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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Francia. continuano le mobilitazioni

entinaia di migliaia di studenti liceali ed universitari sono scesi in piazza in tutta la Francia, in una prova di forza contro il Contratto primo impiego, il contestato provvedimento del governo per favorire l'occupazione dei giovani.

In serata la situazione è degenerata a Parigi, dove si sono avuti violenti scontri fra studenti e polizia nel celebre Quartiere Latino. Sono state costruite barricate sul boulevard Saint Michel e su rue Racine. Dopo lanci di oggetti contro i poliziotti c'é stata una carica ed i giovani si sono successivamente riuniti vicino a Saint Germain. Sempre nella zona del Quartiere Latino sono state rovesciate e bruciate vetture, rotte vetrine e lanciate bottiglie incendiarie contro le forze di polizia che hanno risposto con cannoni ad acqua e largo uso di lacrimogeni.

Gruppi di destra percorrevano intanto le strade gridando slogan contro la sinistra e per la liberazione delle facoltà occupate. Poco prima di mezzanotte la situazione è tornata alla normalità, ma si devono riscontrare anche caffé saccheggiati ed una libreria data alle fiamme. Già nel pomeriggio, a conclusione di un corteo da Place d'Italie a Sevres-Babylone, c'erano stati incidenti con studenti che hanno scagliato pietre e bottiglie contro la polizia, incendiato un' edicola e danneggiato segnali stradali. Gli agenti avevano risposto con gas lacrimogeni. Complessivamente più di 30 poliziotti sono rimasti contusi negli scontri. Ma è stata una giornata difficile in tutto il paese: discordanti, come sempre, le cifre dei manifestanti, se a darle sono gli organizzatori o la polizia. Sono stati più di 320.000, secondo l' Unef, l' Unione nazionale degli studenti di Francia, circa 247.500, secondo la polizia.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MADRID DELEGA IL LAVORO SPORCO ALLE EX COLONIE, ACCORDO FRA SPAGNA E MAURITANIA PER FERMARE L'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

Spagna e Mauritania coopereranno per individuare e smantellare al più presto la rete di trafficanti di uomini che ogni giorno traghetta dalla costa atlantica della Mauritania e del Sahara Occidentale centinaia di immigrati che cercano di raggiungere l’Europa attraverso le Isole Canarie. Lo hanno concordato una delegazione spagnola e il colonnello Ely Ould Mohammed Vall, capo della giunta militare mauritana salita al potere con un colpo di stato l’agosto scorso, al termine dell’incontro di ieri riguardo a quella che appare come una “grave situazione umanitaria”. Dall’inizio dell’anno, se oltre 3000 immigrati sono giunti illegalmente nell’arcipelago spagnolo, oltre 1.000 sono morti tentando la traversata dalla Mauritania alle Canarie. Si tratta di gente che cerca disperatamente di raggiungere l’Europa in cerca di una vita migliore, come ha spiegato il rappresentante della Mezzaluna Rossa: “per loro, è come la roulette russa: o arrivo o muoio”. Sebbene il segretario di Stato spagnolo agli Esteri, Bernardino Leon, al termine dell’incontro, abbia detto che “la cosa più importante è evitare la perdita di vite e lavorare per migliorare le condizioni di vita nei Paesi da cui la gente fugge”, le principali misure adottate al momento dai due governi riguardano la sicurezza dei confini e non si è parlato della creazione di canali regolari d’ingresso. In cambio della collaborazione della Mauritania, che si è impegnata a trattenere le migliaia di immigrati che affollano le sue coste, Madrid offrirà aiuti umanitari, ma soprattutto assistenza per il controllo delle frontiere e delle coste. Saranno stanziati contributi della comunità internazionale, ma serviranno per lo più a rafforzare i controlli dei confini, a costruire centri di raccolta dei clandestini e a sconfiggere la rete di informatori e intermediari che organizzano i viaggi. Come ha precisato il colonnello Vall, per far questo il governo mauritano avrà bisogno di 230.000 dollari al mese.

ELEZIONI: CANDIDATA EX-GUERRIGLIA PRIMO SINDACO DONNA DELLA CAPITALE

Il ‘Frente Farabundo Martí para la liberación nacional’ (Fmln, opposizione di sinistra) ha conquistato l’amministrazione di San Salvador con l’ex-comandante guerrigliera Violeta Menjívar eletta nuovo sindaco della capitale. Dopo giorni di proteste di strada a causa della lentezza dello scrutinio, Menjívar, medico di 54 anni, è stata proclamata vincitrice delle municipali di domenica scorsa con appena 44 voti di scarto sul suo rivale Rodrigo Samayoa, del partito di governo ‘Alianza republicana nacionalista’ (Arena). Menjívar, prima donna sindaco di San Salvador, amministrata dal Fmln dal 1997, ha dedicato la sua elezione al capo storico dell’ex-movimento guerrigliero Schafik Handal, deceduto a gennaio: “Continueremo a portare avanti il suo spirito di concertazione” ha detto, promettendo ai cittadini “una città più dinamica, sicura e pulita, con la partecipazione di tutti”. Il presidente Elías Antonio Saca, detto ‘Tony’ per la sua vicinanza agli Stati Uniti, si è congratulato con la vincitrice, definendo il processo elettorale “limpido e trasparente”. Al nuovo sindaco, Saca ha garantito “piena collaborazione come già avvenuto con il suo predecessore”. Le elezioni legislative, tenute in concomitanza con le municipali, hanno comunque visto la netta affermazione di ‘Arena’: “Abbiamo aumentato il numero dei deputati e dei comuni. Siamo comunque aperti al dialogo, come sempre” ha concluso Saca. I risultati definitivi dell’appuntamento con le urne dovrebbero essere pubblicati dal Tribunale supremo elettorale (Tse) entro la settimana.

PARZIALMENTE SOSPESE PROTESTE INDIGENE, “SOLO UNA TREGUA MOMENTANEA”

La Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (Conaie) ha sospeso parzialmente le proteste contro il Trattato di libero commercio (Tlc) con gli Usa, chiarendo tuttavia che si tratta di una “tregua” in vista di un’ancora più massiccia mobilitazione dei settori sociali. Il deputato indigeno Jorge Guamán ha dichiarato all’agenzia ‘Efe’ che, tra il 23 marzo e il 6 aprile prossimi, “la sollevazione sarà totale” e, nel caso in cui il presidente Alfredo Palacio firmi il Tlc, “a tempo indeterminato”. I blocchi stradali sono stati temporaneamente sospesi nella provincia centrale di Cotopaxi, considerata il ‘focolaio’ delle manifestazioni, come ha confermato anche il governo; Guamán ha però precisato che le manifestazioni “proseguono nelle province di Imbabura, Carchi, Chimborazo, Cañar, Zamora e Pastaza dove il transito è ancora paralizzato”. Intanto nella capitale Quito le forze dell’ordine hanno evacuato i circa 30 contadini e indigeni che occupavano la Cattedrale da lunedì scorso: “La polizia è arrivata a sorpresa e ci ha costretto a sfollare”, ha riferito César Cabrera, presidente della Confederazione nazionale del ‘Seguro campesino'. “Esigiamo che sia convocato un referendum nazionale per decidere sull’approvazione del Tlc” ha aggiunto Cabrera, ricordando che i nativi – che rappresentano il 37% dei 12,2 milioni di ecuadoriani - chiedono anche l’espulsione dal paese dell’impresa petrolifera statunitense ‘Oxy’, accusata di avere violato il contratto di sfruttamento del greggio sottoscritto con Quito.

Israele, mamma non paga il parto e l'ospedale trattiene la neonata

Una neonata è stata trattenuta per due mesi in un ospedale di Gerusalemme Est in attesa che i genitori pagassero il conto del parto. Involontaria protagonista della vicenda una piccola di padre palestinese e madre arabo-israeliana che è stata riconsegnata ai genitori solo dopo l'intervento del ministero della Giustizia, cui i genitori si erano rivolti. Ora il ministero sta decidendo se denunciare la clinica per sequestro di persona.

A raccontare la storia è stato il quotidiano israeliano Haaretz. Due mesi fa, la donna aveva dato alla luce prematuramente tre gemelli all'ospedale Moqassed. I piccoli avevano bisogno di un periodo in incubatrice e di cure speciali, ma temendo che il Servizio sanitario nazionale non avrebbe rimborsato le spese, visto che il padre è palestinese, la direzione della clinica ha chiesto il pagamento anticipato del conto: 2mila euro. Eppure, in quanto arabo-israeliana, la madre dovrebbe godere a pieno titolo dei diritti di cittadina israeliana.

I genitori hanno risposto che non disponevano di quella somma e a quel punto l'ospedale ha dimesso due bambini e ha trattenuto la terza, a garanzia del pagamento. La settimana scorsa, la coppia ha deciso di rivolgersi al ministero della Giustizia che ha indagato sulla vicenda e ha appurato che "le cose stavano proprio come sosteneva la madre", ha riferito Eyal Globus, capo dell'ufficio legale del dicastero. La bambina era stata trattenuta, ma non aveva ormai più nessun bisogno di cure.

Globus ha trasmesso la pratica al ministero della Sanità, con la giustificazione addotta dal direttore dell'ospedale: per il Moqassed, aveva detto, è procedura normale assicurarsi che un debito sia pagato. Con ogni mezzo. Nel rivelare la sua storia alla stampa israeliana, la donna ha anche raccontato di essere stata rifiutata da due ospedali perchè non era in grado di pagare un deposito di 72.500 dollari al momento del ricovero.

ITALIA

DIRE 'SPORCO NEGRO' E' UN REATO, PERSEGUIBILE PENALMENTE

Dire 'sporco negro' indica senza alcun dubbio un atteggiamento finalizzato alla discriminazione, all'odio etnico o razziale, e per questo perseguibile penalmente. Lo ha ribadito la quinta sezione della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di un uomo di 60 anni condannato dalla Corte di Appello di Trieste per aver dettovia di qua, sporca negra a una bambina nera di 6 anni, in un luogo pubblico e in presenza di altre persone.

La sentenza segue di pochi giorni il pronunciamento della stessa sezione che, invece, ha confermato il proscioglimento di una donna che aveva replicato con 'negro di m..' a un collega di lavoro extracomunitario, rimproverato per essere arrivato tardi, che le aveva detto 'sei cattiva, ce l'hai con me' augurandole anche 'del male per la sua famiglia'.

Il sessantenne ha presentato ricorso contro la condanna a 1.200 euro di multa e al pagamento di 3.500 euro per ingiuria aggravata, ritenendo erronea l'applicazione della legge (205/93) perche' la frase, a suo giudizio, non denotava alcuna discriminazione razziale, per il contesto in cui era stata detta, i precedenti e la stessa indole del ricorrente.

Ricostruendo il valore semantico delle parole 'sporco negro', anche con esempi storici e linguistici, la Suprema Corte ha evidenziato che il riferimento, gratuito con questa parola al pigmento dell'offeso, assume significato intrinsecamente discriminatorio ricordando, per esempio, che nel corso degli incontri di calcio talune tifoserie apostrofano con la parola 'negro' alcun giocatore avversario, per non dire di cartelli esposti all'esterno di pubblici locali di talune citta.

In ogni caso - spiega il relatore della sentenza 9381, Mario Rotella - non risulta adottata in Occidente alternativamente l'espressione 'sporco giallo', ne' in Africa o in Cina 'sporco bianco' . Non solo, gli 'ermellini' hanno rintracciato le aggravanti al reato di ingiuria perche' si trattava di uno spregio non occasionale dell'attributo, che si rapporta nell'accezione corrente ad un pregiudizio manifesto di inferiorita' di una sola 'razza', che inquina il costume fino al punto da radicare manifestazioni di gruppo.

Per questi motivi, quindi, secondo la Suprema Corte, la frase 'sporco negro' non puo' che avere finalita' discriminatorie o basate su odio etnico o razziale: resta valida per l'imputato la condanna.

Pisanu indagato dal tribunale dei Ministri

Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati per la vicenda del Centro di prima accoglienza di Lampedusa. Tutto e' partito dall'esposto di 30 parlamentari contro il responsabile del Viminale, sospettato di aver gestito l'emergenza sbarchi "con pratiche illegali e a-legali che hanno determinato la privazione della liberta'" per le persone trattenute nel Cpt, in assenza di ogni controllo giudiziario. Il tribunale dei Ministri di Roma ha aperto l'indagine contro Pisanu per rifiuto e omisione di atti di ufficio relativi alle pratiche di rimpatrio di molti extracomunitari. "Vado avanti senza lasciarmi influenzare da queste speculazioni elettoralistiche - ha commentato il ministro alla notizia dell'indagine - mi assumo tutta la responsabilita' delle attivita' svolte per contrastare l'immigrazione clandestina". (Agr)

FT: 'L'Italia come l'Argentina'

'L'Italia segue l'Argentina sulla strada della rovina': e' il titolo del commento del Financial Times ai dati diffusi ieri da Bankitalia. Secondo il quotidiano economico britannico, 'in assenza di riforme reali, lo scenario piu' probabile per l'Italia e' un prolungato periodo di stagnazione, se non di recessione, con un aumento del debito pubblico che spingera' le agenzie di rating ad abbassare ulteriormente l'outlook e costringera' la BCE a intervenire'.

Argentina: Pil 2005 sale del 9,5%

Nel 2005 il Pil argentino e' salito del 9,2%: il rialzo piu' consistente dal 2003 quando e' ripartita l'economia, il maggiore dal 1993. Il dato, reso noto dall'Istituto nazionale di statistica, ha superato tutti i pronostici, pubblici e privati. Il 2005 e' stato dunque il terzo anno di crescita consecutiva del Pil argentino (+8,8% nel 2003, +9,0% nel 2004) e, secondo gli analisti, tale trend si protrarra' anche nel 2006 con incremento previsto tra il 7,5 e l'8%.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

FRANCIA

La protesta degli studenti francesi contro contratto di primo impiego e proseguita per tutta la notte. A Parigi gli studenti hanno concluso una giornata di proteste erigendo barricate nel Quartiere latino: auto e cassonetti rovesciati e dati alle fiamme e lancio di molotov con gli agenti che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Contemporaneamente alcuni gruppi di neo fascisti sfilavano per chiedere la fine dell'occupazione delle universita'. Proteste in numerose città del paese. La giornata di mobilitazione in tutta la Francia si e' conclusa con 300 fermi, 180 dei quali Parigi. La corrispondenza del nostro collaboratore dalla Francia, Enrico

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Forum acqua: proteste e incidenti

Incidenti sono avvenuti ieri a Citta' del Messico durante una marcia di protesta contro il 4/o Forum mondiale dell'acqua. Un gruppo di giovani ha tentato di entrare a forza nel corteo di 10.000 persone diretto verso il Centro Banamex, sede del Forum, scontrandosi con la polizia. Una ventina gli arresti. Piu' tardi un gruppo di manifestanti con il volto coperto da passamontagna e armati di tubi hanno lanciato petardi contro gli agenti che hanno risposto usando lacrimogeni.

Leader di Hamas contro i kamikaze "Non siamo assetati di sangue"

Ismail Haniya, il premier designato di Hamas per il nuovo governo palestinese, ha detto che spera di firmare la pace con Israele e che non sosterrebbe mai un figlio che volesse fare il kamikaze. In un'intervista televisiva alla Cbs, Haniya ha assicurato che le sue mani non sono macchiate di sangue e che non ha mai ordinato attacchi terroristici o azioni militari contro lo Stato ebraico.

Alla domanda se riesca a immaginare di essere chiamato un giorno alla Casa Bianca per firmare un trattato di pace con Israele, ha risposto: "Speriamo di sì". Poi gli è stato chiesto cosa direbbe a un figlio che gli dicesse di voler diventare un martire in un attacco kamikaze: "Non siamo gente assetata di sangue - ha replicato - vogliamo fermare il bagno di sangue".

Giacca elegante, tono da statista, Haniya ha aggiunto un'ulteriore rassicurazione: "Non ho mai mandato nessuno in missione suicida, se uno dei miei figli venisse a chiedermelo, non prenderei neppure in considerazione la possibilità di dargli la mia benedizione". Quanto all'eventuale riconoscimento di Israele da parte di Hamas, il premier designato dell'Anp ha spiegato che dipenderà dal riconoscimento da parte israeliana di uno Stato palestinese all'interno dei confini di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme est: "solo allora ci potrà essere spazio per una trattativa".

Iraq:prosegue attacco Usa a Samarra

BREVI DALL’ASIA

Le forze Usa e irachene, impegnate in una massiccia offensiva a Samarra, hanno arrestato decine di sospetti e scoperto depositi d'armi. Le truppe non sono entrate in contatto con i ribelli, hanno detto alcuni comandanti sul campo.Obiettivo dell'operazione e' 'impedire alla forze anti-irachene di stabilire un santuario' nella zona di Samarra, a nord di Baghdad. In quella che viene definita la piu' importante offensiva aerea dall'invasione dell'Iraq sono impegnati 60 elicotteri e 900 soldati.

INDONESIA – Il parlamento indonesiano non riuscirà a rispettare la scadenza del 31 marzo per approvare l’atteso progetto di legge sulla provincia di Aceh, ormai rappacificata dopo un quasi trentennale conflitto separatista: lo ha detto Ferry Mursyidan Baldan, alla guida del gruppo parlamentare che sta elaborando il testo sottoposto all’esame dell’aula il mese scorso, spiegando che il ritardo nell’approvazione servirà per annullare ogni timore che il provvedimento possa costituire un via libera per la separazione di Aceh dall’Indonesia.

SRI LANKA – L’inviato di pace norvegese Erik Solheim ha corretto le dichiarazioni rilasciate ieri, precisando che non intende lasciare la guida del gruppo di mediatori nel più che ventennale conflitto tra governo di Colombo e ribelli delle ‘Tigri per la liberazione della patria tamil’ (Ltte); piuttosto, ha chiarito, nominerà un suo vice che si occuperà a tempo pieno del processo di pace, così lui potrà dedicarsi meglio al ruolo di ministro dello sviluppo internazionale del governo di Oslo. In ogni caso sarà presente ai prossimi colloqui di pace dal 19 al 21 aprile a Ginevra (Svizzera).

INDIA – La polizia indiana ha detto di aver ucciso nello Stato del Gujarat, teatro nel 2002 di violenze inter-religiose, quattro estremisti islamici sospettati di pianificare attacchi contro luoghi sacri. Gli omicidi sono avvenuti a poco più di una settimana dagli attentati dinamitardi a Varanasi (Benares), città santa per gli indù, costati la vita a 15 persone e il ferimento di alcune decine.

INDONESIA – La situazione sembra tornata alla normalità oggi a Jayapura, capoluogo della provincia orientale di Papua, dove ieri quattro persone erano morte durante manifestazioni di protesta contro la gestione statunitense di una delle più grandi miniere d’oro e di rame al mondo. Per il momento non si segnalano ulteriori tensioni; gli esercizi commerciali hanno riaperto e il traffico è ripreso in modo regolare, mentre la polizia ha arrestato 57 persone.

ITALIA

Spionaggio, Alessandra Mussolini ascoltata dai pm di Roma e Milano

La leader di Alternativa sociale, Alessandra Mussolini, è stata ascoltata, come persona informata sui fatti, dai pubblici ministeri romani e milanesi che conducono l'inchiesta sul presunto spionaggio politico avvenuto nella capitale a ridosso delle elezioni regionali dello scorso anno.

A raccogliere la testimonianza di Alessandra Mussolini sono stati i magistrati di Roma Italo Ormanni e Francesco Ciardi e il collega milanese Fabio Napoleone.

Al termine dell'audizione, durata circa due ore, la leader di Alternativa Sociale è uscita sorridente, accompagnata fino alla sua auto dal comandante del nucleo operativo dei carabinieri colonnello Giovanni Arcangioli.

Ha risposto alle domande dei giornalisti solo con una breve dichiarazione: "Dopo quanto è accaduto sono soddisfatta del colloquio con i magistrati che ritengo essere stato importante, ma mi è stato chiesto di non parlare dei contenuti", ha precisato.

Successivamente però è tornata sul contenuto dell'audizione: "Non posso dire niente. Mi hanno fatto delle domande importanti alle quali ho risposto. Ho visto i fatti e non ho parole, non ho parole. Mi hanno fatto vedere delle cose e io ho risposto su alcune informazioni. Comunque tutto bene, ma è meglio che mi mordo la lingua, altrimenti...".

Una breve dichiarazione è stata rilasciata ai giornalisti poco dopo anche da Ormanni: "Alla luce della deposizione di Alessandra Mussolini dobbiamo fare ulteriori accertamenti", ha detto il procuratore, che ha inoltre escluso che altri esponenti politici possano essere convocati a breve, a cominciare da Francesco Storace e dal suo portavoce Niccolò Accame.

Quanto a Piero Marrazzo, che come la Mussolini fu oggetto di attività di spionaggio, Ormanni ha precisato che non c'è alcuna esigenza di procedere a una sua audizione.

sbarchi a Lampedusa

Circa trecento immigrati sono sbarcati questa mattina a Lampedusa. L'imbarcazione era stata intercettata questa notte intorno alle 4 dalle motovedette della capitaneria di porto a circa dodici miglia a sud dell'isola delle Pelagie. Recatisi sul posto, i mezzi navali hanno trasbordato gli extracomunitari, tra cui quattro donne e un uomo che aveva perso i sensi. Attualmente sono in corso le operazioni di identificazione dopo le quali gli immigrati saranno condotti nel centro di accoglienza di Lampedusa. Un'altra piccola imbarcazione, con a bordo 32 persone, tra cui due donne, e' stata soccorsa poco dopo. Il trasbordo sulle unita' navali della guardia costiera e' appena terminato e gli uomini stanno raggiungendo Lampedusa.

FT: 'L'Italia come l'Argentina'

'L'Italia segue l'Argentina sulla strada della rovina': e' il titolo del commento del Financial Times ai dati diffusi ieri da Bankitalia. Secondo il quotidiano economico britannico, 'in assenza di riforme reali, lo scenario piu' probabile per l'Italia e' un prolungato periodo di stagnazione, se non di recessione, con un aumento del debito pubblico che spingera' le agenzie di rating ad abbassare ulteriormente l'outlook e costringera' la BCE a intervenire'.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Francia, non si ferma la protesta Nella notte scontri studenti-polizia

  • Notte di scontri in Francia tra polizia e studenti che contestano il contratto di primo impiego (Cpe), la controversa riforma introdotta dal governo Villepin per favorire l'occupazione giovanile.

A Parigi gli studenti hanno concluso una giornata di proteste erigendo barricate nel Quartiere latino: auto e cassonetti rovesciati e dati alle fiamme e lancio di molotov con gli agenti che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Una trentina di poliziotti sono rimasti contusi. Contemporaneamente studenti di destra sfilavano per chiedere la fine dell'occupazione delle università.

Le violenze del giovedì di mobilitazione in tutta la Francia contro il Cpe si è conclusa con 300 fermi, 180 dei quali Parigi. Gravi disordini si sono verificati a anche a Rennes fino alle due di notte. Una cinquantina di poliziotti sono stati assaliti da un migliaio di contestatori che hanno lanciato pietre e molotov. Venticinque studenti sono stati fermati.

Ora l'appuntamento dei contestatori è per sabato quando sono in programma nuove manifestazioni nazionali contro il Cpe. L'Unep, il potente sindacato studentesco di sinistra, ha promesso una mobilitazione senza precedenti.

Ecuador, tensione alta per scioperi

E' forte la tensione in Ecuador dove da lunedi' sono in corso scioperi e manifestazioni promossi da movimenti sindacali e dai contadini. La Confederazione delle nazionalita' indigene dell'Ecuador (Conaie) si batte contro l'intenzione del governo di firmare un trattato di libero commercio con gli Usa (Tlc) e contro la compagnia petrolifera statunitense Oxy. Quasi la meta' delle province ecuadoriane coinvolti nella protesta, si sono verificati scontri fra manifestanti e polizia.

Test su cavie umane, polemiche

Fioccano le polemiche in Gran Bretagna per la sperimentazione dei farmaci anti-infiammatori su cavie umane a pagamento. Due dei pazienti sono in gravi condizioni e altri quattro, pur avendo avuto gravi sintomi di infiammazione, appaiono in lieve ripresa. Tutti sono ancora in terapia intensiva, ha reso noto l'ospedale di Northwick Park, dove sono ricoverati i sei ragazzi. Uno dei volontari ha detto di aver accusato abnormi gonfiori al corpo.

USA: katrina, catena di sprechi dopo uragano

Proprio mentre la Camera degli Stati Uniti approvava nuovi stanziamenti straordinari per oltre 19 miliardi di dollari, per la ricostruzione dopo le devastazioni dell'uragano Katrina, l'ufficio che funziona da Corte dei Conti negli Usa denunciava sprechi per milioni e milioni di dollari nei contratti conclusi per affrontare l'emergenza dopo che l'uragano s'abbattè, il 29 agosto, su New Orleans e sulla costa lungo il Golfo del Messico.

Fra gli sprechi, si contano 4000 letti pagati tre milioni di dollari e mai usati. La revisione dei conti da parte del GAO (Government Accountability Office) s'è concentrata sui 13 maggiori contratti conclusi dopo l'uragano, spesso per licitazione privata, con poca o nessuna concorrenza.

Nel suo rapporto in cinque cartelle, il GAO denuncia scarsa pianificazione degli interventi e cattiva comunicazione tra i poteri pubblici a vari livelli, federale, statale e locale.

Esempi di sprechi e cattiva gestione sono diffusi, specie a causa della mancanza di personale e le carenze d'organizzazione da parte della protezione civile, la FEMA (Federal Emergency Management Agency) e del Corpo del Genio dell'esercito, che doveva provvedere alle riparazioni degli argini. "La FEMA - constata il rapporto - non seppe prevedere le esigenze".

GUERRA IN IRAQ: MAI COSI’ BASSO IL CONSENSO DEGLI AMERICANI

Solo 22 americani su 100 si dicono certi che gli Stati Uniti possono ancora vincere la guerra in Iraq, secondo l’ultimo sondaggio diffuso ieri dalla rete televisiva Cnn e il quotidiano ‘Usa Today’ che lo avevano commissionato alla Gallup; nell’aprile 2003 erano 79 su 100. Il 50% non ritiene “moralmente giustificabile” l’azione americana in Iraq; nel 2003 erano 24 su 100. Il 54% pensa che Saddam Hussein non era coinvolto nell’attacco alle Torri Gemelle di new York e solo il 39% ritiene il contrario; il 53% è anche convinto che la guerra in Iraq non abbia a che vedere con la guerra al terrorismo e sia “un’azione separata” mentre solo il 29% si dice convinto che l’Iraq possedesse armi di istruzione di massa. Il 58%, a confronto con il 18% dell’aprile 2003, afferma anche che la guerra ha avuto un effetto negativo sugli Stati Uniti. Svolto tra il 10 e il 12 marzo, il sondaggio è stato reso pubblico soltanto ieri. Il portavoce della Casa Bianca ha dovuto rintuzzare domande di giornalisti a proposito della possibilità che la massiccia azione in corso da ieri a Samarra sia stata ordinata soprattutto a causa degli scarsi livelli di adesione dell’opinione pubblica alla continuazione del conflitto. Il portavoce ha ovviamente negato sostenendo che si è trattato di decisioni dei comandi militari.

SI DIMETTE GOVERNATORE SANTA CRUZ DOPO SCONTRI TRA POLIZIA E LAVORATORI

Si è dimesso il governatore della provincia di Santa Cruz, Sergio Avecedo, in seguito alle polemiche sollevate dagli incidenti dello scorso 8 febbraio nella cittadina di Las Heras, in cui un agente di polizia è morto e 32 persone sono rimaste ferite in scontri tra le forze dell’ordine e operai in agitazione sindacale. Accuse di abusi e violenze sulle 19 persone arrestate durante la manifestazione hanno contribuito a spingere Avecedo ha rimettere ieri il suo mandato. Gli operai di Las Heras, il cui sostentamento dipende quasi completamente dalle attività estrattive nel vicino giacimento petrolifero di Los Perales, avevano allestito blocchi stradali e picchetti davanti alle sedi delle imprese petrolifere ‘Repsol Ypf’ e ‘Vintage Oil’ chiedendo un aumento salariale. La situazione è presto degenerata spingendo le autorità centrale a inviare truppe di rinforzo nel piccolo centro di 15.000 abitanti. “Questa tragedia poteva essere evitata. Il ricorso alla violenza e il frutto di una scarsa volontà di trovare una soluzione concordata e di una inclinazione alla repressione” ha detto alla MISNA, padre Luis Bicego, parroco di san Josè Obrero, l’unica chiesa di Las Heras, che dal giorno degli scontri assiste le famiglie degli operai arrestati e quelle dei 50 lavoratori licenziati dopo la manifestazione dalla due compagnie petrolifere. “Nei giorni successivi agli arresti, si è scatenata una vera e propria ‘caccia alle streghe’ per tutto la cittadina – continua il sacerdote – come ai tempi del regime militare; ci sono stati maltrattamenti e minacce”.

PRESTO RILASCIATI 395 DETENUTI PER VIOLENZE ELETTORALI DEL 2005

a autorità di Addis Abeba hanno deciso di liberare 395 persone arrestate dopo le proteste anti-governative avvenute in seguito alle legislative di maggio che, negli scontri tra polizia e manifestanti a giugno e a novembre, provocarono almeno 90 vittime. Secondo l’agenzia di stampa governativa ‘Ena’, il rilascio è stato deciso “alla luce del loro lieve coinvolgimento nelle proteste, dell’età, dei loro mezzi di sussistenza e soprattutto del loro pentimento”. Sale così a 11.600 il numero delle persone rilasciate sinora. Non è chiaro il numero di quanti in totale siano stati realmente arrestati l’anno scorso e quanti si trovino ancora trattenuti nei penitenziari etiopi. Secondo stime non verificabili, la polizia avrebbe fermato e trattenuto tra i 15 e i 20.000 civili, in maggioranza giovani accusati di sostenere l’opposizione. L’agenzia ‘Ena’ riferisce che solo 98 dei 493 detenuti nel carcere di Zeway, non lontano dalla capitale, rimarranno in carcere. Nel campo militare di Dedessa, circa 400 chilometri a ovest della capitale, era recluso un numero imprecisato di persone sino a dicembre, quando il centro fu chiuso dopo le accuse di presunti abusi sui prigionieri. Si trovano ancora in carcere i 129 imputati politici arrestati a novembre e accusati di tradimento e genocidio. Tra loro, giornalisti ed editori, dirigenti dell’opposizione, intellettuali e attivisti, vi sono anche: Hailu Shawel, presidente della Coalizione per l’unità e la democrazia (Cud), il principale partito di opposizione che alle legislative ha ottenuto oltre 100 seggi, ma che finora ha boicottato il Parlamento federale; Berhanu Nega, sindaco di Addis Abeba; Mesfin Wolde Mariam, attivista. Il dibattimento che li riguarda, iniziato a dicembre, è stato aggiornato al 22 marzo. L’esito generale delle elezioni politiche, che secondo il rapporto finale degli osservatori europei pubblicato ieri “non hanno soddisfatto i criteri internazionali di elezioni democratiche e giuste”, ha riconfermato al potere il Fronte popolare rivoluzionario democratico etiopico (Eprdf) del primo ministro Meles Zenawi. Proprio in seguito ai provvedimenti presi da Zenawi contro opposizione e esponenti della società civile, l’Unione Europea a dicembre ha sospeso gli aiuti al governo.

ITALIA

AVARIA AL SISTEMA DI RADAR, IN TILT L'AEROPORTO DI FIUMICINO

Aerei fatti tornare indietro nei parcheggi mentre erano già in fase di rullaggio, altri con i passeggeri già a bordo rimasti fermi sulla pista. Un traffico in partenza completamente bloccato e notevoli ritardi per quelli in arrivo. E' quanto successo ieri sera nell'aeroporto di Fiumicino per un'avaria al sistema di collegamento radar, che ha paralizzato i decolli dalle 21:30 alle 23:45 quando sono partiti i primi tre dei quattordici aerei che erano stati fermati. La vicenda è ora oggetto di una inchiesta tecnica aperta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo.

Il blocco del sistema radar sarebbe da collegare ad un guasto di carattere telematico. Si sarebbe trattato di un guasto tecnico al sistema di alimentazione della centrale Telecom che collega gli impianti radar e il centro di controllo aereo dell'area di Roma. La stessa società, in nottata, risolto il danno ha valuto anche sgomberare il campo da voci si sabotaggio. Il guasto è avvenuto poco prima delle 22 al sistema denominato SAF (sistemi di accesso flessibile) che consente la configurazione dei dati radar e delle linee telefoniche del Crav (centro regionale di assistenza al volo)di Ciampino. Alcuni aerei sono stati fatti tornare indietro ai parcheggi mentre erano ormai già sulla via di rullaggio.

300 IMMIGRATI SOCCORSI AL LARGO DI LAMPEDUSA

Un barcone con circa 300 clandestini, tra cui 4 donne, è stato soccorso a 12 miglia a sud di Lampedusa dalle motovedette della Capitaneria di porto. L'imbarcazione in legno, lunga 12 metri, è stata avvistata intorno alle 4 da una nave della Marina militare in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia. Gli immigrati, uno dei quali privo di sensi, sono già stati trasbordati su un guardacoste, che si sta dirigendo verso il porto dell'isola. Un'altra motovedetta sta raggiungendo un secondo barcone, con circa 30 extracomunitari a bordo, che è stato frattanto avvistato. Nelle operazioni di soccorso, coordinate dalla centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo, sono impegnate complessivamente 5 motovedette della Guardia costiera.


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gror060317 (last edited 2008-06-26 09:49:07 by anonymous)