GR ORE 19.30

Italia come tutti i martedì apriamo con un aggiornamento sul processo di genova: corrispondenza

Lavoro, Torino Nuova mobilitazione, che segue le già numerose delle scorse settimane, dei lavoratori della Embraco di Torino. Oggi circa 200 lavoratori della Embraco, multinazionale brasiliana per la produzione di compressori per frigoriferi, hanno bloccato l'imbocco della tangenziale sud di Torino. I lavoratori protestano contro la decisione dell'azienda di avviare le procedure di mobilita' per 812 dipendenti dello stabilimento di Riva di Chieri e trasferire le produzioni all'estero, in Slovacchia e Cina. Da settimane i lavoratori sono in stato di assemblea permanente. Lavoro, Palermo Anche a Palermo si sono mobilitati i lavoratori della Energy System di Carini (Palermo), controllata dal gruppo Tecnosistemi. I lavoratori chiedono un incontro al Presidente della regione Siciliana, Salvatore Cuffaro per trovare una soluzione alla crisi della ditta.

Roma 'Due mobilitazioni oggi a Roma' Studenti e studentesse, dopo lo sgombero in forze di ieri del liceo Manara, hanno manifestato e fatto una assemblea pubblica davanti al Ministero della Pubblica Istruzione. Tutto si è concluso tranquillamente nonostante l'atteggiamento molto aggerssivo delle forze dell'ordine. Inoltre il movimento "Scansiamo le scorie" ha manifestato oggi sotto palazzo Chigi, ad un anno dalla grande manifestazione indetta dalla gente di Scanzano. Potete ascoltare le corrispondenze sul sito www.ondarossa.info

Nuove br Diana Blefari Melazzi, imputata nel procedimento sulle Br-Pcc, non e' piu' in isolamento totale. Detenuta nel carcere di Civitavecchia nel quale e' stata trasferita il 31 ottobre scorso, e' stata sistemata in una cella in regime di socialita'. Ha, dunque, raggiunto gli esiti sperati l'istanza che gli avvocati Caterina Calia e Francesco Romeo avevano presentato alla procura di Roma affinche' ponesse fine a quello che i legali avevano definito "un vero e proprio sopruso". Stando ai penalisti, infatti, alla Blefari Melazzi era concessa appena un'ora d'aria al giorno, rigorosamente da sola, con le restanti ore della giornata da trascorrere in una cella, sempre da sola: "Un trattamento disumano e degradante, lesivo della dignita' umana e privo di ogni copertura legale, un regime peggiore del 41bis previsto dall'ordinamento penitenziario", avevano sottolineato gli avvocati Calia e Romeo. L'intervento della procura della capitale ha determinato la fine dell'isolamento.

Iraq

I residenti di un villaggio presso Falluja hanno dichiarato di aver aiutato i sopravvissuti della città sconvolta a seppellire i cadaveri di 73 donne e bambini, bruciati durante gli attacchi missilistici americani. Tutti i corpi sono stati seppelliti in una singola fossa comune. Secondo i residenti, centinaia di corpi giacciono ancora per strada, mangiati da cani affamati. La Commissione Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato che la città si presenta ancora troppo pericolosa perché i volontari possano raccogliere tutti i corpi dei caduti. Ed è stato' costretto a tornare indietro, senza poter consegnare nulla anche il convoglio della Mezzaluna rossa che, per primo in due settimane di battaglia, era riuscito a entrare nella città di Fallujah. Il convoglio ha dovuto fare dietro front senza raggiungere il quartiere della moschea El-Roudha Mohammediah, dove era diretto. Lo ha reso noto a Ginevra il portavoce del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) a Baghdad.

Gas contro i combattenti a Falluja Le truppe USA stanno usando armi chimiche e gas velenosi nell'offensiva su vasta scala contro il bastione della resistenza irachena, Falluja. "Le truppe d'occupazione USA stanno gasando i combattenti della resistenza e li stanno affrontando con armi chimiche internazionalmente vietate", hanno dichiarato fonti della resistenza alla al-Quds Press. Le letali armi hanno portato alla morte di dozzine di civili innocenti, i cui corpi giacciono sui marciapiedi e lungo le strade della martoriata città. "Hanno cominciato ad usare le armi chimiche di fronte alla determinata e fiera resistenza opposta dal popolo di Falluja, che ha contrastato le truppe USA in diversi distretti sventolando le bandiere irachene. Le truppe occupanti hanno lanciato gas nervini sui combattenti, in una scena che spezzava il cuore", ha dichiarato un medico di Falluja, che parlava in condizione di anonimità ad al-Quds Press. "Alcuni residenti di Falluja sono stati trasformati in torce umane dai gas velenosi", hanno dichiarato membri della resistenza che hanno partecipato alla battaglia di Julan. Ad agosto dello scorso anno, gli Stati Uniti ammisero di aver fatto uso in Iraq dell'arma incendiaria internazionalmente proibita del napalm, nonostante i precedenti dinieghi del Pentagono.

'la cronaca' Uomini mascherati hanno ucciso stamani il secondo chierico sunnita in poco meno di 24 ore. Sheikh Ghalib al-Zuhairi e' stato assassinato nella città di Muqdadiya mentre lasciava la moschea Thiyaba dopo la preghiera dell'alba. Anch'egli, come il religioso assassinato ieri a Mosul, era membro dell'Associazione degli Scolari Musulmani, un influente gruppo sunnita che si e' opposto con determinazione all'assalto USA a Falluja e che ha chiesto un boicottaggio delle prossime elezioni nazionali in Iraq. A Ramadi, un gruppo armato ha lanciato un attacco contro una pattuglia della Guardia Nazionale Irachena, uccidendo otto militari e ferendone 18.

Iraq La conferenza internazionale sul futuro dell'Iraq si è conclusa a Sharm el Sheikh con l'adozione di una dichiarazione finale che sulla base della risoluzione 1546 dell'Onu sostiene il processo politico gestito dal governo ad interim e chiede una riconciliazione nazionale. Il documento finale comunque non contiene nemmeno un riferimento al problema centrale: la data del ritiro delle truppe di occupazione straniere dal Paese. I partecipanti alla Conferenza hanno invitato le autorità ad interim irachene a esercitare tutto il loro potere per convincere il maggior numero di iracheni a prendere parte alle prossime elezioni di gennaio. Il ministro degli Esteri ad interim iracheno, il curdo Hoshyar Zebari ha ribadito che il voto avrà luogo comunque alla data prevista del 30 gennaio. La campagna elettorale comincerà il 15 dicembre e dovrebbe concludersi 48 ore prima dell'inizio del voto. Al momento sarebbe stata accettata la partecipazione di 122 dei 195 partiti politici che si sono registrati Parlando all'emittente satellitare irachena "Al Faiha'a" (una televisione vicina agli sciiti in che trasmette da soli quattro mesi) Il Portavoce a Najaf della massima autorità religiosa sciita Ayatollah Al Sistani ha messo in guardia da qualsiasi rinvio delle elezioni in Iraq. Al Sistani, tramite il portavoce, afferma: "vogliamo dire con chiarezza che ogni iniziativa mirante a far slittare le elezioni previste per il 30 gennaio 2005 comporterà gravi conseguenze sull'insieme del precesso politico in Iraq".

Il ministro iracheno della difesa Hazem Shaalan ha accusato la tv satellitare qatariota al Jazira di essere una catena del terrorismo, in un'intervista pubblicata oggi sul quaotidiano arabo Asharq al-Awsat. Nell'intervista, Shaalan sostiene inoltre che l'iracheno Omar Hadid, un terrorista...legato ad al Qaida e' il fratello del direttore dell'ufficio di al Jazira in Iraq, Hamed hadid, al quale faceva arrivare i video che mostravano la decapitazione di cittadini a falluja, citta' sunnita ribelle sotto assalto finale americano dall'8 novembre scorso. Al jazira e' una catena del terrorismo. insiste il ministro, aggiungendo che la redazione di questa emittente in Iraq, chiusa da oltre tre mesi, continua a lavorare clandisetinamente, contravvnendo alla legge. Verra' il giorno in cui ci confronteremo con al Jazira, non solo con le parole, ha minacciato il ministro iracheno. Venerdi' scorso, lo stesso giornale, a capitale saudita, aveva affermato, citando fonti dei servizi iracheni, che gli insorti di Falluja erano stati guidati da Omar Hadidi, definito il principale collaboratore di Abu Musab al Zarqawi, il nemico numero uno degli Stati Uniti in Iraq. Al Jazira aveva smentito questa notizia, indicando, in un comunicato diffuso nella stessa giornata di venerdi' scorso che il direttore della sua redazione a Baghdad...afferma di non avere alcun legame di parentela con il presunto Omar Hadid.

Ucraina I deputati dell'opposizione riuniti nella seduta straordinaria del Parlamento di Kiev, hanno proclamato il loro candidato Viktor Yushenko vincitore delle presidenziali in Ucraina. Ufficialmente, il ballottaggio ha invece premiato il primo ministro Viktor Yanukovich, legato al presidente uscente Leonid Kuchma e appoggiato dal leader russo Vladimir Putin. La crisi nello stato dell'ex Unione Sovietiva è grave. In parlamento Viktor Yushenko si è autoproclamato presidente e ha ammonito che l'Ucraina è "sull'orlo della guerra civile". Questo mentre davanti alla Dara, l'assemblea legislativa, circa 300 mila persone protestavano chiedendo l'annullamento delle elezioni e scandendo slogan contro il Cremlino. Tra i manifestanti erano numerosi quelli venuti apposta dalla Georgia, teatro l'anno scorso della cosiddetta 'Rivoluzione della rosa' che, in circostanze analoghe, vide il rovesciamento del presidente Eduard Shevardnadze, penultimo ministro degli Esteri dell'ex Urss, a favore di Mikhail Saakashvili, pure lui filo-occidentale come Yushenko. E proprio oggi cade il primo anniversario della rivoluzione georgiana. Diversa accoglienza ai risultati ieri dalle diplomazie internazionali: Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato a Yanukovic un messaggio di congratulazioni per la vittoria, mentre gli osservatori internazionali hanno denunciato diverse irregolarità nello scrutinio. Il senatore americano Richard Lugar, presidente del Comitato relazioni esterne del Senato Usa, ha sollevato forti obiezioni, dicendo che a Kiev si è assistito a un "programma concertato e forzoso di frodi e abusi". Anche l'Unione europea ha chiesto un'urgente revisione dei risultati e ha minacciato di richiamare i 25 ambasciatori presenti in Ucraina. Le autorità hanno però avvertito che ogni atto illegale sarà stroncato senza esitazioni. Kuchma, il presidente uscente che ha retto l'Ucraina con pugno di ferro per un decennio, prima ancora della consultazione, aveva avvertito che nel paese non ci sarebbe stata alcuna "rivoluzione", ammonendo anzi che si sarebbe impegnato di persona per far rispettare l'ordine pubblico. Ieri Putin aveva avvalorato la vittoria del candidato filo-russo e oggi ha dichiarato che per il caso-Ucraina "serve una soluzione non violenta". Le agitazioni politiche e le proteste di piazza hanno portato a una crisi di liquidità e a un'instabilità dei prezzi che ha costretto la borsa di Kiev a sospendere le negoziazioni. Dopo Kiev, altrettanti dimostranti sono scesi nella strade di Lviv, citta' dell'Ucraina occidentale controllata dagli oppositori, le cui autorita' si sono rifiutate di riconoscere l'esito del voto. Lo hanno riferito testimoni, secondo cui anche a Lviv la mobilitazione popolare punta allo stesso obiettivo: la proclamazione di Yushchenko come nuovo presidente della Repubblica ex sovietica.

Palestina Marwan Barghuti, il popolarissimo capo di al-Fatah in Cisgiordania, che sta scontando nelle carceri israeliani una condanna a cinque ergastoli, ha deciso di parteciparee alle elezioni presidenziali del prossimo 9 gennaio come candidato del movimento, in nome dei giovani quadri del partito. Lo hanno fatto sapere persone a lui vicine, citate dal quotidiano israeliano 'Maariv': secondo le fonti, Barghuti ha inviato una lettera dal carcere per presentare la sua candidatura, il che sembra una decisione in contrasto con quella presa dal comitato centrale del partito che ieri ha scelto all'unanimita' come suo candidato Abu Mazen (alias Mahmud Abbas). La candidatura del leader dell'Olp (l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina), salutata con favore dalla comunita' internazionale che la vede come una scelta di moderazione, sara' sottoposta giovedi' prossimo al Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah. "E' termninata l'epoca in cui le nomine si facevano con il dito, come ai tempi di Yasser Arafat", ha detto al quotidiano israeliano il deputato Hatem al-Kader, uno di quelli che si oppongono alla designazione di Abu Mazen come candidato di al-Fatah alla presidenza dell'Anp. Negli ambienti politici palestinesi, si ipotizza che ci sara' un braccio di ferro tra i giovani dirigenti e la 'vecchia guardia', i dirigenti che nel 1994 si strabilirono nei territori della Cisgiordania e di Gaza e che hanno diretto il movimento senza consentire la partecipazione ai leader locali. La decisione del Comitato Centrale a favore di Abu Mazen -che ha 69 anni, gode di gran credito nella comunita' internazionale pero' di scarsa popolarita' tra i palestinesi- ha creato "una crisi dentro al-Fatah, che si trova", ha aggiunto il deputato Hatem al-Kader, "in una situazione delicata dopo la morte del presidente Arafat"

Il quartetto dei mediatori diplomatici nel conflitto israele-palestinese si e' riunito nella localita' egiziana di Sharm el-Sheikh, a margine della conferenza internazionale sull'Iraq: l'incontro a carattere informale e' stato il primo dalla morte del presidente palestinese, Yasser Arafat. Il segretario di Stato nordamericano, Colin Powell, il suo collega russo, Sergei Lavrov, il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, e l'alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana si sono riuniti per una riunione centrata sul futuro del conflitto palestinese (presenti anche il commissario agli affari esteri Ue, Benita Ferrero-Waldner e il ministro degli esteri olandese Bernard Bot, il cui Paese e' presidente di turno dell'Ue). I membri del 'quartetto di Madrid' hanno chiesto ad Israele di allentare le restrizioni al movimento dei palestinesi, prima del voto per l'elezione del successore di Yasser Arafat. Annan ne ha parlato con i giornalisti al termine della riunione, svoltasi a margine della conferenza nazionale sull'Iraq. "Se la gente fa campagna elettorale e si sposta per votare, alcune delle restrizioni dovranno essere allentate e speriamo che sara' fatto".

Dopo quattro anni di Intifada, il 48 per cento dei palestinesi vive sotto la soglia di povertà (1,65 euro al giorno), mentre il 16 per cento di essi si trova sotto la soglia di sussistenza (1,16 euro al giorno). E' questo l'esito di un rapporto della Banca Mondiale sulla situazione nei Territori pubblicato oggi. Intitolato "Quattro anni - Intifada, Isolamento e Crisi Economica della Palestina", il rapporto denuncia che un quarto della popolazione palestinese è disoccupato e attribuisce le ragioni della crisi economica "alla politica di chiusura di Israele". Si legge su Haaretz: "Senza maggiori cambiamenti nel regime favorevole all'isolamento e significativi progressi nel programma di riforma palestinese per migliorare le condizioni per gli investitori privati, non ci sono prospettive per una ripresa sostenuta dell'economia palestinese". La crisi, si segnala nel rapporto, potrebbe terminare se Israele dovesse aprire i confini dell'Autorità palestinese al commercio estero, che potrebbe contribuire alla crescita economica fino al 9.2 per cento entro il 2006.

CUBA Il presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao ha siglato con il suo omologo Fidel Castro una serie di accordi di cooperazione, tra cui uno nel settore del nichel, minerale metallifero di cui Cuba possiede le più importanti riserve accertate al mondo (800 milioni di tonnellate). Accolto all’arrivo all’Avana da Raul Castro, ministro della Difesa e fratello minore del presidente, Hu è stato ricevuto in serata nel ‘Palazzo della Rivoluzione’ da un Castro ancora convalescente, al grido di ‘Viva la Cina’. Dopo due ore di colloqui “sulle relazioni bilaterali e gli importanti problemi internazionali di interesse comune”, i due presidenti hanno firmato davanti alle telecamere 16 intese incentrate, tra l'altro, sulla promozione della biotecnologia, del turismo, dei settori delle comunicazioni, dell’istruzione e della sanità. L’accordo più significativo è quello che prevede la costruzione di un impianto per la produzione e l’estrazione di 22.500 tonnellate di nichel a Holguin, 800 chilometri a est dell’Avana; la nuova fabbrica, battezzata ‘Las Cariocas’, consentirà di aumentare la produzione cubana di nichel dalle attuali 75.000 tonnellate annue a circa 100.000 tonnellate.

Torniamo in Italia Manifestazione a Cosenza in vista della ripresa del processo contro il sud ribelle Trenitalia non concede i treni speciali da Roma per Cosenza. Si partirà comunque in treno, appuntamento sabato mattina corrispondenza

GR ORE 13.00

Italia

Lavoro, Torino

Circa 200 lavoratori della Embraco, multinazionale brasiliana per la produzione di compressori per frigoriferi, stanno bloccando da questa mattina l'imbocco della tangenziale sud di Torino. I lavoratori protestano contro la decisione dell'azienda di avviare le procedure di mobilita' per 812 dipendenti dello stabilimento di Riva di Chieri e trasferire le produzioni all'estero, in Slovacchia e Cina.

Lavoro, Palermo

Traffico in tilt nei pressi del Palazzo della regione a Palermo per un sit in dei dipendenti della Energy System di Carini (Palermo), controllata dal gruppo Tecnosistemi. I lavoratori chiedono un incontro al Presidente della regione Siciliana, Salvatore Cuffaro per trovare una soluzione alla crisi della ditta.

Sardegna, basi militari

Il presidente della Regione Sardegna Renato Soru incontrera' domani a Roma l'ambasciatore degli Stati Uniti Mel Sembler. Al centro del colloquio - secondo quanto apprende l'Agenzia Italia - la questione della base militare di La Maddalena. L'incontro e' in programma all'una a Villa Taverna, in via Veneto, sede dell'ambasciata Usa. Da tempo, e in particolare dopo un sopralluogo nell'isola di Santo Stefano circa un mese fa, Soru chiede che gli americani lascino la base.

Nuove br

Diana Blefari Melazzi, imputata nel procedimento sulle Br-Pcc, non e' piu' in isolamento totale. Detenuta nel carcere di Civitavecchia nel quale e' stata trasferita il 31 ottobre scorso, e' stata sistemata in una cella in regime di socialita'. Ha, dunque, raggiunto gli esiti sperati l'istanza che gli avvocati Caterina Calia e Francesco Romeo avevano presentato alla procura di Roma affinche' ponesse fine a quello che i legali avevano definito "un vero e proprio sopruso". Stando ai penalisti, infatti, alla Blefari Melazzi era concessa appena un'ora d'aria al giorno, rigorosamente da sola, con le restanti ore della giornata da trascorrere in una cella, sempre da sola: "Un trattamento disumano e degradante, lesivo della dignita' umana e privo di ogni copertura legale, un regime peggiore del 41bis previsto dall'ordinamento penitenziario", avevano sottolineato gli avvocati Calia e Romeo. L'intervento della procura della capitale ha determinato la fine dell'isolamento.

Iraq

Il governo ad interim iracheno ha deciso di lasciare vacanti alcuni seggi della prossima assemblea nazionale per permettere ai distretti che potrebbero non partecipare alle elezioni di gennaio di avere l'opportunità di contribuire all'amministrazioen del Paese in un secondo momento. Il piano d'emergenza è parte del progetto messo a punto dal governo alla luce del continuo aumento di violenza che sta interessando il Paese, soprattutto per quel che riguarda le aree a prevalenza sunnita. Lasciare vacanti alcuni seggi all'assemblea, che andrebbero in prevalenza ai sunniti, sarebbe inoltre un modo per bilanciare in sede parlamentare la presenza sciita, predominante nel Paese. Il ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari ha spiegato che il progetto è indice della volontà del governo di rassicurare la comunità internazionale e i Paesi confinanti sul fatto che gli iracheni che potrebbero boicottare le elezioni non saranno ignorati. Nell'annunciare la data delle elezioni (il prossimo 30 gennaio) il portavoce della Commissione Elettorale Indipendente dell'Iraq, Farid Ayar, aveva detto domenica che l'esclusione di una qualsiasi delle province irachene dal voto "non è legale" perché "la legge considera l'Iraq un unico collegio". La campagna elettorale comincerà il 15 dicembre e dovrebbe concludersi 48 ore prima dell'inizio del voto. Al momento sarebbe stata accettata la partecipazione di 122 dei 195 partiti politici che si sono registrati

Parlando all'emittente satellitare irachena "Al Faiha'a" (una televisione vicina agli sciiti in che trasmette da soli quattro mesi) Il Portavoce a Najaf della massima autorità religiosa sciita Ayatollah Al Sistani ha messo in guardia da qualsiasi rinvio delle elezioni in Iraq. Al Sistani, tramite il portavoce, afferma: "vogliamo dire con chiarezza che ogni iniziativa mirante a far slittare le elezioni previste per il 30 gennaio 2005 comporterà gravi conseguenze sull'insieme del precesso politico in Iraq".

Iraq

Il ministro iracheno della difesa Hazem Shaalan ha accusato la tv satellitare qatariota al Jazira di essere una catena del terrorismo, in un'intervista pubblicata oggi sul quaotidiano arabo Asharq al-Awsat. Nell'intervista, Shaalan sostiene inoltre che l'iracheno Omar Hadid, un terrorista...legato ad al Qaida e' il fratello del direttore dell'ufficio di al Jazira in Iraq, Hamed hadid, al quale faceva arrivare i video che mostravano la decapitazione di cittadini a falluja, citta' sunnita ribelle sotto assalto finale americano dall'8 novembre scorso. Al jazira e' una catena del terrorismo. Questo e' chiaro e noi lo dicamo apertamente e senza alcuna esitazione: al Jazira e' una catena del terrorismo, insiste il ministro, aggiungendo che la redazione di questa emittente in Iraq, chiusa da oltre tre mesi, continua a lavorare clandisetinamente, contravvnendo alla legge. Che Dio maledica tutti coloro che hanno terrorizzato i cittadini e i bambini d'Iraq, che si tratti di giornalisti o di altri. Verra' il giorno in cui ci confronteremo con al Jazira, non solo con le parole, ha minacciato il ministro iracheno. Venerdi' scorso, lo stesso giornale, a capitale saudita, aveva affermato, citando fonti dei servizi iracheni, che gli insorti di Falluja erano stati guidati da Omar Hadidi, principale collaboratore di Abu Musab al Zarqawi, il nemico numero uno degli Stati Uniti in Iraq. Al Jazira aveva smentito questa notizia, indicando, in un comunicato diffuso nella stessa giornata di venerdi' scorso che il direttore della sua redazione a Baghdad...afferma di non avere alcun legame di parentela con il presunto Omar Hadid.

Iraq

Ucraina

Circa 3000 manifestanti presidiano ancora questa mattina la piazza dell'Indipendenza di Kiev, la capitale ucraina, ove oltre 200 tende sono state issate dai sostenitori del candidato dell'opposizione alle presidenziali di domenica, Viktor Yushenko. Yushenko contesta i risultati fraudolenti del voto vinto dal primo ministro filo-russo Viktor Yanukovic e ieri ha portato in piazza centomila manifestanti. Per oggi si prevede che i contestatori dei risultati ufficiali siano ancora piu' numerosi perche' l'opposizione sta facendo affluire autobus, camion e pullman dalle varie provincie alla capitale. Ieri, dopo la grande manifestazione che ha raccolto migliaia di persone nella piazza principale della capitale ucraina, Piazza dell'Indipendenza, i dimostranti hanno bloccato le principale arterie del traffico di Kiev con delle barricate. In alcuni momenti si è temuto fortemente che la protesta potesse degenerare in volenza, data anche la presenza di migliaia di poliziotti in assetto antiguerriglia. In serata, numerose tende sono state montate per proteggere dal freddo i manifestanti che intendevano rimanere ad occupare la piazza. Oggi inoltre il parlamento ucraino terra' una seduta straordinaria per esaminare la situazione; ieri l'assemblea municipale di Kiev aveva lanciato un appello ai deputati a non riconoscere i risultati elettorali. Durante la sessione di emergenza del parlamento nazionale, i sostenitori di Yushchenko intendono votare una mozione di sfiducia nei confronti della commissione elettorale e annullare i risultati ufficiali. Se il parlamento non interverrà per risolvere la crisi, non ci sara' altra scelta che bloccare strade, aeroporti e occupare i municipi, secondo Yuliya Tymoshenko, alleata di Yushchenko.

Diversa accoglienza ai risultati dalle diplomazie internazionali: Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato a Yanukovych un messaggio di congratulazioni per la vittoria, mentre gli osservatori internazionali hanno denunciato diverse irregolarità nello scrutinio. Il senatore americano Richard Lugar, presidente del Comitato relazioni esterne del Senato Usa, ha sollevato forti obiezioni, dicendo che a Kiev si è assistito a un "programma concertato e forzoso di frodi e abusi". Anche l'Unione europea ha chiesto un'urgente revisione dei risultati e ha minacciato di richiamare i 25 ambasciatori presenti in Ucraina.

Dopo Kiev, ove per il secondo giorno consecutivo circa centomila sostenitori del leader dell'opposizione Viktor Yushchenko si sono radunati nella centralissima Piazza dell'Indipendenza per protestare contro la vittoria nel ballottaggio delle presidenziali di domenica assegnata ufficialmente al premier in carica Viktor Yanukovich, altrettanti dimostranti sono scesi nella strade di Lviv, citta' dell'Ucraina occidentale controllata dagli oppositori, le cui autorita' si sono rifiutate di riconoscere l'esito del voto. Lo hanno riferito testimoni oculari, secondo cui anche a Lviv la mobilitazione popolare punta allo stesso obiettivo: la proclamazione di Yushchenko come nuovo presidente della Repubblica ex sovietica.

Palestina

Il quartetto dei mediatori diplomatici nel conflitto israele-palestinese si e' riunito nella localita' egiziana di Sharm el-Sheikh, a margine della conferenza internazionale sull'Iraq: l'incontro a carattere informale e' stato il primo dalla morte del presidente palestinese, Yasser Arafat. Il segretario di Stato nordamericano, Colin Powell, il suo collega russo, Sergei Lavrov, il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, e l'alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana si sono riuniti per una colazione di lavoro centrata sul futuro del conflitto palestinese (presenti anche il commissario agli affari esteri Ue, Benita Ferrero-Waldner e il ministro degli esteri olandese Bernard Bot, il cui Paese e' presidente di turno dell'Ue). Sul tappeto temi delicati come le prossime elezioni in Palestina, la sicurezza nei territori, il finanziamento dell'Autorita' Nazionale palestinese e ovviamente il quadro delineatosi dopo la morte dello storico leader palestinese. L'ultimo incontro al massimo livello era avvenuto lo scorso settembre, a margine dell'ultima Assemblea dell'Onu, a cui erano seguiti contatti regolari a livello di inviati speciali, l'ultimo domenica scorsa in Israele.

I membri del 'quartetto di Madrid' hanno chiesto ad Israele di allentare le restrizioni al movimento dei palestinesi, prima del voto per l'elezione del successore di Yasser Arafat. Annan ne ha parlato con i giornalisti al termine della riunione, svoltasi a margine della conferenza nazionale sull'Iraq. "Se la gente fa campagna elettorale e si sposta per votare, alcune delle restrizioni dovranno essere allentate e speriamo che sara' fatto". "Siamo convinti", gli ha fatto eco il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, "che qualunque gesto Israele faccia per contribuire al ristabilimento della fiducia, in questa fase possa essere utile". Il quartetto di Madrid -di cui fanno parte Usa, Russia, Ue e Nazioni Unite- considera le elezioni come un passo cruciale per la ripresa del colloqui di pace, bloccati da quatto anni di violenze. Dalla riunione -a cui ha preso parte anche il segretario di Stato Usa, Colin Powell- e' emerso anche l'impegno ad aiutare finanziariamente l'Autorita' Nazionale Palestinese per lo scolgimento delle elezioni. "Dovremo essere sicuri di assicurare il necessario sostegno finanziario e non solo da parte del 'quartetto' ma anche da parte di altre nazioni", ha detto Annan.

Palestina

Marwan Barghuti, il popolarissimo capo di al-Fatah in Cisgiordania, che sta scontando nelle carceri israeliani una condanna a cinque ergastoli, ha deciso di parteciparee alle elezioni presidenziali del prossimo 9 gennaio come candidato del movimento, in nome dei giovani quadri del partito. Lo hanno fatto sapere persone a lui vicine, citate dal quotidiano israeliano 'Maariv': secondo le fonti, Barghuti ha inviato una lettera dal carcere per presentare la sua candidatura, il che sembra una decisione in contrasto con quella presa dal comitato centrale del partito che ieri ha scelto all'unanimita' come suo candidato Abu Mazen (alias Mahmud Abbas). La candidatura del leader dell'Olp (l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina), salutata con favore dalla comunita' internazionale che la vede come una scelta di moderazione, sara' sottoposta giovedi' prossimo al Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah. "E' termninata l'epoca in cui le nomine si facevano con il dito, come ai tempi di Yasser Arafat", ha detto al quotidiano israeliano il deputato Hatem al-Kader, uno di quelli che si oppongono alla designazione di Abu Mazen come candidato di al-Fatah alla presidenza dell'Anp. Negli ambienti politici palestinesi, si ipotizza che ci sara' un braccio di ferro tra i giovani dirigenti e la 'vecchia guardia', i dirigenti che nel 1994 si strabilirono nei territori della Cisgiordania e di Gaza e che hanno diretto il movimento senza consentire la partecipazione ai leader locali. La decisione del Comitato Centrale a favore di Abu Mazen -che ha 69 anni, gode di gran credito nella comunita' internazionale pero' di scarsa popolarita' tra i palestinesi- ha creato "una crisi dentro al-Fatah, che si trova", ha aggiunto il deputato Hatem al-Kader, "in una situazione delicata dopo la morte del presidente Arafat"

Palestina

Dopo quattro anni di Intifada, il 48 per cento dei palestinesi vive sotto la soglia di povertà (1,65 euro al giorno), mentre il 16 per cento di essi si trova sotto la soglia di sussistenza (1,16 euro al giorno). E' questo l'esito di un rapporto della Banca Mondiale sulla situazione nei Territori pubblicato oggi. Intitolato "Quattro anni - Intifada, Isolamento e Crisi Economica della Palestina", il rapporto denuncia che un quarto della popolazione palestinese è disoccupato e attribuisce le ragioni della crisi economica "alla politica di chiusura di Israele". Si legge su Haaretz: "Senza maggiori cambiamenti nel regime favorevole all'isolamento e significativi progressi nel programma di riforma palestinese per migliorare le condizioni per gli investitori privati, non ci sono prospettive per una ripresa sostenuta dell'economia palestinese". La crisi, si segnala nel rapporto, potrebbe terminare se Israele dovesse aprire i confini dell'Autorità palestinese al commercio estero, che potrebbe contribuire alla crescita economica fino al 9.2 per cento entro il 2006, riducendo la disoccupazione del 23 per cento e abbassando anche la percentuale di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà dall'attuale 56 per cento al 46 per cento. Se infine i Paesi donatori aumentassero i loro fondi per l'Autorità palestinese fino a 1.5 miliardi, la percentuale potrebbe abbassarsi fino al 37 per cento.

Afghanistan

L'Onu ha confermato la liberazione dei tre dipendenti tenuti in ostaggio in Afghanistan. I tre sono stati portati in un ospedale da campo della Nato per essere visitati dai medici. La notizia del rilascio è arrivata poche ore dopo che le forze americane ed afgane avevano compiuto un raid in due case nel centro di Kabul. Nel corso dell'operazione sono state arrestate dieci persone in connessione con i rapimenti. La maggior parte delle persone arrestate sono state rilasciate dopo essere state interrogate, ha detto un dirigente dei servizi segreti afgani. Non è chiaro al momento se l'arresto di un medico che lavorava in una clinica dell'Onu in città abbia contribuito ad accelerare la liberazione degli ostaggi. Le autorità afgane ritengono che a compiere il rapimento sia stata una banda criminale, che per la liberazione dei tre dipendenti Onu pretendeva un riscatto. Rimane non chiaro se i rapitori avessero agito per conto di un gruppo legato ai talebani.

Costa d'avorio

Sette gioornali d'opposizione ivoriani, chiusi durante la recente ondata di violenza nel Paese, hanno pubblicato ieri una edizione speciale congiunta per protestare contro quello che hanno qualificato di alba del fascismo in Costa d'Avorio. "Noi rifiutiamo di morire" dice la prima pagina di questa edizione speciale di dodici pagine, distribuita gratuitamente nella capitale economica del Paese, Abidjan. Il regime di Gbagbo impone un blackout alla stampa in Costa d'Avorio dicono i giornali. Nessuno dei sette giornali ha l'autorizzazione ad essere pubblicato dopo che il presidente ivoriano Laurent Gbagbo ha dato il via il 4 novembre a una nuova offensiva contro la ribellione che controlla il nord del Paese. Edipresse, l'unica azienda di distribuzione della stampa in Costa d'Avorio, ha rifiutato di distribuire l'edizione speciale, temendo per la sicurezza dei suoi dipendenti.

Cile

Circa 690 persone sono state arrestate e 20 poliziotti sono rimasti feriti durante gli scontri attorno al vertice Apec (Asia Pacific Economic Cooperation), che unisce i leader dei paesi che affacciano sul Pacifico, svoltosi sino a domenica sera a Santiago del Cile. Lo scrive oggi la Bbc online. Le autorità cilene intendono incriminare alcuni dei leader della protesta e chiedere loro i danni. Una delle manifestazioni anti-Apec è terminata in violenza. Nonostante i 690 arresti, il governo cileno si è detto soddisfatto per la sicurezza e ha definito la manifestazione pacifica.

GR ORE 9.30

GOVERNO PREPARA PIANO EMERGENZA PER ELEZIONI PARZIALI

Il governo ad interim iracheno ha deciso di lasciare vacanti alcuni seggi della prossima assemblea nazionale per permettere ai distretti che potrebbero non partecipare alle elezioni di gennaio di avere l'opportunità di contribuire all'amministrazioen del Paese in un secondo momento. Il piano d'emergenza è parte del progetto messo a punto dal governo alla luce del continuo aumento di violenza che sta interessando il Paese, soprattutto per quel che riguarda le aree a prevalenza sunnita. Lasciare vacanti alcuni seggi all'assemblea, che andrebbero in prevalenza ai sunniti, sarebbe inoltre un modo per bilanciare in sede parlamentare la presenza sciita, predominante nel Paese. Il ministro degli Esteri iracheno Hoshyar Zebari ha spiegato che il progetto è indice della volontà del governo di rassicurare la comunità internazionale e i Paesi confinanti sul fatto che gli iracheni che potrebbero boicottare le elezioni non saranno ignorati. Nell'annunciare la data delle elezioni (il prossimo 30 gennaio) il portavoce della Commissione Elettorale Indipendente dell'Iraq, Farid Ayar, aveva detto domenica che l'esclusione di una qualsiasi delle province irachene dal voto "non è legale" perché "la legge considera l'Iraq un unico collegio". La campagna elettorale comincerà il 15 dicembre e dovrebbe concludersi 48 ore prima dell'inizio del voto. Al momento sarebbe stata accettata la partecipazione di 122 dei 195 partiti politici che si sono registrat

UCRAINA: ELEZIONI, ANCORA 3000 OPPOSITORI IN PIAZZA

Circa 3000 manifestanti presidiano ancora questa mattina la piazza dell'Indipendenza di Kiev, la capitale ucraina, ove oltre 200 tende sono state issate dai sostenitori del candidato dell'opposizione alle presidenziali di domenica, Viktor Yushenko. Yushenko contesta i risultati fraudolenti del voto vinto dal primo ministro filo-russo Viktor Yanukovic e ieri ha portato in piazza centomila manifestanti. Per oggi si prevede che i contestatori dei risultati ufficiali siano ancora piu' numerosi perche' l'opposizione sta facendo affluire autobus, camion e pullman dalle varie provincie alla capitale. Ieri, dopo la grande manifestazione che ha raccolto migliaia di persone nella piazza principale della capitale ucraina, Piazza dell'Indipendenza, i dimostranti hanno bloccato le principale arterie del traffico di Kiev con delle barricate. In alcuni momenti si è temuto fortemente che la protesta potesse degenerare in volenza, data anche la presenza di migliaia di poliziotti in assetto antiguerriglia. In serata, numerose tende sono state montate per proteggere dal freddo i manifestanti che intendevano rimanere ad occupare la piazza. Oggi inoltre il parlamento ucraino terra' una seduta straordinaria per esaminare la situazione; ieri l'assemblea municipale di Kiev aveva lanciato un appello ai deputati a non riconoscere i risultati elettorali. Durante la sessione di emergenza del parlamento nazionale, i sostenitori di Yushchenko intendono votare una mozione di sfiducia nei confronti della commissione elettorale e annullare i risultati ufficiali. Se il parlamento non interverrà per risolvere la crisi, non ci sara' altra scelta che bloccare strade, aeroporti e occupare i municipi, secondo Yuliya Tymoshenko, alleata di Yushchenko.

Diversa accoglienza ai risultati dalle diplomazie internazionali: Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato a Yanukovych un messaggio di congratulazioni per la vittoria, mentre gli osservatori internazionali hanno denunciato diverse irregolarità nello scrutinio. Il senatore americano Richard Lugar, presidente del Comitato relazioni esterne del Senato Usa, ha sollevato forti obiezioni, dicendo che a Kiev si è assistito a un "programma concertato e forzoso di frodi e abusi". Anche l'Unione europea ha chiesto un'urgente revisione dei risultati e ha minacciato di richiamare i 25 ambasciatori presenti in Ucraina.

Si riuniscono i negoziatori in palestina

Il quartetto dei mediatori diplomatici nel conflitto israele-palestinese si e' riunito nella localita' egiziana di Sharm el-Sheikh, a margine della conferenza internazionale sull'Iraq: l'incontro a carattere informale e' stato il primo dalla morte del presidente palestinese, Yasser Arafat. Il segretario di Stato nordamericano, Colin Powell, il suo collega russo, Sergei Lavrov, il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, e l'alto rappresentante della politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana si sono riuniti per una colazione di lavoro centrata sul futuro del conflitto palestinese (presenti anche il commissario agli affari esteri Ue, Benita Ferrero-Waldner e il ministro degli esteri olandese Bernard Bot, il cui Paese e' presidente di turno dell'Ue). Sul tappeto temi delicati come le prossime elezioni in Palestina, la sicurezza nei territori, il finanziamento dell'Autorita' Nazionale palestinese e ovviamente il quadro delineatosi dopo la morte dello storico leader palestinese. Il 'quartetto di Madrid' -composto da Ue, Onu, Russia e Usa- fu creato nel luglio del 2002, dopo il primo appello del presidente statunitense George W. Bush, per la creazione di uno Stato palestinese indipendente che coesista a fianco di Israele. Da allora si e' sempre riunito con regolarita' sulla base del piano di pace noto come roadmap, ma i suoi sforzi sono stati spesso annullati dagli eventi sul terreno. L'ultimo incontro al massimo livello era avvenuto lo scorso settembre, a margine dell'ultima Assemblea dell'Onu, a cui erano seguiti contatti regolari a livello di inviati speciali, l'ultimo domenica scorsa in Israele. E secondo il quotidiano egiziano An Ahram, domenica al Cairo si si svolgera' un colloquio tra il presidente egiziano Hosni Mubarak e il candidato alla presidenza dell'Autorita' palestinese Abu Mazen e con il primo ministro palestinese Abu Ala.

IRAQ: UCCISO ESPONENTE CONSIGLIO ULEMA SUNNITA

Un altro importante esponente degli ulema sunniti e' caduto sotto i colpi della guerriglia stamane a Miqdadiya (100km a nord-est di Baghdad, non lontano da Baquba, importante citta' sunnita). Sheikh Ghalebal-Zuheir era un componente del Consiglio degli Ulema, massima autorita' della comunita' sunnita nel Paese. Non e' chiaro se l'assassinio abbia un qualche rapporto con l'uccisione avvenuta ieri di un altro autorevole esponente sunnita, lo sceicco Faidh Mohammed Amin al-Faidh, assassinato ieri a Mosul, e che era fratello del portavoce a Baghdad del Consiglio stesso, Mohammed Bashar al-Faidhi.

AFGHANISTAN/ L'ONU CONFERMA LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI

L'Onu ha confermato la liberazione dei tre dipendenti tenuti in ostaggio in Afghanistan. I tre sono stati portati in un ospedale da campo della Nato per essere visitati dai medici. La notizia del rilascio è arrivata poche ore dopo che le forze americane ed afgane avevano compiuto un raid in due case nel centro di Kabul. Nel corso dell'operazione sono state arrestate dieci persone in connessione con i rapimenti. La maggior parte delle persone arrestate sono state rilasciate dopo essere state interrogate, ha detto un dirigente dei servizi segreti afgani. Non è chiaro al momento se l'arresto di un medico che lavorava in una clinica dell'Onu in città abbia contribuito ad accelerare la liberazione degli ostaggi. Le autorità afgane ritengono che a compiere il rapimento sia stata una banda criminale, che per la liberazione dei tre dipendenti Onu pretendeva un riscatto. Rimane non chiaro se i rapitori avessero agito per conto di un gruppo legato ai talebani.

COSTA D'AVORIO/ PROTESTA DELLA STAMPA D'OPPOSIZIONE

Sette gioornali d'opposizione ivoriani, chiusi durante la recente ondata di violenza nel Paese, hanno pubblicato ieri una edizione speciale congiunta per protestare contro quello che hanno qualificato di alba del fascismo in Costa d'Avorio. "Noi rifiutiamo di morire" dice la prima pagina di questa edizione speciale di dodici pagine, distribuita gratuitamente nella capitale economica del Paese, Abidjan. Il regime di Gbagbo impone un blackout alla stampa in Costa d'Avorio dicono i giornali. Nessuno dei sette giornali ha l'autorizzazione ad essere pubblicato dopo che il presidente ivoriano Laurent Gbagbo ha dato il via il 4 novembre a una nuova offensiva contro la ribellione che controlla il nord del Paese. Edipresse, l'unica azienda di distribuzione della stampa in Costa d'Avorio, ha rifiutato di distribuire l'edizione speciale, temendo per la sicurezza dei suoi dipendenti.

gror041123 (last edited 2008-06-26 09:52:33 by anonymous)