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LETTERA DEL ‘SUBCOMANDANTE' MARCOS

“Non stiamo pianificando né valutando la ripresa dei combattimenti militari offensivi”: lo scrive il ‘subcomandante’ Marcos in una “lettera di spiegazioni” alla società civile nazionale e internazionale dopo aver decretato lunedì scorso lo stato di ‘allerta rossa’ in tutti i territori zapatisti. “Dalle montagne del Sudest Messicano” Marcos ricorda le origini dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) e annuncia una “novità” nella vita del movimento. “Noi viviamo nell'ultimo angolo di questo Paese che si chiama Messico. In quest'angolo che si chiama Popoli Indios” esordisce Marcos, aggiungendo: “Stiamo lottando per non morire e non smettere di essere indigeni. Abbiamo lottato, vivi ed indigeni, per essere parte di questa Nazione che si è sollevata sulle nostre spalle; della quale siamo stati i piedi (quasi sempre scalzi) con i quali ha camminato nei suoi momenti decisivi”. Prosegue ‘El sub’: “In qualcuno dei comunicati dei giorni scorsi, l'abbiamo informata che abbiamo avviato una consultazione interna. Presto avremo i risultati e glieli faremo conoscere”. In conclusione, Marcos scrive: “Chi troverà nel suo cuore un'eco, anche piccola, della nostra nuova parola e si sentirà chiamato dalla strada, il passo, forse il ritmo, la compagnia e la destinazione che sceglieremo, forse deciderà di rinnovare il suo appoggio (o partecipare direttamente)... sapendo che sarà ‘un'altra cosa’. Così. Senza inganni, senza doppiezze, senza ipocrisie, senza bugie”. Diversi osservatori politici messicani concordano nel sostenere che quello di Marcos è il più efficace ‘manifesto politico’ della recente storia messicana, forse in vista delle elezioni presidenziali del 2006. Secondo l’analisi di ‘Proceso’, il più diffuso settimanale politico messicano, se le forze politiche tradizionali hanno scelto di correre “al centro”, l’Ezln “si terrà a sinistra, con un movimento che non include solo gli zapatisti indigeni, ma tutti i settori che non si ritrovano in nessun altro schieramento e sono sparsi su tutto il territorio nazionale”.

**** Elezioni presidenziali in Iran E' il giorno del ballottaggio

Nonostante non siano stati del tutto fugati i dubbi di brogli elettorali, oggi a Teheran si sono aperti i seggi per il ballottaggio tra Rafsanjani e l'ultraconservatore sindaco della capitale, Mahmoud Ahmadinejad. In Italia erano le 6.30 (le 9 del mattino in Iran), quando la macchina elettorale si è rimessa in moto, a distanza di una settimana, per decidere chi sarà il presidente. Nei 41.071 seggi si potrà votare fino alle 19 locali, le 16.30 italiane, ma in caso di necessità la loro apertura potrebbe essere prolungata fino alla mezzanotte, se il ministero dell'Interno lo riterrà opportuno ed emanerà il decreto necessario. I risultati ufficiali non si conosceranno prima di domani.

Venerdì scorso l'affluenza era stata fra il 62 e il 63%, anche a causa degli appelli al boicottaggio di esponenti riformisti. Questa volta potrebbe essere più alta: si ritiene che molti riformisti e moderati voteranno per Rafsanjani, pur di bloccare Ahmadinejad.

L'esito della votazione appare tuttavia molto incerto. Rafsanjani, 70 anni, conservatore pragmatico, ha promesso aperture economiche e migliori rapporti con l'Occidente, ai quali dovrebbero seguire anche riforme democratiche. L'ultraconservatore sindaco di Teheran Mahmoud Ahmadinejad, 49 anni, vuole un'applicazione più severa delle regole islamiche nella società e una politica più dura verso l'Occidente.

Con Rafsanjani sono le classi medio-alte urbanizzate, imprenditori e affaristi e larghi settori del regime, conservatori o riformisti, contrari ad un nuovo corso rivoluzionario che metterebbe in pericolo troppi interessi. Con Ahmadinejad dovrebbero schierarsi vaste classi di poveri, disoccupati ed emarginati, che non hanno beneficiato delle ancor timide riforme economiche degli ultimi anni.

Alla vigilia delle elezioni sono state annunciate decine di arresti per irregolarità nel primo turno, venerdì scorso, dopo che un candidato non ammesso al ballottaggio, Mehdi Karrubi, aveva denunciato brogli a favore di Ahmadinejad. **** Mucca pazza: nuovo caso in Rep.Ceca

(ANSA) - PRAGA, 24 GIU - Un secondo caso di mucca pazza in dieci giorni e' stato individuato nella Repubblica Ceca in test preliminari. La mucca, che aveva 6 anni, proveniva da una fattoria della regione di Semily nel nord. Se anche i controlli daranno risultato positivo, saranno abbattute altre cento mucche. Dall'inizio del 2001 in Repubblica ceca sono state esaminate 770 mila mucche e sono stati accertati 20 casi di animali affetti da encefalopatia bovina spongiforme.

****«L'Italia vive oltre le sue possibilità»

«In altri tempi si sarebbe parlato della necessità di un regime di austerità». Condoni negativi, spesa sanitaria fuori controllo

«L'Italia da molto tempo vive al di sopra dei propri mezzi anche a causa delle tentazioni del consumismo». È la fotografia del Paese eseguita dal procuratore generale della Corte dei conti, Vincenzo Apicella, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per il 2004. Apicella ha aggiunto che «in altri tempi si sarebbe parlato della necessità di ricorrere a un regime di austerità. Oggi non sarebbe possibile: appare invece più attuale operare una più attenta e responsabile politica di spesa pubblica e privata». Apicella si richiama inoltre «a un rafforzamento dei valori professionali ma anche etici, del lavoro sia pubblico che privato». PREOCCUPA AUMENTO DEFICIT-DEBITO - Il prodotto interno lordo continua a diminuire «con intensità analoga a quella segnata nel quarto trimestre del 2004 (-0,5%)», ha illustrato il procuratore generale. Inoltre «le proiezioni per il 2005 indicano una preoccupante tendenza all'aumento del deficit». Nel 2005 il rapporto deficit/pil potrebbe avvicinarsi al 4%, ammonisce la Corte dei conti (i parametri di Maastricht impongono di non superare il 3%). CONDONI LIMITANO RISCOSSIONE TRIBUTI - Giudizio severo della Corte dei conti al sistema di riscossione dei tributi che appare «deludente»: i concessionari hanno riscosso solo il 5% dell'ammontare netto riscuotibile. Apicella accusa i condoni e le sanatoria varate dal governo Berlusconi: «Sanatorie, condoni e i provvedimenti di riforma non solo ridimensionano gli importi accertati, ma impediscono controlli e valutazioni corretti sull’intera procedura e sui vari segmenti di attività».

SANITÀ FUORI CONTROLLO - Apicella lancia un allarme stringente sulle spese sanitarie: «Nonostante gli sforzi fatti la sanità delle 3T (tetti di spesa, tagli e ticket) non ha dato i risultati sperati. Senza un notevole recupero di efficienza, si prevede un deficit di almeno 2,5 miliardi di euro, dovuto anche all’assistenza gratuita agli immigrati». «Emerge una netta linea di tendenza: la spesa statale è in netta diminuzione, mentre quella di regioni, province e comuni è in forte ascesa».

PENSIONI: «DRASTICHE DECISIONI» - Per le pensioni sono necessarie «più che mai, drastiche decisioni, quelle che l'allungarsi della vita media attiva richiedono», ha sottolineato Apicella. «Occorre che sia ristabilito un più equilibrato rapporto tra vita attiva e quella coperta da pensione».


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LETTERA DEL ‘SUBCOMANDANTE' MARCOS

“Non stiamo pianificando né valutando la ripresa dei combattimenti militari offensivi”: lo scrive il ‘subcomandante’ Marcos in una “lettera di spiegazioni” alla società civile nazionale e internazionale dopo aver decretato lunedì scorso lo stato di ‘allerta rossa’ in tutti i territori zapatisti. “Dalle montagne del Sudest Messicano” Marcos ricorda le origini dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) e annuncia una “novità” nella vita del movimento. “Noi viviamo nell'ultimo angolo di questo Paese che si chiama Messico. In quest'angolo che si chiama Popoli Indios” esordisce Marcos, aggiungendo: “Stiamo lottando per non morire e non smettere di essere indigeni. Abbiamo lottato, vivi ed indigeni, per essere parte di questa Nazione che si è sollevata sulle nostre spalle; della quale siamo stati i piedi (quasi sempre scalzi) con i quali ha camminato nei suoi momenti decisivi”. Prosegue ‘El sub’: “In qualcuno dei comunicati dei giorni scorsi, l'abbiamo informata che abbiamo avviato una consultazione interna. Presto avremo i risultati e glieli faremo conoscere”. In conclusione, Marcos scrive: “Chi troverà nel suo cuore un'eco, anche piccola, della nostra nuova parola e si sentirà chiamato dalla strada, il passo, forse il ritmo, la compagnia e la destinazione che sceglieremo, forse deciderà di rinnovare il suo appoggio (o partecipare direttamente)... sapendo che sarà ‘un'altra cosa’. Così. Senza inganni, senza doppiezze, senza ipocrisie, senza bugie”. Diversi osservatori politici messicani concordano nel sostenere che quello di Marcos è il più efficace ‘manifesto politico’ della recente storia messicana, forse in vista delle elezioni presidenziali del 2006. Secondo l’analisi di ‘Proceso’, il più diffuso settimanale politico messicano, se le forze politiche tradizionali hanno scelto di correre “al centro”, l’Ezln “si terrà a sinistra, con un movimento che non include solo gli zapatisti indigeni, ma tutti i settori che non si ritrovano in nessun altro schieramento e sono sparsi su tutto il territorio nazionale”.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Elezioni presidenziali in Iran E' il giorno del ballottaggio

Nonostante non siano stati del tutto fugati i dubbi di brogli elettorali, oggi a Teheran si sono aperti i seggi per il ballottaggio tra Rafsanjani e l'ultraconservatore sindaco della capitale, Mahmoud Ahmadinejad. In Italia erano le 6.30 (le 9 del mattino in Iran), quando la macchina elettorale si è rimessa in moto, a distanza di una settimana, per decidere chi sarà il presidente. Nei 41.071 seggi si potrà votare fino alle 19 locali, le 16.30 italiane, ma in caso di necessità la loro apertura potrebbe essere prolungata fino alla mezzanotte, se il ministero dell'Interno lo riterrà opportuno ed emanerà il decreto necessario. I risultati ufficiali non si conosceranno prima di domani.

Venerdì scorso l'affluenza era stata fra il 62 e il 63%, anche a causa degli appelli al boicottaggio di esponenti riformisti. Questa volta potrebbe essere più alta: si ritiene che molti riformisti e moderati voteranno per Rafsanjani, pur di bloccare Ahmadinejad.

L'esito della votazione appare tuttavia molto incerto. Rafsanjani, 70 anni, conservatore pragmatico, ha promesso aperture economiche e migliori rapporti con l'Occidente, ai quali dovrebbero seguire anche riforme democratiche. L'ultraconservatore sindaco di Teheran Mahmoud Ahmadinejad, 49 anni, vuole un'applicazione più severa delle regole islamiche nella società e una politica più dura verso l'Occidente.

Con Rafsanjani sono le classi medio-alte urbanizzate, imprenditori e affaristi e larghi settori del regime, conservatori o riformisti, contrari ad un nuovo corso rivoluzionario che metterebbe in pericolo troppi interessi. Con Ahmadinejad dovrebbero schierarsi vaste classi di poveri, disoccupati ed emarginati, che non hanno beneficiato delle ancor timide riforme economiche degli ultimi anni.

Alla vigilia delle elezioni sono state annunciate decine di arresti per irregolarità nel primo turno, venerdì scorso, dopo che un candidato non ammesso al ballottaggio, Mehdi Karrubi, aveva denunciato brogli a favore di Ahmadinejad.

Guantanamo, detenuti 'ai tropici'

Vice presidente Usa Cheney, 'ma che gulag, non si lamentino'

Macche' gulag di stampo sovietico: i carcerati di Guantanamo non dovrebbero lamentarsi, perche' vivono ai tropici. A sostenerlo e' il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, che, in una intervista alla Cnn, ribadisce che gli Stati Uniti non hanno l'intenzione di chiudere il carcere, dove sono detenuti, in una sorta di limbo giuridico, circa 520 cosiddetti 'combattenti nemici' degli Stati Uniti, essenzialmente taleban afghani.

Psicologi e psichiatri hanno aiutato chi interrogava i detenuti di Guantanamo, consigliandoli sui modi di accrescere il loro livello di stress e sfruttare le loro paure. Lo scrive oggi il New York Times, che cita alcuni anonimi interrogatori .

PENTAGONO HA SCHEDATO 30 MILIONI DI STUDENTI, POLEMICA

Il Pentagono ha schedato 30 milioni di studenti americani di eta' compresa tra i 16 e i 18 anni per identificare potenziali volontari da reclutare. La schedatura, che comprende nomi, date di nascita, indirizzi e-mail, numeri di polizze della sicurezza sociale, pagelle, campi di studi e altre informazioni, e' stata avviata nel 2003 ma solo ora ne e' stata data notizia. Le organizzazioni per la tutela della privacy hanno denunciato una violazione del Privacy Act, la legge che limita la raccolta di dati personali dei cittadini da parte dell'Amministrazione Usa. In particolare si sostiene che il Dipartimento della Difesa si sarebbe dovuto rivolgere direttamente agli studenti per ottenere i dati anziche' consultare i registri pubblici o chiederli alle societa' private specializzate e non avrebbe dovuto attendere due anni prima di darne notizia come impone il Privacy Act. Ma il Pentagono ribatte che la raccolta dati (attualmente in archivio ci sono 12 milioni di schede) e' indispensabile per poter contattare le potenziali reclute e mantenere le forze armate su base interamente volontaria. Tra l'altro, i problemi di reclutamento si sono accresciuti negli ultimi due anni a causa della guerra in Iraq.

IRAQ: ATTACCO SUICIDA CONTRO CONVOGLIO MARINES, VITTIME

Un'autobomba e' esplosa nei pressi di un convogloio dei marines americani a Falluja. Lo hanno riferito fonti militari statunitensi, precisando che l'attentato avvenuto ieri sera avrebbe fatto alcune vittime. Nessun altro dettaglio e' stato fornito per il momento dall'esercito americano.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Elezioni presidenziali in Iran E' il giorno del ballottaggio

Nonostante non siano state del tutto fugati i dubbi di brogli elettorali, oggi a Teheran si sono aperti i seggi per il ballottaggio tra Rafsanjani e l'ultraconservatore sindaco della capitale, Mahmoud Ahmadinejad. In Italia erano le 6.30 (le 9 del mattino in Iran), quando la macchina elettorale si è rimessa in moto, a distanza di una settimana, per decidere chi sarà il presidente. Nei 41.071 seggi si potrà votare fino alle 19 locali, le 16.30 italiane, ma in caso di necessità la loro apertura potrebbe essere prolungata fino alla mezzanotte, se il ministero dell'Interno lo riterrà opportuno ed emanerà il decreto necessario. I risultati ufficiali non si conosceranno prima di domani

Nel primo turno la sopresa è stata l'esclusione dei candidati riformisti: sono stati il pragmatico ayatollah Akbar Hashemi Rafsanjani, già capo dello Stato fra l'89 e il '97, e a sorpresa l'ultra-conservatore sindaco di Teheran, Ahmadinejad a ottenere le preferenze necessarie per andare al ballottaggio.

In mattinata Rafsanjani, che negli ultimi giorni aveva abbandonato il basso profilo per intraprendere una campagna a tutto campo in stile quasi 'occidentale', ha dichiarato che la consultazione si presenta "molto combattuta", con i due pretendenti vicinissimi; e tuttavia si è detto piuttosto ottimista circa l'esito in quanto, ha sottolineato, è fiducioso di essere "in lieve vantaggio" sull'avversario.

Venerdì scorso l'affluenza era stata fra il 62 e il 63%, anche a causa degli appelli al boicottaggio di esponenti riformisti. Questa volta potrebbe essere più alta: si ritiene che molti riformisti e moderati voteranno per Rafsanjani, pur di bloccare Ahmadinejad.

CINA: 536 MORTI PER INONDAZIONI E FRANE NEL 2005 SI PREVEDONO ALTRE FORTI PIOGGE

E' di 536 morti il bilancio dei morti quest'anno in Cina per inondazioni e frane provocate dalle forti piogge, e il maltempo potrebbe ancora colpire nei prossimi giorni il sud del Paese. Lo riferiscono i media di Pechino, precisando che almeno 100 persone sono morte nell'ultima settimana nelle area devastate dalle alluvioni delle province meridionali del Fujan, Guangdong e Guangxi.

ITALIA

Immigrati: 219 sbarcati a Lampedusa

Sono complessivamente 219 -tra cui 30 donne (alcune incinte) e 8 bambini- i clandestini soccorsi 38 miglia a Sud Est di Lampedusa. Un primo gruppo di 148 immigrati e' stato fatto salire a bordo di due unita' veloci della Guardia di Finanza; gli altri sono stati fatti salire su una motovedetta della Guardia Costiera. Il Centro di prima accoglienza di Lampedusa continua dunque ad essere sovraffollato, sfiorando ormai le mille presenze a fronte di una capienza massima di 190 persone.

TURISTA COMPRA OCCHIALI DA 10 EURO PER STRADA, MULTATA CON 3333

E' costato caro il paio di occhiali da sole che una turista danese in vacanza in Riviera aveva acquistato sul lungomare di Ventimiglia da un venditore ambulante di colore: per dieci euro di spesa ne dovra' sborsare altri 3.333 di multa.

Durante i controlli straordinari compiuti dagli agenti del commissariato, coordinati dal vicequestore aggiunto Salvatore Rossi, e' stata fermata la turista Kirsten Lorsen, 60 anni, che in questi giorni sta trascorrendo un periodo di riposo insieme al marito tra la Riviera Ligure di Ponente e la Costa Azzurra. La donna, che aveva appena acquistato gli occhiali dall'ambulante, riuscito invece ad eclissarsi, e' stata multata di diecimila euro, sanzione che potra' pagare nella misura ridotta di 3.333 euro se sborsati entro due mesi. La questione dell'abusivismo era stata al centro nei giorni scorsi di una riunione del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico in Prefettura a Imperia presieduto dal prefetto Maurizio Maccari.

Berlusconi ai dirigenti di Fi "Io, picchiato dai comunisti..."

Risale a molti anni fa l'ostilità di Silvio Berlusconi per i comunisti. Il presidente del Consiglio si lascia andare ai ricordi e, davanti alla platea di coordinatori e dirigenti di FI al cinema Capranica, parlando dei "grandi mali del secolo", il nazismo e il comunismo, torna con la memoria alla sua gioventù. "Anch'io - racconta Berlusconi secondo quanto hanno riferito alcuni partecipanti all'incontro - quando ero appena dodicenne, studente dai Salesiani, una sera andai ad attaccare i manifesti per la Dc. Erano i famosi manifesti contro il Fronte Popolare in cui si avvertiva l'elettore che nel segreto dell'urna 'Dio ti vede Stalin no'".

Così, mentre il futuro premier lavorava di colla e pennello, "passò un gruppo di comunisti e mi buttò giù dalla scala su cui ero salito per attaccare i manifesti". Malconcio, Berlusconi tornò a casa e fece fatica a spiegare alla madre che era stato malmenato: "Tanto che appena mi vide in quelle condizioni pensò che avessi combinato qualche marachella e mi diede il resto".


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gror050624 (last edited 2008-06-26 09:56:46 by anonymous)