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ESTERI

Palestina'

Stanno fuggendo da gaza gli abitanti palestinesi Uomini, donne, bambini si ammassano nelle macchine o nei carretti tirati da asini. Fuggono dai carri armati israeliani che sono penetrati ieri prima dell’alba nel sud della striscia di Gaza.Per lo più si dirigono verso rafah, considerata più sicura.

A Rafah l'ospedale da giorni si sta attrezzando in vista del ricovero dei feriti: “Abbiamo messo da parte quantità supplementari di medicine. Abbiamo anche stockato riserve di sangue grazie ai donatori di questi ultimi due giorni, dopo che si è saputo che l’esercito israeliano si preparava all’intervento armato”, spiega Il dottor Ali Moussa, che dirige l’ospedale di Rafah “Abbiamo aumentato i turni di lavoro della nostra unità di emergenza. Abbiamo anche annullato tutte le operazioni meno imprtanti. Le nostre sale operatorie sono riservate da giorni per questa emergenza”, aggiunge.

Profughi in medioriente

Due dei 198 rifugiati curdo-iraniani bloccati allla frontiera tra la Giordania e l’Iraq dal gennaio 2005 hanno iniziato uno sciopero della fame “permanente” da domenica scorsa (25 giugno NdT) . L’azione è stata intrapresa per fare maggiore pressione sull’agenzia dei rifugiati dell’Onu, UNHCR, affinche vengano trasferiti in un paese terzo, come ha dichiarato Khabat Mohammadi, portavoce dei rifugiati. La decisione è stata presa dopo che la settimana precedente l’intero gruppo di rifugiati – che comprende anche donne e bambini – aveva attuato un giorno di sciopero della fame in occasione della giornata internazionale del rifugiato (20 giugno) per attirare l’attenzione internazionale sulla loro richiesta.

I rifugiati hanno di recente rifiutato l’offerta di aiuto dell’UNHCR per ritornare in Iran, a causa della loro condizione di oppositori politici di Teheran. Dal canto suo , il governo giordano rifiuta l’accoglienza nel timore che centinaia di rifugiati si affollino alle sue frontiere. Il gruppo di profughi si trova nella zona di confine di Karama dopo essere stato costretto ad abbandonare il campo di Al Tash, nel governatorato di Anbar, in Iraq, in seguito all’offensiva americana nella zona del gennaio 2005.

Iraq, il timore per la tratta dei bambini

Funzionari locali e organizzazioni umanitarie ha espresso preoccupazione per l’alto tasso di sparizione dei bambini iracheni. Secondo Omar Khalif, vice presidente della Iraqi Families Association (IFA) , una Ong nata nel 2004 per registrare i cai di bambini scomparsi, almeno cinque bambini spariscono ogni settimana. Il numero potrebbe anceh essere più alto, poichè non c'è possibilità di accesso alle statistiche del governo. Secondo i ricercatori locali e l’IFA, alcuni elementi fanno sospettare che i bambini vengano venduti in Europa, in particolare nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Tuttavia, non ci sono informazioni specifiche su chi stia organizzando il traffico né quali ne siano i motivi. I funzionari confermano che ci sono organizzazioni internazionali che operano in collaborazione con gli stessi iracheni. I funzionari del Ministero dell’Interno confermano di aver ricevuto numerose denuncie sulla scomparsa di bambini. “E’ una situazione molto complicata”, dice Fatah Hussein, del Ministero. “Vengono utilizzati documenti falsi, e sappiamo che molte famiglie che non possono avere bambini guardano con interesse all’Iraq e all’Afghanistan, perché è un mercato poco costoso. Alcuni bambini sono venduti per 5000 dollari, altri per dieci volte tanto”. In alcuni casi, le famiglie vendono volontariamente i loro bambini perché hanno bisogno di soldi. Una famiglia di Baghdad intervistata da IRIN ha ammesso che la disoccupazione e la povertà l’avevano spinta a vendere il proprio figlio per sostenere il resto della famiglia. “E’ duro vedere i propri bambini che non hanno nulla da mangiare”, dice Abu Karam, padre di nove bambini che ne ha venduto uno per 60.000 dollari. “Abbiamo dato nostro figlio ad una famiglia straniera perché ha pagato molto bene e lui avrà una vita bella con loro. Nel frattempo, anche gli altri nostri bambini avranno qualcosa da mangiare”.

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