G.R. 19.30

IRAQ: NUOVI ATTENTATI E NUOVA VITTIMA DEL "FUOCO AMICO" USA

Attentato-kamikaze a nord di Baghdad,un'auto è esplosa vicino a una

pattuglia dell'esercito nella citta' di Balad. Sei civili sono

morti e altre 18 persone sono rimaste ferite. Lo hanno riferito

ufficiali dell'esercito presenti sul luogo dell'attentato. Balad e'

sulla strada tra Baghdad e Samarra, roccaforte sunnita a nord della

capitale. Con un messaggio pubblicato su internet al Qaida ha

rivendicato la responsabilità per gli attentati di Baquba, dove in

una serie di azioni, sono rimaste uccise almeno 12 persone, sette

soldati e cinque poliziotti. La notizia è stata riferita da

dirigenti medici e della polizia. Il brigadiere della polizia

Mudhafar al-Jubbori ha detto che negli assalti è stata usata

un'autobomba e tre bombe poste sul ciglio della strada. A subire

gli attacchi sono stati due posti di blocco nella città di Baquba,

situata a circa 60 chilometri a nordest di Baghdad. Lo hanno

annunciato le autorità irachene. Negli attentati, oltre ai sette

soldati e ai cinque poliziotti uccisi, altre 26 persone sono

rimaste ferite. Il capo di stato maggiore dell'esercito iracheno,

il generale curdo Babaker Badrkan Zibari, smentisce le voci che

parlano di una cattura in siria di Al Zarqawi. SOLDATO BULGARO UCCISO DA COSIDDETTO "FUOCO AMICO" USA - La morte

del mitragliere rischia di innescare per gli Stati Uniti un'altra

situazione di attrito con un governo alleato: il capo di stato

maggiore dell'Esercito di Sofia, generale Nikola Kolev, ha infatti

inviato al generale Richard Myers, capo dello stato maggiore

interforze Usa, una lettera nella quale sollecita indagini per

chiarire che cosa sia accaduto, e soprattutto per impedire che in

futuro si ripetano avvenimenti di tale gravita'. "Ho insistito con

i nostri partner della coalizione in Iraq affinche' siano adottate

d'urgenza misure per migliorare il coordinamento a tutti i

livelli", ha sottolineato a sua volta Svinarov. In ballo c'e'

appunto anche l'andamento della consultazione di giugno in

Bulgaria: i socialisti, ora all'opposizione se vinceranno, si sono

gia' impegnati come prima mossa a ritirare il contingente bulgaro

dall'Iraq.

PALESTINA: COPRIFUOCO A HEBRON

Reparti militari israeliani hanno imposto il coprifuoco nella

'casbah' di Hebron (Cisgiordania), alcune ore dopo che in quella

zona un assalitore palestinese ha ferito a colpi di arma da fuoco

due agenti della Guardia di frontiera israeliana, uno dei quali

versa in condizioni molto gravi. Secondo quanto ha riferito un

portavoce militare israeliano, un commando ha aperto il fuoco

contro gli israeliani prima di riuscire a fuggire.

LIBANO: POLEMICHE SUL RITIRO DELLE TRUPPE SIRIANE

"La Siria ne ne va", hanno cantato oggi a Beirut i 250mila

manifestanti riuniti nella piazza dei Martiri per una nuova

manifestazione contro Damasco, mentre gli altoparlanti rilanciavano

le notizie dell'accordo sul ridispiegamento di tutte le truppe

siriane nella valle della Bekaa, entro la fine di marzo. Il

comunicato diffuso al termine dell'incontro di oggi a Damasco fra

il presidente siriano Bashar Assad e quello libanese Emile Lahoud,

precisa che entro un mese dal ridispegamento nella Bekaa i due

paesi concorderanno sulla durata della permanenza delle truppe

siriane in Libano e sul loro numero. Ma l'operazione militare non

trova tutti d'accordo. Israele definisce l'annuncio del presidente

siriano "una inaccettabile misura di facciata". Il gruppo Hezbollah

replica: "siamo in stato di guerra con Israele, rifiutiamo l'idea

del ritiro". E l'alto Rappresentante Ue Javier Solana chiede "un

calendario preciso" sul ritiro. Il ridispiegamento dei militari

siriani nella valle del Bekaa dovrebbe essere la prima tappa poi

seguita da un ripiegamento completo sulla frontiera (non si sa da

quale parte). Il ritiro delle truppe siriane dal Libano sarà totale e avverà in

tempi rapidi, è questione di settimane appena. Lo dichiara,

Butheina Cha'aban, uno dei ministri più vicini al presidente

siriano. Si tratta di un ritiro completo all'interno delle

frontiere siriane e non di un ripiegamento all'interno del

territorio libanese - spiega il ministro - il ritiro verà

completato entro aprile, e cioè prima della scadenza fissata per la

presentazione del rapporto stilato dall'Onu. Sulle minacce di

nuove sansioni da parte dell'America, Cha'aban continua: La

decisione politica è presa, ed è netta. Se all'America ciò non

basta vuol dire che il vero problema non sono le forze siriane,

bensì la Siria in quanto tale.

BOLIVIA: SI DIMETTE IL PRESIDENTE

Il presidente boliviano Carlos Mesa ha presentato oggi le sue

dimissioni al Parlamento. Da giorni sindacati e contadini locali

hanno organizzato scioperi e blocchi stradali che hanno provocato

disordini soprattutto a La Paz e El Alto, non lontano dalla

capitale, contro il rincaro del prezzo dell’acqua potabile

(l’ultimo aumento del 23% è di dicembre) e la vendita del gas

all’estero. Il più povero paese del Sud America, ha sostenuto Mesa, è ormai

diventato ingovernabile a causa in particolare delle pressioni dei

sostenitori della nazionalizzazione del settore idrocarburi, la

principale ricchezza del paese. Il Parlamento, in seduta comune,

dovrebbe riunirsi rapidamente per pronunciarsi sulla dimissione del

capo dello Stato. Se la dimissione fosse accettata, il Presidente

del senato Hormando Vaca Diez assumerà la presidenza. Al potere da

15 mesi, Carlos Mesa, 51 anni, è contestato da un vasto movimento

di scioperi che sta paralizzando le strade del paese. Fra i più

attivi, i sindacati agricoli e in particolare quello dei

coltivatori di coca del dirigente indigeno Evo Morales, che

richiedono l'adozione di una legge "per recuperare" le ricchezze

del gas e del petrolio boliviane, privatizzate nel 1997. Circa

ventisei società petrolifere, fra cui la Total (Francia), Petrobras

(Brasile), British Gaz (Gran Bretagna), Exxon Mobil (USA), Repsol

(Spagna), Petrol (Argentina) detengono settanta contratti. Il gas è

la principale ricchezza della Bolivia (nove milioni di abitanti)

che possiede la seconda riserva della regione con 1.550 miliardi di

metri cubici dopo quella del Venezuela. Tuttavia, nell'ultima

votazione di venerdì, i deputati hanno rifiutato questo progetto di

legge. Morales, che dirige anche il Movimento verso il socialismo,

ha definito la decisione di Mesa "un ricatto" giacchè la sua è "una

dimissione per non cambiare nulla". Il dirigente del Aymaras,

Felipe Quispe, della Confederazione dei lavoratori contadini, ha

richiesto da parte sua un governo di transizione e nuove elezioni.

Intanto, scandendo slogan a favore del presidente, migliaia di

persone sono scese in piazza nelle principali città boliviane per

chiedere a Carlos Mesa di ritirare le sue dimissioni, annunciate

ieri in un lungo e drammatico messaggio televisivo. Mesa era stato

nominato Presidente il 17 ottobre 2003 dopo la fuga del presidente

liberale Gonzalo Sanchez de Lozada negli Stati Uniti a seguito di

una ribellione popolare repressa nel sangue, che aveva causato

almeno 80 morti e centinaia di feriti.

THAILANDIA: RIBELLI ATTACCANO LA POLIZIA

Un commando di ribelli islamici travestiti da donna ha attaccato un

posto di controllo della polizia nella provincia di Narathiwat, nel

sud della Thailandia. Nella sparatoria sono morti sul colpo due

poliziotti e uno degli assalitori, mentre un altro ribelle, ferito,

è deceduto al suo arrivo in ospedale e un terzo è stato ucciso

dagli agenti durante l’inseguimento subito dopo l’attacco.

L’episodio, accaduto ieri, è stato reso noto oggi dalla polizia. Da

oltre un anno in tre provincie meridionali della Thailandia, al

confine con la Malesia, le uniche abitate in maggioranza da

musulmani, è in corso un’insurrezione di stampo separatista

condotta da presunti gruppi estremisti islamici, che con il passare

dei mesi hanno dimostrato una crescente capacità di organizzazione

e offesa. Sarebbero arrivate a 620 le vittime degli scontri. La

testata tailandese ‘The Nation’, nella pubblicazione odierna, rende

noto che il ministero della Difesa ha annunciato la rimozione

dall’incarico di tre comandanti del quarto reggimento di armata di

stanza nel sud, ritenuti responsabili del tragico episodio di ‘Tak

Bai’ in cui 78 persone morirono soffocate perché stipate nei

cellulari dell’esercito insieme a altri centinaia di dimostranti

dopo una manifestazione di protesta dispersa con la forza. I tre,

ha precisato il dicastero, subiranno i provvedimenti disciplinari

del caso ma non saranno espulsi dalle forze armate.

SANTO DOMININGO: INCENDIO IN CARCERE, 133 MORTI

Non meno di 133 detenuti sono morti in un incendio divampato nel

carcere di Higuey (nella parte orientale della Repubblica

Dominicana) durante una rissa tra gli appartenenti a due bande

rivali. Lo ha indicato il direttore del penitenziario, Juan Ramon

del La Cruz. Il carcere, con una capienza di 200 persone, ospitava

almeno 426 detenuti. Secondo il quotidiano on line 'El Nacional',

l'incendio e' stato provocato dai detenuti, che hanno dato fuoco ai

materassi.

CONGO: DECINE DI MIGLIAIA DI STUPRI IMPUNITI

Decine di migliaia di donne e bambine sono state massacrate e

stuprate nelle regioni orientali del Congo da parte di miliziani

governativi e truppe ribelli, senza che uno solo dei delitti sia

mai stato punito. L'accusa viene da Human Rights Watch, gruppo per

la salvaguardia dei diritti umani, con sede a New York. Secondo un

rapporto di 52 pagine, le violenze sono opera di membri di

"praticamente tutti i gruppi militari e paramilitari che agiscono

nel Congo orientale". Fra le vittime, persino bambine di appena tre

anni, brutalizzate davanti ai genitori. Nel villaggio di Bunia

avvengono in media dieci stupri al giorno, e così in molte altre

località. Le violenze sistematiche contro donne e bambine - spiega

il rapporto - sono un modo per tenere soggetta la popolazione.

Dall'accusa non si salvano i caschi blu dell'Onu che dovrebbero

fare opera di stabilizzazione: anche loro si sono macchiati di

violenze sessuali nella zona, secondo Human Rights Watch. Il

sistema giudiziario della Repubblica Democratica del Congo non ha

la volontà ne' la possibilità di perseguire questi delitti, scrive

il rapporto. Mancanza di cultura che veda in questi atti delitti

gravi, leggi antiquate, mezzi scarsi rendono praticamente

impossibile perseguire i violentatori.

SUDAN

La crisi umanitaria nel Darfur è stata contenuta. Lo ha dichiarato

oggi il coordinatore per gli Aiuti umanitari delle Nazioni Unite,

Jan Egeland, in visita nella regione occidentale sudanese,

elogiando gli sforzi posti in essere dalle agenzie umanitarie e

dalle organizzazioni non governative attive sul territorio. Egeland

ha però criticato i fallimenti nel proteggere la popolazione

civile. La comunità internazionale è pronta ad inviare aiuti

umanitari ovunque nel mondo e molto rapidamente - ha detto Egeland

- ma non è in grado di dispiegare una propria forza di osservatori

in meno di un anno.

INDIA: IN KASHMIR, SEI RIBELLI UCCISI DA ESERCITO INDIANO

I soldati dell'esercito indiano hanno fatto irruzione in un covo di

ribelli nella porzione del Kashmir controllata dall'India. Nella

sparatoria che ne è nata, sei ribelli sono stati uccisi. Avvertiti

da una soffiata, i militari hanno assaltato un rifugio della

guerriglia nei pressi del villaggio Dooraswan. Lo ha confermato il

colonnello R. K. Sen, portavoce delle forze armate a Srinagar,

capitale estiva dello stato Jammu-Kashmir. Sen ha aggiunto che i

militari stanno continuando a setacciare la zona alla ricerca di

altri miliziani. Dooraswan è un remoto villaggio di montagna circa

cento chilometri a nord di Srinagar. Il portavoce ha riferito che

le vittime facevano parte di Lashkar-e-Tayyaba, un'organizzazione

militante con sede in Pakistan.

SPAGNA, CHIESTI 9.138 ANNI PER IL BOIA SCILINGO

La giustizia spagnola ha chiesto 9.138 anni di detenzione

complessivi nei confronti dell'ex capitano di corvetta Adolfo

Scilingo, sotto processo per il reato di genocidio, commesso durate

la dittatura militare argentina (1976-83). Secondo il pubblico

ministero Dolores Delgado, la pena richiesta deriva dal sommarsi

degli anni di reclusione relativi all'assassinio di trenta

oppositori del regime militare di Buenos Aires, gettati in mare da

aerei in volo, e 255 atti di terrorismo che hanno comportato il

massacro, la brutalizzazione o la scomparsa di altri oppositori.

Scilingo, 58 anni, è il primo dei presunti torturatori argentini

che vengano sottoposti a processo fuori del proprio Paese. Il

verdetto è atteso tra la fine di marzo e l'inizio di aprile.

U.E.: PARLAMENTO CONDANNA LE GRAVI BRUTALITA' POLIZIA CONTRO

DONNE TURCHE

Condanna nella maniera piu' forte della repressione di cui

sono state vittime le donne che celebravano anticipatamente la

festa dell'8 marzo in Turchia e' stata espressa dal presidente

del Parlamento europeo Josep Borrell. Aprendo la riunione plenaria

di questo mese Borrell ha detto che le immagini di violenza

commesse dalla polizia anti-sommossa e gli arresti che sono stati

operati mi impongono di ricordare nel modo piu' fermo possbile alle

autorita' turche gli impegni presi, quando nel dicembre scorso e'

stata decisa l'apertura dei negoziati di adesione di Ankara all'Ue.

Le manifestanti reclamavano un diritto che e' loro dovuto:

l'uguaglianza dei diritti uomo-donna. Il governo turco - ha

aggiunto il presidente dell'Europarlamento - deve adottare sanzioni

nei confronti degli autori di questi atti inqualificabili che sonbo

incompatibili con le ambizioni della Turchia di far parte un giorno

dell'Ue.

ROMA: Funerali di Stato per Nicola Calipari

A p. della Repubblica, davanti alla basilica di S. Maria degli

Angeli, erano presenti circa ventimila persone e le massime

autorità dello stato. I Verdi chiedono una commissione parlamentare d'inchiesta che

accerti le reali cause dell'uccisione di Nicola Calipari in Iraq.

Essa dovra' essere coadiuvata da una commissione internazionale

'autonoma ed indipendente'. 'Le notizie che provengono dagli Usa

-dice Paolo Cento- sembrano quelle di chi vuole insabbiare ed

archiviare l'accaduto come un tragico incidente'. Se cosi' fosse ci

troveremmo di fronte ad una lesione inaccettabile della sovranita'

e della dignita' nazionale'.

Milano: sulla condanna di un compagno (audio)

Il tribunale di Milano ha condannato ha 8 mesi di reclusione un

compagno per il lancio di una bottiglia Molotov contro un gazebo di

AN, il compagno era stato arrestato all'inizio della settimana,

mentre il centro sociale Vittoria distrutto da un incursione

notturna riprende le iniziative.

PALERMO: AGGIORNAMENTO SULL'IRRUZIONE POLIZIESCA DI SABATO

(audio)

Sabato sera durante una festa al centro sociale ASK di Palermo, due

agenti in borghese tentano di entrare: uno viene fermato

all'ingresso, l'altro riesce a entrare e viene poi buttato fuori.

nel frattempo si radunano davanti al cancello 4 o 5 volanti della

polizia e un paio di macchina in borghese. scendono gli agenti

mentre la gente che stava dentro esce fuori per capire cosa stesse

succedendo. scoppia il tafferuglio e qualcuno subisce colpi di

manganello. alla fine 2 compagni vengono presi e portati al

commissariato San Lorenzo mentre una cinquantina di persone si

radunavano davanti al commissariato in attesa che i due venissero

liberati.

FIAT: RIAPERTO STABILIMENTO TERMINI MA SOLO PER 15 GIORNI

E' tornato in produzione questa mattina lo stabilimento Fiat di

Termini Imerese, che restera' pero' attivo solo per 15 giorni.

Difatti dal 21 marzo e' previsto un nuovo stop lavorativo per le

1.400 tute blu siciliane che verranno messe in cassa integrazione

per 13 settimane (prima tanche dei 5 mesi previsti) per adeguare le

linee di produzione dello stabilimento siciliano ai format Lancia,

dato che da settembre dovrebbe prodursi la Ypsilon. Intanto domani,

a Palermo a palazzo d'Orleans, si terra' l'incontro fra la Regione

Sicilia, l'azienda e i sindacati, alla presenza del rappresentante

del ministero alle Attivita' produttive. Durante il vertice sara'

presentato l'accordo di programma quadro che la Regione ha stilato

e che conta di sottoporre alla firma della dirigenza del Lingotto.

Il suo contenuto e' stato oggetto del tavolo tecnico che si e'

svolto questa mattina a palazzo d'Orleans, al quale hanno preso

parte i sindacati della Fiom, Fim e Uilm, il responsabile della

task force per l'occupazione della Regione Sicilia, Salvatore

Cianciolo, il capo gabinetto dell'assessorato all'Industria, e gli

amministratori dei comuni del comprensorio di Termini Imerese dove

operano le fabbriche dell'indotto. La riunione di domani - ha

affermato Cianciolo - servira' alla Regione per verificare le

intenzioni della societa' su alcuni punti essenziali, come il

mantenimento del polo strategico di Termini e la salvaguardia

dell'indotto SASSARI, 7 MAR - E' iniziato oggi nell'aula bunker della Corte

d'Appello di Sassari il processo di secondo grado per i presunti

pestaggi avvenuti all'interno del carcere di San Sebastiano il 3

aprile di cinque anni fa. Nel corso dell'udienza, celebrata a porte

chiuse, il giudice Giovanni Antonio Tabasso ha letto la relazione

per ricostruire la vicenda e spiegare le motivazioni che avevano

portato la Procura della Repubblica di Sassari e gli avvocati

difensori a fare ricorso in Appello. Unico imputato presente, l'ex

provveditore regionale degli istituti di pena Giuseppe Della

Vecchia, difeso dagli avvocati Patrizio Rovelli e Giammario Sechi.

Nel febbraio di due anni fa il processo con il rito abbreviato era

finito con 4 anni di carcere per ciascuno dei tre principali

imputati. Oltre a Della Vecchia erano stati condannati il direttore

del carcere Cristina Di Marzio e il capo delle guardie Ettore

Tomassi. Con loro erano stati dichiarati colpevoli nove agenti di

polizia penitenziaria e il medico del carcere, condannato a quattro

mesi. Per settanta agenti era invece arrivata l'assoluzione. La

sentenza aveva lasciato tutti scontenti: sia il pubblico ministero

Gianni Caria che i difensori avevano presentato ricorso. Nel corso

della prossima udienza, fissata per il 14 marzo, la parola passera'

al Procuratore generale e agli avvocati di parte civile. Cinque

anni fa, pochi giorni dopo il presunto maxi pestaggio, erano finite

in manette 92 persone, tra agenti e funzionari del carcere

sassarese. Quasi tutti avevano scelto di essere processati con il

rito abbreviato, per nove di loro, che avevano scelto il rito

ordinario, in questi giorni si sta celebrando il processo in

Tribunale.

G.R. 13.00

LIBANO

E' iniziato a Damasco l'incontro tra il presidente lbianese Emile Lahoud e quello siriano Bashar Assad. Nel summit saranno definite le modalità e il calendario del ritiro delle truppe siriane dal paese. Dopo il vertice, secondo quanto ha detto ieri il ministero della Difesa siriano, avrà inizio il ridispiegamento delle truppe di Damasco verso la valle della Bekaa. Ma l'operazione militare non trova tutti d'accordo. Israele definisce l'annuncio del presidente siriano "una inaccettabile misura di facciata". Il gruppo Hezbollah replica: "siamo in stato di guerra con Israele, rifiutiamo l'idea del ritiro". E l'alto Rappresentante Ue Javier Solana chiede "un calendario preciso" sul ritiro. Il ridispiegamento dei militari siriani nella valle del Bekaa dovrebbe essere la prima tappa poi seguita da un ripiegamento completo sulla frontiera (non si sa da quale parte). Secondo i programmi annunciati, la prima tappa dovrà essere completata entro tre giorni. Le truppe si muoveranno dal Monte Libano e dal Libano settentrionale verso la parte orientale del Paese. Secondo un funzionario del Consiglio Supremo siriano-libanese, Assad e Lahoud si incontreranno domani per discutere alcuni dettagli dell'operazione già annunciata ieri dallo stesso presidente siriano.

PALESTINA

Reparti militari israeliani hanno imposto il coprifuoco nella 'casbah' di Hebron (Cisgiordania), alcune ore dopo che in quella zona un assalitore palestinese ha ferito a colpi di arma da fuoco due agenti della Guardia di frontiera israeliana, uno dei quali versa in condizioni molto gravi. Fonti giornalistiche israeliane aggiungono che nel corso delle perquisizioni sarebbe stato trovato un palestinese che aveva addosso una lettera di addio alla famiglia, del genere scritto spesso da kamikaze prima di partire in azione. In precedenza nella colonia israeliana di Kiryat Arba, alle porte di Hebron, gli abitanti erano stati avvertiti della possibile presenza nella zona di un kamikaze palestinese.

IRAQ

Attentato-kamikaze a nord di Baghdad,un'auto è esplosa vicino a una pattuglia dell'esercito nella citta' di Balad. Sei civili sono morti e altre 18 persone sono rimaste ferite. Lo hanno riferito ufficiali dell'esercito presenti sul luogo dell'attentato. Balad e' sulla strada tra Baghdad e Samarra, roccaforte sunnita a nord della capitale

Con un messaggio pubblicato su internet al Qaida ha rivendicato la responsabilità per gli attentati di Baquba, dove in una serie di azioni, sono rimaste uccise almeno 12 persone, sette soldati e cinque poliziotti. La notizia è stata riferita da dirigenti medici e della polizia. Il brigadiere della polizia Mudhafar al-Jubbori ha detto che negli assalti è stata usata un'autobomba e tre bombe poste sul ciglio della strada. A subire gli attacchi sono stati due posti di blocco nella città di Baquba, situata a circa 60 chilometri a nordest di Baghdad. Lo hanno annunciato le autorità irachene. Negli attentati, oltre ai sette soldati e ai cinque poliziotti uccisi, altre 26 persone sono rimaste ferite.

SOLDATO BULGARO UCCISO DA COSIDDETTO "FUOCO AMICO" USA - La morte del mitragliere rischia di innescare per gli Stati Uniti un'altra situazione di attrito con un governo alleato: il capo di stato maggiore dell'Esercito di Sofia, generale Nikola Kolev, ha infatti inviato al generale Richard Myers, capo dello stato maggiore interforze Usa, una lettera nella quale sollecita indagini per chiarire che cosa sia accaduto, e soprattutto per impedire che in futuro si ripetano avvenimenti di tale gravita'. "Ho insistito con i nostri partner della coalizione in Iraq affinche' siano adottate d'urgenza misure per migliorare il coordinamento a tutti i livelli", ha sottolineato a sua volta Svinarov. In ballo c'e' appunto anche l'andamento della consultazione di giugno in Bulgaria: i socialisti, ora all'opposizione se vinceranno, si sono gia' impegnati come prima mossa a ritirare il contingente bulgaro dall'Iraq.

KUWAIT

Centinaia di attiviste hanno manifestato oggi davanti alla sede del Parlamento a Kuwait city dove e' in corso l'esame di una richiesta del governo per accelerare il dibattito sul progetto di legge che concede alle donne kuwaitiane i diritti politici. Piu' di 400 persone, in maggioranza donne, e dei simpatizzanti, issavano striscioni con scritte per chiedere la concessione dei diritti politici alle donne. Tra le donne che manifestavano alcune portavano il niqab, cioe' il velo che copre interamente il viso. Il gruppo islamico, formato da 13 deputati sunniti, ha manifestato ieri la sua opposizione alla richiesta del governo, dato che secondo lui la questione dei diritti della donna non costituisce una priorita' per la maggioranza del popolo kuwaitiano.

DAGHESTAN

Due presunti militanti di una non precisata organizzazione estremista sono stati uccisi a Khasavyurt, nel Daghestan, in un'operazione delle forze speciali russe. L'operazione e' ancora in corso per la ricerca di altri tre estremisti riusciti che sono riusciti a fuggire dalla casa in cui e' scattato il blitz dopo una soffiata. Un agente del ministero degli interni e' rimasto ferito, secondo quanto hanno reso noto fonti del governo della repubblica caucasica della Federazione russa, senza aggiungere altri dettagli.

TAILANDIA

Un commando di ribelli islamici travestiti da donna ha attaccato un posto di controllo della polizia nella provincia di Narathiwat, nel sud della Thailandia. Nella sparatoria sono morti sul colpo due poliziotti e uno degli assalitori, mentre un altro ribelle, ferito, è deceduto al suo arrivo in ospedale e un terzo è stato ucciso dagli agenti durante l’inseguimento subito dopo l’attacco. L’episodio, accaduto ieri, è stato reso noto oggi dalla polizia. Da oltre un anno in tre provincie meridionali della Thailandia, al confine con la Malesia, le uniche abitate in maggioranza da musulmani, è in corso un’insurrezione di stampo separatista condotta da presunti gruppi estremisti islamici, che con il passare dei mesi hanno dimostrato una crescente capacità di organizzazione e offesa. Sarebbero arrivate a 620 le vittime degli scontri. La testata tailandese ‘The Nation’, nella pubblicazione odierna, rende noto che il ministero della Difesa ha annunciato la rimozione dall’incarico di tre comandanti del quarto reggimento di armata di stanza nel sud, ritenuti responsabili del tragico episodio di ‘Tak Bai’ in cui 78 persone morirono soffocate perché stipate nei cellulari dell’esercito insieme a altri centinaia di dimostranti dopo una manifestazione di protesta dispersa con la forza. I tre, ha precisato il dicastero, subiranno i provvedimenti disciplinari del caso ma non saranno espulsi dalle forze armate.

SUDAN

La crisi umanitaria nel Darfur è stata contenuta. Lo ha dichiarato oggi il coordinatore per gli Aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Jan Egeland, in visita nella regione occidentale sudanese, elogiando gli sforzi posti in essere dalle agenzie umanitarie e dalle organizzazioni non governative attive sul territorio. Egeland ha però criticato i fallimenti nel proteggere la popolazione civile. La comunità internazionale è pronta ad inviare aiuti umanitari ovunque nel mondo e molto rapidamente - ha detto Egeland - ma non è in grado di dispiegare una propria forza di osservatori in meno di un anno.

G. R. 10.00

LIBANO

Il ritiro delle truppe siriane dal Libano sarà totale e avverà in tempi rapidi, è questione di settimane appena. Lo dichiara, in un'intervista a 'la Repubblica', Butheina Cha'aban, uno dei ministri più vicini al presidente siriano. Si tratta di un ritiro completo all'interno delle frontiere siriane e non di un ripiegamento all'interno del territorio libanese - spiega il ministro - il ritiro verà completato entro aprile, e cioè prima della scadenza fissata per la presentazione del rapporto stilato dall'Onu. Sulle minacce di nuove sansioni da parte dell'America, Cha'aban continua: La decisione politica è presa, ed è netta. Se all'America ciò non basta vuol dire che il vero problema non sono le forze siriane, bensì la Siria in quanto tale. Il fatto è che restano soltanto da stabilire i dettagli tecnici dell'operazione. E su chi sostituirà le forze siriane in Libano, il ministro conclude dovrebbe subentrare l'esercito libanese. Ma se l'Onu vuole condividere una parte della responsabilità, che sia. Aspettiamo l'inviato Roed-Larsen questa settimana. La decisione spetta al Libano: a noi spetta soltanto il ritiro delle nostre truppe.

IRAQ

Sono almeno otto i morti provocati dai violenti scontri scoppiati oggi a Baquba, citta' situata 65 chilometri a nord di Baghdad e compresa nel famigerato 'Triangolo Sunnita'. Secondo fonti ospedaliere, infatti, oltre a sette membri delle forze governative avrebbe perso la vita anche un civile. Ignoti guerriglieri hanno dapprima attaccato con armi automatiche e granate un gruppo di soldati regolari nel sobborgo occidentale di al-Mouradiyah, uccidendone cinque; sei commilitoni delle vittime hanno subito lesioni. Quindi gli assalitori hanno fatto saltare in aria un'auto-bomba nel vicino quartiere di al-Moualimeen mentre stava sopraggiungendo un convoglio di veicoli della polizia, che intendeva portare rinforzi ai militari: un passante e due agenti sono rimasti uccisi, ulteriori undici persone sono state ferite, e tra esse cinque civili. Baquba, a popolazione mista sunnita e sciita, e' sovente teatro di operazioni dei ribelli.

Un altro sequestro di di un uomo d'affari giordano, un civile: si tratta, per la cui liberazione i rapitori hanno chiesto il pagamento di un riscatto dall'importo equivalente a 250.000 dollari. A darne notizia e' stato uno dei fratelli della vittima da Amman.

Soldati americani hanno arrestato 52 persone oggi nel corso di perquisizioni nel sud di Baghdad, mentre marine Usa accompagnati da soldati iracheni hanno arrestati diversi ribelli in una moschea piu' a sud.Circa 500 soldati della 3.a divisione di fanteria e della 82.a divisione aerotrasportata hanno compiuto rastrellamenti alla ricerca di sospetti implicati in attacchi contro l'esercito americano. Nel corso di questa operazione nella zona agricola di Dura, alla periferia sud di Baghdad, in un edificio sono state arrestate 52 persone, tra cui 39 tra donne e bambini. Un attacco a meno di un chilometro da questa edificio era costato la vita ad alcuni soldati Usa della 3.a divisione di fanteria

Il capo di stato maggiore dell'esercito iracheno, il generale curdo Babaker Badrkan Zibari, smentisce le voci che parlano di una cattura in siria di Al Zarqawi. Se conoscessi dove sta, sarei andato a prenderlo e fino a quando non l'abbiamo catturato io non parlerò". Così risponde alle domande dei giornalisti il capo dello stato maggiore congiunto dell'esercito iracheno. Lo scrive il quotidiano panarabo edito a Londra Al Sharq Al Awsat.

PALESTINA

Due israeliani sono stati feriti in un attacco vicino alla Tomba del Patriarca, a Hebron. Uno di loro, gravemente. Secondo quanto ha riferito un portavoce militare israeliano, un commando ha aperto il fuoco contro gli israeliani prima di riuscire a fuggire.

La citta' cisgiordana di Hebron (150 mila abitanti) e' stata subito isolata dall'esercito israeliano. Perlustrazioni sono in corso nella 'Casbah' della citta', secondo fonti locali. Lo stato di allerta e' stato proclamato anche nella vicina colonia ebraica di Kiryat Arba dove gli abitanti hanno appreso che un suicida potrebbe essere pronto ad entrare in azione. La sparatoria di oggi a Hebron ha esasperato gli animi fra i coloni ebrei della citta' che in un comunicato stampa hanno accusato il governo di Ariel Sharon di aver messo a repentaglio la loro vita con le continue concessioni ai palestinesi. Il passaggio sotto totale controllo dell'Anp di alcune citta' cisgiordane e' in questi giorni una delle questioni che sono dibattutte dai dirigenti israeliani e palestinesi. Ieri fonti palestinesi hanno reso noto che gia' martedi' l'Anp potrebbe assumere il controllo di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale.

Un palestinese e' rimasto ucciso la scorsa notte nella citta' cisgiordana di Ramallah, secondo quanto riferisce il quotidiano della Autorita' nazionale palestinese 'al-Hayat al-Jadida'. La vittima e' stata identificata in Fadi Jabarin Shobakye, 23 anni, un membro dell'Apparato di intelligence dell'Anp. Secondo il giornale questi si e' trovato coinvolto in una aspra sparatoria con un reparto della difesa civile cittadina. Le ragioni della disputa non sono state precisate.

BOLIVIA

Il presidente della Bolivia, Carlos Mesa, ha annunciato poche ore fa che oggi presenterà le sue dimissioni al Parlamento, a causa delle manifestazioni che stanno bloccando il Paese. Da giorni sindacati e contadini locali hanno organizzato scioperi e blocchi stradali che hanno provocato disordini soprattutto a La Paz e El Alto, non lontano dalla capitale, contro il rincaro del prezzo dell’acqua potabile (l’ultimo aumento del 23% è di dicembre) e la vendita del gas all’estero. L’annuncio di dimissioni è stato definito “un ricatto” da Morales, che ha accusato Mesa di “incapacità di risolvere i problemi del Paese”. Nell’ottobre del 2003 Mesa era vicepresidente quando prese il posto di Gonzalo Sánchez de Lozada, costretto alle dimissioni da analoghe proteste contro la vendita del gas all’estero; in quella circostanza le proteste di massa vennero sedate in modo violento dalle forze dell’ordine, che a El Alto – sobborgo abitato da strati molto poveri della popolazione sulle alture intorno a La Paz – uccisero almeno 67 persone e ne ferirono centinaia.

MOLDOVA

il Partito Comunista filo-occidentale ha vinto le elezioni in Moldova con circa il 99 per cento dei voti già scrutinati, conquistando la maggioranza parlamentare. Il gruppo di Vladimir Voronin ha ottenuto il 46% delle preferenze, una percentuale però insufficiente per la rielezione del presidente.

gror050307 (last edited 2008-06-26 10:07:12 by anonymous)