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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

ALITALIA : CONTESTAZIONE DISCIPLINARE CONTRO GLI SCIOPERANTI DEL 6/7 SETTEMBRE

Tribunale dei popoli processa l'oleodotto Ciad-Camerun

Ocse, aiuti all'Africa: cambiare sistema e comprarli in loco

Ceuta y Melilla. Cinque morti tra i migranti in fuga

Protetto dall'alto

BLOCCARE GLI STAGE RIAPPROPRIARSI DELLA PROPRIA VITA

In primo Piano

Tribunale dei popoli processa l'oleodotto Ciad-Camerun 30 settembre 2005 Un Tribunale dei popoli terrà domani a Youndé la sua prima sessione pubblica per stabilire quali e quante sono state le violazioni dei diritti umani collegate al progetto dell'oleodotto Ciad-Camerun, finanziato tra gli altri dalla Banca mondiale. Il Tribunale, sorto su iniziativa dell'Ong Focarfe, è stato creato sul modello di quello fondato nel 1979 a Bologna dalla Fondazione Lelio Basso per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, e ha lo scopo di esaminare e rendere pubblici tutti i ricorsi ricevuti dalle persone colpite dal progetto. Un altro degli obiettivi legati alle indagini sulle pesanti violazioni dei diritti umani correlati alla realizzazione del progetto è presentare delle raccomandazioni al governo del Camerun e all'opinione pubblica nazionale e internazionale su come risolvere adeguatamente la questione.

Ocse, aiuti all'Africa: cambiare sistema e comprarli in loco 30 settembre 2005 Cambiare il sistema degli aiuti alimentari diminuendo la quantità di scorte trasportate dai paesi ricchi e acquistandole invece in quelli poveri non solo porterebbe vantaggi ai beneficiari dell'assistenza ma permetterebbe di risparmiare grandi quantità di denaro: lo sostiene un nuovo rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Ocse- Oecd, che riunisce trenta paesi del Nord del mondo). Secondo l'indagine i costi potrebbero essere abbattuti fino al 50 per cento: è il caso degli Stati Uniti, che trasportano verso i paesi del Sud del mondo la propria sovrapproduzione, mentre spenderebbero la metà acquistando direttamente in loco. Nel 2004, il 99 per cento del cibo donato dagli Usa era 'tide aid', cioè vincolato alla produzione statunitense. Non solo, ma l'immissione sui mercati locali di grandi quantità di cibo - per esempio grano o cereali - rischia spesso di far abbassare il prezzo dei prodotti locali, con gravi ripercussioni sui contadini dei paesi poveri. Il rapporto sottolinea che questa pratica non è imputabile solo agli Stati Uniti, ma anche ad altri paesi donatori come il Giappone, la Cina, l'India e la Corea del Nord. Secondo Edward Clay, uno degli autori del rapporto, i paesi donatori potrebbero abbassare la spesa di 750 milioni di dollari l'anno. Qualcuno ha già iniziato: il governo del Canada ha annunciato in questi giorni che d'ora in avanti acquisterà sul mercato locale fino al 50 per cento dei prodotti alimentari destinati agli aiuti.

Ceuta y Melilla. Cinque morti tra i migranti in fuga 30 settembre 2005 Sarebbe di almeno cinque vittime il bilancio degli 'assalti' alle reti di recinzione che dividono le enclave spagnole di Ceuta y Melilla dal Marocco e che in queste ultime ore hanno visto diverse centinaia di disperati tentare di superare le barriere di reti metalliche e filo spinato alte sei metri per cercare asilo politico nel territorio, soggetto a sovranità spagnola. Un centinaio, complessivamente, sono i feriti. Le autorità marocchine e quelle spagnole si rimpallano le responsabilità: secondo gli inquirenti di Madrid "i migranti subsahariani che sono rimasti uccisi non sono stati colpiti da proiettili sparati dalle guardie spagnole. Analizzando i fori sui corpi e la traiettoria dei colpi, si è stabilito che gli spari potevano provenire solo dal territorio marocchino". Tesi uguale e contraria per gli inquirenti marocchini, che riferiscono la testimonianza di alcuni compagni delle vittime, successivamente arrestati: "Sono morti perché raggiunti da spari provenienti dalla parte spagnola, così hanno detto oggi alcuni loro compagni". Secondo un rapporto dell'organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere (Msf), negli ultimi due anni almeno un quarto dei clandestini che cercano di raggiungere l'enclave spagnola ha riportato ferite da arma da fuoco o percosse. Violenze a cui, in base alle testimonianze raccolte dal personale medico dell'organizzazione, concorrono sia le forze di sicurezza, sia la delinquenza comune, sia i mercanti di uomini che gestiscono le tratte.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

Protetto dall'alto La scorsa settimana Carla Del Ponte, procuratore capo presso il Tribunale dei crimini di guerra nella ex Jugoslavia, ha rilasciato un’intervista al quotidiano inglese Daily Telegraph accusando la Chiesa Cattolica croata di dare rifugio al generale latitante Ante Gotovina. Nell’intervista, la Del Ponte ha affermato che il generale si trova nascosto in un monastero francescano in Croazia e che il Vaticano si rifiuta di collaborare alla sua cattura. Lo scorso luglio la Del Ponte si era recata a Roma presso il Segretario di Stato vaticano, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, per ottenere informazioni utili alle indagini, ma Lajolo le avrebbe risposto negando qualsiasi appoggio: il Vaticano non è uno stato nazionale, avrebbe detto l’arcivescovo, dunque non è tenuto ad aiutare le Nazioni Unite a perseguire criminali di guerra.

ESTERI

ITALIA

ALITALIA : CONTESTAZIONE DISCIPLINARE CONTRO GLI SCIOPERANTI DEL 6/7 SETTEMBRE

11.29 - 30 Settembre Dopo il no delle principali organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori di terra e di volo di Alitalia a nuovi tagli e sacrifici per ripianare le perdite derivanti dal caro-carburante, oggi il Sult ha fatto sapere che agli assistenti di volo che hanno aderito allo sciopero 'precettato' del 6 e 7 settembre la compagnia ha inviato una lettera di contestazione disciplinare. Quello sciopero era stato proclamato contro la cancellazione del Sult e di Avia, i sindacati maggiormente rappresentativi della compagnia, eliminazione dalla lista delle sigle con cui Alitalia ha relazioni sindacali, ha inviato una lettera al governo e alla Commissione di Garanzia in cui lamenta "l'ennesima e grave azione intimidatoria messa in atto dalla dirigenza Alitalia". Sentiamo un commento da Fabrizio Tomaselli della segreteria nazionale del Sult

BLOCCARE GLI STAGE RIAPPROPRIARSI DELLA PROPRIA VITA

La condizione dell'istituzione scolastica, sempre più colpita e devastata, sta ricevendo nuovi colpi: il sistema di formazione professionale in mano alla regione Lombardia del ciellino Formigoni, ha appena subito drastici tagli ai fondi.

In questi istituti troviamo una delle peggiori situazioni sia per gli studenti che per i lavoratori: il corpo docente é stato attaccato con drastici tagli e licenziamenti repentini e il nuovo ciclo di corsi viene chiuso per "mancanza di fondi" (troppe spese militari?...), così gli studenti bocciati rimangono senza scuola e coloro che ancora frequentano i corsi si ritrovano ad affrontare, oltre all'iter scolastico, duri e inutili stage "formativi", sfruttati da grandi aziende che approfittano della manodopera gratuita degli studenti minacciati di non passare l'anno se decidono di rifiutare lo stage. E' questa una delle tante mostruose facce dell'alternanza scuola-lavoro! Non é solo la manodopera gratuita che rende più potenti e più ricche le grandi aziende a schifarci, non é solo il fatto che troppo spesso gli stage sono inutili a disgustarci, non é solo il rifiuto da parte delle istituzioni di regolamentare gli stage ad allucinarci, ma é la logica di una scuola che ha il solo compito di prepararci ad una società fondata sul lavoro forzato, sull'oppressione dell'uomo sull'uomo che ci fa mobilitare!

E' la scuola il primo motore della società, e preparare noi studenti ad entrare nella società, per questa istituzione vuol dire indottrinamento di massa!

IL LAVORO GRATUITO E' SCHIAVITU' REGOLAMENTAZIONE E RETRIBUZIONE DEGLI STAGE IMMEDIATAMENTE!

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

IRAQ

Cinque soldati Usa sono morti quando il veicolo su cui viaggiavano e' saltato su una mina vicino a Ramadi, 110 km a ovest di Baghdad. Il comando militare americano a Baghdad ha specificato che le vittime appartenevano alla 2/a divisione di marines. Non sono stati riferiti altri dettagli. Ramadi si trova nel cosiddetto 'triangolo sunnita', una zona particolarmente agitata.

Decine di vittime a Balad, una citta' abitata sia da sunniti che da sciiti, dove 3 autobomba sono esplose quasi simultaneamente. Secondo fonti della polizia irachena, almeno 50 persone sono state uccise e un centinaio ferite, mentre secondo una fonte del ministero dell'interno i morti sono almeno 37 e i feriti 50. Le bombe sono scoppiate vicino a un mercato molto affollato in una zona sciita della citta'.

Razzo contro il palazzo della prefettura di Ajaccio

Un razzo è stato lanciato contro un locale della prefettura di Ajaccio, in Corsica, ma non vi sono state vittime. Lo ha reso noto un alto responsabile della polizia.

E' stato danneggiato l'ufficio di un centralinista, presente al momento dell'attentato, e i vetri di almeno un piano della prefettura e del consiglio generale sono andati in frantumi.

Gli inquirenti hanno trovato nelle vicinanze un lanciarazzi. Si ignora se il gesto sia legato allla vertenza sindacale della compagnia di traghetti Sncm, che blocca il porto di Marsiglia, al pari di quelli corsi di Ajaccio e Bastia.

Nel pomeriggio, una trentina di militanti nazionalisti e sindacalisti hanno fatto irruzione nella sede dell'Assemblea di Corsica, dove si discuteva una mozione per l'abbandono del procedimento giudiziario contro i marinai che hanno dirottato un traghetto, il 'Pascal Paoli', per protestare contro il progetto di privatizzazione della Societè nationale Corse-Mediterranee.

CEUTA Y MELILLA, AUMENTA BILANCIO VITTIME TRA CLANDESTINI FUGGITI DA VIOLENZA

Sarebbe di almeno 5 vittime il bilancio degli ‘assalti’ alle reti di recinzione che dividono le enclave spagnole di Ceuta y Melilla dal Marocco e che in queste ultime ore hanno visto diverse centinaia di disperati tentare di superare le barriere di reti metalliche e filo spinato alte sei metri per cercare asilo politico nel territorio soggetto a sovranità spagnola. Un centinaio, complessivamente, sono i feriti. Il governo spagnolo e quello marocchino hanno deciso di aumentare il controllo lungo il confine, così da ridurre il pericolo che cittadini marocchini e sub-sahariani ritentino di saltare la barriera. Secondo un rapporto dell’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere (Msf), che dal 2003 lavora in Marocco su un progetto legato all’immigrazione, negli ultimi due anni almeno un quarto dei clandestini che cercano di raggiungere l’enclave spagnola ha riportato ferite da arma da fuoco o percosse. Violenze a cui, in base alle testimonianze raccolte dal personale medico dell’organizzazione, concorrono sia le forze di sicurezza, sia la delinquenza comune, sia i mercanti di uomini che gestiscono le tratte

CISGIORDANIA, CHIUSA TERZA FASE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Si sono chiusi ieri sera i seggi in 104 località della Cisgiordania, dove nel giorno del quinto anniversario dell’inizio della seconda Intifada circa 127.000 persone sono state chiamate a eleggere i nuovi amministratori locali. Quella conclusasi oggi, e alla quale ha partecipato (come nelle fasi precedenti) anche Hamas, è la terza delle quattro fasi in cui sono state divise le votazioni amministrative nei Territori palestinesi (Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme Est) ed è la penultima ‘prova’ prima delle elezioni politiche del prossimo 25 gennaio alle quali, nonostante le rimostranze di Israele, per la prima volta saranno candidati anche i cabdidati di Hamas. Nella tornata di oggi, della quale si conosceranno i risultati nei prossimi giorni, e forse già domani sera (secondo le previsioni più ottimistiche), gli elettori hanno potuto esprimere il loro voto per 2.469 candidati, presentatisi per ben 299 liste. Poco più di un quinto le candidate donne (596):

ITALIA

COMUNICATO STAMPA 3000 LAVORATRICI E LAVORATORI IN CORTEO A ROMA CONTRO LA PRECARIETA’

Più di 3000 lavoratrici e lavoratori hanno partecipato alla manifestazione indetta dal Collettivo Precari Atesia per manifestare a sostegno della loro vertenza e contro la precarietà.

Alla manifestazione hanno partecipato le organizzazioni sindacali di base di TELECOM e TIM, i COBAS e la Flmuniti che per l’occasione hanno proclamato 2 ore di sciopero fine turno per protestare anche contro le esternalizzazioni. Presenti lavoratori e delegati delle fabbriche metalmeccaniche (ACI Informatica, Sogei, Finsiel, EDS, etc.); del settore delle telecomunicazioni H3G, XCOS, ALICOS, Telecontact center; lavoratori/trici UNICAB USI AIT; il Coordinamento Precari della Ricerca di Roma (Ricercatori Precari - Roma, Precari Apat, Precari Cra, Precari Enea Usi/RdB Ricerca, Precari Inaf, Precari Inea, Precari Inran, Coordinamento Precari Isfol, USI/RdB Ricerca - Iss, Coordinamento Precari Istat), il Coordinamento Cittadino degli Operatori Sociali.

Hanno partecipato inoltre il coordinamento cittadino di lotta per la casa, l’Assemblea Coordinata e Continuativa contro la precarietà, la Confederazione COBAS, Rifondazione Comunista.

La manifestazione ha avuto come parole d’ordine: il ritiro immediato dei licenziamenti politici disposti da Atesia il 22 luglio ‘05 nei confronti di quattro componenti del Collettivo Precari ATESIA; la fine della precarietà per il più grosso call center d’Italia che impiega circa 4600 persone; la trasformazione dei contratti precari in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

Al termine del corteo una delegazione di lavoratori precari delle realtà presenti al corteo è stata ricevuta dal dott. Paolo Onelli del Ministero del Lavoro al quale sono state rappresentate le molteplici condizioni di insicurezza contrattuale e miseria salariale ed è stato denunciata la lesione dei diritti fondamentali dei lavoratori operata dalla Alberto Tripi, proprietario del Gruppo Cos, con il licenziamento di Manuela, Mariella, Riccardo e Valerio del Collettivo Precari Atesia “rei” di essersi organizzati sindacalmente. L’incontro è stato occasione anche per denunciare il licenziamento antisindacale di un operatore della Cooperativa “ l’isola”.

Al termine della manifestazione le realtà presenti hanno rilanciato il percorso di lotta contro la precarietà convocando una assemblea cittadina per il prossimo 7 ottobre alle ore 17 presso l’aula 2 della facoltà di Lettere dell’Università “La sapienza”. Roma 30/09/05

Pignataro: in 3500 contro la piattaforma

Più di 2000 persone hanno preso parte ieri al corteo di giovedì 29 a Pignataro Maggiore (ce) contro l’installazione di una Piattaforma per lo smaltimento di rifiuti industriali tossici e nocivi. Il corteo è stato indetto per fare pressioni nei confronti della conferenza dei servizi che si doveva riunire giorno trenta a Napoli in piazza Borsa, nella sede della camera di commercio(notizie di oggi –30/9- ci informano che la conferenza è stata annullata e rinviata a data da destinarsi). Benché il comitati è consapevole del parere non vincolante della conferenza dei servizi, il corteo era riuscito nell’intento di far ammettere ai lavori anche una delegazione del comitato di lotta con il compito di ribadire la resistenza ad oltranza del popolo pignatarese. Giornata campale quindi a Pignataro dove il corteo è partito verso le 17 snodandosi lungo le strade cittadine. La tensione era palpabile e sono stati vari i tentativo di porre in essere momenti forti, l’occupazione della casa comunale e la tentata occupazione della Pretura che si è conclusa con l’intervento dei carabinieri, o meglio di un carabiniere che come sempre ligio al dovere ha estratto una pistola cercando di bloccare uno degli addetti alla cesoia…manco a dirlo: è stato quasi linciato dalla folla! Ma il corteo è terminato solo a tarda serata quando si è diretto verso il bivio bloccando la nazionale per qualche ora riuscendo a far ammettere alla conferenza anche la delegazione del popolo. Intato la popolazione è pronta a presidiare la zona dove dovrebbe nascere l’impianto!

Corteo a Torino

Lunedì 26 settembre, alle 6 del mattino, un ingente schieramento di polizia ha sgomberato l’Alcova e la Rosalia, due case occupate ai Giardini Reali che da diversi anni erano luogo di incontro per iniziative, feste, concerti, distribuzioni di libri, etc.

Intanto, ogni giorno i lavoratori vengono buttati via come rottami di una macchina che non serve più; gli immigrati rastrellati, rinchiusi, deportati, quando non assassinati sulla strada in un “normale controllo”; le vallate e i quartieri sventrati e depredati, per arricchire i soliti pochi e impoverire tutti gli altri.

Tra sgomberi e repressione esulta il fascista Ghiglia, soddisfatto dell’operato del diessino Chiamparino… Tutti d’accordo nell’imporre la TREGUA OLIMPICA, questa ipocrita impostura con cui si impone il silenzio a tutti quelli che potrebbero rappresentare una minaccia per i loro sporchi affari.

Tutti in sintonia con il ministro Pisanu, il cui recente decreto sulla sicurezza sancisce la trasformazione della vita sociale in un fronte interno di un paese in guerra, le città in un campo di battaglia da militarizzare, dove il dissenso diventa un “nemico interno” da schiacciare.

IL FUTURO DI QUESTA CITTA’ E DELLE NOSTRE VITE E’ A UN BIVIO. A NOI LA SCELTA… NOI NON VOGLIAMO VIVERE IN UNA CITTA’ SOTTO ASSEDIO, ALL’OMBRA DI TELECAMERE E GIPPONI AD OGNI ANGOLO DI STRADA.

BASTA SGOMBERI! BASTA CITTA’ GALERE!

CORTEO SABATO 1 OTTOBRE ORE 16:00 CORSO GIULIO CESARE STAZIONE TORINO CERES

28 anni fa moriva assassinato walter Rossi

Walter Rossi: un giovane comunista ucciso il 30 settembre 1977 in viale Medaglie d’Oro a Roma da un gruppo di fascisti, alla presenza di un blindato della polizia, mentre effettuava un volantinaggio di protesta per le aggressioni subite nei giorni precedenti da alcuni militanti e simpatizzanti della sinistra.

Tanti anni sono passati, tanti governi si sono succeduti, ma la richiesta di verità e giustizia si è frantumata contro il muro che ha protetto e protegge esecutori e mandanti di “stragi di Stato”, di omicidi di militanti della sinistra, di uccisioni di manifestanti nelle piazze d’Italia.

Ancora una volta, nel 2001, abbiamo verificato che la giustizia per la morte di Walter non passa per le aule dei tribunali. Walter... che è stato assassinato dai fascisti davanti a una decina di poliziotti... A vent’anni durante una manifestazione.

Come Piero Bruno, Mario Salvi, Giorgiana Masi... come i partigiani durante la Resistenza e le decine di giovani, operai, lavoratori, antifascisti, anarchici, comunisti dal dopoguerra in poi, insieme a milioni di altri che nel mondo intero hanno difeso e difendono quegli stessi ideali di uguaglianza e di giustizia sociale.

Come Carlo Giuliani, solo quattro anni fa.

Ma non ci arrendiamo, e certo non dimentichiamo. Non dimentichiamo cosa è accaduto in questi decenni, non dimentichiamo Ustica, la strage di Bologna, quella di piazza Fontana....

VIOLENZE DI IERI E DI OGGI

Si avvicina la scadenza elettorale per il governo delle destre e cresce la conta delle aggressioni a compagni e a strutture antagoniste, individuate come baluardo di lotte e di partecipazione spontanea e realmente democratica con occupazioni di case, scioperi nei posti di lavoro, lotte contro speculazioni, nei quartieri contro emarginazioni e corruzione dilagante.

Solo nel 2005 contiamo in tutta Italia 39 aggressioni a compagni e compagne,16 attentati incendiari e dinamitardi, a Roma 10 aggressioni di cui tre gravissime a Primavalle, al Centro sociale ASTRA e al Centro Sociale Forte Prenestino.

30 settembre 2005 - ore 18.00 Mille fiori per Walter Viale Medaglie d’Oro, nei pressi della lapide

Associazione Walter Rossi ex51 Valle Aurelia compagni di Primavalle


Appunti e note redazionali

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gror050930 (last edited 2008-06-26 09:53:19 by anonymous)