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GR 19.30

PRODUTTORI

Dal 18 dicembre i produttori di Scansano sono a Potenza per protestare contro le condizioni del mercato dei loro prodotti. Ma la loro dimostrazione è stata repressa.......ascoltiamo il racconto di un produttore.

6 NOVEMBRE

Inchiesta del 6 novembre ovvero inchiesta per rapina pluriaggravata. L'indagine è ancora in corso, ascoltiamo l'avvocata.

CONSULTORI

Mobilitazioni delle donne oggi a roma nei consultori di via tina galli, via brugnato, piazza dedi mirti e a marino contro la proposta di centro destra che attacca l'assemblea delle donne e l'autodeterminazione femminile. Ascoltiamo come.

PALESTINA

ISRAELE PUNTA DITO CONTRO SIRIA E IRAN PER VIOLENZA

Dietro l'impennata della violenza da parte di alcuni gruppi armati palestinesi negli ultimi giorni, secondo Israele ci sono forze esterne, in particolare gli Hezbollah libanesi, la Siria e l'Iran, che cercano di impedire cosi' una ripresa del dialogo di pace fra Gerusalemme e il nuovo presidente dell'Anp Abu Mazen: lo afferma oggi il quotidiano Jerusalem Post, citando fonti autorevoli dell'amministrazione israeliana. Stando alle fonti citate dal quotidiano, l'attentato rivendicato da Hamas di ieri sera a Gush Katif, nel sud della Striscia di Gaza (un morto e sette feriti israeliani), e' l'ultimo incidente in una serie di tentativi, ispirati dall'Iran e dagli Hezbollah, con l'appoggio della Siria, per impedire ogni riconciliazione con Abu Mazen. Il nuovo presidente palestinese si e' pronunciato per un rilancio delle trattative di pace con il governo di Gerusalemme e per uno stop alla violenza dei gruppi armati palestinesi, che consenta la ripresa del dialogo con Israele. L'attentato kamikaze di Gush Katif e' stato perpetrato ieri sera proprio mentre nella Striscia di Gaza arrivava il nuovo capo dell'Anp, per cercare di convincere Hamas ad accettare una tregua.

IRAQ

Successivamente anche in Via Haifa e' esplosa un'autobomba: manca un bilancio ufficiale, ma un reporter dell'Afp ha visto un cadavere al suolo. Dal Sud e' arrivata la notizia di un attentato analogo nella provincia di Babilonia, con un morto (un poliziotto).

TORTURE

GRAN BRETAGNA - Shock, indignazione, condanna: le foto degli abusi contro prigionieri civili iracheni diffuse ieri al processo in corte marziale di tre militari britannici hanno colpito profondamente la Gran Bretagna. Un'ondata di sdegno generata dalle immagini in tv e su tutte le prime pagine dei giornali. Da piu' parti si sottolinea il parallelo con le raccapriccianti immagini di Abu Ghraib, dove militari Usa si resero protagonisti di gravi abusi ed umiliazioni contro iracheni detenuti. I partiti di opposizione, Conservatori e Liberal democratici, hanno soprattutto avvertito che quelle immagini potrebbero essere come un terremoto in Iraq: Sono inorridito da quelle immagini - ha detto il ministro della difesa 'ombra' conservatore Keith Simpson - La maggioranza delle truppe britanniche le giudichera' oscene, ma sara' anche consapevole dell'impatto in Iraq. Dei tre militari alla sbarra, Darren Larkin, Daniel Kenyon e Mark Cooley, solo Larkin si e' dichiarato colpevole di uno dei reati contestati, l'aggressione a un prigioniero. Secondo quanto e' stato dichiarato ieri, il comandante del campo, maggiore Dan Taylor, ordino' ai soldati di lavorare duro su quanti venivano arrestati mentre tentavano un saccheggio.

GUANTANAMO

ARGENTINA

L’ex-tenente di corvetta Adolfo Scilingo, sotto processo in Spagna per crimini di lesa umanità durante l’ultima dittatura (1976-’83) ha negato di essere a conoscenza che la famigerata Esma, la Scuola di Meccanica della Marina di Buenos Aires, fosse un centro di torture: in udienza, Scilingo si è mostrato molto loquace, al punto che il presidente della corte, Fernando García Nicolas, gli ha tolto la parola in diverse occasioni. Alla domanda sulla Esma, dove prestò servizio tra il febbraio 1977 e il marco 1978, l’ex-militare ha replicato di non essere mai venuto a conoscenza di abusi contro gli oppositori. “Sapevo che esistevano i ‘grupos de tarea’ (i ‘gruppi operativi’ incaricati di sequestrare, torturare e far sparire in nemici del regime, ndr), ma non sapevo a cosa si dedicassero, oltre ai servizi di intelligence e alla lotta contro i sovversivi” ha detto al giudice, aggiungendo: “Erano super-segreti... Nessuno sapeva niente. Io non facevo domande perché altrimenti sarei stato preso per un nemico. Chi faceva troppe domande diventava un individuo sospetto”. Negando peraltro di aver visto arrivare prigionieri alla Esma, dove si stima passarono almeno 5.000 dei 30.000 ‘detenidos’-‘desaparecidos’, Scilingo ha nuovamente ritrattato la confessione rilasciata nel 1997 al giudice spagnolo Baltasar Garzón, a cui dichiarò di aver partecipato ad alcuni ‘voli della morte’. “Volevo che si indagasse su cosa accadeva alla Esma, ma solo per odio e per vendetta contro Emilio Massera”, allora ammiraglio della Marina, per un certo tempo capo della giunta militare, nel cosiddetto ‘triumvirato’ di comando che prese il potere il 24 marzo 1976, formato con Orlando Ramón Agosti, comandante dell'Aeronautica, e Jorge Rafale Videla, comandante dell'esercito e presidente ‘de facto’. Secondo Scilingo, Massera era pronto ad arrestare sua sorella, accusata di avere contatti con gli oppositori. Il processo contro Scilingo, aperto a Madrid lo scorso 15 gennaio, è il primo rinvio a giudizio di un ex-militare argentino presso una corte estera, per gravi violazioni dei diritti umani. [FB]

DOPO MAREMOTO: OLTRE 225.000 LE VITTIME FINORA ACCERTATE

Sono oltre 225.000 le vittime finora accertate del maremoto che il 26 dicembre scorso ha travolto alcuni Paesi del sudest asiatico e dell’Africa orientale. Il significativo ‘balzo in avanti’ rispetto all’ultimo bilancio è dovuto alle nuove cifre diffuse oggi dal ministero della Sanità indonesiano, che ha riferito di 166.320 morti contati fino a questo momento nel Paese; il dicastero ha spiegato che la cifra comprende molte persone in precedenza date per disperse, provenienti soprattutto dalla provincia occidentale di Aceh. Inoltre il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha dichiarato a una conferenza dei Paesi donatori che, ad Aceh, restano tuttora disperse circa 40.000 persone. Intanto sembra proseguire il dialogo avviato tra governo e ribelli separatisti di Aceh a pochi giorni dalla tragedia: il ministro degli Esteri Hassan Wirajuda ha auspicato l’inizio dei colloqui con il Gam (Movimento per Aceh libera) entro la fine del mese, senza però specificare data e luogo dell’incontro. In Sri Lanka, dove si stima che circa 38.195 persone abbiano perso la vita per lo tsunami, la presidente Chandrika Kumaratunga ha dato il via oggi a un piano di ricostruzione nazionale, già ampiamente pubblicizzato nei giorni scorsi, per rimettere in piedi case e villaggi. Nelle stesse ore un rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi) formulava previsioni piuttosto pessimistiche sul futuro dell’ex Ceylon, rilevando che, dopo il maremoto, “l’industria della pesca è devastata, la produzione agricola in crisi e anche il turismo subirà una brusca caduta con un 15% in meno dello scorso anno; la ricostruzione poi richiederà un aumento delle importazioni che potranno incidere negativamente sulla bilancia dei pagamenti”.

G.R. 13,00

PALESTINA

Il premier israeliano, Ariel Sharon, ha convocato per la tarda giornata di oggi il Gabinetto di sicurezza per discutere della situazione nei Territori, alla luce dell'attentato di ieri sera nella Striscia di Gaza in cui è rimasto ucciso un agente dello Shin Bet. Il governo israeliano ha chiesto alla leadership palestinese di adottare misure concrete per fermare gli attacchi da parte dei gruppi estremisti, ed è pronto a lanciare operazioni su vasta scala nei Territori se riterrà inadeguate le misure palestinesi. Oggi il nuovo presidente palestinese, Abu Mazen, proseguirà i colloqui con i leader della fazioni militanti per cercare di raggiungere un accordo di cessate il fuoco. Il ministro degli Esteri palestinese, Nabil Shaath, si dice fiducioso al riguardo: "Ho un realistico ottimismo che l'accordo possa essere raggiunto in breve tempo", ha detto. Intanto l'Anp ha deciso di schierare lungo il confine con Israele i propri agenti di sicurezza. Lo ha detto oggi il generale Abdel Razek Majaide, il comandante delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza, che non ha precisato quando avverrà il dispiegamento.

Due palestinesi sono stati uccisi oggi da una unita' militare israeliana in uno scontro a fuoco divampato lungo la linea di confine nel nord della striscia di Gaza. Lo riferisce la agenzia di stampa dei coloni YeshaNews secondo cui uno dei palestinesi ha lanciato una bomba mano contro i soldati israeliani, che sono comunque rimasti illesi.

Un cacciabombardiere dell'aeronautica israeliana ha colpito ieri diversi obiettivi nel Libano meridionale, in risposta al lancio di una granata anticarro da parte dei combattenti di Hezbollah contro una ruspa dell'esercito dello Stato israeliano, nella zona delle fattorie di Sheba. «L'aeronautica israeliana ha preso di mira tre siti usati dagli Hezbollah per attaccare Israele», ha detto una portavoce militare. Secondo la polizia libanese, due persone sono rimaste ferite in maniera lieve. Dopo l'aviazione, anche l'artiglieria israeliana ha diretto il fuoco contro le postazioni degli Hezbollah attorno ai villaggi di Kfar Shuba, Rashaya al Fakhar, Kfar Hamam e Halta.

Il rappresentate dell'Onu in Libano ha espresso preoccupazione per la crescente tensione nell'area provocata dai ripetuti scontri tra forze israeliane e il movimento di resistenza libanese degli Hezbollah.

IRAQ

E' di almeno 26 morti e di decine di feriti il bilancio, ancora provvisorio, di una serie di attacchi oggi a Baghdad. Lo hanno riferito fonti Usa. L'attentato piu' grave e' avvenuto alle 7:35 ora locale, quando un'autobomba e' esplosa non lontano dall'ospedale Al Alwiyya e nei pressi del comando generale della polizia di Baghdad: i morti sono almeno 18 e decine le persone ferite. Mezz'ora prima, un camion era saltato in aria davanti all'ambsciata australiana, uccidendo due civili iracheni e ferendone altri quattro. Alcune fonti parlando di feriti anche tra i soldati austrialini, ma altri non confermano. Una terza autobomba e' esplosa verso le 8:30 locali all'ingresso sud della base militare di Al-Mouthanna, provocando la morte di due civili e di due militari iracheni. Una fonte della polizia ha poi riferito che una quarta autobomba e' esplosa nelle vicinanze della Banca di Baghdad, investendo alcuni poliziotti in fila per ritirare il proprio stipendio. Di questo ultimo attacco non si hanno ancora notizie sul numero di vittime. Il bilancio dei 26 morti fornito dalle fonti militari Usa comprende anche un quinto attentato avvenuto all'aeroporto di Baghdad, dove un'ennesima autobomba ha ucciso due guardie della sicurezza

TORTURE

GRAN BRETAGNA - Shock, indignazione, condanna: le foto degli abusi contro prigionieri civili iracheni diffuse ieri al processo in corte marziale di tre militari britannici hanno colpito profondamente la Gran Bretagna. Un'ondata di sdegno generata dalle immagini in tv e su tutte le prime pagine dei giornali. Da piu' parti si sottolinea il parallelo con le raccapriccianti immagini di Abu Ghraib, dove militari Usa si resero protagonisti di gravi abusi ed umiliazioni contro iracheni detenuti. I partiti di opposizione, Conservatori e Liberal democratici, hanno soprattutto avvertito che quelle immagini potrebbero essere come un terremoto in Iraq: Sono inorridito da quelle immagini - ha detto il ministro della difesa 'ombra' conservatore Keith Simpson - La maggioranza delle truppe britanniche le giudichera' oscene, ma sara' anche consapevole dell'impatto in Iraq. Dei tre militari alla sbarra, Darren Larkin, Daniel Kenyon e Mark Cooley, solo Larkin si e' dichiarato colpevole di uno dei reati contestati, l'aggressione a un prigioniero. Secondo quanto e' stato dichiarato ieri, il comandante del campo, maggiore Dan Taylor, ordino' ai soldati di lavorare duro su quanti venivano arrestati mentre tentavano un saccheggio.

GUANTANAMO - Il numero dei prigionieri rinchiusi nella base militare americana a Guantanamo potrebbe ridursi della meta' nei prossimi mesi. Ad affermarlo sono ufficiali militari della base, spiegando che per centinaia di casi, che attualmente vengono rivalutati, si potrebbe arrivare alla decisione di un rilascio. A scriverlo e' oggi il 'Los Angeles Times', il quotidiano precisa che malgrado cio' proseguono i progetti per la messa a punto di una nuova struttura - un carcere di massima sicurezza del costo di 25 milioni di dollari con una capacita' di 200 letti - e per la sostituzione dei riservisti attulmente assegnati al ruolo di carcerieri con una forza di sicurezza permanente.

IRAN

Teheran ha accusato oggi gli Stati Uniti di voler affondare il negoziato diplomatico in corso con l'Unione Europea sulla questione del suo programma nucleare. Il governo iraniano ha ribadito di essere pronto a rispondere con "determinazione" a tutti gli atti "sconsiderati". Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hamid Reza Asefi, citato dalle agenzie di stampa. Quella di Teheran è la risposta alle voci circolate negli ultimi giorni sui media di un possibile intervento militare Usa in Iran. "La Repubblica islamica dell'Iran risponderà con determinazione a tutti gli atti sconsiderati, potendo contare su un forte sostegno popolare e sul suo alto potenziale militare", ha detto il portavoce iraniano.

CILE

Il giudice Jorge Zepeda ha condannato rispettivamente a nove e sei anni di detenzione il colonnello in pensione Claudio Abdón Lecaros e l’ex-sottoufficiale José Basilio Muñoz Pozo per aver ucciso, nel settembre 1973, in occasione del colpo di stato orchestrato da Augusto Pinochet Ugarte, Cesario Soto González e Rubén Antonio Acevedo Gutiérrez e aver sequestrato una terza persona, che ancor oggi risulta scomparsa. Le tre vittime erano contadini arrestati dai Carabineros a Melozal, nella regione di Maule, il 15 settembre 1973 (il golpe è di quattro giorni prima); dopo essere stati fermati, González, Gutiérrez e la terza vittima, Vidal Riquelme Ibáñez, furono scortati da una pattuglia militare fino al vecchio ponte Loncomilla, dove i Carabineros decisero di applicare la cosiddetta ‘Ley de fuga’, che prevede di sparare contro qualunque detenuto tenti di sottrarsi alla custodia della legge.

INDONESIA

FORSE A GENNAIO COLLOQUI TRA IL GOVERNO DI GIACARTA E RIBELLI ACEH - L'Indonesia potrebbe svolgere colloqui formali con i ribelli separatisti della provincia di Aceh nel corso di questo mese per rafforzare la tregua in atto dopo lo tsunami. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri indonesiano, Hasan Wirayuda. La provincia di Aceh, nel nord di Sumatra, è stata devastata dal maremoto dello scorso 26 dicembre. Si tratterebbe del primo incontro tra le due parti dal fallimento della tregua del 2003. "C'è stato qualche contatto informale ad Aceh tra il governo indonesiano e i membri del Gam (acronimo indonesiano che sta per Movimento per Aceh libero)", ha detto il ministro. Il governo di Giacarta e i ribelli hanno raggiunto una tregua informale dopo la catastrofe dello scorso dicembre, che ha fatto 115.000 vittime accertate nella provincia. I colloqui sevirebbero a rafforzare "il 'gentrelemen's agreement' che è ora più o meno attuato ad Aceh", ha detto il ministro Wirayuda. Amnesty International preme sulla comunita' dei paesi donatori affinche' agisca, insieme al governo indonesiano, per garantire che vi sia pieno e illimitato accesso ad Aceh per gli operatori umanitari e i difensori dei diritti umani, che gli sfollati siano trattati nel pieno rispetto dei Principi guida delle Nazioni Unite sui profughi interni e delle altre norme internazionali riguardanti la protezione degli sfollati, che le donne e i gruppi piu' vulnerabili (come i bambini, gli anziani e le persone con disabilita') abbiano piena protezione. Amnesty sollecita anche che vi siano stretta cooperazione ed efficace coordinamento con le organizzazioni non governative locali e con altri attori della societa' civile nello sviluppo, nell'attuazione e nella valutazione dei programmi di assistenza e protezion e che sia assicurato il primato della legge e non vi sia alcuna impunita' per gli autori di violazioni dei diritti umani.

G.R. 9,30

INDONESIA

FORSE A GENNAIO COLLOQUI TRA IL GOVERNO DI GIACARTA E RIBELLI ACEH - L'Indonesia potrebbe svolgere colloqui formali con i ribelli separatisti della provincia di Aceh nel corso di questo mese per rafforzare la tregua in atto dopo lo tsunami. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri indonesiano, Hasan Wirayuda. La provincia di Aceh, nel nord di Sumatra, è stata devastata dal maremoto dello scorso 26 dicembre. Si tratterebbe del primo incontro tra le due parti dal fallimento della tregua del 2003. "C'è stato qualche contatto informale ad Aceh tra il governo indonesiano e i membri del Gam (acronimo indonesiano che sta per Movimento per Aceh libero)", ha detto il ministro. Il governo di Giacarta e i ribelli hanno raggiunto una tregua informale dopo la catastrofe dello scorso dicembre, che ha fatto 115.000 vittime accertate nella provincia. I colloqui sevirebbero a rafforzare "il 'gentrelemen's agreement' che è ora più o meno attuato ad Aceh", ha detto il ministro Wirayuda.

PALESTINA

FORZE SICUREZZA PALESTINASI ALLA FRONTIERA ISRAELIANA - Le forze di sicurezza palestinesi saranno dispiegate lungo i confini con Israele per impedire attacchi terroristici. Lo ha detto il capo dei servizi di sicurezza dell'Autorità Nazionale Palestinese."Sono in corso i preparativi per schierare lungo le frontiere gli agenti palestinesi per fermare ogni tipo di violazione", ha detto oggi il generale Abdel Razel Majaide, il capo delle forze di sicurezza palestinesi nella Striscia di Gaza, in una intervista alla radio. Il generale Majaide non ha detto quando avverrà il dispiegamento degli agenti alle frontiere. Ieri sera al valico di Kissufi, tra la Striscia di Gaza e Israele, è rimasto ucciso un agente israeliano dello Shin Bet (i servizi di sicurezza interni dello Stato israeliano) in un attentato suicida rivendicato da Hamas.

Intanto Zacarias Zubeidi, dirgente delle Brigate dei Martiri di al Aqsa nella zona di Jenin, in Cisgiordania, ha detto alla stampa locale che il gruppo sarebbe disposto a concedere un cessate il fuoco entro i limiti riconosciuti dello Stato di Israele, se a sua volta lo Israele porrà fine alle incursioni nei Territori. Abu Mazen intende integrare i membri delle Brigate al Aqsa nei servizi di sicurezza ufficiali dell'Anp, per incentivarli a deporre le armi.

IRAQ

NUMEROSI ATTENTATI DINAMITARDI A BAGHDAD QUESTA MATTINA, 8 MORTI = Otto persone sono morte nei due attentati con autobomba perpetrati questa mattina a Baghdad contro l'ambasciata australiana ed una stazione di polizia. Diverse persone sono rimaste ferite. La prima esplosione e' avvenuta intorno alle 7 ora locale presso la sede diplomatica australiana nel quartiere centrale di Jadiriyah. Due le vittime, quattro le persone rimaste ferite, nessuna delle quali di nazionalita' australiana, ha precisato una portavoce.

Meno di mezzora piu' tardi, un'altra autobomba ha colpito una stazione di polizia nel quartiere orientale di Elwiyah: sei le vittime, secondo quanto riferito da un funzionario del ministero dell'Interno

La terza autobomba a BAGHDAD: 2 MORTI, 5 FERITI - "Alle 8.30 (locali, ndr) un veicolo bianco condotto da un kamikaze ha tentato di entrare nella base al Mouthanna dall'ingresso a sud" ha detto alla France Presse un ufficiale dell'esercito, Falah Hassan. "Abbiamo accolto due morti, un civile e un soldato, e cinque feriti, tutti militari" ha confermato il dottore Qais Saad, dell'ospedale Yarmouk.

ETIOPIA-ERITREA

Sono 114 le persone morte lungo il confine tra Etiopia ed Eritrea negli ultimi 4 anni per essere saltate sulle mine antiuomo disseminate lungo la frontiera tra i due Paesi protagonisti di una guerra conclusasi con gli accordi di pace del 2000 e attualmente impegnati in un estenuante braccio di ferro politico diplomatico per la demarcazione della frontiera comune. Lo ha riferito la missione delle Nazioni Unite in Etiopia ed Eritrea (Unmee), precisando che dall'indagine (relativa ai casi registrati ufficialmente tra il 2000 e il 2004) i micidiali ordigni oltre a provocare vittime, hanno ferito gravemente (spesso provocando serie menomazioni agli arti) quasi 300 persone. La maggior parte delle vittime delle mine sono civili, spesso pastori. Nei giorni scorsi la Unmee ha esortato i due Paesi a trovare una soluzione alla disputa frontaliera che li oppone ormai da quattro anni: ". Una Commissione indipendente istituita dall'Onu ha tracciato in maniera "definitiva e irrevocabile" i nuovi confini tra i due Paesi, ma l'Etiopia continua a non riconoscere questa decisione perché ritenuta troppo sbilanciata a favore di Asmara, mentre l'Eritrea si rifiuta di rimettere nuovamente in discussione tale sentenza e per questo non dialoga neanche più con l'inviato dell'Onu. I circa 4000 'caschi blu' dispiegati presidiano una zona cuscinetto istituita lungo il confine tra i due Paesi.

EL SALVADOR

Almeno 2.000 metri quadrati del ‘Parco nacional Walter Thilo Deininnger’, riserva forestale, sono stati devastati da un incendio scoppiato lo scorso fine-settimana e ancora in corso, a causa di forti venti che hanno contribuito ad alimentare le fiamme. In un comunicato, il ministero del Turismo ha precisato che le cause sono ancora ignote, ma si presume che il rogo abbia avuto origine in una delle proprietà agricole che confinano con il tracciato del parco, situato a 35 chilometri da San Salvador, nel dipartimento centrale di Libertad. Al momento sarebbero tre i focolai ancora accesi nell’area di Palomares: fonti della protezione civile hanno riferito che le fiamme starebbero deviando verso le montagne, lasciando una scia di arbusti bruciati. "Le poche riserve protette e i boschi che abbiamo hanno subito negli ultimi giorni diversi incendi,a causa dell’incuria di persone che si dedicano per lo più allo sfruttamento indiscriminato del legname o al bracconaggio" ha detto José Martinez, funzionario del comune di San José de Villanueva, ricordando che nel parco vivono numerose specie animali, come uccelli, armadilli, piccole tigri e procioni

gror050119 (last edited 2008-06-26 09:48:33 by anonymous)