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Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

LIBANO: INCESSANTI I BOMBARDAMENTI ISRAELIANI. HEZBOLLAH RISPONDE CON MISSILI

Si fanno sempre più intensi i bombardamenti israeliani sul Libano. Ieri sera l’aviazione israeliana ha colpito i depositi di carburante a Tripoli, sono state bombardate anche le città di Baalbeck e Abde, oltre al villaggio di Jalala, nei dintorni di Beirut, a Beirut sono stati bombardati il porto e l’aeroporto la centrale elettrica e la strada per Damasco. I missili israeliani hanno distrutto diverse stazioni di servizio, edifici civili ritenuti essere usate da Hezbollah, un mercato e una scuola. Diverse decine i feriti. Nella serata di ieri, alcuni missili sparati da miliziani di Hezbollah avevano raggiunto le città di Afula e Nazareth, in Galilea. Questa mattina ancora raid nella parte meridionale della capitale libanese. 17 sono le persone uccise questa notte dai bombardamenti dell'aviazione israeliana sul Libano. Tra le vittime ci sono anche nove militari. Altre 10 persone sono morte a causa di un missile lanciato da un elicottero israeliano contro un edificio nel centro di Tiro. Lo hanno riferito le emittenti televisive libanesi. Un missile israeliano ha colpito un pulmino a Rmeileh, localita' balneare a sud di Beirut, e stando alla polizia 12 occupanti, fra cui due donne e tre bambini, sono morti. Il veicolo trasportava i componenti di due nuclei familiari in fuga dagli attacchi aerei israeliani. Dall'inizio dei bombardamenti aerei israeliani sarebbero morti sinora almeno 182 civili e 12 militari. I vertici israeliani affermano che l'offensiva non si femerà finchè Hezbollah non sarà sradicata. Caduto nel vuoto l'appello del premier libanese ad un cessate il fuoco. L'escalation dei raid israeliani sul Libano è accompagnata dalle operazioni di sgombero dei civili occidentali. La Gran Bretagna ha messo a disposizione due navi militari per evacuare circa ventimila inglesi e, questa mattina, elicotteri della Royal Air Force hanno portato via da Beirut quaranta persone, tra donne, bambini e infermi. Da Beirut è partito anche un convoglio di 17 autobus con a bordo 337 cittadini italiani. Scortata dalla polizia e dall'ambasciatore italiano in Libano, la colonna di autobus si è diretta verso ovest, probabilmente verso i porti, dove gli italiani verranno imbarcati. Oggi, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve riunirsi per dibattere la crisi in Medio Oriente. Non è previsto un voto. Intanto Italia, Gran Bretagna e il segretario generale dell'Onu Kofi Annan hanno proposto una forza di interposizione in Libano sotto l'egida delle Nazioni Unite durante la conferenza stampa conclusiva del G8 a San Pietroburgo. Il ministo degli esteri D'Alema propone di estendere le forze di interposizione anche a Gaza per creare un cuscinetto di sicurezza che garantisca gli israeliani e le popolazioni arabo-palestinesi. Ma Israele chiude la porta in faccia all'ONU e al G8 e rifiuta il dispiegamento di qualunque forza che non sia l'esercito di Beirut lungo il confine meridionale del Libano. Il ministro della Difesa, Amir Peretz, intende creare una "fascia di sicurezza" vietata alle milizie Hezbollah nel Libano meridionale. Shaul Mofaz, ex ministro della Difesa e oggi ministro dei Trasporti, ha detto che le forze armate avranno bisogno di non piu' di un paio di settimane per raggiungere gli obiettivi stabiliti con l'avvio della campagna militare in Libano. Le operazioni militari in corso continueranno fino a che i militari sequestrati non saranno rilasciati e non verrà concordato un cessate il fuoco che preveda il dispiegamento delle forze regolari libanesi alla frontiera con Israele. Secondo il quotidiano Maariv di Tel Aviv gli Stati Uniti avrebbero indirizzato in via ufficiosa al governo israeliano l'indicazione di "Uccidere Nasrallah", leader di Hezbollah.

Editoriale

'LA VIA ISRAELIANA ALLA PACE: FARE SEMPRE LA GUERRA

E così, incurante di qualsiasi appello internazionale, il governo e i generali israeliani continuano la devastazione del Libano, che si era illuso da qualche anno di essere un paese libero e sovrano. Con la consueta tracotanza - ben abituati dall'acquiescienza del "mondo occidentale" e sicuri di poter agire sempre nella più assoluta impunità - i dirigenti dello stato ebraico lanciano bellicosi proclami: "sradicare", "distruggere", "annientare" i guerriglieri hezbollah, gli stessi che furono determinanti nel costringere alla ritirata dal sud del Libano, nel 2000, gli occupanti israeliani e i mercenari da loro foraggiati. I media internazionali - sui quali il controllo della lobby pro-israeliana è assolutamente dominante -rilanciano incessantemente il ritornello del "diritto di Israele a difendersi", come del resto ripetono i governanti occidentali, a cominciare ovviamente da Bush. Chi prova a dissentire è immediatamente accusato con veemenza di essere antisemita e fiancheggiatore dei terroristi. Ancora una volta, si tratta di uno capovolgimento totale della realtà: gli aggressori che scatenano una guerra dal cielo, dal mare e da terra appaiono come le vittime. Uno degli eserciti più potenti del mondo, l'unica potenza nucleare dell'area (dalle 200 alle 400 testate atomiche operative, secondo il Centro di Studi Strategici di Stoccolma), dotata di una flotta aerea e navale enorme, di migliaia di mezzi corazzati, di armamenti proibiti - come le bombe al fosforo bianco, di cui il primo ministro libanese denuncia l'impiego nei selvaggi bombardamenti di questi giorni, che hanno già ucciso quasi 200 civili, donne e bambini inclusi - scatena questo inferno in risposta a un'azione militare di guerriglieri che hanno catturato 2 (diconsi 2) soldati israeliani dopo averne uccisi 8 e distrutto un carro armato. Se questa è la proporzione, bisogna riconoscere che le rappresaglie dei nazisti - dieci italiani per ogni militare tedesco ucciso - erano piuttosto morbide. E se i razzi dei combattenti Hezbollah, per ritorsione, dovessero davvero colpire una raffineria israeliana, quale sarà la risposta? Una bomba atomica su Beirut? D'altronde, è ben poco credibile che la distruzione ripetuta dell'aeroporto della capitale libanese, i bombardamenti dei porti, i missili contro pulmini e automobili di civili in fuga, la distruzione di centrali elettriche, di tutti i ponti e le maggiori strade del paese, siano attacchi diretti contro Hezbollah. La verità è che vogliono mettere in ginocchio il Libano, per poter poi decidere chi e come dovrà governarlo, nell'interesse di Israele, a cui nessuno chiederà mai il conto per le distruzioni e le stragi compiute. Basti pensare al gigantesco massacro compiuto da Israele nel 1982, quando devastò e occupò il Libano e la sua capitale, per "distruggere" la resistenza palestinese: le vittime furono tra le 20.000 e le 30.000, compresi i 3.000 palestinesi disarmati fatti a pezzi nei campi di Sabra e Chatila, sotto gli occhi degli occupanti con la stella di Davide, guidati dal ministro della guerra Ariel Sharon. L'unica strada ragionevole sarebbero delle trattative di pace serie, come ormai chiede persino Hamas, come chiedono da anni i pacifisti israeliani e palestinesi, come chiedono gli ebrei europei contro l'occupazione dei territori palestinesi. Si potrebbe cominiciare dallo scambio di prigionieri (sono oltre diecimila i palestinesi nelle carceri israeliane), come si è sempre fatto nei conflitti armati. Ma Israele dice no, perché "con i terroristi non si tratta". Ma la guerra non è il terrorismo elevato all'ennesima potenza? Forse le bombe degli F-16 che massacrano civili libanesi sono meno terroristiche del kamikaze palestinese che massacra civili israeliani a una stazione di autobus? Il grande problema è che una delle parti in conflitto non vuole fare la pace. Convinta di poter schiacciare qualunque avversario con la sua enorme potenza militare, Israele vuole solo la guerra, anche a costo di sacrificare le vite di tanti suoi concittadini.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

PALESTINA: ALTRI PALESTINESI UCCISI

Due palestinesi sono stati uccisi nella notte, nel corso di uno scontro a fuoco con militari israeliani, nei pressi di Beit Hanun, nel nord della striscia di Gaza. Lo ha annunciato l'esercito israeliano. In un altro episodio, nella città di Nablus, in Cisgiordania, un militare israeliano è stato ucciso da un ordigno mentre era di pattuglia. L'azione è stata rivendicata dalle Brigate dei Martiri di al Aqsa. Intanto ieri l’esercito israeliano ha bombardato nuovi importanti siti governativi, mentre centinaia di civili palestinesi cercano di passare la frontiera con l’Egitto per mettersi in salvo. Tra gli uccisi delle ultime ore si conta anche un parente del dirigente di al-Fatah, Mohammed Dahlan Zaki, 24 enne ufficiale della sicurezza, è stato ucciso da miliziani palestinesi in un campo profughi a Khan Younis.

IRAQ: GIORNATA DI TERRIBILI STRAGI

E' di almeno 56 morti il bilancio del blitz sferrato questa mattina da un gruppo armato sciita al mercato scoperto di Mahmoudiya, una cittadina a 30 chilometri a sud di Baghdad. "C'e' stato un attacco a colpi di mortaio", ha detto Muayyad Fadhil, il sindaco della cittadina, "uomini armati sono arrivati dalla parte orientale della citta'. Hanno raggiunto il mercato e hanno aperto il fuoco all'impazzata sulla gente che faceva compere". Le ricostruzioni del sindaco di Mahmudia e delle forze armate statunitensi differiscono da quella data a Baghdad da fonti ministeriali, secondo la quale a provocare la strage e' stato lo scoppio di due autobomba. Per il capo della polizia Rashid al-Samarraie l'attacco è da attribuire a un commando sciita. Mahmoudiya rientra nel cosiddetto "triangolo della morte", una zona al centro delle tensioni tra sciiti e sunniti che proprio nelle ultime settimane è stata teatro di scontri sanguinosi. Il centro della città è a maggioranza sciita mentre la popolazione sunnita abita nei quartieri periferici e nei villaggi circostanti. L'assalto al mercato segue una domenica di scontri violenti in tutto il territorio iracheno. Proprio ieri un attentatore suicida si è fatto esplodere in un bar gremito di sciiti nel nord dell'Iraq uccidendo 26 persone e ferendone altre 22. Sempre ieri un soldato britannico è stato ucciso durante una operazione contro alcuni sospetti terroristi a Bassora. Nella stessa città le truppe britanniche hanno arrestato Sajid Badir, il leader delle milizie Mahdi, gruppo armato sciita guidato dal radicale Muqtada al-Sadr. L'attentato coincide con l'anniversario del colpo di stato che nel 1968 portò al potere Saddam Hussein e il partito sunnita Baath.

MESSICO: CONTINUA LA MOBILITAZIONE POPOLARE CONTRO I BROGLI ELETTORALI

Almeno 800.000 persone che hanno partecipato ieri alla 'marcia per la democrazia' convocata dal candidato presidenziale del Partito della rivoluzione democratica (Prd) Andres Manuel Lopez Obrador che ha chiesto di "iniziare la resistenza pacifica" in tutto il paese, per chiarire i risultati elettorali. Lopez Obrador ha ripetuto che é indispensabile ricontare tutte le schede, “voto per voto”; la consultazione del 2 luglio scorso ha assegnato la vittoria al candidato conservatore Felipe Calderon per uno scarto pari ad appena lo 0.58%. Sottolineando che Calderon , se è sicuro di aver vinto, non ha nulla da temere dal riconteggio, Lopez Obrador ha aggiunto: “ la macchia delle frodi elettorali non si cancella neppure con l’ acqua di tutti gli oceani" e ha annunciato iniziative per ottenere il nuovo spoglio: apertura di 'centri dei cittadini' nei 300 distretti elettorali del paese e un comitato per "azioni di resistenza pacifica civile", senza precisare però le iniziative alle quali punta. Una nuova manifestazione è prevista per il 30 luglio.

AFGHANISTAN: PACCO BOMBA, 3 MORTI

Un pacco bomba è esploso questa mattina a Lashkargah, nell'Afghanistan meridionale. L'esplosione, avvenuta in pieno centro della città alle 11.30 circa (ora locale) in un ufficio della amministrazione territoriale, ha causato almeno tre morti e 12 feriti, che sono stati trasportati all'ospedale locale di di Emergency, distante circa 500 metri dall'esplosione.

CINA: ESPLOSIONE IN MINIERA

Un'esplosione, la cui causa è ancora sconosciuta, ha distrutto una miniera di carbone nella provincia di Shanxi, in Cina, provocando la morte di cinquanta persone. Altre sette risultano disperse

UNO TSUNAMI COLPISCE LA COSTA SUD DI GIAVA, 80 MORTI

Almeno 67 persone sono morte nello tsunami che ha colpito le coste meridionali dell'isola di Giava, in Indonesia. Lo ha riferito Rudi Supriatna Bahro, parlamentare indonesiano, in visita nel luogo della tragedia. "Il bilancio - ha aggiunto Bahro - è destinato ad aggravarsi". "La ricerca sta andando avanti per ritrovare i dispersi", ha dichiarato il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono. Non ci sono notizie di danni in altri Paesi dell'area a il Centro per l'allerta degli tsunami delle Hawaii ha escluso la possibilità che il nuovo maremoto abbia causato conseguenze simili a quello disastroso del dicembre 2004. Il maremoto odierno è stato scatenato dal forte terremoto registrato in mattinata al largo della costa meridionale dell'isola di Giava. L'Istituto nazionale americano di geofisica ha valutato la magnitudine del sisma a 7,7 gradi della scala Richter. "Credo - ha riferito un poliziotto locale - che ritroveranno molti morti. Adesso sono seppelliti sotto i rifiuti portati dalle onde". Un intero villaggio è stato sommerso dall'acqua. L'Indonesia conta ben 17.000 isole, in una fascia di intensa attività vulcanica. Per questo motivo una parte della zona oceanica viene chiamata "anello di fuoco del Pacifico".

ITALIA

AFGHANISTAN: OGGI INIZIA LA DISCUSSIONE ALLA CAMERA

Comincia oggi alla Camera la discussione sul rifinanziamento delle missioni italiane all'estero . In concomitanza con l'inizio della discussione a Roma e in tante altre piazze d'Italia il Movimento contro la guerra terrà dei presidi a partire dalle ore 18 "perché si voti contro il decreto che finanzia la guerra in Afghanistan, per il ritiro immediato di tutte le truppe dall' Iraq, dall' Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, perché termini l'occupazione della Palestina e l'invasione del Libano e il massacro dei popoli palestinese e libanese". Sabato si era tenuta a Roma l'assemblea autoconvocata dei pacifisti per sostenere i senatori che hanno annunciato il loro No.

TAXI: CONTINUA LA PROTESTA A ROMA E IN ALTRE CITTA'

Si è aperta al Ministero per lo Sviluppo Economico la nuova riunione per tentare una soluzione alla vertenza taxi. E' presente anche il ministro Pierluigi Bersani. Per la protesta dei tassisti è stata chiusa al traffico di una vasta area compresa tra via del Circo Massimo, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, piazza Santi Apostoli, via Nazionale e via del Corso. Verso le ore 14 il corteo dei tassisti, partito dal Circo Massimo, e' arrivato in Piazza Santi Apostoli. Sono circa duemila gli autisti delle auto bianche che qui attenderanno l'esito del tavolo politico. Un giornalista del Corriere della Sera, dopo aver subito minacce nei giorni scorsi, è stato picchiato questa mattina da alcuni tassisti. Anche a Milano i taxi non funzionano: i conducenti garantiscono solo il servizio per disabili o persone che possano dimostrare di avere un appuntamento in ospedale. Nessun taxi e' in servizio all' aeroporto di Linate, dove invece e' sempre in corso un presidio da parte dei tassisti. In attesa dei risultati dell' incontro nel pomeriggio con il Governo a Roma, i taxi bolognesi sono in stato di agitazione, con assemblee permanenti, dalle 24 della scorsa notte. Le centrali Radio taxi sono attive, ma i taxisti evadono solo le chiamate per le categorie deboli (persone anziane, disabili, donne incinte, famiglie con bambini, sofferenti di particolari malattie). Inoltre vengono garantiti le corse da e per gli ospedali. Nei tre posteggi principali - piazza Nettuno, stazione e aeroporto - i taxi sono riuniti in presidio fin dalle prime ore del mattino.


Gr 13:00

In primo Piano

LIBANO

Si fanno sempre più intensi i bombardamenti israeliani sul Libano. Ieri sera l’aviazione israeliana ha colpito i depositi di carburante a Tripoli, sono state bombardate anche le città di Baalbeck e Abde, oltre al villaggio di Jalala, nei dintorni di Beirut, a Beirut sono stati bombardati il porto e l’aeroporto la centrale elettrica e la strada per Damasco. I missili israeliani hanno distrutto diverse stazioni di servizio, edifici civili accusati di essere usate da Hezbollah, un mercato e una scuola. Diverse decine i feriti. Nella serata di ieri, alcuni missili sparati da miliziani di Hezbollah avevano raggiunto le città di Afula e Nazareth, in Galilea Questa mattina ancora raid nella parte meridionale della capitale libanese. Diciassette sono le persone uccise questa notte dai bombardamenti dell'aviazione israeliana sul Libano. Tra le vittime ci sono anche nove militari. Altre dieci persone sono morte a causa di un missile lanciato da un elicottero israeliano contro un edificio nel centro di Tiro. Lo hanno riferito le emittenti televisive libanesi. In totale sono un centinaio le vittime libanesi da quando è iniziato l'offensiva israeliano al Libano. I vertici israeliani affermano che l'offensiva non si femerà finchè Hezbollah non sarà sradicata. Caduto nel vuoto l'appello del premier libanese ad un cessate il fuoco.

L'escalation dei raid israeliani sul Libano è accompagnata dalle operazioni di sgombero dei civili occidentali. La Gran Bretagna ha messo a disposizione due navi militari per evacuare circa ventimila inglesi e, questa mattina, elicotteri della Royal Air Force hanno portato via da Beirut quaranta persone, tra donne, bambini e infermi. Da Beirut è partito anche un convoglio di 17 autobus con a bordo 337 cittadini italiani. Scortata dalla polizia e dall'ambasciatore italiano in Libano, la colonna di autobus si è diretta verso ovest, probabilmente verso i porti, dove gli italiani verranno imbarcati.

Un appello al cessate il fuoco per porre subito fine alle ostilità tra Israele e Libano e consentire il dispiegamento di una forza internazionale di “stabilizzazione”: lo ha rivolto alle “parti interessate” il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, dopo aver incontrato a San Pietroburgo il primo ministro inglese Tony Blair a margine del vertice del G8. “Dobbiamo ottenere che le parti si mettano d’accordo, il più presto possibile, su una cessazione delle ostilità per darci il tempo di lavorare” ha detto Annan, aggiungendo: “Invito le parti a essere più selettive sui bersagli e a non dimenticare che esiste il vincolo di diritto umanitario internazionale di risparmiare le vite di civili e le infrastrutture civili”. Sulla possibilità di dispiegare una “presenza internazionale di sorveglianza e sicurezza” in Libano, Annan ha poi precisato che in ogni caso dovrà trattarsi di “una forza di stabilizzazione”. Anche Spagna e Francia stanno assumendo iniziative tendenti a una gestione non bellica della crisi. Oggi, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve riunirsi per dibattere la crisi in Medio Oriente (Non e pero' previsto un voto).

Ma Israele chiude la porta in faccia all'ONU e al G8 e rifiuta il dispiegamento di qualunque forza che non sia l'esercito di Beirut lungo il confine meridionale del Libano. Secondo la radio pubblica dello Stato israeliano, e' stato il ministro della Difesa, Amir Peretz, ad annunciare che e' intenzione di Israele creare una "fascia di sicurezza" vietata alle milizie Hezbollah nel Libano meridionale. Shaul Mofaz, ex ministro della Difesa e oggi ministro dei Trasporti, ha detto che le forze armate avranno bisogno di non piu' di un paio di settimane per raggiungere gli obiettivi stabiliti con l'avvio della campagna militare in Libano.

Secondo il quotidiano Maariv di Tel Aviv gli Stati Uniti avrebbero indirizzo in via ufficiosa al governo israeliano l'indicazione di "Uccidere Nasrallah": Secondo il giornale, che non cita fonti, in messaggi e in contatti non ufficiali tra non meglio precisati "elementi" americani e israeliani, sarebbe chiaramente emersa la volontà degli Stati Uniti di vedere morto il leader degli Hezbollah.

ESTERI

PALESTINA

Due palestinesi sono stati uccisi nella notte, nel corso di uno scontro a fuoco con militari israeliani, nei pressi di Beit Hanun, nel nord della striscia di Gaza. Lo ha annunciato l'esercito israeliano. In un altro episodio, nella città di Nablus, in Cisgiordania, un militare israeliano è stato ucciso da un ordigno mentre era di pattuglia. L'azione è stata rivendicata dalle Brigate dei Martiri di al Aqsa. Intanto ieri l’esercito israeliano ha bombardato nuovi importanti siti governativi, mentre centinaia di civili palestinesi cercano di passare la frontiera con l’Egitto per mettersi in salvo.

Tra gli uccisi delle ultime ore si conta anche un parente del dirigente di al-Fatah, Mohammed Dahlan Zaki, 24 enne ufficiale della sicurezza, è stato ucciso da miliziani palestinesi in un campo profughi a Khan Younis.

IRAQ

Un attentatore suicida si è fatto esplodere, ieri sera, nella caffetteria attigua alla moschea sciita della città di Tuz Khurmatu, non lontano da Kirkuk. Il bilancio è stato di ventotto vittime e diciannove feriti.

Sono quarantadue le persone morte questa mattina in un attentato a Mahmoudiya, città a sud di Baghdad. Un gruppo di miliziani ha preso d'assalto un mercato della città, uccidendo quarantadue persone e ferendone venticinque. Lo ha annunciato la polizia irachena

USA-MESSICO

Negli ultimi due mesi, circa 800 minori di età compresa tra 14 e 16 anni migrati negli Stati Uniti sono stati rimpatriati: molto spesso i ragazzi affrontano i difficili viaggi attraverso il deserto della Sonora o della Bassa California per riunirsi con loro familiari. Ufficialmente gli emigranti di 14-16 anni considerati non-legali dalle autorità ed entrati negli Stati Uniti sono 33.500, ma non si esclude che quello effettivo sia molto più alto.

MESSICO

Almeno 800.000 persone che hanno partecipato ieri alla 'marcia per la democrazia' convocata dal candidato presidenziale del Partito della rivoluzione democratica (Prd) Andres Manuel Lopez Obrador che ha chiesto di "iniziare la resistenza pacifica" in tutto il paese, per chiarire i risultati elettorali. Lopez Obrador ha ripetuto che é indispensabile ricontare tutte le schede, “voto per voto”; la consultazione del 2 luglio scorso ha assegnato la vittoria al candidato conservatore Felipe Calderon per uno scarto pari ad appena lo 0.58%. Sottolineando che Calderon , se è sicuro di aver vinto, non ha nulla da temere dal riconteggio, Lopez Obrador ha aggiunto: “ la macchia delle frodi elettorali non si cancella neppure con l’ acqua di tutti gli oceani" e ha annunciato iniziative per ottenere il nuovo spoglio: apertura di 'centri dei cittadini' nei 300 distretti elettorali del paese e un comitato per "azioni di resistenza pacifica civile", senza precisare però le iniziative alle quali punta. Una nuova manifestazione è prevista per il 30 luglio.

SUDAN

L'ex-presidente statunitense Bill Clinton ha lanciato ieri una proposta per risolvere l'impasse sull'invio di un contingente di pace Onu in Darfur. Visto il rifiuto, opposto dalle autorità sudanesi, di una sostituzione dei peacekeepers dell'Unione Africana con quelli delle Nazioni Unite, Clinton ha proposto l'invio di un contingente di pace proveniente da Paesi musulmani. La proposta verrebbe in parte incontro alle esigenze del Sudan, che aveva definito come 'neocolonialismo' e 'nuova invasione degli Occidentali' la possibilità dell'arrivo dei caschi blu nel Paese. Il conflitto nel Darfur, scoppiato nel febbraio 2003, ha provocato finora 300 mila vittime.

AFGHANISTAN

Un pacco bomba è esploso questa mattina a Lashkargah, nell'Afghanistan meridionale. L'esplosione, avvenuta in pieno centro della città alle 11.30 circa (ora locale) in un ufficio della amministrazione territoriale, ha causato almeno tre morti e 12 feriti, che sono stati trasportati all'ospedale locale di di Emergency, distante circa 500 metri dall'esplosione.

CINA

Un'esplosione, la cui causa è ancora sconosciuta, ha distrutto una miniera di carbone nella provincia di Shanxi, in Cina, provocando la morte di cinquanta persone. Altre sette risultano disperse

ITALIA

Siparietto


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ESTERI

LIBANO

Si fanno sempre più intensi i bombardamenti israeliani sul Libano. Ieri sera l’aviazione israeliana ha colpito i depositi di carburante a Tripoli, sono state bombardate anche le città di Baalbeck e Abde, oltre al villaggio di Jalala, nei dintorni di Beirut, a Beirut sono stati bombardati il porto e l’aeroporto la centrale elettrica e la strada per Damasco. I missili israeliani hanno distrutto diverse stazioni di servizio, edifici civili accusati di essere usate da Hezbollah, un mercato e una scuola. Diverse decine i feriti. Nella serata di ieri, alcuni missili sparati da miliziani di Hezbollah avevano raggiunto le città di Afula e Nazareth, in Galilea Questa mattina ancora raid nella parte meridionale della capitale libanese. Diciassette sono le persone uccise questa notte dai bombardamenti dell'aviazione israeliana sul Libano. Tra le vittime ci sono anche nove militari. Altre dieci persone sono morte a causa di un missile lanciato da un elicottero israeliano contro un edificio nel centro di Tiro. Lo hanno riferito le emittenti televisive libanesi. In totale sono un centinaio le vittime libanesi da quando è iniziato l'offensiva israeliano al Libano. I vertici israeliani affermano che l'offensiva non si femerà finchè Hezbollah non sarà sradicata. Caduto nel vuoto l'appello del premier libanese ad un cessate il fuoco.

PALESTINA

Due palestinesi sono stati uccisi nella notte, nel corso di uno scontro a fuoco con militari israeliani, nei pressi di Beit Hanun, nel nord della striscia di Gaza. Lo ha annunciato l'esercito israeliano. In un altro episodio, nella città di Nablus, in Cisgiordania, un militare israeliano è stato ucciso da un ordigno mentre era di pattuglia. L'azione è stata rivendicata dalle Brigate dei Martiri di al Aqsa. Intanto ieri l’esercito israeliano ha bombardato nuovi importanti siti governativi, mentre centinaia di civili palestinesi cercano di passare la frontiera con l’Egitto per mettersi in salvo.

Tra gli uccisi delle ultime ore si conta anche un parente del dirigente di al-Fatah, Mohammed Dahlan Zaki, 24 enne ufficiale della sicurezza, è stato ucciso da miliziani palestinesi in un campo profughi a Khan Younis.

IRAQ

Un attentatore suicida si è fatto esplodere, ieri sera, nella caffetteria attigua alla moschea sciita della città di Tuz Khurmatu, non lontano da Kirkuk. Il bilancio è stato di ventotto vittime e diciannove feriti

USA-MESSICO

Negli ultimi due mesi, circa 800 minori di età compresa tra 14 e 16 anni migrati negli Stati Uniti sono stati rimpatriati: molto spesso i ragazzi affrontano i difficili viaggi attraverso il deserto della Sonora o della Bassa California per riunirsi con loro familiari. Ufficialmente gli emigranti di 14-16 anni considerati non-legali dalle autorità ed entrati negli Stati Uniti sono 33.500, ma non si esclude che quello effettivo sia molto più alto.

MESSICO

Almeno 800.000 persone che hanno partecipato ieri alla 'marcia per la democrazia' convocata dal candidato presidenziale del Partito della rivoluzione democratica (Prd) Andres Manuel Lopez Obrador che ha chiesto di "iniziare la resistenza pacifica" in tutto il paese, per chiarire i risultati elettorali. Lopez Obrador ha ripetuto che é indispensabile ricontare tutte le schede, “voto per voto”; la consultazione del 2 luglio scorso ha assegnato la vittoria al candidato conservatore Felipe Calderon per uno scarto pari ad appena lo 0.58%. Sottolineando che Calderon , se è sicuro di aver vinto, non ha nulla da temere dal riconteggio, Lopez Obrador ha aggiunto: “ la macchia delle frodi elettorali non si cancella neppure con l’ acqua di tutti gli oceani" e ha annunciato iniziative per ottenere il nuovo spoglio: apertura di 'centri dei cittadini' nei 300 distretti elettorali del paese e un comitato per "azioni di resistenza pacifica civile", senza precisare però le iniziative alle quali punta. Una nuova manifestazione è prevista per il 30 luglio.

ITALIA

Centinaia di taxi a Roma in attesa dell'incontro decisivo Raduno al Circo Massimo, da dove i tassisti si sposteranno a piedi fino a piazza SS. Apostoli. Alle 16 è previsto l'intervento del ministro Bersani.


Appunti e note redazionali

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gror060717 (last edited 2008-06-26 09:54:32 by anonymous)