Pyongyang, in realta' non c'e' mai stata. Lo ha ammesso oggi, con una sorprendente marcia indietro, il viceministro della Riunificazione nazionale Rhee Bong Jom, dopo un'analisi delle foto scattate al sito sospetto dai satelliti di Seul e utilizzate in un primo tempo dalla stampa per lanciare al mondo l'allarme atomico. Gli ultimi accertamenti fatti dimostrano che non c'e' alcuna traccia di esplosione in Corea del nord nel sito da noi indicato. L' asserita nuvola a forma di fungo atomico e i sismi registrati sono fenomeni naturali. Nulla a che vedere con un' esplosione ha riconosciuto. Un brutta figura, rafforzata anche dalle ammissioni dei giorni scorsi sulla scarsa qualita' di definizione delle foto spedite a terra dai satelliti.

GIAPPONE/ FUGA LIQUIDO RADIOATTIVO DA CENTRALE NUCLEARE

Il livello di radioazioni non è assolutamente pericoloso, ha assicurato la Kepco. Giovedì sera la compagnia ha scoperto la fuoriuscita di circa mezzo litro di acqua radioattiva da un'unità di raffreddamento del reattore numero 1 della centrale, fermo dall'inizio del mese. Secondo il portavoce dell'azienda questa fuga non ha nulla a che vedere con l'incidente avvenuto all'inizio del mese di agosto. Il 9 agosto del vapore non radioattivo era fuoriscito da una tubazione, probabilmente corrosa dall'uso, e aveva provocato la morte di cinque operai. All'indomani dell'incidente, il più grave nella storia del nucleare civile giapponese, la Kepco aveva ammesso di non aver compiuto ispezioni su quelle tubature da ben 28 anni.

IVAN/ SONO 22 LE VITTIME DELL'URAGANO NEGLI USA, 70 NEI CARAIBI

USA 2004/ EDWARDS IN OHIO PRENDE IN GIRO CHENEY SU COMMENTI EBAY

g.r. ore 19.30

Autobomba nel centro di Baghdad Un'autobomba è esplosa nel cuore di un quartiere commerciale di Baghdad facendo molte vittime. Un kamikaze si è lanciato con la vettura piena di esplosivo contro una pattuglia della polizia nel quartiere Rashid. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 5 morti e una ventina di feriti. L'esplosione, avvenuta poco prima delle 12,30 locali ha fatto numerose vittime tra i passanti della piazza Mahruf al-Assafi, piena di bancarelle.

Falluja. 44 morti sotto le bombe Usa Attacco aereo nella notte su Falluja. L'esercito americano afferma che si tratta di un "attacco alla roccaforte dei ribelli fedeli al terrorista giordano Abu Musab Al Zarqawi", ma le fonti ospedaliere fanno sapere che tra i morti e i feriti ci sono dei civili. Un responsabile del ministero iracheno ha dichiarato che i morti sono 44 e 27 i feriti.

Ulema Gli Usa ostacolano la liberazione dei francesi Un responsabile del Comitato degli Ulema, principale organizzazione religiosa sunnita irachena, ha detto oggi che gli Stati uniti ostacolano la liberazione degli ostaggi francesi in Iraq - i due giornalisti Christian Chesnot e georges Malbrunot - perché ogni volta che ci avviciniamo a una soluzione, spingono verso l'escalation militare. Mohamed Ayach al Qubaisi, rappresentante del Comitato all'estero, ha sottolineato che per la liberazione degli ostaggi è necessario un clima di sicurezza che non si è più visto da quando abbiamo ottenuto i primi segnali positivi per ottenerla. E' così, per esempio, che le forze americane hanno bombardato la regione di Latifiya, a sud di Baghdad, appena hanno saputo che i due ostaggi francesi si trovavano proprio lì, avvelenando il clima che si era creato e rendendo impossibile un accordo che era quasi concluso, ha proseguito il responsabile religioso sunnita.

Russia

“Il progetto di Putin e del suo alleato, il leader nazionalista Zhirinovsky, di trasformare la Federazione Russa in uno Stato unitario e centralistico e di rafforzare in senso autoritario il regime di potere personale del presidente - scrive sulle colonne del Moscow Times Andrei Piontkovsky, analista politico russo indipendente - stava da lungo tempo a prender polvere sulle scrivanie dei burocrati del Cremlino”.

“Sfruttando opportunisticamente la tragedia nazionale di Beslan – spiega Piontkovsky - Putin ha rispolverato quel progetto e lo ha inserito nel pacchetto di “misure anti-terrorismo” che ha presentato a un’opinione pubblica ancora scioccata. Si tratta di misure che contrastano con la Costituzione vigente, e che quindi, se verranno applicate senza modifiche alla nostra carta fondamentale configurerebbero un vero e proprio golpe costituzionale”.

Il piano di riforme annunciate da Putin nei giorni scorsi dopo la strage di Beslan per trasformare la Russia in un paese capace di contrastare efficacemente la minaccia terroristica, sta sollevano critiche e timori in patria e all’estero: si accusa Putin di sfruttare la scusa della lotta al terrorismo per imporre una svolta autoritaria in politica interna e adottare una linea aggressiva e muscolare in politica estera. Una svolta che ricorda da vicino quella impressa dalla Casa Bianca negli Usa dopo l’11 settembre. Bush docet.

peru

ACQUA CONTRO ORO, CONTADINI VINCONO PRIMA BATTAGLIA Il ministero dell’Energia e delle Miniere peruviano ha revocato un permesso che consentiva all’impresa Yanacocha, filiale della multinazionale statunitense ‘Newmont’, l’esplorazione del giacimento di oro sul ‘cerro Quilish’, nel dipartimento settentrionale di Cajamarca. Il dicastero ha stabilito che le operazioni dell’azienda resteranno bloccate, in attesa che le trattative intavolate dall’amministrazione locale con i ‘campesinos’, mobilitati contro lo sfruttamento del ‘cerro Quilish’, raggiungano un esito soddisfacente per entrambe le parti. “La risoluzione n° 427 cancella di fatto l’autorizzazione alle esplorazioni concessa all’impresa, a cui la gente si è sempre opposta per timore che le falde acquifere, incluse quelle per l’irrigazione dei campi, fossero contaminate” spiega alla MISNA padre Marco Arana, parroco di Cajamarca e direttore dell’organizzazione non governativa ‘Grufides’ (‘Grupo de Formación e Intervención para el Desarrollo sostenibile’), impegnato in una lunga e faticosa opera di mediazione della controversia. “Il rischio è molto alto – ricorda il religioso – perché la miniera è situata ad appena 7 chilometri di distanza dall’impianto di depurazione dell’acqua potabile che rifornisce Cajamarca”. Già nel 2000 a Choropampa le operazioni minerarie avevano provocato un versamento di mercurio, che aveva inquinato alcuni corsi d’acqua costringendo numerose famiglie ad abbandonare le proprie case. “Quella portata avanti dalla popolazione contadina non è una battaglia contro l’impresa in sé, bensì per il diritto alla vita” aggiunge padre Arana. Fonti locali della società civile contattate dalla MISNA riferiscono che nel corso degli anni – l’impresa arrivò nel Cajamarca nel 1993 - non sono mancate le pressioni da parte dell’azienda nei confronti delle autorità locali e degli abitanti.

MARCIA INDIGENA ACCOLTA A CALI TRA APPLAUSI E BANDIERE BIANCHE Innalzando cartelli con slogan contro la ‘politica di sicurezza democratica’ del governo del presidente Alvaro Uribe, accusata di aver coinvolto sempre più la popolazione civile nel conflitto interno, e contro il Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti che minaccia di assestare un duro colpo soprattutto ai piccoli e medi produttori colombiani, decine di migliaia di indigeni hanno fatto il loro ingresso a Cali, meta finale della marcia denominata ‘Minga’ (‘allerta’ in lingua autoctona) per la vita, la giustizia, l’allegria, l’autonomia e la libertà di movimento’. La mobilitazione, promossa dall'Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic), ha riunito circa 60.000 persone, quasi il doppio dei partecipanti alla prima manifestazione indigena nazionale convocata nel Paese sudamericano il 16 maggio 2001. I nativi, per lo più appartenenti alle etnie Paez e Guambiano del dipartimento del Cauca, hanno percorso circa 100 chilometri a piedi partendo da Santander de Quilichao, e sono entrati a Cali dalla strada principale, accolti con applausi, saluti di benvenuto e bandiere bianche, in segno di pace. Il corteo ha impiegato un’ora e mezzo per completare il suo dispiegamento nel centro urbano; tutto si è svolto in maniera pacifica, senza incidenti, con l’apprezzamento delle autorità locali e la solidarietà dei cittadini. L’eco dell’evento di Cali è risuonato anche in altri città del Paese, tra cui la stessa captale Bogotá, Riohacha, Barranquilla e Sincelejo, dove indigeni di altre etnie sono scesi in piazza in segno di fratellanza con i nativi del Cauca. Si calcola che negli ultimi dieci anni circa 15.000 indigeni colombiani siano stati costretti ad abbandonare le proprie terre per la violenza dei gruppi armati; secondo dati dell’Alto Commissariato Onu per i diritti umani, solo nel 2003 oltre un centinaio di dirigenti autoctoni colombiani sono stati assassinati. [FB]

NAIROBI: STUDENTI IN RIVOLTA PER PRESUNTO AUMENTO TASSE, CHIUSA UNIVERSITÀ

L’Università di Nairobi è stata chiusa ieri a tempo indeterminato dopo che gli studenti hanno scatenato una vera e propria rivolta. Lo riferiscono oggi i quotidiani kenyani, che raccontano i momenti di tensione vissuti ieri nel principale campus della capitale africana. Il vice-cancelliere dell'ateneo, Crispus Kiamba, ha detto che il Consiglio dell’Università ha deciso di bloccare tutte le attività – sia quelle regolari che le iniziative collegate – per evitare ulteriori violenze. La rabbia degli studenti è esplosa in seguito a notizie riportata dalla stampa di un aumento delle tasse universitarie di circa 8.000 scellini kenyani (pari a poco più di 80 euro), smentito tuttavia dallo stesso Kiamba. Centinaia di giovani si sono radunati davanti agli uffici amministrativi dell’Università, chiedendo di essere ricevuti dal vice-cancelliere, al quale poi – secondo quanto scrive oggi il ‘The Nation’ – gli stessi studenti non avrebbero permesso di parlare. La violenta protesta si sarebbe poi allargata a una serie di edifici e di strade intorno alla sede dell’Ateneo, bloccati per molte ore prima dell’intervento della polizia. Secondo le stesse fonti, alcuni studenti avrebbero minacciato e derubato motociclisti di passaggio nella zona e persino l’auto di servizio del ministro dell’Istruzione George Saitoti – che stava pranzando in un hotel nei pressi del campus – sarebbe riuscita a sottrarsi alla facinorosa protesta degli studenti soltanto grazie all’abilità dell’autista. Il professor Kiamba ha categoricamente smentito che l’Università abbia intenzione in alcun modo di rivedere al rialzo le tasse a carico degli studenti, ammettendo tuttavia che la recente crescita dei salari e dei costi di gestione degli alloggi ha creato qualche difficoltà finanziaria all’istituzione.

UE: NASCE EUROGENDARMERIA, GESTIRA' DOPO-CONFLITTI

italia

; RESPINTE ISTANZE DIFESE, IL PROCESSO CONTINUA I DIFENSORI CHIEDEVANO LA NULLITA' DELL' UDIENZA PRELIMINARE

alitalia

il personale di terra ascoltiamo antonio amoroso della cub.

RINNOVATO CONTRATTO A FERROVIERI LICENZIATI PER REPORT La regione Liguria ha rinnovato il contratto ai due ferrovieri licenziati da Trenitalia perche' avevano consentito a bordo le riprese della trasmissione Report e avevano fermato il treno in galleria per esigenze televisive. Gli uffici regionali hanno gia' predisposto le pratiche per rinnovare ai due ferrovieri liguri la collaborazione, scaduta ad agosto, 'come consulenti del servizio di trasporto pubblico'.

immigrati Espulsi questa mattina dal centro di accoglienza di Via Rose a Brescia, quattro cittadini nord-africani. Il motivo dell’allontanamento è il mancato pagamento della quota mensile. I quattro presenti in Italia da almeno 14 anni e dopo lunghi e faticosi anni di lavoro, hanno perso il loro impiego, da qui la difficoltà a pagare puntualmente l’affitto del posto letto. L’allontanamento coatto è stato reso possibile grazie alla presenza di vigili e polizia. Un atto che Risponde alle pressioni di forze politiche xenofobe nei confronti della gestione comunale. sentiamo la testimonianza di uno degli immigrati sgomberati . ascoltiamo la corr.

FERMIAMO LA GUERRA INFINITA!!! Perché la guerra contro il popolo irakeno non è la cura: è il male! In questa settimana in tutte le città italiane ci saranno mobilitazioni che termineranno sotto le sedi del governo responsabile di averci scaraventato in questo inferno con la sua partecipazione all'occupazione neocoloniale dell'Iraq. Vogliamo che compia gesti utili per mettere fine alle sofferenze del popolo irakeno. manifestazioni in giro per tutta Italia a Roma partenza h. 17.00 piazza Esedra

gror040917 (last edited 2008-06-26 09:57:35 by anonymous)