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IRAQ
Un'autobomba nel nord a Mossul, una bomba vicino Baquba, circa 50 chilometri a nord est di Baghdad: è cominciato così questo lunedì in Iraq. Nella notte appena trascorsa un raid aereo americano su Sadr city, alla periferia orientale della capitale aveva fatto seguito a una domenica segnata dall'intensificazione delloffensiva americana su Falluja, (50 chilometri a ovest di Baghdad), bombardata tre volte in 24 ore con un bilancio totale di almeno 15 morti e 30 feriti. Sempre ieri, domenica, a Karama, tra Falluja e Baghdad, un duplice attentato dinamitardo a una base della Guardia nazionale irachena ha fatto diversi feriti tra soldati americani e iracheni, mentre un attacco di mortaio sul centro della capitale uccideva almeno un civile nel quartiere di Karrada, una zona affollata e piena di negozi. Altri quattro iracheni sono morti e dieci sono stati feriti in scontri armati nel centro di Ramadi a ovest di Baghdad. Altri 10 morti e una ventina di feriti durante un attacco contro un convoglio che trasportava carburante a Latafiyah, 30 chilometri a sud di Baghdad.
A proposito dell'intensificazione dei bombardamenti USA, Un ponte per affida il suo più recente messaggio al mondo della comunicazione e della pubblica opinione quale contributo alla liberazione delle due Simone e dei due collaboratori iracheni ancora sequestrati. Questo il messaggio: "Da 20 giorni, quasi quotidianamente segnaliamo bombardamenti e cannoneggiamenti che uccidono civili. Da 20 giorni assistiamo a una escalation militare sul territorio che coinvolge Falluja, Ramadi e altre zone. Oltre ai quotidiani rastrellamenti e attentati a Baghdad. Purtroppo, nulla di nuovo. Da sempre chiediamo che questa guerra finisca.
Dall'altra parte dell'oceano si sono succedute le dichiarazioni e i commenti sulle elezioni previste per gennaio in Iraq. Il ministro della Difesa Donald Rumsfeld in un programma televisiva ha detto che forse non sarà possibile votare ovunque; il segretario di Stato Colin Powell, in un altro programma ha sostenuto che obiettivo dellamministrazione americana e del primo ministro ad interim iracheno Iyad Allawi resta una regolare consultazione elettorale entro la fine del gennaio 2005. Powell ha anche ribadito l'intenzione americana di organizzare una conferenza internazionale sull'Iraq tra la fine di ottobre e linizio di novembre in un Paese arabo, forse lEgitto o la Giordania. allordine del giorno vi sarà la discussione della situazione in Iraq e il modo in cui i paesi vicini, compresi l'Iran e la Siria, possano risultare più efficaci nella pacificazione e nella ricostruzione del Paese.
In merito a questa conferenza internazionale sull'Iraq che l'amministrazione Bush vuole organizzare, il ministro degli Esteri francese Michel Barnier ha sottolineato che quella conferenza deve avvenire sotto l'egida dell'Onu e deve essere aperta all'insieme delle forze politiche irachene, comprese quelle che hanno scelto la strada della resistenza. La questione del ritiro delle forze - ha affermato Barnier - dovra' figurare nell'ordine del giorno se si vuole che quella conferenza abbia luogo. La questione del ritiro si porra', d'altronde e' gia' posta dalla situazione. Barnier, per il quale la situazione in Iraq e' ormai un buco nero, non considera fondamentale la data: L'importante non e' sapere se la conferenza avverra' prima o dopo le elezioni ma come far si' che abbia successo, come renderla utile.
Intanto sulla stampa statunitense il quotidiano Washington Post, precede che le elezioni di gennaio in Iraq saranno precedute da una escalation militare che partirà dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2 novembre, una sorta di offensiva dautunno che verrebbe lanciata in concomitanza con il Ramadan.
Da parte sua Israele, tenta di ribaltare l'iniziale fase di distensione tra Siria e Usa, affermando che La Siria dirige il terrorismo contro di noi e quindi non è immune dalle nostre operazioni per prevenire il terrorismo, lo ha dichiarato oggi alla radio nazionale il vice ministro israeliano Ze'ev Boim, evitando di rispondere direttamente alla domanda sulla responsabilità dello stato israeliano nell'autobomba che ha ucciso ieri a Damasco un esponente di Hamas. La questione non è chi ha ucciso Izz el Din Sheihk al Khalil, ha detto, ma il coinvogimento di Damasco nel terrorismo. Boim ha descritto la Siria come un incrocio stradale del terrorismo, e il suo presidente Bashar Assad come il dirigente del traffico. Vi è una cosa centrale che va detta -ha affermato- Il principio deve essere chiaro: chiunque colpisca Israele il sangue gli ricadrà sulla testa, e sarà lo stesso se opererà in Israele o all'estero. A quanto si legge sul sito di Ha'aretz, la sicurezza israeliana ritiene che Damasco non permetterà alla milizia sciita libanese dell'Hezbollah di rispondere alla morte di Khalil. Si teme invece che Hamas voglia vendicarsi colpendo Israele oppure obiettivi israeliani all'estero. Di conseguenza le missioni diplomatiche israeliane all'estero hanno alzato il livello di allerta.
Cercando TALPE, le forze americane in Iraq hanno arrestato, con l'accusa di associazione con gli insorti, il generale Talib Abid Ghayib al-Lahibi, ex comandante di un'unita' della fanteria dell'esercito di Saddam schierate a Mosul durante la guerra, da alcuni mesi alto ufficiale della nascente Guardia nazionale irachena. Il militare, basato nella provincia di Dyala, dove si trova Baquba, e' stato arrestato giovedi' della scorsa settimana. Ad orrore si aggiunge orrore in iraq: "Cadaveri, organi per trapianti, teste mozzate che finiranno nelle scuole per giovani dentisti vengono caricate ogni giorno su camion frigoriferi che partono verso il Kuwait e il confine iraniano, per poi disperdersi verso ospedali e centri clinici australiani, giapponesi, svizzeri". Un traffico che, secondo il giornale La Stampa che pubblica l'inchiesta, "muove miliardi di dollari e dispensa tangenti enormi" in una rete "fitta e organizzata". Le prime tracce sono emerse qualche settimana fa da un trasporto bloccato nel villaggio di Al Qaime, al confine con la Siria: dietro un carico di carne bovina erano occultati resti umani. Poi fonti del quotidiano fra i medici e la polizia della capitale hanno confermato l'autenticità del sospetto. Il traffico, iniziato negli anni scorsi, trovava base nella corruzione di alcuni funzionari del regime e nei disastrosi effetti economici dell'embargo. Dopo la guerra, sarebbe "ripreso in forme centuplicate a causa del semplice e terribile fatto che la povertà continua a dilagare, mentre la materia prima si è resa molto più disponibile".
PAKISTAN
Ritenuto uno dei leader di al Qaida, Amjad Farooki, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con truppe paramilitari pachistane nel sud del Paese. La notizia della morte di Farooqi - ricercato tra l'altro anche per l'uccisione del giornalista americano Daniel Pearl - è stata confermata dalle autorità di Islamabad. Sulla testa di Farooqi pendeva una taglia di 330.000 dollari. "Posso confermare che Amjad Farooqi è stato ucciso", ha detto il ministro dell'Informazione pachistano, Sheikh Rashid. L'esponente di al Qaida è caduto in uno scontro a fuoco durato un paio d'ore in una casa di Nawabshah, nella provincia meridionale di Sindh. Almeno altri tre uomini sono stati uccisi nella sparatoria. Il ministro Rashid ha detto che sono stati arrestati anche tre importanti sospetti terroristi. Il ministro degli Interni pachistano, Aftab Ahmed Khan Sherpao, ha confermato l'arresto di tre pachistani sospettati "di essere coinvolti in attività terroristica nel Paese". Il ministro non ha però potuto confermare l'identità dei
PALESTINA
Due palestinesi sono stati uccisi oggi dalle forze di sicurezza israeliane nel nord della Striscia di Gaza mentre si apprestavano a situare dell'esplosivo nei pressi di un varco lungo il confine. Lo riferiscono fonti militari israeliane citate dal quotidiano 'Haaretz', precisando che i militari da questa mattina impediscono l'ingresso all'area a tutti i palestinesi. Secondo lo stesso giornale, un terzo palestinese, un maestro, sarebbe stato ucciso sempre stamani davanti alla propria scolaresca da un proiettile vagante israeliano, nella città di Khan Yunis, a sud di Gaza. Intanto operazioni militari, e intensi scontri a fuoco, sono in corso nella città di Jenin (Cisgiordania) dove numerosi soldati e una settantina di mezzi corazzati sono entrati questa mattina presto. L'esercito israeliano non ha rilasciato alcun commento sull'operazione in corso a Jenin, che secondo fonti palestinesi avrebbe causato almeno tre feriti, mentre la stampa riferisce di una serie di arresti. Secondo indiscrezioni, le forze di sicurezza israeliane a Jenin starebbero dando la caccia a Zakaria Zubeidi, considerato il principale leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa in Cisgiordania.
AFGHANISTAN
KABUL - Alcuni militanti afgani hanno attaccato un veicolo dell'esercito statunitense a colpi d'arma da fuoco a Qalat, capoluogo della provincia di Zabul, nel sud est dell'Afghanistan. Nello scontro tre soldati Usa sono rimasti feriti di cui uno versa in gravi condizioni.
GB
Oltre il 60% dell'elettorato del Regno Unito ha perso la fiducia nel premier britannico Tony Blair, ma comunque lo preferirebbe al leader conservatore Michael Howard. E' quanto emerge da un sondaggio della societa' di ricerche Populus pubblicato oggi dal quotidiano The Times. Secondo lo studio, il 64% dei britannici ritiene che nel complesso Blair non sia un buon primo ministro, ma la stessa percentuale dice di preferire l'attuale inquilino di Downing Street a Howard come possibile leader del Governo.
CECENIA
Una sparatoria tra le forze russe e un gruppo di guerriglieri ha provocato in Cecenia cinque morti tra i separatisti, ha annunciato oggi il portavoce delle forze federali Ilia Shabalkin. Stando al portavoce, uno degli uccisi aveva addosso documenti che lo identificavano come Umach Hasan, cittadino turco. Il portavoce ha precisato che l'attacco al gruppo e' stato realizzato in base a informazioni fornite da un altro mercenario, Kamal Rabat, cittadino britannico di origine algerina. Shabalkin ha anche aggiunto che molte intercettazioni captate dai servizi segreti dei messaggi radio della guerriglia sono in lingua turca.
ABDALLAH DOMANI A ROMA
Re Abdallah di Giordania sara' domani a Roma per una breve visita di lavoro. Proveniente da Parigi, il re giordano arrivera' nella tarda mattinata e, subito dopo, si rechera' a Palazzo Chigi per una colazione di lavoro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nel tardo pomeriggio Abdallah sara' ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Subito dopo ripartira' per Amman. Le forze americane in Iraq hanno arrestato, con l'accusa di associazione con gli insorti, il generale Talib Abid Ghayib al-Lahibi, ex comandante di un'unita' della fanteria dell'esercito di Saddam schierate a Mosul durante la guerra, da alcuni mesi alto ufficiale della nascente Guardia nazionale irachena. Il militare, basato nella provincia di Dyala, dove si trova Baquba, e' stato arrestato giovedi' della scorsa settimana.
ITALIA
SIT-IN DIPENDENTI BRITISH AIRWAYS A FIUMICINO - Protestano all'aeroporto di Fiumicino i dipendenti della British Airways per rivendicare il rinnovo del contratto integrativo aziendale scaduto da 12 anni. Ad animare un sit-in, dalle 10 alle 12, dinanzi all' ingresso del terminal partenze voli internazionali, con bandiere sindacali e cartelli, sono una cinquantina di persone, per lo piu' impiegati presso il call center di Roma. La manifestazione avviene nel quadro dello sciopero nazionale dei dipendenti della compagnia britannica, impiegati in Italia, 185 in totale, indetto per oggi dalle 9 alle 18 dalle segreterie nazionali, regionali e territoriali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl trasporto aereo e chiedono il rinnovo del contratto integrativo scaduto nel 1992: IMMIGRAZIONE Al rientro dalla sua visita ufficiale in Libia il ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Chigi alle 16,00 per illustrare l'esito dei colloqui e accordi avuti con il leader libico Gheddafi sul controllo delle frontiere per bloccare le ondate migratorie. GENOVA RINVIO A GIUDIZIO 28 POLIZIOTTI PER LA DIAZ - Il pm Francesco Cardona Albini ha formalizzato stamani la richiesta di rinvio a giudizio di 28 esponenti delle forze dell'ordine intervenuti nel blitz alla scuola Diaz il 21 luglio 2001 durante il G8. Le accuse di cui dovranno rispondere nel caso il gup Daniela Faraggi accogliesse la richiesta sono falso, calunnia, arresti illegali, lesioni. Sabato nuova udienza preliminare con l'interrogatorio di un altro agente ora in servizio a Rapallo. Sul blitz alla scuola Diaz e' stata stralciata la posizione di un agente, Di Bernardini, in gravi condizioni a seguito di un incidente stradale