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Appunti e note redazionali

g.r. 19.30

primo piano:

editoriale :

La morte di papa Wojtila fa spettacolo

altre esteri

Sudan: incontro a Karthum tra ribelli del sud e governo

Nepal: sciopero generale proclamato dalla guerriglia maoista

Angola: epidemia di febbre emorragica

altre Italia:

Fiat: CIG per tre mesi

U.E.: riviste al ribasso le stime economico del governo italiano


Petrolio oltre i 58 dollari

Il prezzo del petrolio oggi a New York ha toccato un nuovo record storico: 58 dollari al barile. Il movimento è sostenuto dalla speculazione finanziaria sull'industria di raffinazione Usa. Anche il Brent (mare del Nord) ha aggiornato il nuovo massimo assoluto a 58,15 $.

Il presidente dell’Opec, lo sceicco Ahmad al-Fahd al-Sabah, ha dichiarato che i ministri del cartello hanno cominciato le consultaizoni telefoniche per un eventuale aumento della produzione di petrolio di 500 mila barili al giorno, effettiva a maggio. A metà marzo l'Opec ha aumentato la produzione di 500 mila barili a 27,5 milioni di barili al giorno per raffreddare i prezzi, che invece continuano a macinare record. Secondo la banca d'affari Goldman Sachs, il greggio potrebbe superare i 100 dollari.

Le stime precedenti fissavano un prezzo massimo a 80 dollari al barile. Secondo la banca potrebbe essere iniziato un ciclo pluriennale di prezzi alti, tali da ridurre in modo significativo i consumi e abbassare i prezzi. Negli anni 70, ulla scia dell'embargo saudita e della rivoluzione iraniana, il forte aumento dei prezzi del petrolio trascinarono l'economia mondiale in una fase recessiva determinando un calo della domanda che durò diversi anni. Nei primi tre mesi del 2005 il prezzo è salito del 28%, sulla scia della rapida crescita della domanda di greggio da parte delle economie emergenti dell'Asia e da parte degli Stati Uniti.

Iraq, autobomba contro il carcere di Abu Ghraib

Scontri tra insorti e polizia in Arabia Saudita

Aljazeera said clashes were still going on as insurgents hurled grenades at police from their hideout in al-Ras in the al-Qassim region, 350km northwest of the Saudi capital Riyadh. At least one Saudi police officer was shot dead on Sunday and another 15 had been wounded by midday. Other sources said a total of 35 security personnel had been wounded.

The firefight erupted about 8am (0500 GMT) in the city of al-Ras after security forces surrounded several wanted men in a neighbourhood called al-Jawazat, a security source in Riyadh said. The gun battles began early on Sunday morning and dragged on into the night. The incident came less than a month after a suspected al-Qaida member was arrested along with two of his companions, after a heavy gun battle, on 13 March in the Red Sea city of Jedda. Violence blamed on al-Qaida since May 2003 has killed 90 civilians, according to official figures. Thirty-nine members of the security forces and 92 fighters have also been killed.

ARGENTINA: UNA SETTIMANA DI PROTESTA SINDACALE PER CHIEDERE AUMENTO SALARI MINIMI

È cominciata oggi la settimana di mobilitazione nazionale indetta dalla centrale dei lavoratori argentini (Cta) per chiedere una più equa distribuzione della ricchezza nel Paese e l’aumento del salario minimo dagli attuali 600 pesos (circa 200 dollari) a 760 pesos (circa 60 dollari statunitensi in più). “È immorale che 100 bambini al giorno muoiano di fame, quando i grandi gruppi economici guadagnano la bellezza di 479 dollari al minuto, come nel caso delle 10 imprese più importanti attive in Argentina” ha detto il segretario generale della sigla sindacale, Víctor De Gennaro, per motivare lo sciopero che, in un centinaio di città in tutto il Paese, nei prossimi giorni sarà realizzato sia sotto forma di astensione dal lavoro sia di manifestazioni di strada. De Gennaro ha anche anticipato che il prossimo 1° maggio delegazioni dei lavoratori di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay si incontreranno nella zone chiamata ‘Triple Frontera’ per rilanciare la politica di integrazione latinoamericana di fronte alle pressioni crescenti degli Stati Uniti nei confronti dei governi e dell’economia dei Paesi latinoamericani

REGIONI: 4/A PROIEZ., LAZIO e PUGLIA esito incerto

Regionali, per la quarta proiezione Nexus il centrosinistra conquisterebbe Piemonte, Lazio, Liguria, Abruzzo e Calabria, oltre a mantenere Emilia, Toscana, Umbria, Marche e Campania. In Puglia e' un testa a testa tra Vendola e Fitto entrambi al 49,4%. In bilico figurano anche il Piemonte con la candidata del centrosinistra Bresso in vantaggio solo dell'1,4% sull'uscente Ghigo e il Lazio con Marazzo in vantaggio dello 0,4% su Storace. In Liguria, Abruzzo e Calabria invece i tre candidati del centrosinistra sono oltre il 50% di preferenze. Il centrodestra che prima governava in 8 regioni su 13, se i dati venissero confermati, scenderebbe cosi' a 2 su 13 senza computare la Puglia. Nelle cinque regioni in cui il centrosinistra si conferma in Emilia, Toscana, Umbria e Campania sono in netto vantaggio gli uscenti Vasco Errani, Claudio Martini, Maria Rita Lorenzetti e Antonio Bassolino. Nelle Marche, dove il centrosinistra non ha ripresentato Vito D'Ambrosio, Gian Mario Spacca dell'Unione e' al 58,8%.

Vigevano: raid fascista (audio)


La morte di papa Wojtila fa spettacolo

In questi giorni i mass media mandano essenzialmente una sola notizia: la morte del papa (prima la sua agonia, ora i riti funebri). Viene imposto ancora una volta, ma in una misura mai vista prima, il “culto della morte”: con indubbio successo, dato che ottiene una vastissima adesione di massa, sia in Italia che all’estero (un esempio per tutti: i tre giorni di lutto nazionale proclamati a Cuba da Fidel Castro). Assistiamo qui alla conferma di due cose: 1) il potere si fonda essenzialmente sulle paure delle masse, e soprattutto sul bisogno di esorcizzare la morte, attraverso riti che rafforzano e confermano il rapporto dominatori/dominati; 2) la dimensione smisurata, planetaria, del cordoglio per la morte di Karol Wojtila, è la diretta conseguenza del sapiente utilizzo dei mass media da parte del papa polacco per supportare la sua politica a livello mondiale (pensiamo soltanto agli innumerevoli suoi viaggi in tutto il mondo) e, allo stesso tempo, del sempre più marcato asservimento dei media ai poteri forti, tra i quali indubbiamente c’è anche il Vaticano.

La resa del pensiero laico di fronte al predominio culturale della chiesa cattolica e della linea imposta da questo papa è vergognosa e preoccupante: il binomio guerra & religione si rafforza ulteriormente, nonostante una apparente contrapposizione (il papa che proclama a più riprese il ripudio e la condanna della guerra) che comunque non ostacola gli eserciti. Di fronte alla potenza di manipolazione delle coscienze oggi dispiegata, il lavoro di un pensiero critico e antagonista, agnostico e ateo, è senz’altro immane, ma non può essere trascurato. Altrimenti, nessun cambiamento dello “stato di cose presenti” sarà mai realizzabile.


ESTERI

SUDAN: SUD SUDAN: KHARTOUM E SPLA DISCUTONO NUOVA COSTITUZIONE

È arrivata ieri a Khartoum, capitale del Sudan, una delegazione degli ex indipendentisti meridionali dell'Esercito-Movimento di liberazione popolare del Sudan (Spla-m) che avrà il compito di incontrarsi con esponenti del governo per implementare lo storico accordo di pace siglato lo scorso gennaio e con cui le parti hanno messo fine a una guerra ventennale. La stampa locale e internazionale sottolinea che la priorità nell'agenda dei lavori è rappresentata dall'accordo su una nuova costituzione, un passo con cui si aprirà la strada alla formazione di un governo di coalizione formato da esponenti dell'esecutivo di Khartoum e membri del Spla. La delegazione degli indipendentisti sud sudanesi è composta da un centinaio di esponenti ed è guidata dal ex comandante sul campo James Wani. In base all’intesa raggiunta a gennaio, e già ratificata da entrambi i protagonisti, durante la transizione il governo di unità nazionale (al leader dello Spla, John Garang, toccherà la vice-presidenza) resterà in carica per sei anni e mezzo. Successivamente per il Sud è previsto un referendum in cui la popolazione si dovrà esprimere su un'eventuale indipendenza. L’accordo prevede anche l’applicabilità della legge islamica solo al nord, un’intesa sulla distribuzione dei proventi petroliferi e un accordo sul dispiegamento delle forze militari (che non saranno unificate, o lo saranno solo parzialmente) nei vari settori del Paese. Dal 1983, il complesso conflitto sud sudanese - spesso rappresentato solo come un contrasto religioso tra il Nord (arabo e musulmano) e il Sud (abitato da popolazioni nere a prevalenza cristiana e animista), ma in realtà fortemente legato agli interessi internazionali sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi di cui sono ricche le aree contese - ha provocato un numero imprecisato di vittime soprattutto per fame e malattie: le stime correnti si spingono oltre i due milioni, indicando anche nel doppio il numero di profughi e sfollati. Nonostante le pressioni, nell’intesa per la pace al Sud non si fa riferimento all’altro conflitto in corso nella remota regione occidentale sudanese del Darfur dal febbraio 2003, proprio mentre Nord e Sud del Paese andavano ricomponendo le ventennali fratture

NEPAL: ANCORA VITTIME DELLA GUERRIGLIA E NUOVO SCIOPERO GENERALE

Un’esplosione ha ucciso una persona e ne ha ferite altre due in una località turistica del Nepal occidentale mentre i ribelli maoisti, attivi dal 1996 per rovesciare la monarchia costituzionale e procedere a una radicale riforma agraria, indicevano per oggi un nuovo sciopero generale in tutto il Paese. Come ha riferito la polizia, un ordigno lasciato ieri notte dagli estremisti in un mercato di Pokhara, 200 chilometri a ovest della capitale Kathmandu, ha causato la morte di uno studente di scuola superiore, mentre altre due persone sono state ricoverate in ospedale. Nelle stesse ore l’esercito nepalese sosteneva di aver ucciso almeno tre ribelli a Dang, circa 400 chilometri a sudovest di Kathmandu. I militari hanno intensificato le operazioni contro la guerriglia da quando, il primo febbraio scorso, il re Gyanendra ha dichiarato lo stato di emergenza, licenziato l’esecutivo e nominato uno nuovo di suo gradimento e fatto arrestare decine di politici e attivisti, sostenendo che il suo ‘colpo di mano’ era minato a sconfiggere una volta per tutte la ribellione. Come risposta i guerriglieri hanno iniziato oggi uno sciopero generale che ha bloccato diverse autostrade, ma nella capitale centinaia di camion e autobus hanno sfidato il divieto di circolazione facendosi scortare da blindati dell’esercito. Molti uffici sono però rimasti chiusi e si teme che lo sciopero, che dovrebbe durare 11 giorni, blocchi l’afflusso dei generi alimentari dalle campagne alle città, facendone rialzare i prezzi.

ANGOLA: EPIDEMIA FEBBRE EMORRAGICA, SALE IL NUMERO DELLE VITTIME

È salito a 146 il numero delle vittime causate dall'epidemia di febbre emorragica provocata dal virus di Marburg, simile a quello di Ebola, che dalla fine di ottobre ha colpito la provincia nord-orientale di Uige, in Angola. Il nuovo bilancio è stato diffuso dal ministero della Sanità angolano, il quale ha sottolineato che dallo scorso giovedì a oggi si sono registrati venti i nuovi casi mortali. Secondo i resoconti delle autorità sanitarie locali, il 75% delle vittime è composto da bambini di età inferiore ai 5 anni. Il ministero angolano ha fatto anche sapere che l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha inviato 20 esperti medici nella provincia di Uige, vicina al confine con la Repubblica democratica del Congo, dove per il momento sembra essere concentrata l'epidemia. In base al nuovo bilancio, l'epidemia provocata dal virus di Marburg in Angola è la più letale che si sia mai registrata in Africa. Molti dei Paesi circostanti hanno preso misure d'allerta sanitaria eccezionali per contenere la diffusione dell'epidemia, anche se finora non si sono registrati casi all’esterno dell’Angola. Il virus, che si trasmette al contatto con liquidi organici, provoca febbre alta, dolori muscolari, emorragie e può portare alla morte in poco tempo.[


ITALIA

FIAT: CIG A MIRAFIORI NEI PROSSIMI 3 MESI

Cassa integrazione nei prossimi mesi di maggio, giugno e luglio negli stabilmenti torinesi di Mirafiori carrozzeria e presse, a causa del calo delle vendite di vetture. Il ricorso alla Cig, comunicato oggi dall'azienda alle organizzazioni sindacali, riguarda questa volta anche gli impiegati della Fiat: circa 1.500 persone, di cui 1.300 a Torino, "la cui attivita' si e' ridotta - e' stato riferito dal Lingotto - in conseguenza dei minori volumi di produzione".

BRUXELLES - Stime Ue al ribasso sull'Italia: Insufficienti le misure addizionali

Il Pil secondo la Commissione crescerà solo dell'1,2% nel 2005 e dell'1,7% nel 2006. Deficit/Pil 2005-2006 al 3,6% e al 4,6% Almunia: "Sarà necessario adottare provvedimenti".

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime economiche sull'Italia. L'incremento del Pil per il 2005 viene stimato dell'1,2% (dall'1,8% valutato in precedenza, per il 2005 e il 2006) e dell'1,7% l'anno successivo. Un aumento, sottolinea la Commissione, "al di sotto della media dell'eurozona". Inoltre "in assenza di misure addizionali", il rapporto deficit-pil dell'Italia salirà al 3,6% nel 2005 e al 4,6% nel 2006 sforando quindi in modo consistente il tetto del 3%. E questo perché la Commissione ha effettuato una valutazione "più prudente" di alcune misure incluse nella Finanziaria 2005, come le ulteriori spese e il taglio delle tasse. "Il finanziamento previsto di queste misure addizionali" giudica la Commissione, "è valutato insufficiente rispetto a quanto stimato ufficialmente; la situazione dell'Italia è molto difficile, con un tasso di crescita del Pil tra i più bassi e con un livello di debito pubblico tra i più elevati insieme con la Grecia".

In ogni caso, il governo non pensa a nuove misure una tantum: "Il governo conferma la propria politica economica, impostata sulla riduzione strutturale della spesa corrente". Quanto al debito pubblico italiano, nel 2005 secondo le stime Ue sarà al 105,6% del Pil, lievemente inferiore rispetto al 2004, 105,8%, ma potrebbe risalire al 106,3% nel 2006. risultato più alto del 2,9%.

Gr 13:00

IRAQ

Eletto presidente del parlamento iracheno

A oltre due mesi dalle elezioni del 30 gennaio e dopo un difficile scontro politico tra i neo eletti, il nuovo parlamento iracheno ha eletto ieri il proprio portavoce: si tratta di Hajem Al Hassani, già ministro dell'industria, sotto di lui due vice: un curdo e uno sciita. E mercoledì prossimo i 275 nuovi deputati saranno chiamati a scegliere il presidente dello Stato, che a sua volta designerà il premier.

Intanto proseguono le azini della guerriglia: ucciso un marine a Baiji. Questa mattina il comando militare Usa in Iraq ha annunciato la morte di un marine, avvenuta ieri mattina Baiji, una cittadina 200 chilometri a nord di Baghdad, e causata dall’esplosione di un ordigno collocato a bordo strada. Sale così a 1.537 il numero dei caduti Usa dall’inizio della guerra in Iraq.

ISRAELE scaricherà i suoi rifiuti nei territori occupati palestinesi

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, il governo di Israele ha deciso di scaricare i rifiuti del paese nei territori occupati della Cisgiordania, minacciando le già scarse fonti idriche palestinesi. Il progetto è stato avviato malgrado i trattati internazionali proibiscano a uno Stato occupante di sfruttare i territori che occupa, a meno che non ne tragga beneficio la popolazione locale. Al contrario, il programma prevede di scaricare diecimila tonnellate mensili di rifiuti nella vecchia cava di Abu Susha, situata fra Nablus e la colonia di Kedumim, il che – secondo esperti ambientali locali – minaccia di inquinare le falde acquifere del posto.

VENEZUELA Chavez vuole addestrare 1,5 milioni di riservisti

Il presidente venezuelano Hugo Chavez, ha annunciato di voler mettere a punto un piano per addestrare nelle tattiche militari e nell'uso delle armi almeno 1,5 milioni di riservisti per difendere la sovranità nazionale di fronte ad una eventuale minaccia esterna. Nel corso della sua tradizionale trasmissione domenicale 'Alò presidente!', il capo dello Stato venezuelano ha spiegato che spera di poter contare su "un milione e mezzo o addirittura due milioni di riservisti organizzati, addestrati ed adeguatamente equipaggiati, pronti - così ha detto Chavez - a difendere insieme al popolo la sovranità e la grandezza di questa terra".

Arabia Saudita - Soldati uccidono 8 persone ritenute integraliste dopo assedio di 24 ore

Continua la silenziosa guerra del governo saudita contro i gruppi integralisti che minacciano la stabilità della monarchia petrolifera. Questa mattina nella città di al-Rass (provincia settentrionale di Al-Qassim), dopo un assedio durato oltre 24 ore, le forze di sicurezza hanno assaltato un nascondiglio in cui si erano asserragliati un gruppo di persone definiti dalla polizia saudita “terroristi” eliminandone almeno otto. Tutto era iniziato ieri mattina, quando l’esercito saudita aveva circondato e rastrellato le abitazioni di al-Ras. Una ventina di militari feriti nell'azione: uno di loro sarebbe anche deceduto.

ALGERIA

Tre gendarmi e una guardia comunale sono rimasti uccisi e 11 persone ferite in un attentato nella regione di Boumerdes, 60 km a est di Algeri. L'azione e' stata attribuita al "Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento". Le vittime facevano parte di un convoglio militare che viaggiava sull'autostrada quando gli attentatori hanno lanciato una bomba artigianale costringendo le auto a fermarsi. Poi, hanno aperto il fuoco sul convoglio.

NEPAL

Attentati nell'ovest, mentre continua sciopero generale

Uno studente universitario è morto ieri nell'esplosione di una bomba fatta scoppiare dai guerriglieri nella cittadina turistica occidentale di Pokhara, nell'ovest del paese. Altre tre persone sono rimaste gravemente ferite. L'attentato (che segue quello di venerdì a Nepalgunj, un morto e 19 feriti) è probabilmente dovuto al fatto che in questa località non era stato rispettato l'appello allo sciopero generale di undici giorni dichiarato sabato scorso dalla guerriglia contro l'autoritaria e repressiva monarchia di re Gyanendràs, che un mese fa ha compiuto un golpe bianco dando inizio ad arresti di massa tra gli attivisti dell'opposizione democratica. Lo sciopero ormai si sta facendo sentire sui prezzi dei beni alimentari. La guerra civile nepalese, iniziata nel 1996, ha causato fino ad oggi oltre 11 mila morti.

Kirghizistan

L'ex presidente del Kirghizistan Askar Akaiev, ha firmato le dimissioni dalla carica. La cerimonia si è svolta all'ambasciata kirghiza a Mosca. La decisione, dopo ore di negoziati, risolve un aspro conflitto istituzionale spianando la strada alle elezioni presidenziali che le opposizioni andate al potere hanno fissato per il 26 giugno.

SUDAN

Il governo sudanese ha annunciato di aver respinto in maniera ufficiale la risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu che prevede che i responsabili dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur, la regione occidentale sudanese teatro da oltre due anni di scontri e violenze, siano giudicati di fronte al Tribunale penale internazionale (Tpi) dell'Aja. In un documento diffuso al termine di una riunione di gabinetto a cui ha partecipato anche il presidente Omar Hassan el Beshir, si sottolinea che è stata creata una commissione speciale incaricata di affrontare le modalità "con cui affrontare questa situazione". Il ministro dell'informazione sudanese Abdel-Basit Sabdarat, secondo una nota riportata dall'agenzia egiziana Mena, ha spiegato che la risoluzione "viola" la sovranità nazionale e "complicherà ulteriormente i problemi del Darfur, mandando ai ribelli un segnale sbagliato". Intanto il ministro degli esteri egiziano, Ahmed Abul Gheit, ha annunciato che i capo di Stato e di governo di cinque Paesi africani (Sudan, Egitto, Ciad, Libia e Nigeria) si incontreranno il 20 aprile prossimo per discutere di Darfur a Sharm el Sheik.

ZIMBABWE

“Sono state elezioni libere e credibili e riflettono la volontà del popolo”: con queste parole, che si riferiscono alla schiacciante vittoria del presidente Robert Gabriel Mugabe e del suo partito Zanu-Pf nelle elezioni parlamentari di domenica scorsa, una pesante pietra è stata posta sulle proteste e denunce di brogli dell’opposizione e su quelle provenienti dall’estero - soprattutto da Washington e da Londra - da Phumzile Mlambo-Ngcuka, capo della Southern African Development Community ( comunità di sviluppo dell’Africa australe). Lo stesso giudizio è stato espresso dagli osservatori elettorali dell’Unione Africana e dalle delegazioni governative di Zambia, Mozambico, Malawi and Sudafrica. Mugabe, che ha 81 anno, è stato rieletto nel 2002 e resta in carica fino al 2008, scherzando con i giornalisti ha detto che a questo punto andrà in pensione quando avrà raggiunto “l’età di un secolo”. Nel parlamento appena eletto composto da 150 seggi, nonostante la crisi economica del Paese e l’isolamento e ostracismo attuato dall’Occidente, lo Zanu-Pf ha ottenuto una vittoria schiacciante, assicurandosi 78 seggi elettivi e 30 di nomina presidenziale; il Movimento per il cambiamento democratico del sindacalista Morgan Tsvangirai, che Mugabe ritiene poco più che un fantoccio di Londra e di centri di potere esterni al Paese, ne ha ottenuti in tutto 41, soprattutto da distretti elettorali urbani, perdendone 16 rispetto alle elezioni del 2002. Ora Mugabe e il suo partito potranno facilmente modificare la Costituzione e spingere per l’attuazione della riforma agrari; la “questione della terra” , soprattutto quella che rimane in mano ai latifondisti bianchi, resta al centro di tutti i problemi del Paese.

GIAPPONE

Il Giappone vuole piu' contatti con la Nato. Lo ha espresso il premier Koizumi in colloqui con il segretario generale Nato de Hoop Scheffer. 'Il Giappone desidera trovare terreni in cui cooperare con la Nato nell' opera di ricostruzione dell'Afghanistan', ha detto Koizumi, oltre che nella lotta contro il terrorismo internazionale e contro la proliferazione di armi nucleari, chimiche e biologiche.

GERMANIA

Scontro a fuoco nel carcere tedesco - Rivolta nel carcere di Naumburg, nella zona orientale della Germania, conclusa senza spargimento di sangue. Due detenuti, condannati per atti di violenza, hanno preso in ostaggio due impiegati. La polizia è riuscita a liberarli e a bloccare i rivoltosi.

NIENTE SCIOPERI????

Commissione garanzia chiede rinvio scioperi - Il presidente della Commissione di garanzia Martone ha chiesto la sospensione di tutti gli scioperi proclamati nei trasporti fino al 15 aprile, in occasione delle cerimonie previste per la morte del Papa e l'afflusso dei fedeli nella capitale. Per stamane prevista la segretaria unitaria di Cgil, Cisl e Uil per valutare come differire la protesta.


Gr 9:30

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gror050404 (last edited 2008-06-26 09:58:19 by anonymous)