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PALESTINA

Il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier ritiene, contrariamente al presidente americano George W. Bush, che "non bisogna attendere il 2009" per la creazione di uno Stato palestinese. In un'intervista al quotidiano Figaro, il titolare del Quai d'Orsay dichiara che la Francia aiuterà l'Autorità Palestinese a ottenere la sua "legittimità democratica", favorendo l'organizzazione delle elezioni presidenziali per la successione di Arafat. Per il responsabile della democrazia francese, "è molto importante che Israele faciliti, con ogni mezzo possibile, l'organizzazione di queste elezioni e la partecipazione di tutti i palestinesi", anche a Gerusalemme Est. Sull'Iraq, Michel Barnier ribadisce il rifiuto della partecipazione della Nato al dopoguerra, sostenendo che l'importante è trovare una via politica alla ricostruzione.

ISRAELE+NATO

PARTECIPAZIONE DI ISRAELE A ESERCITAZIONI -La Nato ha proposto per la prima volta che forze militari israeliane prendano parte ad esercitazioni militari multinazionali e partecipino ad attivita' antiterrorismo quali le operazioni di pattugliamento nella parte orientale del Mediterraneo. La proposta rivolta a Israele di partecipare alle esercitazioni multinazionali, rientra nella volonta' della Nato di rafforzare il dialogo Mediterraneo con Israele e sei paesi musulmani: Egitto, Giordania, Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania.

IRAQ

Scontri sono scoppiati questa mattina a Ramadi, 100 km a ovest di Baghdad, tra soldati americani e insorti, ha detto un giornalista dell'Afp sul posto. I combattimenti, con armi leggere e a colpi di mortaio, sono stati soprattutto nel centro della citta'. RAID AEREO USA SU FALLUJA = Caccia americani hanno colpito alcuni bersagli oggi a Falluja, dove la guerriglia continua a resistere all'avanzata americana: gli aerei hanno colpito postazioni nei sobborghi orientali e meridionali della citta'. Nelle strade della parte sud di Falluja proseguono i combattimenti tra soldati americani e guerriglieri.

SABOTATO OLEODOTTO PRESSO SAMARRA - Ennesimo atto di sabotaggio contro un oleodotto in Iraq, sebbene questa volta l'attentato abbia preso di mira un impianto destinato non tanto all'esportazione di greggio quanto piuttosto al fabbisogno interno. E' stato il sesto depisodio del genere nell'arco di sei mesi. Sul posto si sono rapidamente concentrate truppe americane e forze governative irachene, nell'intento di riportare sotto controllo l'incendio sviluppatosi in seguito allo scoppio.

AUTOBOMBA CONTRO CONVOGLIO USA, 2 FERITI - Un'autobomba e' stata fatta esplodere oggi in Iraq contro un convoglio americano lungo la strada per l'aeroporto internazionale di Baghdad. Stando a quanto riferito da testimoni, la forte deflagrazione - avvenuta alle nove ora locale - ha causato il ferimento di due persone che viaggiavano sull'auto.

ELEZIONI, AL SISTANI LAVORA AL "LISTONE" DEGLI SCIITI - Il Grande ayatollah Ali Al-Sistani ha incaricato i suoi principali assistenti di lavorare a una lista unica di candidati sciiti, per assicurare alla principale comunità irachena la vittoria nelle elezioni generali previste per gennaio. L'iniziativa segnala il grande interesse con cui gli sciiti guardano al voto per l'assemblea da 275 seggi, il cui compito principale sarà quello di scrivere una Costituzione permanente. Sistani avrebbe inizialmente invitato tutti gli iracheni ad aderire alla sua lista, ma nessun esterno alla comunità sciita ha accettato la sua offerta. I negoziati coinvolgono i principali partiti sciiti, come il Consiglio Supremo della Rivoluzione Islamica in Iraq (Sciri), il Dawa e il Congresso Nazionale Iracheno. Nella lista unica, sarà con ogni probabilità coinvolto anche il movimento guidato da Muqtada al Sadr, apparentemente intenzionato a entrare a far parte del processo politico istituzionale. Gli arabi sunniti temono che le consultazioni di gennaio segnino definitivamente la loro sconfitta. Un eventuale boicottaggio dei leader religiosi sunniti potrebbe d'altronde costare al futuro governo la sua legittimità. Gli sciiti, che rappresentano il 60% circa dei 25 milioni di abitanti dell'Iraq, hanno finora mostrato un maggior interesse alle elezioni, che vedono come una storica opportunità di trasformare la loro maggioranza numerica in potere politico. Secondo il regolamento elettorale, non ci saranno vincoli territoriali per il voto di gennaio, e l'intero Paese verrà considerato come un'unica circoscrizione. I partiti politici si affronteranno attraverso liste di candidati. Gli indipendenti che si vogliono presentare devono assicurarsi almeno 500 firme di cittadini iracheni. L'attuale primo ministro ad interim Allawi, leader storico dell'opposizione all'estero, ha e il suo Accordo Nazionale Iracheno, una coalizione formata nel 1991 con l'assistenza della Cia, che riunisce ex membri del Baath, sciiti e sunniti, intende presentare una lista autonoma da Sistani. L'iniziativa del premier Allawi preannuncia la possibilità di una dispersione dei voti sciiti.

LA POLONIA POTREBBE LASCIARE ZONA STABILIZZAZIONE. La Polonia potrebbe trasferire al nuovo governo iracheno la gestione della zona di stabilizzazione Centro sud in Iraq dopo le elezioni previste a gennaio 2005. Lo scrive oggi il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza precisando che questa e' una delle soluzioni prese attualmente in considerazione dalle autorita' polacche. Tutto dipende pero' dalle decisioni dei futuri leader locali ha detto al giornale il viceministro degli Esteri polacco Boguslaw Zalewski secondo il quale la Polonia non puo' chiudere gli occhi alla realta e deve prendere atto delle decisioni prese dagli ungheresi sul prossimo ritiro delle truppe dall'Iraq nonche' l'eventualita' del ritiro di 1650 uomini del contingente ucraino. Anche la Polonia ha manifestato l'intenzione di ridurre nel corso del 2005 e dopo le elezioni irachene il numero dei propri soldati in Iraq, attualmente 2500. Nel caso di passaggio della zona di stabilizzazione alla gestione degli iracheni lo status della divisione multinazionale gestita finora dai polacchi diventerebbe piuttosto quello di forze dell'ordine e non piu' di stabilizzazione , ma su invito del futuro esecutivo locale potrebbe continuare fra l'altro a collaborare nella formazione delle truppe locali.

MOSUL

in corso la controffensiva statunitense: secondo un portavoce Usa, tenente colonnello Michael Kurilla, solo ieri otto guerriglieri sarebbero stati eliminati mentre tentavano di tendere un'imboscata un convoglio; due soldati americani sono rimasti feriti per lo scoppio di veicoli imbottiti di esplosivo. Kurilla ha aggiunto che con l'ausilio delle forze governative irachene sei dei commissariati sono stati riconquistati lungo la sponda occidentale del fiume Tigri, obiettivo del recentissimo assalto frontale, volto a debellare le ultime sacche di resistenza. Sono inoltre in corso operazioni per garantire la sicurezza del palazzo che ospita la sede del governatorato provinciale. Al contrattacco alleato prendono parte circa 1.200 soldati Usa e 1.600 tra effettivi dell'Esercito iracheno e agenti della Guardia Nazionale di Baghdad.

PRESIDENTE CONSIGLIO U.E. BALKENENDE: CI SARANNO INDAGINI SU VIOLENZE SU CIVILI IN IRAQ "Partiamo dal presupposto che le autorità degli Stati membri svolgano delle indagini sulle immagini che abbiamo visto: faremo tutto il possibile per evitare che questo si ripeta". Lo ha detto oggi il presidente del Consiglio europeo, il premier olandese Jan Peter Balkenende. "Non possiamo chiudere gli occhi davanti a quello che accade in Iraq, le norme del diritto internazionale devono essere rispettate", ha detto Balkenende nella sua replica dopo la discussione in plenaria, ripondendo agli eurodeputati Giusto Catania di Rifondazione Comunista e di Pasqualina Napoletano dei Democratici di sinistra. Catania aveva criticato Balkenende per non aver commentato le violenze sui civili in Iraq da parte dell'esercito Usa. Napoletano, vicepresidente del gruppo del Pse all'Europarlamento, nel suo intervento aveva definito quel che sta accadendo in Iraq "una palese violazione della Convenzione di Ginevra", chiedendo un ruolo più attivo dell'Ue alla conferenza del 23 novembre a Sharm-el-Sheik

SARDEGNA

TRE GIOVANI LANCIANO UOVA CONTRO LEADER DI FI MAURO PILI = E' accaduto lunedi' notte ma trapela solo oggi, su rivelazione del 'Giornale di Sardegna', un lancio di uova contro Mauro Pili, leader di Forza Italia in Sardegna. Tre giovani tra i 17 ed i 22 anni, a bordo di una Fiat Uno, hanno incrociato l'ex presidente della Regione in via Lunigiana a Cagliari e hanno indirizzato nei suoi confronti un fitto lancio di uova. L'episodio e' stato immediatamente segnalato al 113 e dopo qualche ora i giovani sono stati individuati nel parcheggio dell'ospedale Brotzu. Accompagnati in questura, sono stati duramente rimproverati e consegnati ai genitori, avvisati dell'accaduto.

gror041117 (last edited 2008-06-26 09:52:03 by anonymous)