GR ore 19.30

ZCZC0399/SXB YGE16402 U CRO S0B S41 QBXW G8: DIAZ; DISCUSSIONE CONCLUSA, DECISIONE GUP IL 13 DICEMBRE (ANSA) - GENOVA, 26 NOV - Sara' presa il 13 dicembre dal gup Danuiela Faraggi la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio di 28 dirigenti, funzionari e capisquadra della Polizia, imputati per l' irruzione nella scuola Diaz durante il G8. Oggi pomeriggio si e' conclusa infatti la discussione, protrattasi dal 26 giugno, dell'udienza preliminare. Il dibattimento si e' articolato nella lunga requisitoria dei pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini e nelle arringhe dei difensori. Il gup ha respinto inoltre oggi le varie istanze di integrazione formulate dalla difesa, ritenendo che il quadro probatorio fosse ormai esauriente, mentre si e' riservata di decidere su due eccezioni di nullita'.

Inziativa contro la precarietà il carovita a roma Corr

ZCZC0351/SXA WTL50225 U POL S0A S41 QBKS IMMIGRAZIONE: A LAMPEDUSA CASERMA DIVENTA CENTRO ACCOGLIENZA OGGI VISITA DEL MINISTRO MARTINO (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 26 NOV - Entro l'anno saranno completati i lavori di ristrutturazione grazie ai quali la caserma Adorno di Lampedusa, che oggi ospita una cinquantina di militari dell'Esercito, diventera' un centro di prima accoglienza in grado di ospitare 200 immigrati. I soldati si trasferiranno contestualmente nell'attuale centro di accoglienza, a ridosso dell'aeroporto civile. Oggi il ministro della Difesa, Antonio Martino, ha fatto un sopralluogo sull'isola proprio per visitare la caserma e parlare con gli amministratori locali. Questa visita a Lampedusa - ha spiegato Martino parlando con i giornalisti - e' avvenuta anche su richiesta del presidente del Consiglio, dsa me accolta in maniera entusiastica, che ha voluto venire incontro alle esigenze manifestate dal sindaco di Lampedusa di potere reperire un centro di accoglienza piu' idoneo per gli immigrati clandestini, utilizzando un immobile della difesa. Ho visitato la caserma Adorno e credo che possa costituire una soluzione molto adeguata: sia per la citta', perche' non ci sara' piu' lo spettacolo fornito da un centro di accoglienza a ridosso dell'aeroporto, sia per gli immigrati clandestini che dovrebbero trovare cosi' una sistemazione piu' comoda, meno spartana. Il ministro Martino ha detto che i lavori saranno ultimati entro quest'anno. Siamo quindi in dirittura d'arrivo. La soluzione che e' stata individuata - ha detto - consentira' di ospitare gli immigrati in una posizione decentrata, meglio controllabile anche dall'alto e lontana dal piazzale dell'aeroporto civile salvaguardando cosi' l'immagine turistica dell'isola di sistemare l'attuale personale dell'esercito, che e' oggi ubicato in quella caserma, vicino all'aeroporto civile, perche' questi soldati sono a Lampedusa nell'ambito dell'operazione Domino proprio per assicurare la protezione dell'aeroporto

PETIZIONE 15 PARTITI IRACHENI PER RINVIO ELEZIONI (2) (ANSA-REUTERS) - BAGHDAD, 26 NOV - Il documento e' stato firmato dal partito guidato dal membro di governo provvisorio Adnan Pachachi, dall'Unione patriottica del Kurdistan (Upk) di Jalal Talabani, dal Partito democratico del Kurdistan (Pdk) di Massoud Barzani e altri partiti. I firmatari chiedono un rinvio della consultazione di sei mesi. Alla riunione, svoltasi nella casa di Pachachi a Baghdad, era presente anche un esponente del partito del premier Iyad Allawi, ma non ha sottoscritto la petizione. Vi partecipavano anche tre ministri almeno del governo a interim. Influenti personaggi sunniti, tra cui diversi religiosi di spicco, avevano gia' nelle ultime settimane fatto pressioni sul governo per un rinvio delle elezioni, sostenendo che la violenza nelle aree sunnite rende impossibile il voto. Pachachi, un sunnita di 81 anni, ex presidente del consiglio di governo ed ex candidato alla presidenza (cui e' stato poi nominato il sunnita Ghazi Yawar), aveva all'inizio di quest'anno rassicurato i curdi affermando che la nuova Costituzione avrebbe previsto una forma federalista dell'Iraq. Di recente aveva criticato l'offensiva americana contro Falluja, roccaforte del 'triangolo della morte' sunnita. Il suo partito si chiama Raggruppamento dei democratici indipendenti. (ANSA-REUTERS). ZCZC VEL0050 3 EST /R01 /ITA Iraq: entro il 31 dicembre l'Ungheria ritirera' le truppe Francoforte, 26 NOV (Velino/Servizi-italiani.net) - Al termine di un intenso dibattito parlamentare, non esente da veri e propri scontri fra i vari partiti presenti, il governo di Budapest ha annunciato ieri la prossima smobilitazione delle truppe ungheresi di stanza in Iraq. Il ritiro del contingente, scrive Frankfurter Allgemeine Zeitung, comincera' dunque il 17 di dicembre per terminare, al piu' tardi, il 31 dello stesso mese. In una nota emessa dal ministero della Difesa ungherese si sottolinea comunque la disponibilita' di 250 militari, destinati a far parte dei cosiddetti "battle-groups" europei, da realizzare insieme a Italia e Slovenia. L'invio di questi militari pero', non e' previsto prima del 2007. Resta alto il livello di preoccupazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) per la sorte dei quasi 4.200 rifugiati iraniani di etnia curda del campo di Al Tash, presso Ramadi, a circa 50 chilometri da Fallujah, in Iraq occidentale. L'Unhcr - che al momento non dispone di operatori sul terreno - è stato informato dall'agenzia partner operativa ad Al Tash che l'accesso al campo è attualmente interdetto a causa delle gravissime condizioni di sicurezza in quest'area. La scorsa settimana, circa 1.400 rifugiati sono fuggiti dal campo a seguito di scontri verificatisi intorno a Ramadi, compreso un attacco sferrato da parte di un gruppo di uomini armati contro il posto di polizia all'interno al campo. La stazione di polizia è al momento vuota e nel campo non c'è nessuno che possa garantire sicurezza ai 2.800 rifugiati rimasti ad Al Tash. Inoltre, questi rifugiati non hanno ricevuto la loro razione mensile di cibo, poiché, sempre a causa degli scontri, il sistema pubblico di distribuzione degli aiuti alimentari di cui beneficiano sia la popolazione locale irachena che i rifugiati presenti nella zona, ha cessato di funzionare. La situazione è estremamente grave e l'Unhcr sta collaborando con il partner operativo sul territorio nel tentativo di accedere al campo per un intervento di urgenza. Dei 1.400 rifugiati curdi iraniani fuggiti dal campo di Al Tash la scorsa settimana, 13 famiglie hanno raggiunto Sulaymaniah nel nord dell'Iraq, dove un funzionario locale dell'Unhcr li sta intervistando per valutare le loro necessità e per raccogliere informazioni su ciò che è accaduto ad Al Tash. Resta fino ad ora sconosciuta la sorte degli altri rifugiati che hanno lasciato il campo. In un'altra vicenda, dopo aver trascorso oltre un anno e mezzo nella 'terra di nessuno' al confine tra Iraq e Giordania, 202 rifugiati curdi iraniani hanno lasciato Amman mercoledì scorso diretti in Svezia, dove per loro avrà inizio una nuova vita. Questi rifugiati fanno parte di un gruppo di 384 curdi iraniani che il governo svedese ha deciso di accogliere nell'ambito di un programma di reinsediamento. La parte restante del gruppo lascerà la Giordania all'inizio del mese prossimo. Le persone bloccate nella terra di nessuno sono ancora quasi 650, e l'Unchr prosegue nella propria azione di promozione per il reinsediamento di queste persone.

CORPI SCOPERTI OGGI A MOSUL Sono 41 i cadaveri ritrovati nell'ultima settimana Baghdad, 26 nov. (Ap) - Sale a 19 il numero dei corpi ritrovati Oggi dalle forze statunitensi nella città irachena di Mosul: sono ora 41 il numero dei cadaveri recuperati nalla zona nel corso dell'ultima settimana; almeno 11 vittime erano effettivi delle forze di sicurezza irachene. Lo hanno reso noto fonti militari statunitensi. Nove corpi sono stati ritrovati in uno dei quartieri occidentali della città alle 8.45 ora locale (le 7.45 ora italiana) da una pattuglia americana; altri quattro cadaveri sono stati scoperti nelle ore successive: almeno una delle vittime farebbe parte della Guardia Nazionale irachena.

GERUSALEMME, 26 NOV - Marwan Barghuti, il popolare capo di Fatah in Cisgiordania detenuto in un carcere israeliano, rendera' pubblica in serata la sua decisione su un'eventuale candidatura alle elezioni presidenziali del 9 gennaio. Lo hanno riferito all'Ansa suoi collaboratori. Una lettera al popolo palestinese di Barghuti, che e' in isolamento in un carcere di Beer Sheva, nel sud di Israele, verra' letta ad una conferenza stampa convocata dai suoi sostenitori a Ramallah, in Cisgiordania. Un suo collaboratore, il ministro Kadura Fares, ha incontrato oggi in prigione Barghuti, apparentemente nel tentativo di convincerlo a non presentarsi alle elezioni per non dividere il movimento di Fatah che ha scelto come suo candidato unico Abu Mazen.

UCRAINA/ ALTRI DUE MEMBRI COMMISSIONE ELETTORALE RITIRANO FIRMA

intanto è iniziato a Kiev in primo round di colloqui fra il presidente ucraino uscente Leonid Kuchma e il leader dell'opposizione Viktor Yushchenko, che contesta i risultati delle presidenziali di domenica e la vittoria assegnata (ma non ancora convalidata) , all'attuale premier Viktor Yanukovych. Il colloquio è stato preparato da ore di mediazione dell'Alto rappresentante europeo Javier Solana, del presidente polacco Kwasniewski; presente a Kiev anche il presidente lituano Adamkus. Yushchenko chiedeva da giorni un incontro con Kuchma pur ribadendo di non essere disposto a una soluzione negoziale che non prevedesse almeno una revisione del risultato ufficiale. Fuori dei palazzi del potere, al sesto giorno di manifestazioni, decine di migliaia di persone continuano a sostenere Yushchenko.

Il primo ministro ucraino Viktor Yanukovich ha chiesto ai suoi sostenitori di aiutarlo a sventare un colpo di stato incostituzionale, mentre si prepara ad incontrare i mediatori europei e russi per discutere della crisi post-elettorale in atto in Ucraina e scatenata dalle denunce di irregolarità commesse durante le presidenziali di domenica scorsa. Questa mattina, i sostenitori del rivale di Yanukovich, il filoccidentale Viktor Yushchenko, hanno bloccato gli accessi ai principali edifici governativi di Kiev, in particolare quelli dell'ufficio della presidenza e della sede del Consiglio dei ministri, per impedire ai funzionari del governo di raggiungere i posti di lavoro. A causa della protesta, lo stesso primo ministro Yanukovich non e' potuto andare in ufficio. - In alcune capitali europee ci sono forze che stanno tentando di definire nuovi confini per l'Europa, ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, esprimendo la preoccupazione di Mosca per quanto sta accadendo in Ucraina e per le reazioni alla crisi post-elettorale ucraina che ci sono state in diversi stati europei. Intanto, nella cittadina di Donetsk, roccaforte di Yanukovich, un gruppo di deputati regionali ha minacciato di chiedere la celebrazione di un referendum per ottenere l'autonomia se Yushchenko dovesse riuscire a rovesciare il risultato ottenuto dal primo ministro dichiarato vincitore delle presidenziali da un contestato verdetto della commissione elettorale centrale. ed appare minacciosa la dichiarazione del ministro castelli in un intervista a Radio Padania libera la radio della lega lombarda . Secondo Castelli e' necessario aiutare l'Ucraina in quanto e' da quel mondo che puo' arrivare la salvezza della cristianita. Io - ha spiegato il ministro della Giustizia - ho una convinzione: oggi l' Europa e' un mondo vecchio, fatto di gente vecchia e senza nerbo. Siamo ormai un popolo che piu' lo guardo, piu' lo vedo vicino all'impero romano del 300 dopo Cristo. Ci sono tantissimi segnali che ci dicono che ormai non non riusciamo piu' a stare in piedi da soli. Credo - ha quindi aggiunto - che l'unica salvezza della cristianita' possa venire dalla Russia o dai popoli di religione ortodossa, quindi compresa l'Ucraina. Dobbiamo aiutare questi popoli ad arrivare a una compiuta democrazia affinche' poi possano venire in aiuto di noi europei.

BRAZIL 26/11/2004 11:31 ‘SENZA TERRA’ PROTESTANO A BRASILIA CONTRO LENTEZZA RIFORMA AGRARIA Politics/Economy, Standard Migliaia di ‘sem terra’ si sono riversati ieri nelle strade di Brasilia minacciando una nuova ondata di occupazioni di latifondi se il governo non aumenterà i finanziamenti per la riforma agraria: guidati dal dirigente del ‘Movimento dei lavoratori senza terra’ (Mst) João Pedro Stedile, i dimostranti hanno circondato la sede della Banca Centrale gridando slogan contro il Fondo monetario internazionale (Fmi), accusato di aver chiesto e ottenuto dal ministro delle Finanze, Antonio Palocci, il taglio della spesa pubblica e, in particolare, dei fondi destinati all’espropriazione e alla redistribuzione delle ‘fazendas’ lasciate incolte. Monsignor Tomas Balduino, presidente della Commissione pastorale della terra (Cpt) nazionale ha superato il cordone della polizia e ha consegnato al presidente della Banca Centrale, Henrique Meirelles, una lista contenente una serie di richieste. Poco dopo, al grido di “Lula, fermeremo il Brasile”, un gruppo di circa 200 manifestanti ha fatto irruzione nella sede dell’Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria (Incra), rompendo porte e finestre e occupando per alcune ore l’edificio. “In aprile e maggio potrà esserci molta lotta in questo Paese” ha detto Stedile, prevedendo per la prossima primavera una nuova e più massiccia campagna di occupazioni di terre improduttive, come quella avvenuta nell’aprile scorso. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, storico alleato del Mst con il suo ‘Partito dei lavoratori’, aveva promesso di dare terra a 400.000 famiglie, circa 1 milione e mezzo di persone; in due anni di governo le famiglie che hanno beneficiato di un appezzamento da poter coltivare sono state solo 106.000. La manifestazione di Brasilia, giunge in un momento di rinnovata tensione tra ‘senza terra’ e latifondisti, dopo l’assassinio di cinque contadini e il ferimento di altri venti per mano di ‘pistoleiros’, avvenuti sabato scorso nella ‘fazenda’ Nova Alegria, nel comune di Felisburgo (Minas Gerais). Un gruppo di ‘sem terra’ ha invaso nelle ultime ore il latifondo ‘Rapa-Pau’ di Itajuípe, (Stato di Bahia), di proprietà di Adriano Chafik Luedy, sospettato di essere il mandante della strage.

Castro ristabilisce i contatti diplomatici con la Spagna

Il governo cubano, riferisce El Pais, ha ristabilito ufficialmente i contatti con lo Stato spagnolo ed e' disponibile al dialogo. Lo ha affermato ieri il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pe'rez Roque, in una conferenza stampa con l'ambasciatore spagnolo a L'Avana, Carlos Alonso Zaldívar. Roque ha sottolineato che la ripresa dei rapporti e' il risultato dell'iter diplomatico del governo spagnolo e in particolare del ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos. La decisione di ieri, secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo, e' stata unilaterale ed e' stata annunciata solo ieri alle autorita' spagnole. A Madrid, il ministro Moratinos si e' detto soddisfatto della decisione cubana e ha dichiarato che ora il suo obiettivo e' la "normalizzazione dei rapporti tra le autorita' cubane e tutte le ambasciate dell'Unione europea presenti nell'isola". Ora ci si aspetta che Cuba ristabilisca concretamente i contatti diplomatici con l'Ue, che nel giugno 2003 aveva imposto sanzioni al governo del presidente Fidel Castro, in seguito all'incarcerazione di 75 dissidenti politici. Nel frattempo a Bruxelles sempre piu' funzionari accettano la posizione del premier spagnolo, Jose' Luis Rodriguez Zapatero in merito a un ammorbidimento dei rapporti con Cuba.

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== GR ORE 13,00 ===

BRASILE: MANIFESTAZIONE MIGLIAIA 'SEM TERRA' A BRASILIA

Oltre 8.000 attivisti brasiliani del movimento 'Sem terra' hanno circondato la sede della Banca centrale a Brasilia minacciando di dar battaglia l' anno prossimo se non verranno concessi piu' fondi per la riforma agraria. Joao Pedro Stedile, uno dei leader del movimento, ha detto che i contadini potrebbero procedere a ulteriori occupazioni se il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non aumentera' i finanziamenti per espropriare e redistribuire le terre abbandonate, come richiede la Costituzione. Lula, primo presidente brasiliano proveniente della classe operaia, si e' impegnato a sistemare con la riforma agraria 400.000 famiglie, ossia circa 1,6 milioni di persone; ma, in due anni al potere, e' riuscito a dare la terra a 106.000 famiglie. Nell'aprile scorso, i 'Sem Terra' hanno inscenato la piu' massiccia campagna di occupazioni da cinque anni e Stedile ha avvertito che nella primavera prossima l'iniziativa potrebbe essere ancora piu' vigorosa. In aprile e maggio, in questo Paese potrebbe esserci una grande battaglia, ha detto alla Reuters il leader dei 'Sem Terra, mentre guidava ieri il corteo di contadini, lungo circa 2 chilometri, lungo le strade della capitale. Egli ha aggiunto che i fondi per il programma di riforma agraria sono stati ridotti dal ministro delle Finanze Antonio Palocci e da altri responsabili, che hanno tagliato la spesa pubblica per ottemperare alle richieste del Fondo monetario internazionale. Alcuni manifestanti hanno bruciato una bandiera statunitense con la scritta 'Fmi' e hanno chiesto la destituzione di Palocci. Tomas Balduino, del gruppo cattolico per i diritti della popolazione rurale Cpt, ha presentato a un funzionario della Banca centrale una lista di richieste. A un certo punto, 200 persone, gridando 'Lula, chiuderemo il Brasile', hanno fatto irruzione nella vicina sede dell'agenzia per la riforma agraria. Dopo aver rotto porte e finestre, i manifestanti hanno occupato parte dell'edificio, dal quale sono stati cacciati quattro ore dopo per l'intervento della polizia. In segno di appoggio, dipendenti della Banca centrale hanno fatto piovere sui manifestanti, dalle finestre dell'edificio di 21 piani, un nugolo di documenti stracciati.

Castro ristabilisce i contatti diplomatici con la Spagna

Il governo cubano, riferisce El Pais, ha ristabilito ufficialmente i contatti con lo Stato spagnolo ed e' disponibile al dialogo. Lo ha affermato ieri il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pe'rez Roque, in una conferenza stampa con l'ambasciatore spagnolo a L'Avana, Carlos Alonso Zaldívar. Roque ha sottolineato che la ripresa dei rapporti e' il risultato dell'iter diplomatico del governo spagnolo e in particolare del ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos. La decisione di ieri, secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo, e' stata unilaterale ed e' stata annunciata solo ieri alle autorita' spagnole. A Madrid, il ministro Moratinos si e' detto soddisfatto della decisione cubana e ha dichiarato che ora il suo obiettivo e' la "normalizzazione dei rapporti tra le autorita' cubane e tutte le ambasciate dell'Unione europea presenti nell'isola". Ora ci si aspetta che Cuba ristabilisca concretamente i contatti diplomatici con l'Ue, che nel giugno 2003 aveva imposto sanzioni al governo del presidente Fidel Castro, in seguito all'incarcerazione di 75 dissidenti politici. Nel frattempo a Bruxelles sempre piu' funzionari accettano la posizione del premier spagnolo, Jose' Luis Rodriguez Zapatero in merito a un ammorbidimento dei rapporti con Cuba.

IRAQ: FALLUJA, UCCISI DUE MARINE AMERICANI

Due marine americani sono stati uccisi ieri a Falluja, a ovest di Baghdad, quando sono stati attaccati a colpi di granate da guerriglieri iracheni mentre facevano irruzione in una casa per perquisirla. Lo ha detto oggi il loro comandante. Il generale John Sattler ha detto che i marine hanno a loro volta ucciso i tre guerriglieri che li avevano attaccati. I marine sono impegnati nelle ricerche di depositi di armi e guerriglieri nascosti dopo la grande offensiva contro la citta' sunnita iniziata ai primi di novembre.

Al termine di un intenso dibattito parlamentare, non esente da veri e propri scontri fra i vari partiti presenti, il governo di Budapest ha annunciato ieri la prossima smobilitazione delle truppe ungheresi di stanza in Iraq. Il ritiro del contingente, scrive Frankfurter Allgemeine Zeitung, comincera' dunque il 17 di dicembre per terminare, al piu' tardi, il 31 dello stesso mese. In una nota emessa dal ministero della Difesa ungherese si sottolinea comunque la disponibilita' di 250 militari, destinati a far parte dei cosiddetti "battle-groups" europei, da realizzare insieme a Italia e Slovenia. L'invio di questi militari pero', non e' previsto prima del 2007.

M.O.:_ISRAELE, ESCLUSA LA LIBERAZIONE DI BARGHUTI

Niente liberta' per Marwan Barghuti. Lo hanno detto fonti dell'ufficio del premier, Ariel Sharon, lo ha ripetuto il vice-premier Ehud Olmert. Il leader di al-Fatah in Cisgiordania, che sta scontando cinque ergastoli nelle carceri israeliane e che ieri ha confermato la sua candidatura alle presidenziali dell'Anp non tornera' in liberta' per nessuna ragione al mondo. "Israele e' uno Stato costituzionale: non stiamo parlando di un prigioniero politico, ma di un uomo che e' stato condannato all'ergastolo... scontera' la condanna in pieno", ha fatto sapere l'ufficio del premier. E Olmert ha rincarato la dose: "Barghuti scontera' la sua condanna e non sara' rimesso in liberta'". Considerato il leader di al-Fatah delle nuove generazioni, Barghuti sta scontando la pena in regime di massimo isolamento in una prigione nella citta' di Beersheva, nel sud di Israele. Stamane l'ufficio di Sharon ha fatto sapere di aver autorizzato il ministro palestinese Kadoura Fares, amico personale di Barghuti, e alcuni deputati arabi della Knesset a visitarlo in carcere. Secondo la radio pubblica israeliana, Fares tentera' di dissuaderlo dal presentarsi alle elezioni presidenziali.

UCRAINA/ DOMANI SEDUTA EMERGENZA PARLAMENTO A KIEV

Il parlamento ucraino si riunirà domani in una sessione straordinaria dedicata alla crisi, ha annunciato oggi Ihor Storojouk, portavoce del presidente del parlamento Volodymyr Litvine. La seduta, convocata in seguito a una decisione unanime di tutti i partiti, inizierà domani a mezzogiorno, ha dichiarato Storojouk all'agenzia Interfax. Una seduta straordinaria si era già svolta martedì scorso, ma vi avevano partecipato solo i deputati dell'opposizione, che avevano proclamato presidente il loro leader Viktor Yushchenko. "Non ci sarà nessuna cerimonia di insediamento o mozione di supporto o oppozione a nessuno dei due candidati presidenziali", ha precisato Storojouk.

SI fa sentire pure castelli...

Credo che quello che noi dobbiamo fare come consesso internazionale e' aiutare, senza entrare nel merito della questione contingente. Tra l' altro nessuno di noi puo' valutare appieno, non abbiamo gli elementi per capire chi ha ragione o torto. Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, parlando della situazione ucraina, in un'intervista a Radio Padania Libera. Secondo Castelli e' necessario aiutare l'Ucraina in quanto e' da quel mondo che puo' arrivare la salvezza della cristianita. Io - ha spiegato il ministro della Giustizia - ho una convinzione: oggi l' Europa e' un mondo vecchio, fatto di gente vecchia e senza nerbo. Siamo ormai un popolo che piu' lo guardo, piu' lo vedo vicino all'impero romano del 300 dopo Cristo. Ci sono tantissimi segnali che ci dicono che ormai non non riusciamo piu' a stare in piedi da soli. Credo - ha quindi aggiunto - che l'unica salvezza della cristianita' possa venire dalla Russia o dai popoli di religione ortodossa, quindi compresa l'Ucraina. Dobbiamo aiutare questi popoli ad arrivare a una compiuta democrazia affinche' poi possano venire in aiuto di noi europei che ormai siamo un popolo di vecchi senza piu' nessuna forza e nessun nerbo.

gror041126 (last edited 2008-06-26 10:06:48 by anonymous)