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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

BEIRUT, PROSEGUONO BOMBARDAMENTI ISRAELIANI, CIVILI IN FUGA

Reso inutilizzabile l’aeroporto, colpite le più importanti arterie stradali, assediati dalla marina i principali porti: continua l’assedio di Israele al Libano. La televisione libanese ha appena riferito un nuovo bombardamento contro la periferia sud di Beirut, dove si trova la sede del movimento sciita Hezbollah, mentre nel primo pomeriggio l’aviazione e la marina hanno bombardato il cavalcavia di Zaharani, a 50 chilometri a sud di Beirut – dove è situata anche la maggiore centrale elettrica del Libano meridionale – provocando un numero tuttora imprecisato di morti e feriti. Aerei israeliani sono inoltre tornati a colpire l’aeroporto internazionale Rafik al-Hariri di Beirut per la quarta volta in poco più di 24 ore: dopo aver precedentemente preso di mira i depositi di carburante, le piste di decollo e atterraggio e edifici vicini adibiti ad abitazioni civili, stavolta hanno bombardato il terminal dello scalo che finora era stato risparmiato. Volantini sono stati inoltre lanciati per ‘avvertire’ che presto verrà compiuto un attacco contro il tunnel ‘Salim Salam’ che collega i quartieri residenziali della capitale all’aeroporto; intanto viene segnalata la fuga di migliaia di civili da Beirut, nel timore di nuovi attacchi. La marina invece ha colpito la città portuale di Tiro, nel sud del Libano, e l’adiacente campo di profughi palestinesi di Rashidiya, a circa 80 chilometri a sud della capitale. Si tratta della maggiore offensiva dell’aviazione israeliana dall’invasione israeliana nel 1982, hanno osservato funzionari israeliani precisando che l’unica azione militare paragonabile è quella soprannominata ‘Grapes of Wrath’ (Pallottole d’ira) del 1996 anche allora diretta contro gli Hezbollah. Quella volta però le vittime furono 165, tra cui oltre 100 civili, in 17 giorni di combattimenti; stavolta i morti libanesi in appena tre giorni sono già 61, mentre le vittime israeliane sono 10: otto soldati uccisi nel corso del rapimento di due militari israeliani che ha scatenato la risposta israeliana, e due civili morti in alcune città settentrionali a causa dei razzi lanciati dagli Hezbollah. Anche oggi decine di località israeliane sono state raggiunte dai missili libanesi – Safed, Naharya, Kiryat, Schmone – mentre molti considerano imminente un secondo attacco contro Haifa. Israele – ha intanto avvertito il primo ministro Ehud Olmert – fermerà le operazioni solo a tre condizioni: il rilascio dei due soldati rapiti dagli Hezbollah, la sospensione dei lanci di razzi e l’adesione del governo libanese alla risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che impone il disarmo degli Hezbollah e il dispiegamento dell’esercito libanese nel sud del Paese. Intanto l’offensiva israeliana prosegue anche sul fronte palestinese: un miliziano e cinque civili sono morti ieri in seguito a combattimenti, mentre cinque feriti in diverse incursioni israeliani hanno perso la vita oggi in ospedale.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ALTRA GIORNATA DI SANGUE, UCCISI CIVILI E POLIZIOTTI

Almeno 26 persone sono state uccise oggi in una serie di attacchi in diverse zone del paese, che hanno colpito sia le forze di sicurezza che civili nel nord e nella capitale. Tredici poliziotti sono stati assassinati nel pomeriggio a colpi di arma da fuoco da combattenti a bordo di tre veicoli a un posto di blocco non lontano da Kirkuk, città petrolifera del nord circa 250 chilometri da Baghdad. Poche ore prima, 7 persone erano morte e 5 rimaste ferite per l’esplosione di una bomba lanciata contro una moschea sunnita nei quartieri settentrionali della capitale dopo le preghiere del venerdì. Colpi di obice sono caduti invece nei pressi di una moschea sciita a Balad Rouz, circa 100 chilometri a nord di Baghdad, centrando un’abitazione vicina: due civili sono stati uccisi, altri quattro feriti. A Mossul, 370 chilometri a nord di Baghdad, un poliziotto e una guardia del corpo di un giudice sono stati colpiti a morte in differenti attacchi, mentre a Baghdad tiri di mortaio hanno provocato la morte di un civile e il ferimento di altre 9 persone. Intanto l’esercito americano afferma di aver catturato un esponente di al-Qaida ma non ci sono conferma da parte del governo iracheno.

ITALIA

11 MARZO. BASILONE: PARERE FAVOREVOLE AI DOMICILIARI

Il pm di Milano, Piero Basilone, ha espresso "parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari" per i 25 giovani in carcere in seguito ai fatti avvenuti l'11 marzo in corso Buenos Aires a Milano. Il pm, che lunedì scorso ha chiesto per 27 indagati pene fino a sei anni di reclusione, ha parlato di "sussistenza di gravi indizi" che permane per tutti e 25 ancora in carcere e ha chiesto che l'opera di riabilitazione per tutti venga condotta anche con l'aiuto delle loro famiglie. La decisione sulla eventuale concessione della misura alternativa al carcere verrà pronunciata mercoledì prossimo nel corso di quella che dovrebbe essere l'ultima udienza del procedimento per rito abbreviato.

COMUNICATO DEL MAGAZZINO 47

Le indagini di polizia che nella giornata di ieri hanno portato all arresto di tre esponenti della organizzazione neonazista Forza Nuova per l'attentato incendiario contro Magazzino 47 della notte tra il 3 e il 4 marzo scorso, confermano quanto affermiamo da molto tempo: sono negli ambienti conosciuti della destra fascista la provenienza concreta e la matrice politica di questo come di molti altri atti di provocazione, tentativi di intimidazione e aggressione rivolti negli ultimi anni non solo contro il centro sociale, ma anche contro singole persone, studenti, migranti, contro varie realtà associative, politiche e sindacali antifasciste e antirazziste della città e della provincia. Del resto, i fatti di Brescia si inseriscono in uno scenario nazionale di aggressività fascista altrettanto preoccupante e che non riguarda affatto solo i centri sociali. Anche le scritte naziste vergate nel quartiere ebraico di Roma alcune notti fa non sono che l'ennesimo episodio di aggressione e provocazione fascista che ha per bersaglio tutti quanti e la stessa convivenza civile.

Napoli

I compagni di officina 99 rientrano in possesso del centro sociale, ascoltiamo l'aggiornamento

ROMA/VERTENZA "ANNI VERDI"

DOPO LA REQUISIZIONE DELLE SEDI DELL'ASSOCIAZIONE "ANNI VERDI" DA PARTE DEL PREFETTO, I GENITORI DEI RAGAZZI DISABILI SI MOBILITANO A SOSTEGNO DEGLI OPERATORI CHE NON RICEVONO LO STIPENDIO DA TRE MESI. LE ASL NON HANNO ANCORA EMESSO LE DETERMINAZIONI DI PAGAMENTO COME DISPOSTO DALLA PREFETTURA E DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO. UN RAPPRESENTANTE DEI GENITORI INTERVENENDO AD UNA RADIO LOCALE PREANNUNCIA MOBILITAZIONI E AFFERMA: "I CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE DI "ANNI VERDI" TRATTAVANO I LAVORATORI COME NEGRIERI E RICATTAVANO I GENITORI CHE SI LAMENTAVANO. SI FACCIANO INDAGINI PATRIMONIALI SERIE, A RITROSO NEGLI ANNI, SUGLI AMMINISTRATORI DI ASSOCIAZIONI E COOPERATIVE SOCIALI DEL TERZO SETTORE".

Genitori e lavoratori dell'associazione "Anni Verdi" hanno ottenuto insieme un primo risultato dopo che il consiglio di amministrazione ha deciso di chiudere i battenti: la requisizione da parte della prefettura e la presa in carico del servizio da parte degli enti locali. Marrazzo e il prefetto Serra hanno preso atto del grave vulnus ai diritti delle persone determinato da questa situazione. Ma i genitori si stanno mobilitando di nuovo perchè rimane la ferita molto grave a danno di tutti gli operatori che assistono quotidianamente i ragazzi e ragazze diversamente abili nei centri diurni di riabilitazione: Continuano a non percepire stipendio da tre mesi ed è una cosa intollerabile.

Intervenendo ad una radio locale il sig. Vittorio, rappresentante dei genitori ha descritto il comportamento da negrieri dei consiglieri di amministrazione di "Anni Verdi" i quali licenziavano e punivano con facilità gli operatori e ricattavano persino i genitori che osavano esprimere qualche lamentela. Il rappresentante dei genitori ha raccontato per radio come nella sua esperienza di utente dei servizi, un presidente di una cooperativa di assistenza domiciliare nel giro di un paio d'anni è passato dalla situazione di avere una scarpa bucata alla situazione di possedere mercedes e rolex. La richiesta dei genitori è quella di internalizzare i servizi alla persona e di fare indagini patrimoniali serie, a ritroso negli anni, sugli amministratori di cooperative e associazioni convenzionate con gli enti locali.

Coordinamento Cittadino Operatori e Operatrici Sociali via Appia 357 Roma (riunioni ogni giovedì sera alle ore 21)

INCIDENTE SUL LAVORO NEL COSENTINO, MUORE OPERAIO 19ENNE

Incidente mortale sul lavoro oggi pomeriggio a Montalto Uffugo, centro alle porte di Cosenza. Un giovane di 19 anni, Giuseppe Capalbo, di Rose, dipendente di una azienda edilizia, mentre si trovava nel fondo dello scavo delle fondamenta di un edificio residenziale, per cause ancora in corso di accertamento e' stato investito da una massa di terreno staccatasi da una parete della buca. Il giovane e' morto all'istante. La salma e' stata posta a disposizione dell'autorita' giudizia che ne disporra' l'autopsia, mentre il cantiere e' stato posto sotto sequestro. Sono in corso indagini da parte della locale stazione dei carabinieri e dal personale dell'Ispettorato del lavoro di Cosenza.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Beirut, tre bombardamenti nella notte Morti, feriti; evacuata ambasciata Usa

In tre ondate i caccia israeliani hanno bombardato Beirut prima dell'alba di oggi, prendendo di mira la periferia sud, roccaforte dello Hezbollah, con un bilancio di almeno due morti e 17 feriti, secondo la tv del movimento sciita, Al Manar.

Mentre la contraerea libanese entrava in azione, i bombardamenti hanno centrato obiettivi sulla superstrada costiera che porta al Sud Libano, due campi da gioco, e due cavalcavia, uno nei pressi dell'aeroporto, l'altro nel quartiere di Haret Hreik, dove ha sede il quartier generale del 'Partito di Dio' libanese.

Sempre nella zona sud di Beirut - da dove fiamme e fumo si innalzavano verso il cielo - sono stati colpiti anche i quartieri di Gisr al Matar, Moawwad e Ghobeiry, quest'ultimo adiacente al campo profughi palestinese di Shatila.

Navi israeliane hanno invece cannoneggiato un deposito di carburante di una centrale elettrica a Jiyyeh, 30 km a sud della capitale, scatenando un violento incendio.

In precedenza, erano state bombardate proprietà degli Hezbollah alla periferia di Hermel, nel Libano orientale, vicino alla frontiera con la Siria.

Nella notte inoltre, le forze di sicurezza libanesi hanno chiuso al traffico la strada Beirut-Damasco, che ieri sera è stata bombardata in cinque punti su un tratto di una ventina di km tra la località montana di Sofar e la cittadina di Shtaura, nella valle della Bekaa.

A Washington, il Dipartimento di Stato ha intanto autorizzato le famiglie del personale dell'ambasciata Usa, e parte dello staff, a lasciare il Libano, e ha invitato i cittadini statunitensi a evitare i viaggi nel Paese.

Una nuova salve di missili katyusha è stata sparata poco fa dai miliziani di Hezbollah contro la città israeliana di Natanya: nessuna vittima è stata provocata dalle esplosioni, che hanno però causato un incendio non lontano dal centro. Secondo fonti israeliane, i razzi sparati erano almeno quattro. Altri 7 ordigni si sono abbattuti invece nel nord di Israele, presso un kibbutz (villaggio collettivo) lungo il confine col Libano; a questi ne vanno aggiunti altri 5, scoppiati sul villaggio di Safed. In nessun caso ci sono state vittime o feriti gravi. Continuano dunque, nonostante l’intensa attività dell’aviazione di Tel Aviv, per il terzo giorno consecutivo i lanci di razzi di Hezbollah su Israele, la cui esplosione ha fin qui provocato almeno 2 morti e un centinaio di feriti tra la popolazione civile, ai quali vanno aggiunti gli 8 soldati caduti e i due rapiti sempre per mano degli estremisti filo-palestinesi lo scorso 12 luglio. Molto più alto il bilancio delle vittime libanesi che, con gli ultimi bombardamenti (che hanno provocato 4 morti e 63 feriti), sono salite a quota 61. La nuova crisi mediorientale è al centro del G-8 che si apre oggi a san Pietroburgo, in Russia, dove il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto poco fa “l’arresto immediato” delle ostilità sia tra Libano e Israele che nella Striscia di Gaza.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

KOSOVO: AMNESTY DENUNCIA IMPUNITA' CRIMINI ANTI-SERBI

Il Kosovo, la provincia serba contesa che la maggioranza albanese locale e molte cancellerie occidentali vorrebbero ormai incamminata verso la piena indipendenza, resta una terra dominata dall'illegalita'. Una terra nella quale in particolare continuano a essere impuniti numerosi crimini etnici contro cio' che resta della minoranza serba (un tempo padrona) e di quella zingara. A denunciarlo e' Amnesty International, che sul tema sta preparando un rapporto - assai critico verso la comunita' internazionale - destinato a essere presentato prossimamente all'Unione Europea. Un rapporto anticipato nelle sue linee generali da uno dei curatori, Omer Fisher, ricercatore di Amnesty nei Balcani. Nel documento - ha spiegato Fisher - 'noi critichiamo severamente la comunita' internazionale', che si e' assunta la responsabilita' di una sorta di protettorato sul Kosovo dopo i bombardamenti Nato del 1999 suggellati dalla cacciata delle forze di repressione dell'allora regime di Slobodan Milosevic e in attesa della conclusione dei difficili negoziati in corso sul futuro status definitivo della regione. Un protettorato che non e' valso finora - accusa Amnesty - a impedire 'che un gran numero di persone responsabili di crimini e vendette sia rimasto impunito nella provincia, causando sconcerto e inquietudine'. Contestando indirettamente le rassicurazioni su un presunto miglioramento della situazione fatte di recente dal capo uscente dell'amministrazione internazionale del Kosovo (Unmik), il danese Soren Jessen-Petersen, Fisher ha osservato che l'impunita' riguarda in prima battuta 'i crimini a sfondo etnico contro i serbi e le altre comunita' non albanesi della regione, a cominciare dalle mancate indagini sui responsabili delle violenze (anti-serbe) del marzo 2004'. La denuncia di Amnesty sopraggiunge mentre il primo ministro serbo, Vojislav Kostunica, si trova a Washington, dove oggi ha incontrato il vicepresidente americano Dick Cheney e ha ribadito ancora una volta che Belgrado e' pronta a garantire una vasta autonomia al Kosovo e ad accettare 'qualsiasi compromesso', salvo l'indipendenza. Soluzione quest'ultima che la maggioranza albanese-kosovara rivendica con forza, e Usa ed Europa sembrano ritenere inevitabile, ma che secondo Kostunica la Serbia 'non accettera' mai': poiche' essa la separerebbe, dopo secoli, da un provincia considerata dai serbi culla della loro civilta' e rappresenterebbe 'un precedente destabilizzante'.

SEGRETARIO STATI AMERICANI APPOGGIA NEGOZIATO GOVERNO-PARAMILITARI

Il processo di pace tra il governo e i paramilitari “non è sereno. È lento e mostra passi indietro”, ma il sostegno dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) “non è in dubbio”: lo ha detto José Miguel Insulza, segretario generale dell’Osa, incontrando le autorità di Medellín, 400 chilometri a nordovest di Bogotá, il capoluogo del dipartimento di Antioquia dove si concentra il 40% dei circa 31.000 combattenti che - almeno sulla carta - hanno accettato la resa nell’ambito del negoziato. Insulza, accompagnato dal capo della missione di appoggio al processo di pace (Mapp) dell’Osa in Colombia, l’argentino Sergio Caramagna, ha incontrato alcuni dei paramilitari smobilitati appartenenti ai famigerati fronti ‘Cacique Nutibara’ e ‘Héroes de Granada’. “Medellín ha un ruolo-chiave nel processo di pacificazione della Colombia; in questa visita ho capito che vale la pena sostenere questo programma con cui si otterrà la diminuzione della violenza” ha concluso Insulza, che oggi sarà a colloquio col presidente Alvaro Uribe. La missione di verifica di Insulza giunge in un momento estremamente delicato del processo di pace, sia per le modifiche apportate le dalla Corte Costituzionale alla ‘Ley de Justicia y Paz’ che regola il futuro degli ex-‘paras’, sia per le confessioni dei combattenti disarmati che hanno rivelato l’esistenza di centinaia di fosse comuni da cui sono già stati riesumate decine di cadaveri.

ITALIA

RICERCATORI A PRODI: DOVEROSO LAVORO SU STAMINALI EMBRIONALI

La ricerca sulle cellule staminali "é doverosa per il progresso della scienza ed è una pratica legalmente permessa in Italia": lo scrivono i sette ricercatori italiani impegnati nello studio delle cellule staminali embrionali umane, condotto sulle linee di cellule preparate all'estero e in commercio, in una lettera aperta al presidente del Consiglio Romano Prodi. Il documento è stato presentato oggi a Roma dagli studiosi, riuniti nel Gruppo di ricercatori italiani sulle cellule staminali embrionali. Ecco i principali punti della lettera relativi alle ricerche sulle cellule staminali embrionali:

- sono un "campo di frontiera, nuovo e ricco di prospettive" e "contribuiranno all'avanzamento delle conoscenze sulle malattie".

- "sono necessarie quanto quelle sulle staminali adulte. Non esiste contrapposizione tra queste ricerche" perché "le scoperte sulle prime costantemente favoriscono gli studi sulle altre, e viceversa. Non vi è alcuna certezza che la ricerca sulle sole staminali adulte possa garantire la cura di tutte le malattie umane. Per questo è 'scientificamente sbagliato' impedire questa sinergia".

- la percezione che "le cellule staminali siano un 'mero strumento di trapianto', è frutto di una comunicazione superficiale e deviante" perché le cellule embrionali sono preziose per studiare lo sviluppo dei tessuti e molte malattie, per valutare gli effetti biologici di farmaci e vaccini e per capire la tossicità di composti dannosi alla salute del feto". Il trapianto cellulare è solo una delle possibili applicazioni.

- "la libertà di ricerca scientifica è principio sacrosanto accolto ed esplicitato nella nostra Costituzione. Vorremmo che alle dichiarazioni seguano i fatti anche per quanto riguarda il nostro settore di ricerca. Siamo preoccupati che la Carta fondamentale della nostra società sia violata non dai nostri studi, ma da chi tenta di limitare la libertà di ricerca sulla scorta di strumentali e ingiustificate interpretazioni restrittive della Legge 40/2004".

LAMPEDUSA, 305 SBARCANO IN POCHE ORE

Sono 305 complessivamente i migranti soccorsi tra la notte e le prime ore del giorno a Lampedusa (Agrigento). In nottata, la guardia costiera, coadiuvata da una nave della marina militare, ha soccorso 243 immigrati (tra cui 7 donne e 14 minori). La guardia di finanza ha poi intercettato due gommoni con, rispettivamente, 8 e 27 immigrati. Infine, intorno alle 8, la motovedetta della guardia costiera 878 ha prestato soccorso a 27 migranti (tra cui 4 bambini) che hanno attraversato il Canale di Sicilia su un gommone.

Incendio cumuli rifiuti Napoletano

Cumuli di rifiuti e cassonetti ricolmi di immondizia sono stati dati alle fiamme la notte scorsa in numerosi comuni del Napoletano.Secondo quanto si apprende dai vigili del fuoco, il 50% degli interventi eseguiti nella nottata ha riguardato incendi di rifiuti, in particolare nell'area flegrea e nei comuni del Vesuviano. Da circa un mese, dopo la chiusura del Cdr di Tufino (Napoli), lo smaltimento dei rifiuti nella provincia di Napoli ha subito un brusco rallentamento.

Napoli, lucchetti ai cancelli di Officina 99

Segue servizio

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

RAID ISRAELIANI, BEIRUT BOMBARDATA. DISTRUTTO RADAR MILITARE

In tre ondate i caccia israeliani hanno bombardato Beirut prima dell'alba, prendendo di mira la periferia sud, roccaforte dello Hezbollah, con un bilancio di almeno due morti e 17 feriti, secondo la tv del movimento sciita, Al Manar.

L'aviazione israeliana ha bombardato quindi una base del movimento palestinese filo-siriano Fplp-Cg (Fronte popolare di liberazione della Palestina-Comando generale, di Ahmed Jibril) nella pianura libanese della Bekaa.

Caccia israeliani hanno inoltre compiuto nuovi raid a est e sud di Beirut. Lo ha riferito la Tv libanese Lbc. L'emittente ha precisato che a est della capitale é stato distrutto il radar dell'esercito libanese a Hammana, a ridosso della strada per Damasco. A sud di Beirut, è stato invece nuovamente colpito il ponte sul fiume Aawali, all'ingresso nord del porto di Sidone (40 km. a sud della capitale). Mentre la contraerea libanese entrava in azione, i bombardamenti hanno centrato obiettivi sulla superstrada costiera che porta al Sud Libano, due campi da gioco, e due cavalcavia, uno nei pressi dell'aeroporto, l'altro nel quartiere di Haret Hreik, dove ha sede il quartier generale del 'Partito di Dio' libanese.

Sempre nella zona sud di Beirut - da dove fiamme e fumo si innalzavano verso il cielo - sono stati colpiti anche i quartieri di Gisr al Matar, Moawwad e Ghobeiry, quest'ultimo adiacente al campo profughi palestinese di Shatila. Navi israeliane hanno invece cannoneggiato un deposito di carburante di una centrale elettrica a Jiyyeh, 30 km a sud della capitale, scatenando un violento incendio.

In precedenza, erano state bombardate proprietà degli Hezbollah alla periferia di Hermel, nel Libano orientale, vicino alla frontiera con la Siria. Nella notte inoltre, le forze di sicurezza libanesi hanno chiuso al traffico la strada Beirut-Damasco, che ieri sera è stata bombardata in cinque punti su un tratto di una ventina di km tra la località montana di Sofar e la cittadina di Shtaura, nella valle della Bekaa. A Washington, il Dipartimento di Stato ha intanto autorizzato le famiglie del personale dell'ambasciata Usa, e parte dello staff, a lasciare il Libano, e ha invitato i cittadini statunitensi a evitare i viaggi nel Paese.

ISRAELE MINACCIA DI ELIMINARE NASRALLAH Il ministro israeliano degli Interni, Ron Bar On, ha minacciato di morte il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, annunciando stamani alla radio che il suo "destino è segnato". "Nasrallah ha tracciato da solo il suo destino", ha dichirato all'emittente pubblica. "Salderemo i nostri conti con lui al momento opportuno".

PERETZ, DISTRUGGEREMO HEZBOLLAH Il ministro della difesa israeliano Amir Peretz ha detto questa sera che Israele intende distruggere gli hezbollah, il movimento sciita libanese che ieri ha compiuto due azioni militari nel corso delle quali otto soldati israeliani sono stati uccisi e due rapiti, e che oggi ha bombardato con numerosi razzi il Nord dello stato ebraico. Non ci stupisce che gli Hezbollah rompano le regole del gioco. Noi abbiamo l'intenzione di rompere questa organizzazione, ha detto Peretz ai giornalisti.

USA PONGONO VETO A RISOLUZIONE ARABI Gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione presentata dal Qatar che chiedeva la fine dell'offensiva israeliana a Gaza e la liberazione del primo soldato israeliano rapito il 25 giugno.

LA GUERRA DI PAROLE E LA DIPLOMAZIA AL LAVORO - Per quanto riguarda i veri protagonisti della crisi innescata dalla cattura dei due soldati israeliani, Israele continua a puntare il dito contro la Siria e l'Iran e a ritenere il governo libanese responsabile per le attivita' di Hezbollah sul suo territorio.

Nel pomeriggio un portavoce del ministero degli esteri israeliano Mar Regev ha detto che Israele ha timori "non infondati" che gli Hezbollah possano cercare di trasferire in Iran i soldati israeliani catturati, un'ipotesi che e' stata subito smentita da Teheran.

Beirut ha lanciato un appello all'Onu per un cessate il fuoco immediato e generalizzato e dal segretario generale dell'Onu Kofi Annan e' giunto l'annuncio di una missione speciale ad alto livello che tocchera' l'Egitto, Israele, la Siria e il Libano. Per domani e' prevista una riunione del Consiglio di sicurezza convocato su richiesta del Libano.

In attesa che il vertice del G8 di San Pietroburgo affronti da sabato anche il dossier mediorientale, si sono susseguite le prese di posizione e le iniziative per circoscrivere la crisi. Dopo le dichiarazioni del presidente americano George W.Bush che ha riconosciuto il diritto di Israele a difendersi dai terroristi che vogliono fermare i progressi verso la pace, la presidenza finlandese dell'Ue ha espresso grande preoccupazione per l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele in Libano, sottolineando che un blocco aereo e navale non puo' essere giustificato. L'Ue chiede anche il rilascio da parte di Hezbollah dei soldati catturati e al Libano di adoperarsi per fare cessare gli attacchi su Israele.

FRONTE ORIENTALE, PASSI AVANTI NEGOZIATI TRA KHARTOUM E RIBELLI

“Sosteniamo lo sviluppo dell’est, non solo per sé stesso, ma per l’intero Sudan” ha detto il vicepresidente Ali Osman Mohamed Taha, al termine di uno dei primi incontri tra rappresentanti del governo di Khartoum e delegati della regione orientale dopo la firma il 20 giugno ad Asmara di una tregua e la definizione di un’agenda di colloqui di pace. Sulla mediazione dell’Eritrea, Taha ha aggiunto: “Lodiamo tutti quelli che vi stanno prendendo parte… lodiamo i nostri fratelli in Eritrea”. Anche i rappresentanti dell’Est del paese hanno giudicato l’iniziativa odierna un segnale positivo di presa di coscienza dei problemi di sottosviluppo della regione. Per Mahmud Ghandur, esponente del ‘Partito del Congresso dei Beja’, principale partito d’opposizione a matrice etnica dell’est del Sudan, la trattativa ha avuto “un buon inizio”. “Vogliamo che il governo ci includa nella spartizione di poteri e risorse. Chiediamo sviluppo. Il governo dice che lo farà” ha detto inoltre Mohamed Khan, delegato dell’est, riferendosi ai ribelli del ‘Fronte orientale’ – costituito l’anno scorso dalle comunità etniche dei Beja e dei Rashaida – che, come accade anche con analoghe ribellioni nel Darfur occidentale e, in passato, nel Sud Sudan, accusa le autorità centrali di discriminare le periferie, pur sfruttandone le risorse naturali. Nella zona si registra uno dei più alti tassi di malnutrizione del Sudan, pur ospitando la più grande miniera d’oro, il principale porto e il maggiore oleodotto del paese più esteso dell’Africa.

CENTROAMERICA/SALVADOR

I presidenti del Centroamerica e della Colombia hanno definito “inammissibili atti terroristici” gli scontri tra polizia e studenti avvenuti il 5 luglio scorso in Salvador, conclusi con l’uccisione a colpi di arma da fuoco di due poliziotti e il ferimento di altri dieci, attribuiti a “gruppi armati radicali che sono una minaccia alla vita democratica”. Accusata dal governo di San Salvador, l’ex-guerriglia del Fronte Farabundo Martí (Fmln) ha respinto ogni coinvolgimento denunciando un “clima da guerra civile” e annunciando che chiederà all’Onu di ripristinare al più presto una missione di verifica degli accordi di pace del 1992 dopo un conflitto durato 12 anni.

ITALIA

Liberalizzazioni. Taxi, salta l'accordo riparte la protesta. Da ieri farmaci da banco nei supermercati

E' ripresa la protesta dei tassisti dopo l'abbandono del tavolo delle trattative da parte delle organizzazioni sindacali. Ma ieri e' stato anche il primo giorno di vendita nei supermercati dei farmaci da banco.

Se da una parte il decreto bersani iniza a funzionare con la vendita delle medicine nei supermercati, dall'altra si riaffaccia lo spettro della protesta dei taxisti che hanno abbandonato le trattative con il governo.

Il punto di rottura: la nuova proposta messa sul piatto dal ministero ossia che a una singola licenza possano far capo due taxi Per i sindacati, infatti, e' come se il cumulo delle licenze, su cui il governo aveva fatto marcia indietro, rientrasse dalla finestra. E su questo punto la trattativa si e' infranta e tutte le sigle sindacali hanno abbandonato il tavolo.

Positive le notizie, invece, nel primo giorno di vendite di medicine da banco nella grande distribuzione. In un supermercato di Vicenza ha cominciato a funzionare il primo reparto di vendita di farmaci da banco con prezzi medi inferiori del 20% Tra i medicinali piu' venduti Aspirina, Tachipirina, Maalox, Fargan crema, Supradyne, Tantum verde, Cibalgina. Protestano i farmacisti che temono un aumento di consumo di pillole e confermano un giorno di protesta per il 19 luglio.


Appunti e note redazionali

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gror060714 (last edited 2008-06-26 09:51:16 by anonymous)