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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

OTTAVA NOTTE CONSECUTIVA DI DISORDINI A PARIGI

Circa 400 auto sono state date alle fiamme, e 27 autobus sono stati distrutti nell'incendio appiccato a un loro deposito durante la notte scorsa, l'ottava notte di violenza nelle periferie parigine ma anche in altre localita' della Francia, nella quale pero' sono stati di meno gli scontri tra forze dell'ordine e giovani fomentatori di disordini. La situazione tende a calmarsi, hanno detto fonti della polizia alle prime ore del mattino.

Il deposito di autobus incendiato poco prima delle 05:00 (italiane e francesi) e' quello di Trappes (periferia ovest), 27 i veicoli distrutti. Auto sono state bruciate in provincia, in particolare in Cote d'Or (Francia centro-orientale), nelle Bouches-du-Rhone 8sudest) e in Seine-Maritime (ovest).

La Seine-Saint-denis (periferia nord) e' stata ancora una volta la piu' coinvolta, con almeno 150 veicoli bruciati.

Le periferie povere e abitate sopratutto da immigrati della cintura parigina sono sono state teatro per otto notti di seguito di violenze urbane dopo la morte di due giovani, folgorati in una cabina elettrica dove si erano nascosti per sfuggire alla polizia.

Nella notte, sono stati cinque i poliziotti feriti in modo leggero dal lancio di oggetti. La polizia tende a minimizzare: ci sono stati meno scontri.

Ieri notte erano stati 315 i veicoli bruciati. La Seine-Saint-Denis, epicentro della rivolta dove otto giorni fa rimasero uccisi i due ragazzini in fuga dalla polizia, e' stato ancora una volta il dipartimento piu' devastato dalla guerriglia, con tre magazzini in fiamme a Blanc-Mesnil e Aulnay (uno di moquette) e molotov contro municipi, scuole e commissariati.

I pompieri sono stati ancora una volta presi di mira dalle sassaiole come i poliziotti mentre a Neuilly-sur-Marne delle auto della polizia sono state prese a bersaglio da armi da caccia. Per la serata erano stati schierati 1.300 uomini soltanto nella Seine-Saint-Denis.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Iraq: attacco posto blocco, 9 morti

Nove poliziotti sono stati uccisi e undici altri feriti in un attacco della guerriglia contro un posto di blocco nei pressi di Baquba. Lo ha riferito il generale Gassan Adnan Bawi, della polizia di Baquba, circa 60 di km a Nord-Est di Baghdad. Un paio di colpi di mortaio si sono abbattuti senza causare vittime vicino al posto di blocco, dove erano in servizio almeno 20 agenti. Pochi minuti dopo, sono arrivate tre auto cariche di uomini armati che hanno iniziato a sparare contro gli agenti.

‘CUMBRE DE LOS PUEBLOS’, CHIUDONO LAVORI CON ATTACCO ALL’‘ALCA’

Si sono conclusi nella notte a Mar del Plata, in Argentina, i lavori della terza ‘Cumbre de los Pueblos’, il ‘contro-vertice dei governati’ del continente. Al termine di tre giorni di lavoro le circa 600 delegazioni delle associazioni, delle organizzazioni non governative e dei sindacati presenti hanno firmato una dura dichiarazione finale nella quale è attaccato con forza il progetto statunitense di coinvolgere l’intero continente, dall’Alaska alla Patagonia, nel progetto denominato Alca (Accordo di libero commercio delle Americhe), considerato da tutte le componenti sociali un tentativo di Washington di mettere definitivamente le mani su quello che gli Usa hanno sempre considerato “il giardino di casa”, cioè l’America Latina. “Sebbene i discorsi ufficiali continuino a essere pieni di parole sulla democrazia e sulla lotta contro la povertà, noi popoli continuiamo a non essere tenuti in considerazione al momento di decidere dei nostri destini” si legge tra l’altro nella dichiarazione finale, nella quale è anche scritto che il senso del contro-vertice è “dimostrare che è possibile cambiare il corso della storia e noi ci impegniamo a continuare ad avanzare su questa strada”. Oltre a chiedere con forza che l’Alca proposto dal “genocida Bush” sia respinto definitivamente, la dichiarazione finale della ‘Cumbre’ esprime appoggio al progetto cubano-venezuelano di integrazione regionale denominato ‘Alba’ (Alternativa Bolivariana para las Américas). Chiuso il ‘contro-vertice’, fino a domani si svolgeranno, sempre a Mar del Plata, i lavori della quarta ‘Cumbre de las Américas’, che a sua volta si concluderà con una dichiarazione finale firmata dai 34 capi di Stato o di governo presenti (con l’eccezione di Cuba, esclusa per volontà degli Stati Uniti).

‘CUMBRE DE LAS AMÉRICAS’, FALLITO PRIMO TENTATIVO ACCORDO SU ‘ALCA’

I ministri degli Esteri dei 34 Paesi del continente (con l’assenza dell’esclusa Cuba) riunitisi ieri in occasione della giornata di apertura del quarto ‘Vertice delle Americhe’ non hanno potuto trovare un accordo sulla cosiddetta ‘Area di Libero Commercio delle Americhe’ o Alca, che ha visto la fiera resistenza soprattutto dei Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) oltre che del Venezuela. I negoziati sull’Alca, ambizione degli Stati Uniti da anni frustrata, riprendono oggi nelle mani dei capi di Stato convenuti a Mar del Plata, ma con scarse possibilità di successo, come auspicato dalla società civile continentale, riunitasi negli ultimi tre giorni sempre nella località argentina nell’ambito della terza ‘Cumbre de los Pueblos’ (conclusasi ieri). La rinnovata opposizione sudamericana, e in particolare del Mercosur, contro l’Alca è stata comunicata ieri telefonicamente dal ministro degli Esteri argentino Rafael Bielsa al suo omologo statunitense Condoleeza Rice mentre quest’ultima si trovava in volo verso Mar del Plata a bordo dell’Air Force One con il presidente Usa George W. Bush. Bielsa ha letto in diretta alla Rice un paragrafo che i Paesi del Mercosur intendono inserire nella dichiarazione finale, destando secondo fonti diplomatiche Usa e argentine, il forte risentimento dei governanti di Washington. In questo paragrafo si dà conto delle “difficoltà” sorte sulla strada del processo di integrazione commerciale ed economica continentale delineata dall’Alca in quanto “non sono state poste le condizioni necessarie” mancando ancora oggi un “accesso effettivo ai mercati, libero da sussidi e da pratiche discorsive”. Un attacco, insomma, ai sussidi, soprattutto agricoli, che da decenni Stati Uniti e Unione Europea erogano ai produttori interni, riducendo di fatto la concorrenza sui mercati internazionali. Nonostante il fermo rifiuto dei Paesi del Mercosur di aderire all’Alca in queste condizioni di mercato, il fronte dei Paesi americani appare sempre più dilaniato, con governi come quelli di Messico, Cile e Canada nettamente schierati dalla parte di Washington, così come la gran parte dei Paesi caraibici che hanno firmato in questi ultimi anni accordi bilaterali di libero commercio con gli Stati Uniti; le posizioni del Mercosur sono invece radicalizzate dal Venezuela, che continua a riservarsi il diritto di non firmare nulla e che nel frattempo ha ideato e sviluppato un modello di integrazione economica regionale alternativa, denominandolo ‘Alba’ e trovando, per il momento, in Cuba la sponda ideale.

ADDIS ABEBA, PIÙ CALMA MA STESSA PAURA

La situazione ad Addis Abeba appare più calma di ieri: “C’è un gran silenzio in strada: scuole e uffici sono chiusi e circolano ben poche auto private e taxi, mentre sono di servizio i mezzi pubblici; da quello che si percepisce c’è molta meno tensione anche se resta la preoccupazone”. “La città resta presidiata da una gran numero di soldati e poliziotti dispiegati nei punti principali e ci sono continui pattugliamenti. Non si può dire però cosa succederà nelle prossime ore ”. Secondo fonti di stampa internazionale ci sarebbero stati tafferugli in altre zone della città dove la polizia avrebbe sparato colpi in aria per disperdere alcuni giovani che stavano tentando di vandalizzare un pullman. Ieri sera la polizia federale ha diffuso un bilancio ufficiale di 31 vittime e 200 feriti nei tre giorni di scontri tra agenti e sostenitori dell’opposizione uscita sconfitta dalla ultime elezioni, ma secondo altre fonti il numero dei morti sarebbe almeno di 42, di cui tre ieri. Radio e televisione hanno diffuso poche notizie sulle violenze nella capitale, si è però appreso di manifestazioni di protesta in alcune località a sud di Addis Abeba ma di portata minore e con esiti meno gravi. “È difficile dire come evolverà la situazione, anche perché la crisi politica iniziata lo scorso maggio in tutti questi mesi non ha avuto sviluppi significativi. Da alcune dichiarazioni pubbliche, però, si cominciano a percepire divisioni all’interno dell’opposizione tra chi vuole arrivare a una soluzione politica negoziata e chi sostiene una pozione di protesta più radicale” conclude la fonte.

Spagna: leader Batasuna condannato

Il Tribunale Supremo spagnolo ha deciso di condannare Arnaldo Otegi, leader del disciolto partito basco Batasuna, ad un anno di prigione.Lo scrivono diversi quotidiani citando fonti giuridiche. La sentenza, che dovrebbe essere annunciata oggi, annulla una precedente decisione del Tribunale supremo basco che aveva assolto Otegi per aver detto nel 2003 che il re, in quanto capo supremo delle forze armate, e' 'il capo dei torturatori' che vogliono negare l'indipendenza a Euskadi.

Spagna: sciopero totale minatori

ITALIA

Scuola: sciopero il 25 novembre

I Cobas scuola hanno indetto per il 25 novembre uno sciopero nazionale per l'intera giornata di tutto il personale della scuola. Lo fa sapere il ministero dell'Istruzione. L'astensione dal lavoro riguarda tutto il personale docente, dirigente e Ata.

Milano: studenti occupano uffici dell'anagrafe comunale

Un gruppo di circa 300 studenti milanesi ha occupato questa mattina gli uffici dell'anagrafe del comune di Milano, in via Larga. Il corteo, proveniente da Largo Cairoli, si era riunito in occasione della giornata di mobilitazione contro la riforma Moratti organizzata dal coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano e provincia. L'atto di protesta e' stato rivolto in particolare contro l'utilizzo lavorativo degli studenti stagisti negli uffici del Comune. Gli studenti sono stati fatti sgomberare dall'intervento delle forze dell'ordine.

4 NOVEMBRE: BOLOGNA; STUDENTI CONTESTANO FESTA FORZA ARMATE

UN QUARANTINA DI STUDENTI DELLA RETE UNIVERSITARIA, FRA I QUALI MOLTI DI QUELLI CHE AVEVANO OCCUPATO ALCUNE FACOLTA' DELL' ATENEO BOLOGNESE, SI SONO PRESENTATI POCO PRIMA DELLE 10:30 IN PIAZZA DEL NETTUNO PER CONTESTARE LA FESTA DELLE FORZE ARMATE. GLI STUDENTI AVEVANO DIVERSI STRISCIONI. APPENA INIZIATA LA PARATA, CON LE TRUPPE SCHIERATE IN PIAZZA DAVANTI ALLE AUTORITA', DAGLI STUDENTI SONO PARTITI I PRIMI CORI DI PROTESTA, FRA CUI "ASSASSINI, ASSASSINI". FRA I MANIFESTANTI CE N'ERANO MOLTI CHE, LA SETTIMANA SCORSA, ERANO ANDATI A PROTESTARE SOTTO PALAZZO D'ACCURSIO, SEDE DEL COMUNE DI BOLOGNA, SCONTRANDOSI POI CON POLIZIA E CARABINIERI NEL TENTATIVO DI FARE UN BLITZ IN CONSIGLIO COMUNALE. I MANIFESTANTI SI SONO FERMATI IN VIA RIZZOLI, CHE SI AFFACCIA SU PIAZZA DEL NETTUNO, CONTENUTI DA UN ROBUSTO CORDONE DI POLIZIA E AGENTI DELLA DIGOS, MENTRE POCHI METRI PIU' AVANTI, AL DI LA' DELLE TRANSENNE, ALCUNE CENTINAIA DI CITTADINI ASSISTEVANO ALLA CERIMONIA. ALTRI STRISCIONI RECITAVANO: "A FIANCO DELLE RESISTENZE SOCIALI CONTRO L'OPPRESSIONE IMPERIALISTA". E ANCORA: "DAL SANGUE DEGLI IRAKENI DENARO AI PADRONI MEDAGLIE AI SERVI".

PRESIDIO SOTTO IL CARCERE FIORENTINO DI SOLLICCIANO

I detenuti effettueranno la ‘battitura dei ferri’ dalle ore 21.00 alle ore 22.00 di tutti i giorni, fino a venerdì: una mobilitazione visibile all’esterno che affianca lo ‘sciopero dell’aria’ (rifiuto di recarsi ai passeggi) e altre forme di lotta interne iniziate già il 10 ottobre scorso. Denunciano in questo modo: l’abuso sistematico della carcerazione preventiva e la negazione del diritto alla difesa (soprattutto in caso di difesa d’ufficio); l’intollerabile condizione di sovraffollamento (950 detenuti in un carcere costruito per 460); le condizioni igieniche vergognose (denunciate anche dalla ASL in una relazione del luglio scorso e sostanzialmente immutate); la sistematica negazione del diritto alla salute (attesa di mesi per una visita specialistica, mancanza di farmaci essenziali, abuso di psicofarmaci); la mancanza pressoché totale di lavoro interno; la mancata applicazione del regolamento penitenziario del 2000; l’impossibilità per molti di accedere ai permessi e alle misure alternative previste dalla legge.

La soluzione di questi problemi non è nella costruzione di nuove carceri e nell’aumento del personale di custodia, come ripete ossessivamente il ministro Castelli. Occorrono invece interventi complessivi e strutturali, agendo a monte attraverso la concessione di una amnistia/indulto, la depenalizzazione dei reati minori e l’inversione delle politiche repressive contro immigrati e tossicodipendenti (che formano oggi i 2/3 della popolazione detenuta); a valle, con l’estensione delle misure alternative alla detenzione e delle politiche che garantiscano i diritti umani, civili e sociali. La ‘questione carceraria’ è prima di tutto una ‘questione sociale’: affrontarla realmente vuol dire ‘liberarsi dalla necessità del carcere’ e costruire una società giusta, senza reati e senza galere. Invitiamo tutti/e ad esprimere la propria solidarietà con la mobilitazione dei detenuti e delle detenute di Sollicciano, partecipando al presidio che si terrà venerdì 4 novembre 2005 dalle ore 20.30 davanti al carcere.

Dentro e Fuori le Mura

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Parigi, il governo promette ordine Ma nella notte di nuovo gravi violenze

Sempre più gravi le conseguenze delle violenze nelle 'banlieues' di Parigi: nell'ottava notte consecutiva di disordini sono state incendiate 400 automobili e 27 autobus. Il governo francese è deciso a ristabilire l'ordine e a mettere fine alle violenze, esplose nelle periferie multietniche in seguito alla morte di due giovani, folgorati in una cabina elettrica dove si erano nascosti per sfuggire alla polizia. Infatti il primo ministro Dominique de Villepin ha definito ieri questi atti di guerriglia urbana "inaccettabili": "Rifiuto che bande organizzate dettino legge nelle periferie", ha detto rivolgendosi all'assemblea parlamentare. "Lo stato repubblicano non si arrenderà", ha poi concluso, promettendo che sarebbero stati ristabiliti "l'ordine e la giustizia". Ma al momento le dichiarazioni di Villepin non hanno fermato le violenze. Già prima di mezzanotte, ieri le forze dell'ordine avevano contato 165 incendi di veicoli nei sobborghi della capitale e 33 in provincia. Una fonte della polizia ha detto comunque all'agenzia France Presse che, verso l'una, la notte era, "per il momento, molto più calma della precedente". Nella notte tra mercoledì e giovedì 315 veicoli erano stati dati alle fiamme, mentre contro poliziotti e pompieri erano stati sparati quattro colpi d'arma dal fuoco. Questa notte, le violenze urbane sono costituite soprattutto da incendi di veicoli, oltre che dal "lancio di sassi contro autobus, pompieri e forze dell'ordine", ha precisato la fonte. A mezzanotte, già una ventina di persone erano state poste in stato di fermo. Secondo la prefettura del dipartimento Yvelines, cinque poliziotti, tre dei quali a Poissy, sono stati feriti in modo lieve dal lancio di oggetti. Alcuni commissariati, tra cui quello di Champigny-sur-Marne, sono stati bersagliati con ordigni incendiari. Vi sono stati seri problemi per la circolazione di autobus e tram, molti dei quali rientrati anticipatamente nei depositi per il lancio di oggetti. In provincia, sette veicoli sono stati dati alle fiamme a Digione (Francia centro-orientale), nove nel dipartimento Seine- Maritime (ovest), otto nel dipartimento Bouches-du-Rhone (sudest).

IRAQ: ATTACCO A CHECKPOINT, UCCISI 6 SOLDATI IRACHENI

Sei soldati iracheni sono morti in un attacco della guerriglia a un posto di blocco a nord di Baghdad. Secondo fonti della polizia, un folto gruppo di miliziani armati di fucili da assalto e mitragliatrici pesanti ha attaccato la posizione a Bores, alle porte di Baquba. Secondo alcuni testimoni le vittime potrebbero essere addirittura nove, mente i feriti sono almeno una decina. I guerriglieri sono entrati in azione alle 8 locali, quando la comunita' sciita della cittadina era impegnata nelle cerimonie che aprono la festa di Eid al-Fitr con cui si conclude il Ramadan.

Sondaggi: Bush precipita ai minimi

Il tasso d'approvazione di Bush, nel sondaggio di Zogby, e' precipitato ai minimi storici per questo rilevamento, il 39%. La picchiata del tasso d'approvazione, dal 45% al 39%, viene spiegata, da Zogby, con la coincidenza tra il Cia-gate e i contrasti sul giudice da designare alla Corte Suprema e con l'impennata delle perdite in Iraq, che hanno superato le duemila. Poco piu' di un terzo degli americani, il 37%, pensano che il Paese stia andando nella direzione giusta.

Etiopia: 31 morti nei disordini

Ventiquattro civili e 7 poliziotti morti e' il bilancio ufficiale delle vittime dei disordini ad Addis Abeba, secondo la polizia etiope. E' la prima volta che le autorita' forniscono un bilancio ufficiale delle vittime, mentre secondo i dati raccolti negli ospedali da fonti di stampa i morti sarebbero almeno 42 e i feriti piu' di duecento. Nella maggior parte dei casi morti e feriti sarebbero stati colpiti da armi da fuoco.

Pakistan, affonda un traghetto morte almeno 60 persone

Almeno 60 persone sono morte nell'affondamento di un traghetto nel Sud del Pakistan, ha detto un portavoce della marina pachistana. L'imbarcazione era partita dalla città meridionale di Thatta, 70 chilometri a Est della città di Karachi. "Abbiamo mandato la nostra squadra di soccorso e di sommozzatori", ha detto ancora la fonte. A bordo c'erano 80 persone. Non si sa cosa abbia provocato l'incidente.

ITALIA


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gror051104 (last edited 2008-06-26 09:58:54 by anonymous)