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BRASILE: MANIFESTAZIONE MIGLIAIA 'SEM TERRA' A BRASILIA

Oltre 8.000 attivisti brasiliani del movimento 'Sem terra' hanno circondato la sede della Banca centrale a Brasilia minacciando di dar battaglia l' anno prossimo se non verranno concessi piu' fondi per la riforma agraria. Joao Pedro Stedile, uno dei leader del movimento, ha detto che i contadini potrebbero procedere a ulteriori occupazioni se il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non aumentera' i finanziamenti per espropriare e redistribuire le terre abbandonate, come richiede la Costituzione. Lula, primo presidente brasiliano proveniente della classe operaia, si e' impegnato a sistemare con la riforma agraria 400.000 famiglie, ossia circa 1,6 milioni di persone; ma, in due anni al potere, e' riuscito a dare la terra a 106.000 famiglie. Nell'aprile scorso, i 'Sem Terra' hanno inscenato la piu' massiccia campagna di occupazioni da cinque anni e Stedile ha avvertito che nella primavera prossima l'iniziativa potrebbe essere ancora piu' vigorosa. In aprile e maggio, in questo Paese potrebbe esserci una grande battaglia, ha detto alla Reuters il leader dei 'Sem Terra, mentre guidava ieri il corteo di contadini, lungo circa 2 chilometri, lungo le strade della capitale. Egli ha aggiunto che i fondi per il programma di riforma agraria sono stati ridotti dal ministro delle Finanze Antonio Palocci e da altri responsabili, che hanno tagliato la spesa pubblica per ottemperare alle richieste del Fondo monetario internazionale. Alcuni manifestanti hanno bruciato una bandiera statunitense con la scritta 'Fmi' e hanno chiesto la destituzione di Palocci. Tomas Balduino, del gruppo cattolico per i diritti della popolazione rurale Cpt, ha presentato a un funzionario della Banca centrale una lista di richieste. A un certo punto, 200 persone, gridando 'Lula, chiuderemo il Brasile', hanno fatto irruzione nella vicina sede dell'agenzia per la riforma agraria. Dopo aver rotto porte e finestre, i manifestanti hanno occupato parte dell'edificio, dal quale sono stati cacciati quattro ore dopo per l'intervento della polizia. In segno di appoggio, dipendenti della Banca centrale hanno fatto piovere sui manifestanti, dalle finestre dell'edificio di 21 piani, un nugolo di documenti stracciati.

Castro ristabilisce i contatti diplomatici con la Spagna

Il governo cubano, riferisce El Pais, ha ristabilito ufficialmente i contatti con lo Stato spagnolo ed e' disponibile al dialogo. Lo ha affermato ieri il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pe'rez Roque, in una conferenza stampa con l'ambasciatore spagnolo a L'Avana, Carlos Alonso Zaldívar. Roque ha sottolineato che la ripresa dei rapporti e' il risultato dell'iter diplomatico del governo spagnolo e in particolare del ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos. La decisione di ieri, secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo, e' stata unilaterale ed e' stata annunciata solo ieri alle autorita' spagnole. A Madrid, il ministro Moratinos si e' detto soddisfatto della decisione cubana e ha dichiarato che ora il suo obiettivo e' la "normalizzazione dei rapporti tra le autorita' cubane e tutte le ambasciate dell'Unione europea presenti nell'isola". Ora ci si aspetta che Cuba ristabilisca concretamente i contatti diplomatici con l'Ue, che nel giugno 2003 aveva imposto sanzioni al governo del presidente Fidel Castro, in seguito all'incarcerazione di 75 dissidenti politici. Nel frattempo a Bruxelles sempre piu' funzionari accettano la posizione del premier spagnolo, Jose' Luis Rodriguez Zapatero in merito a un ammorbidimento dei rapporti con Cuba.

IRAQ: FALLUJA, UCCISI DUE MARINE AMERICANI

Due marine americani sono stati uccisi ieri a Falluja, a ovest di Baghdad, quando sono stati attaccati a colpi di granate da guerriglieri iracheni mentre facevano irruzione in una casa per perquisirla. Lo ha detto oggi il loro comandante. Il generale John Sattler ha detto che i marine hanno a loro volta ucciso i tre guerriglieri che li avevano attaccati. I marine sono impegnati nelle ricerche di depositi di armi e guerriglieri nascosti dopo la grande offensiva contro la citta' sunnita iniziata ai primi di novembre.

Al termine di un intenso dibattito parlamentare, non esente da veri e propri scontri fra i vari partiti presenti, il governo di Budapest ha annunciato ieri la prossima smobilitazione delle truppe ungheresi di stanza in Iraq. Il ritiro del contingente, scrive Frankfurter Allgemeine Zeitung, comincera' dunque il 17 di dicembre per terminare, al piu' tardi, il 31 dello stesso mese. In una nota emessa dal ministero della Difesa ungherese si sottolinea comunque la disponibilita' di 250 militari, destinati a far parte dei cosiddetti "battle-groups" europei, da realizzare insieme a Italia e Slovenia. L'invio di questi militari pero', non e' previsto prima del 2007.

M.O.:_ISRAELE, ESCLUSA LA LIBERAZIONE DI BARGHUTI

Niente liberta' per Marwan Barghuti. Lo hanno detto fonti dell'ufficio del premier, Ariel Sharon, lo ha ripetuto il vice-premier Ehud Olmert. Il leader di al-Fatah in Cisgiordania, che sta scontando cinque ergastoli nelle carceri israeliane e che ieri ha confermato la sua candidatura alle presidenziali dell'Anp non tornera' in liberta' per nessuna ragione al mondo. "Israele e' uno Stato costituzionale: non stiamo parlando di un prigioniero politico, ma di un uomo che e' stato condannato all'ergastolo... scontera' la condanna in pieno", ha fatto sapere l'ufficio del premier. E Olmert ha rincarato la dose: "Barghuti scontera' la sua condanna e non sara' rimesso in liberta'". Considerato il leader di al-Fatah delle nuove generazioni, Barghuti sta scontando la pena in regime di massimo isolamento in una prigione nella citta' di Beersheva, nel sud di Israele. Stamane l'ufficio di Sharon ha fatto sapere di aver autorizzato il ministro palestinese Kadoura Fares, amico personale di Barghuti, e alcuni deputati arabi della Knesset a visitarlo in carcere. Secondo la radio pubblica israeliana, Fares tentera' di dissuaderlo dal presentarsi alle elezioni presidenziali.

UCRAINA/ DOMANI SEDUTA EMERGENZA PARLAMENTO A KIEV

Il parlamento ucraino si riunirà domani in una sessione straordinaria dedicata alla crisi, ha annunciato oggi Ihor Storojouk, portavoce del presidente del parlamento Volodymyr Litvine. La seduta, convocata in seguito a una decisione unanime di tutti i partiti, inizierà domani a mezzogiorno, ha dichiarato Storojouk all'agenzia Interfax. Una seduta straordinaria si era già svolta martedì scorso, ma vi avevano partecipato solo i deputati dell'opposizione, che avevano proclamato presidente il loro leader Viktor Yushchenko. "Non ci sarà nessuna cerimonia di insediamento o mozione di supporto o oppozione a nessuno dei due candidati presidenziali", ha precisato Storojouk.

SI fa sentire pure castelli...

Credo che quello che noi dobbiamo fare come consesso internazionale e' aiutare, senza entrare nel merito della questione contingente. Tra l' altro nessuno di noi puo' valutare appieno, non abbiamo gli elementi per capire chi ha ragione o torto. Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, parlando della situazione ucraina, in un'intervista a Radio Padania Libera. Secondo Castelli e' necessario aiutare l'Ucraina in quanto e' da quel mondo che puo' arrivare la salvezza della cristianita. Io - ha spiegato il ministro della Giustizia - ho una convinzione: oggi l' Europa e' un mondo vecchio, fatto di gente vecchia e senza nerbo. Siamo ormai un popolo che piu' lo guardo, piu' lo vedo vicino all'impero romano del 300 dopo Cristo. Ci sono tantissimi segnali che ci dicono che ormai non non riusciamo piu' a stare in piedi da soli. Credo - ha quindi aggiunto - che l'unica salvezza della cristianita' possa venire dalla Russia o dai popoli di religione ortodossa, quindi compresa l'Ucraina. Dobbiamo aiutare questi popoli ad arrivare a una compiuta democrazia affinche' poi possano venire in aiuto di noi europei che ormai siamo un popolo di vecchi senza piu' nessuna forza e nessun nerbo.