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Sommario

In primo Piano

Editoriale

Pop parade il giorno dopo. Dopo un lungo percorso di preparazione, si è svolta ieri a roma la prima pop parade, la festa del precariato metropolitano, che ha attraversato il centro della città di roma per poi fondersi con un'altra iniziativa, quella dedicata ad una cultura musicale non omofoda e non sessista. Un bilancio della giornata nell'audio realizzato con il nostro corrispondente di ieri ( l'audio devi farlo tu con andrea, ti chiama lui verso le diciotto, a meno che non chiami prima me)

ESTERI

palestina 1

Continua l'offensiva israeliana in territorio palestinese, dopo che i carri armati sono penetrati nella striscia nella notte tra martedì e mercoledì. Oggi l'esrcito israeliano ha reso noto do aver arrestato - sostituendosi di fatto all'autorità palestinese - almeno 80 militanti di Hamas, tra cui 8 ministri e 20 deputati. Abu Mazen ha duramente condannato l'ondata di arresti di ministri e parlamentari di Hamas compiuta da Israele e ha chiesto l'intervento della comunità internazionale. "Il presidente condanna energicamente l'aggressione israeliana" ha detto il portavoce, Nabil Abu Rudeina, "i raid, l'assedio della Striscia di Gaza e l'arresto dei ministri dell'Anp e chiede alla comunita' internazionale e al Quartetto (Onu, Usa, Ue e Russia, ndr), di intervenire immediatamente per ristabilire la democrazia".

Hamas intanto accusa Israele di aver pianificato l'arresto dei vertici di Hamas «sin dal risultato delle elezioni palestinesi» dello scorso gennaio. Il rapimento del colono in Cisgiordania ( il cui corpo è stato ritrovato stamattina) «è stato usato solo come pretesto» per l'arresto di deputati e ministri palestinesi, ha denunciato il portavoce del governo, Ahmed Bahar.

palestina due

La Siria denuncia il sorvolo «a bassa quota» del suo territorio, «in corrispondenza della costa sul Mediterraneo» da parte di due F-16 israeliani come una «azione aggressiva e una provocazione». Una fonte del ministero dell'Informazione di Damasco citata dai quotidiani ufficiali assicura inoltre che contro i caccia israeliani è stato azionato il fuoco della contraerea che ha costretto gli aerei militari al ritiro. Il deputato siriano Suleiman Hadad ha denunciato l'azione degli F-16 come "una minaccia in violazione al diritto internazionale" e preannunciato a breve "l'adozione di misure diplomatiche". In una conferenza stampa a Damasco insieme al premier giordano, Marouf al-Bkheit, il vice premier siriano, Mohammad Naji Ottari, ha definito l'incursione di ieri dei caccia israeliani «un atto di pirateria e idiozia» lamentando il silenzio con cui la comunità internazionale ha accolto l'azione lanciata per distogliere l'attenzione dall'aggressione in corso contro la Striscia di Gaza. Ottari si è detto certo della solidarietà di tutti gli arabi con Damasco nel caso Israele dovesse «contemplare una nuova avventura», assicurando la capacità del suo paese di «difendersi da nuove aggressioni». Il Premier giordano ha definito l'azione dei caccia israeliana "iniqua e contraria alle norme del diritto internazionale".

Palestina tre

Stanno fuggendo da gaza gli abitanti palestinesi Uomini, donne, bambini si ammassano nelle macchine o nei carretti tirati da asini. Fuggono dai carri armati israeliani che sono penetrati ieri prima dell’alba nel sud della striscia di Gaza.Per lo più si dirigono verso rafah, considerata più sicura.

A Rafah l'ospedale da giorni si sta attrezzando in vista del ricovero dei feriti: “Abbiamo messo da parte quantità supplementari di medicine. Abbiamo anche stockato riserve di sangue grazie ai donatori di questi ultimi due giorni, dopo che si è saputo che l’esercito israeliano si preparava all’intervento armato”: lo spiega il dottor Ali Moussa, che dirige l’ospedale di Rafah “Abbiamo aumentato i turni di lavoro della nostra unità di emergenza. Abbiamo anche annullato tutte le operazioni meno importanti. Le nostre sale operatorie sono riservate da giorni per questa emergenza”, aggiunge.

Profughi in medioriente

Due dei 198 rifugiati curdo-iraniani bloccati allla frontiera tra la Giordania e l’Iraq dal gennaio 2005 hanno iniziato uno sciopero della fame “permanente” da domenica scorsa (25 giugno NdT) . L’azione è stata intrapresa per fare maggiore pressione sull’agenzia dei rifugiati dell’Onu, Acnur, affinche vengano trasferiti in un paese terzo, come ha dichiarato Khabat Mohammadi, portavoce dei rifugiati. La decisione è stata presa dopo che la settimana precedente l’intero gruppo di rifugiati – che comprende anche donne e bambini – aveva attuato un giorno di sciopero della fame in occasione della giornata internazionale del rifugiato (20 giugno) per attirare l’attenzione internazionale sulla loro richiesta.

I rifugiati hanno di recente rifiutato l’offerta di aiuto dell’Acnur per ritornare in Iran, a causa della loro condizione di oppositori politici di Teheran. Dal canto suo , il governo giordano rifiuta l’accoglienza nel timore che centinaia di rifugiati si affollino alle sue frontiere. Il gruppo di profughi si trova nella zona di confine di Karama dopo essere stato costretto ad abbandonare il campo di Al Tash, nel governatorato di Anbar, in Iraq, in seguito all’offensiva americana nella zona del gennaio 2005.

Iraq, ritiro truppe rumene

Mentre il governo italiano stenta a prendere una decisione chiara sul ritiro delle proprie truppe, anche la Romania, dopo il Giappone, annuncia il ritiro del contingente. La Romania intende infatti ritirare entro fine anno le sue truppe in Iraq. Il premier Calin Tariceanu lo ha annunciato oggi un po' a sorpresa, dopo che solo la settimana scorsa il ministro degli Esteri rumeno Mihai Ravzan Ungureanu aveva smentito piani di mobilitazione, al termine del suo incontro alla Farnesina con il vicepresidente Massimo D'Alema. La decisione e' dovuta al costo eccessivo della missione per Bucarest, che deve avere i conti in regola se vuole entrare nell'Unione europea il prossimo anno. Inoltre, la partecipazione a 'Iraqi Freedom' gode di scarsa popolarita' tra la popolazione. Tariceanu ha assicurato che non si tratta di un fulmine a ciel sereno. "Ne abbiamo discusso con i nostri alleati, gli americani e i britannici", ha detto il premier ai giornalisti. Il progetto di richiamare gli 890 soldati dispiegati nel sud dell'Iraq dovra' essere approvato da Consiglio supremo di difesa e dal parlamento. La fine della missione permettera' alla Romania di risparmiare 90 milioni di dollari, ha spiegato il ministro della Difesa, Teodor Atanasiu.

Iraq, una democrazia di morte

Se ne vanno a poco a poco gli eserciti deipaesi stranieri che hanno occupato l'Iraq negli ultimi tre anni. Se ne vanno dopo che la loro sbandierata "democrazia", tra molte virgolette, è stata sconfitta. A Baghdad e nel resto dell'Iraq si muore sempre più, e non solo per l'azione delle forze statunitensi o dell'insurrezione. Le celle frigorifere dell' obitorio di Baghdad non bastano piu' a far fronte al continuo afflusso di cadaveri che sono stati quasi 8.000 nei soli primi sei mesi di quest'anno, contro i meno di 10.000 di tutto il 2005. Lo ha riferito oggi l'ispettore generale del ministero della sanita' iracheno, Adel Muhsin. Citato dal quotidiano 'Al-Sabah', Mushin ha aggiunto che l'obitorio della capitale accoglie quotidianamente una media di 30-50 cadaveri, ma che nelle giornate in cui gli attacchi e gli attentati degli insorti s'intensificano si puo' arrivare anche a 150 cadaveri. La maggior parte dei corpi accolti all'obitorio di Baghdad, ha concluso Muhsin, rimangono privi d'identificazione. Ma si muore anche per dettato costituzionale, e decreto legge. Il primo ministro iracheno, Nouri al-Maliki, ha fatto sapere che i tribunali in Iraq negli ultimi due anni hanno emesso 260 sentenze di morte nei confronti di altrettanti autori di violenza, 22 delle quali sono state eseguite. Ci sono state 260 condanne a morte e solo 22 di queste sono state finora eseguite, si legge in un comunicato emesso dal governo di Baghdad al termine di una riunione del consiglio di ministri. Al-Maliki ha fornito ai ministri le cifre per sottolineare la necessita' di tradurre rapidamente davanti ai tribunali le persone accusate di violenza e di eseguire le sentenze. La pena di morte era stata sospesa in Iraq dal maggio del 2003, poco dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, dall'allora amministratore civile Usa, Paul Bremer. E' stata poi reintrodotta dai governi iracheni dopo il trasferimento di sovranita', avvenuta due anni fa. La pena capitale e' inserita anche nella nuova Costituzione irachena. E considerato che alla stesura della costituzione ha partecipato attivamente l'ambasciatore Usa in Iraq, Khalilzad, non stupisce che la sua introduzione sia stata accettata come "naturale". Dopo la Cina, gli Usa sono il secondo paese al mondo per numero di condanne alla pena capitale.

Iraq, il timore per la tratta dei bambini

Funzionari locali e organizzazioni umanitarie ha espresso preoccupazione per l’alto tasso di sparizione dei bambini iracheni. Secondo Omar Khalif, vice presidente della Iraqi Families Association (IFA) , una Ong nata nel 2004 per registrare i cai di bambini scomparsi, almeno cinque bambini spariscono ogni settimana. Il numero potrebbe anceh essere più alto, poichè non c'è possibilità di accesso alle statistiche del governo. Secondo i ricercatori locali e l’IFA, alcuni elementi fanno sospettare che i bambini vengano venduti in Europa, in particolare nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Tuttavia, non ci sono informazioni specifiche su chi stia organizzando il traffico né quali ne siano i motivi. I funzionari confermano che ci sono organizzazioni internazionali che operano in collaborazione con gli stessi iracheni. I funzionari del Ministero dell’Interno confermano di aver ricevuto numerose denuncie sulla scomparsa di bambini. “E’ una situazione molto complicata”, dice Fatah Hussein, del Ministero. “Vengono utilizzati documenti falsi, e sappiamo che molte famiglie che non possono avere bambini guardano con interesse all’Iraq e all’Afghanistan, perché è un mercato poco costoso. Alcuni bambini sono venduti per 5000 dollari, altri per dieci volte tanto”. In alcuni casi, le famiglie vendono volontariamente i loro bambini perché hanno bisogno di soldi. Una famiglia di Baghdad intervistata da IRIN ha ammesso che la disoccupazione e la povertà l’avevano spinta a vendere il proprio figlio per sostenere il resto della famiglia. “E’ duro vedere i propri bambini che non hanno nulla da mangiare”, dice Abu Karam, padre di nove bambini che ne ha venduto uno per 60.000 dollari. “Abbiamo dato nostro figlio ad una famiglia straniera perché ha pagato molto bene e lui avrà una vita bella con loro. Nel frattempo, anche gli altri nostri bambini avranno qualcosa da mangiare”.

Guantanamo

La Corte Suprema degli Stati Uniti s'appresta a pronunciare la sentenza sulla legittimità dei tribunali militari speciali istituiti dall'amministrazione del presidente George W. Bush per processare i detenuti della prigione di Guantanamo. Oggi, come ha annunciato il suo presidente John Roberts, il massimo organo giudiziario Usa rendera' infatti pubbliche le proprie decisioni sugli ultimi casi rimasti ancora aperti, prima della consueta pausa estiva di tre mesi nei lavori della Corte. La sentenza dovrebbe dare indicazioni, piu' in generale, sulla legittimita' delle scelte fatte su Guantanamo dalla Casa Bianca e dal Pentagono. Lo stesso presidente George W. Bush ha detto nei giorni scorsi di attendere la decisione dei giudici per valutare il futuro dei circa 450 detenuti ancora custoditi nella base militare americana a Cuba.

Kuwait, per la prima volta al voto le donne

Un anno dopo aver ottenuto i diritti civili, le donne del Kuwait voteranno oggi per la prima volta per eleggere il nuovo parlamento.Secondo la televisione di stato, la percentuale di donne che si sono recate a votare è del 40% nelle prime 4 ore di voto. In tutto a recarsi alle urne saranno 195.000 donne e 145.000 mila uomini. Per questi ultimi, sarà l'undicesima volta, dopo che nel 1962 è stato concesso il diritto al voto. Sui dieci candidati al parlmento, due sono donne.

Europa, Spagna: iniziano le trattative cn l'Eta

Lo ha annunciato il premier Zapatero che, parlando ai giornalisti in Parlamento, ha detto che il processo di pace che "sarà lungo e difficile" si fonderà sul fatto che il governo "non pagherà nessun prezzo politico" per raggiugnere la pace. Zapatero dopo aver sottolineato che dopo tre anni senza uccisioni da parte dell'Eta e sulla base dell'autorizzazione già accordatagli dal parlamento se fosse cessata la violenza, ha annunciato che "il governo inzierà il dialogo" con gli indipendentisti. Prima dell'intervento di Zapatero, il ministro dell'interno Alfredo Perez Rubalcaba aveva avuto contatti con i portavoce di tutti i partiti politici a cominciare dal Partito Popolare. Il PP è l'unico partito che si oppone frontalmente al negoziato Zapatero ha indicato che il negoziato, reso possibile dalla "tregua permanente" dichiarata dall'Eta il 22 marzo scorso, e che viene applicata, comincerà subito e a settembre il ministro dell'interno Rubalcaba informerà sui primi risultati le forze politiche.

Europa, il boicottaggio della cocacola arriva anche in Germania

L'assemblea degli studenti dell'Università di Colonia ha votato per il boicottaggio nelle sue mense e bar della bevanda Coca Cola, accusata di attentato ai diritti umani in Colombia. Anche in questo caso gli studenti accusano la multinazionale statunitense di essere complice dell'assassinio dei sindacalisti da parte di squadroni della morte. Nella stessa regione, nell'ovest del paese, anche altre università, come quella di Bonn e di Wuppertal hanno deciso per ilo boicottaggio.

ITALIA

Bologna la rossa

Non basta Sergio Cofferati a Bologna a bloccare ogni iniziativa che possa sembrare men che meno "normale". Anche la destra, che sembra essre la sua alleata naturale, scende oggi in piazza, alle 18, per ribadire no al gay pride che si è svolto ieri, e no alla manifestazione che si svolgerà sabato. la corrispondenza di francesca di città 103 di bologna (l'audio lo trovi sul sito di ror)

Gay pride a catania

Il concetto di "normalità" propugnato dalla destra parlamentare diventa l'occasione di aggressione da parte della destra sociale, peraltro anche essa rappresentata in parlamento. E così ieri a catania un gruppo di un centinaio di aderentia forza nuova ha tentato di bloccare il corteo cittadini che chiudeva la tre giorni di dibattiti,mostre e concerti iniziata nella settimana. (audio porpora se ce la fai)

Genova

??? non ho trovato nulla, ma mi sa che le udienza sono sospese, anche se mi ricordavo che finivano a luglio. Tu ne sai più di me, quindi vedi tu

Siparietto


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