Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

per REDATTORI/TRICI DEL VENERDì

PRESIDIO VENERDì 7 LUGLIO, ORE 10, VOLANTINAGGIO DAVANTI AL SAN CAMILLO. LA NOTTE TRA SABATO 1 E DOMENICA 2 LUGLIO, IGNOTI HANNO DATO FUOCO ALLA STANZA DEL COORDINAMENTO PER LA 194, L'INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA, DEL SAN CAMILLO. ASCOLTIAMO LA CORRISPONDENZA DI UNA COMPAGNA DEL FARO.

c'è un AUDIO nella cartella audio-gr del 060704 contatto: Laura del Faro tel. 339.4846298

le compagne del martedì

Sommario

In primo Piano

Iniziativa al san camillo delle donne dopo l'attentato incendiario di alcuni giorni fa

Ascoltiamo il servizio

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

GAZA, ISRAELE MANTIENE LA PRESSIONE MILITARE

Poco fa i soldati sono entrati in un quartiere a Beit Lahyla, arrestando tutti i ragazzi palestinesi maggiori di 16 anni e tenendo le famiglie rinchiuse in una scuola, come ci informa Giuditta compagna delle realtà di solidarietà raggiunta pochi minuti fa.

ESPLOSIONI CONTRO MOSCHEE, COMINCIA RIENTRO SOLDATI GIAPPONESI

Giornata di preghiera all’insegna della violenza per i fedeli musulmani: 15 persone (17 secondo alcune fonti) sono morte e alcune decine sono rimaste ferite in attacchi contro alcune moschee sciite e sunnite; altri morti e feriti sono stati inoltre provocati da un’operazione militare statunitense a Sadr City, il quartiere sciita di Baghdad, in seguito a scontri armati tra ‘marines’ e uomini del capo radicale scucita Moqtada al-Sadr. L’attacco più sanguinoso si è verificato contro un luogo di preghiera a Tall al-Banat, nel nord-est del paese, non lontano dalla frontiera con la Siria. Qui l’esplosione di un’autobomba ha provocato 7 morti e 46 feriti, secondo fonti della polizia locale. A sud di Baghdad, la moschea scucita di Salman Pak è stata colpita da un attacco ribelle, che ha causato la morte di due civili e il ferimento di quattro poliziotti. Quattro luoghi di culto sunniti sono stati inoltre oggetto di attacchi coordinati a pochi minuti di distanza a Baghdad, Baquba e presso il santuario al-Furqan, nel nord-est della capitale. I quattro attacchi, realizzati proprio nell’ora di punta della preghiera del venerdì (tra le 11 e le 15 locali), durante la quale era stata vietata la circolazione delle automobili, hanno provocato almeno un morto e diversi feriti. Sul fronte militare, l’esercito Usa ha lanciato un’operazione a Sadr City nell’ambito di un programma di messa in sicurezza di Baghdad, cominciato lo scorso 14 giugno. Come risultato dell’operazione, un capo ribelle sarebbe stato arrestato, nove insorti sarebbero stati uccisi e altri 38 feriti. La giornata, infine, ha visto l’inizio dell’annunciata partenza delle truppe giapponesi dall’Iraq. Un primo gruppo di 38 soldati ha lasciato la città di Samara, dove il contingente di Tokio è dislocato, per raggiungere il Kuwait. Il ritiro dei 600 soldati giapponesi, inviati in Iraq dal 2004, dovrebbe essere completato entro la fine di luglio.

ITALIA

incontro dei taxisti con bersani

segue audio

fascisti a Tivoli

Abbasso i Pacs. No alle simulazioni zaparetiste". Per dire "no" alla volontà del Comune di Tivoli di aprire un registro per le coppie di fatto, omosessuali o non, ieri pomeriggio un gruppetto di attivisti di estrema destra della alla Comunità Militante Tiburtina ha rovesciato letame sul pavimento e lanciato uova contro gli sportelli dell'ufficio anagrafe comunale. Il tutto davanti a impiegati e pensionati sbigottiti.

Il blitz alle 15.30. Una decina di ragazzi sono entrati nell'ufficio gettando letame e uova. "Scusate - ha detto qualcuno lasciando un volantino -. È un atto dovuto. Ecco le nostre spiegazioni". "Questo registro non è altro che l'apripista per i Pacs prima e l'adozione di figli da parte di coppie omosessuali dopo - c'era scritto -.Contro l'edonismo imperante e la falsa solidarietà, noi riaffermiamo i sacri valori tradizionali". Il sindaco di Tivoli, Marco Vincenzi, ha chiesto l'intervento dei carabinieri ed espresso indignazione. "Ognuno deve essere libero di manifestare le proprie opinioni ma nel rispetto delle dignità personali e delle istituzioni". Niente affatto pentiti i "manifestanti".

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Quelli che non aspettano Benedetto

L’incontro Mondiale delle famiglie è ormai nel vivo e Valencia si prepara ad accogliere domani, nella tarda mattinata, l’arrivo di Benedetto XVI all’aeroporto di Manises. Tempo di preparativi, dunque, tra chi ferve nell’attesa di vedere arrivare il papa a confronto con le famiglie del mondo, e chi è pronto a giurare che no, proprio non l’aspetta. Con i 390.000 accessi degli ultimi 60 giorni al sito ufficiale www.jonotespere.org, la campagna “Jo no te espere”,-“Io non ti aspetto” da parte sua grida al successo, e per i due giorni di soggiorno di Benedetto XVI si prepara a sfornare incontri, dibattiti, concorsi a idee, feste e petizioni d’ogni genere. Una variopinta quanto operosa fucina dell’antipapale – passateci il termine - costruita in poco tempo da un numero impressionante di enti e associazioni di matrice varia (tra i sottoscrittori, anche i cattolici Redes Cristianas con Catòliques pel Dret a Decidir, Grup Cristià Pacifista, Comunitats Cristianes Populars) e nelle ultime ore rinvigorita da alcune “illustri adesioni” da parte di esponenti del mondo accademico cristiano.

Tra questi, il teologo Juan José Tamayo, ordinario alla cattedra di Teologia e Scienze delle Religioni Ignacio Ellacuría dell’Universidad Carlos III e fondatore dell’Asociación de Teólogos Juan XXIII, e José M. Castillo. Tamayo, ricordano i promotori della campagna, fu già una volta ammonito dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinale Ratzinger e successivamente inserito, insieme a Leonardo Boff e Anthony de Mello, nella lista dei teologi sostenitori di dottrine contrarie alla fede. Con lui, José M. Castillo, docente alla Facoltà di Teologia di El Salvador, teologo dell’episcopato spagnolo nel Sinodo dei Vescovi del ’71 e propulsore della “Teologia Popular” dal 1977. “Una grande soddisfazione – commentano i promotori di Jo no te espere- sapere che nell’ambito cristiano ci sono persone del valore di Tamayo e Castillo che reagiscono criticamente con rispetto al discorso fossile del Vaticano. L’adesione di questi due teologi è un esempio della pluralità della campagna e come si possano condividere valori e idee al di là delle credenze etiche, morali o religiose di ciascuno, rispettando sempre la diversità ideologica della nostra società”.

“Diversità ideologica” e “rispetto” i due valori formalmente messi in campo nella battaglia in difesa della laicità dello Stato e che migliaia di spagnoli hanno approvato con la sottoscrizione del manifesto ufficiale o, negli scorsi giorni, presentando al proprio vescovo regolare dichiarazione di apostasia dalla fede cattolica. Nei fatti, mentre l’accusa sfoderata e rumorosamente agitata è quella dell’intollerabile fastosità della visita di Benedetto XVI a Valencia, quella sapientemente e costantemente puntata è di un’involuzione del Vaticano nel senso del conservatorismo e di una politica d’ingerenza negli affari statali. Da qui parte una campagna eterogenea, che dal nobile piano dei valori condivisi troppo facilmente scivola sui toni dell’irriverenza, fino a perdere di vista il tanto invocato rispetto della parti. E allora, mentre nelle città si diffonde il logo della protesta – 5700 le bandiere vendute, che gli spagnoli esporranno in questi giorni ai loro balconi –, visitando il quartier generale online di Jo no te espere è possibile trovare, tra i materiali virtuali in download, l’immagine di un papa Benedetto che gradualmente si trasforma in mostro, produzioni speciali di una nota marca di preservativi con lo slogan: “No fem, més Papes”, un Cristo che, anziché il Sacro Cuore, porge un preservativo.

Per i creativi, la proposta antipapale è un concorso di idee con tanto di premi. Titolo, “Regala un cappello a Ratzinger”. Traccia “Joseph Alois Ratzinger ha una grande passione per i cappelli, quale gli regaleresti?”, da esporre in massimo 6 righe. Spot: papa Benedetto XVI, ribattezzato per l’occasione “Benemerito XVII il Giustiziere”, prova il cappello tripunte della Guardia Civile Spagnola. Premio: un viaggio in classe turistica, due libri – uno rigorosamente anticlericale ed un altro di poesia-, due biglietti per il teatro, un costume da prete ed un altro da suora da usare per un giorno. Gli amanti della fotografia potranno invece darsi, fino a domenica, al Safari Divino, un reportage collettivo sulla vita valenciana durante la visita del papa. Tutto, si scrive a caratteri rossi, “nel totale rispetto delle opinioni degli altri”, se non fosse che a introdurre l’iniziativa è la vignetta di un vampiro con tanto di pastorale. Intanto domani si fa sempre più vicino, e alle 17:30, proprio quando il papa sarà da poco entrato nel Palazzo della Generalitat a far visita ai reali di Spagna, Valencia vedrà sfilare nella Piazza di Sant’Agostino il corteo nudista antipapale. Tutto pronto, quindi, anche tra chi protesta. Resta solo il dubbio se, con una simile macchina organizzativa, “Io non ti aspetto” sia ancora lo slogan giusto..

STRISCIA DI GAZA: NUOVI ATTACCHI ISRAELE MALGRADO CONDANNA INTERNAZIONALE

Un palestinese è stato ucciso stamani nell’ennesimo raid aereo delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza, dove secondo responsabili della sicurezza locale da ieri sono state uccise almeno 22 persone, tra cui alcuni civili. L’ultima vittima è un palestinese colpito nella località di Beit Layiha, nel nord della Striscia; i caccia dello Stato ebraico hanno poi effettuato una seconda incursione aerea, ma non si conosce ancora il bilancio. Stamani la radio israeliana ha riferito che – secondo i palestinesi – l’attacco nella zona di Beit Layiha sta provocando un ulteriore carenza di energia elettrica, che si aggiunge ai gravi danni già provocati dal bombardamento israeliano di una centrale elettrica nella Striscia di Gaza. Ieri – oltre alle condanne del Consiglio dell’Onu per i diritti umani - il segretario generale dell’Onu Kofi Annan ha esortato il governo israeliano a contenere le sue azioni, che costituiscono una “punizione collettiva dei civili palestinesi”, e permettere la somministrazione di combustibile e di beni di base nella Striscia di Gaza. Intanto altri due palestinesi – un ragazzo che tirava pietre e un miliziano armato – sono stati uccisi dagli israeliani in un’operazione a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Il quotidiano israeliano ‘Haaretz’ riporta oggi possibili spiragli di trattativa per la liberazione del caporale Gilad Shalit, rapito da estremisti palestinesi lo scorso 25 giugno nella Striscia di Gaza: secondo il giornale, Hamas sarebbe disponibile alla sua liberazione e alla sospensione del lancio di razzi ‘Qassam’ contro Israele in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi, come già chiesto nei giorni scorsi a Israele, che però ha finora rifiutato.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Iraq: scontri fra truppe Usa e milizie sciite, 9 morti

Almeno nove persone sono state uccise e una trentina sono rimaste ferite in scontri divampati all'alba nella parte orientale di Baghdad tra forze americane e miliziani sciiti dell'esercito del Mehdi di Moqtada al Sadr. Lo hanno reso noto testimoni e fonti sanitarie e di polizia. Una fonte del ministero degli Interni ha detto che gli scontri sono cominciati quando le truppe Usa, appoggiate da elicotteri, hanno compiuto un blitz a Sadr City, uno dei quartieri più degradati della capitale irachena. Nell'operazione sono state anche distrutte quattro abitazioni.

AFGHANISTAN: SCONTRI NEL SUD, UCCISI 5 TALEBANI E SOLDATO COALIZIONE

Un soldato della coalizione e cinque Talebani sono morti in scontri nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. Lo ha riferito il portavoce delle forze della coalizione, Griffith Miller, secondo cui nella battaglia di ieri nel distretto di Baghran è rimasto ferito anche un altro militare. Il portavoce si è rifiutato di rivelare la nazionalità del soldato, ma è possibile che sia britannico: nella provincia di Helmand sono dispiegati infatti tremila militari del Regno Unito. Nelle ultime tre settimane, sono rimasti uccisi sei soldati britannici.

Filippine: tentato colpo di stato, arresti

Sei ufficiali dell'esercito, tra i quali un capitano e alcuni tenenti, e due civili sono stati arrestati questa mattina nelle Filippine per una loro presunta partecipazione a dei tentativi di colpo di stato. Lo si è appreso da fonti ufficiali. Durante un'operazione eseguita all'alba in un edificio nella periferia di Manila, sono stati sequestrati fucili M16, ordigni esplosivi e documenti, ha precisato il portavoce dell'esercito, il tenente colonnello Bartolome Bacarro. Gli ufficiali arrestati sono accusati di far parte di un gruppo (Magdalo) sospettato di essere all'origine di un colpo di stato sventato nel febbraio scorso.

ELEZIONI, CALDERÓN VINCE CON STRETTISSIMO MARGINE

Il candidato conservatore Felipe Calderón ha battuto con un margine risicato lo sfidante di sinistra, l’ex-sindaco di città del Messico Andres Manuel Lopez Obrador, con lo 0,58% dei voti, poco più di 11.000 voti su 41 milioni di schede: lo ha reso noto l'Istituto federale elettorale (Ife), sulla base dello spoglio ufficiale dei voti delle elezioni presidenziali di domenica scorsa. Calderon, del ‘Partido de Acción Nacional’ (Pan) del presidente uscente Vicente Fox, ha ottenuto il 35,89% (14.754.778 voti) mentre Lopez Obrador - candidato del Partito della rivoluzione democratica (Prd) - ha raggiunto il 35,31% (pari a 14.753.087 preferenze). Lo sconfitto ha già annunciato ricorso al Tribunale elettorale messicano (Tepjf), che avrà tempo fino al prossimo 6 settembre per la nomina ufficiale del nuovo capo di Stato, in carica dal prossimo 1° dicembre. Lopez Obrador ha anche rifiutato la proposta di Calderón di partecipare al suo governo di unità nazionale. Roberto Madrazo, candidato del ‘Partido revolucionario institucional (Pri, al potere per gran parte del secolo scorso) ha ricevuto 9.301.441 voti, pari al 22,26%.

MIGRANTI IRREGOLARI, ALTRI DUE CORPI SENZA VITA ALLE CANARIE

Almeno due migranti irregolari africani sono stati ritrovati morti oggi a bordo di un’imbarcazione rudimentale rimorchiata nel porto di Los Cristianos, non lontano da Tenerife, nell’arcipelago spagnolo delle Canarie. Secondo fonti della polizia sul posto, citate da agenzie internazionali, non è chiaro quante persone si trovassero a bordo di un ‘cayucco’, i ‘barconi della disperazione’ gestiti da trafficanti di esseri umani che salpano da Senegal e Mauritania verso le Canarie per portare in Spagna – e quindi in Europa – migliaia di africani. Un'altra imbarcazione dello stesso tipo è stata ritrovata la notte scorsa a circa 330 miglia nautiche (611 chilometri) dall’arcipelago, con a bordo 112 migranti irregolari; la nave da soccorso spagnola ‘Esperanza del Mar’ sta prestando loro le prime cure.

ITALIA

Abu Omar, prime ammissioni degli 007 "Così il Sismi preparò il sequestro"

Il castello di carte sta crollando. Dopo quarantotto ore di interrogatori, sarebbero arrivate le prime ammissioni degli uomini del Sismi: nei giorni precedenti il rapimento di Abu Omar negli uffici dei servizi si tennero riunioni per preparare l'operazione. Tra i presenti, i due alti funzionari arrestati: il generale Gustavo Pignero (ai domiciliari) e Marco Mancini. Il numero due del Sismi ieri si è difeso dal carcere: "Non ho mai rapito nessuno. Né ho mai partecipato al sequestro di qualcuno", ha detto Mancini rinchiuso a San Vittore. E ha aggiunto: "Sto bene. Ho fiducia nella giustizia, la mia estraneità ai fatti verrà chiarita".

Ma il quadro probatorio dell'accusa si rafforza. Tra mercoledì e ieri sono state ascoltate una ventina di persone, testimoni e indagati a piede libero. Interrogatori che hanno impegnato tra Roma e Milano il pm Armando Spataro e tutto il Dipartimento antiterrorismo del capoluogo lombardo. Le prime ammissioni sarebbero venute dai funzionari del Sismi che nel 2003 ricoprivano le posizioni di capicentro di Milano, Padova e Trieste. Figure di livello intermedio, ma informate di quanto i servizi italiani e quelli statunitensi stavano preparando. Certo, le ammissioni sono ancora parziali, incomplete, ma convergenti. Insomma, si confermano a vicenda. Parlano anche di riunioni, successive al sequestro, presso i centri Sismi di Trieste e Milano per concordare una versione comune da riportare ai magistrati che indagano sul sequestro.

Gli inquirenti finora avevano in mano soprattutto la testimonianza di Luigi Pironi - l'ex maresciallo del Ros che con la sua testimonianza ha dato il via al terremoto - e il racconto di Stefano D'Ambrosio, l'ex capocentro del Sismi di Milano. Oltre, ovviamente a intercettazioni e riscontri. A questo materiale adesso si aggiungerebbero le ammissioni degli indagati. Di più: un ulteriore conferma arriverebbe dalle parole di Lorenzo Murgolo, l'attuale vice di Mancini al Sismi. Murgolo all'epoca del sequestro prestava servizio presso la polizia, ma avrebbe appreso "de relato" della partecipazione italiana al rapimento Cia. Nessuna conferma invece è arrivata ieri dall'interrogatorio di Pio Pompa, il funzionario del Sismi indagato per favoreggiamento e per aver "preso fraudolentemente cognizione" delle conversazioni telefoniche in partenza dal cellulare del giornalista di Repubblica Giuseppe D'Avanzo. Pompa si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ma gli inquirenti stanno tirando tutti i fili cui sono collegati Mancini e Pignero. Compresi i contatti con i giornalisti. Ieri è stato sentito Claudio Antonelli, accusato di favoreggiamento. Il cronista di Libero ha risposto alle domande dei pm respingendo tutte le accuse. Intanto si starebbe facendo sempre più pesante la posizione di Renato Farina, vice-direttore di Libero: gli investigatori avrebbero trovato documenti che proverebbero due versamenti in suo favore di 2.500 e 5.000 euro. Non solo: secondo gli atti dell'accusa, Farina (che sarà interrogato oggi) "comunicava al Pompa gli spostamenti del pm" Spataro.

In particolare negli atti dei pm risulterebbe una comunicazione tra Farina (indicato dal Sismi come "fonte Betulla") e Pompa, in cui il giornalista aggiornava il funzionario del Sismi sul presunto stato delle indagini, riferendo di un incontro tra Spataro e Bruno Megale (dirigente Digos di Milano e coordinatore delle indagini) avvenuto nella Questura del capoluogo lombardo. Ieri Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Milano, ha chiesto alla Procura copia degli atti relativi ai due giornalisti per esercitare un'azione disciplinare. Gli altri giornalisti invece sono stati e saranno sentiti come testimoni, quindi non indagati (ieri è toccato a Stefano Cingolani, ex direttore del Riformista).

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Un palestinese è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti durante un raid aereo israeliano nel Nord della Striscia di Gaza, a Beit Layha Lo hanno reso noto responsabili dei servizi di sicurezza palestinesi. L'esercito israeliano ha detto che un aereo ha aperto il fuoco su quattro miliziani armati. Sale così a 24 il numero dei palestinesi uccisi dal ieri.

Il ministro dell'interno palestinese, esponente di Hamas, Said Siam, ha ordinato alle forze di polizia e agli agenti dei diversi servizi di sicurezza dell' Autorità palestinese di respingere l' attacco dell' esercito israeliano nella striscia di Gaza. Il portavoce del ministero, Abu Hilal, ha detto che è stato dato l' ordine alla polizia e ai servizi di sicurezza palestinesi di aprire il fuoco sui soldati israeliani dentro la Striscia. E' la prima volta che un membro ufficiale dell' esecutivo palestinese ordina di aprire il fuoco sulle truppe israeliane.

RAID ISRAELIANO A JENIN PER CATTURARE LEADER LOCALE Incertezza regna questa sera sulla sorte del popolare capo della Brigate dei Martiri di Al Aqsa (Al Fatah) a Jenin, Zacharia Zubeidi, apparentemente obiettivo di un raid dell'esercito. Secondo alcune fonti Zubeidi sarebbe stato ucciso, secondo altre sarebbe stato catturato e secondo altre ancora sarebbe riuscito a scappare. Stando a fonti palestinesi Zubeidi e un altro capo delle Brigate Mohammed As-Saadi stavano facendo una visita di condoglianze a una famiglia palestinese quando l' abitazione e' stata circondata da un'unita' speciale dell' esercito. E' seguita una sparatoria. Ma sulla sorte di Zubeidi e As-Saadi c'e' finora completa incertezza. Un portavoce militare si e' limitato a dire che c'e' stata un'operazione dell' esercito a Jenin nel corso della quale e' stata circondata una casa e c'e' stata una sparatoria. Non sono stati forniti altri particolari.

SCATTATA L'OPERAZIONE CUSCINETTO Truppe e blindati israeliani, con la copertura di elicotteri da combattimento, sono entrati durante la scorsa notte per alcuni chilometri nel nord della Striscia di Gaza, tornando a occupare l' area in cui si trovano le rovine degli insediamenti ebraici di Dugit, Nissanit e Elei Sinai, abbandonati circa undici mesi fa. L' esercito si è spinto oltre ed ha occupato Atatra, un quartiere di Bet Lahiya, distante circa cinque chilometri dal confine israeliano. E' da questa località, secondo le fonti israeliane, che sono stati sparati due razzi Qassam che ieri sera sono caduti sulla città di Ashqelon (120 mila abitanti), provocando uno stato di shck a otto persone e lievi danni. Secondo fonti israeliane il premier Ehud Olmert avrebbe deciso di creare una 'zona cuscinetto' nel nord della Striscia in modo da impedire ai razzi Qassam di raggiungere il territorio israeliano.

ALMENO 16 UCCISI IN SCONTRI Almeno 16 palestinesi sono stati finora uccisi, secondo una statistica approssimativa di fonti palestinesi e israeliane, in scontri con le truppe israeliane in meno di una giornata nel Nord della striscia di Gaza. Le perdite israeliane ammontano, a quanto risulta, a un soldato ucciso e a due feriti. Due miliziani di Hamas sono stati uccisi la scorsa notte poco dopo l' ingresso di truppe e blindati nel nord della striscia. Altri quattro stamane a Abassan, nel sud della Striscia, in un raid aereo Nel corso della giornata almeno otto palestinesi, tra miliziani e civili, sono stati uccisi da un razzo sparato da un aereo a Bet Lahiya, nel nord della Striscia. Altri due ancora, ambedue miliziani, sono stati uccisi da un' unità speciale dell' esercito a Bet Lahiya. Gli scontri più aspri, a quanto si è appreso, si svolgono tra le rovine degli insediamenti ebraici di Nissanit, Dugit e Elei Sinai e nel quartiere Atatra, di Bet Lahiya, dove gruppi armati palestinesi oppongono una decisa resistenza. Dall' inizio delle operazioni militari nella Striscia, nove giorni fa, si stima che almeno venti palestinesi siano stati uccisi. ALMENO 7 UCCISI DA RAZZO A BET LAHIYA Sarebbe di almeno sette il numero di palestinesi, tra miliziani e civili, che sono stati uccisi da un razzo sparato da un aereo israeliano contro un gruppo di armati a Bet Lahiya.

SOLDATO ISRAELIANO UCCISO DA FUOCO PALESTINESE, TV La televisione al Jazira ha detto oggi che un soldato israeliano è stato ucciso dal fuoco palestinese nel nord della Striscia di Gaza. Al Jazira, citando un suo corrispondente, ha detto che il soldato è morto nella zona di Atatra, nel nord della Striscia.

ASPRI SCONTRI A BET LAHIYA Aspri combattimenti sono in corso da stamane tra armati palestinesi di diverse fazioni e truppe e blindati israeliani a Bet Lahiya, nel nord della striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti palestinesi, secondo le quali gli scontri sono di particolare intensità. Queste fonti e la radio israeliana hanno riferito che un soldato è stato ferito ed è stato caricato su un elicottero che lo ha portato in un ospedale in Israele. Non si ha finora notizia di perdite da parte palestinese. Il fatto che gli scontri siano in corso alle porte di Bet Lahiya indica che i soldati hanno superato l' area in cui sorgevano gli insediamenti ebraici di Dugit, Nissanit e Elei Sinai, sgomberati circa undici mesi fa.

QUATTRO I CIVILI UCCISI IN RAID AEREO ISRAELE E' salito a quattro il numero dei palestinesi uccisi nel raid aereo ad Abassan, secondo fonti palestinesi. Gli uccisi, hanno aggiunto, sarebbero tutti membri di gruppi armati, sembra della Jihad Islamica. Un altro palestinese, inoltre, secondo le stesse fonti, sarebbe stato ucciso da fuoco israeliano al valico di Kissufim, in un'area interdetta ai palestinesi.

Messico: Calderon vince per 0,57%

Felipe Calderon, si e' imposto sul suo avversario della sinistra, Andres Lopez Obrador, con uno scarto dello 0,57% dei voti.Lo ha reso noto l'Istituto federale elettorale, sulla base dello spoglio del 100% dei voti delle elezioni presidenziali di domenica in Messico. Calderon, candidato del Partito azione nazionale (Pan), ha ottenuto 14.981.268 voti (il 35,88%) mentre i voti a favore del candidato del Partito della rivoluzione democratica (Prd) sono stati 14.745.262 (35,31%).

Filippine, fallito colpo di stato

Sei ufficiali dell'esercito e due civili sono stati arrestati nelle Filippine: avrebbero preso parte ad un tentativo di colpo di stato. Durante un'operazione eseguita all'alba in un edificio nella periferia di Manila sono stati sequestrati fucili M16, ordigni esplosivi e documenti. Gli ufficiali arrestati farebbero parte di un gruppo (Magdalo) sospettato di essere all'origine di un colpo di stato sventato nel febbraio scorso. La presidente Arroyo aveva decretato lo stato d'emergenza.

CINA: MISTERIOSA ESPLOSIONE IN UN VILLAGGIO, 43 MORTI

Responsabili del governo locale hanno affermato che indagini sono in corso. Finora è stato accertato che l' esplosione è avvenuta in una casa privata, secondo Nuova Cina. L' agenzia non indica il numero dei feriti ma afferma che le autorità locali si sono impegnate a fare "tutti gli sforzi" per assisterli.

CINA-INDIA: RIAPERTO VALICO NATHULA, CHIUSO DAL 1962

Cina ed India hanno riaperto oggi il collegamento via terra tra i due Paesi attraverso il passo di Nathula, a oltre 4.500 metri sulle montagne del Tibet lungo l'antica Via della Seta. Delegazioni delle due parti - entrambe con una folta rappresentanza di uomini d'affari - si sono incontrate sul passo himalaiano. Poi cento imprenditori cinesi hanno proseguito verso Gangtok, la capitale dello Stato indiano del Sikkim, mentre altrettanti imprenditori indiani hanno raggiunto il centro di Renqinggang, dalla parte cinese della frontiera. Da Nathula, chiuso dal 1962 dopo la sanguinosa guerra di frontiera tra India e Cina, passava l'80 per cento del commercio via terra tra i due Paesi. Non si tratta solo di un fatto simbolico, speriamo che presto da qui passino i pullman di turisti e speriamo di aver presto un servizio regolare di autobus che colleghi Gangtok a Lhasa (la capitale del Tibet), ha detto l' ambasciatore cinese in India, Sun Yuxi, che ha preso parte alla cerimonia. Il passo di Nathula e' a 460 chilometri di Lhasa e a soli 52 da Gangtok. La sua riapertura, oltre a rappresentare una forte spinta per gli scambi commerciali tra i due Paesi, e' il primo risultato di negoziati sulle frontiere che si trascinano da anni. La Cina non ha ancora riconosciuto l'annessione all'India del principato del Sikkim (1975), uno dei tre piccoli Stati himalayani (con Nepal e Bhutan) che hanno storicamente funzionato da cuscinetto tra i due giganti asiatici. La guerra del '62 ha lasciato in eredita' ai due Paesi altre dispute di frontiera: ad ovest i monti dell'Aksai Chin e una fetta dell'ex principato del Jammu e Kashmir sono occupati dalla Cina e rivendicati dall'India; ad est la provincia indiana dell'Arunachal Pradesh (ex Provincia della Frontiera di Nord Est dell'Impero britannico) non e' mai stata riconosciuta da Pechino come territorio indiano. Alcuni analisti indiani hanno criticato il governo di New Delhi per aver riaperto il passo senza aspettare il riconoscimento formale da parte della Cina delle frontiere, o almeno quello dell'annessione del Sikkim. Inoltre la Cina e' un alleato militare ed un importante partner commerciale del Pakistan, il nemico storico dell'India. Piu' che le considerazioni strategiche sembrano pero' aver pesato quelle economiche e commerciali. A dispetto delle dispute di frontiera e della rivalita' storica tra le due grandi civilta' dell'Asia per l'egemonia regionale, i rapporti commerciali hanno conosciuto un boom negli anni passati: dagli 1,8 miliardi di dollari del 1998 si e' passati ai 3,5 del 2001, fino a superare i 18 miliardi nel 2005, con una spettacolare crescita del 37,5 per cento rispetto all'anno precedente. Gli imprenditori dei due Paesi spingono per la liberalizzazione dei rapporti: i cinesi hanno gia' invaso l'India con le merci a buon prezzo mentre quelli indiani hanno scoperto i vantaggi che si ottengono producendo in un Paese vicino con infrastrutture sviluppate e una burocrazia meno ossessiva di quella indiana (almeno per gli stranieri). Il collegamento via terra, afferma Zhang Guihong, professore di economia all'Universita' del Zhejiang, permettera' di continuare a sviluppare le relazioni bilaterali con notevoli risparmi sui costi.

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror060707 (last edited 2008-06-26 10:00:48 by anonymous)