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=== ORE 13,00 ===

'''CARACAS RICHIAMA AMBASCIATORE IN COLOMBIA'''

Sale la tensione tra Venezuela e Colombia, dopo la cattura di Rodrigo Granda, considerato il ‘ministro degli Esteri’ delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), avvenuta a Caracas il 13 dicembre scorso: il governo di Caracas ha ordinato l’arresto di otto militari della Guardia nazionale e richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Bogotá, Carlos Santiago Ramirez, dopo l’ammissione del ministro della Difesa colombiano, Jorge Uribe, di aver pagato una somma di denaro, non meglio precisata, per l’arresto di Granda. “Quello che è accaduto in Venezuela è un vero e proprio sequestro, organizzato già da tempo dai nostri vicini con la partecipazione di funzionari colombiani” ha detto il vice-presidente José Vicente Rangel, aggiungendo: “Si è trattato di una violazione della nostra sovranità nazionale da parte di agenti della forze dell’ordine colombiani, a cui hanno partecipato anche esponenti della forza pubblica venezuelana”. Inizialmente, la polizia colombiana aveva riferito che la cattura di Granda era avvenuta a Cúcuta, capitale del dipartimento colombiano di Norte de Santander: il presidente venezuelano Hugo Chávez aveva smentito la notizia, precisando invece che l’arresto aveva avuto luogo a Caracas e ingaggiando un acceso ‘botta-e-risposta’ con le autorità colombiane. Il ministro Uribe era stato costretto a rettificare, dichiarando che Granda in effetti era stato fermato in territorio venezuelano e di seguito trasferito a Cúcuta, in cambio del pagamento di una ‘ricompensa’ ad agenti della sicurezza venezuelani.

'''CONCLUSE PROTESTE SOCIALI, SINDACATI CHIEDONO DIMISSIONI DEL PRESDENTE'''

Si è concluso con la richiesta delle dimissioni del capo dello Stato Carlos Mesa lo sciopero di 48 ore convocato dai principali sindacati regionali a Santa Cruz, considerata il ‘motore economico’ della Bolivia: il ‘comitato civico’, sceso in piazza per protestare contro il recente aumento del prezzo del combustibile tra il 10 e il 23%, ha rilanciato la battaglia per ottenere l’autonomia, sostenendo che “Mesa è inadatto a governare”. Di fronte al rifiuto del presidente di tornare sui propri passi, i promotori dello sciopero hanno minacciato nuove agitazioni nei prossimi giorni. L’altro fronte della protesta, concentrato a El Alto, sull’altopiano della capitale, ha ottenuto invece dal governo l’impegno a rivedere il contratto siglato nel 1997 con l’impresa ‘Aguas del Illimani’, filiale della multinazionale francese ‘Suez Lyonnaise des Eaux’, accusata di essere incorsa in gravi disservizi e aver incrementato arbitrariamente le tariffe per l’erogazione dell’acqua potabile, a cui attualmente non hanno accesso oltre 40.000 famiglie della zona. La decisione non è bastata a convincere i ‘campesinos’ dell’altopiano, guidati da Felipe Quispe, pronti a marciare su La Paz da lunedì prossimo contro la politica economica del governo. Secondo il massimo dirigente dell’opposizione e capo dei ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Chapare, Evo Morales, se Mesa non revocherà gli aumenti di benzina e gasolio “sarà necessario andare subito a nuove elezioni”.

'''INIZIA IN SPAGNA STORICO PROCESSO CONTRO EX-GERARCA DEL REGIME SCILINGO'''

La magistratura spagnola aprirà questa mattina una pagina inedita nella sua storia giudiziaria quando l’ex-tenente della Marina argentina Adolfo Scilingo, 58 anni, siederà sul banco degli imputati per rispondere di gravi violazioni dei diritti umani durante l’ultima dittatura (1976-’83): si tratta del primo ex-gerarca argentino processato in un Paese straniero, grazie a una storica sentenza emessa dalla ‘Corte Nacional’ spagnola nel 1998 che, sancendo il principio di ‘giustizia universale’ per i crimini di lesa umanità, stabilì la competenza della magistratura spagnola, anche in caso di reati consumati al di fuori del territorio nazionale. L’avvocato dell’accusa Carlos Slepoy, intellettuale argentino detenuto negli anni del regime, chiederà 6.626 anni di carcere per Scilingo, "una pena esemplare – ha precisato – dal momento che il codice penale spagnolo non prevede detenzioni superiori ai 30 anni". Si stima che le udienze saranno oltre una ventina, dato l’elevato numero di testimoni chiamati a deporre, oltre 150, tra cui anche il Premio Nobel per la Pace argentino, Adolfo Pérez Esquivel. Giunto in Spagna nel 1995, Scilingo si auto-incriminò pubblicamente, ammettendo di aver gettato nell’Oceano almeno una trentina di ‘desaparecidos’ durante i cosiddetti ‘voli della morte’. "Erano narcotizzati. Li spogliammo e quando il comandante diede l’ordine aprimmo i portelloni e li lanciammo uno per uno" disse all’epoca l’ex-tenente al giornalista argentino Horacio Verbitsky, che ripropose la sua testimonianza nel libro ‘El Vuelo’.

GR ORE 9,30

IRAQ

  • Altri tre soldati americani sono stati uccisi in Iraq, secondo quanto ha reso noto oggi l'esercito americano. Si tratta di due marines della Prima forza di spedizione, uccisi nella provincia di Al Anbar, e di un altro soldato ucciso a Mosul. I tre sono morti ieri.

Rischia la Corte marziale, ma in Iraq non vuole tornarci, il sergente Kevin Benderman, che, nella primavera del 2003, fu tra i protagonisti della presa di Baghdad. Benderman, nell'esercito da nove anni, si rifiuta di fare un secondo turno di servizio con la sua unita' in Iraq. Il sergente si dichiara obiettore di coscienza, asserendo che quanto ha gia' visto in Iraq l'ha cambiato e l'ha reso moralmente contrario alla guerra. Se la sua richiesta non sara' accolta, finira' davanti ai giudici militari.

PALESTINA

Un elicottero da combattimento israeliano ha lanciato stasera due missili contro un edificio appartenente alla Jihad islamica a Deir el Balah, nel sud della striscia di Gaza, causando il ferimento di un palestinese. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza palestinese. Il raid e' in risposta all'attentato suicida palestinese contro una postazione dell'esercito israeliano presso il punto di passaggio di Karni, tra Israele e la striscia di Gaza, che ha causato diversi morti, tra i quali - a quanto sembra - almeno due soldati. L'edificio colpito dai missili israeliani, che ospita un' istituzione caritativa del gruppo radicale paletsinese, e' stato gravemente danneggiato. Una guardia di frontiera israeliana e' stata condannata da un tribunale di Gerusalemme a 14 mesi di reclusione per sevizie contro due palestinesi. Lo si e' appreso da fonti giudiziarie. I fatti risalgono all'11 settembre scorso ed hanno portato all'arresto di cinque guardie di frontiera (che dipendono dalla polizia). Gli imputati sono sospettati di aver portato, sotto minaccia, in un edificio abbandonato i palestinesi, che avevano fermato a un posto di controllo a Abu Dis (periferia di Gerusalemme est). La guardia condannata ieri, in particolare, ha rovesciato addosso ai palestinesi un secchio in cui aveva urinato. I due - avevano detto fonti giudiziarie dopo l'arresto delle guardie - erano stati anche bruciati con sigarette e costretti a saltare dal secondo piano dell'edificio. Non si conosce per ora la sorte delle altre quattro guardie

FIAT: GM ANNUNCIA AZZERAMENTO QUOTA PARTECIPAZIONE

General Motors ha annunciato di aver effettuato una svalutazione di 220 milioni della propria partecipazione in Fiat Auto Holding B.V.. Con questa iniziativa, di fatto il gruppo americano azzera il valore del proprio investimento nel gruppo torinese. L'azzeramento - cosi' come riporta gran parte della stampa oggi - e' il frutto di precedenti svalutazioni che GM aveva effettuato via via che la crisi di Fiat peggiorava. Nell'ottobre del 2002, il valore dell'investimento era stato gia' ridotto da 2,4 miliardi di dollari a 220 milioni di dollari. La notizia, resa nota ieri a Detroit in occasione di un incontro tra Richard Wagoner e la comunita' finanziaria sara' esaminata - secondo quanto scrive Repubblica - a Torino in un incontro tra l'amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente Luca Cordero di Montezemolo. La svalutazione di 220 milioni di dollari sara' inserita nei risultati del quarto trimestre del 2004 che saranno resi noti il prossimo 19 gennaio.

ORE 13,00

CARACAS RICHIAMA AMBASCIATORE IN COLOMBIA

Sale la tensione tra Venezuela e Colombia, dopo la cattura di Rodrigo Granda, considerato il ‘ministro degli Esteri’ delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), avvenuta a Caracas il 13 dicembre scorso: il governo di Caracas ha ordinato l’arresto di otto militari della Guardia nazionale e richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Bogotá, Carlos Santiago Ramirez, dopo l’ammissione del ministro della Difesa colombiano, Jorge Uribe, di aver pagato una somma di denaro, non meglio precisata, per l’arresto di Granda. “Quello che è accaduto in Venezuela è un vero e proprio sequestro, organizzato già da tempo dai nostri vicini con la partecipazione di funzionari colombiani” ha detto il vice-presidente José Vicente Rangel, aggiungendo: “Si è trattato di una violazione della nostra sovranità nazionale da parte di agenti della forze dell’ordine colombiani, a cui hanno partecipato anche esponenti della forza pubblica venezuelana”. Inizialmente, la polizia colombiana aveva riferito che la cattura di Granda era avvenuta a Cúcuta, capitale del dipartimento colombiano di Norte de Santander: il presidente venezuelano Hugo Chávez aveva smentito la notizia, precisando invece che l’arresto aveva avuto luogo a Caracas e ingaggiando un acceso ‘botta-e-risposta’ con le autorità colombiane. Il ministro Uribe era stato costretto a rettificare, dichiarando che Granda in effetti era stato fermato in territorio venezuelano e di seguito trasferito a Cúcuta, in cambio del pagamento di una ‘ricompensa’ ad agenti della sicurezza venezuelani.

CONCLUSE PROTESTE SOCIALI, SINDACATI CHIEDONO DIMISSIONI DEL PRESDENTE

Si è concluso con la richiesta delle dimissioni del capo dello Stato Carlos Mesa lo sciopero di 48 ore convocato dai principali sindacati regionali a Santa Cruz, considerata il ‘motore economico’ della Bolivia: il ‘comitato civico’, sceso in piazza per protestare contro il recente aumento del prezzo del combustibile tra il 10 e il 23%, ha rilanciato la battaglia per ottenere l’autonomia, sostenendo che “Mesa è inadatto a governare”. Di fronte al rifiuto del presidente di tornare sui propri passi, i promotori dello sciopero hanno minacciato nuove agitazioni nei prossimi giorni. L’altro fronte della protesta, concentrato a El Alto, sull’altopiano della capitale, ha ottenuto invece dal governo l’impegno a rivedere il contratto siglato nel 1997 con l’impresa ‘Aguas del Illimani’, filiale della multinazionale francese ‘Suez Lyonnaise des Eaux’, accusata di essere incorsa in gravi disservizi e aver incrementato arbitrariamente le tariffe per l’erogazione dell’acqua potabile, a cui attualmente non hanno accesso oltre 40.000 famiglie della zona. La decisione non è bastata a convincere i ‘campesinos’ dell’altopiano, guidati da Felipe Quispe, pronti a marciare su La Paz da lunedì prossimo contro la politica economica del governo. Secondo il massimo dirigente dell’opposizione e capo dei ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Chapare, Evo Morales, se Mesa non revocherà gli aumenti di benzina e gasolio “sarà necessario andare subito a nuove elezioni”.

INIZIA IN SPAGNA STORICO PROCESSO CONTRO EX-GERARCA DEL REGIME SCILINGO

La magistratura spagnola aprirà questa mattina una pagina inedita nella sua storia giudiziaria quando l’ex-tenente della Marina argentina Adolfo Scilingo, 58 anni, siederà sul banco degli imputati per rispondere di gravi violazioni dei diritti umani durante l’ultima dittatura (1976-’83): si tratta del primo ex-gerarca argentino processato in un Paese straniero, grazie a una storica sentenza emessa dalla ‘Corte Nacional’ spagnola nel 1998 che, sancendo il principio di ‘giustizia universale’ per i crimini di lesa umanità, stabilì la competenza della magistratura spagnola, anche in caso di reati consumati al di fuori del territorio nazionale. L’avvocato dell’accusa Carlos Slepoy, intellettuale argentino detenuto negli anni del regime, chiederà 6.626 anni di carcere per Scilingo, "una pena esemplare – ha precisato – dal momento che il codice penale spagnolo non prevede detenzioni superiori ai 30 anni". Si stima che le udienze saranno oltre una ventina, dato l’elevato numero di testimoni chiamati a deporre, oltre 150, tra cui anche il Premio Nobel per la Pace argentino, Adolfo Pérez Esquivel. Giunto in Spagna nel 1995, Scilingo si auto-incriminò pubblicamente, ammettendo di aver gettato nell’Oceano almeno una trentina di ‘desaparecidos’ durante i cosiddetti ‘voli della morte’. "Erano narcotizzati. Li spogliammo e quando il comandante diede l’ordine aprimmo i portelloni e li lanciammo uno per uno" disse all’epoca l’ex-tenente al giornalista argentino Horacio Verbitsky, che ripropose la sua testimonianza nel libro ‘El Vuelo’.

gror050114 (last edited 2008-06-26 09:48:36 by anonymous)