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'''referendum procreazione''' Il referendum sulla procreazione assistita è fissato per domenica 12 e lunedì 13 giugno. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri dopo una riunione-lampo a Palazzo Chigi. A rendere note le date è stato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu: si voterà per tutta la giornata di domenica e per metà giornata di lunedì. Gli orari saranno poi fissati per decreto, anche se lo stesso Pisanu ipotizza domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15. Il governo, ha detto il ministro dell'Interno, ha fissato quella data per "eliminare l'impatto negativo sull'anno scolastico" che chiude prima, e "evitare il ponte del 2 giugno che certamente potrebbe distrarre i cittadini". Pisanu ha sottolineato, tra l'altro, come dei sedici referendum tenuti finora nel nostro paese, otto si siano tenuti nel mese di giugno. In quanto all'eventualità di fissare il referendum per il 29 maggio - come richiesto dal comitato promotore - Pisanu ha spiegato che per l'emanazione di un decreto legge "non c'è la necessaria unanimità politica, né tra le forze di maggioranza né tra quelle di opposizione". Nessun dettaglio su quali siano state le forze politiche di opposizione contrarie ad anticipare il voto: "Le consultazioni che ho tenuto - ha spiegato il ministro - erano riservate". Ma Arturo Parisi della Margherita smentisce il ministro: "Noi avevamo espresso una preferenza per fine maggio. Non so a che posizioni si riferisca il ministro Pisanu quando fa riferimento a opinioni differenti nell'opposizione". Fra le prime reazioni, quella dei Radicali: una scelta, il 12 giugno, che rappresenta un "atto di arroganza basato su un calcolo sbagliato. Le elezioni del Lazio avrebbero dovuto insegnare che il cardinale Ruini non sposta voti". Lo dicono Daniele Capezzone, Marco Cappato e Rita Bernardini: "la scelta del governo è pessima, gravissima, irragionevole, peraltro fondata su tesi giuridicamente e politicamente risibili. A fare loro eco, il presidente dei deputati di Rifondazione comunista, Franco Giordano, che parla di "un imbarazzante tiro alla fune giocato dal governo con le sue componenti interne", "a discapito della volontà dei cittadini" e auspica "un immediato ripensamento per correggere una scelta grave e illiberale". La deputata Ds Gloria Buffo mette in evidenza lo slittamento della data del referendum "a un weekend di mezza estate. Fino a ieri questa destra invocava il popolo sovrano, adesso spera che il popolo vada al mare. Evidentemente, dopo le elezioni regionali - conclude - la paura delle urne fa novanta..." Per quel che riguarda, infine, il rischio di 'elettori fantasma', Pisanu ha sottolineato come il governo abbia avviato "uno scrupoloso lavoro di ripulitura degli elenchi degli italiani all'estero, per garantire che i nomi che figurano negli elenchi dei consolati italiani corrispondano esattamente a quelli presenti negli elenchi anagrafici". |
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Gr 19:30
Sommario:
Iraq
Cina
Colombia
Ponte sullo Stretto
Mercanti d'armi italiani
In primo Piano: finisce l'era Allawi
Con il giuramento oggi del Presidente Talabani e dei suoi due vicepresidenti l'Iraq si è avviato verso un nuovo governo, che sarà presieduto da Ibrahim Jaafari. L'annuncio è stato dato oggi dallo stesso leader sciita, prima che Talabani lo annunciasse ufficialmente. Jaafari ha promesso di varare una compagine all'altezza della situazione. "Sarà il governo di tutti gli iracheni, sceglierò elementi di alto profilo senza preoccuparmi troppo se sono sciiti, curdi o sunniti", ha affermato. L'esponente sciita, candidato dall'Alleanza degli iracheni uniti, ha detto anche che prima di chiedere il ritiro delle truppe della Forza multinazionale, ci vorrà la certezza che l'Iraq è in grado di garantire da solo la sicurezza interna. Il premier incaricato si è detto fiducioso di poter completare la formazione del governo nel giro di un paio di settimane. Nel frattempo in governo di Allawi, che ha dato oggi le sue dimissioni, sbrigherà gli affari correnti.
In una intervista a «Il Sole 24 Ore», Fatah Bakker, l'uomo più vicino al nuovo presidente iracheno, afferma che "nell'agenda del presidente Talabani il primo punto è la sicurezza. Il secondo è la ricostruzione". "È la prima volta che un curdo viene scelto per la presidenza -spiega Bakker- questo vuol dire che i curdi non sono più considerati cittadini di serie B come è sempre stato negli anni di Saddam. Ma Talabani è chiamato ora a rappresentare tutti gli iracheni". Sempre secondo Bakker, la lista dei ministri dovrebbe essere annunciata tra due-tre giorni, e sarà formata sempre su base tribale, che Bakker definisce "rispetto delle minoranze", con quindi la rappresentanza di tutte le componenti nella società irachena. Conferma quindi il coinvolgimento di tutti i partiti democratici sunniti, necessario per arrivare ad una vera pacificazione. E come detto dal nuovo primo ministro, anche per Talabani gli americani dovranno rimanere fino a quando non ci saranno le condizioni minime di sicurezza. Ma già ieri Talabani aveva fatto una importante distinzione tra gli iracheni "che hanno preso le armi per ragioni patriottiche, contro la presenza di forze straniere" che "sono nostri fratelli, con i quali è possibile dialogare e arrivare a una soluzione" e i "criminali alleati di Al qaeda".
Secondo un quotidiano iracheno, Al Mashreq, proprio nei giorni scorsi il ministro della difesa iracheno Hazim Shalaan si sarebbe incontrato con uno dei massimi esponenti dell'Esercito di Maometto, uno dei gruppi della guerriglia, per cercare un accordo per la pacificazione di alcune zone a nord di Baghdad. È quanto sostiene il quotidiano iracheno , stando al quale al faccia a faccia era presente anche un generale americano identificato come David Patrios, pare un consulente del ministero della difesa. Finora non vi sono conferme di sorta, nè da parte irachena nè statunitense. L'incontro, stando al giornale, sarebbe stato organizzato da influenti leader tribali della regione compresa tra Ramadi e Kirkuk, a nord di Baghdad, stanchi e esasperati dalle continue violenze. L'Esercito di Maometto si sarebbe detto interessato a un accordo ma avrebbe posto condizioni precise: la riammissione nei ranghi del nuovo esercito iracheno degli ufficiali delle forze armate del deposto regime, l'allontanamento della forza multinazionale da tutte le città della regione e la fine della campagna contro il Baath, il partito al potere con Saddam Hussein.
Editoriale
Dopo le elezioni di fine gennaio, gli attacchi della guerriglia irachena sembravano in diminuzione, tanto che il mese di marzo e' stato quello con meno vittime americane, dall'inizio della guerra. In questa prima settimana di aprile, pero', l'insurrezione irachena contro l'occupazione sembra aver ripreso vigore, come mostrano gli attentati dei giorni scorsi alla prigione di abu graib. Inoltre, ora molti attacchi della guerriglia non sono piu' rivolti contro i militari americani, ma contro le stesse forze dell'ordine irachene, i poliziotti e i soldati incaricati di tenere sotto controllo le strade delle citta'. Secondo il colonnello Thomas X Hammes, con questo ritmo la guerriglia potrebbe durare altri dieci anni, almeno, sulla base di altre situazioni analoghe del passato, come l'occupazione della Malesia da parte degli inglesi. Altri focolai di tensione potrebbero poi nascere. A Kirkuk per esempio, fonti militari americane riferiscono del timore di una possibile guerra civile tra la comunita' curda e quelle arabe e turcomanne. Le tensioni interetniche infatti stanno aumentando, in quanto gli occupanti della citta', capoluogo di una regione ricchissima di petrolio, stanno dando tutte le posiizoni politiche di rilievo ad esponenti curdi.
Le forze d'occupazione e il governo iracheno stanno comunque utilizzando tutte le tecniche per indebolire la guerriglia. L'ultima trovata e' mediatica: ogni sera, in prima serata, la tv di stato irachena trasmette interviste a guerriglieri arrestati, che mostrano evidenti segni di torture. Con queste trasmissioni, le autorita' sperano di indurre la popolazione a conoscere meglio le carattersitiche della guerriglia e a riferire eventuali sospetti alle forze dell'ordine.
NOTIZIE BREVI
ESTERI
Nuovo premier iracheno
Il leader radicale sciita Ibrahim al Jaafari ha detto di essere stato scelto oggi ufficialmente come prossimo primo ministro iracheno e che formerà un nuovo governo nell'arco di una o due settimane. Funzionari hanno detto che il precedente premier ad interim, Iyad Allawi, ha presentato formalmente le proprie dimissioni per permettere a Jaafari di insediarsi. Jafaari -- per decenni oppositore in esilio di Saddam Hussein -- è il primo premier dell'Iraq a essere eletto democraticamente negli ultimi 50 anni.
Attaccati i Tir
Un convoglio di camion cisterna è stato attaccato dalla guerriglia irachena che viaggiava sotto scorta militare, vicino a Tikrit, uccidendo gli autisti di due tir. La polizia locale ha precisato che il convoglio è stato assaltato poco prima della mezzanotte di ieri in una zona a 110 chilometri a nord della capitale Baghdad.
Corea del Sud ritira 270 soldati
Il governo della Corea del Sud ha deciso di ritirare dalle regioni kurde dell'Iraq 270 soldati, in seguito ad un ridispiegamento delle truppe. Attualmente i soldati sudcoreani in Iraq sono circa 3500. Dopo USA e GB, la Corea del Sud e' infatti lo stato con il contingente piu' grande in Iraq.
Colombia, Farc all'attacco
Diciassette militari colombiani sono stati uccisi in una imboscata tesa dai ribelli delle Forze armate rivoluzionarie (Farc). Lo ha riferito il generale Reinaldo Castellanos, comandante dell'esercito colombiano. L'attacco e' stato perpetrato dal decimo fronte dei ribelli delle Farc che ha piazzato esplosivi su una strada che collega le localita' di Fortul e Tame (a 400 chilometri da Bogota') da cui doveva passare la pattuglia. La Corporazione Colectivo de abogados José Alvear Restrepo ha reso noto all'opinione pubblica nazionale ed internazionale il Rapporto delle organizzazioni non governative di diritti umani che hanno viaggiato lo scorso sabato 2 aprile, verso le zone umanitarie di Jiguamiando con il fine di verificare la scomparsa o la detenzione dei 5 difensori di diritti umani, membri della Commissione Interecclesiale Justicia y Paz.
Cina
Nei primi tre mesi dell'anno gli incidenti in miniera sono aumentati del 20% rispetto al 2004, arrivando a contare già 1.113 vittime: sono i dati diffusi da Li Yinzhong, ministro per la sicurezza sul lavoro e indicano un' inversione di tendenza rispetto all'anno precedente in cui c'era stata una leggera flessione. Il ministro ha ammesso che a concorrere al problema degli incedenti mortali nelle miniere di carbone è la pressione per una maggiore produzione in un Paese in pieno sviluppo e affamato di risorse energetiche ma ha voluto anche sottolineare la responsabilità delle società proprietarie delle miniere, in gran parte piccole miniere private ma anche molte di proprietà statale, che non adempiono alle misure di sicurezza e di prevenzione che Pechino negli ultimi anni ha progressivamente imposto. Secondo dati ufficiali nel 2004 quasi 6000 persone sono decedute in incidenti minerari, ma stime non ufficiali, che includono anche lo stillicidio di vittime nelle piccole miniere abbandonate e illegali, alzano il bilancio a 20.000 morti.
ITALIA
Ponte sullo Stretto
La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulle procedure "troppo sprigative" di Valutazione di impatto ambientale. Tre le persone indagate. A denunciare le presunte irregolarità Legambiente, che ora chiede di sospendere tutte le procedure di gara.
Affari d'oro per i mercanti di armi
http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=53760
referendum procreazione
Il referendum sulla procreazione assistita è fissato per domenica 12 e lunedì 13 giugno. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri dopo una riunione-lampo a Palazzo Chigi. A rendere note le date è stato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu: si voterà per tutta la giornata di domenica e per metà giornata di lunedì. Gli orari saranno poi fissati per decreto, anche se lo stesso Pisanu ipotizza domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15.
Il governo, ha detto il ministro dell'Interno, ha fissato quella data per "eliminare l'impatto negativo sull'anno scolastico" che chiude prima, e "evitare il ponte del 2 giugno che certamente potrebbe distrarre i cittadini". Pisanu ha sottolineato, tra l'altro, come dei sedici referendum tenuti finora nel nostro paese, otto si siano tenuti nel mese di giugno.
In quanto all'eventualità di fissare il referendum per il 29 maggio - come richiesto dal comitato promotore - Pisanu ha spiegato che per l'emanazione di un decreto legge "non c'è la necessaria unanimità politica, né tra le forze di maggioranza né tra quelle di opposizione". Nessun dettaglio su quali siano state le forze politiche di opposizione contrarie ad anticipare il voto: "Le consultazioni che ho tenuto - ha spiegato il ministro - erano riservate".
Ma Arturo Parisi della Margherita smentisce il ministro: "Noi avevamo espresso una preferenza per fine maggio. Non so a che posizioni si riferisca il ministro Pisanu quando fa riferimento a opinioni differenti nell'opposizione".
Fra le prime reazioni, quella dei Radicali: una scelta, il 12 giugno, che rappresenta un "atto di arroganza basato su un calcolo sbagliato. Le elezioni del Lazio avrebbero dovuto insegnare che il cardinale Ruini non sposta voti". Lo dicono Daniele Capezzone, Marco Cappato e Rita Bernardini: "la scelta del governo è pessima, gravissima, irragionevole, peraltro fondata su tesi giuridicamente e politicamente risibili.
A fare loro eco, il presidente dei deputati di Rifondazione comunista, Franco Giordano, che parla di "un imbarazzante tiro alla fune giocato dal governo con le sue componenti interne", "a discapito della volontà dei cittadini" e auspica "un immediato ripensamento per correggere una scelta grave e illiberale". La deputata Ds Gloria Buffo mette in evidenza lo slittamento della data del referendum "a un weekend di mezza estate. Fino a ieri questa destra invocava il popolo sovrano, adesso spera che il popolo vada al mare. Evidentemente, dopo le elezioni regionali - conclude - la paura delle urne fa novanta..."
Per quel che riguarda, infine, il rischio di 'elettori fantasma', Pisanu ha sottolineato come il governo abbia avviato "uno scrupoloso lavoro di ripulitura degli elenchi degli italiani all'estero, per garantire che i nomi che figurano negli elenchi dei consolati italiani corrispondano esattamente a quelli presenti negli elenchi anagrafici".
Siparietto:
Gr 13:00
COLOMBIA: STERMINATI 17 MILITARI IN IMBOSCATA DELLE FARC
Diciassette militari sono stati sterminati ieri in un'imboscata tesa da guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia nella provincia di Arauca. I ribelli del decimo fronte Farc hanno fatto detonare una mina al passaggio di una pattuglia lungo la strada tra Fortul e Tame, circa 400 km a nordest della capitale Bogota', non distante dalla frontiera con il Venezuela. I militari sopravvissuti alla deflagrazione sono stati finiti con un proiettile alla nuca, ha riferito il comandante dell'Esercito.
Procreazione, oggi la data Al voto il 29 maggio?
Il Consiglio dei ministri è stato sospeso e riaggiornato alle 16,30 di oggi pomeriggio per affrontare la questione del referendum sulla procreazione assistita. A riferirlo, all'uscita da Palazzo Chigi, è il ministro della Funzione Pubblica Baccini. Stamane gli esponenti del comitato promotore dei referendum sulla procreazione assistita hanno incontrato il presidente del Consiglio e gli hanno chiesto che la data fissata per la consultazione popolare sia quella del 29 maggio, "per favorire la partecipazione al voto".
Prostituzione
Scoperta dai carabinieri di Firenze un'organizzazione che arruolava donne nell'Est Europa impiegandole come entreneuse nei night della Toscana. Ventidue le misure cautelari in corso di esecuzione nei confronti per lo piu' di indagati italiani. Lorganizzazione si sarebbe avvalsa della collaborazione di analoghe associazioni criminali russe, rumene ed estoni. Gli indagati avrebbero falsificato i documenti, per fare ottenere alle giovani straniere permessi di soggiorno per turismo. LA STAZIONE TERMINI SARA' INTITOLATA A GIOVANNI PAOLO II E' ufficiale. La stazione Termini di Roma sara' intitolata a Giovanni Paolo II. Ad annunciarlo e' stato il presidente e amministratore delegato delle Ferrovie Elio Catania accogliendo la proposta del sindaco di Roma Walter Veltroni.
ESTERI COLOMBIA: STERMINATI 17 MILITARI IN IMBOSCATA DELLE FARC Diciassette militari sono stati sterminati ieri in un'imboscata tesa da guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia nella provincia di Arauca. I ribelli del decimo fronte Farc hanno fatto detonare una mina al passaggio di una pattuglia lungo la strada tra Fortul e Tame, circa 400 km a nordest della capitale Bogota', non distante dalla frontiera con il Venezuela. I militari sopravvissuti alla deflagrazione sono stati finiti con un proiettile alla nuca, ha riferito il comandante dell'Esercito. ITALIA Prostituzione Scoperta dai carabinieri di Firenze un'organizzazione che arruolava donne nell'Est Europa impiegandole come entreneuse nei night della Toscana. Ventidue le misure cautelari in corso di esecuzione nei confronti per lo piu' di indagati italiani. LGr 9:30
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